ilTorinese

Sorpreso a rovistare dentro un’auto: arrestato

Un ventisettenne di origini rumene è stato arrestato dagli agenti dell’UPGSP per rapina impropria.

I fatti sono accaduti nottetempo, quando il personale della Squadra Volante, transitando in via Santa Chiara, ha notato una jeep parcheggiata all’angolo con via Piave con le luci e l’allarme in funzione; il vetro deflettore della portiera posteriore destra del veicolo risultava infranto.

Fermata la Volante per effettuare un controllo, i poliziotti hanno notato all’interno dell’abitacolo della jeep la sagoma di un uomo seduto sui sedili posteriore ed intento a frugare nella parte anteriore dell’auto.

Al giungere degli agenti, il soggetto si sdraiava sui sedili nel tentativo di non farsi vedere ma, nel momento in cui capiva di essere ormai stato scorto, tentava di fuggire, ingaggiando una colluttazione coi poliziotti, i quali pur riportando lievi lesioni, riuscivano a renderlo inoffensivo.

L’uomo, trovato in possesso di uno zaino contenente un coltello a serramanico, 8 cacciaviti ed uno spray al peperoncino, aveva nelle tasche 10 € in moneta, che a seguito del sopraggiungere sul posto del proprietario dell’auto, venivano riconosciute come denaro da lui lasciato nel vano posacenere la sera precedente e pertanto sono state restituite allo stesso.

Il ventisettenne rumeno, già colpito da avviso orale del Questore di Torino, è stato tratto in arresto per rapina impropria.

Valdocco, ecco come cambierà: spazi pubblici più belli e sicuri

Lavori per 1,5 milioni di euro in piazza Maria Ausiliatrice e davanti alla scuola De Amicis

 

Contribuiranno a completare la riqualificazione del rione gli interventi finanziati con fondi del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili per il programma PINQuA presentati ai consiglieri della circoscrizione 7 dall’assessora Chiara Foglietta.

I lavori, per un importo previsto di 1,5 milioni di euro, si concentreranno sulla sistemazione di piazza Maria Ausiliatrice e dei marciapiedi limitrofi e dell’area antistante la scuola De Amicis di via Masserano con il giardinetto che si affaccia su corso Regina e il vicolo Grosso.

Il progetto si inserisce all’interno di una serie di interventi di riqualificazione dello spazio pubblico volti a garantire una particolare protezione degli studenti, dei pedoni e dell’ambiente: piazza Maria Ausiliatrice e l’area di via Masserano sono infatti caratterizzate dalla presenza di numerose scuole.

Si tratta di soluzioni che, integrandosi con quelle previste nei due progetti ‘Valdocco Vivibile’ 1 e 2, hanno l’obiettivo di creare un ambiente urbano più vivibile aumentando le aree dove potersi incontrare e sostare e la sicurezza di chi si sposta a piedi o in bicicletta e destinate, nel contempo, a contrastare l’effetto isola di calore e utili alla gestione delle acque piovane.

Piazza Maria Ausiliatrice

La piazza verrà parzialmente pedonalizzata: la parte destra, dove sono previsti anche una serie di stalli riservati a disabili, carico e scarico merci, taxi e alle auto per le cerimonie religiose, rimarrà percorribile dai veicoli provenienti da corso Regina Margherita. Sul lato opposto troveranno posto elementi di arredo urbano.

L’asfalto verrà rimosso e la pavimentazione realizzata interamente in materiale lapideo, pietra di Luserna o granito per le lastre, porfido o sienite per i cubetti posati a disegno.

Per dare continuità alla piazza e strutturare l’accesso alla Basilica mettendo in sicurezza i pedoni, su via Maria Ausiliatrice, in corrispondenza del monumento in bronzo dedicato a Don Bosco e dell’ingresso al Santuario verrà realizzato un dosso lastricato. Ai due angoli della piazza saranno allargati i marciapiedi.

Si interverrà anche sul sistema di raccolta delle acque meteoriche per evitare che si possano verificare allagamenti nella parte più bassa, soprattutto in occasione di precipitazioni di grandi intensità. Ai quattro angoli della parte centrale della piazza, attorno al monumento, verranno posizionati quattro nuovi punti luce.

Nella parte centrale, poi, verranno realizzate due grandi aiuole verdi e altre due in via Maria Ausiliatrice, in corrispondenza del dosso lastricato previsto davanti all’ingresso del Santuario. Per lasciare libero l’asse visuale della piazza, secondo quanto disposto dalla Soprintentenza, non sarà piantumato alcun albero.

Via Masserano, vicolo Grosso, Giardino su corso Regina Margherita

La rimozione delle pavimentazioni in asfalto e la loro sostituzione con calcestruzzo drenante o pietra proseguirà anche nell’area di via Masserano, all’interno dei giardini di corso Regina Margherita e nel vicolo Grosso. Quest’ultimo verrà pedonalizzato e rimarrà percorribile ai soli residenti e a chi debba accedere al cortile della scuola.

All’interno del giardino di corso Regina Margherita è previsto il posizionamento di un nuovo gioco accessibile a tutti, mentre quelli già presenti verranno manutenuti. Si procederà anche alla sostituzione delle panchine e verranno inseriti tavolini per il gioco e un tavolo da ping pong.

Da segnalare anche la sostituzione della scala di collegamento tra via Masserano con vicolo Grosso che verrà riprogettata per consentire un più facile passaggio, mentre sugli edifici che la fiancheggiano sono previsti interventi di ripristino dell’intonaco e di impermeabilizzazione.

Ancora: saranno ripristinati diversi tratti dei marciapiedi in pietra di corso Regina Margherita e l’intero ambito sarà oggetto di una serie di lavori destinati a rendere più bella tutta l’area e a migliorarne la vivibilità e la sicurezza.

Giordano Bruno Guerri intervistato da “La Stampa”

IL COMMENTO  Di Pier Franco Quaglieni

L’intervista a  Giordano Bruno Guerri su “La Stampa  del 2 giugno  rappresenta qualcosa di importante sia perché è un fatto davvero inusuale che il giornale di Giannini dia voce a personalità libere come Guerri, sia perché  essa chiarisce in modo inequivocabile la posizione dello storico e dello scrittore, attuale presidente del Vittoriale. Guerri ha spiegato  in modo ineccepibile che occuparsi in termini storici di fascismo , non significa affatto essere  nostalgici. L’accusa di aver sdoganato il fascismo con la sua opera storica colpì in primis Renzo  De Felice e venne rivolta a tutti coloro che con il necessario distacco storico si occuparono del Ventennio e vennero accusati di revisionismo.
L’aver scritto di Bottai, di Marinetti, di D’Annunzio “per cambiare una vulgata sbagliata“ è  stato il  nobile compito che Guerri si è assunto ,infrangendo la feroce egemonia culturale che ha gravato pesantemente sulla cultura italiana per decenni. Guerri ha anche dichiarato di detestare il fascismo ed ha aggiunto che sarebbe stato “ un furioso antifascista durante il regime “ l’unica scelta che resta importante perché esserlo oggi senza rischi, anzi con molti vantaggi,  appare del tutto fuori tempo. L’antifascismo dei molti che cambiarono camicia dopo il 25 aprile 1945 ,andando in soccorso ai vincitori, come diceva Flaiano, non ha nulla di eroico, anzi esprime il più volgare opportunismo che non riguardò  solo gli intellettuali ma tanti italiani qualunque. Ernesto Rossi che subì’ carcere e confino ,scrisse in una lettera a Salvemini che molti a Firenze salutavano con il pugno chiuso perché, se avessero aperto la mano, sarebbe caduto in terra il distintivo fascista che avevano appena tolto dal bavero.
Guerri ha evidenziato nell’intervista come l’egemonia culturale del PCI  appaia un fatto storico indiscutibile. De Gasperi e i partiti laici scelsero la gestione del  potere, Togliatti rivolse la sua attenzione alla cultura che finì di prostrarsi al PCI : gli intellettuali – ha ricordato Guerri – “non sono leoni e sappiamo bene da dove vengono , dal Rinascimento stipendiati da un signore”.
Guerri ha anche spiegato come Berlusconi abbia  sottoscritto un tacito accordo con la sinistra, tenendo per se’ le televisioni e la cultura di massa. Il resto lo ha lasciato alla sinistra.” Secondo Guerri” non ha mai usato Mondadori o Einaudi a fini politici perché a lui non interessava. Sarebbero stati strumenti formidabili; anche sotto Berlusconi la cultura alta di destra è rimasta orfana.”Una verità sui limiti abissali di Forza Italia che ha i premiato spesso gli sprovveduti e gli incolti, lasciandosi scappare i “professori”, ma non soltanto quelli.
Nell’ intervista Guerri (che ha appena pubblicato un nuovo libro su D’Annunzio “Gabriele  D’Annunzio. La vita come opera d’arte” – Rizzoli 2023 ) ha anche  spiegato le distanze del Vate dal fascismo  come è ormai assodato dalla storiografia più seria. Guerri ha anche raccontato  un episodio emblematico: “Quando sono arrivato al Vittoriale fuori c’erano bancarelle con paccottiglia varia, i gagliardetti, gli Eja Eja Alalà, i manganelli, le magliette con la scritta “me ne frego“. Prima gli imposi di vendere  anche le magliette con Che Guevara. Quando scadde la concessione, sono riuscito a far rimuovere le bancarelle e a Gardone non si trova più un accendino con il duce. Per questo mi sono inimicato un sacco di gente a destra, prima di tutti Casa Pound.”
Conosco Guerri ed ho letto quasi tutti i suoi libri. Egli è davvero un intellettuale libero e la sua laicità è davvero un aspetto importante della sua opera. E’ un chierico che non ha tradito, se vogliamo evocare il grande e dimenticato  libro di Julien Benda.

Intervento mai effettuato prima salva neonato al Regina Margherita

Salvato, con un intervento in endoscopia mai effettuato in precedenza su un paziente così piccolo, un neonato affetto da rarissimo mielomeningocele nasale, presso l’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino
E’ stato salvato, con un intervento in endoscopia mai effettuato in precedenza al mondo su un paziente così piccolo, un neonato affetto da mielomeningocele nasale, rarissima patologia che comporta una difettosa chiusura della base del cranio, tale da provocare, durante la vita fetale, la discesa di una piccola parte del cervello all’interno del naso, presso l’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino.
Oltre al rischio di meningite, il problema maggiore del bambino era che il buco si trovava nella parte più posteriore del naso e quindi che la porzione di cervello che scendeva nel naso (molto voluminosa) ostruiva in modo importante il passaggio dell’aria, provocando una respirazione sempre più difficile, problema molto serio in un neonato.
Il programma iniziale sarebbe stato quello di farlo crescere fino almeno agli 8 mesi per poi operarlo come da letteratura medica, ma le condizioni respiratorie del bambino sono andate via via peggiorando, finchè, arrivati al terzo mese di vita, si è deciso di intervenire perchè, in caso contrario, il piccolo sarebbe andato incontro ad un blocco totale della respirazione ed avrebbe dovuto poi essere sottoposto ad un intervento di tracheostomia per poter respirare.
Dopo alcuni colloqui con i neonatologi, si è deciso di procedere con un intervento in endoscopia, pur non essendoci in letteratura medica alcun precedente a livello mondiale di interventi di questo tipo eseguiti prima del sesto mese di età.
Dopo aver spiegato ai genitori la problematica del bambino e la possibilità di eseguire un intervento per via endoscopica, essi hanno accettato ed il piccolo è stato operato con un intervento tecnicamente difficilissimo dal dottor Paolo Tavormina (responsabile della di Otorinolaringoiatria pediatrica dell’ospedale Regina Margherita), unitamente alla dottoressa Federica Peradotto, sua collaboratrice, ed al dottor Paolo Pacca, aiuto della divisione di Neurochirurgia pediatrica (diretta dalla dottoressa Paola Peretta). I chirurghi del Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino “Regina Margherita” (diretto dalla professoressa Franca Fagioli) sono entrati attraverso il nasino del neonato con fibre ottiche (di diametro di 2,7mm) che hanno permesso di poter monitorare in video quanto accadeva all’interno nel punto cruciale per poi operare con microstrumenti, che hanno permesso di chiudere, tramite la mucosa stessa del paziente, il foro alla base del cranio. L’intervento ha avuto esito positivo.
A tutt’oggi il piccolo sta bene e presenta uno sviluppo psico intellettivo assolutamente normale.

Lite a pugni tra vicini, donna ferita finisce in ospedale

I carabinieri e la polizia ieri pomeriggio sono intervenuti in via Napione 31, a Torino, chiamati per una lite tra vicini.  Un uomo di circa 40 anni ha colpito una donna che ha riportato un trauma al viso ed è stata trasportata al pronto soccorso.

Non si ferma al rosso: schianto mortale tra due auto nella notte a Torino

Un incidente mortale si è verificato intorno alle 23 di venerdì 1 giugno, tra corso Trapani e corso Peschiera a Torino. Le autorità riferiscono che le auto coinvolte erano una Giulietta e una Fiat Bravo, e l’impatto è stato così violento da far scontrare una delle vetture contro i pali della segnaletica, causando la morte di uno dei passeggeri. Le altre tre persone coinvolte sono rimaste ferite. La causa è probabilmente il mancato stop al semaforo rosso.

 

Ultima di campionato! Torino-Inter

38esima giornata serie A
Torino-Inter
Stadio Olimpico Grande Torino
Ore 18.30
Sabato 3 giugno

Si chiude un altro campionato di serie A avvincente ed emozionante con la vittoria scudettata del Napoli,in largo anticipo,ma con ancora una qualificazione in Europa da decidere e chi sarà la terza squadra a retrocedere in serie B(assieme alla Cremonese ed alla Sampdoria)tra Spezia e Verona.
Per quanto riguarda Torino -Inter la gara assume un grande valore significativo soprattutto per i granata di Juric perché qualora vincessero,confermando l’ottavo posto in classifica e la Juventus venisse esclusa dalle competizioni europee per le note vicende giudiziarie,si spalancherebbero le porte della qualificazione in Europa con la partecipazione ai play-off della Conference League.Per l’Inter un ottimo test in vista della finale di Champions League contro il Manchester City sabato prossimo 10 giugno.

Formazioni
Torino (3-4-2-1): Milinkovic-Savic; Djidji, Schuurs, Buongiorno; Singo, Ricci, Ilic, Rodriguez; Miranchuk, Vlasic; Sanabria. All. Juric
Inter (3-5-2): Handanovic; D’Ambrosio, De Vrij, Bastoni; Bellanova, Barella, Asllani, Gagliardini, Gosens; Lautaro, Dzeko. All. S. Inzaghi

Enzo Grassano

L’Ucid promuove ritiro internazionale nelle terre dei Santi Sociali Piemontesi

Un ritiro spirituale europeo si svolgerà nella terra dei Santi Sociali  piemontesi, promosso dall’UCID Piemonte e Valle d’Aosta, che accoglie imprenditori e dirigenti europei cattolici aderenti alla UNIPAC da giovedì 8  a domenica 11 giugno prossimi, tra Torino, Asti, Colle don Bosco e castello di Piea.

Si tratta di un’occasione preziosa per consolidare un network internazionale  basato su valori condivisi del Bene Comune e della centralità della persona.

Giovedì 8 giugno alle 17 vi sarà il momento di apertura del ritiro spirituale alla presenza delle istituzioni con monsignor Repole, arcivescovo di Torino, Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, e Giorgio Marsiaj, presidente della Confindustria del Piemonte.

La riflessione spirituale di venerdì  9 giugno avverrà a Pollenzo, condotta da Father Martin Maier, assistente spirituale dell’UIAPAC; nel pomeriggio i giovani si confronteranno con le esperienze di “Economy of Francesco”.

Sabato 10 giugno la mattinata sarà dedicata alle riflessioni personali e di gruppo,  con la visita pomeridiana alla cattedrale di Asti e l’incontro con il vescovo Marco Prestaro e il pellegrinaggio nei luoghi natii di San Giovanni Bosco.

Si terrà una conferenza sui Santi sociali piemontesi, legata al tema di cosa possano insegnare agli imprenditori di oggi.

Domenica 11 giugno si tireranno le conclusioni del ritiro, cui seguirà una Santa Messa e il trasferimento a Torino.

Obiettivo di questo importantissimo evento è  quello di pregare e riflettere insieme, creando un forte Network a livello internazionale di amici, cercando di costruire con i giovani progetti e azioni da proporre a COMECE, Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità Europea, istituzioni e aziende per una nuova Unione Europea sui valori condivisi del bene comune, della centralità  della persona e della formazione.

Per informazioni e iscrizioni  ucid@ucidtorino.it

UCID Torino e gruppo regionale. Corso Palestro 14. Torino.

MARA MARTELLOTTA

Vino, Piemonte sotto i riflettori con Cascina delle rose

IL RITORNO DEI VINI NATURALI, 10 ANNI DOPO: 

Il Gambero Rosso di giugno rilancia a dieci anni di distanza la vecchia provocazione 
con una nuova storia copertina: a rispondere anche Vinicio Capossela. 
Tra i pionieri e 10 nuovi riferimenti da non perdere, con 22 bottiglie da mettere in cantina, 
la cantina del cuneese con i suoi barbaresco

 

Roma, giugno 2023 – Rimanda a Giorgio Gaber la nuova provocazione lanciata da Vinicio Capossela sull’ultimo numero del Gambero Rosso, il primo sotto la nuova direzione di Marco Mensurati: i vini naturali sono di destra o sono di sinistra? La risposta per Capossela è chiara: sono di sinistra e sono talmente buoni da annebbiare le menti degli elettori, allontanandoli dalla politica come Calypso con Ulisse. In Vinicio veritas: “Amore e vino sono due forze che si alimentano” racconta Capossela. “L’amore come la vite ha bisogno di essere guidato, ha bisogno del sostegno per sollevarsi in alto, per arrivare alla luce e prendere forza dalla terra. L’intreccio degli amanti rimanda un po’ a quello della vite che produce frutto”. E a domanda se vino naturale o vino convenzionale risponde: “È un po’ come contrapporre il vinile alle piattaforme digitali. La grande massa del mercato è fatta dai vini convenzionali e non potrebbe essere altrimenti. Un vino naturale non può essere prodotto in grandi quantità e con costi competitivi. E di sicuro non può piacere a tutti. Il vino naturale richiede anche una capacità di accogliere il difetto che fa parte della natura. Il grande Gianni Mura mi disse una volta: ma sei matto a bere vini naturali? Non lo sai che il vino naturalmente diventa aceto? E in effetti spesso c’è una spunta acetosa in questi vini di “fiore e feccia”. Mi rendo conto che ci vuole una abitudine e forse anche una rieducazione al gusto, ma una volta che ci si è abituati non si riesce più a tornare indietro. O almeno a me non è riuscito più”.

 

A dieci anni da un editoriale che infiammò il settore, la bibbia dei tre bicchieri torna a rifare il punto su un movimento che ha avuto una forza dirompente, anticipando tempi e temi. Il vino naturale è ovunque, anche se per legge non esiste: per il sentire comune indica un vino prodotto da viticoltura biologica o biodinamica, fermentato con lieviti indigeni, vinificato nella maniera meno interventista possibile nel rispetto della sua unicità con una dose minima di solforosa in fase di imbottigliamento.  E la sua storia l’hanno fatta etichette coraggiose e visionarie come Radikon, Gravner, Cornelissen, Occhipinti, Rinaldi, Bellotti, Pepe, Maule, Morganti e Foradori. A loro, che hanno aperto una via maestra al naturale, si aggiungono oggi dieci nuove stelle emergenti, dove il Piemonte brilla con Cascina delle Rose, azienda che Gambero Rosso racconta così: ”Riccardo e Davide hanno dato un bel carico di energia a questa bella cantina, fortemente voluta e resa celebre da Giovanna Rizzolio, fautrice dell’estrema naturalità dei vini e da sempre ostile alla chimica in vigna. Le uve coltivate rappresentano le tre tipologie classiche della zona, con dolcetto e barbera a fare da spalla al preponderante nebbiolo, da cui nascono i due Barbaresco: Rio Sordo e Tre Stelle. La filosofia aziendale si richiama alla classicità della tradizione, interpretata con eleganza e fedeltà al territorio”.

 

Azienda famigliare nata nel 1948, Cascina delle Rose prende avvio nell’immediato dopoguerra quando i nonni di Giovanna, Beatrice e Ferdinando Rizzolio, si innamorano di una casa e della sua vista sullo spettacolo naturale delle colline fino alla cornice delle Alpi: siamo nella sottozona del Rio Sordo dove si trovano terreni a stratificazione fitta e diversificata: dalle marne blu tufacee a terreni calcarei dove la notevole componente minerale dona un risultato finale di grande carattere e finezza alle preziose etichette di una cantina amata e apprezzata in tutto il mondo per il suo fortissimo legame con il territorio.

 

A Bardonecchia la cultura è di SCENA

Parte in grande spolvero la Stagione estiva SCENA 1312, importante Festival culturale di Bardonecchia che, dal 2018, ospita artisti provenienti dalle più importanti realtà musicali e teatrali italiane. La splendida cornice montana diventa essa stessa titolo: 1312 è l’altitudine della città che continua ad imporsi anche sul piano artistico con oltre 40 spettacoli all’anno, altrettante presentazioni letterarie e mostre dedicate ad artisti e fotografi emergenti.
Gli spettacoli iniziano a Palazzo delle Feste venerdì 2 giugno con Il discorso di Chicchi: Teresa Mattei alla Costituente (con Alessia Donadio, regia di Monica Luccisano e produzione di Cineteatro Baretti e Museo Storico della Resistenza): un ritratto importante della più giovane donna tra le 21 elette il 2 giugno 1946 nella neonata Repubblica Italiana, partigiana e figura di spiccata etica morale e politica. Corrono oggi i 75 anni dell’entrata in vigore della Costituzione Italiana (1948-2023). Teresa Mattei diede anche il suo prezioso contributo all’Articolo 3 della Costituzione, sulla parità dei diritti. Aveva venticinque anni, ex partigiana con il nome di battaglia Chicchi, sempre fedele ai suoi ideali, metteva sempre in primo piano la libertà di pensiero, la libertà morale e politica, e l’impegno civile per salvaguardare i diritti dei più deboli, specialmente donne e bambini.
Quando nel 1938 entrano in vigore le leggi razziali, Teresa Mattei, che frequenta il liceo a Firenze, rifiuta di partecipare alle lezioni che promuovono la “difesa della razza”: un atto di ribellione che fu punito con l’espulsione definitiva dalla scuola. Pochi anni più tardi entra nella Resistenza con il nome di battaglia “Chicchi”.
Sabato 3 giugno, invece, una serata dedicata alla danza classica, con Paquita, su coreografie originali di Marius Petipa e musiche di Luwig Minkus (compagnia di danza Klassic Akademy). Paquita è un balletto rappresentato per la prima volta al teatro dell’Accadémie Royale de Musique a Parigi il 1° aprile del 1846 e ambientato in Spagna durante l’occupazione napoleonica. E’uno dei balletti più spettacolari del repertorio romantico. L’eroina è Paquita, una giovane gitana che in realtà è una ragazza nobile rapita dagli zingari quando era bambina. Riesce a salvare la vita di un giovane ufficiale francese, Lucien d’Hervilly, che il governatore spagnolo vorrebbe morto per mano del capo degli zingari, Iñigo. Paquita alla fine, grazie ad un medaglione, scopre di essere la cugina di Lucien e quindi di poterlo sposare. In seguito a varie peripezie si separa dal gruppo di gitani e si sposa con Lucien. La magia della danza che, intramontabile, riesce ancora a far sognare grandi e piccini.
Seguiranno altri appuntamenti che comprenderanno non solo spettacoli, ma laboratori nelle scuole (SCENA 1312 Lab), concerti itineranti (SCENA 1312 Street), incontri letterari (SCENA 1312 Books) e mostre (SCENA 1312 Arte).

Gli spettacoli musicali sono curati da ESTEMPORANEA – Arte, Musica, Teatro, organizzazione torinese che negli anni si è imposta nel panorama musicale per qualità, competenza e cura nella realizzazione dei cartelloni. ESTEMPORANEA, attraverso la Direzione Artistica di Lucia Margherita Marino, cura il Festival CONTAMINAZIONI e i Corsi di Perfezionamento Musicale nella Valle Ellero con docenti provenienti dalle più importanti realtà sinfoniche italiane, collabora con lo Zephyr Music Festival di San Francisco e, nella Stagione Invernale, con l’Unione Musicale, l’Orchestra Filarmonica di Torino e l’Accademia dei Folli per i progetti Metro Music e RE.B.U.S. oltre alla normale produzione di spettacoli.