Per la prima volta si è tenuto a Torino il Premio di Poesia dedicato alla poetessa torinese Maria Luisa Spaziani, promosso dalla casa editrice Gian Giacomo Della Porta Editore. La giuria era presieduta dallo scrittore e poeta romano, che vive attualmente a Varese, Silvio Raffo. La cerimonia di Premiazione si è tenuta presso la Sala Conferenze dell’Istituto San Giuseppe, in via San Francesco da Paola 23.
Sono risultati vincitori per la “Sezione Opera Edita” Eva Villani, prima classificata, seguita da Anna Bani e Adriana Tasin. Per la “Sezione Opera Inedita” la prima classificata è risultata Tiziana Mainoli, seguita da Valeria Castagnini, seconda classificata, e Edith Dzeduszucka.
Per la Sezione Poesia Singola la prima classificata è stata Giovanna Panzolini, seguita da Anna Maria Gargiulo e Annalisa Rodeghiero.
Nell’ambito della “Sezione Opera Edita” la poetessa Eva Villani ha scritto la silloge intitolata “Affioramenti”; Anna Bani è l’autrice della silloge “Icaro o della giovinezza”; Adriana Tasin ha ricevuto il terzo Premio per la silloge “Il gesto è compiuto”. Nell’ambito della “Sezione Opera Inedita” ha ottenuto il primo premio la autrice varesina Tiziana Mainoli, in arte Edith Sara Levi, con la silloge “L’erranza”.
Per la “Sezione Poesia singola” ha ottenuto il primo Premio Giovanna Panzolini con la poesia intitolata “Fuoco di vita”; il secondo posto lo ha ottenuto Anna Maria Gargiulo con la poesia intitolata “Come il vento d’autunno”. Il terzo lo ha ricevuto Annalisa Rodeghiero con la poesia dal titolo “Come un bambino io porto la mia croce”.
La cerimonia, accanto alla premiazione degli autori delle opere vincitrici, ha ottenuto ampio consenso per la lectio magistralis tenuta dal poeta e scrittore Silvio Raffo, autore di libri di successo, tra cui il romanzo “La voce della pietra”, che è stato trasposto a Hollywood nel film omonimo, interpretato da Emilia Clarke e Remo Girone.
Maria Luisa Spaziani, più volte candidata al Premio Nobel, fu docente di Lingua e Letteratura francese all’Università di Messina, e fondatrice del Centro Internazionale Eugenio Montale, con il Premio intitolato al grande poeta ligure, insignito del Nobel per la letteratura nel 1975. Si può considerare una delle voci poetiche più significative del Novecento e, con la raccolta di poesie “Geometria del disordine”(1981), ha ottenuto il Premio Viareggio.
Il bando del prossimo Premio dedicato a Maria Luisa Spaziani verrà pubblicato nel gennaio 2023.
Mara Martellotta
Approvata dal Consiglio Comunale di Torino, nella seduta del 10 ottobre, con 26 voti favorevoli e 3 contrari, una mozione sul “Recupero e riutilizzo degli immobili comunali occupati” (prima firmataria: Nadia Conticelli – PD). Il documento impegna Sindaco e Giunta Comunale ad attivarsi per predisporre un attento monitoraggio degli immobili comunali occupati e del loro stato attuale, ove possibile, anche dal punto di vista strutturale e ambientale e individuare per ciascuno degli immobili quali potrebbero essere i progetti di recupero e di riutilizzo, coinvolgendo le Circoscrizioni e le realtà territoriali, partendo da eventuali azioni o esperienze positive nate negli anni.
La mozione impegna altresì Sindaco e Giunta a concordare con Prefettura e Questura, ove necessario, le modalità per lo sgombero degli edifici in modo tale che possano coincidere con gli interventi di presa in carico e di ri-destinazione.
Respinta invece, con 11 voti favorevoli e 20 contrari, la mozione “Richiesta di sgombero dello stabile occupato abusivamente in corso Regina 47 a seguito degli arresti dei leader del centro sociale occupante” (primo firmatario: Giovanni Crosetto – Fratelli d’Italia).
Nel dibattito in Sala Rossa sui due documenti, avvenuto congiuntamente, il consigliere Giovanni Crosetto (Fratelli d’Italia) ha lamentato la tardiva calendarizzazione della sua mozione, che – ha detto – doveva essere discussa in campagna elettorale e che invece è stata trattata solo ora in aula, insieme a una mozione più generale, appena presentata dal Pd.
È necessario occuparsi dei servizi e delle esigenze di cittadine e cittadini sul territorio – ha affermato Nadia Conticelli – PD – e ri-destinare gli immobili comunali occupati, soprattutto quelli degradati, a un uso pubblico, d’intesa con le Circoscrizioni e le associazioni territoriali.
Enzo Liardo (Fratelli d’Italia) ha criticato l’assenza del sindaco in aula e ha spiegato che il Prefetto non può intervenire se non c’è un indirizzo amministrativo e che in via Alessandria e in via Pianezza gli immobili sono stati sgomberati pur in assenza di una progettualità per il loro riutilizzo.
Valentina Sganga (M5S) ha motivato il voto contrario a entrambi gli atti, affermando che la mozione del Pd non è chiaro a cosa punti ed è poco coraggiosa, mentre l’atto di Crosetto non considera il ruolo dei centri sociali, rappresentativi degli spazi lasciati vuoti dalla politica e dalle Istituzioni.
Ha dichiarato il voto contrario a entrambe le mozioni anche Alice Ravinale (Sinistra Ecologista), richiamando la necessità di evitare vuoti sociali e ricordando i compiti dell’Amministrazione comunale nel fornire risposte senza escludere nessuno.
Silvio Viale (Lista Civica per Torino) ha invece espresso il voto favorevole a entrambe le proposte per un fatto di coerenza politica e di rispetto della legalità, considerato che da quasi trent’anni lo stabile di corso Regina è occupato illegalmente.
Fabrizio Ricca (Lega) ha polemizzato con chi chiede di sgomberare tutti gli immobili occupati mentre ha governato per decenni tollerandoli. Per Ricca, la vera priorità sarebbe comunque lo sgombero degli alloggi occupati, ma sui centri sociali occorre tirare dritto. Chi occupa e chi difende le occupazioni – ha concluso – non ha a cuore lo spazio pubblico e difende la prepotenza: sgomberare spetta alle autorità competenti, ma è necessario dare un segnale, affinché gli spazi pubblici tornino ai cittadini, con progetti validi.
Giuseppe Catizone (Lega) ha ricordato come le occupazioni costituiscano un reato ed è preoccupante che amministratori locali le difendano. Le occupazioni penalizzano coloro che rispettano le regole – ha aggiunto – esprimendo l’appoggio a entrambi i documenti e ricordando il problema degli alloggi popolari occupati irregolarmente: 15 solo in via Poma/via Scarsellini. Askatasuna – ha concluso – è occupato impunemente da 26 anni ed è all’origine di attività eversive.
Ivana Garione (Moderati) si è espressa a favore di entrambi i documenti, precisando che comunque i colpevoli sono tali solo dopo condanna definitiva. Ha quindi invitato il sindaco a chiedere al Comitato per l’ordine pubblico di procedere allo sgombero, in sicurezza e nei modi dovuti. L’edificio occupato di corso Regina – ha affermato – deve essere reimpiegato come casa del quartiere: le occupazioni illecite sono inaccettabili.
Caterina Greco (PD) ha visto con piacere che l’opposizione parlasse in termini costruttivi di trovare una soluzione condivisa, ma si è chiesta come mai in Commissione questa sintonia non ci sia mai stata. Per la consigliera, il tema non è semplice: ci sono aspetti di legalità da ripristinare, responsabilità degli enti proprietari, aspetti patrimoniali e aspetti sociali da cui emergono situazioni di degrado e fragilità ed è l’Amministrazione che deve farsi carico delle risposte alle fragilità sociali.
Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) ha ricordato come dal 10 marzo la minoranza stia aspettando di discutere questo documento che oggi viene affrontato in contemporanea con un atto del Pd presentato questa mattina. Per Firrao, Giunta e maggioranza hanno una strana idea di democrazia e il rispetto della legalità non vale per tutti: ci sono locali irregolari che non vengono controllati mai – ha dichiarato – e locali regolari che vengono sommersi dalla burocrazia e dai controlli.
Andrea Russi (M5S) si è detto allibito dal documento del Pd, che vuole togliersi da un imbarazzo politico nei confronti della Città. E si è dichiarato favorevole al ripristino della legalità, perché occupare un locale della comunità vuole dire fare un torto alla collettività. Ha detto però di non sostenere l’atto di Crosetto, perché c’è una criminalizzazione della battaglia no TAV che Russi sostiene da tempo e perché gli sgomberi non sono decisi da atti del Consiglio Comunale, ma da provvedimenti della Questura. Il Consiglio – ha concluso – può solo denunciare l’occupazione.
Per Sara Diena (Sinistra Ecologista) Askatasuna è uno spazio aperto a tutti, slegato da qualsiasi vincolo di consumo, frequentato da centinaia di persone e animato da giovani che si mettono a disposizione dove lo Stato non arriva.
Secondo Alberto Saluzzo (PD), la legalità richiede coerenza in ogni situazione ed è necessario sostenere le associazioni del terzo settore che presidiano davvero il territorio.
Elena Apollonio (Lista Civica per Torino) ha ringraziato la capogruppo Conticelli per la mozione, che a suo parere inquadra esattamente la questione, cercando di arrivare a soluzioni condivise con il territorio, che tengano insieme legalità e giustizia sociale.
Pierino Crema (PD) ha evidenziato la complessità del tema sgomberi: la responsabilità penale è individuale così come le occupazioni sono diverse tra loro. La mozione del Partito Democratico – ha spiegato – traccia una modalità operativa.
Nadia Conticelli (PD), nel ringraziare per la discussione in aula, ha quindi ribadito la necessità di costruire un progetto con i soggetti occupanti. Il nostro atto – ha concluso – affronta un tema complesso e si pone nell’ottica del rispetto della legalità.
Giuseppe Iannò (Torino Libero Pensiero) si è dichiarato favorevole alle due mozioni e ha evidenziato la necessità di uno sgombero rapido, visto il degrado dello stabile occupato da Askatasuna.
Giovanni Crosetto (Fratelli d’Italia) ha replicato che le tredici misure cautelari alle quali fa rifermento la sua mozione rappresentano un’aggravante e nulla hanno a che fare con il garantismo, essendo stati arrestati i due leader storici.
In chiusura, la vicesindaca Michela Favaro ha sottolineato come le occupazioni siano fenomeni complessi per i quali non vi sono risposte semplici. Le azioni non sono né facili né brevi – ha dichiarato – e la complessità è legata alla limitatezza dei mezzi e al contesto sociale difficile, che impone cautela.
Fino al 16 ottobre
Ad aprire il percorso é espositivo un imponente elefante bianco compostamente seduto davanti a un giovane monaco in preghiera con gli occhi fissi su un libro aperto, tenuto fra le mani. E’ l’“Omaggio a Colbert”, in polistirolo e resina, realizzato dallo scultore bresciano Stefano Bombardieri, al quale si deve l’onore e l’onere di fare da apripista – con un’opera simbolo di buon augurio e capacità di rimuovere eventuali ostacoli – alla rassegna di stupefacente godibilità sotto l’aspetto estetico, ma anche sotto quello di creativa e pervasiva (oltre ogni limite) narrazione, ospitata con il titolo di “Animali a corte” nei “Musei Reali” di Torino, con la curatela di Stefania Dassì e Carla Testore, fino al prossimo 16 ottobre. Venticinque le installazioni presentate a firma di sedici artisti italiani, in parte torinesi, sapientemente allocate fra il “Palazzo” e i “Giardini Reali”, la “Galleria Sabauda” e l’“Armeria”. Inserita all’interno del più ampio progetto “Vite sulla Terra”, iniziato a dicembre 2021 con l’esposizione “Animali dalla A alla Z. Una mostra dedicata ai bambini”, l’intento è quello di portare l’attenzione del pubblico di ogni età sulle molteplici forme di vita che abitano il Pianeta. E in particolare sugli animali. Il tutto a briglia sciolte. Con piena libertà di volo concessa ad abilità tecniche e a sfoghi d’immaginazione creativa da parte di artisti (di alto e altissimo livello) che, in tal senso, hanno sempre fatto ruotare i congegni e le più singolari “trovate” del loro lavoro. “La mostra intende premiare – spiega Enrica Pagella, direttrice dei “Musei Reali” – la creatività degli artisti che si sono formati e hanno iniziato la propria carriera in Italia, per arrivare fino alla fama internazionale, dando loro l’opportunità di mostrare il proprio lavoro in un contesto di prestigio e a una platea vasta e variegata, per avvicinare nuove fasce di pubblico all’ambito della creatività contemporanea, rimasta molto isolata negli ultimi due anni di pandemia”. Attenzione, dunque. Superato l’innocuo ostacolo del grande elefante bianco (già presentato da Bombardieri alla 52^ Biennale di Venezia) il percorso, una sorta di plastico bizzarro divertissement, vi proporrà, nella “Sala dei Corazzieri”, la scenetta degli “Struzzi” che ballano fra loro. A grandezza naturale e realizzati dal saluzzese Nicola Bolla, nientepopodimenoche con carte da gioco, cartapesta e metallo.
Bisogna avere mani d’oro e ingegno che vale oro. Proprio come gli artisti della “Cracking Art” con i loro coloratissimi dodici “Suricati” (manguste diffuse in Africa meridionale) che, in piedi sulle zampe posteriori, buffi, vispi e fuori misura sembrano fare da sentinelle e aspettare i visitatori. Tanto che vien quasi voglia di porgergli il biglietto d’ingresso. Armati di tanta curiosità e meraviglia ci s’imbatte poi nello “Stregosauro”, drago docile (pare) in questo caso, soggetto spesso frequentato da Ezio Gribaudo, scolpito in pietra leccese e collocato nello spazio antistante la “Manica Nuova” . E’ proprio come aggirarsi in un sontuoso collodiano “Paesi dei Balocchi”, con “Animali” che ti vien voglia di salirci sopra e giocarci insieme, al posto dei Balocchi. Più austero il doppio “Igloo” di Mario Merz, sormontato da un cervo (simbolo di caccia, grande passione dei Savoia), gemello di quello della copertura della Palazzina di Stupinigi e sopra al quale si legge una breve sequenza tratta dal “Fibonacci” a completare la cifra stilistica dell’autore. Sempre in tema di caccia, ci s’imbatte poi negli slanciati “Cani” (bracchi?) del comasco Velasco Vitali: seduti, uno al centro della corte, l’altro sul balcone del primo piano, quasi parodia di un piacevolissimo “Giulietta e Romeo”. Naso all’insù, ecco ancora il “Solcavallo” in ferro, sulla terrazza di Palazzo Reale, di Luigi Mainolfi e il “Nido” di Maura Banfo posto in alto sopra una scala a pioli.
Intendasi ciò che si vuole. Il gioco è totalmente libero. Siete stanchi? Niente di meglio della “Panchina Alveare” in bronzo della romana Jessica Carroll, collocata nel “Boschetto del Giardino del Duca”. Nessuna paura. Le api di Jessica non pungono. A completare il tour per questo strano “zoo silenzioso e statico”, il varano di Michele Guaschino, bestiaccia che simbolicamente dilania “La verità che esce dal suo pozzo” quadro del francese fervente anti-impressionista Jean-Léon Gérome (1896), e il “Passo delle balene”” di Paolo Albertelli e Marigrazia Abbaldo, insieme ai “Bachi di Setola”di Pino Pascali e alle “ombre” della volpe e della lepre di Fabrizio Cornelli, accompagnate alla “Kimera” del torinese Diego Dutto e al “Cavalluccio marino” di Nazareno Biondo. Vedere per credere!
Gianni Milani
“Animali a corte. Vite mai viste nei Giardini Reali”
Musei Reali, piazza Reale 1, Torino; tel. 011/19560449 o www.museireali.beniculturali.it
Fino al 16 ottobre
Orari: dal mart. alla dom. 9/19
Nelle foto:
– Stefano Bombardieri: “Omaggio a Colbert”, polistirolo e resina, 2022
– Cracking Art: “Cracking Clan”, polietilene, 2010
– Ezio Gribaudo: “Stregosauro”, pietra leccese, 1993
– Jessica Carroll: “Panchina alveare”, bronzo, 2017
La domanda è il titolo del famoso romanzo di Hans Fallada, pseudonimo di Rudolf Ditzen, che narra le vicissitudini di un onesto impiegato nel dramma degli anni Venti del Novecento, con l’esplosione della grave crisi economico-sociale mondiale.
Domanda che potrebbe essere pronunciata oggi da chi ha stipulato anni fa un mutuo a tasso variabile, nella fiduciosa speranza che il trend di tassi bassi potesse proseguire all’infinito, e si trova oggi, all’improvviso, in una fase di tassi crescenti.
Nel giro di pochi mesi il costo di un mutuo è passato dall’1% circa al 4% circa, facendo lievitare l’importo della rata periodica da pagare alla banca.
E, quindi, ancora una volta la domanda, sia per chi ha un mutuo in essere a tasso variabile, sia per chi deve stipulare un nuovo mutuo per l’acquisto della casa è: meglio un tasso fisso o un tasso variabile?
Come sempre in finanza, la risposta giusta è (anche se sembra una “non risposta”): DIPENDE.
Dipende dalla situazione del debitore, dalle prospettive del mercato finanziario, dalla durata del prestito.
Per fare una scelta razionale, è bene conoscere gli aspetti tecnici delle diverse soluzioni e analizzarne i pro ed i contro.
1 – Mutuo a tasso fisso. È un finanziamento in cui il costo è determinato fin dal momento della stipula, rimanendo invariato fino alla scadenza. Chi sceglie questa formula sa che, indipendentemente dalle fluttuazioni dei tassi del mercato, pagherà sempre lo stesso importo periodico. È evidente che i vantaggi del mutuo a tasso fisso risiedono nella tranquillità di avere una rata stabile che non varia nel tempo (le rate saranno identiche dal primo fino all’ultimo pagamento) e nella possibilità di pianificare con precisione le uscite del budget familiare. Per contro gli aspetti negativi sono rappresentati dall’impossibilità di godere delle situazioni vantaggiose che le fluttuazioni del mercato potrebbero offrire nei periodi di calo del costo del denaro.
2 – Mutuo a tasso variabile. È un finanziamento in cui il costo è fissato volta per volta in funzione del costo del denaro, essendo indicizzato a un parametro di riferimento (ad esempio l’Euribor, il tasso interbancario). Chi sceglie questa formula paga una rata un po’ inferiore a quella del mutuo a tasso fisso, ma è soggetto all’alea della variabilità del costo (in senso positivo e negativo): se il parametro di riferimento sale, la rata sale, se scende la rata scende. Il vantaggio di questa formula risiede nella possibilità di avere un costo iniziale inferiore e di poter beneficiare di futuri decrementi; ma ovviamente il rischio è quello di subire un incremento del costo nel caso di aumento dei tassi.
Per fronteggiare queste incertezze il mercato ha, da alcuni anni, messo a disposizione forme ibride che nell’attuale situazione potrebbero risultare interessanti: il mutuo a tasso misto ed il mutuo a tasso variabile con cap.
3 – Mutuo a tasso misto. È un finanziamento che inizialmente parte con una formula predeterminata (ad esempio con interesse fisso), ma che a scadenze prefissate consente di passare ad altra formula (ad esempio con interesse variabile). Il cambio di tasso può essere effettuato più volte secondo quanto stabilito al momento della stipula del mutuo. Bisogna, però, ricordare che passare, per esempio, dal tasso variabile al fisso in periodo di rialzo non costituisce automaticamente una garanzia di risparmio, poiché il tasso fisso applicato è quello aggiornato (quindi anch’esso più elevato) e non quello calcolato all’inizio del contratto di mutuo. Il vantaggio di questa formula è la sua elasticità che consente di fronteggiare (entro certi limiti) i rischi legati alla scelta definitiva del tasso. Ma il costo iniziale è un po’ superiore a quello di un mutuo a tasso fisso tradizionale.
4 – Mutuo a tasso variabile con CAP. È un finanziamento il cui tasso d’interesse varia in base all’andamento del parametro di riferimento (l’Euribor), ma non può superare una soglia prefissata (il CAP), che determina l’importo massimo delle rate. È quindi un compromesso tra la formula a tasso fisso e la formula a tasso variabile, che permette al mutuatario di tutelarsi da eccessive oscillazioni al rialzo dei tassi grazie alla presenza di un tetto massimo determinato a priori. Per la sua natura “assicurativa” questo mutuo è in partenza più costoso di quello a tasso fisso; e potrebbe presentare l’inconveniente di avere, oltre al CAP, anche un floor (cioè un tasso minimo al di sotto del quale non scende il costo). Il vantaggio di questa formula è che consente di sfruttare i benefici della variabilità a ribasso dei tassi, senza pagare lo scotto (se non fino al tetto del CAP) di una variabilità al rialzo.
Conclusioni e suggerimenti
Ricordato che in finanza la scelta migliore in assoluto non esiste, ma può esistere una scelta “ottimale” in funzione delle prospettive del mercato e delle predisposizioni del beneficiario, possiamo suggerire, in linea generale, di orientarsi oggi verso la formula del mutuo a tasso variabile con CAP.
Il balzo dei tassi di questi mesi è stato fortissimo ma, con molta probabilità, il rialzo è destinato ad esaurirsi e potrebbe anche invertirsi una volta stabilizzatesi le situazioni che hanno creato l’incertezza e le tensioni sul mercato dei capitali.
Partire con condizioni favorevoli offerte dal tasso variabile, proteggendosi dall’eventualità che, almeno nel medio periodo, il trend di crescita continui, è il modo migliore per coniugare la flessibilità del tasso variabile con la stabilità del tasso fisso legato al CAP.
Gianluigi De Marchi
Un ricordo di Giusi La Ganga, a due anni dalla morte, si svolgerà martedi 25 ottobre 2022, ore 18, presso l’Educatorio della Provvidenza, Corso Trento, 13, Torino (zona Crocetta).
“Come vedrete dalla locandina, – commenta Salvatore Vullo, scrittore e appassionato di politica – non ci sono relatori ufficiali, e lo potranno ricordare, con testimonianze, aneddoti, comunicazioni, riflessioni, amici, compagni, conoscenti che vorranno intervenire in presenza, o con messaggi scritti (con ovvi limiti di tempo contingentati). In sala saranno anche disponibili i suoi due ultimi libri: “I socialisti e l’Italia- Una grande storia- Conversazione con Giuseppe La Ganga”, e “Giuseppe La Ganga – La nobiltà della politica- Scritti e discorsi 2000-2019”. Entrambi curati dal sottoscritto e pubblicati recentemente dall’editore Rubbettino”.
Si tratta di due libri pensati e realizzati nell’epilogo della sua vita, che ne racchiudono la storia, e che rappresentano il testamento politico e spirituale di Giusi La Ganga. Due libri che nell’attuale contesto di crisi della politica e della Sinistra, possono essere di grande utilità per riflettere e ideare.
Aveva causato due giorni fa a Novara un incidente nel quale sono morte due donne. Una Panda era stata tamponata da una Kia. Due donne, una di 49 e l’altra di 63 anni sono decedute. Alla guida della Kia, un nigeriano residente a Trecate, che dopo lo scontro ha tolto le targhe dell’auto ed è fuggito. Ma i carabinieri poco dopo lo hanno identificato e arrestato per omicidio stradale e omissione di soccorso. Non aveva patente e assicurazione.
Martedì 11 ottobre al Duomo delle OGR Torino, dalle 9.00 alle 18.30, i massimi attori del settore racconteranno tutto ciò che c’è da sapere e le opportunità dell’universo virtuale
Taglio del nastro del primo Festival del Metaverso in Italia che si terrà martedì 11 ottobre, dalle ore 9.00 alle ore 18.30, presso il Duomo delle OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino (Corso Castelfidardo – 22), e che vanta prestigiosi partner e patrocini istituzionali tra cui: Parlamento Europeo, Commissione Europea, Anno europeo dei Giovani, Regione Piemonte, Comune di Torino, Istituto Italiano di Tecnologia – IIT
Organizzato da ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, in collaborazione con OGR Torino, l’evento nasce dalla volontà di coinvolgere le grandi del mondo tech, startup e giovani opinion leader per illustrare i nuovi trend sul mondo della comunicazione e del business digitale.
Realtà Aumentata e Virtuale, Blockchain e iWeb3, crypto art, sono solo alcune delle componenti del Metaverso, l’espansione virtuale del mondo reale, dove 350 milioni di persone vivono già generando un mercato (beni virtuali) di circa 54 miliardi di dollari l’anno. È indubbio, infatti, che il metaverso stia portando vantaggi ad aziende e consumatori in cui, grazie all’unione tra realtà fisica e virtuale, è in grado di fornire esperienze immersive migliorate.
Non a caso, il Festival si pone come attrattore di brand e investitori desiderosi di comprendere il potenziale di questo nuovo settore ponendo l’accento sui giovani talenti nostrani che rappresentano il futuro del Paese.
«Come ANGI siamo da sempre aperti a perseguire i nuovi paradigmi tecnologici e per questo vogliamo vivere da protagonisti nel nuovo mondo immersivo. Creare, infatti, una realtà in cui uomini e macchine possano collaborare rappresenta la nostra missione il cui principio cardine resta sempre quello dell’humanitas. La realizzazione del Festival del Metaverso, infatti, è nata dalla volontà di dare priorità a coloro che si sono distinti in questo campo attraverso la progettazione di un futuro con nuove strategie digitali da adottare in settori vitali. Abbiamo scelto la città di Torino, e nello specifico la Regione Piemonte, perché, oltre alla sua sensibilità all’innovazione, è stata anche la prima in Italia ad aver presentato il suo metaverso». Ha spiegato Gabriele Ferrieri, Presidente ANGI.
«Un grande evento per una realtà nuova che negli ultimi mesi ha avuto una grande accelerazione. Stiamo vivendo un momento di grande trasformazione digitale e stiamo costruendo il futuro. L’appuntamento di Torino, primo in Italia, per noi è motivo di grande soddisfazione ma anche uno stimolo a proseguire sulla strada che, come Regione Piemonte, abbiamo già intrapreso». Ha esordito l’assessore regionale all’Innovazione, Matteo Marnati
«Il CSI è partner di questa importante iniziativa perché riteniamo che il metaverso possa diventare un nuovo e ulteriore canale a disposizione delle persone per usufruire dei servizi pubblici digitali. Molti grandi player a livello mondiale stanno già investendo in questa tecnologia e il CSI vuole essere presente in questa nuova partita fin dall’inizio».Ha sottolineato Pietro Pacini Direttore Generale CSI Piemonte.
Un connubio perfetto, quindi, tra tradizione e innovazione, tra vecchio e nuovo, che rappresenta la vera trasformazione mentale e digitale in grado di supportare la nascita di un nuovo modo di comunicare attraverso le collaborazioni tra nomadi digitali, computer graphics, informatici, social media manager, ingegneri e tante altre professionalità. Un’alleanza che promette molti vantaggi economici e ambientali.
L’evento verrà suddiviso in due momenti, sezione mattutina e sezione pomeridiana, e l’intera giornata verrà scandita da molteplici argomenti: arte, blockchain, smart city e smart mobility. IA, robotica, startup, musica, lavoro e formazione, fashion industry, sport.
Main Partner del Festival del Metaverso: Ferrovie dello Stato Italiane, Intesa Sanpaolo Assicura, MINI.
Official partner: Consorzio per il Sistema Informativo – CSI Piemonte, Coderblock, Lab 21.01, Spencer & Lewis, Tier, Würth Italia, studio legale Zaccara & Associates.
Ad aprire i lavori del primo Festival sul Metaverso italiano, oltre al saluto da parte del comune di Torino, saranno le prestigiose istituzioni della città: Matteo Marnati, Assessore regionale Ambiente, Energia, Innovazione, Ricerca Regione Piemonte; Letizia Maria Ferraris, Presidente CSI Piemonte; Massimo Lapucci, CEO di OGR Torino e Segretario Generale della Fondazione CRT.
A seguire, verrà presentata in esclusiva dal Prof. Roberto Baldassari, Direttore Generale Lab21.01 e Direttore del Comitato Scientifico ANGI, l’indagine demoscopica “Giovani e innovazione nello scenario del metaverso”.
Infine, prenderanno parte a importanti round table: Carlo Corazza, Direttore degli Uffici del Parlamento Europeo in Italia; Antonio Parenti, Capo della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia; Francesco Tufarelli, Direttore Generale della Presidenza del Consiglio; l’Ambasciatore Lorenzo Angeloni, Direttore Generale, direzione generale per la Promozione del Sistema Paese – Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale; Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte; Guido Scorza, avvocato e componente del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali; Chiara Caucino, Assessore regionale alla Famiglia; Pietro Pacini, Direttore Generale CSI Piemonte; Andrea Lazzara dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte; Marco Calonego, Consulente Würthper il Metaverso; Geo Ceccarelli, Founder Experiency & CGO Spencer&Lewis; Sonia D’Arcangelo, Head of Neuroscience Lab di Intesa Sanpaolo Innovation Center; Ennio Bilancini, Direttore del GAME Science ResearchCenter e coordinatore della GAME Science Winter School; Matteo Bisanti, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze per l’Economia e l’Impresa dell’Università degli Studi di Firenze e membro del GAME Science Research Center; Fabio Viola, fondatore TuoMuseo e curatore per la Reggia di Venaria con PLAY.
E ancora: Francesca Mambretti, Head of Sales Mid-Market per l’Italia di META; Sarah Schappert, Director Europe URBAN-X – MINI; Marco Calonego, Consulente Würth per il Metaverso; Marco Sirgusa, Senior Public Policy Manager Italy di Tier Mobility; Fabio Simonelli, Partnership Director Italy Rakuten; William Nonnis, Full Stack and Blockchain Developer per ENEA, Edoardo Di Pietro, primo laureato nel metaverso in Comunicazione, Ict e Media; Marcel Vulpis, Vicepresidente Lega Pro; Roberto Ciccioli, Advisor Global Sports Initiatives per l’Italia.
La sezione pomeridiana, invece, vedrà la presenza dei massimi esponenti italiani del campo del Metaverso, tra cui: Daniele Pucci, ricercatore IIT e Responsabile della linea di ricerca “Artificial Mechanical Intelligence”; Salvatore Maria Aglioti, Responsabile Neuroscience and society IIT; Massimo Canducci, Chief Innovation Officer – Engineering Group; Cris Nulli, Digital Advisor; Lino Prencipe, Director Digital & Business Development Sony Music; la rapper BigMama; Leonardo Vigolo, CIO & Creative TechnologistDe Marinis Group; Riccardo Carnevale, Partner & HoEStarting Finance; Gian Luca Comandini, Direttore The Blockchain Management School; Roberto Esposito, CEO Alterside; Anna Fongaro, Founder Colada & Web3.0 Expert; Danilo Costa, CEO & Founder Coderblock; Nino Carmine Cafasso, Consulente del lavoro; Gianluigi Ballarani, Co-Founder HUDI; Fabiano Taliani, CEO Cointelegraph Italia; Jacopo Zaccara, Consigliere di amministrazione Guido Srl; Andreina Serena Romano, CEO Twilo e Founder PowWoW Fashion Tech Week; Sara Noggler, CEO Polyhedra e Comitato blockchain Assolombarda; Valentina Marzioni, Imprenditrice & Content Creator.
Moderazione affidate al giornalista, conduttore radiofonico e sceneggiatore italiano, Massimo Cerofolini, che verrà accompagnato dalla co-conduttrice Ylenia Totino.
Coordineranno le sessioni dei panel pomeridiani i vari delegati dell’ANGI, tra cui: Ilaria Cuomo, Direttore del coordinamento generale dell’evento; Adelina Chiara Balsamo, Direttore Ufficio Presidenza ANGI e Direttore Responsabile “The Italian Globe”; Francesca Rese, Membro del Consiglio Presidenza ANGI; Asia Galisi, Head of digital management; Francesco Paolo Russo, Direttore Generale ANGI; Fabio Biccari, Responsabile ANGI Lombardia; e Pietro Trebisonda, Responsabile ANGI Torino.
La partecipazione all’evento è gratuita ma è gradita la registrazione al seguente link: https://www.festivalmetaverso.it/iscriviti/
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A Palazzo Salmatoris a Cherasco sono in mostra quaranta opere di Joan Mirò che dialogano con opere di artisti a lui contemporanei
Joan Mirò approda a Cherasco a Palazzo Salmatoris a partire dal 15 ottobre fino al 22 gennaio prossimo, nella personale dal titolo “Joan Mirò. Genius loci. L’alfabeto del segno e della materia”.
“Joan Mirò, genio e maestrie catalane. La sua terra, matrice, punto di partenza e di ritorno continuo, baricentro spirituale della sua originalissima ricerca – spiega Cinzia Tesio, nella presentazione della mostra di cui è curatrice insieme a Riccardo Gattolin.
Palazzo Salmatoris, grazie all’impegno delle amministrazioni comunali, ha, da sempre, rivolto un’attenzione particolare all’arte moderna e contemporanea, promuovendo esposizioni delle opere di Massimo Campigli, Ligabue, Lucio Fontana e Picasso.
Le opere ora in mostra del maestro catalano, circa una quarantina, dialogano con i suoi contemporanei Dalí De Chirico, Capogrossi, Mathieu, Matta, Hans Hartung, Burri, Fontana, Vedova e Scarpitta. Questo accostamento consente di tratteggiare un panorama della ricerca artistica molto variegato. Ciascun artista, infatti, presenta una propria cifra stilistica e un segno unico.
L’esposizione unisce sale dedicate alla presentazione cronologica dei vari movimenti, dal surrealismo e espressionismo, fino all’arte trasgressiva, e sale monotematiche.
Sono anche esposte opere di grafica, una forma di espressione che Mirò riteneva molto originale, come dimostra il ciclo “Ubu roi”.
“La mostra su Mirò propone, nella sua costruzione – precisa Cinzia Tesio – una chiave di lettura particolare e interessante, proprio come avvenuto nelle esposizioni precedenti dedicate a Fontana e Picasso. Desideriamo incuriosire lo spettatore con un alto grado di confronto dialettico tra le opere del maestro catalano e quelle di artisti con i quali ha collaborato e si è confrontato nella sua lunga vita artistica”.
Questa esposizione parla di sogno, libertà e presenta un respiro profondamente internazionale. Costituisce la conferma della volontà da parte del Comune di Cherasco di proseguire un percorso, intrapreso da anni, di ricerca e proposta di mostre di alto livello.
Il celebre poeta e scrittore francese Raymond Queneau, nel saggio scritto nel 1949 dal titolo “Joan Mirò ou le poete prehistorique”,coniò un nuovo termine, “miroglifico”, per riferirsi alle opere dell’artista catalano, nato a Barcellona a fine Ottocento e spentosi a Palma di Maiorca nel 1983.
Nella produzione di Mirò, secondo Queneau, ricorrevano segni e elementi costanti, tanto da affermare che Mirò “fosse una lingua che bisogna imparare a leggere e di cui è possibile fabbricare un dizionario”. I miroglifici, quali caratteri di una scrittura ideografica, avevano la possibilità di essere associati a idee o oggetti, traducibili attraverso un alfabeto o un dizionario di riferimento.
Queneau, in realtà, ignorava l’esistenza di un ampio repertorio di disegni che l’artista consegnò alla Fundació di Barcellona, da lui stesso creata. Si tratta di cinquemila schizzi, prove frammentarie, bozzetti di approfondimento, studi e bozzetti preparatori di opere in cui ha espresso una scrittura enunciativa.
Avvicinatosi al movimento surrealista a partire dal 1924, anno del Primo manifesto del Surrealismo, Mirò risentì anche dell’automatismo, rendendo la sua arte libera e spontanea. La libertà psichica creativa, che faceva dire a André Breton che la personalità dell’artista si fosse fermata allo stadio infantile, rappresenta il carattere primario del surrealismo. Le sue forme rimandano alla bizzarria e all’innocenza, a mondi e personaggi che appartengono a un universo costante, immerso nella grazia e nell’armonia.
Il mondo di Mirò può essere considerato ai limiti della magia. L’osservatore, davanti ai suoi quadri, si catapulta in scene fantasiose, venendo a passeggiare all’interno delle scene raffigurate. Il mondo raffigurato da Mirò è colorato e i vari toni brillanti, dai gialli ai blu, dai verdi ai rossi, con la presenza anche di bianco e nero, sono in grado di creare composizioni armoniose e geometriche. Nei suoi quadri si riconoscono rombi, quadrati, cerchi, capaci di trasformarsi in parti del corpo umano, in animali, elementi naturali oppure oggetti. La sua capacità creativa si esprime attraverso un alfabeto giocoso e in una “pittura-scrittura” mai negativa.
La rassegna ha ricevuto il prestigioso Patrocinio del Ministero della Cultura e del Ministero della Cultura Spagnola presso l’Ambasciata di Spagna.
La mostra, che inaugura il prossimo 15 ottobre a Cherasco, è ospitata nella splendida cornice di Palazzo Salmatoris e sarà visitabile fino al 22 gennaio prossimo.
MARA MARTELLOTTA
Orari
Da mercoledì a sabato ore 9.30- 12.30; 14.30-18.30
Festivi ore 9.30/19
Ufficio Turistico-Cherasco Eventi
Tel 0172.427050
Mail info@chaerascosalmatoris.it