ilTorinese

Hanno debuttato i nuovi treni per la Romagna

 Dal 18 giugno ogni sabato e domenica in circolazione i nuovi treni Rock da 600 posti a sedere

Debutto con pienone di passeggeri  sabato 18 giugno, per  i nuovi treni Rock che per tutti i weekend estivi collegheranno il Piemonte alla riviera romagnola con orari di partenza e tempi di viaggio studiati per sfruttare al massimo ogni giorno di vacanza.

Quattro corse – due il sabato e due la domenica – che dal 18 giugno all’11 settembre offriranno ai piemontesi una nuova opportunità di vacanza verso le spiagge di Rimini, Riccione, Misano Adriatico, Cattolica.

La partenza è da Torino Porta Nuova alle ore 6.20 (Asti alle ore 7,01 e Alessandria alle ore 7,21) con fermate intermedie solo a Voghera, Piacenza e Bologna (per consentire da qui un collegamento con l’alta velocità), tempi di percorrenza limitatissimi per arrivare prima dell’ora di pranzo in Riviera e raggiungere Pesaro poco dopo.

Rientri programmati con la medesima logica, in partenza dopo le ore 16, con arrivo a Torino attorno alle 21.00.

I nuovi servizi nascono dalla collaborazione tra le Regioni Emilia-Romagna e Piemonte e saranno effettuati da Trenitalia Tper in cooperazione con la Direzione Regionale Piemonte di Trenitalia.

I nuovi Rock, i primi a circolare in Piemonte da e per la riviera romagnola, potranno offrire fino a 600 posti a sedere e maggiore comfort di bordo, ma anche servizi aggiuntivi quali aree bagagli, più posti per le bici al seguito, postazioni di ricarica per quelle elettriche, prese elettriche e usb al posto e sistemi di sorveglianza live. Viaggiare sul Rock sarà anche più sostenibile, grazie ai consumi ridotti del 30% rispetto a un treno di precedente generazione.

La Fanfara della Taurinense nel Cortile d’Onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi

Martedì 21 giugno, ore 18

In occasione della Festa della Musica di martedì 21 giugno, che celebra il solstizio d’estate, e per il 150° anniversario della costituzione del Corpo degli Alpini e del settantennale della Taurinense, la Palazzina di Caccia di Stupinigi ospita nel Cortile d’Onore la Fanfara della Brigata Alpina Taurinense.

Nata nel 1965 a Torino, la Fanfara della Brigata Alpina Taurinense dell’Esercito è attualmente costituita da 35 musicisti, tratti dai reggimenti Alpini piemontesi, ed è diretta dal Luogotenente Marco Calandri. Simbolo distintivo della Fanfara è la nappina rossa sul cappello alpino, che rimanda alle origini della Taurinense, nel 1952, inizialmente formata dal 4° reggimento alpini e dal 1° artiglieria da montagna.

Il repertorio della Fanfara comprende, oltre alle musiche di ordinanza militari, anche brani sinfonici e leggeri. Negli ultimi anni, la Fanfara è stata ospite di MiTO, con concerti a Torino e Milano, e ha partecipato anche a diversi festival internazionali di musica militare. Ha suonato alle cerimonie di inaugurazione e chiusura delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006 ed è presenza fissa alle Adunate nazionali degli Alpini e alla Festa della Repubblica a Roma, dove lo scorso 2 giugno ha sfilato, insieme al 9° reggimento delle Truppe Alpine, ai Fori Imperiali, davanti al presidente della Repubblica e alle più alte cariche dello Stato. In occasione del 150° anniversario della costituzione del Corpo degli Alpini e del settantennale della Taurinense, la Fanfara si è esibita l’8 aprile con gli allievi del Conservatorio di Torino nel concerto che l’Istituto di formazione musicale ha dedicato alla brigata Taurinense e alla partenza della grande Staffetta Alpina che collega Ventimiglia a Trieste.

Specialità della Fanfara è il carosello, spettacolo musicale in marcia che offre un saggio di sincronismo tra melodia e forma militare.

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Ingresso libero

www.ordinemauriziano.it

Fdi: “Lo Russo, vanno difesi anche i diritti dei bambini”

“Se il sindaco Lo Russo credesse davvero che riconoscere le coppie omogenitoriali significhi tutelare i diritti dei bambini sarebbe andato avanti nelle registrazioni anagrafiche. Invece ha dovuto sospendere perché aldilà dell’ideologia quel registro non li tutelava, ma ingannava tutti, lasciando in un limbo i minori che delle azioni sbagliate degli adulti e delle loro rivendicazioni non possono nulla” dichiarano la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli e l’assessore regionale Maurizio Marrone, proseguendo: “Persino Lo Russo sa che si profilava una violazione ai loro danni e per questo le sue parole odierne sono l’ennesima presa in giro. Il Parlamento è l’unico che può legiferare in materia e l’unica norma possibile e comunque imprenscindibile è quella sull’utero in affitto reato universale proposta da Giorgia Meloni. La contrarietà a tale norma è un insulto alle donne, ai diritti fondamentali dei minori ma soprattutto un via libera a raggirare ciò che tutta la giurisprudenza ha confermato: usare una donna per la gestazione è reato. Non possiamo ammettere che l’aggirare tale principio diventi addirittura presupposto di qualunque tipo di rivendicazione e trovare l’avv allo di istituzioni peraltro nel merito e negli strumenti incompetenti”

Torino Jazz Festival, la musica ha conquistato la città con 50 eventi e sale piene

Con le ultime note dei club nella notte e il concerto di chiusura delle OGR, Jimi Tenor e UMO Helsinki Jazz Orchestra, si è conclusa ieri la decima edizione del Torino Jazz Festival.

Ottimo risultato di pubblico per tutti i concerti del festival che dall’11 al 19 giugno ha proposto 9 giorni di programmazione con 50 eventi in più luoghi della città, 27 dei quali nella programmazione dei Jazz Cl(H)ub, 6 talk, 22 jazz blitz e oltre 300 musicisti coinvolti con una ricca panoramica sulle diverse declinazioni del jazz in ordine sparso, dal mainstream ai nuovi linguaggi improvvisativi, passando per il rock, l’avanguardia, il nuovo progressive europeo e l’elettronica.

Diego Borotti e Giorgio Li Calzi, nella vita musicisti e al contempo i direttori artistici della manifestazione esprimono grande soddisfazione per l’ottimo risultato raggiunto.

“La maggiore soddisfazione per questa decima edizione di Torino Jazz Festival sta nell’aver ritrovato la bella comunità del jazz, felicemente affiancata dal pubblico nuovo che ha affollato sia i teatri sia i jazz club che probabilmente si sarebbero riempiti se avessero avuto capienze doppie delle attuali, anche grazie a un livello artistico straordinario – dichiara Diego Borotti . Ritrovarsi a commentare le performance, a scambiare sensazioni, a darci appuntamento a questo o a quel concerto, a rispondere a un neofita curioso, ha restituito la bella sensazione di condivisione, rallentata in questi due anni. Raccogliere le indicazioni del pubblico su artisti e struttura del festival è stato particolarmente interessante e chiarificante su quale debba essere il percorso di TJF nel futuro. Sono molto grato a tutti quelli che hanno partecipato, dai volontari alle eccellenti maestranze, dal pubblico ai fotografi, dagli intellettuali ai giornalisti, dai coordinatori dei palinsesti ai musicisti che hanno onorato TJF 2022 con concerti meravigliosi”.

“L’edizione del Torino Jazz Festival 2022 ha confermato la presenza di un pubblico straordinario, estremamente aderente alla mission della rassegna, un festival che crea concerti unici per il suo pubblico grazie a prime italiane, a produzioni originali e spettacoli pensati appositamente per le comunità, come quella brasiliana che ha partecipato in massa al concerto di Milton Nascimento, o quella della musica fatta da spettatori, musicisti torinesi, italiani, internazionali coinvolti, lavoratori dello spettacolo dal vivo, giornalisti, fotografi e i club che tengono viva la musica durante il resto dell’anno – afferma Giorgio Li Calzi -. Il TJF resta un progetto culturale musicale ed extra-musicale anche grazie alle connessioni interdisciplinari che collocano la musica come uno dei tanti aspetti fondamentali della realtà contemporanea in cui viviamo. Importantissime anche quest’anno le connessioni con soggetti culturali della Città (Salone Internazionale del Libro, Circolo dei Lettori, Soundmit, Festival dell’Economia, Polincontri, Coorpi, Museo del Cinema di Torino, Piazza dei Mestieri, Castello di Rivoli/Museo di Arte Contemporanea). E poi il programma resta fondamentale e di grande sostanza, come citava il vecchio claim degli anni passati. Quanto al nuovo claim, “musica in ordine sparso”, che mette apparentemente in disordine le lettere della parola jazz, rappresenta in pieno la filosofia del festival. Se mescoliamo i caratteri di una parola non ne perderemo il significato, ma semplicemente la leggeremo con altri occhi”.

Il Festival ha offerto momenti di altissima intensità. Tra questi il concerto di apertura del tour europeo di Milton Nascimento, con più di 2.000 presenti, che ha sancito l’addio ai palchi del grande artista brasiliano, i due concerti di Buster Williamsin solo e con uno straordinario quartetto, l’unica data italiana di Kae Tempest,

performer, rapper, writer londinese, voce riconosciuta delle inquietudini giovanili, con all’attivo numerosi premi per le proprie opere poetiche, teatrali, narrative e musicali, tra cui il Leone d’Argento alla Biennale di Venezia.

Doveroso il tributo ad Armando Trovajoli con la Torino Jazz Orchestra, ospiti Dino e Franco Piana. Standing ovation per Dino Piana, 92 anni, autentico monumento del jazz italiano.

Grande sorpresa ed elogi da parte della critica per l’insolito ‘solo di organo’ di Ståle Storløkken, artista norvegese.

Energia pura nell’esibizione di Elephant9, gruppo norvegese progressive, neo-psichedelico, jazz-rock.

Da segnalare l’omaggio a Charles Mingus (1922-1979) nel centenario della sua nascita, celebrato con quattro recital di contrabbasso eseguiti da grandi interpreti dello strumento quali Paolino Dalla Porta, Davide Liberti e Furio Di Castrioltre al già citato Williams,

Questa edizione del Torino Jazz Festival, tra le sue molteplici sfumature, ha presentato incontri tra jazz e letteratura. Primo tra tutti l’incontro con Jonathan Coe in dialogo con Giuseppe Culicchia (in collaborazione con il Salone Internazionale del Libro di Torino) con Coe impegnato poi veste di compositore e musicista nel concerto della Artchipel Orchestra diretta da Ferdinado Faraò.

Il Torino Jazz Festival che ha unito musicisti italiani e stranieri: i norvegesi Jan Bang Arve Henriksen con Roberto Cecchetto e Michele     Rabbia e da NY i Now VS Now con Kurt Rosenwinkel e la cantante italo-tunisina LNDFK.

Nella programmazione Cl(H)ub si sono potuti ascoltare tributi a Pier Paolo Pasolini, a Count Basie, a Mario Schiano, artisti come Wayne Escoffery, Tad Robinson, Daniel D’Agaro e il suo “Canto degli uccelli”.

Boom di ascolti per la diretta SEI GRADI LIVE! condotta dalla giornalista Paola De Angelis andata in onda sabato 18 giugno dalle Ogr su Radio 3 Rai.

Ritmo, blue notes e improvvisazioni diffusi in tutta la città grazie agli allievi del Conservatorio Giuseppe Verdi, della Jazz School Torino e dei Corsi di Formazione Musicale della Città di Torino, che con i Jazz Blitz hanno portato la musica nei luoghi di assistenza, di accoglienza e di incontro.

Il festival, in collaborazione con il Consorzio Piemonte Jazz è stato anche sede della quarta edizione di Torino Jazz Meetings, iniziativa tesa a promuovere il jazz a livello regionale, nazionale ed internazionale.

Festa finale,ieri, con il primo concerto italiano della UMOHelsinki Jazz Orchestra, una delle più importanti orchestre di jazz europee insieme a un artista visionario, tra il jazz, il rock e il pop come Jimi Tenor.

La rassegna che ha portato grandi artisti a esibirsi sui palchi delle OGR, del Conservatorio Giuseppe Verdi, del Teatro Vittoria, del Tempio Valdese, del Grattacielo Intesa Sanpaolo e dei Jazz Club della città – è un progetto della Città di Torino realizzato da Fondazione per la Cultura Torino, Main Partner Intesa Sanpaolo e Iren, con il contributo di Fondazione CRT, OGR Torino, A.N.Co.S. e Confartigianato Torino Città Metropolitana, media partner Rai Cultura Rai 5 Rai Radio.

 

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Ruffino (Azione): ultimo atto M5S mettere in crisi il governo

“L’annunciata convocazione del Consiglio nazionale del Movimento 5 Stelle, previsto per questa sera,  sarà l’ennesima e desolante farsa. In questi anni ogni messa in scena del Movimento, è stata pagata a caro prezzo dagli Italiani. Il Movimento ha più volte cambiato faccia e pelle, a seconda delle opportunità, fino ad arrivare ad assumere una forma indefinita, priva di qualunque contenuto. Gli elettori della prima ora lo hanno capito da tempo e hanno finito per abbandonare il Movimento di Grillo, Conte e Di Maio. Ora resta soltanto  la “casta” al Governo, la base è evaporata.” Lo ha dichiarato in una nota la deputata di Azione Daniela Ruffino. “Ora sta per andare in scena l’ultimo atto: provare a mettere in crisi il Governo, in spregio al duro periodo che gli Italiani  stanno attraversando . È bene che questo capitolo si chiuda al più presto, senza provocare ulteriori danni.” Ha così concluso la deputata di Azione.

La nuova collezione Bistolfi

DAL PIEMONTE / Casale Monferrato 

Nel lontano 1984 un’esposizione di gessi di Leonardo Bistolfi (nato a Casale Monferrato nel 1859 e deceduto a La Loggia nel 1933) , fortemente voluta dall’allora assessore alla cultura Guido Cattaneo anticipò alcuni grandi eventi culturali che interessarono Casale Monferrato negli anni successivi: la nascita della Gipsoteca che porta il suo nome, l’apertura del Museo Civico nel complesso di Langosco – Santa Croce nel 1995 e della Pinacoteca. Sabato, a quasi 38 anni di distanza, nel Salone Vitoli (un tempo sede della Corte d’Appello) si è tenuta la presentazione ufficiale della niova Collezione Bistolfi, donata al Comune di Casale Monferrato nel gennaio 2021 da Vanda Martelli, torinese, in memoria del marito Andrea Bistolfi, nipote di Leonardo, scultore e uno dei maggiori protagonisti della vita artistica e culturale, non solo piemontese ma italiana, a cavallo tra l’Ottocento ed il Novecento, insieme ad Angelo Morbelli e Giuseppe Pellizza da Volpedo. Il contenuto della donazione è stato trasportato a Casale Monferrato grazie al contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Alessandria e della Fondazione Crt, sottoposto ad una serie di interventi conservativi, inserito all’interno di arredi museali appositamente acquistati e collocata nella Sala delle Lunette. Questa è diventata così un deposito visitabile ed aperta al pubblico, che sarà comunque sempre accompagnato. Complessivamente si tratta di una scultura in marmo, 20 in terra cotta e terra cruda, 263 in gesso, 9 in metallo, 21 plastiline, 52 dipinti, 22 medaglie in gesso e 38 in metallo, circa 600 disegni e grafica che costituiscono il vero piatto forte, 35 taccuini e poi ancora stoffe, onorificenze, mobili (la scrivania su cui scriveva di notte), articoli personali come il suo cavalletto, senza dimenticare un ingente dotazione archivistica, comprese dediche che gli di personaggi della levatura di Marinetti, D’Annunzio, Sibilla Aleramo. “Questo per noi è un punto di partenza, non un punto di arrivo” ha detto il sindaco di Casale Monferrato, Federico Riboldi, presente insieme al vice Emanuele Capra ed all’assessore alla cultura Gigliola Fracchia. L’obiettivo dell’amministrazione casalese è quello di portare le opere bistolfiane all’interno di quello che era il vecchio carcere di via Leardi, recentemente acquisito in proprietà dal Comune. La personalità artistica di Leonardo Bistolfi è stata poi approfondita da Aurora Scotti che ha delineato l’influenza che ebbero sulla sua formazione lo studio milanese a Brera, piuttosto che all’Accademia Albertina a Torino, l’esperienza della scapigliatura i collegamenti con il positivismo torinese. “Bistolfi era una mente fertile – ha detto – capace di dialogare con tutte le esperienze, autore di opere che sono un unicum nella produzione artistica italiana”. Sandra Berresford, curatrice dell’Archivio Bistolfi, era stata una delle autrici del catalogo sulla mostra del 1984. Oggi a tanti anni di distanza ha tenuto una relazione di approfondimento sulla sua figura, alternando alcuni aspetti legati all’arte ma soprattutto quelli maggiormente inediti dedicati all’Uomo, al figlio di un umile falegname diventato amico ed intimo della maggior parte del mondo culturale del suo tempo, conosciuto a livello internazionale, ad un amore per l’arte coltivato sin da giovanissimo (come dimostrano i disegni che faceva già a 13 anni), al genio instancabile che non staccava mai, all’artista che soffre e che lotta nella vita, per il quale l’arte  una missione.

A cooordinare i lavori è stata, conservatore del Museo civico di Casale Monferrato, mentre Gabriele De Giovanni ha illustrato il lavoro di mappatura digitale delle opere digitali dello scultore nel mondo. In tutto sono stati censiti 262 luoghi e 355 opere di cui 21 a Casale Monferrato, escluse quelle della Gipsoteca Bistolfi, 304 in Italia e 30 nel mondo, tra Europa, Giappone e Americhe.

Nei fine settimana successivi a quello dell’inaugurazione il Museo proporrà il sabato e la domenica quattro momenti giornalieri di visita alla collezione con i seguenti orari fissi: alle 11,00, alle 12,00, alle 16,00 e alle 17,00. La prenotazione, anche in questo caso, non sarà richiesta.

Durante i mesi di giugno e luglio, inoltre, il conservatore del Museo, Alessandra Montanera, terrà quattro momenti di approfondimento sulla Collezione. Le date in calendario sono: 23 e 30 giugno, 7 e 14 luglio. L’appuntamento per queste speciali occasioni è fissato alle ore 17,00 e non è necessaria la prenotazione.

Massimo Iaretti

19 giugno 1938: l’Italia conquista il suo secondo titolo mondiale

Accadde Oggi

Esattamente quattro dopo la conquista del primo titolo mondiale, la nazionale italiana arrivò di nuovo in finale nel mondiale francese del 1938.
Avversaria a contendere la coppa Rimet
l’Ungheria, una delle squadre più forti del mondo,piena di calciatori fuoriclasse come Sarai, Zsengeller e Titkos.
L’italia scese in campo ben conscia della propria forza di squadra campione del mondo uscente e non si fece intimorire dalla riconosciuta forza degli avversari magiari.Piola segnò il gol sicurezza del 4a2 finale a pochi minuti dal termine della gara regalando la seconda coppa del mondo Rimet all’Italia.
Tabellino

ITALIA – UNGHERIA 4-2

Parigi – Stadio “Colombes” – 19 giugno 1938 – ore 17.00

Italia: Olivieri, Foni, Rava, Serantoni, Andreolo, Locatelli, Biavati, Meazza, Piola, Ferrari, Colausig. CT: Vittorio Pozzo

Ungheria: Szabo, Polgar, Biro, Szalay, Szucs, Lazar, Sas, Vincze, Sarosi, Zsengeller, Titkos. CT: Karoly Dietz

Arbitro: Georges Capdeville (Francia)

Marcatori: 5’ Colausig (Ita), 7’ Titkos (Ung), 16’ Piola (Ita), 35’ Colausig (Ita), 70’ Sarosi (Ung), 82’ Piola (Ita

Enzo Grassano

 

“Lost in Transition?”: Eduiren avvia un corso per docenti di tutta Italia

 Dedicato alla transizione ecologica

 


Il percorso formativo, organizzato dalla Fondazione Golinelli in collaborazione con La Lumaca per Eduiren, è aperto a 60 insegnanti della scuola primaria e secondaria di primo grado e fornirà gli strumenti per fare della transizione ecologica un’opportunità didattica.

 

Eduiren, il settore educational del Gruppo Iren, avvia per la prima volta un corso on line gratuito di formazione per docenti dedicato ai temi della transizione ecologica.

“Lost in transition?”, questo il titolo dell’iniziativa, affronta i temi della transizione ecologica ed energetica con l’obiettivo di supportare i docenti della scuola primaria e secondaria di primo grado nello sviluppo di un’offerta didattica innovativa e legata alla sostenibilità ambientale, all’ecologia e all’Agenda 2030.

Con questo corso Eduiren ha inteso dare risposta alla necessità di introdurre nei programmi scolastici questi temi, di grande attualità e complessità, nonché alle nuove esigenze di formazione che ne derivano: in una settimana intensiva di lezioni e workshop, dal 20 al 28 giugno, ai partecipanti verranno forniti stimoli e idee replicabili con gli studenti, anche grazie a una formazione specifica su alcuni strumenti digitali (virtual lab, lavagne interattive, ecc).

L’iniziativa, tra le prime realizzate in Italia, traduce l’impegno di Iren nel diffondere una sempre maggiore consapevolezza e sensibilità sulla transizione ecologica, facendo dell’accessibilità dei propri impianti uno degli strumenti primari per avvicinare i cittadini a queste tematiche, con un’attenzione particolare alle nuove generazioni e un approccio educativo innovativo.

Brevi interventi teorici, sperimentazioni guidate, workshop tra pari e kit didattici consentiranno ai partecipanti al corso di affrontare i concetti chiave di energia e transizione energetica, con collegamenti ai temi del recupero e valorizzazione dei rifiuti, dell’acqua e dell’innovazione tecnologica, nell’ottica di favorire un approccio di cittadinanza attiva, che preveda un coinvolgimento diretto degli studenti.

Il corso, che si terrà in modalità online ed aperto a 60 docenti, è organizzato dalla Fondazione Golinelli per Eduiren, in collaborazione con La Lumaca, ed è disponibile anche sulla piattaforma di formazione del Ministero dell’Istruzione, con la possibilità di ricevere un attestato corrispondente a una unità formativa riconosciuta.

Per maggiori informazioni e iscrizioni: https://www.fondazionegolinelli.it/it/teacher-courses/lost-in-transition-una-bussola-per-fare-della-transizione-ecologica-unopportunita-didattica

Escoffier e Cavallito: il rapporto tra il “re dei cuochi” e il suo discepolo italiano

L’AMICIZIA E IL CARTEGGIO TRA AUGUSTE ESCOFFIER E IL SUO PRIMO DISCEPOLO E COLLABORATORE ITALIANO, IL PIEMONTESE SILVESTRO CAVALLITO, AL CENTRO DI UN CONVEGNO INTERNAZIONALE

 

“L’ORO DI SILVESTRO CAVALLITO”, 21 GIUGNO 2022 ALL’AGRITURISMO

OSTERIA DELLA POMPA A COCCONATO (ASTI)

 

 

“Carlton Hotel, Pall Mall, London. 14 mai 1918. Mon cher Silvestro, bien que mon temps soit très limité je ne veux pas vous faire attendre la recette…” Inizia così una delle lettere indirizzate dal grande chef francese Auguste Escoffier al suo primo discepolo italiano, un piemontese, più precisamente originario di Cocconato d’Asti: Silvestro Cavallito.

Questo epistolario, oltre a un prezioso quaderno di cucina del Carlton Hotel  databile a cavallo tra ‘800 e ’900 contenente molte ricette inedite e varianti, menù per importanti eventi dell’epoca, alcuni di Escoffier e molti altri di grandi chef della brigata di cucina al lavoro sotto la sua guida – danno conto del rapporto di collaborazione e amicizia che si era instaurato tra Escoffier e Cavallito e saranno al centro del convegno “L’oro di Silvestro Cavallito – Collaboratore e primo discepolo italiano dello chef Auguste Escoffier” che si svolgerà a Cocconato il prossimo 21 giugno, a partire dalle 18, organizzato dall’associazione Antares.

L’evento si svolgerà all’Agriturismo Osteria della Pompa (Strada Maroero 47 Cocconato, Asti), che Cavallito iniziò a costruire negli anni Venti e inaugurò nel 1924, dopo aver trascorso molti anni in Inghilterra, dove aveva avviato la sua carriera di chef e aveva incontrato Escoffier. A quel tempo ormai, Cavallito era rientrato definitivamente in patria, ma la sua grande esperienza di cucina fatta al di là della Manica si rivela anche nei dettagli della progettazione di questo locale, il cui nome originale era “Bottiglieria della Pompa”, da una complessa opera ingegneristica in facciata che consentiva di spingere l’acqua fino al terzo piano e da lì, per caduta, ai servizi di quelli sottostanti. Oggi il locale è di proprietà di Adriano Cavallito, lontano parente di Silvestro: proprio ad Adriano fu consegnato, quando acquistò l’edificio, il carteggio tra il “cuoco dei re e re dei cuochi” e il suo avo, ristoratore di Cocconato.

All’incontro prenderanno parte il presidente europeo “Discepoli di Escoffier” Jean Alain FavreAldo Rodino, storico e consigliere dell’associazione I Discepoli di Escoffier, sezione Piemonte e Valle d’Aosta, i delegati dell’Accademia della Cucina Italiana Massimo Malfa e Alberto GoriaDonatella Clinanti, responsabile del Centro Studi dell’Accademia della Cucina Italiana. In apertura il saluto istituzionale del sindaco di Cocconato, Umberto Fasoglio e dell’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa.

Il convegno sarà moderato da Mario Averone.

Seguirà una cena a cura dell’Associazione “Discepoli di Escoffier”. Ecco il menù: aperitivo d’onore, crostino con fette di pane di Cocconato e robiola del Caseificio Balzi, prosciutto crudo del Salumificio Ferrero su grissino stirato a mano; servizio di cucina e credenza: ostriche Belon servite con germogli primaverili, paté di fagiano in crosta con gemme al passito di Moscato Stella Lucente, quiche lorraine, crespella ai porri di Cervere su vellutata di pomodoro, quaglia alla moda del Delfinato, pesca Melba, friandise di Fabrizio Galla e in chiusura Vermouth Classico Casa Martelletti.

Il servizio cantina sarà cura del Consorzio Cocconato – Riviera del Monferrato:

Chiaretto Monferrato Doc 2020 Vin Gris, Az. Agricola San Bartolomeo

Sauvignon Piemonte Doc 2021 Maciot, Azienda Biologica Demeter

Grignolino Asti Doc 2020 Poggio Ridente, Azienda Biologica

Monferrato Rosso Doc 2018 Rosa Bianca, Az. Agricola Marovè

Barbera Asti Sup. Docg 2018, Az. Agricola Nicola Federico

Malvasia di Castelnuovo Don Bosco Doc 2021, Az. Vinicola Dezzani

Brucia magazzino, una persona ustionata dalle fiamme

Un incendio ha bruciato un deposito che si trova vicino a una abitazione a Ghiffa nel Verbano.  In tre ore di lavoro vigili del fuoco sono riusciti a domare il rogo ed evitare che si propagasse alla vicina casa. Ingenti i danni all’interno del deposito. Si tratta di un incidente domestico. Per le ustioni una persona è stata trasportata in ambulanza all’ospedale di Novara.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

(Foto archivio)