ilTorinese

Aveva bevuto troppo, ragazza in stato confusionale. I carabinieri la portano in ospedale

Dopo una notte all’insegna dell’alcol, una ragazza di 25 anni di Tollegno, nel Biellese,   è stata notata in stato confusionale  all’esterno del bar della piscina “Rivetti” di Biella. Ai carabinieri sopraggiunti la giovane ha detto che stava aspettando un taxi. Ma, viste le condizioni della ragazza, i carabinieri l’hanno accompagnata  in ospedale.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Moncalieri contro la violenza sulle donne

25 novembre  giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Moncalieri, 21-30 novembre 2022

Fonderie Limone, via Pastrengo 88

Biblioteca civica Arduino, via Cavour 31

Borgata Revigliasco, piazza Sagna

Pagina facebook @bibliomonc

Il contrasto alla violenza di genere è stabilmente in cima alla lista dei nostri obiettivi, da quando ci siamo insediati al governo della Città nel 2015. Essa rappresenta prima di tutto un fenomeno culturale. E’ necessario essere instancabili nel sensibilizzare, educare a relazioni fondate sul rispetto, a partire dalla famiglia e dalla scuola. E anche sul terreno della produzione culturale, il nostro lavoro di questi anni testimonia che è possibile fare molto e bene, basta volerlo. Quest’anno in particolare, la biblioteca Arduino e le Fonderie Limone ospitano un programma di alta qualità e ricco di spunti, grazie alla preziosa rete di associazioni che collaborano con noi da lunga data. Il programma durerà 10 giorni continuativi, senza dimenticare però che il 25 novembre è tutto l’anno.

Laura Pompeo

Assessore alle Pari Opportunità, Cultura e Biblioteca

Parte dall’Iran, da una riflessione sulla condizione femminile in quel paese il programma scelto dall’Assessorato alle Pari Opportunità di Moncalieri per celebrare la ricorrenza del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza di genere. Lunedì 21 novembre, dalle 17.30 alle 19, la Biblioteca civica Arduino (via Cavour 31) ospiterà il convegno La voce delle donne – Essere donne in Iran, che vuole essere anche una condanna di tutte le forme di violenza contro le donne e, insieme, un invito a guardare al ruolo che le donne possono avere per il riconoscimento dei loro diritti e della loro piena partecipazione alla vita sociale e pubblica. Curato dall’associazione Il Rosa e il Grigio, il convegno proporrà interventi di taglio antropologico e sociologico, che aiuteranno a inquadrare correttamente il tema. La conoscenza della cultura locale è fondamentale per comprendere gli eventi e, per questo, si è ritenuto fondamentale prevedere una presenza importante di voci iraniane, che sanno leggere al meglio il ruolo delle donne nella società civile dell’Iran contemporaneo. I lavori saranno aperti dai saluti istituzionali di Laura Pompeo, assessore alle Pari Opportunità, Cultura e Biblioteca e proseguiranno con gli interventi dei relatori, moderati da Monica Andriolo, presidente de Il Rosa e il Grigio. Interverranno Sara Ansaloni, assistente alla didattica su geopolitica, relazioni internazionali, cooperazione e tradizioni religiose presso l’Università di Torino, Antonino Demichelis, ricercatore indipendente in Scienze antropologiche, Sara Hejazi, ricercatrice presso la Fondazione Bruno Kessler di Trento, Leila Karami, dottoressa di ricerca in materie islamiche e letterarie e Farhad Mahani, direttore d’orchestra, fondatore e direttore artistico del Contrametric Ensemble. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili e diretta facebook.

La seconda tappa verso il 25 novembre sarà a teatro: mercoledì 23 novembre alle ore 20,30 l’appuntamento è alle Fonderie Teatrali Limone (via Pastrengo 88) con lo spettacolo musicale Tra il dire e il Faber, proposto dal Rotary Torino Palazzo Reale. Al centro ci saranno le più belle canzoni di De Andrè, oltre a poesie, video e contenuti extra portati in scena dalla tribute band Le storie sbagliate. All’interno della serata: un intervento dell’associazione Artemixia sul tema del contrasto alla violenza sulle donne. Ingresso con offerta libera a partire da 20,00 €: il ricavato della serata andrà all’associazione Alicanto che opera in difesa dei diritti dei minori a rischio disagio che vivono in ospedale. Info tramite mail rotarytorinopalazzoreale@gmail.com o ai numeri 339 4734993 e 333 1693939.

Il pomeriggio di venerdì 25 novembre si apre con un momento curato dalla Pro Loco Revigliasco: l’inaugurazione alle 15 di una panchina rossa posizionata in piazza Sagna, quale simbolo di rifiuto della violenza nei confronti delle donne. Ci si trasferisce poi alla biblioteca Arduino, dove alle 17, introdotta da Laura Pompeo, Bruna Bertolo presenta il suo libro Donne e follia in Piemonte. Storie e immagini di vite femminili rinchiuse nei manicomi. Rivolese, laureata in Storia della filosofia e insegnante, giornalista pubblicista, Bruna Bertolo ha pubblicato numerosi libri di argomento storico, focalizzando la sua ricerca sull’Ottocento e negli ultimi dieci anni soprattutto sulla storia al femminile. Ha pubblicato tra gli altri Donne del Risorgimento. Le eroine invisibili dell’Unità d’Italia, seguito da Donne e cucina nel Risorgimento, Donne nella Resistenza in Piemonte, Donne nella Prima Guerra Mondiale. Il libro che Bertolo presenta in dialogo con il giornalista Massimo Boccaletti scandaglia le tante storie personali di donne che conobbero la realtà del manicomio nei decenni che precedettero l’entrata in vigore della legge Basaglia (1978). Una realtà dura, mortificante, spesso violenta. Un volume appassionato, ricco di immagini, rispettoso verso il mondo femminile e che si avvale del prezioso contributo dello psichiatra Pier Maria Furlan. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili e diretta facebook.

Domenica 27 novembre si torna alle Fonderie Limone per lo spettacolo Non ho paura di essere donna a cura dell’associazione Un cuore per Candiolo (ore 16, ingresso a offerta 10,00 €). Il lavoro diretto da Alessandro Falco e interpretato dalla caleidoscopica Laura Cotza scandaglia vita e sentimenti delle donne di oggi: una, tante donne, al tempo stesso simili e totalmente diverse tra loro, esattamente come lo è la realtà rispetto a quanto ci appare. L’universo femminile viene scandagliato con tratto ora delicato, ora graffiante a partire “da una borsa, di per se’ portatrice di personalità, di completamento, di bellezza, di armonia e di benessere – spiegano gli autori – Ma al tempo stesso fedele custode dei pensieri più nascosti e dell’intimità di colei che la utilizza, delle paure, dei dubbi, dei dolori e dell’insoddisfazione di ogni donna. Ne risulta un convincente affresco che getta luce sulla versatilità e la magia dell’essere donna, nonostante tutto”. Prenotazione obbligatoria scrivendo a info@uncuorepercandiolo.com o con whatsapp al numero 3389972209 (la quota va versata all’atto della prenotazione).

Mercoledì 30 novembre l’appuntamento di chiusura propone una riflessione su I diritti dell’uomo in Mazzini e i diritti delle donne, una conferenza di Pier Franco Quaglieni, storico e giornalista, direttore del Centro Pannunzio e presidente emerito della Società Internazionale di Studi Storici. L’appuntamento è alle ore 17 alla biblioteca Arduino. Introduce Laura Pompeo. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili e diretta facebook.

Implantologia dentaria, focus a Chieri

Un punto di forza della sanità a Chieri: l’Accademia di implantologia dentaria del dottor Lorenzo Ravera

Gli impianti dentali sono il trattamento ideale per sostituire i denti perduti; infatti grazie alle moderne tecniche chirurgiche, è possibile ripristinare il dente con una metodologia indolore e minimamente invasiva. Tuttavia, nonostante sia un trattamento molto sicuro, alcuni pazienti sono riluttanti a sottoporvisi e optano per altre opzioni per risolvere la perdita dei denti.

L‘impianto dentale è costituito essenzialmente da una microvite in titanio che viene inserita nell’osso per fissare un elemento dentale in ceramica. A differenza di altre opzioni protesiche, come i ponti dentali, i neo elementi non devono essere fissati ai denti adiacenti, quindi non indeboliscono la dentatura residua, consentendo il ripristino della funzionalità dell’apparato masticatorio che risulterà sostanzialmente identico a quello naturale . Una volta posizionato l’impianto e fissato il dente, il paziente potrà infatti masticare e parlare normalmente, come se non avesse mai perso i suoi elementi naturali

Le viti vengono posizionate dal chirurgo odontoiatra direttamente nell’osso, cosa questa che, difficilmente presenta problemi nella parte inferiore del cavo orale, o mandibolare, mentre per la parte superiore, confinante con le cavità aeree dei seni mascellari, possono esservi problemi notevoli derivanti da un eccessivo assottigliamento della pare in cui la vite deve essere posizionata, ragion per cui è necessario provvedere al posizionamento chirurgico di un materiale appositamente ideato per rinforzare il pavimento del seno mascellare, aggiungendovi del materiale biocompatibile con le strutture ossee, nel punto in cui la vite dovrà essere posizionata.

Sabato 19 Novembre si è tenuto a Chieri un importante convegno  in cui è stato dibattuto lo stato dell’Arte della Implantologia dentaria,  dal titolo “Focus sui biomateriali: sostituti ossei, derma, collagene e loro applicazioni cliniche. Focus sul seno mascellare: tecniche chirurgiche e loro complicazioni.

L’incontro, a cui erano presenti circa cinquanta fra i migliori esperti del settore, provenienti da tutta Italia, è stato organizzato dal dottor Lorenzo Ravera, docente presso luniversità di Chieti con cui collabora nel campo della chirurgia ed implantologia orale, specializzato presso la New York University in implantologia orale e specialista in Anestesia e Rianimazione Il dottor Ravera  vanta inoltre i titoli di Graduated in “OralImplantology” presso la New York University.Visiting e Professore Università UCAM di Murcia, Spagna. Professore Ricercatore presso la Facoltà di Odontostomatologia, Università di Granada, Spagna. Membro attivo dell’American Academy of Osseointegration.

Il dottor Ravera si occupa di tutte le specialità nel campo odontoiatrico da oltre 30 anni ed è conosciuto per la sua elevata professionalità che gli permette di effettuare interventi allavanguardia anche in condizioni di scarso osso ed in pieno accordo con le esigenze del paziente

L’elegante ed ampia sala conferenze, presente all’interno del suo studio, ha visto alternarsi interventi riguardanti la qualità della terapia effettuata al paziente ed è stata illustrata in dettaglio la riabilitazione e l’evoluzione di quelle tecniche e procedure che hanno contribuito ad ottimizzare la terapia riabilitativa ed estetica.

Fra gli oratori meritano una menzione particolare il professor Adriano Piattelli, Professore Straordinario di Odontoiatria e Direttore Corso di Perfezionamento in Matrice Extracellulare e Collagene, e il dottor Pier Michele Mandrillo Medico Chirurgo-Odontoiatra-Medico Estetico, prof. a C. Università di Foggia, Chieti,Tor Vergata Roma, nel cui intervento ha sottolineato l’importanza dell’elastina, del collagene e dell’acido ialuronico per la buona riuscita della cura, elementi ottenibili mediante sintesi, ma in realtà facilmente rintracciabili in maniera omologa nel nostro organismo.  

Particolare attenzione è stata data anche alla descrizione dei biomateriali utilizzati per la ricostruzione del pavimento del seno mascellare grazie all’utilizzo dell’OsteoBiol, un mix di osso suino cortico-spongioso collagenato, tenuemente radiopaco che, introdotto nel seno mascellare rispettando il collagene tissutale, permette di ottenere un rimodellamento del biomateriale, capace di stimolare la formazione di nuovo tessuto dalle caratteristiche simili a quelle dell’osso naturale, consentendo in questo modo il corretto e stabile posizionamento di una vite che sarà esente da problemi di instabilità.


Il convegno si è dunque rivelato una fonte preziosa per tutti gli operatori del settore, un evento in cui si è discusso della implantologia e del suo futuro  che si presenta sempre più entusiasmante ed in costante evoluzione da cui emerge che, attualmente
, gli impianti dentali rappresentano la migliore soluzione per sostituire definitivamente i denti mancanti e non ci resta che aspettare quello che il futuro vorrà rivelarci con tutti gli sviluppi che continuano a presentarsi nella procedura implantare con i suoi miglioramenti che includono l’introduzione della chirurgia implantare assistita da robot, la stampa 3D e l’eliminazione dei biofilm batterici. Il tutto nell’ottica di un costante miglioramento tale da permettere una maggiore durata dell’impianto, con sempre minore tasso di insuccesso come è emerso dal dibattito fra specialisti tenuto a Chieri nello studio del dottor Ravera,  in cui è stato mostrato quanto di meglio si possa oggi ottenere dalle tecniche chirurgiche implantologiche, avendo sotto gli occhi l’esempio di quello che può essere avvertito come uno fra i più grandi successi dell’Odontoiatria nell’ultimo quarto di secolo

RODOLFO ALESSANDRO NERI

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Helga Flatland “Una famiglia moderna” -Fazi Editore- euro 18,00

Helga Flatland è una giovane scrittrice norvegese (nata nel 1984) da tenere d’occhio, perché questo romanzo – che nel suo paese è stato pubblicato nel 2017- ha vinto il Premio dei Librai Norvegese. E c’è da augurarsi che vengano presto tradotti in italiano anche gli altri suoi libri di successo (dei quali uno per bambini).
C’è chi l’ha definita l’Anne Tyler norvegese, altrettanto brava nello scandagliare luci e ombre di quel microcosmo che è la famiglia. Invece per stile di scrittura quasi cinematografico e decisamente scorrevole, oltre che per i temi trattati, rimanda alle atmosfere profonde e coinvolgenti di Ingmar Bergman.

La famiglia del titolo è composta da due genitori intorno alla settantina e i loro tre figli, Liv, Hellen e Häkon, ormai adulti e con le loro vite da gestire.
Il romanzo inizia con la vacanza in Italia organizzata dal padre, Sverre, che sta per compiere 70 anni e per l’occasione, dopo 20 anni, ha radunato tutta la famiglia; figli, loro consorti e nipoti.
Ed è proprio mentre sono tutti insieme nella casa sul litorale laziale che lancia la notizia bomba «Abbiamo deciso di separarci» e la madre rincara «…negli anni ci siamo allontanati l’uno dall’altra..».
E’ un autentico terremoto psicologico che mette in moto stati d’animo altalenanti, incapacità di comprendere una decisione tanto tardiva quanto irrevocabilmente definitiva. I tre figli della coppia si ritrovano completamente destabilizzati.
La Flatland sviluppa la narrazione e dimostra la sua bravura, dando voce, a turno, ai tre figli.
Ognuno ha la sua versione della vita familiare: ricordi, bisticci, gelosie, alleanze, attenzioni ricevute… il complesso groviglio della convivenza. Ognuno metabolizza a modo suo la separazione di quelli che erano stati i pilastri della loro infanzia, adolescenza e anche maturità; perché sembravano una coppia collaudata e solida intorno alla quale i figli avevano costruito il loro modo di intendere i rapporti familiari.

E man mano che Liv, Hellen e Häkon si aprono al lettore in monologhi interiori scopriamo molto delle loro vite di adulti, i loro problemi, le direzioni prese e quelle imprendibili, il loro modo di intendere il rapporto di coppia.
Da quello difficilissimo di Hellen che, al momento dell’annuncio paterno, sta affrontando il suo inferno personale; il desiderio suo e del marito di un figlio che però si perde tra aborti spontanei, tentativi meccanici ed estenuanti, inseminazione artificiale.
La vita matrimoniale di Liv, madre di Agnar e Hedda che assorbono il suo amore e le sue attenzioni. E infine il fratello minore e particolarmente coccolato, Häkon, che rifugge relazioni monogame e in qualche modo stabili.

 

Leila Slimani “E noi balliamo” -La nave di Teseo- euro 20,00
Leila Slimani nata in Marocco, a Rabat, nel 1981, è stata la prima donna marocchina a vincere il prestigioso Premio Goncourt con “Ninna nanna” nel 2016, ed è una delle voci femminili più interessanti nell’odierno panorama letterario.
“E noi balliamo” è il secondo volume di una saga familiare che racconta tre generazioni, dal 1946 ad oggi, tra Marocco, Francia e New York.
Nel precedente “Il paese degli altri” protagonisti erano i suoi nonni; mentre in questo entrano in scena i suoi genitori. Al terzo, sulla sua generazione, sta ancora lavorando.
Siamo nel 1968, a Meknes, dove il nonno marocchino Amin, talentuoso agronomo, è riuscito a trasformare una proprietà arida e difficile in una florida azienda agricola. La nonna alsaziana Mathilde lo ha conosciuto nel 1944, se ne è innamorata e lo ha seguito in terra straniera; ma si sente trascurata e spaesata in un paese che non è il suo.
Sono comunque dell’idea di godersi un po’ di più la vita dopo tanti sacrifici: Amin felice di essere stato ammesso al Rotary Club e ai ricevimenti della borghesia; mentre Mathilde reclama una piscina nel giardino di casa.
La nuova generazione è rappresentata dai due figli della coppia, Aȉcha e Selim. Lei da bambina ribelle pupilla del padre, ora è cresciuta e ha studiato medicina a Strasburgo; mentre il fratello che era un ragazzino biondissimo e magro, coccolato dalla madre, fa i conti con un padre col quale non c’è intesa e cerca di capire quale potrebbe essere il suo futuro.
Aȉcha al suo ritorno a Meknes inizia una relazione con il brillante studente di economia, Mehdi, mentre il fratello patisce il fallimentare rapporto con un padre che trova ingombrante e poco portato a capirlo.
Poi c’è un parterre di altri personaggi, ognuno di loro si muove in un Marocco indipendente ma diviso tra i valori arcaici, il passato coloniale e le tentazioni della modernità importata dall’occidente.
In questo romanzo le donne sono l’epicentro della vita emotiva e sociale della famiglia, e c’è anche il confronto tra, da un lato la libera e indipendente Aȉcha, che gode della possibilità di un lavoro che le procura anche rispetto; dall’altro sua madre Mathilde che non ha potuto studiare per colpa della guerra, e patisce il gap rispetto alla figlia della quale però è orgogliosissima.
Scorrono pagine in cui con sensibilità e bravura, Leila Slimani, mette a fuoco anche il confronto generazionale, con Selim e Aȉcha che stentano a capire i genitori.

 

A cura di Giulia Caminito e Paola Moretti “Donne d’America” -Bompiani- euro 20,00

Quando pensiamo alla letteratura americana tra 1850 e 1950 ci vengono subito in mente nomi tutelari come Melville, Twain, Faulkner, Hemingway e tanti altri, ma coniugati soprattutto al maschile. E nel frattempo le donne scrivevano? Di cosa, dove, come e quando, venivano considerate, erano pubblicate?
Parte da questa domanda l’egregio lavoro di Caminito e Moretti che sono andate alla ricerca di 18 autrici di quel secolo. Hanno ricomposto la mappa di donne di valore che però sono rimaste nelle retrovie della fama, sottovalutate, ignorate, senza diritti d’autore, spesso dimenticate.
La stessa domanda dovevano essersela posta nel 1973 le studiose Alice Walker e Charlotte Hunt che si misero alla ricerca della tomba dimenticata della scrittrice di colore Zora Neale Hurston. Per tutta la vita aveva scritto ma gli editori non le avevano mai pagato i diritti, lasciandola tanto indigente da non potersi nemmeno permettere un funerale; ci pensarono i vicini di casa che con una colletta le assicurarono almeno un misera fossa.
Questo è un caso emblematico della scarsa considerazione di cui beneficiavano le donne scrittrici negli anni in cui l’America veniva raccontata anche da loro, a cavallo tra due secoli in cui i cambiamenti furono importantissimi. Dalla guerra di secesssione all’abolizione della schiavitù (nel 1865, anche se la segregazione sarebbe durata altri 100 anni), dalla grande depressione agli anni del proibizionismo, passando per la battaglia per il diritto di voto femminile e l’emancipazione.
Un secolo in cui l’America crebbe e le donne erano lì a raccontare tutto, alcune otterranno una certa visibilità, ma le più faranno fatica.
In questa preziosa antologia troviamo racconti inediti in Italia, alcuni di autrici più conosciute, altri di donne di cui non abbiamo mai sentito parlare.
Si inizia con Djuna Barnes, nata in una capanna, poi passata per il Greenwich Village di New York e approdata a Parigi; Rebecca Harding che raccontò la vita delle donne nelle ferriere; Kate Chopin che rischiò di essere completamente dimenticata; e c’è anche un racconto della più nota Edith Wharton, vincitrice del Premio Pulitzer, ma conosciuta più per i romanzi che non per il suo lavoro in tempo di guerra e per i magnifici racconti.

Poi ci sono testi scovati dalle autrici in angoli seminascosti di donne che scrissero pagine mirabili con cui raccontarono le loro vite, i loro tempi, le loro passioni e delusioni; testimoni abili nel mettere nero su bianco la loro creatività e delle quali scopriamo i nomi in queste pagine. Perché si le donne c’erano e scrivevano, solo con molta più fatica degli uomini…..

 

Lucinda Riley “Delitti a Fleat House” -Giunti- euro 19,80

Il valore aggiunto di questo thriller -scritto e organizzato secondo la migliore tradizione giallista britannica- è anche nel fatto che sia l’ultimo lavoro della scrittrice irlandese stroncata da un tumore l’11 giugno 2021.
Lo ricorda nella prefazione il figlio primogenito della scrittrice che è stato uno dei coautori delle sue opere.

Lui è Harry Whittaker ed insieme hanno creato la fortunata saga per bambini “My Angels”. Scopriamo che “Delitti a Fleat House” è l’unico poliziesco scritto dalla Riley nel 2006, ma ancora mai pubblicato.
Lucinda Riley (nata nel 1966) aveva iniziato a lavorare come attrice di cinema, teatro e tv; il suo primo romanzo l’aveva dato alle stampe all’età di 24 anni. Da allora aveva inanellato una lunga sfilza di best seller; a fermarla è stato un maledetto cancro all’esofago diagnosticato nel 2017 e contro il quale ha lottato fino alla resa finale.

Dunque è con una certa emozione che entriamo nel cuore della vicenda ambientata nell’antico e monacale dormitorio di Fleat House della St. Stephen’s School, nella splendida campagna del Norfolk.
E’ lì che una figura misteriosa si aggira furtiva e sostituisce due pillole sul comodino della camera dell’alunno Charlie Cavendish. Quando il ragazzo rientra prende le solite pasticche contro l’epilessia di cui soffre da anni, ma in una manciata di minuti stramazza al suolo e muore.

Si pensa subito a una crisi epilettica che gli è stata fatale. Ma il padre di Charlie è un potentissimo avvocato londinese e pretende sia fatta un’autopsia.
Il risultato indica una traiettoria diversa da quella del caso.
Inoltre entriamo nella vita della vittima, rampollo viziato di una famiglia ricca e altolocata; con il padre, William Cavendish, in rotta di collisione con quel figlio che anziché seguire le orme dell’avvocatura era portato più al divertimento e allo scarso impegno.
Poi molto altro emergerà sul ragazzo, il bullismo nella scuola, i ruoli svolti da preside, insegnanti e responsabili vari, e verranno alla luce parecchi segreti legati al passato dei vari personaggi.

E’ solo la prima morte del romanzo, e sull’intricato caso viene chiamata a lavorare l’ispettrice Jazmine “Jazz” Hunter che ha lasciato da poco il suo lavoro per una disavventura personale che l’ha spinta a prendersi un anno sabbatico, e si è appena comprata un cottage a pochi chilometri dalla scuola pensando a una nuova direzione da dare alla sua vita.
Un’eroina bella, bravissima nel suo lavoro, acuta e intelligente, stimata da colleghi e superiori, ma incappata in un matrimonio sbagliato dal quale sta cercando di risollevarsi. E sarà lei a dipanare la complessa matassa di questo scorrevole crime, di cui ovviamente non anticipo altro…se non che avrete diversi colpi di scena a tenervi incollati alle pagine

L’eleganza della modernità. Al Forte di Bard il Déco in Italia

Dal 2 dicembre 2022 al 10 aprile 2023 il Forte di Bard, in Val d’Aosta, ospiterà una nuova e inedita mostra sull’Art Déco, in collaborazione con Silvana Editoriale, intitolata” Il Déco in Italia, l’eleganza della modernità”. Si tratta di un progetto espositivo curato da Francesco Parisi, che presenta 230 opere tra pittura, scultura, decorazioni murali, arti applicate, manifesti e illustrazioni, capaci di svelare l’evoluzione del Déco in Italia.

Il termine nasce dall’abbreviazione del titolo della celebre esposizione parigina del 1925, “Exposition International des ArtsDecoratifs et Industriels Modernes”; ha avuto una sua precisa fortuna storica nel 1966 con la mostra allestita nella capitale francese dal titolo “Les ànnees ’25: Art Déco, Bauhaus, Stijl, Esprit Nouveau”. Da allora sono state allestite numerose mostre tra le due guerre mondiali, che si richiamavano a un gusto internazionale, con una particolare attenzione verso le arti decorative.

La mostra “Il Déco in Italia, l’eleganza della modernità”, è allestita nelle sale della Cannoniere e delle Cantine del Forte di Bard. Oltre a ricostruire la sezione italiana presente a quell’epocale evento, intende restituire una sorta di fotografia di quanto si andava producendo in quegli anni, non soltanto nelle arti decorative ma anche in pittura, scultura e grafica, selezionando quelle opere capaci di rispondere a una esigenza di sintesi formale, nell’ambito novecentista, che caldeggiava il recupero della tradizione culturale italiana e dell’idioma classico rinascimentale, sia a un’attitudine più gioconda, solo in apparenza disimpegnata. Sono esposte le sfavillanti ceramiche firmate da Gio Ponti per Richard Ginori e le trasparenze buranesi di Vittorio Zecchin. Figurano anche opere di pittura e scultura connotate da quel gusto sintetico e lineare che avrebbe caratterizzato una parte dell’arte italiana di quegli anni.

Numerose le opere pregevoli in mostra, quali il pannello in ceramica di Galileo Chini, che ornava il salone del Padiglione Italia, il ritratto di Augusto Solari realizzato da Adolfo Wildt, le celebri ceramiche di Francesco Nonni e i dipinti di Aleardo Terzi e Umberto Brunelleschi, che segnano un versante più illustrativo della pittura di quegli anni.

Un largo spazio è stato dato al sottile legame che ha legato il secondo Futurismo alla temperie Déco, che fecero esclamare a Margherita Sarfatti: “Il Futurismo ha salvato l’Italia alla mostra di Parigi”.

La ricostruzione dell’esposizione del 1925 consente anche di presentare molte opere di quegli anni, tra cui gli studi preparatori per il grande arazzo del Genio Futurista Giacomo Balla, che ornava la scalinata del Grand Palais, altri arazzi e mobili progettati da Fortunato Depero, nonché alcune scenografie di Enrico Prampolini.

Contigue al Futurismo sono le opere visionarie di Sexto Canegallo e Cornelio Geranzani, che testimoniano, invece, alcune aperture al decorativismo internazionale.

Sono anche molti i ritratti femminili in mostra, sui quali svetta uno dei dipinti più rappresentativi di Giulio Aristide Sartorio e di quella luminosa stagione di “Fregene”, in cui l’artista ha immortalato la sua compagna, l’attrice Marga Sevilla, insieme ai suoi bambini.

Più corrispondenti al Déco francese sono le opere di MarioReviglione, tra cui “Zingaresca” e il “Ritratto della Signora Cavagnari Gori”, accanto a quello celebre della scrittrice Amalia Guglielminetti. La mostra amplia inoltre gli estremi cronologici finora utilizzati (1919 -1939), includendo gli anni antecedenti il primo conflitto mondiale e contraddistinguendo il percorso espositivo con alcune ricostruzioni storiche di importanti occasioni, quali il Padiglione italiano alla mostra parigina del 1925, le biennali di arti decorative di Monza e alcuni focus su due personalità molto influenti negli anni Venti: la gallerista e couture Maria Monaci Gallenga e Riccardo Gualino.

L’esposizione è  divisa in nove sezioni tematiche, ma con un percorso anche ripartito per tecniche. Accanto alla sezione dedicata a Monza (1923 – 1930) e a quella parigina, ve ne sono altre rivolte alla pittura, alla scultura, alle arti decorative, allagrafica editoriale e al manifesto.

Ogni sezione della mostra è sviluppata mantenendo un dialogo attivo tra le diverse manifestazioni artistiche. La sua funzione è quella di porre in risalto il fil rouge presente nel gusto Décoitaliano.

 

 

Forte di Bard (Bard, Valle d’Aosta)

Orari: 2 dicembre 2022 – 10 aprile 2023

martedi – venerdì 10:00/18:00

sabato, domenica e festivi  10:00/19:00

1 gennaio  14:00/20:00

lunedì chiuso

24 – 25 dicembre chiuso

Dal 26 dicembre 2022 all’ 8 gennaio 2023  aperto tutti i giorni con prolungamento orario serale sino alle ore 20:00 e chiusura della biglietteria alle ore 19:00

Sabato 31 dicembre ore 19:00

Telefono Associazione Forte di Bard

0125 833811

info@fortedibard.it

 

Mara Martellotta

Fondazione Paideia propone per il secondo anno il Calendario dell’Avvento in edizione limitata

 

 La magia del Natale sta arrivando e Fondazione Paideia, per il secondo anno, torna con il proprio Calendario dell’Avvento in un’edizione limitata che trasforma l’attesa del Natale in un’occasione di solidarietà. Con una donazione di 25 euro, sarà possibile contribuire a sostenere i progetti della Fondazione Paideia dedicati alle famiglie con bambini con disabilità, oltre che gustare dei deliziosi cioccolatini Domori aprendo ogni giorno una nuova casellina del Calendario.

 

“Abbiamo pensato di riproporre, per il secondo anno consecutivo, il Calendario dell’Avvento Paideia, che rappresenta per noi un’occasione speciale per vivere la magia del Natale all’insegna della solidarietà e della golosità, stando accanto alle famiglie con bambini con disabilità che incontriamo ogni giorno al Centro Paideia” – dichiara Fabrizio Serra, Segretario Generale della Fondazione Paideia.

 

Il Calendario dell’Avvento Paideia è disponibile al Centro Paideia di Torino in Via Moncalvo 1, dietro la Gran Madre, dal lunedì al sabato, dalle ore 10 alle 18. Sarà inoltre possibile trovarlo presso il Centro Commerciale Shopville Le Gru, al primo piano, all’interno del villaggio natalizio, nelle giornate del 26 e 27 novembre, dalle ore 10 alle 18. Infine, è possibile riceverlo in tutta Italia direttamente a casa propria o della persona a cui lo si vuole donare, scrivendo a sostenitori@fondazionepaideia.it o chiamando il numero 011 0462400.

 

Calendario dell’Avvento Paideia:

  • Centro Paideia (Via Moncalvo, 1 – Torino) | dal lunedì al sabato: ore 10:00-18:00
  • Centro Commerciale Shopville Le Gru (Grugliasco – primo piano, all’interno del villaggio natalizio) | 26-27 novembre: ore 10:00-18:00
  • È possibile riceverlo in tutta Italia al proprio indirizzo oppure, se è un regalo, a casa della persona a cui si vuole farlo arrivare. Per la spedizione, scrivere a sostenitori@fondazionepaideia.ito chiamare il numero 011 0462400

Il Teatro Regio di Torino, con una stagione ricca di novità, si apre anche a un pubblico giovane

Il 2023 rappresenterà un anno particolarmente significativo per il Teatro Regio di Torino, in quanto il 10 aprile prossimo ricorrerà il cinquantesimo anniversario della sua ricostruzione e i 283 anni dalla sua fondazione.

La Stagione d’Opera del teatro prenderà avvio il prossimo gennaio e si concluderà a giugno, per poter riprendere, a partire dalla stagione successiva, la cadenza classica autunno/estate. Può contare su uno dei palcoscenici migliori d’Europa, completamente rinnovato, grazie all’apporto dei lavori sulla meccanica di scena, appena conclusi.
“Sebbene sia arrivato a Torino con una visione di teatro molto chiara – spiega il sovrintendente del Teatro Regio Mathieu Jouvin – ho dedicato i primi mesi all’ascolto, perché nessun progetto viene definito a priori e serve consapevolezza per far bene le cose. Ritengo che il teatro costituisca un ecosistema comprendente strutture e funzioni specifiche e, al tempo stesso, un organismo aperto alla circolazione di idee e energie, in dialogo tra passato e futuro, in vista delle sfide del domani. Un teatro che mi piace considerare conviviale, lungo di aggregazione e partecipazione trasversale, uno spazio urbano dedicato alla socialità. Non dimentichiamo che, dopo due anni di arresto dovuto alla pandemia, tutti noi abbiamo motivazioni fortissime nella ripresa della vita relazionale”.
Il titolo scelto dal Sovrintendente Jouvin per la stagione del teatro Regio è “Passaggi”, che rappresenta per lui molto di più di un semplice titolo. Il termine deriva dal francese “passage” ed è capace di condensare in sé molti significati tra cui apertura, cambiamento, espansione, frutto di un lavoro di squadra molto lungo e complesso.
La Stagione d’Opera sarà inaugurata il 24 gennaio prossimo con “Il barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini, per la prima volta a Torino nella brillante versione firmata da Pierre Emannuel Rousseau, che mantiene l’ambientazione andalusa e propone voci e costumi vivaci ispirati all’arte di Goya, scegliendo di aumentare l’atmosfera briosa con una nota onirica e poetica.
Il maestro Diego Fasolis tornerà al teatro Regio quale riconosciuto esperto del repertorio del Settecento e del primo Ottocento, dirigendo un giovane cast pieno di talento, comprendente artisti come Santiago Ballerini, Josè Maria Lo Monaco e John Chest.
Dal 25 febbraio all’8 marzo prossimi andrà in scena “Aida” di Giuseppe Verdi nel sontuoso allestimento di William Friedkin, che ha vinto l’Oscar e si è contraddistinto per essersi ispirato alle architetture dell’antico Egitto. Dirigerà l’orchestra il maestro Daniele Gamba, con interpreti verdiani di livello assoluto, quali Angela Meade e Erika Grimaldi, Silvia Beltrami e Stefano La Colla.
Dal 31 marzo al 14 aprile sarà la volta del “Flauto Magico” di Mozart , per la prima volta realizzato in un’onirica cornice firmata da Barrie Kosky e Suzanne Andrade.
Le suggestioni mozartiane si mescoleranno alle proiezioni ispirate dal cinema muto, con le quali gli interpreti interagiranno, dando vita un’interpretazione immersiva e capace di entusiasmare il pubblico. A dirigere sarà il maestro Sesto Quadrini, accompagnato da un cast eccezionale quale Ekaterina Bakanova, Joel Prieto, Alessio Arduini e Tamara Ivanis.
Dal 13 al 23 maggio 2023 verrà presentata “La figlia del reggimento” di Gioachino Donizetti, in un nuovo allestimento coprodotto in collaborazione con il Teatro La Fenice di Venezia, che rappresenta l’inizio di un viaggio alla scoperta dei legami e degli scambi culturali tra Italia e Francia.
La regia mescola elementi reali ad altri surreali, come tipicamente avviene nelle produzioni di Barbe & Doucet. L’opera, piuttosto impegnativa, sarà diretta da Evelino Pidò, ambasciatore nel mondo del bel canto, al ritorno alla guida di un cast di eccezione costituito da Giuliana Gianfaldoni, John Osborn, Manuela Custer e Roberto De Candia.
A concludere la stagione sarà un’altra opera emblematica, “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini nell’allestimento di Damiano Michieletto. Si tratta di uno spettacolo di forte impatto estetico e emotivo, capace di mettere in evidenza la più cruda essenza dell’argomento, una vicenda di turismo sessuale ambientata in una grande metropoli asiatica.
Dmitri Jurowski, interprete universalmente riconosciuto del repertorio operistico e sinfonico del Novecento, porrà in risalto tradizioni musicali diverse.
A completamento della stagione verranno presentate due prime esecuzioni per il teatro lirico torinese, la prima è “Powder Her Face” di Thomas Ades, la cui opera si ispira alla vera storia di un divorzio scandaloso e milionario nell’Inghilterra degli anni Cinquanta. Sarà in programma al Piccolo Regio Puccini dal 10 al 18 marzo 2023.
La seconda è rappresentata da “La sposa dello Zar”, con la rigorosa partitura di Rimskij Korsakov, ricca di tinte fosche e temi popolari russi, affidata a Valentin Uryupin, interprete pluripremiato di musica slava. Sarà in programma il 26 e 28 aprile prossimi
L’8 e 9 gennaio andrà in scena la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, opera simbolo del repertorio italiano.
Non mancheranno, come di consueto, i Concerti dell’Orchestra e Coro del Teatro Regio e della Filarmonica TRT. Il Requiem, uno dei brani sacri più toccanti della storia della musica, composto da Verdi in memoria di Alessandro Manzoni, sarà diretto da uno dei più interessanti direttori italiani, Andrea Battistoni.
Protagonisti della stagione saranno anche l’Orchestra, il Coro e il Coro di Voci Bianche del teatro Regio, diretti da Andrea Secchi e Claudio Fenoglio.
Alla compagini stabili si aggiungerà, da questa stagione, il Regio Ensemble, una comunità di giovani artisti in residence, che vivrà al teatro Regio per perfezionarsi e mettersi alla prova. Si tratta di sette artisti dai percorsi artistici e nazionalità tra loro diverse.
Il teatro Regio si apre anche ai giovani con la possibilità di accedere alle opere in una delle due prove generali da parte degli under 30 con un biglietto speciale a 10 euro.

Mara Martellotta

Iran, Italia Lib Pop aderisce all’appello del Partito radicale

Da settimane è in corso in Iran una rivoluzione pacifica e nonviolenta di un popolo che chiede diritti umani inalienabili e la fine di un Regime teocratico violento e repressivo. Una protesta che quotidianamente viene repressa nel sangue e che non sembra fare notizia dalle nostre parti con i principali media nazionali, la Rai su tutti, che non diffondono notizie e non informano gli italiani su quanto sta accadendo nel Paese.
“Per questo motivo, Italia Liberale e Popolare ha deciso di aderire all’appello lanciato dal Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito partecipando alla marcia ‘Donna-Vita-Libertà: Diritti Umani per Tutti Ovunque‘, che si terrà a Roma Sabato 10 Dicembre”, così Claudio DesiròSegretario Nazionale di Italia Liberale e Popolare commenta l’adesione dell’Associazione all’appello lanciato dal Partito Radicale.
“Da settimane, a fianco del Partito RadicaleItalia Liberale e Popolare denuncia il silenzio mediatico e politico del nostro Paese e ritenendo che il nostro Governo ed il nostro Parlamento debbano al più presto prendere un posizione netta e chiara contro il Regime degli Ayatollah, sospendendo ogni accordo economico e commerciale con esso e sanzionando i membri della struttura di potere della Repubblica Islamica”, continua Desirò.
“Come Segretario di Italia Liberale e Popolare, insieme a molti nostri associati, ho anche deciso di partecipare all’iniziativa di digiuno in sostegno allo sciopero della fame intrapreso da Irene TestaTesoriere del Partito Radicale, al fine di richiedere una giusta informazione sulla Marcia del 10 Dicembre ed al nostro Governo la promozione di azioni a difesa delle donne e del popolo Iraniano. Non ci può essere pace senza che i diritti individuali della persona siano rispettati: l’indifferenza e l’inerzia equivalgono a complicità con oppressori e violenti”, conclude Desirò.
Italia Liberale e Popolare ricorda a tutti, associati e non, la possibilità di aderire e firmare l’appello, il digiuno e la partecipazione alla marcia del 10 Dicembre, sul sito del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito.
Italia Liberale e Popolare

Auto si ribalta sul raccordo di Caselle: due feriti

Ieri sera sul raccordo Autostradale di Caselle in direzione Torino, all’altezza dello svincolo Madonna di Campagna un’auto  si è ribaltata, due i feriti lievi ricoverato al San Giovanni Bosco.  Si sono registrati disagi al traffico. Sono intervenuti i vigili del fuoco, la polizia stradale e gli ausiliari del traffico dell’Anas.

Lavori per le nuove “vele” al Filadelfia

Sono in corso i lavori per installare le vele automatizzate allo stadio Filadelfia. Il progetto – come annunciato dal quotidiano Tuttosport – prevede la sostituzione dell’impianto meccanico ormai danneggiato negli anni dalle intemperie. Le nuove vele saranno automatiche e potranno chiudersi o aprirsi in base alle  necessità della squadra negli allenamenti.