ilTorinese

Torino, il preside dell’Einstein: “Occupazione violenta è squadrismo fascista”

“Sono iscritto a un partito di sinistra radicale, ma questo non è il mio metodo”

“Questo è squadrismo fascista, perchè se c’è una cosa che caratterizza questo metodo è bloccare la scuola, l’insegnamento e la cultura. Ed è quello che hanno fatto gli studenti che hanno occupato la scuola con la violenza, impedendo ai loro compagni di seguire le lezioni e poi tentando di bloccare all’interno chi voleva uscire e abbandonare l’occupazione”. Marco Michele Chiauzza, dirigente scolastico del liceo ‘Einstein’ di Torino, spiega alla Dire il suo stato d’animo dopo l’occupazione della sede di Via Bologna del liceo che dirige, e a seguito della diffusione delle immagini che stanno rimbalzando sui social. Immagini in cui si vede il braccio di un adulto, probabilmente un agente della Digos in borghese, stringersi attorno a uno degli occupanti per qualche secondo, in un momento di concitazione.

Raggiunto dalla Dire, Chiauzza spiega di non aver visto il video, e di non poterlo quindi commentare. Ma aggiunge anche che in quel momento la Digos stava permettendo a chi voleva uscire dalla scuola occupata, di dirigersi fuori dal cancello, mentre gli occupanti, stretti in un cordone, volevano bloccare le uscite.

Il dirigente racconta la vicenda dall’inizio: già nei giorni precedenti, infatti, il tentativo di occupazione degli studenti era nell’aria. Per questo il preside, lunedì, aveva concesso agli studenti uno dei tre piani dell’edificio di Via Bologna per svolgere dibattiti e assemblee, mentre al primo e al secondo piano si svolgevano regolarmente le lezioni. Ma al termine della giornata scolastica, gli studenti in assemblea non avevano voluto abbandonare gli spazi, decidendo di proseguire nella protesta, e occupando di fatto la scuola.

“gli studenti che sono rimasti all’interno hanno impedito l’accesso a docenti e personale. Così ho dovuto rivolgermi alle forze dell’ordine, con cui ero già in contatto- spiega il dirigente- la Digos mi ha detto che la procedura avrebbe previsto un dialogo con gli studenti. La proposta che gli avrebbero fatto, d’accordo con me, era appunto quella di proseguire con l’autogestione di un piano dell’istituto, in cui si sarebbero potuti svolgere incontri e lezioni, ma facendo entrare docenti e personale. Gli studenti non hanno accettato, e a quel punto due-tre agenti in borghese, che non sono mai entrati all’interno della scuola, hanno chiesto se c’era qualcuno che avrebbe voluto lasciare l’istituto. Così hanno provato a creare un varco per gli alunni che volevano uscire, tra cui un ragazzo autistico, che è riuscito a superare il cancello solo con l’intervento delle forze dell’ordine”.

Il preside spiega che in quel momento l’azione di resistenza da parte degli studenti è stata possibile “solo grazie alla presenza di giovani esterni alla scuola: i nostri interni non avrebbero la capacità di gestire questi strumenti tattici”. Chiauzza aggiunge anche che “le forze dell’ordine hanno provato a tenere aperto il cancello che altrimenti si sarebbe richiuso perchè ha una chiusura automatica. Intanto c’erano studenti che non riuscivano ad uscire e “stavano iniziando a scavalcare i cancelli”, spiega.

“Alla fine ho consegnato la chiave del cancello agli studenti occupanti, che altrimenti rischiano di rimanere chiusi all’interno, e comunicato alle famiglie che non ho più la gestione di quella sede, quindi domani gli alunni non potranno seguire le lezioni”. Secondo il preside, “la violenza è stata quella degli occupanti, che hanno spintonato e tirato per i capelli il personale, nel tentativo di occupare. Noi abbiamo tentato in tutti i modi una mediazione. E se esiste quel video, è perchè l’intenzione è quella di provocare e creare poi una mobilitazione”. Si parla già infatti di possibili altre manifestazioni e occupazioni nelle altre sedi dell’Einstein e non solo. Ma il preside dice che una mobilitazione potrebbe esserci anche da parte degli studenti contrari all’occupazione: “Su più di 1.500 studenti nei vari plessi, solo una trentina era lì questa notte, più altri trenta-quaranta esterni. Due dei quattro rappresentanti di Istituto sono arrabbiati e delusi”.

“Io ho una tessera di un partito e sono stata candidato con la sinistra radicale- commenta infine il preside- ma questo è squadrismo fascista. Forse i miei compagni non saranno d’accordo, ma questi sono metodi squadristici”.

«Agenzia DIRE»

MamaClean, a Torino il bucato si fa con un’App

In Italia 1 famiglia su 3 abbandona i propri capi preferiti nel cesto della biancheria o nell’armadio per paura di rovinarli. MamaClean è la lavanderia che ritira e consegna i capi a domicilio e se ne prende cura in modo artigianale.

 Dal lancio ufficiale avvenuto lo scorso maggio, con oltre 8.000 capi trattati in meno di 8 mesi, sono migliaia i torinesi che si affidano alla lavanderia a domicilio numero uno in Italia. Niente lavatrici da fare, pile di vestiti da stirare o code in lavanderia. A Torino e provincia il bucato si fa con un’App.

Con MamaClean prendersi cura del bucato è semplice e veloce: basta scegliere da sito o app il servizio più adatto alle proprie esigenze, selezionare luogo, giorno e ora di ritiro e consegna e un incaricato si occuperà della presa e riconsegna dei capi a casa, in ufficio o in portineria.

I servizi offerti sono molteplici e incontrano le esigenze di tutti: lavaggio e stiratura dei capi formali, lavaggio a secco per i capi più delicati e ancora cura dei tessuti di casa, come divani, tendaggi o tappeti. Tutto questo comodamente a domicilio e a prezzi competitivi.

Mancava un brand che si prendesse cura dei brand che indossiamo ogni giorno” spiega Francesco Malmusi, modenese di nascita ma milanese d’adozione, che dopo 7 anni di esperienza nel mondo del lusso e 10 alla guida di MamaClean in qualità di Founder e CEO, ha scommesso sull’idea di espandere il servizio nelle principali città italiane. “Con MamaClean abbiamo voluto coniugare il servizio artigianale delle lavanderie di una volta con le esigenze e la velocità del mondo di oggi. Questo è prima di tutto una rassicurazione per il cliente – che sa esattamente a chi affida i suoi capi – e permette inoltre a noi di avere il controllo sulla qualità del servizio, dall’inizio alla fine”.

A prendersi cura dei capi sono esperti artigiani locali altamente qualificati. Infatti, tra gli obiettivi ambiziosi di MamaClean, vi è quello di salvare la lavanderia Made in Italy. La scelta di chiudere accordi commerciali con una lavanderia storica della città di Torino va proprio in questa direzione: mettere tecnologia all’avanguardia a servizio degli artigiani, soprattutto post pandemia. Se poi a questo si aggiungono i benefici ambientali ed economici in termini di risparmio di acqua ed energia, e di filtraggio delle microplastiche rilasciate dai tessuti durante il lavaggio, il vantaggio di utilizzare una lavanderia professionale è indubbio.

Brand, aziende e realtà locali hanno creduto nel nostro progetto e siamo felici di semplificare la vita di migliaia di torinesi. – aggiunge Malmusi – Il nostro obiettivo su Torino è di raddoppiare gli utenti entro la fine dell’anno e di raggiungere un fatturato a 6 cifre. Ma a noi non piace stare fermi. Molto presto la rivoluzione della lavanderia Made in Italy raggiungerà le principali città italiane.

Per ulteriori informazioni e per prenotare i servizi MamaClean non vi resta che visitare il sito web all’indirizzo mamaclean.it. E per i nuovi clienti 10% di sconto sul primo ordine.

A Beinasco il nuovo Polo del lavoro


Ne fanno parte la sede decentrata del Centro per l’impiego
di Orbassano e uno sportello accreditato ai servizi al lavoro.
L’impegno è di potenziarlo ulteriormente. 

A un anno dall’apertura a Beinasco, nel Torinese, di una sede distaccata del Centro per l’impiego di Orbassano il presidio territoriale si rafforza con la nascita di un Polo del lavoro. Oltre al Centro per l’impiego ne fa ora parte anche uno sportello accreditato ai servizi al lavoro gestito dalla cooperativa Orso. E l’impegno, per il futuro, sarà integrare nuove realtà per potenziare ulteriormente la filiera di soggetti pubblici e privati – quali aziende, consorzi ed enti di formazione professionale (uno dei quali di imminente apertura a poche decine di metri) – finalizzata a fornire alle comunità di Beinasco e dei comuni limitrofi servizi di orientamento e opportunità formative e occupazionali. 

Il progetto, che ha preso corpo nei locali comunali di Beinasco in viale Risorgimento 14, è stato voluto fortemente dall’amministrazione comunale, che già a gennaio 2022 aveva sottoscritto un accordo con l’ente regionale per le politiche attive del lavoro Agenzia Piemonte Lavoro per l’apertura di uno sportello, e che contestualmente, grazie alla convenzione con la cooperativa Orso, accreditata da Regione Piemonte, ha sostenuto la nascita di uno sportello accreditato ai servizi al lavoro (Sal) nella stessa sede. 

L’annuncio della nascita del Polo del lavoro è stato ufficializzato nei giorni scorsi  alla presenza dell’assessore regionale all’Istruzione, lavoro, formazione professionale, diritto allo studio universitario Elena Chiorino e del sindaco di Beinasco Daniel Cannati. Sono intervenuti anche la responsabile del Centro per l’impiego Stefania De Simone insieme all’operatrice Enrica Robioglio, e la responsabile del Sal di Beinasco della cooperativa Orso Gianclaudia Zotti. Imprenditori del territorio hanno poi testimoniato l’efficacia dei servizi messi a disposizione dal Centro per l’impiego per la loro attività professionale. 

Elena Chiorino: «Il progetto del Polo del lavoro nasce grazie alla grande capacità di visione pragmatica dell’amministrazione comunale, supportata da una politica regionale che opera da sempre in questa direzione. In sinergia con le amministrazioni locali, lavoriamo con l’obiettivo di dare opportunità sia a chi può lavorare sia al nostro territorio per costruire un futuro di dignità e di lavoro». 

Daniel Cannati: «Il territorio di Beinasco si conferma terreno fertile per mettere a disposizione dei cittadini tutti i servizi finalizzati all’occupazione, tema quanto mai centrale». 

Stefania De Simone: «Il Polo del lavoro integra perfettamente, in un riconoscimento reciproco, il ruolo del Centro per l’impiego, che continua a essere la porta di accesso alle politiche del lavoro, e quello dei Sal, che erogano servizi più mirati di accompagnamento al lavoro». 

Gianclaudia Zotti«Grazie alla cooprogettazione con il Comune di Beinasco, abbiamo l’opportunità di portare i nostri servizi anche in questo territorio, in un’ottica di inclusione sia verso le persone che si rivolgono a noi sia verso le altre realtà della rete».  

Fra i servizi che il Polo per il lavoro mette a disposizione del pubblico: orientamento e sostegno alla ricerca attiva del lavoro nel territorio, supporto all’inserimento occupazionale delle persone con disabilità, revisione del curriculum, cogestione dei progetti finanziati, buoni servizi. 

I contatti sono, per la sede di Beinasco del Centro per l’impiego di Orbassano,
3341039676, info.cpi.orbassano@agenziapiemontelavoro.it; per i servizi al lavoro della cooperativa Orso, 348 8288909, aglavorobeinasco@cooperativaorso.it 

Un nuovo auditorium nella ex caserma De Sonnaz

 

E’ stata approvata, su proposta dell’Assessore Mazzoleni, la delibera  che autorizza la realizzazione di nuovo Auditorium all’interno della ex Caserma Ettore De Sonnaz, oggi headquarter in costruzione di Reply spa, azienda leader nel settore IT da oltre 12 mila dipendenti.

Il recupero e la rifunzionalizzazione della Caserma è avvenuto in seguito alla sottoscrizione, nel 2014, di un Protocollo d’Intesa tra il Comune di Torino, il Ministero della Difesa e l’Agenzia del Demanio per la razionalizzazione e la valorizzazione di alcuni immobili militari presenti nel territorio comunale, e successivamente con l’utilizzo dello strumento dell’Accordo di Programma in variante al PRG. La Proprietà ha quindi presentato istanza per l’intervento di ristrutturazione e rimessa in funzione di tutto il complesso immobiliare secondo quanto prescritto dalla scheda normativa derivante dalla citata variante urbanistica. La società Reply ha scelto di affidare il progetto di rinascita della caserme a un primario studio di progettazione internazionale.

La proposta di delibera al Consiglio, approvata oggi in Giunta, permetterà la realizzazione di un nuovo auditorium all’interno di questo compendio. Commenta l’Assessore Paolo Mazzoleni: “Si tratta di un intervento molto interessante: una eccellenza a livello internazionale nel settore dell’innovazione digitale, che ha recuperato un importante edificio storico nel centro di Torino per farne la propria sede direzionale, si doterà di un Auditorium per la realizzazione di eventi legati al suo core business. Con questa convenzione, la Città ne permette non solo la realizzazione, ma ne dichiara l’interesse pubblico e potrà organizzare eventi a tema digital, con il supporto di un apposito comitato paritetico. Una forma innovativa di partnership pubblico/privato, che supporta l’attrazione e l’investimento sulla nostra città a partire da un realtà di primo piano, nata a Torino e che a Torino ha deciso di rimanere. “

Il nuovo Auditorium avrà 100 posti e verrà realizzato nel piano interrato dell’edificio.

Grimaldi (Verdi Sinistra) a Donzelli: dichiarazione di guerra e sabotaggio della Commissione antimafia

“Ci si è accorti di ciò che ha detto Donzelli? Ha suggerito che Cospito stia agendo come portavoce della mafia, ma soprattutto che abbia incontrato boss mafiosi al 41 bis. La cosa più grave, però, è che abbia detto a verbale che ‘non è l’unico incontro che ha avuto Cospito’, poiché ‘mentre parlava con i mafiosi… incontrava i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando che andavano a incoraggiarlo nella battaglia’.  Un’affermazione di una gravità inaudita. Fuori da quest’aula non avrebbe retto nemmeno lo scudo dell’insidacabilità del Parlamento” – dichiara il Vice-capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi.

“Presidente Meloni, che il portavoce del suo partito accusi chi sta chiedendo la revoca del carcere duro per Cospito di connivenza con la mafia e il terrorismo è una dichiarazione di guerra” – prosegue Grimaldi. – “Farlo nel giorno dell’istituzione della Commissione antimafia, senza poi chiedere scusa né smentire, ha tutta l’aria di un sabotaggio voluto”.

Un sogno: Torino a zero emissioni. La campagna di Legambiente arriva in città

Giovedì 2 febbraio 2023 alle 17.00 Toolbox Coworking

Via Agostino da Montefeltro 2, Torino

La Clean Cities Campaign, campagna europea per la transizione delle città verso le Zero Emissions, di cui Legambiente è partner, inizia il suo viaggio a Torino.

Durante l’evento, si presenteranno i dati del Dossier “Mal’Aria 2023”, redatto annualmente da Legambiente per denunciare l’emergenza smog nelle città italiane. A seguire, ci sarà una Tavola Rotonda con amministrazioni locali, associazioni e sindacati per capire come la città di Torino sta rispondendo all’obiettivo di raggiungimento di neutralità climatica entro la fine del 2030.

L’evento si terrà a Torino giovedì 2 febbraio 2023 alle ore 17.00 presso Toolbox Coworking, in Via Agostino da Montefeltro 2.

Programma:

– Introduzione istituzionale di Alice De Marco, Direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta

– Presentazione del Dossier Mal’Aria 2023 da parte di Andrea Minutolo, Responsabile dell’ufficio scientifico di Legambiente Nazionale

– Tavola Rotonda, facilitata da Sergio Capelli, di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, con:

· Chiara Foglietta, Assessora all’ambiente del Comune di Torino

· Gianfranco Guerrini, Consigliere Delegato all’ambiente della Città Metropolitana di Torino

· Roberto Mezzalama, Rappresentante dell’Osservatorio Civico per il Clima di Torino

· Angelo Robotto, Direttore generale di ARPA Piemonte

· Claudio Magliulo, Responsabile italiano di Clean Cities Campaign

· Andrea Poggio, Responsabile Mobilità Sostenibile di Legambiente Onlus

Pd Piemonte: legge elettorale, priorità alla doppia preferenza

GALLO – RAVETTI – ROSSI (PD): “DAL PD PROPOSTE CHIARE FIN DALL’INIZIO DELLA LEGISLATURA. ADESSO E’ TARDI. NO AL SEGGIO PER IL SECONDO PRESIDENTE SCONFITTO. IL PD E’ PER LE COALIZIONI. IL CENTRODESTRA NON CI PROVOCHI PERCHE’ SENZA DI NOI NON SI FARA’ NESSUNA RIFORMA”

31 gennaio 2022 – “Da quattro anni il Partito Democratico ribadisce l’importanza di modificare la legge elettorale piemontese. Per colpa del centrodestra ci siamo ridotti a discutere di un tema tanto delicato e articolato soltanto nell’ultimo anno di legislatura. La nostra posizione è sempre stata chiara. Abbiamo chiesto che venisse introdotta la parità di genere per adeguare ai tempi un Consiglio regionale desueto. Abbiamo affermato l’importanza della rappresentanza territoriale, insistendo perché venissero trovate forme, attraverso le quali tutti i territori fossero equamente rappresentati. Abbiamo, poi, sottolineato l’importanza di abolire il listino, redistribuendo i 10 Consiglieri eletti con premio di maggioranza sui collegi delle preferenze, diluendo la competizione, aumentando la rappresentatività territoriale e offrendo maggiori possibilità. Il centrodestra invece di lavorare sulla nostra proposta, dopo quattro anni di tira e molla, ha depositato una proposta di legge che prevede l’introduzione di un flipper inaccettabile nella ripartizione dei resti, inserisce una soglia di sbarramento che è un attacco alla coalizione di centro sinistra e introduce misure che aumentano i costi della politica. A quattro mesi dalla scadenza dei termini chiediamo alla maggioranza di fermarsi! La nostra posizione oggi è chiara: limitarci a introdurre la preferenza di genere come richiesto dalle norme nazionali e lasciare l’attuale legge elettorale così com’è senza alcuna soglia di sbarramento” dichiarano il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo, Il Vicepresidente della VII Commissione Domenico Ravetti e il Consigliere Pd Domenico Rossi.

“Inoltre l’introduzione dei sottosegretari, proposta dal centrodestra – proseguono gli esponenti dem – a nostro parere è un ampliamento inutile. Diciamo no all’aumento dei costi della politica! Vogliamo, poi, chiarire che siamo contrari all’elezione di diritto del secondo presidente sconfitto. Se vogliamo inserire questo meccanismo che contraddistingue le elezioni comunali, inseriamo anche il ballottaggio fra i due candidati presidente più votati, come il M5S aveva proposto nel 2015”.

“Per quanto riguarda la proposta di introdurre la soglia di sbarramento del singolo partito al 4% siamo pronti a dare battaglia. Non possiamo accettare una legge che prevede l’esclusione di quelle forze politiche che da anni compongono il centrosinistra. Il centrodestra non provochi il Pd e la coalizione di centrosinistra perché tanto, senza di noi, la riforma della legge elettorale non si farà” concludono Gallo, Ravetti e Rossi.

Traffico di droga: assolto dopo 17 anni l’ex calciatore Padovano

Il tribunale di Torino, concluso il processo-bis, ha assolto Michele Padovano, ex calciatore di Juventus e Napoli. Fu coinvolto nel 2006 in una indagine per la quale fu accusato  di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. In primo grado erano stati chiesti  24 anni,  poi ridotti a 8 anni e 6 mesi dalla Cassazione con rinvio. Ieri l’assoluzione.

Due grandi attrici, la eccellente e moderna regia di Livermore

Sino a domenica 5 febbraio, al Carignano, “Maria Stuarda” di Friedrich Schiller

C’è un angelo, due grandi ali bianche sulle spalle, al convergere delle due scale che monumentalizzano l’allestimento scenico della “Maria Stuarda” schilleriana proposta – in un ibrido persuasivo di classicismo e di rockettaro – da Davide Livermore, produzione Teatro Nazionale di Genova, Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale e Centro Teatrale Bresciano. Una macchina teatrale all’apparenza schematica e semplice, firmata da Lorenzo Russo Rainaldi, ma altresì poggiante su tre piani di rappresentazione, dura, coinvolgente, immersa in quel colore rosso che è simbolo del sangue e della violenza, come rosso è il sipario che scende dall’alto come la mannaia di un boia. Quell’angelo è la fatalità, è il Caos e il caso, è la Storia che ogni cosa mescola e ogni cosa decide, è la mente arbitraria degli uomini. È la occasione improvvisa e cieca che ogni sera, al cadere di una piuma sulla destra o sulla sinistra del palcoscenico, decide quale delle due attrici rivesta il ruolo della regina scozzese e quale quello di Elisabetta d’Inghilterra.

Due leonesse che si fanno la guerra e che tendono a sbranarsi, uno scontro frontale dove l’una è obbligata a soccombere e l’altra a prevalere, un rinfacciarsi assassinii e invidie, affrontare rivalità e supplizio, esprimere durezza e preghiere, due regine e due attrici di rango, si usa dire quando ti trovi davanti una simile bravura, Elisabetta Pozzi e Laura Marinoni. La mia serata al Carignano ha “previsto” Pozzi/Elisabetta e Marinoni/Maria, pronte a calarsi in un attimo nei gesti e nelle parole e nella psicologia del ruolo capitato; e in quel contesto rutilante, in quella impronta modernamente feroce impressa da un regista che sinora forse mai ti ha lasciato con l’amaro in bocca (anche negli allestimenti lirici scaligeri si è respirata un’aria di vitale rivoluzione) è stato necessario immediatamente e inevitabilmente dimenticare le austere coppie del passato, Ferrati/Zareschi, Brignone/Proclemer, Cortese/Falk, Lolliée/Bonaiuto e forse altre ancora che hanno abitato i palcoscenici e la vecchia tivù in bianco e nero. Siamo lontani secoli, le sonorità che invadono la scena (le musiche sono di Mario Conte, Giua con la voce bella ed efficace accompagna una chitarra elettrica che si pone a lato della scena ma che si fa anche personaggio in mezzo agli altri attori) tendono a quasi impoverire le parole forti del testo, a sovrastarle, ma poi sopraggiunge il peso delle due attrici a reimporsi e a rovesciare ogni attimo di incertezza.

Nell’avvicendarsi dei personaggi della corte elisabettiana, maschili e femminili, dentro gli abiti e le palandrane e le uniformi firmati da Anna Missaglia – mentre per le due sovrane si sono scomodati Dolce&Gabbana, ma per un gran bel vedere, visto che lamé e stoffe e colori, ed eleganza e ricchezza, la vincono alla grande -, Livermore come non ti aspetteresti mescola le carte, ogni cosa all’insegna ancora una volta del caso e del disordine (“in questo tempo così fluido a livello di gender, possiamo vedere con occhi diversi personaggi  che normalmente tenevamo sospesi in teche di vetro, dandoli per scontati”: ma è proprio soltanto una moderna fluidità a generare simili cambiamenti? Livermore è troppo intelligente per affidarsi alle scelte del momento), andando ad affidare a tre attrici ruoli maschili, del resto precisi, scavati, tesi e duramente resi, a partire da Linda Gennari che è un ottimo Mortimer e da Gaia Aprea che è Talbot conte di Shrewsbury (ma è pure una umanissima quanto attenta nutrice, con la bravura di sempre) e da Olivia Manescalchi che attraversa il Cavaliere Paulet e l’Ambasciatore di Francia e il Segretario di Stato, in una lodevolissima trasformazione. Forse rimangono più imprecisi nella loro unicità Giancarlo Judica Cordiglia e Max Nicosia, quest’ultimo dibattuto per pura ragion di stato, avventuriero e calcolatore, diviso tra i due cuori regali e artefice di un angolo erotico sfacciatamente buttato da Livermore in palcoscenico e che il vecchio Schiller, sin dalla prima rappresentazione a Weimar, nel gennaio del 1800, manco si sarebbe sognato.

Della bravura delle due protagoniste s’è detto, Marinoni nei toni sofferti di Maria e Pozzi in quelli regalmente feroci di Elisabetta: su di lei e sulla sua solitudine e forse anche sulla sua sconfitta si chiude la vicenda. E quei lamenti che si fanno rantoli belluini sono l’ultimo lampo di un’attrice che ammiriamo da sempre. Tutto è un attimo, mi pare voglia dirci Livermore con quella sarabanda finale, con quel finale con tanto di passerella e di ammiccamenti al pubblico caricatissimo d’applausi, con quell’allegria obbediente che ci riporta a Poli o a Trionfo: anche quella vicenda è un grumo ormai dissolto nel fluido della Storia, e noi oggi siamo qui a guardare in faccia altre malvagità.

Elio Rabbione

Le immagini dello spettacolo sono di Alberto Terrile