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Si è inaugurata ieri sera al Cinema Massimo e continuerà fino all’11 giugno la 26esima edizione del Festival CinemAmbiente, fondato e diretto da Gaetano Capizzi: il potente linguaggio del cinema al servizio della sensibilizzazione dei temi ambientali. A scuotere le coscienze ci pensa subito Luca Mercalli in apertura di serata con il suo consueto report in cui ha delineato, con autorevoli infografiche e cartine tematiche da quelle della NASA a quelle di Copernicus, lo stato di salute del Pianeta. Al centro della sua analisi le cosiddette “frustate del clima”, cioè il passaggio repentino da prolungati periodi secchi a fenomeni temporaleschi estremi, con rimandi alle recenti alluvioni catastrofiche che hanno colpito l’Italia. A seguire l’intervento dell’arcivescovo di Torino Roberto Repole, in dialogo con il giornalista Luca Rolandi a introdurre il film d’apertura The Letter: a Message for Our Earth, diretto dal regista inglese Nicolas Brown e ispirato alla “Laudatosi’” di Papa Francesco.
Il Monsignor Repole ha ribadito come la questione ecologica sia prima di tutto una questione culturale e come nella nostra società consumista e individualista sia così difficile andare incontro ad un’alleanza tra i popoli che sia focalizzata sul benessere ambientale di ciascuno. Il film, girato anni dopo l’enciclica del pontefice del 2015, ovvero la “lettera” indirizzata a tutti gli abitanti del Pianeta sul tema dell’impatto sempre più allarmante dell’uomo sulla Terra, ha dato voce alle persone rimaste escluse nelle grandi conferenze sulla crisi globale. The Letter segue infatti le storie e il viaggio a Roma, su invito del Papa, di cinque persone simbolo delle vittime della crisi ambientale: un rifugiato climatico del Senegal, un leader indio dell’Amazzonia, una giovanissima attivista indiana, una coppia di scienziati statunitensi.
Dal loro dialogo con il Pontefice e dalle loro testimonianze emerge il quadro vivido della crisi planetaria e della sofferenza della Terra” con un’intensità nelle enunciazioni papali che rendono ogni giorno più impellente il suo appello a prenderci cura della nostra casa comune.
Prima dell’anteprima nazionale a Torino, il film è stato proiettato alla COP 27, al World Economic Forum di Davos, in svariati festival internazionali e in oltre 800 comunità in ogni angolo del Pianeta, e sostenuto da personaggi del mondo dello spettacolo come Leonardo Di Caprio e Arnold Schwarzenegger.. “Anche noi vogliamo contribuire alla massima diffusione di un film che ovunque ha dimostrato di avere un enorme potenziale nello scuotere le coscienze, riuscendo, in molti casi, in tanti luoghi a rischio, a innescare concrete iniziative a lungo termine in difesa dell’ambiente” ha sottolineato il direttore del Festival Gaetano Capizzi.
GIULIANA PRESTIPINO
L’ingresso e l’accesso a tutti gli eventi del Festival sono gratuiti. Sedi delle proiezioni e iniziative: Torino: Cinema Massimo – Museo Nazionale del Cinema, via Giuseppe Verdi 18, tel. 011 8138574; Mole Antonelliana, via Montebello 20; Palazzo del Rettorato dell’Università di Torino, via Po 17; Piazzetta Real
“A maggio 2023 – ha sottolineato Icardi – il Piemonte ha raggiunto tutti i target previsti ed è in corso di approfondimento l’intervento per la Casa di comunità di strada Villar Dora, a Torino, per valutare la possibilità di realizzarlo attraverso Scr. Riguardo all’Ospedale di Ovada, si è invitata l’Asl di Alessandria a voler interloquire con il professionista incaricato per definire in tempi rapidi una proposta di interventi di miglioramento sismico in coerenza con le finalità del programma, nei limiti di budget previsti nello studio di fattibilità a suo tempo redatto e posto a base del finanziamento Pnrr concesso per l’ospedale”.
I prossimi passi riguardano i Centri operativi territoriali (Cot), le Case e gli ospedali di comunità e gli interventi per l’antisismica: sono in corso confronti con le Aziende sanitarie regionali per rispettare i tempi di stipula dei contratti.
Per la sostituzione di grandi apparecchiature sono, inoltre, in corso i confronti con le Aziende sanitarie regionali per verificare il rispetto del target previsto (sostituzione entro settembre per un valore pari ad almeno il 50% della spesa finanziata), con il minimo impatto sulle prestazioni da erogare.
Presente ancora qualche criticità su digitalizzazione dei Dea e rilascio delle nuove funzionalità del fascicolo sanitario elettronico, mentre sono in corso approfondimenti, a livello nazionale, sulla possibilità di raggiungere pienamente il target per l’assistenza domiciliare integrata.
Sono intervenuti, per richieste di approfondimenti, i consiglieri Magliano (Moderati), Domenico Ravetti, Domenico Rossi (Pd), Francesca Frediani (M40-Up), Gianluca Gavazza, il vicepresidente Cane (Lega) e Sarah Disabato (M5s).
Nel pomeriggio è proseguita la discussione degli emendamenti alla proposta di delibera sulla riqualificazione della rete ospedaliera dell’Asl Vco.
Il Partito Democratico, per voce dei consiglieri Alberto Avetta, Monica Canalis, Domenico Rossi, Mauro Salizzoni e Daniele Valle, ha ribadito la critica sul metodo “che impedisce un confronto perché si è deciso di non convocare un Consiglio aperto e di non prevedere le audizioni in Commissione con i soggetti del territorio e del personale medico, svilendo così il ruolo di quest’ultima. Avevamo previsto la costruzione di nuovo ospedale e non la ristrutturazione degli esistenti. Mantenere due ospedali non ci sembra la soluzione migliore”.
Il capogruppo della Lega, Alberto Preioni, ha letto una lettera firmata da 31 sindaci del territorio favorevoli alla ristrutturazione dei due ospedali di Verbania e Domodossola e ha sottolineato che “la passata Giunta di centrosinistra ha avuto 5 anni per costruire un nuovo ospedale e non c’è stato alcun atto concreto. Abbiamo 200 milioni a disposizione e siamo convinti che intervenire sulle strutture attuali sia la scelta migliore per il territorio, invece di puntare su un ospedale unico sui cui c’è ancora incertezza per la sede. In questo modo potremmo evitare anche la mobilità passiva verso la Lombardia”.
«E’ inaccettabile che nel fine settimana andare o tornare dal mare sia un calvario». Così il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi sui disagi registrati nel fine settimana sulle autostrade tra Piemonte e Liguria a causa dei numerosi cantieri che hanno provocato lunghe code e rallentamenti. «Abbiamo chiesto ai gestori dei due collegamenti autostradali verso la Liguria un incontro urgente per conoscere il piano dei cantieri e le soluzioni che intendono mettere in campo per mitigare i disagi per coloro che per lavoro o per svago utilizzano le autostrade – spiegano Cirio e Gabusi – Siamo consapevoli che i lavori sono necessari per la sicurezza degli utenti, ma chiediamo di gestire i flussi in modo da ridurre i disagi soprattutto nelle giornate in cui, anche con l’avvicinarsi delle vacanze, le autostrade risultano maggiormente frequentate. L’obiettivo è individuare una soluzione già per i prossimi weekend». L’incontro è fissato per lunedì 12 giugno.
LA MOSTRA E’ IN CORSO AL MUSEO CIVICO
La mostra dedicata a Mario Tassisto vuole riportare alla memoria uno dei più singolari artisti monferrini del 900 affinché non si disperda il ricordo del suo grande talento.
Nato a Casale Monferrato nel 1919, egli respirò fin da giovane il clima culturale di una città orgogliosa di aver dato i natali ad artisti famosi quali, tra i tanti, Martino Spanzotti, Pietro Francesco Guala e, ancora vivente, Leonardo Bistolfi.
Formatosi presso Gino Mazzoli, virtuoso ritrattista allievo di Giacomo Grosso, frequentò poi l’Accademia Albertina, abbandonata quando fu chiamato alle armi durante la Seconda Guerra Mondiale, ma non volle sottostare a regole accademiche, senza peraltro cedere a lusinghe di avanguardia, accolte più tardi per alcuni anni.
Piuttosto si nota, nel periodo giovanile, una affinità elettiva con Felice Casorati nel convenire che i valori autentici dell’arte figurativa non dovessero perdersi se portati avanti con stile innovativo.
Le opere giovanili, intorno agli anni trenta, sono trattate secondo la poetica del quotidiano, silenti paesaggi collinari del Monferrato, ritratti di persone solitarie, nature morte con oggetti semplici, frutta e verdura colte nell’orto sotto casa.
Particolarmente interessante il “Piatto bianco con uova” di influsso casoratiano, con purezza volumetrica ed essenzialità spaziale vista secondo la prospettiva dal basso in alto.
Uno stile più personale si delineò dal 1946 quando, tra i pochi superstiti dell’eccidio di Cefalonia e della prigionia in Germania, ritornò a Casale segnato dolorosamente nel corpo e nello spirito.
La tragica esperienza si ripercosse non solo nel suo carattere di per sè scontroso ma anche nella sua arte sostituendo alla visione naturalistica una visione interiore rivestita di ansiosa inquietudine.
A mio parere, contrariamente a quanti hanno considerato migliore il successivo periodo aniconico, è questa la fase più bella e sincera in cui mette a nudo con forza espressiva la propria anima, consegnata alle opere come una accorata confessione.
Sempre più solitario e scostante, si rifugiò in casa dedicandosi quasi completamente alla pittura degli interni in una atmosfera di travolgente espressionismo.
Ora in preda all’horror vacui dipingendo una ridondanza di mobili e oggetti di famiglia di alto valore simbolico, quasi volesse riappropriarsi della vita precedente, ora assalito da una stato claustrofobico espresso attraverso l’oppressiva violenza del colore non semplice complemento ma esso stesso forma.
E’ questo uno dei tanti casi in cui la conoscenza della vita di un artista è illuminante ed eloquente per la comprensione delle opere in cui si conciliano personalità umana ed energia creatrice.
Le varie fasi del percorso artistico diventano ricostruzione del conflitto con la realtà che lo spinge all’isolamento mentre l’istinto di sopravvivenza lo incita a gettarsi in una nuova sperimentazione,
Sono gli anni tra il 1957 e il 1962 in cui abbandona i temi dolorosi e strazianti come le crocifissioni, usando non più colori plumbei ma più vivaci e accostandosi all’arte gestuale istintiva.
Fu una scelta forse non tanto per forte convinzione quanto per scacciare l’oppressione dei ricordi tormentosi attraverso il radicale cambiamento di vita e di stile.
Si susseguirono apprezzate mostre in importanti gallerie all’estero e in Italia, in particolare ad Albisola nel 1962 insieme a Lucio Fontana, Giuseppe Capogrossi, Emilio Scanavino ed altri famosi artisti.
Sicuramente Tassisto fu contagiato ed appagato dal frenetico clima della cittadina ligure dove gravitavano maestri ceramisti, futuristi, astrattisti, informali, spazialisti, e dove avevano casa Wifredo Lam, Tullio Mazzotti, Asger Jorn e il mitico gallerista Carlo Cardazzo che, con Milena Milani, aveva contribuito a lanciarli.
Nonostante si fosse inserito tra di loro, che lo avrebbero voluto ancora in altre occasioni, fu colpito nuovamente da una nuova crisi esistenziale che lo spinse a ritornare nel guscio protettivo della sua città natale lontano dal clamore.
Fu una sorta di crisi di coscienza, quasi incolpandosi di aver abbandonato l’ arte figurativa per l’aniconica sacrificando l’oggetto a favore della sola idea.
Il ritorno non fu più però in versione naturalistica del reale bensì come espressione del proprio sentire interiore.
Ogni tonalismo viene eliminato, le nature morte assumono bagliori cromatici azzardati, ne fa testo la stupenda “Zucca” antropomorfa simile ad un tragico volto, le figure umane hanno aspetto sofferente, i fiori scaturiscono come visioni apparse all’improvviso dal nulla, le maschere disumanizzate urlanti d’angoscia e gli autoritratti dallo sguardo sperduto sono specchio di malessere spirituale.
Il rapporto emozionale tra la vita e l’arte confermano Tassisto grande esponente del movimento espressionista novecentesco a cui hanno dato voce non solo pittori, scultori, incisori ma anche filosofi, letterati, musicisti.
Una esistenza, la sua, dedicata all’arte volta con stile personalissimo, senza per questo ignorare suggestioni di altri artisti che, essendo uomo di intelligenza e cultura, seppe cogliere e ricreare.
Lo si nota nello stupendo fregio materico, nell’atrio di un palazzo di Casale, in cui si sente l’eco del danese Asger Jorn nel risvegliare la concezione animistica del divenire del Cosmo a cui partecipa la creazione dell’artista, oltre allo slancio vitale bergsoniano come forza spirituale che gli permette di dominare la materia liberandone la potenzialità con forte carica espressiva.
Giuliana Romano Bussola
DUE DOCUMENTI VOTATI OGGI IN SALA ROSSA
Approvata oggi in Sala Rossa una mozione per l’evoluzione delle esperienze di welfare di prossimità, al fine di meglio fronteggiare il dilagante problema della povertà alimentare, presentata da Tiziana Ciampolini e altri consiglieri e consiglieri.
Il documento ricorda come in Italia vi siano 5,6 milioni di persone in povertà assoluta (dati Caritas) a fronte di uno spreco alimentare pari a 9,2 miliardi di euro l’anno. Nel nostro Paese, nel 2019 hanno usufruito di aiuti alimentari 2,7 milioni di persone, mentre nell’area metropolitana torinese il 6.7% degli abitanti vive in condizioni di povertà assoluta, con un altro 6% in povertà relativa dati Istat 2022).
A fronte di tutto questo, evidenzia la mozione, “le risposte del welfare tradizionale privilegiano approcci assistenzialistici che rafforzano i processi emergenziali e non permettono alle persone di uscire dallo stato di necessità”. Negli ultimi decenni invece, aggiunge il documento, le politiche sociali europee si sono orientate “a favore di programmi che favoriscono un mix tra le classiche politiche passive di sostegno del reddito e quelle attive, integrando politiche fiscali, occupazionali, sociali e formative”.
Il documento prosegue ricordando come la Legge di Bilancio 2023 abbia introdotto il Fondo per la sperimentazione del Reddito Alimentare, destinato a finanziare, in una quindicina di grandi città, la sperimentazione del reddito alimentare, mediante l’erogazione, a soggetti in condizioni di povertà assoluta, di pacchi alimentari realizzati con l’invenduto della distribuzione alimentare.
Il territorio torinese, ricordano i promotori dell’atto, annovera progetti molto avanzati di supporto alle famiglie vulnerabili incentrati sulla redistribuzione del cibo invenduto, tramite protocolli d’intesa fra Circoscrizioni, Case del quartiere, negozi di vicinato, aziende della grande distribuzione e della logistica, organizzazioni del Terzo settore, parrocchie e associazioni di volontariato. Negli ultimi anni, la Città di Torino ha avviato progetti di questo tipo, con una pluralità di soggetti sociali ed economici, anche con il Protocollo “Torino Solidale”, allo scopo di gestire la distribuzione delle eccedenze alimentari alle famiglie in difficoltà economica e di sviluppare presidi territoriali e reti di prossimità. Il testo ricorda come il Comune abbia erogato nel biennio 2020-21 nove milioni di euro in buoni spesa, oltre i pasti delle mense benefiche.
In questo quadro, il documento approvato impegna Palazzo Civico ad effettuare una più approfondita analisi dei bisogni alimentari dei cittadini poveri, con l’obiettivo di meglio intercettarne le necessità. Inoltre, il Comune dovrà predisporre l’implementazione del Reddito Alimentare secondo una logica di welfare di prossimità, strutturando interventi innovativi e personalizzati, valorizzando le capacità delle persone, sviluppando processi di coinvolgimento e delle persone vulnerabili. Inoltre, l’istituzione dovrà far maturare le sperimentazioni oggi in corso, avviate dal Terzo Settore in collaborazione con l’Amministrazione, favorendo forme evolute di governance condivisa, prevedendo risorse economiche destinate alla collaborazione anche in forme fiscali, materiali, di semplificazione, promozione e assicurative, per permettere alle sperimentazioni di diventare politiche pubbliche. Infine, il governo cittadino dovrà interloquire con il Governo affinché siano destinate risorse adeguate alla grave situazione di impoverimento della popolazione nei grandi centri come Torino.
Insieme alla mozione legata al reddito alimentare, la Sala Rossa ha approvato un ordine del giorno con la prima firma di Alice Ravinale, insieme ad altri consiglieri e consigliere di maggioranza, che invita Sindaco e Giunta ad attivarsi, anche in sede ANCI, per opporsi al depotenziamento del Reddito di Cittadinanza, a partire dalla legge di conversione del D.L. 48/2023 e a sostenere, per quanto di propria competenza, ogni iniziativa volta a promuovere una riforma che abbia, come obiettivo, l’istituzione di un reddito minimo universale ed inclusivo, conforme alle raccomandazioni del Consiglio e del Parlamento Europeo.
Il documento chiede inoltre che la Città supporti la campagna “Ci vuole un reddito”, sostenendo attivamente le iniziative della campagna. La capogruppo Ravinale, illustrando l’ordine del giorno, ha evidenziato come sia necessario che le misure messe in atto dal Governo vengano modificate poiché non sostengono le persone ma rischiano di creare condizioni di esclusione sociale.
La mozione presentata da Ciampolini ha ricevuto 26 voti a favore, 8 contrari e 1 astensione. Quella di Ravinale ha totalizzato 24 voti a favore, 8 contrari e 1 astensione.
Il voto sulle due mozioni è stato preceduto da un ampio e serrato dibattito, che ha visto gli interventi, oltre che delle promotrici degli atti, Ciampolini e Ravinale, i consiglieri e consigliere Apollonio, Crosetto, Conticelli, Catizone, Cerrato, Russi, Ricca, Liardo, Cioria, Garione, Crema, Diena, Fissolo, Viale, Garcea, Grippo, Camarda, Firrao, Sganga, oltre all’assessore Rosatelli.
È stata ieri la giornata mondiale dell’ambiente l’occasione ideale per Blooming Group Spa, società 100% italiana con headquarter a Torino, specializzata nella creazione, ampliamento e gestione di reti di punti vendita per brand di qualità nei settori food e retail, per presentare il suo primo Bilancio di Sostenibilità.
Dagli inizi del 2017, Blooming Group ha visto una crescita costante, che le ha permesso di chiudere il 2022 con un fatturato di 34 milioni di euro e oltre 500 dipendenti. Ha aperto 34 store per 7 brand del settore food e personal care in Piemonte, Lombardia, Liguria e Veneto: Burger King con 18 ristoranti, Befed con 8 store, Rossopomodoro, Alice Pizza, Pomodoro e Il Barbiere con un locale ciascuno, oltre ai locali dei propri marchi Barotto e Lab, entrambi a Torino.
La filosofia voluta dai fondatori, Davide Canavesio, Barbara Graffino, Maurizio Cimmino, è fortemente orientata ai valori ESG – Environment, Social, Governance, e ha prodotto il primo Bilancio di sostenibilità presentato oggi, in concomitanza con l’inaugurazione della nuova sede in via Varallo a Torino, sottolineando l’impegno a diventare un punto di riferimento per la sostenibilità nel settore retail.
«Nel 2021 abbiamo riunito tutte le nostre esperienze del retail in un’unica famiglia», affermano i tre fondatori del gruppo, supportati nella compagine dai più importanti imprenditori del territorio. «Siamo orgogliosi dei nostri risultati economici, ma siamo altrettanto fieri del nostro impegno verso l’ambiente e le comunità. Ci siamo impegnati a gestire le nostre società e i dipendenti mettendo la sostenibilità ambientale e sociale in cima alla nostra agenda. Adesso vogliamo dare il nostro contributo al territorio per costruire sempre competenze nel settore del retail organizzato: da qui il nostro impegno per creare a Torino un competence center per il retail».
Blooming si impegna nel proprio agire quotidiano a rispettare ed implementare gli obiettivi dei SDG – Sustainable Development Goals, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile stilati dalle Nazioni Unite nel 2015. Ha inoltre costituito un Comitato ESG e ha lanciato una serie di iniziative per ridurre l’impatto ambientale e favorire le comunità in cui opera.
Particolare attenzione viene posta alle politiche di gestione del personale. Nell’anno 2022, nonostante il difficile periodo pandemico, il personale totale ammonta a oltre 500 dipendenti, di cui una percentuale del 63% di donne e del 37% di maschi. Un occhio di riguardo è dedicato all’integrazione del personale di oltre 30 nazionalità diverse, con un totale di 55% di collaboratori italiani e 45% stranieri. Il Gruppo garantisce, inoltre, l’assenza di discriminazioni nella selezione, assunzione, formazione, gestione, sviluppo e retribuzione del personale, come previsto dal Codice Etico aziendale.
Dal punto di vista ambientale Blooming Group si impegna a ridurre le emissioni di carbonio, monitorare i consumi energetici e utilizzare energia proveniente da fonti rinnovabili per contribuire alla tutela dell’ambiente. Tra i principali obiettivi, si focalizza sulla riduzione delle emissioni di carbonio verso lo zero, compensando le emissioni prodotte con progetti di tutela ambientale nel medio-lungo termine. Inoltre, sta attuando un progetto di monitoraggio ambientale con Enerbrain per tracciare i consumi energetici dei propri store, iniziando nel 2019 e proseguendo negli anni successivi. Infine, si impegna a utilizzare energia proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili, al fine di coprire completamente il proprio fabbisogno energetico a partire dal secondo semestre del 2023.
Per quanto riguarda l’impegno verso le comunità sono numerose le iniziative in campo, tra le quali la collaborazione con la scuola elementare Parini di Torino per la fornitura di lavagne multimediali interattive per una scuola di qualità e inclusiva. Per dare un contributo concreto alla riduzione delle disuguaglianze Blooming Group ha, inoltre, attivato un canale diretto con l’Associazione CEPIM-TORINO (Centro Persone con Sindrome di Down ODV) con l’obiettivo di una piena ed effettiva partecipazione delle persone disabili nella società, volta ad un miglioramento della qualità di vita. Inoltre, Blooming collabora con la Fondazione Ricerca Molinette per il progetto “Un Baffo per la Ricerca” per la prevenzione dei tumori maschili.
LAUREE MAGISTRALI AL POLITECNICO DI TORINO: UN’OPPORTUNITÀ PER ACCEDERE DIRETTAMENTE AL MONDO DEL LAVORO
I corsi proposti sono 36 (9 nell’area dell’Architettura, del Design e della Pianificazione, 27 nell’area dell’Ingegneria). Quattro le novità dell’offerta 2023/24: Architettura del Paesaggio, AgriTech Engineering, Cybersecurity e Quantum Engineering
La scelta del Corso di Laurea Magistrale rappresenta l’ultimo tassello della formazione universitaria, ma anche la chiave per intraprendere un percorso professionale che soddisfi le aspettative individuali e consenta di esprimere le proprie attitudini e interessi.
È incoraggiante negli ultimi anni l’indagine Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati e laureate magistrali ad un anno dalla laurea, che anche per il 2022 conferma un trend molto positivo: ha un impiego l’89,5% dei neolaureati dell’Ateneo torinese, contro il 75,7% della media nazionale, con una retribuzione del 19% superiore al dato nazionale.
Per questo il Politecnico di Torino ha organizzato gli Open Days Lauree Magistrali, una serie di incontri in cui vengono illustrati i contenuti teorici, le occasioni di didattica innovativa e le opportunità di tirocinio e tesi offerte grazie alla collaborazione con le aziende. Sul sito dell’evento, è possibile rivedere le presentazioni dei corsi e accedere ai materiali di approfondimento su servizi e procedure per le iscrizioni.
L’offerta formativa del Politecnico è in costante evoluzione, attenta alle richieste del mercato e in grado di anticipare le esigenze di figure professionali nuove e non ancora presenti. Per questo, per il prossimo anno accademico l’Ateneo proporrà ben quattro nuovi corsi di laurea magistrale, tre nell’area dell’ingegneria e uno nell’area dell’architettura, che ha anche completamente rinnovato il Corso di Laurea Magistrale in Pianificazione Urbanistica e Territoriale.
Corso di Laurea Magistrale in Pianificazione Urbanistica e Territoriale (rinnovato)
Il piano di studi propone due differenti orientamenti: Pianificare la Città e il Territorio per la transizione ecologica (PCT), in lingua italiana; Planning for the Global Urban Agenda (PGUA), in lingua inglese.
Rispondendo all’indicazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, che ha sottolineato l’importanza di formare pianificatori ed urbanisti, il Politecnico di Torino, forte di una tradizione più che ventennale nella formazione urbanistica, ha rinnovato il percorso attualizzandolo rispetto alle sfide dello sviluppo sostenibile del territorio e dell’adattamento al cambiamento climatico: il programma offre un approccio transdisciplinare e casi studio sui quali imparare concretamente formulando o attuando politiche, strategie, programmi, piani, progetti in collaborazione con enti territoriali, aziende e organizzazioni professionali. Il nuovo corso eredita una consolidata rete internazionale per tirocini, workshop, mobilità.
Corso di Laurea Magistrale interateneo in Architettura del Paesaggio
Il corso nasce dalla collaborazione tra il Politecnico e l’Università di Torino e risponde alla crescente necessità di formare paesaggiste/i in grado di confrontarsi con le più attuali sfide di carattere ambientale, sociale e culturale poste dal cambiamento climatico.
Il percorso di studi è quindi orientato in maniera decisa verso i temi legati alla sostenibilità e propone un’offerta formativa a carattere fortemente interdisciplinare, che integra le competenze proprie della progettazione dello spazio aperto, con quelle delle scienze agrarie, forestali e ambientali e include atelier di progettazione multidisciplinari, insegnamenti monodisciplinari e integrati, favorendo un continuo dialogo tra le discipline che caratterizza la professione del/la paesaggista.
Per quanto riguarda l’offerta formativa di Architettura, segnaliamo anche che il Corso di Laurea Magistrale in Pianificazione Urbanistica e Territoriale è stato profondamente rinnovato offrendo un approccio transdisciplinare e casi studio sui quali imparare concretamente formulando o attuando politiche, strategie, programmi, piani, progetti in collaborazione con enti territoriali, aziende e organizzazioni professionali. Il nuovo corso eredita una consolidata rete internazionale per tirocini, workshop, mobilità e propone due differenti orientamenti: Pianificare la Città e il Territorio per la transizione ecologica (PCT), in lingua italiana; Planning for the Global Urban Agenda (PGUA), in lingua inglese.
Corso di Laurea Magistrale in Cybersecurity
È tra le prime implementazioni del piano di formazione proposto dalla European Cybersecurity Organisation e si propone di rispondere alla crescente esigenza di formazione di specialisti dotati di elevate competenze nell’ambito della sicurezza informatica, anche perché tale carenza rappresenta una seria minaccia per lo sviluppo economico e per la sicurezza nazionale ed europea.
Il percorso di studi prevede quattro diversi orientamenti: Cyber Analyst, Cyber Designer, Cryptography expert e Cyber Legal and Compliance Officer. Il primo anno del percorso formativo sarà comune a tutti gli orientamenti, mentre nel secondo anno lo studente potrà specializzare la propria formazione mediante la scelta di insegnamenti che ne caratterizzeranno il profilo rispetto alle figure professionali identificate.
Corso di Laurea Magistrale in Quantum Engineering
Risponde al grande interesse che il mondo delle imprese comincia a manifestare e per anticipare la domanda, che presto sarà pressante, di specialisti in materia di tecnologia quantistica.
Le applicazioni delle tecnologie quantistiche riguardano oggi soprattutto la realizzazione di canali di comunicazione più sicuri e di calcolatori molto più potenti di quelli tradizionali. Questo innovativo campo di ricerca, dopo decenni di sviluppo teorico, inizia ad avere le prime applicazioni di carattere industriale e promette di portare grandi cambiamenti, che si possono paragonare a quelli innescati dalla nascita di internet alla fine del secolo scorso.
Corso di laurea magistrale in AgriTech Engineering
In Europa l’agricoltura di precisione e, più in generale, l’integrazione della tecnologia digitale nel settore agricolo, sono destinate a diventare imprescindibili nel prossimo futuro.
Il Politecnico propone quindi un corso fortemente multidisciplinare per formare ingegneri in grado di gestire e generare innovazione tecnologica nel campo dell’Agricoltura 4.0.
Le competenze inter/multi-disciplinari coniugano agronomia e tecnologia in ambito ingegneristico, consentendo un solidissimo approccio metodologico, a supporto delle strategie aziendali per contribuire alla progettazione e gestione delle tecnologie a tutto tondo applicate all’agricoltura, secondo criteri di sostenibilità ambientale, circolarità e rispetto dell’ambiente.
MAGGIORE TRASPARENZA SUI DATI
Nell’AslTO5 73 persone seguite dai servizi ma 500 i casi ‘sommersi’
Nel 2022 sono 156 le persone che si sono rivolte allo Sportello economico-finanziario
Mettere ordine nel comparto del gioco d’azzardo attraverso l’approvazione di una legge regolativa del settore che metta al centro la salute delle persone anche a discapito dell’entrata erariale, superando l’attuale regime straordinario basato su proroghe e deroghe delle concessioni: è quanto richiesto dall’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio comunale di Chieri con 17 voti favorevoli. Primi firmatari del documento sono le consigliere comunali Clara BRAMARDI (Sicchiero per Chieri Si), Manuela OLIA (Partito democratico) e Mariella TAGLIAVIA (Chieri Ecosolidale).
«Il volume economico del gioco d’azzardo in Italia risulta essere il primo in Europa, nel 2020 i numeri sono cresciuti del 750% rispetto al 2013 e le transazioni registrate sono state 10 miliardi –spiega il consigliere Niccolò GHIRARDI (Partito Democratico), referente dell’associazione “Avviso Pubblico”–è in aumento il volume del gioco d’azzardo anche tra i minori, in particolare il gioco on line. Tutto ciò mina il benessere delle famiglie e mette in pericolo i territori a causa delle infiltrazioni criminali. Inoltre, l’Agenzia Dogane e Monopoli (ADM) pubblica solo “dati aggregati” e gli enti locali come i cittadini non hanno libero accesso ai dati del gioco né la possibilità di utilizzarli a fini istituzionali, di formazione, informazione e sensibilizzazione. Ecco perché è necessaria una chiara legge di riordino, che individui parametri di pericolosità dei giochi così da poter vietare quella a maggiore pericolosità di addiction nonché tipologie, come Betting Exchange, che non portano introiti significati all’Erario ma che si prestano al riciclo di denaro da parte della criminalità organizzata. Per questo con il nostro documento chiediamo che vengano resi disponibili senza alcun vincolo sul sito dell’ADM i dati relativi al gioco d’azzardo e i dati per singolo gioco per singolo Comune così da poter avere un quadro preciso per tutti i territori».
«Il Comune di Chieri e l’AslTO5 sono promotori del progetto “Vite in gioco”- ricorda la consigliera Mariella TAGLIAVIA (Chieri Ecosolidale)–Attualmente sono 765 i giocatori patologici in carico alle Asl del Piemonte, 73 quelli in carico all’AslTO5. Poi c’è tutto il ‘sommerso’. Per un giocatore che si rivolge ai servizi delle dipendenze, ce ne sono 7 che non riescono a venire ‘intercettati’ (sono dati illustrati dagli operatori del SerD in occasione di un recente incontro pubblico). Quindi, possiamo ipotizzare che nel territorio della AslTO5 ci siamo almeno 500 persone in questa situazione. Nel 2022 sono 156 le persone che si sono rivolte al nostro Sportello economico-finanziario, di queste 88 erano familiari che hanno subito sulla loro pelle e sulle loro tasche la dipendenza del loro caro, perché il giocatore patologico non si rende conto dei danni devastanti arrecati alla propria famiglia».
L’assessora alle Politiche Sociali Raffaela VIRELLI ha ricordato che «a Chieri sono state ‘salvate’ due famiglie che avevano totalizzato un debito di gioco rispettivamente di 150 mila e di 90 mila euro. Per troppo tempo si sono sottovalutati i danni causati dal gioco d’azzardo, per questo chiediamo una legge di riordino, anche per dare maggiore efficacia ai percorsi di recupero che offriamo sul territorio».
I giovani “Under 30” della Provincia di Torino del Partito “Azione”, fondato da Carlo Calenda, determinati a conservare e a diffondere la memoria dei fratelli Carlo e Nello Rosselli con i valori di libertà e democrazia che essi hanno rappresentato, promuovono la commemorazione storica dell’omicidio dei fratelli Rosselli, che si terrà questo venerdì 9 giugno 2023 alle 18 a Torino, in Viale dei Partigiani, vicino al monumento al Carabiniere.
Un elemento significativo dell’evento consisterà nel collegamento online tra diverse città, in
particolare Torino, Bologna e varie città dell’Umbria. Questa scelta mira a coinvolgere un pubblico
più ampio e a creare un legame tra diverse comunità che condividono l’obiettivo di ricordare il
passato per costruire un futuro migliore.
La scelta di Torino e del sito di Viale Partigiani, ha un valore simbolico che richiama il coraggio e la
lotta dei partigiani durante la Resistenza, che ripresero, per la denominazione delle loro brigate, il
titolo della Rivista Giustizia e Libertà, pubblicata dagli esuli Italiani antifascisti in Francia e diretta
da Carlo Rosselli.
Alle ore 18, i partecipanti si riuniranno in questo luogo per rendere omaggio ai fratelli Rosselli e a
tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per la causa della libertà.
L’omicidio dei fratelli Rosselli, avvenuto il 9 giugno 1937 a Bagnoles-de-l’Orne, rappresenta uno dei
momenti più tristi della lotta antifascista italiana. Carlo e Nello Rosselli erano due intellettuali e
attivisti politici che hanno combattuto strenuamente il fascismo e il nazismo. La loro morte è un
simbolo della ferocia del regime fascista e della sua volontà di reprimere qualsiasi voce di dissenso.
Alla città di Torino lega Carlo Rosselli la figura di Pietro Gobetti. Sulla rivista da lui pubblicata LA
RIVOLUZIONE LIBERALE, pubblicò alcuni articoli il giovane Carlo Rosselli. Gobetti come i fratelli
Rosselli, sostenne la lotta contro l’implacabile negazione delle libertà fondamentali da parte del
Fascismo. Gobetti, come e prima dei Rosselli, fu vittima di violenze fasciste, e nonostante la sua
breve vita, spezzata brutalmente dalle conseguenze sul suo fisico delle violenze delle squadre
fasciste quando aveva solo 25 anni, ha lasciato un’eredità duratura come intellettuale e attivista
che ha combattuto con coraggio per la libertà e la democrazia in un periodo buio della storia
italiana. La sua figura di giovane eroico difensore della Libertà è diventata un simbolo di resistenza
e impegno civile, ispirando le generazioni successive a lottare per la giustizia e i diritti umani.
L’evento di venerdì 9 giugno a Torino prevederà anche momenti di lettura pubblica di una selezione
antologica di brani sull’esilio di Filippo Turati, il leader storico del socialismo italiano perseguitato
dal Fascismo, la cui fuga dall’Italia su un motoscafo per la Francia, passando dalla Corsica, fu
organizzata da Carlo Rosselli, Sandro Pertini e Ferruccio Parri, futuro leader del Partito d’Azione e
Presidente del Consiglio italiano.
Questo momento contribuirà a ricordare la figura di Turati, uno dei fondatori del Partito Socialista
Italiano e una delle voci più importanti dell’opposizione al regime fascista. L’esilio di Turati in età
avanzata rappresenta uno dei capitoli più bui della sua vita, ma anche un esempio per tutti gli
Italiani di coraggio e determinazione nel difendere i valori democratici e la giustizia sociale.
Nel corso dell’iniziativa di Torino, sarà inoltre presentata una breve narrazione storica sul Partito
d’Azione. Dal movimento di Giustizia e Libertà il PDA, che si rifà all’omonimo partito fondato nel
1853 da Giuseppe Mazzini, trarrà le sue radici: la sua fondazione risale al giugno del
1942 nell’abitazione romana di Federico Comandini alla presenza di Guido Calogero, di Ugo
La Malfa, Mario Vinciguerra, Edoardo Volterra, Franco Mercurelli, Vittorio Albasini Scrosati, Alberto
Damiani e di due delegati per l’Italia meridionale e la Sicilia.
Ugo Malfa illustrò la sera del 4 giugno ai presenti un programma in sette punti che contenevano
indicazioni di massima per un futuro ordinamento riformatore:
costituzione di una repubblica parlamentare con classica divisione di poteri;
decentramento politico-amministrativo su scala regionale;
nazionalizzazione dei grandi complessi industriali;
riforma agraria (revisione dei patti colonici); libertà sindacale;
laicità dello Stato e separazione fra Stato e Chiesa; proposta di una federazione europea dei liberi Stati democratici.
Il Partito d’Azione svolse un ruolo fondamentale nella resistenza al regime fascista e nella lotta per
la libertà e la democrazia. Attraverso la narrazione di questa storia, si vuole rendere omaggio a
coloro che hanno dedicato la propria vita alla causa dell’antifascismo e ispirare le nuove
generazioni a difendere i valori di libertà e giustizia.
Attraverso questa iniziativa di commemorazione storica del 9 giugno, l’odierno partito Azione, che
a questi ideali e a queste radici culturali si ispira, vuole mantenere viva la memoria dei fratelli
Rosselli e di tutti coloro che hanno lottato per la libertà e la democrazia.
VICE SEGRETARIO PROVINCIALE DI AZIONE PER LA CITTÀ METROPOLITANA DI TORINO
FRANCESCO TESIO
SEGRETARIA PROVINCIALE DI AZIONE PER LA CITTÀ METROPOLITANA DI TORINO
CRISTINA PEDDIS