ilTorinese

Emergenza lavoro, i giovani cercano un futuro a Its Eurovillage

IL 29 E 30 SETTEMBRE

Il 29 e 30 settembre negli spazi dell’Environment Park di Torino (via Costaguta 21/via Livorno 60) sarà allestito un vero e proprio villaggio informativo dedicato alle opportunità offerte dal Sistema regionale di Alta formazione ITS. Una realtà leader a livello nazionale, che rappresenta il segmento di formazione non universitaria con maggiore capacità di assorbimento da parte del mercato del lavoro.

Le Fondazioni ITS sono scuole biennali ad alta specializzazione tecnologica che rilasciano un diploma superiore riconosciuto a livello nazionale ed europeo. Operative in Italia da circa un decennio, sono cresciute negli anni per numero di allievi e per qualità dei percorsi formativi. Più dell’80% dei giovani che hanno conseguito il diploma ITS entro un anno è impiegato in un settore coerente ai propri studi.

In Piemonte tutti i percorsi sono completamente gratuiti, in quanto finanziati dal Fondo sociale europeo e dal Ministero dell’Istruzione. I percorsi ITS garantiscono una formazione teorico-pratica di altissimo livello, che risponde alle esigenze e ai fabbisogni dell’industria nei settori più avanzati dello sviluppo e dell’economia: ICT, biotecnologie, mobilità sostenibile, meccatronica e aerospazio, turismo e beni culturali, agroalimentare, tessile-abbigliamento-moda.

Un sistema che per l’assessore regionale alla Formazione professionale rappresenta un binomio vincente che unisce la necessità dell’impresa con la formazione dei ragazzi favorendo l’occupazione.

Negli spazi dell’Environment Park saranno allestiti alcuni stand dove dalle ore 14 alle ore 20 le ragazze, i ragazzi e le loro famiglie potranno trovare informazioni sull’attività delle sette Fondazioni ITS del Piemonte e dell’Environment Park e su servizi regionali come Obiettivo Orientamento Piemonte, IVG certificazione delle competenze, creazione d’impresa e molto altro.

All’interno delle strutture al coperto sarà possibile incontrare gli orientatori e i testimonial delle Fondazioni ITS, per un maggiore approfondimento sull’offerta di alta formazione.

In entrambi i giorni, dalle 18 alle 20 dj set e aperitivo per tutti.

Il programma è arricchito da due importanti seminari:

– giovedì 29 dalle 14,30 “L’orizzonte transfrontaliero dell’alta formazione specialistica. L’esperienza del progetto Alcotra INTERBITS”, un progetto di scambio transfrontaliero sul tema dello sviluppo economico sostenibile ed inclusivo, attento alle tematiche ambientali;

– venerdì 30 dalle 14.30 “Trasformazione digitale attraverso le progettualità 4.0” avvierà una riflessione sulla sinergia possibile tra il sistema produttivo piemontese e il sistema ITS, seguita dalla presentazione di progetti innovativi 4.0 promossi dalle Fondazioni.

Per maggiori informazioni www.its-piemonte.it

Addio allo storico tifoso di calcio

Numerosi i tifosi  dell’Alessandria Calcio che hanno scritto sui social messaggi di cordoglio per Mario Di Cianni, Fondatore degli Ultras 74 e Slo della società grigia, scomparso domenica. È  stato ricordato lunedì sera al Santo Rosario nella chiesa di San Rocco, alle 19. Oggi, martedì, alle 15, sempre nella chiesa di San Rocco, si terrà il funerale.

Missioni Don Bosco in Kenya in apertura del mese missionario

Con la delegazione anche la testimonial della Onlus, Fiona May

Visite alle opere salesiane a Nairobi e dintorni: Bosco Boys e Bosco Town,
il dispensario di Makuyu e la presenza nello slum Dagoretti

Viaggio di Missioni Don Bosco per incontrare gli ospiti dei centri di accoglienza e di istruzione dei salesiani in Kenya. Con la delegazione della Onlus torinese ci sarà Fiona May, campionessa mondiale del salto in lungo. Visita di pochi giorni, intensissimi, per vedere da vicino le opere sostenute da migliaia di benefattori.

Partiranno il 28 settembre diretti alla capitale Nairobi, dove li attende il missionario don Felice Molino, responsabile dei progetti. Fiona May ha annunciato da tempo questo viaggio, rimandato più volte per le difficoltà determinate dalla pandemia. Nella sua veste di testimonial delle campagne di Missioni Don Bosco, in particolare di quelle legate al sostegno delle mamme africane, desidera percorrere le tappe degli interventi che i salesiani rivolgono ai ragazzi in situazione di strada. Incontreranno due missionari italiani di lunga data, padre Vincenzo Donati e Andrea Comino, protagonisti di una dedizione totale a questa parte d’Africa (dal Sudan e Sud Sudan al Kenya). La responsabile della comunicazione di Missioni Don Bosco, Rossana Campa, prima di partire ha potuto incontrare due coadiutori salesiani operanti da alcuni decenni nel Paese, Giacomo “Jim” Comino e Giorgio Conte, di passaggio a Valdocco anche per presentare nuovi progetti.

La delegazione di Missioni Don Bosco arriverà in un Paese che da poco ha eletto il suo nuovo presidente, William Samoei Arap Ruto, insediatosi il 13 settembre 2022 con una manifestazione che ha riempito lo stadio della capitale. A Nairobi le strutture maggiori dei salesiani sono il Bosco Boys e il Bosco Town, destinati ai ragazzi in stato di abbandono che vengono avvicinati per strada dagli operatori e accompagnati nel centro di prima accoglienza. A Makuyu invece l’opera dei missionari è concentrata in un dispensario medico a disposizione della gente che non può accedere alle strutture pubbliche. L’impatto più forte sarà con lo slum di Dagoretti, dove don Molino va spesso a sostenere l’impegno delle suore Figlie di Maria Ausiliatrice che vivono in mezzo ai più poveri. La celebrazione domenicale del 2 ottobre nel Santuario di Maria Ausiliatrice a Upper Hill costituirà il momento nel quale andranno a convergere tutte le visioni e le speranze da affidare al Padre. Il viaggio assume così anche la valenza di apertura del mese missionario celebrato dall’intera Chiesa cattolica, e sarà un messaggio particolarmente forte di sostegno ai tantissimi salesiani con i quali Missioni Don Bosco continua a sostenere il “Progetto Africa” avviato negli Anni Settanta.

Magi+Europa: a noi voto liberale

GRAZIE A CITTADINI TORINESI

“Nonostante il risultato a livello nazionale non possa soddisfarci, sono stato eletto nel collegio Piemonte 1 a Torino. Per questo, voglio ringraziare tutti i cittadini torinesi per aver posto la loro fiducia nelle nostre proposte, dandomi la possibilità di continuare in Parlamento le battaglie per cui lottiamo da sempre”. Lo scrive il deputato Riccardo Magi, Presidente di +Europa.  “Il fatto che +Europa abbia tenuto, sfiorando il 3% a livello nazionale – e superando il 4% in Piemonte e quasi il 6% a Torino -, significa che è passata l’idea che la vera opzione di voto liberale che non favorisse la destra era quella di +Europa nel centrosinistra. Siamo di fronte a una destra che di centro non ha più nulla. Noi saremo pronti a fare un’opposizione dura, presidiando i valori e le battaglie che da sempre ci contraddistinguono e a vigilare perché le grandi opportunità di sviluppo economico e civile rappresentate dal Pnrr non vengano disperse da una maggioranza euroscettica, anzi con tratti decisamente antieuropei. Voglio ringraziare per l’impegno e l’entusiasmo messo in questa campagna elettorale tutti i compagni dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, di +Europa Torino e +Europa Piemonte”.

Rabarama plasma la materia. Alla galleria d’arte Malinpensa by Telaccia

Una mostra di grande rilevanza con protagonista l’artista romana RABARAMA inaugura alla galleria d’arte Malinpensa by Telaccia il 4 ottobre prossimo

 

Si inaugura martedì 4 ottobre prossimo, presso la Galleria d’Arte Malinpensa by Telaccia, una personale dedicata all’artista romana RABARAMA, nome d’arte di Paola Epifani, che vive e lavora a Padova.
Figlia d’arte, fin da piccola ha mostrato un talento naturale per la scultura, avviando la sua formazione presso la Scuola d’Arte di Treviso e in seguito presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. In realtà il gene artistico è presente nel suo DNA, in quanto anche il padre era pittore e scultore e la madre ceramista. Sin dall’infanzia la scultrice ha frequentato gli ambienti artistici, venendo a contatto con tecniche e idee variegate.
La scelta del suo pseudonimo risulta affascinante per il suo suono melodico che produce. La decisione di adottarlo risponde, comunque, a esigenze ancora più personali e intime. Coincide con il messaggio che ella vuole trasmettere attraverso le sue opere, vale a dire con la sua volontà di lasciare un segno.
La prima parte del nome “Raba”, nell’antica lingua indoeuropea del sanscrito, significa “segno”. La seconda parte “Rama” rappresenta nell’Induismo l’incarnazione divina. Si tratta, quindi, del passaggio dal mondo occidentale, frenetico e spesso distratto, all’universo orientale, più lento e contemplativo.
A soli diciassette anni il suo primo viaggio in Messico, in qualità di rappresentante italiana per il concorso di Toluca, per il quale ha realizzato una scultura in legno alta due metri, poi acquisita dalla collezione permanente del Museo di Arte Moderna.
Il suo talento per la scultura è apparso evidente già dai tempi in cui, ad appena dieci anni, partecipò alla mostra internazionale per il trentesimo anniversario della Nato. Il suo percorso artistico risulta costellato di numerosi successi. Le sue opere sono, per lo più, gigantesche sculture in metallo, in bronzo, alluminio, gomma e marmo, raffiguranti figure umane. Queste assumono una posa raccolta e introspettiva, che si accompagna alla varietà dei diversi pattern e disegni utilizzati per la decorazione. I colori usati esprimono una dirompente vitalità e creatività. Spesso l’artista accompagna le presentazioni delle sue opere con performance multimediali, musica d’avanguardia e set di bodypainting.
Le creazioni di Rabarama sono rappresentate da sculture e dipinti raffiguranti uomini, donne e creature ibride, spesso connotate da caratteristiche eccentriche. La pelle dei soggetti creati dall’artista viene frequentemente decorata con simboli, lettere, geroglifici e altre figure, in una pluralità di forme diverse.
La membrana di “mantello”, che sembra avvolgere queste figure, muta in maniera costante, arricchendosi di simboli, metafore e segni.
Grazie al suo talento Rabarama ha sperimentato e realizzato, nel corso del tempo, le sue creazioni in diversi materiali. Le prime sono state elaborate in terracotta, per passare poi ai bronzi dipinti, i suoi più classici e conosciuti.
Sicuramente di fascino sono le opere, gli splendidi pezzi in marmo, vetro e pietre rare, le inclusioni in resina, i monotoni in resina siliconica, i preziosi gioielli d’artista e gli splendidi dipinti e serigrafie.
L’arte di Rabarama è ricca di un’energia instancabile e di un lessico formale personale, capace di trasmettere all’osservatore una tematica di forte valenza simbolica, psicologica e sociale.
Il suo linguaggio risulta di straordinaria vitalità e si evolve, divenendo in grado di sprigionare un incredibile significato relativo alla vita umana.
L’essere da lei rappresentato acquista una profonda intensità dello sguardo e una luce spirituale notevole, in grado di esprimere stati d’animo e sensazioni variegate.
Rabarama conduce una ricerca assoluta in cui dominano il processo emotivo e quello concettuale, in un iter creativo che pare capace di trasformare la materia in pure emozioni.
Le sculture realizzate in bronzo nascono da un’interpretazione a sua volta originata da un indiscutibile impegno progettuale, di evidente valore artistico e culturale, carica di un significato esistenziale ricco di studi e contenuti. La materia viene plasmata dall’artista, che non dimentica mai i reali valori della vita umana.
Le opere di Rabarama sono esposte in particolar modo all’estero, soprattutto negli Stati Uniti, in Cina e a Parigi. Soltanto tre sculture si trovano in Italia e sono “Trans-lettera”, “Labirintite” e “Co-stell-azione”, sul lungomare Falcomatà di Reggio Calabria, realizzate nel 2007, in occasione di una personale dal titolo “Rabarama. Identità”.
La personalità di questa artista appare particolarmente controversa, ma molto amata dal pubblico. Anche se Rabarama è maggiormente conosciuta come scultrice, in realtà è anche una fine pittrice e le sue tele riproducono spesso i soggetti che realizzerà in seguito sotto forma tridimensionale.
Per la copertura del derma delle sue sculture prende ispirazione dai nidi d’ape, una forma a lei congeniale nel rappresentare l’eredità biologica e genetica insita nell’uomo, quale destino ineluttabile.
Per le decorazioni della pelle l’artista si sposta dalla visione a nido d’ape verso forme che, via via, acquistano valenze più profonde, quali geroglifici, lettere antiche e moderne.
L’indirizzo della sua ricerca è stato influenzato da numerosi viaggi compiuti all’estero, in Oriente, in particolare in Cina dove, a Shanghai, ma non solo, l’artista è diventata quasi di casa, tanto che una sua scultura è stata acquistata come arredo urbano dal governo cinese. Oggi si trova proprio a Shanghai, davanti al palazzo del governo. Rabarama risulta profondamente affascinata anche dal Giappone, come dall’India, dalle loro rispettive consuetudini e costumi, che le hanno permesso di ampliare la propria conoscenza e approfondire la sua ricerca artistica. Il tema del viaggio risulta, quindi, ispiratore nell’arte di Rabarama, un viaggio inteso come artistico, ma anche “della vita”.
Le tematiche toccate dall’artista sono la natura, con opere ispirate al mare e alla terra, legate a profondi valori umanistici.
Le sue sculture si ispirano al tema della memoria, ripercorrendo il passato per trarre da esso degli insegnamenti, alla tematica della fiducia, indispensabile in questo momento, e alla consapevolezza.
Numerosi i progetti e le collaborazioni realizzate da questa artista molto camaleontica. Si annoverano anche delle collaborazioni con altri artisti e performer, tra cui, nel 2013, il Cirque di Soleil, a Las Vegas.
L’arte, per Rabarama, è diventata espressione e sfogo per le emozioni provocate dallo stato di profondo disagio che ella vive in modo quotidiano nei confronti del mondo che la circonda. L’arte diventa, così, uno strumento che le consente di raggiungere un equilibrio interiore e la serenità desiderata.
Rabarama plasma la materia e, al tempo stesso, colma gli spazi umani interiori con una ricchezza d’animo autentica.

Mara Martellotta

Ambiente e sostenibilità per il futuro del territorio

La rigenerazione sostenibile, come e perché

Convegno a Terra Madre Salone del Gusto, allo stand della Regione Piemonte. L’assessore all’Ambiente Marnati: «La strategia regionale per lo sviluppo sostenibile traccia la strada che ci porterà ad un Piemonte virtuoso e attento alle tematiche ambientali ed energetiche»

“La rigenerazione sostenibile, come e perché”: questo il titolo del convegno conclusivo di Terra Madre Salone del Gusto, iniziativa, a cura di Regione Piemonte, Università di Scienze Gastronomiche e Ministero della Transizione Ecologica in collaborazione con Università di Torino e del Piemonte Orientale e Politecnico di Torino nell’ambito del Progetto Pass (Piemonte e Accademia per lo Sviluppo Sostenibile), per ragionare sulla necessità di uno sviluppo sostenibile e per condividere strategie, piani e programmi che Regione Piemonte sta mettendo in atto.

«Sul tema della sostenibilità – ha affermato l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati – i fari sono puntati da tempo; noi come Regione abbiamo presentato la nostra strategia di sviluppo sostenibile che traccia la strada che il Piemonte vuole intraprendere. E non si tratta di un “documento” calato dall’alto ma elaborato sull’ascolto di tutti, specialmente i più giovani. Una strada, quella tracciata dalla Strategia, già tuttavia imboccata con il nuovo piano di tutela delle acque, il piano energetico ambientale e quello dei rifiuti. L’ambiente e la sostenibilità sono ormai temi al centro dell’attenzione di tutti, balzati ancor di più all’attenzione collettiva con la recrudescenza degli effetti dei cambiamenti climatici che quest’anno hanno inciso pesantemente sull’agricoltura e quindi sull’economia della nostra regione. Una crisi climatica ma anche una crisi energetica e noi vogliamo portare ad una maggiore autonomia».

«In Piemonte abbiamo molte eccellenze – ha proseguito – Dobbiamo averne cura, migliorarle e puntare su di esse e, in parallelo, dobbiamo puntare sull’innovazione. Quel che occorre per cambiare passo è “lavorare” sul piano culturale ed economico, un lavoro che deve vederci tutti coinvolti, dalle istituzioni ai cittadini. Per parte nostra, il nostro compito è quello di scaricare a terra tutti i progetti, preservare e migliorare il nostro territorio».

Al convegno, moderato dal direttore della testata Il Gusto, sono intervenuti il presidente del Consiglio di amministrazione dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Fondatore di Slow Food, Carlo Petrini e la presidente del Comitato di Coordinamento della Rete nazionale delle Università per lo Sviluppo sostenibile, Patrizia Lombardi.

Torino: ricercato arrestato dalla Polizia

Ad effettuare le indagini i poliziotti del Commissariato San Donato

 

Era irreperibile da tempo, il cittadino liberiano di 47 anni sul quale pendeva un ordine di esecuzione per la carcerazione che era stato revocato e poi  ripristinato.
I poliziotti del Commissariato San Donato, essendo a conoscenza che l’uomo era solito gravitare nell’area del parco della Pellerina, hanno effettuato diverse perlustrazioni dell’area, nei giorni scorsi; mercoledì mattina, hanno notato un individuo sospetto corrispondente per le fattezze al ricercato, col volto coperto da occhiali da sole e il  cappuccio della felpa ben calato in testa, uscire proprio dal parco e lo hanno sottoposto a controllo. Negli uffici del Commissariato, attraverso anche il riscontro dattiloscopico, è stata confermata la sua identità e la sussistenza a suo carico del ripristino dell’ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino per la pena della reclusione di oltre 1 anno e  8 mesi.

Uomo si sdraia sui binari e muore sotto il treno

A Carmagnola un uomo è morto ieri travolto da un treno sulla linea  Torino-Fossano-Cuneo. Sono in corso accertamenti della Polfer ma si tratta di un suicidio: il macchinista lo ha visto sdraiarsi sui binari all’ultimo momento e non ha fatto in tempo a fermare il convoglio. La circolazione ferroviaria  è rimasta interrotta per un paio d’ore.

Chiude Terra Madre: oltre 350 mila passaggi a Parco Dora

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Una scommessa vinta, una grande festa popolare, gioiosa e all’insegna della pace, intorno al cibo buono, pulito e giusto

Terra Madre Salone del Gusto 2022 chiude, il lavoro di Slow Food continua. Da martedì gli oltre 3.000 delegati arrivati da 130 Paesi, che per cinque giorni hanno portato a Torino uno spirito di festa, l’entusiasmo per essersi ritrovati in presenza quattro anni dopo l’ultima volta e il desiderio di cambiare il sistema alimentare, torneranno a casa. Rigenerati da un appuntamento che per Torino e l’intero Piemonte è storia, e rafforzati nella convinzione che il mondo possa essere salvato a tavola, con gusto.

 

«Per cinque giorni, a Terra Madre si è fatta politica: alimentare, economica, climatica, sociale» ha dichiarato la presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini. «Terra Madre è una festa popolare, la dimostrazione che il cibo buono, pulito e giusto è un elemento di gioia e un ponte di pace tra i popoli. Ma questa edizione riafferma con forza la consapevolezza che la produzione alimentare è anche uno straordinario strumento di contrasto alla crisi climatica e alle ineguaglianze sociali».

Una Terra Madre giovane ed entusiasta

 

La 14esima edizione di Terra Madre, organizzata da Città di Torino, Slow Food e Regione Piemonte, è stato un successo di pubblico. In cinque giorni, l’evento ha registrato oltre 350 mila passaggi di visitatori: un pubblico che ha accolto con entusiasmo la scelta di Parco Dora, dando ragione agli organizzatori che hanno voluto parlare di rigenerazione a partire dall’ex area industriale, oggetto di un processo di riqualificazione ancora in atto. L’esperienza acquisita in questa prima volta a Parco Dora rappresenta un prezioso bagaglio che consentirà di mettere a punto, in futuro, un evento ancor più rispondente alle esigenze di pubblico, espositori, partner e organizzatori.

 

«Ringrazio Slow Food per aver creduto alla scommessa di organizzare questa edizione a Parco Dora che non nasce con la vocazione di ospitare grandi eventi – ha commentato il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo –. Come amministrazione, crediamo all’opportunità di rendere luoghi della città come questo capaci di ospitare manifestazioni importanti. Il bilancio di questi cinque giorni è più che positivo, ma come ogni prima edizione sarà preziosa per correggere quelle pochissime cose che possono essere migliorate: penso, ad esempio, agli allacci elettrici e agli scarichi, e alla segnaletica dei parcheggi».

 

«I giorni di Terra Madre sono rilevanti dal punto di vista culturale ed educativo – ha aggiunto Matteo Marnati, assessore all’Ambiente della Regione Piemonte –. Vedere così tanti giovani e studenti è importante perché qui non si promuove soltanto il cibo, ma un approccio sistemico a tutte le tematiche che ne derivano, come la crisi climatica che ci troviamo ad affrontare. Il nostro augurio è che la prossima edizione accolga un pubblico ancora più vasto e interessato».

 

«Sono stati giorni di crescita – ha affermato Marta Messa, segretaria generale di Slow Food – frutto dello scambio di esperienze, buone pratiche e idee. Le comunità arrivate a Terra Madre hanno raccontato la biodiversità del mondo, dimostrando che offre soluzioni immediate e sostenibili. Abbiamo incontrato tanti produttori e agricoltori che ci hanno detto che, prima di conoscere Slow Food avevano perso la speranza: grazie all’evento sono tornati a crederci».

È stata una festa dei giovani e per i giovani: decine di migliaia di ragazze e ragazzi sono stati protagonisti di Terra Madre, hanno condotto conferenze e tavole rotonde, organizzato momenti di formazione rivolti ai coetanei in ambito agricolo, costruito il cartellone delle attività dello spazio di Slow Food Youth Network e dell’Area Giovani Turismo Agricoltura, palcoscenici dell’attivismo e delle politiche rivolte alle giovani generazioni allestito nel cuore di Parco Dora.

 

E giovanissimi sono anche gli oltre 600 volontari che hanno permesso lo svolgimento dell’evento: 270 studentesse e studenti dei licei torinesi Cattaneo, Cottini e Lagrange impegnati come sentinelle ecologiche, 150 alunne e alunni del Gioberti e del Mazzarello che hanno accompagnato i delegati assistendoli anche nelle traduzioni, e oltre 100 ragazze e ragazzi dell’istituto alberghiero Colombatto che hanno messo a disposizione la loro esperienza nei Laboratori del Gusto e in molte altre aree di degustazione. Entusiasmante la grande partecipazione delle scolaresche, con oltre 1000 studentesse e studenti che hanno partecipato agli appuntamenti su prenotazione nel Giardino dell’Educazione, oltre a tutti gli altri che hanno seguito i percorsi a libera partecipazione.

 

Palcoscenico delle idee

 

Terra Madre ha messo al centro l’importanza del suolo: è lì, e non nelle stalle degli allevamenti industriali o nei laboratori dove si fa ingegneria genetica, che nasce il cibo vero.

 

La rigenerazione parte dall’invisibile, dai prati stabili che conservano la biodiversità naturale assicurata da decine di specie erbacee spontanee: a Terra Madre è stato presentato il progetto che mira a difenderli e ad aumentarne la superficie, promuovendo i prodotti lattiero-caseari ottenuti da animali allevati al pascolo. E all’allevamento è dedicato anche il documento di posizione di Slow Food, intitolato Oltre il benessere: gli animali d’allevamento meritano rispetto, che riafferma l’urgenza di modificare l’approccio tra uomo e animali, che non sono e non possono essere considerati semplici mezzi di produzione.

 

A Torino è stata lanciata anche la rete Slow Fiber, nata dall’incontro tra Slow Food e alcune aziende virtuose della filiera del tessile che vogliono rappresentare il cambiamento positivo attraverso un processo produttivo sostenibile, volto alla creazione di prodotti belli, sani, puliti, giusti e durevoli.

 

La rigenerazione, tema della manifestazione, è stata affrontata da diversi punti di vista. Due esempi per tutti: la rinascita delle terre alte, simboleggiata dal recupero e dalla valorizzazione dei boschi di castagni da parte della rete Castanicoltori, e l’importanza di riavvicinare le città, luogo del consumo, alle campagne, da dove arriva il cibo che portiamo in tavola, attraverso un ripensamento delle politiche alimentari urbane che coinvolga anche la ristorazione collettiva. E il contributo alle food policy secondo Slow Food è arrivato anche dalle amministrazioni comunali e dalle istituzioni presenti a tutti i livelli regionali, nazionali e internazionali.


Cibo significa solidarietà (come il sostegno della rete Slow Food alle comunità dell’Ucraina), integrazione e giustizia sociale, lavoro, diritti e naturalmente anche salute: se, da un lato, l’alimentazione è all’origine dell’insorgere di determinate patologie, dall’altra una dieta sana e uno stile di vita attivo rappresentano la prima forma di garanzia per una vita longeva e in salute. Particolarmente significativo e ricco di spunti di riflessione il calendario degli eventi organizzati all’interno dello spazio dedicato proprio al rapporto tra cibo e salute.

 

Per dare un futuro al cibo – The Food regenerAction continues

 

Il cibo è piacere: ma per continuare a goderne occorre modificare le abitudini alimentari di ciascuno di noi. Ecco quattro cose che tutti noi possiamo fare da subito, quattro modi per rigenerare le nostre abitudini alimentari:

  • non sprecare: un terzo del cibo prodotto viene buttato via, un fallimento epocale secondo Slow Food;
  • meno carne, più legumi: «l’eccedenza delle proteine animali nelle diete occidentali è fuori da ogni logica e ha conseguenze enormi sul clima e sulla salute», le parole di Carlo Petrini fondatore di Slow Food;
  • a tavola, distinguiti! La biodiversità è buona e utile: scegli, ad esempio, le varietà ortofrutticole meno diffuse, i pani con farine di grani antichi, i formaggi a latte crudo;
  • segui la stagione: consumare gli alimenti locali, al momento giusto dell’anno e coltivati secondo princìpi agroecologici significa anche difendere la sovranità alimentare dei popoli.

Fare la differenza è possibile, anche individualmente: sul sito di Slow Food è disponibile il Regeneraction Toolkit, per scoprire concretamente che cosa ognuno può fare per combattere il sistema alimentare globale oggi dominante.

 

A garantire il successo della manifestazione il contributo di tutti i partner coinvolti che hanno apportato i propri contenuti e animato con i loro appuntamenti il programma: tra gli altri vogliamo ricordare le regioni, tutte rappresentate nel Mercato degli espositori e con spazi di incontro e degustazione allestiti da quasi tutte le istituzioni regionali che hanno aderito al progetto di Terra Madre; i main partner Iren, Lavazza, Parmigiano Reggiano, Pastificio Di Martino, QBA – Quality Beer Academy di Radeberger Gruppe, Reale Mutua, UniCredit; gli enti patrocinatori, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, il Ministero per la Transizione Ecologica, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Anci e i sostenitori Consulta delle Fondazioni di Origine Bancaria del Piemonte e della Liguria, Fondazione Compagnia di Sanpaolo e Fondazione CRT. Un ringraziamento speciale va alla Camera di Commercio di Torino con cui, insieme all’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (Ice) e all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, abbiamo messo in contatto oltre 100 buyer da più di 10 Paesi con i 700 espositori del Mercato.

Sbarca a Torino To Listen To, prima edizione: un festival di musica elettronica che omaggia le sue radici

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Da oggi fino al 3 ottobre una settimana di concerti, lecture e workshop nel segno della musica elettronica.

Ma non aspettatevi scatenati dj set alla Club To Club. “To Listen To– Festival dell’ascolto sperimentale è tutta un’altra musica, che più che allo stordimento mira alla consapevolezza. Il progetto, alla sua prima edizione, è ideato da SMET, la Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio di Torino e si dipana in diversi luoghi: l’Imbarchino del Valentino, lo StudiumLab di Palazzo Nuovo, dove venerdì si è tenuta l’anteprima, il Cinema Massimo e il Conservatorio Giuseppe Verdi di via Mazzini. Se l’accostamento musica elettronica e Conservatorio, tempio della formazione classica, sembra insolito, per comprenderlo è necessario fare un tuffo nel passato, di almeno mezzo secolo. Nel 1964 il torinese EnoreZaffiri, pioniere della musica elettronica in Italia, fonda SMET, lo Studio di Musica Elettronica di Torino e nel 1968 istituisce presso il Conservatorio di Torino un Corso Sperimentale di Musica Elettronica, secondo solo a quello voluto da Pietro Grossi a Firenze nel 1965. Oggi alla guida di SMET c’è il geniale sperimentatore Stefano Bassanese, curatore di questo festival che pone al centro l’ascolto consapevole, senso imprescindibile per ogni atto creativo che non si finisce mai di acuire e raffinare in un mondo dominato dal frastuono. Ogni giorno due appuntamenti live al Conservatorio, uno alle 18.30 l’altro alle 20.30 dove si avvicenderanno artisti già affermati, studenti ed ex-studenti del Conservatorio, inframmezzati alle 19.45 da riflessioni sull’ascolto condotte da musicologi, sociologi, filosofi. Il foyer del Conservatorio accoglierà il pubblico con installazioni multimediali insolite che stuzzicheranno la fantasia senza complicate e sbruffone ricercatezze intellettuali, il tutto è inserito in una giocosa “sfida dell’inaudito” per riappropriarci di un senso importante, un po’ appannato. È anche un’opportunità per conoscere grandi maestri della musica contemporanea che hanno intrapreso percorsi fuori dai canoni. È il caso di Jean-François Laporte, artista eclettico del Quebec che mescola sound art, performance, installazione e arte digitale con gli insoliti strumenti acustici di sua invenzione come la “table de babel”, il “trompesax”, l’orgue de sirènes”. E c’è anche il nostro Davide “BoostaDileo con un suo brano per pianoforte “Music for piano with magnetic strings” il 28 settembre  e “Paper view, per suoni di carta ed elettronica” il 1° ottobre in anteprima assoluta.

Tra gli altri appuntamenti off da non perdere: i dj set all’Imbarchino e la serata di chiusura del 3 ottobre al Cinema Massimo con la sonorizzazione live di Zalamort, film del 1924 di Emilio Ghione.

GIULIANA PRESTIPINO

Tutti i concerti, le lecture e i workshop sono a ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria. Tutte le informazioni su:

https://www.to-listen-to.it/