ilTorinese

Salizzoni (Pd): Case di comunità, l’assessore la pensa come il ministro?

Il consigliere regionale Mauro SALIZZONI (Pd) annuncia un Question Time: “Rimettere in discussione quanto previsto dal PNRR in sanità sarebbe una scelta veramente irresponsabile. In Piemonte le Case di Comunità si faranno o si ferma tutto?”.

«Il ministro Schillaci nei giorni scorsi ha dichiarato che occorre valutare se le Case di Comunità “siano la risposta giusta per il territorio”. Eppure, le Case di Comunità insieme agli Ospedali di Comunità e alle Cot-Centrali Operative Territoriali, sono i tre perni del PNRR in ambito sanitario, con l’obiettivo di potenziare la medicina territoriale. Nel frattempo, l’assessore Icardi in un’intervista ad un giornale locale ha ribadito che in Piemonte “nascerà una rete di 91 Case di Comunità”. Confesso di essere un po’ disorientato. Ma le Case di Comunità si fanno, oppure si vuole “ripensarle” come annunciato dal ministro? Ho presentato un Question Time proprio per sapere cosa pensa l’assessore Icardi della “riflessione attenta” annunciata dal ministro. La pandemia ci ha consegnato, tra le altre, due importanti lezioni: che in Piemonte servono urgentemente nuovi e moderni ospedali e che serve una rete di medicina territoriale forte ed efficiente. Ora, per quanto riguarda i nuovi ospedali, la situazione registra l’impasse sul Parco della Salute, i ripensamenti sulle location degli ospedali dell’AslTO5 e del VCO con conseguente ulteriore perdita di tempo, mentre per il resto siamo agli annunci. Sulla medicina territoriale pensavano che i fondi del PNRR finalmente consentissero la realizzazione di una rete di strutture sanitarie in grado di decongestionare gli ospedali e di dare risposte ai bisogni di malati cronici, anziani e non autosufficienti. Certamente occorre che le Case della Salute non finiscano con l’essere delle scatole più o meno vuote, ma rimetterle in discussione mi sembra una scelta veramente irresponsabile. Possiamo tirare un colpo di spugna su quanto deciso nell’ambito del PNRR? Voglio sperare che i ripensamenti del ministro non siano dettati da spinte conservative, presenti anche all’interno del mondo sanitario, refrattarie ad ogni cambiamento. Ma soprattutto, vogliamo capire se i vari “pallini” che i Direttori Generali hanno messo nei mesi scorsi sulle cartine delle loro Asl, indicando dove sarebbero sorte le Case e gli Ospedali di Comunità, erano solo uno scherzo, un Risiko che ora deve essere ricominciare da capo. Con il rischio che ancora una volta il “domani” diventi “mai”».

Mauro SALIZZONI

Consigliere regionale PD

Malamovida in via Maria Vittoria e dintorni, residenti esasperati

Caro direttore,

siamo un gruppo di residenti di via Maria Vittoria a Torino esasperati dalla malamovida. Schiamazzi fino alle 5 di mattina, urla a squarciagola, un accenno di rissa con spintoni e minacce in strada: questa è stata la cronaca di sabato scorso, ma potrebbe valere per qualsiasi altra sera nell’isolato all’angolo tra via San Massimo e via delle Rosine a Torino. Un isolato dove sono concentrati 12 locali: ristoranti, trattorie, pizzerie, club. La maggior parte di loro rispetta le regole – così come i loro clienti – alcuni però le ignorano totalmente. Ogni sera i residenti sono costretti a subire gli schiamazzi, i cori da stadio, le litigate, e la totale mancanza di rispetto verso chi la mattina seguente deve lavorare o studiare. Uno di questi locali è già stato sanzionato in passato come si apprende dalle cronache. La condotta dei suoi titolari mette in cattiva luce il corretto comportamento degli altri esercenti, e rischia di danneggiare tutte le attività economiche dell’isolato. Noi, come residenti, chiediamo che le regole siano rispettate.

Un gruppo di residenti di via Maria Vittoria a Torino

Vini di Toscana Viaggio col calice fra una delle più grandi regioni del vino

I premi Zenato Academy e Operae a The Others

Tra gli appuntamenti più attesi che hanno animato il sabato di The Others Art Fair, l’assegnazione dei primi importanti Premi dell’undicesima edizione, proposti con i partner Zenato Academy, progetto dell’azienda vinicola fondata da Sergio Zenato per promuovere la riflessione sui temi e i valori che animano il mondo del vino attraverso la ricerca fotografica, e Operæ, il più diffuso sistema di archiviazione e gestione su smartphone e tablet per collezionisti.

 

PREMIO ZENATO ACADEMY PER LA FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA

 

E’ stato consegnato il Premio Zenato Academy per la fotografia contemporanea a Enrico Smerilli per l’opera “Serie Balloon” (2016), della galleria torinese CRAG. A selezionare l’opera, che entrerà a far parte della Collezione della Zenato Academy, una giuria composta dal direttore artistico di The Others Lorenzo Bruni, dal critico d’arte Luca Panaro e dall’imprenditrice Nadia Zenato.

 

Ci fa molto piacere consegnare il Premio Zenato Academy a The Others, – dichiara Nadia Zenato, l’imprenditrice veneta che con l’azienda di famiglia esporta nel mondo le pregiate etichette di Lugana e Amarone – luogo ideale per incontrare le espressioni artistiche nazionali e internazionali più innovative, in linea con la filosofia della Zenato Academy: promuovere una sperimentazione artistica che sappia guardare oltre, esplorare al di là di ciò che già conosciamo”.

 

“La Serie Ballon” – racconta Luca Panaro, direttore artistico della Zenato Academy – rispetta i canoni della nuova iconografia fotografica, immagini ravvicinate, che restituiscono un’idea ambigua dell’oggetto rappresentato. Fotografie di dettagli di palloncini che rappresentano degli ombelichi, invitando ad affrontare il tema della diversità ed al tempo stesso della condivisione di vita e di esperienze in un’ottica di lettura “morbida” ma al tempo stesso dalla capacità comunicativa diretta”.

 

 

PREMIO OPERÆ PER L’ARTE CONTEMPORANEA

 

La prima edizione del “Premio Operæ” per l’Arte Contemporanea è stato assegnato a “Draft #1” (2022) degli artisti Zeroottouno, presentata dalla galleria Fabbrica EOS (Milano), e a “Stallion Stamina” (2021) dell’artista Malte Linnebjerg, proposta dalla galleria Stereo Exchange (Copenhagen). La prima opera è stata scelta con la seguente motivazione: l’opera trasmette un forte senso di armonia e relazione che sta alla base del lavoro della coppia di artisti ed unisce in perfetto dialogo due diverse tecniche. Una antica, il disegno, e una tecnologica, il neon. Il risultato e’ di grande impatto visivo tale da ben rappresentare il concetto di condivisione di “operae”. La seconda opera perché “genera stupore ed ammirazione per l’equilibrio tra capacità tecnica nella scultura del legno, il sapiente uso del neon azzurro e la riconoscibilità del simbolo italiano di stile e lusso (il cavallino della Ferrari). Il risultato è di grande impatto visivo tale da ben rappresentare il concetto di condivisione di Operæ“.

 

L’individuazione delle opere vincitrici del Premio Operæ è avvenuta attraverso la votazione di una giuria composta dal Coordinatore del Board Curatoriale di The Others, Lorenzo Bruni, dalla collezionista Chiara Casolo Ginelli, dal collezionista e fondatore di Operæ, Emilio Bordoli, dal CEO di Operæ Gloria Amorena e da Giuseppe Violetta, co-fondatore di Operæ e del The Heillandi Collection Trust Fund. Le opere scelte verranno inserite nella nascente “Collezione Operæ”.

Accademia di Medicina di Torino, sarà un interessante anno accademico

Venerdì 18 novembre alle ore 17.30, si inaugura l’anno accademico 2022/2023 dell’Accademia di Medicina di Torino, sia in presenza, sia in modalità webinar.

La prolusione sarà a cura di Giancarlo Isaia, Presidente dell’Accademia. Seguirà una relazione sul tema “Fisiopatologia, clinica e trattamento del Long Covid” tenuta da Giovanni Di Perri, Direttore della Struttura Complessa Malattie Infettive, Ospedale Amedeo di Savoia.

Il long COVID è una sindrome clinica che interessa una buona parte di coloro che hanno avuto COVID-19 e che dopo più di 4 settimane da un’infezione acuta da SARS-CoV-2 vede la persistenza o l’insorgenza di segni e sintomi legati all’infezione.

Verrà consegnato alla famiglia Dianzani il premio attribuito dal Collegium Historicorum Chirurgiae a motivo della monografia “Giacinto Pacchiotti: professore Universitario e uomo politico”, scritta dal Prof. Mario Umberto Dianzani. Verrà presentato il Giornale dell’Accademia dell’anno CLXXXIV (2022), che riporterà le relazioni tenutesi nell’anno precedente ed altre utili notizie societarie.

Si potrà seguire l’incontro sia accedendo all’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino (via Po 18, Torino), sia collegandosi da remoto al sito www.accademiadimedicina.unito.it.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Hannah Rothschild “L’improbabilità dell’amore” -Neri Pozza- euro 19,00

Non tradisce le aspettative l’ultimo romanzo della scrittrice e regista 60enne inglese baronessa Hannah Rothschild (prima donna presidente della National Gallery di Londra) che ci avvolge in pagine trascinanti. Prende spunto da un quadro totalmente inventato, ma ispirato dal vero “Pierrot” di Watteau, artista francese che ha lanciato il movimento Rococò.
Il libro inizia con l’asta multi miliardaria del quadro “L’improbabilità dell’amore” attribuito a Watteau, conteso da magnati e governi di mezzo mondo. Questa tela è la vera protagonista delle pagine che leggerete.

La storia rocambolesca e affascinante del romanzo torna indietro di qualche mese ed è un’alchimia di quadri preziosi e trafugati, storia dell’arte, distorsioni del suo mercato internazionale, misfatti e misteri.
La Rothschild mette in scena un parterre di personaggi bizzarri dei quali ripercorre le traiettorie che li hanno condotti alla casa d’aste: mercanti d’arte senza scrupoli, nobildonne dimenticate, oligarchi in esilio, faccendieri e mecenati.

L’eroina è la 30enne Annie McDee che fatica a mantenersi con l’umile lavoro di cuoca e vive in uno squallido e minuscolo appartamento londinese. Ha conosciuto quello che ritiene l’uomo giusto e in occasione del suo compleanno compra un quadro in un negozietto da rigattiere per una manciata di sterline. Lo spasimante non si presenta e quando lei, pentita dell’acquisto, torna per riportarlo indietro scopre che il negozio è andato a fuoco e l’uomo è morto.
Quella piccola tela, in realtà, ha un valore inestimabile ed una storia incredibile da raccontare. Tutto ha origine dalla genialità di Antoine Watteau, nato a Valenciennes nel 1684 da un costruttore di tetti alcolizzato. Nel 1703 quando ha solo 19 anni e lavora presso un pittore decorativo, vede e si innamora perdutamente della fanciulla più ambita di Parigi, Charlotte Desmare, meglio conosciuta come Colette, amante del Duca d’Orleans, nipote di re Luigi XIV.

Da questo amore folle e dall’impeto che spinge Watteau a catturare e immortalare il suo struggente sentimento nasce il quadro che nel romanzo racconta se stesso così: «Fui dipinto per celebrare le selvagge cascate dell’amore».
E’ la genesi del capolavoro e di un nuovo modo di dipingere.
Watteau morirà di consunzione e con il cuore spezzato nel luglio del 1721, ma la sua opera continuerà a viaggiare nei secoli. E’ il quadro che nel romanzo ci narra la sua rocambolesca storia, passato di mano in mano nel corso dei secoli, pegno di grandi amori, appeso nelle alcove di imperatrici, re, cocottes e tanti altri personaggi.

Ma la trama è ancora più ricca e sorprendente, tra i tentativi di Annie di scoprire il valore del quadro, il suo lavoro di cuoca alle dipendenze di un’altolocata famiglia di antiquari con qualche scheletro nell’armadio, e parecchi colpi di scena.

Monique Roffey “La sirena di Black Conch” -Marsilio- euro 18,00

Diventerà anche un film questo libro della scrittrice e giornalista britannica, studiosa di letteratura coloniale, nata a Port of Spain, a Trinidad nel 1965.
Queste pagine sono un brillante mix di realismo e fiaba che narrano come da secoli nelle acque caraibiche al largo dell’immaginaria isola di Black Conch nuoti una sirena. E’ Acayia, che una volta era la fanciulla più bella e sensuale del suo villaggio, oggetto dell’invidia delle altre donne che con le loro maledizioni l’hanno trasformata in una creatura marina, intrappolata in un corpo metà pesce e metà donna.
Da allora lei nuota al largo ed emerge dall’acqua quando sente la melodia cantata dal pescatore solitario David Baptiste, solo allora si avvicina alla barca e gli narra la sua storia.
Ma un giorno un ricco americano di Miami organizza una pesca d’altura in cerca di marlin, e il caso vuole che il suo inesperto figlio 20enne, tra lo stupore dei pescatori indigeni, riesca a fare abboccare al suo amo proprio Acaya, (che pensava di aver abbordato la solita barca amica).
Acaya nonostante lotti fino allo stremo per sfuggire alla cattura, viene pescata e issata a bordo. Scopriamo così che, ben lungi dalle sirene diafane e bionde di Ulisse, è invece una poderosa creatura dal corpo rosso come quelli delle donne indie, statuaria, squamosa e scintillante, con lunghe chiome nere intricate e simili a tanti tentacoli.
L’idea degli americani sarebbe guadagnare fama e soldi vendendola allo Smithsonian Museum. Una volta tornati a terra appendono la preda a testa in giù nel porto, e vanno a festeggiare ubriacandosi nella taverna dell’isola.
Chi invece gioisce poco sono i pescatori veterani del luogo perché credono alle leggende secondo le quali pescare una sirena porterebbe sfortuna.
Il giovane David Baptiste quando la vede agonizzante sulla banchina portuale entra in azione e riesce a liberarla, poi la nasconde nella sua casa tra i boschi ed ecco che il romanzo si trasforma in una bellissima storia d’amore e complicità che vi farà sognare.

 

Julian Barnes “Niente paura” -Einaudi- euro 19,50

Queste sono pagine intense e colte, divagazioni sulla morte dello scrittore inglese Julian Barnes (nato a Leicester nel 1946), vincitore del Man Booker Prize nel 2011 con “Il senso di una fine”.
Quello della fine è un tema particolarmente importante per Barnes che gli ha dedicato anche altri scritti.
“Niente paura” inizia con l’affermazione «Non credo in Dio però mi manca».
Di lì in poi, l’autore discetta e riflette sulla paura atavica della propria fine. Lo fa con pensieri fulminanti, aforismi e aneddoti familiari; ci inchioda a pensare a fondo sul destino comune e su come viverlo, con continue incursioni in filosofia, letteratura, musica e arte.
Impossibile riassumere queste pagine in cui abbondano scetticismo, arguzia, ironia, del tipo «Non so se Dio esiste, ma per la sua reputazione sarebbe molto meglio se non esistesse». Barnes ripercorre anche il suo atteggiamento nei confronti del tema tanto importante che lo ossessiona da sempre: era ateo a 20 anni, e si ritrova agnostico a 60.
Dichiara di pensare alla morte almeno una volta al giorno, soprattutto verso sera, e di provare una «paura moderata, ragionevole, realista». Cita grandi della letteratura che sulla morte hanno lasciato pagine e pensieri memorabili, tra loro Flaubert, Turgenev, Zola.
Poi ci offre spunti dalla filosofia antica, esamina i vari argomenti a favore e contro Dio, mescola scienza e ricordi. Compone una sorta di “tanatoenciclopedia” (dal greco θάνάτός, morte) in cui ricorda le posizioni di celebri tanafobici (coloro che hanno paura della morte) della storia come Montaigne, Renard, Rachmaninov e Larkin.
Ma inanella anche esperienze familiari, il modo di affrontare la morte dei nonni e dei genitori, per arrivare al legame con il fratello Jonathan, docente di filosofia che in questo libro è uno stimolante interlocutore. 246 pagine che ci aiutano a cercare di capire se del buco nero della morte e dell’abisso ci sia da aver paura oppure anche no……da meditare

David Lagercrantz “Obscuritas” -Marsilio- euro 19,90
L’autore è lo scrittore norvegese quasi 60enne che ha completato la saga “Millenium” dello scomparso Stig Larsson (morto nel 2004 a soli 51 anni). Ora torna con un thriller e una strana coppia di protagonisti: Micaela e Hans, che a Stoccolma indagano sull’omicidio di un arbitro di calcio di origini afgane, picchiato a morte.
Micaela Vargas è una giovane poliziotta straniera figlia di immigrati, cresciuta nella periferia della capitale, totalmente dedita al dovere, dura come l’acciaio, e tosta tanto da poter resistere al dolore e alla fatica. Contraltare di tanta efficienza sul lavoro è un privato che contempla cedimenti e senso di solitudine, inoltre cerca di nascondere una lieve zoppia conseguenza di una ferita sul lavoro.

Hans Rekke invece è nato nel privilegio, aristocratico e ricchissimo, accademico e psicologo, particolarmente arguto, geniale e abile nel suo complesso lavoro. Ma dietro la facciata professionale soffre di depressione che lo sprofonda in periodi di apatia e buio, tende ad abusare di psicofarmaci e pozioni varie, e ama suonare il pianoforte esibendosi in notevoli virtuosismi.

Due personalità diversissime per background, carattere e modo di affrontare vita e lavoro. Le loro traiettorie si intersecano nel 2003 – quando il mondo è ancora sotto shock per l’attentato alle Torri Gemelle di New York dell’11 settembre 2001- e la polizia svedese indaga sul brutale pestaggio e assassinio di Jamal Kabir; rifugiato afgano, arbitro di calcio.
Viene subito sospettato il padre italiano di uno dei giocatori; ma Micaela vorrebbe andare più a fondo per escludere o meno altre piste che leghino la vittima afgana alla guerra contro i talebani. E’ così che viene chiamato a collaborare Hans, noto psicologo di fama mondiale.

Di più non si può anticipare, se non che il libro spazia anche in una sorta d’indagine sociale, a partire dalle differenze di classe dei due protagonisti, per affrontare tematiche come razzismo, xenofobia, ingiustizia sociale, e il clima del nuovo millennio sul suolo svedese, con l’arrivo di ondate di profughi.

Tumore causato da cellulare: riconosciuta rendita mensile

C’è “un’elevata probabilità” che a causare il tumore sia stato l’uso prolungato del cellulare. Così ha stabilito una sentenza della Corte d’Appello di Torino, che ha confermato la decisione del Tribunale di Aosta di condanna all’Inail a pagare la rendita per malattia professionale ad un lavoratore oggi in pensione. Era  tecnico specializzato alla Cogne Acciai Speciali. La rendita è di circa 400 euro mensili.

Decolla l’export piemontese in Europa, Nord America e nuovi mercati

Decolla nel primo semestre 2022, secondo il Monitor dei Distretti del Piemonte realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, l’export dei distretti piemontesi: è stato pari a 5,9 miliardi di euro con un aumento del 14,6% rispetto al primo semestre 2021 (753 milioni di euro in più) e del 5,4% rispetto al primo semestre 2019 (più 300 milioni di euro). Positivo l’andamento delle esportazioni piemontesi verso i mercati maturi (+16,4% rispetto al primo semestre 2021), trainati dai Paesi europei tra cui spiccano Francia, Germania e Svizzera e dall’America del Nord (Stati Uniti e Canada), e anche verso i nuovi mercati (+10,9%) con Turchia, Romania e Corea del Sud in testa.

Nuova apertura straordinaria dell’ufficio passaporti

Per agevolare i cittadini residenti nella provincia di Torino è stata  disposta la quinta  apertura straordinaria dello sportello dell’Ufficio Passaporti della Questura, sito in Piazza Cesare Augusto 5, per la giornata di martedì 8 novembre p.v. orario 15-18, dedicata anche alla presentazione dell’istanza per il rilascio del passaporto  di coloro che non sono riusciti a richiedere un appuntamento sull’Agenda on line e devono partire entro il 15 dicembre 2022.

Si specifica che non saranno ricevute le istanze di coloro che devono partire oltre il 15 dicembre 2022.

In questa giornata l’utente può presentare l’istanza senza prenotazione dell’appuntamento sull’Agenda online del sito istituzionale della Polizia di Stato, recandosi presso l’Ufficio portando con sé tutta la documentazione richiesta consultabile sul sito della Polizia di Stato all’indirizzo www.poliziadistato.it.

L’iniziativa è replicata per le stesse motivazioni evidenziate  quando sono state pubblicizzate  le precedenti aperture straordinarie: aumento  esigenze dell’utenza di ottenere o rinnovare  il passaporto – fenomeno che ha interessato l’intero territorio nazionale – determinato, in particolare,  dal rinnovato desiderio di trascorrere vacanze all’estero dopo le restrizioni determinate dalla pandemia da covid-19, nonché dalla necessità di munirsi del documento per l’espatrio anche per  recarsi nel Regno Unito imposto dalla “Brexit”.

Il rilascio del passaporto avverrà secondo tempistica ordinaria, con facoltà, al momento di presentazione dell’istanza, di delegare una persona di fiducia per il ritiro o di chiederne la spedizione al proprio domicilio tramite assicurata postale.

Nei casi di dimostrata urgente necessità, riconducibile ai soli motivi di salute, di lavoro o studio, la gentile utenza è invitata a consegnare al momento della presentazione dell’istanza la documentazione che attesti l’urgente necessità.