“Il barbiere di Siviglia” di Rossini inaugura la Stagione d’Opera del Teatro Regio di Torino

Allestimento di Pierre-Emmanuel Rousseau

 

La Stagione d’Opera 2023 del Teatro Regio si aprirà martedì 24 gennaio prossimo alle ore 20:00 con “Il barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini, per la prima volta a Torino nella brillante versione firmata da Pierre Emmanuel Rousseau che, in un’atmosfera briosa e al contempo onirica e poetica, mantiene l’ambientazione andalusa e propone costumi vivaci ispirati ai quadri di Francisco Goya.

Atteso ritorno al Teatro Regio del Maestro Diego Fasolis, da sempre riconosciuto esperto del repertorio del Settecento e del primo Ottocento, che dirigerà un cast giovane e ricco di talenti. Tra i protagonisti Santiago Ballerini, Leonardo Galeazzi, Josè Lo Monaco e John Chest. L’allestimento è a cura dell’Opéra National di Rhin, in coproduzione con l’Opéra de Rouen Normandie.

Il coro del Teatro Regio è preparato dal Maestro Andrea Secchi. Al fortepiano Carlo Caputo.

Il capolavoro di Rossini, composto a 24 anni, fu capace di lasciare un segno indelebile nel campo dell’opera buffa, trasmettendo quella freschezza e giovialità tipiche della gioventù, che inondano la partitura del compositore.

“Il barbiere di Siviglia” – afferma il regista Pierre-Emmanuel Rousseau, al suo debutto al Regio -rappresenta, a parer mio,l’istantanea di un’era tramontata. Beaumarchais dipinge una società dalle forti disuguaglianze sociali e ormai moribonda. I suoi personaggi danzano su un vulcano, e è proprio questa aspra critica della società ad aver ispirato la mia messinscena. Il Conte d’Almaviva rappresenta un nobile cinico e stanco, ma ben cosciente della propria posizione sociale dominante. Il personaggio di Rosina, una giovane ragazza rinchiusa in una casa governata da vecchi, mi riporta alla mente quello di Tristana, nell’omonimo film del regista Buñuel. Figaro è, secondo me, una sorta di autoritratto di Beaumarchais e diventa sovversivo in quanto uomo libero; per questo motivo ho tratteggiato un personaggio che sta a metà tra Arthur Rimbaud e Marlon Brando in ‘Fronte del porto’ “.

“Il barbiere di Siviglia” è un’opera in due atti, su libretto di Cesare Sterbini, tratto dalla commedia omonima di Beaumarchais. Titolo originale dell’opera era “Almaviva, o sia l’inutile precauzione”. Dieci anni prima della nascita di Rossini, nel 1782, Giovanni Paisiello aveva messo in scena il suo “Barbiere di Siviglia”, riscuotendo uno dei maggiori successi della sua fortunata carriera.Sembrava improbabile che Rossini, un compositore di appena 23 anni, per quanto dotato, potesse sfidare uno dei maggiori rappresentanti dell’opera napoletana, com’era Paisiello. In realtà la scelta del soggetto non dipese da Rossini, ma dall’impresario del Teatro Argentina di Roma, il Duca Francesco Sforza Cesarini, che voleva commissionare a  Rossini un’opera per l’imminente Carnevale. L’impresario propose, per aggirare la censura pontificia, come soggetto “Il barbiere di Siviglia”, che fu subito approvato. La sua prima rappresentazione ebbe luogo il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina di Roma e terminò tra i fischi, in un clima generale di totale boicottaggio, dovuto ai sostenitori dell’opera di Paisiello e favorito anche dell’improvvisa morte dell’impresario Sforza Cesarini. Tuttavia, già a partire dallaseconda recita, il pubblico avrebbe acclamato l’opera di Rossini, portandola ad oscurare la precedente versione di Paisiello efacendola diventare una delle opere più rappresentate al mondo.

I biglietti possono essere acquistati direttamente alla biglietteria del Teatro Regio e presso i punti vendita Vivaticket, oppure online su www.teatroregio.torino.it

MARA MARTELLOTTA

 

Biglietteria Teatro Regio: Piazza Castello, 215

Telefono 8815241 / 8815242

Orario: da lunedì a sabato 11:00/19:00

Domenica 14:00/18:00

E un’ora prima degli spettacoli

Informazioni: info@teatroregio.torino.it

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