ilTorinese

Toro bello a metà, Juve rullo compressore

15^ giornata di campionato serie A

Roma-Torino 1-1
Linetty(T)
Matic(R)

Juventus -Lazio 3-0
Kean 2(J)
Milik(J)

Si chiude con la 15esima giornata questa prima parte di campionato che va in vacanza,causa mondiale e sosta di Natale,fino al 4 gennaio 2023.Più di 1 mese e mezzo per poter recuperare infortunati,idee e prepararsi al calciomercato di riparazione ai primi di gennaio.Venendo alle squadre torinesi possiamo scrivere
bene il Toro, benissimo la Juve.A Roma succede di tutto!L’ex capitano granata
Belotti tradisce Mourinho, sbagliando in rigore contro la sua ex squadra.Il giallorosso Matic salva la Roma  in pieno recupero in casa contro il Torino pareggiando 1-1 all’Olimpico. Al vantaggio granata di Linetty in avvio di ripresa risponde il centrocampista giallorosso al 94’, poco dopo il rigore tirato sul palo proprio dal grande ex della partita.Una beffa per i granata di  Juric che hanno dominato la gara nei primi 70 minuti.Poi la solita distrazione finale a gara praticamente finita:il Toro chiude questa prima fase di campionato al nono posto con la possibilità di agguantare il settimo,occupato da Roma ed Atalanta a pari merito, con vista Europa che dista 6 punti.
Benissimo la Juventus che con la sesta vittoria consecutiva s’issa al terzo posto dietro al Milan ed a 10 punti dalla vetta occupata dal Napoli.Con sole 7 reti subite quella bianconera è la miglior difesa del campionato.Battuta la Lazio per 3a0,allo Stadium è Moise Kean il grande protagonista del match con una doppietta. Alla fine di un primo tempo equilibrato il numero 18 bianconero sblocca la gara su perfetto assist in verticale di Rabiot, poi nella ripresa si ripete ribadendo in rete una respinta corta di Provedel su un sinistro di Kostic. Nel finale Milik firma il tris.
I bianconeri diventano così i primi avversari più temibili per la vittoria del campionato.Napoli e Milan sono avvisati!

Enzo Grassano

Rock Jazz e dintorni: Steve Hackett e Daniele Silvestri

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Jazz Club i classici della tradizione americana interpretati da Matteo Salvatori. Al teatro Colosseo per il cinquantenario di “Foxtrot” album leggendario dei Genesis, viene celebrato dal suo storico chitarrista Steve Hackett.

Mercoledì. Al Jazz Club si esibisce il duo femminile Marakee. Al Concordia di Venaria suonano i Verdena. Al Blah Blah sono di scena gli Ironwill. Al Teatro Colosseo suona la PFM.

Giovedì. Allo Ziggy si esibisce Davide Di Rosolini. All’Hiroshima Mon Amour è di scena NicoVascellari con i Ninos Du Brasil. Al Maffei si esibiscono Marco Gervino e Simone Farò.

Venerdì. Al Cafè Neruda suona il trio di Luigi Tessarollo. Al Teatro Colosseo arriva Daniele Silvestri. Al Folk Club il polistrumentista Mihàly Borbèly si esibisce con il Polygon Trio. All’Hiroshima suonano i Modena City Ramblers. All’Askatasuna sono di scena gli Assalti Frontali. Al Magazzino sul Po si esibisce Niccolò Cruciani. Al Blah Blah suona Martin Craig & The Black City. Al Bunker sono di scena Pretesto , Mad Beat e Arsenico. Allo Ziggy si esibiscono Noktva e Dalila  Kayros.

Sabato. Al Kubo di Leinì trap con i Kassimi, Cancun, Yunes La Grinta e Drefgold. Al Magazzino sul Po è di scena la cantante Lydiya Koycheva con la Balkan Orchestra. Al Cap 10100 si esibiscono i Savana Funk. Allo Ziggy suonano gli Infall. Al Folk Club flamenco con la voce di Mercedes  Cortès, il chitarrista Jordi Flores e la ballerina Fuensanta “La Moneta”. Al Blah Blah suonano gli Space Paranoids con gli Urban Cairo.

Domenica. Al Jazz Club si esibisce la cantautrice Maria Messina. Al Magazzino sul Po è di scena Whitney K con gli Heart Of Snake. Al Blah Blah suona il gruppo punk Snuff.

Pier Luigi Fuggetta

Auto contro guardrail prende fuoco: tre feriti gravi

Questa mattina grave incidente sulla tangenziale di Torino nei pressi di Stupinigi in direzione Milano. Un’auto con a bordo tre persone ha sbandato sbattendo  contro il guardrail e  finendo in mezzo alla carreggiata  dove ha preso fuoco. La tangenziale è rimasta chiusa finché i soccorsi non hanno portato tre feriti, gravi ma non in pericolo di vita, al Cto.

Incendi dolosi nella notte, quattro capannoni in fiamme

Sono quattro gli incendi dolosi divampati nella notte a Villastellone, in quattro diversi capannoni industriali. I vigili del fuoco sono giunti da tutto il Torinese per spegnere le fiamme, le operazioni sono in corso da prima dell’alba. Molto probabile che i roghi siano opera di un piromane,  infatti si tratta di incendi indipendenti l’uno dall’altro, ma nella stessa zona. I carabinieri di Chieri svolgono le indagini.

Foto Arpa Piemonte

“Sostiene Pereira” per “Un libro tante scuole”

Nell’ edizione  speciale “Salone del Libro”, il romanzo scelto per il progetto nazionale di “lettura condivisa” 2023

Più di 6mila gli studenti coinvolti in tutta Italia

Libertà giustizia e indipendenza: riparte da questi valori essenziali “Un libro tante scuole”, il progetto nazionale di “lettura condivisa” (che riunisce intorno a un grande romanzo studentesse e studenti da tutt’Italia) promosso dal “Salone Internazionale del Libro” di Torino in collaborazione con “Intesa San Paolo” ed il sostegno della “Consulta delle Fondazioni di origine bancaria” di Piemonte e Liguria, con la partecipazione di “Chora Media”. L’obiettivo è come sempre quello di “favorire attraverso la lettura il confronto sulla comprensione di sé, del mondo e del nostro tempo, nella comunità scolastica”. Per la sua terza edizione, dopo il successo di quelle precedenti – la prima nel 2021 dedicata a “La Peste” di Albert Camus, la seconda nel 2022 a “L’isola di Arturo” di Elsa Morante –  questa terza edizione vedrà pubblicare da parte del “Salone del Libro” un altro grande classico della narrativa italiana e internazionale, grazie alla collaborazione di “Giangiacomo Feltrinelli Editore”.

Da fine gennaio sui banchi di scuola approderà, infatti, Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi (Pisa, 1943 – Lisbona, 2012), in un’edizione speciale introdotta da un testo di Dacia Maraini e con una nota di Nicola Lagioia, direttore editoriale del “Salone”. Il libro, uscito nel 1994, vincitore del “Premio Campiello” e del “Premio Viareggio”, ambientato nel Portogallo alla fine degli anni Trenta, agli albori della dittatura di Salazar, è stato scelto “per i valori di libertà che trasmette e per l’accento che pone sull’importanza dell’esercizio dello spirito critico, insegnamenti sempre fondamentali, in particolar modo per i lettori che si affacciano all’età adulta”. Il protagonista, un giornalista solitario che si occupa principalmente di cultura, prende via via coscienza, grazie soprattutto al rapporto con il giovane Monteiro Rossi e la sua compagna, della deriva autoritaria imboccata dal proprio Paese e matura, poco alla volta, la decisione di compiere un gesto di eroica opposizione. Dal romanzo fu tratto l’omonimo film diretto da Roberto Faenza, con Marcello Mastroianniin una delle sue ultime interpretazioni.

Sostiene Pereira” raggiungerà più di 6mila studentesse e studenti in Italia, che entro la fine di gennaio riceveranno il libro gratuitamente. Il volume, come i precedenti, entrerà poi a fare parte della stessa “Biblioteca del Salone”. La copertina e l’impostazione grafica, anche per questo terzo volume sono state affidate a Riccardo Falcinelli, tra i più noti art director editoriali italiani. Ad accompagnare la lettura del romanzo, sarà, anche questa volta, un “podcast” in sei puntate, dal titolo Il Salone presenta Antonio Tabucchi”, prodotto in collaborazione con “Chora Media” e scaricabile su SalTo+ e sulle principali piattaforme di streaming gratuite a partire da febbraio 2023 e che vedrà diverse voci della narrativa contemporanea alternarsi per raccontare le tante sfumature della poetica dello scrittore pisano, le diverse questioni aperte dalla lettura di “Sostiene Pereira”, fornendo una propria specifica chiave di approccio all’opera: da Andrea Bajani a Paolo di Paolo, fino a Dacia Maraini, Romana Petri, Fabio Stassi e Chiara Valerio.

Tra febbraio e aprile 2023 alcune autrici e autori che intervengono nel “podcast” incontreranno dal vivo studentesse e studenti delle scuole nelle diverse sedi delle “Gallerie d’Italia”, i musei di “Intesa San Paolo” a Milano, Napoli, Torino e Vicenza. A Torino interverrà lo scrittore romano Paolo di Paolo.

Il momento conclusivo del grande percorso di lettura di “Sostiene Pereira”sarà sabato 20 maggio 2023, alla “XXXV Edizione del Salone del Libro”, con un appuntamento corale aperto a tutte le ragazze e i ragazzi coinvolti nel progetto, in cui saranno chiamati a parlare ospiti da sempre legati alle opere di Antonio Tabucchi.

“ ‘Sostiene Pereira’ – dichiara Nicola Lagioiaè ormai un classico, raro esempio di romanzo italiano contemporaneo celebrato in tutto il mondo. Per le studentesse e gli studenti che avranno l’opportunità di leggerlo rappresenta, insieme, un inno alla libertà e una grande lezione di letteratura civile”.

Per aderire a “Un libro tante scuole”, le scuole devono candidarsi sulla piattaforma SalTo+ (https://saltopiu.salonelibro.it/), entro il31 dicembre 2022.

Info: www.salonelibro.it

 

g.m.

 

Nelle foto

–       Antonio Tabucchi. galeria

–       Cover “Sostiene Pereira”

–       Dacia Maraini da FlickrSaloneLibro

La diplomazia del disincanto Costantino Nigra e l’Italia

Lunedì 14 novembre ore 17.30

via Ottavio Revel 15 – Torino

CENTRO STUDI PIEMONTESI 

Presentazione del volume

La diplomazia del disincanto

Costantino Nigra e l’Italia

sul finire dell’Ottocento

di

Andrea Pennini

Torino, Centro Studi Piemontesi, 2022

Con l’autore intervengono

Pierangelo Gentile e Michele Rosboch

Info e prenotazioni: tel. 011/537486 – info@studipiemontesi.it.

La conferenza potrà essere seguita in differita sul Canale YouTube del Centro Studi Piemontesi

 

www.studipiemontesi.it  

Torino e i suoi musei. La Galleria Sabauda

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Torino e i suoi musei

Con questa serie di articoli voglio prendere in esame alcuni musei torinesi, approfondirne le caratteristiche e “viverne” i contenuti attraverso le testimonianze culturali di cui essi stessi sono portatori. Quello che desidero proporre sono delle passeggiate museali attraverso le sale dei “luoghi delle Muse”, dove l’arte e la storia si raccontano al pubblico attraverso un rapporto diretto con il visitatore, il quale può a sua volta stare al gioco e perdersi in un’atmosfera di conoscenza e di piacere

1 Museo Egizio
2 Palazzo Reale-Galleria Sabauda
3 Palazzo Madama
4 Storia di Torino-Museo Antichità
5 Museo del Cinema (Mole Antonelliana)
6 GAM (Galleria d’Arte Moderna)
7 Castello di Rivoli
8 MAO (Museo d’Arte Orientale)
9 Museo Lombroso- Antropologia Criminale
10 Museo della Juventus

2 Galleria Sabauda

È qualche anno che abito fuori Torino e l’andare in centro non rientra più tra quelle che posso definire “abitudini”. Il lato positivo è che, quando ci vado, apprezzo maggiormente lo spettacolo che la città mi offre: la folla che si muove disordinata, qualcuno, più frettoloso degli altri, che attraversa correndo la strada anche se c’è il semaforo rosso, i tram che partono scampanellando sui binari, il sali-scendi delle persone dai pullman, qualche cestino troppo pieno e i portici che rimbombano del brusio dei passanti. Piazza Castello è una delle piazze principali dell’antica Augusta Taurinorum, è di forma quadrata e su di essa si affacciano Palazzo Madama e Palazzo Reale, mentre il profilato perimetro è delineato da portici eleganti ed importanti edifici, quali l’Armeria Reale, il Teatro Regio, il Palazzo della Regione Piemonte, la Galleria Subalpina, la Torre Littoria e la piccola Chiesa di San Lorenzo, che si erge all’angolo con via Palazzo di Città, mentre l’affollata via Garibaldi sfocia nella stessa piazza come un fiume nel mare. Poco più oltre s’innesta la Piazzetta Reale, costeggiata da Palazzo Chiablese, dove si trova l’ingresso per i Musei Reali e si accede al passaggio pedonale che porta a Piazzetta San Giovanni. Quando inizia a fare bel tempo si accendono le fontane, ricordo che quando finiva la scuola, noi studenti del Liceo Classico “Gioberti”, come molti altri ragazzi degli istituti vicini, andavamo a buttarci sotto l’acqua fredda per festeggiare l’arrivo dell’estate.

Vivere in un qualche luogo significa arricchirlo di ricordi, ma alcuni luoghi più di altri si legano ai vissuti e credo che per me piazza Castello sia proprio uno di quelli: punto di ritrovo “davanti al chiosco di giornali di via Garibaldi” o alla “focacceria”, i festeggiamenti bagnati – e leggermente maleodoranti- alla fine del ginnasio e tanti altri piccoli momenti che riaffiorano tutte le volte che passo di lì. Ma non è per raccontarvi della mia adolescenza che vi ho condotto qui, ma per proporvi di entrare a dare un’occhiata ad una delle varie collezioni che sono conservate all’interno del Palazzo. Nel regale complesso si trova la Galleria Sabauda, una delle raccolte pittoriche più importanti d’Italia, con alla spalle oltre 180 anni di storia. Le opere, oltre 700 dipinti che spaziano dal XIII al XX secolo, sono esposte dal 2014 nella Manica Nuova di Palazzo Reale, all’interno del complesso del Musei Reali di Torino.

Fra i contenuti di maggior interesse spicca una raccolta particolarmente importante di autori rinascimentali piemontesi, fra cui Giovanni Martino Spanzotti, Gaudenzio Ferrari e Defendente Ferrari, un vasto assortimento di opere prodotte dai maggiori nomi della pittura italiana, come Beato Angelico, Duccio di Boninsegna, Piero del Pollaiolo, Andrea Mantegna, Filippino Lippi, Il Veronese, Tintoretto, Guercino, Orazio Gentileschi, Giambattista Tiepolo e uno dei migliori nuclei italiani di dipinti della Scuola Fiamminga, con nomi quali Van Dyck, Rubens, Rembrandt, i Brueghel, Memling e Van Eyck.
La storia della collezione della Pinacoteca è lunga e complessa, inizia il 2 ottobre 1832, con la cerimonia ufficiale di inaugurazione della collezione di Carlo Alberto, con cui si sancisce che le opere vengano messe a disposizione della comunità e «aperte al pubblico». Allora però la raccolta era esposta a Palazzo Reale, dove rimase fino alla fine degli anni Sessanta dell’Ottocento, quando venne spostata a Palazzo Carignano. Negli anni Ottanta dell’Ottocento le opere erano 550, disposte tra le varie sale dell’edificio, divise per autori (piemontesi ed italiani), grandi formati, nature morte, ceramiche e fiamminghi. Alessandro Bandi di Verme ampliò la galleria di 5 sale e ordinò che i quadri fossero disposti secondo una concezione logica ed estetica.
Negli anni Trenta del Novecento la raccolta prende il nome “Galleria Sabauda”, ma si impoverisce poiché Mussolini cede svariate opere ai musei londinesi. Durante il periodo bellico l’esposizione chiude al pubblico per molto tempo; negli anni Cinquanta la Galleria viene inserita nel piano di rinnovamento dei grandi musei nazionali che necessitano provvedimenti e finalmente, il 24 maggio 1959, la Galleria riapre ufficialmente. Oltrepasso la cancellata, eseguita nel 1840 da Pelagio Palagi a scopo di delimitare la Piazzetta Reale dalla pubblica Piazza Castello, alzo lo sguardo verso le faccione dorate dell’orrorifica Medusa e mi avvio alla biglietteria.

Una volta entrata mi trovo di fronte al lungo corridoio e qui da una parte si affacciano le numerose stanze e dall’altra spiccano le statue romane. A questo punto non mi resta che cercare i numeri delle sale e iniziare il percorso. Le opere esposte sono moltissime, tutte meravigliose, ma alcune incontrano particolarmente i miei gusti, come il dipinto del fiammingo Hans Memling, “Scene della passione di Cristo” (1470). Si tratta di una tela di modeste dimensioni, emblematica di uno degli stili pittorici che più mi piacciono, quello fiammingo. Con “arte fiamminga” si è soliti indicare la produzione artistica del XV-XVI secolo, portata avanti nei Paesi Bassi, caratterizzata da un approccio sensoriale ed analitico della realtà fenomenica delle cose, che si traduce in pittura in una minuziosa descrizione dei più piccoli dettagli, resi in maniera sorprendentemente realistica. A questa tipologia di opera sarebbe il caso di avvicinarsi con una lente d’ingrandimento, alla ricerca di personaggi nascosti, come, in questo caso, il bambino che assiste affacciato alla finestra al crudele destino di Gesù. Mi avvicino alla tela che va letta dall’ alto a sinistra a scendere, percorrendo con lo sguardo le strette vie raffigurate con dovizia di particolari, affollate di personaggi usciti da un presepe nordico, ognuno con caratteristiche proprie. Mi perdo in uno spazio urbano che sembra rifuggire i principi della prospettiva e della verosimiglianza, l’autore ha inserito più di venti scene della Passione di Cristo, così come sono ricordate dai Vangeli. In primo piano, ai lati, vi sono rappresentati i committenti, Tommaso e Maria Portinari, due facoltosi banchieri fiorentini.

All’interno della Galleria vi sono altri quadri fiamminghi, tutti, a mio personalissimo avviso, da osservare avvicinandosi il più possibile, con sguardo indagatore, come si volesse giocare a fare i “detective”. Incontro varie nature morte, composizioni di fiori pomposi, bicchieri e vetri lucenti e piccoli insetti che si inseriscono nel componimento con “nonchalance”; mi imbatto in grandi maestri quali Anton van Dyck, (Principe di Savoia Tommaso Carignano, 1634), Van Weyden e un minuscolo ma non meno affascinate Rembrandt Harmenzoon van Rijn. Non riesco a non fermarmi davanti alla piccola opera, sembra una fotografia scattata al buio, gli occhi si devono abituare all’oscurità che si sta osservando e finalmente percepiscono i dettagli che emergono dall’ombra: una brace ormai spenta illumina una brocca, un attizzatoio e delle aringhe messe a essiccare. La fioca luce, vera protagonista del componimento, si posa anche sul volto dormiente e sulle dita intrecciate dell’anziano signore, vestito di nero e seduto abbandonato su una sedia. La virtuosistica tela quasi monocroma è databile al 1629, il suo significato rimane incompreso, alcuni pensano si tratti di un filosofo o Tobia dormiente, oppure ancora l’allegoria dell’accidia o il ritratto del padre del pittore prossimo alla morte.

Guardo un’ultima volta la piccola composizione, per avere la certezza di non essermi persa nessun dettaglio, poi mi allontano piano, come non volessi svegliare l’assopito vecchio stanco.
Mi aggiro per la pinacoteca continuamente osservata da tutti quei personaggi dipinti, ogni tela cela una storia al suo interno, come nel caso dell’opera di Bartolomeo Passerotti, “Perseo e Andromeda”, nella quale l’autore raffigura l’eroe di ritorno dall’impresa dell’uccisione della mostruosa Gorgone, nel momento in cui si imbatte nella candida fanciulla ancorata allo scoglio, lì imprigionata a causa della spregiudicatezza della madre. Quasi non me ne accorgo, ma sto inconsciamente giocando a riconoscere miti e personaggi studiati sui libri di scuola durante le ore di letteratura, riconosco l’episodio di Ercole che affida Deainira al Centauro Nesso, rappresentato da Pecheux, Apollo e Dafne e Pan e Siringa nelle opere di Filippo Lauri, ancora mi soffermo davanti a Lucrezia, magistralmente rappresentata da Guido Reni nell’atto estremo del suicidio, ma poi anche la tragica vicenda di Diana e Callisto nella tela di Cambiano e infine mi attardo un po’ di fronte all’opera di Galliari, che raffigura un mito che molto concerne Torino, “La caduta di Fetonte”.

Forse non si sa, o quantomeno non si dice abbastanza, ma nel capoluogo piemontese, proprio nella Galleria Sabauda, sono conservati grandi nomi della storia dell’arte, quali Botticelli, di cui è visibile la così detta “Venere Gualino”, dal nome del suo acquirente, Riccardo Gualino, che la comprò nel 1920 per poi cederla dieci anni dopo alla Galleria. Davanti al quadro è impossibile non pensare alla ben più nota Venere degli Uffizi. L’opera venne probabilmente realizzata nel momento di massima attività della bottega del maestro fiorentino. La fanciulla si presenta nuda al visitatore, leggera e pallida, alle sue spalle una nicchia dal fondo scuro; poggia i piedi su un gradino di marmo chiaro, che le vicende conservative del dipinto hanno reso leggermente sghembo. Cerca, con pudore, di coprirsi con le mani e con i lunghi capelli biondi ramati. Oggi si tende a vedere nella “Venere Gualino” un’opera indipendente, anche tenendo conto di una menzione di Giorgio Vasari, che ricorda come in varie case fiorentine si trovassero raffigurazioni simili, prodotte nella bottega di Botticelli: una scultura della tipologia della “Venus Pudica” dovette essere il modello in comune tra queste opere e la tela degli Uffizi. Altri nomi in cui ci si imbatte con timoroso rispetto sono Filippino Lippi, Andrea Mantegna, Beato Angelico, Veronese, Tiepolo, Orazio Gentileschi, Vanvitelli, Canaletto e altri, autori che ha più senso vi inviti ad andare a visionare piuttosto che elencarli freddamente.

Prima di uscire “a riveder le stelle” vorrei soffermarmi ancora su un’opera e su un autore che amo particolarmente: “Ercole nel giardino delle Esperidi” di Pieter Paul Rubens, (Siegen, 1577-Anversa, 1640). L’opera si trova nella sala 29, dove sono esposti altri capolavori del genio barocco per eccellenza. Nelle sue opere prevale la complessità, la policentricità, l’intrecciarsi di motivi e linee di forza, la pienezza rigogliosa delle forme, lo splendore e la vivacità dei colori, il virtuosismo tecnico che gli permette di giungere ad una definizione dell’opera molto finita e preziosa. In questo specifico quadro è rappresentato un Ercole forzuto e massiccio, fatto di carne e di muscoli, secondo i canoni di Rubens, mentre sta per cogliere i pomi d’oro nel mitico giardino delle Esperidi. È l’undicesima fatica che l’eroe greco deve affrontare e che riesce a superare grazie al consiglio di Prometeo, che gli suggerisce di farsi aiutare da Atlante.
Alcuni di voi si ricorderanno la divertente rivisitazione Disney in cui il protagonista viene appellato “scemercole”, bene, forse è vero che l’intelligenza è caratteristica più di Odisseo che di Ercole, ma in questo episodio l’eroe dimostra di sapersela cavare. Quando Ercole si reca da Atlante, quest’ultimo accetta di aiutarlo, ma per poterlo fare è necessario che il forzuto greco regga un po’ il Mondo al posto suo; Ercole acconsente e a quel punto Atlante, sgranchendosi la schiena, fa per andarsene e abbandonare l’eroe a quel compito infausto. Spaventato dal quel mesto destino Ercole aguzza l’ingegno: “Fammi aggiustare la veste prima di andartene,” dice Ercole ad Atlante mentre gli ripassa quel Mondo così pesante, e l’altro ci casca in pieno.

Dall’arte c’è sempre qualcosa da imparare.

Alessia Cagnotto

Andrea Polacchi eletto presidente di Arci Piemonte

Trentanove anni, guida un percorso di rilancio dell’associazione

Andrea Polacchi è il nuovo presidente di Arci Piemonte.
Ieri egli spazi del circolo Operaio Franco Ferraris di Omegna, si sono infatti riuniti i rappresentanti dei 500 circoli e sette comitati territoriali che rappresentano gli oltre 110mila tesserati Arci del Piemonte.

Polacchi – attualmente presidente del Comitato Arci Torino – è stato eletto alle 17,30  presidente del Comitato regionale, a conclusione del congresso per il rinnovo delle cariche piemontesi (in programma ogni quattro anni).

«Gli ultimi anni sono stati difficili per la pandemia, certo, ma anche a causa di una Riforma del Terzo Settore ancora parzialmente incompiuta: ha reso la vita delle associazioni più rigida e professionalizzata – dichiara il neo presidente – L’Arci ha resistito, confermandosi la più importante rete di promozione sociale e culturale del Piemonte. Ora dobbiamo rilanciare».
Spiega: «La nostra associazione è portatrice di un valore immenso di diversità, radicamento, tradizione. Compito nostro, oggi, è prendere questo valore e coniugarlo al futuro: innovando le forme con cui produciamo e fruiamo cultura, costruiamo reti mutualistiche e solidali, stimoliamo alla partecipazione attiv

Le prime sfide del nuovo gruppo dirigente riguarderanno il supporto e i servizi ai comitati territoriali e alle associazioni, anche in relazione alle nuove normative e al RUNTS, che è organizzato su base regionale. Poi, la sfida della progettazione e dello sviluppo associativo, in modo che Arci risulti radicata in modo omogeneo su tutto il Piemonte, valorizzando le caratteristiche di ogni territorio e supportando le realtà locali dell’Arci a partire da quelle più deboli. Infine, percorsi di formazione, rivolti ai circoli, ai giovani e alle tante persone vedono nell’Arci un possibile strumento di emancipazione e partecipazione.

«L’Arci è un laboratorio di pace, antifascismo e democrazia da quasi 70 anni. La nostra società ha bisogno di fondarsi su relazioni umane diverse e alternative al profitto e al consumo. Crisi ambientali, guerre e disuguaglianze: è evidente che l’attuale modello di sviluppo mostra drammaticamente i suoi limiti. Arci, attraverso la propria azione, pratica l’alternativa come scelta politica e, a partire anche da questo congresso, non intende sicuramente smettere» conclude Polacchi.

Antifascismo, genere, giustizia climatica, intercultura, e naturalmente lotta alle povertà, cultura e ricreazione sono le parole d’ordine del Documento politico del Congresso. Con questi contenuti, delegate e delegati parteciperanno al Congresso nazionale di Arci, che si svolgerà a Roma l’1, 2, 3, 4 dicembre prossimo

Sonego e Vavassori incrociano le racchette con grandi e piccoli in centro a Torino

Ieri in pieno centro a Torino è stato allestito un mini campo da tennis dove si sono esibiti Lorenzo Sonego e Andrea Vavassori, doppisti che quest’anno hanno vinto alcuni tornei. I due tennisti hanno giocato con bambini e adulti per circa tre ore e a conclusione dell’evento si sono intrattenuti con l’assessore allo sport Domenico Carretta.

Marco Aceto

Suonala ancora, Sam!  Grandi canzoni dai film di culto con Marco Nieloud Ensemble

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

 

Mercoledì 16 novembre, ore 21.30

 

 

 

“Suonala ancora, Sam!” è il concerto in prima assoluta del Marco Nieloud Ensemble con Marco Nieloud, Michele Patti, Gianmaria Nieloud, Michele Millesimo, delle canzoni più famose dei film di culto per un viaggio alla scoperta dei brani “nascosti” nei film. Con canzoni, tra gli altri, di Paul Simon, Stevie Wonder, Elton John, Chuck Berry, Paolo Conte, Neil Diamond.

 

Ora di inizio concerto: 21,30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

 

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

 

INFO PER LA STAMPA

Ufficio stampa Osteria Rabezzana, Simona Savoldi

Tel: 339.6598721 – E-mail: press@osteriarabezzana.it