ilTorinese

“La democrazia non è gratis”, Violante al Circolo dei lettori

La democrazia non è gratis

I costi per restare liberi
presentazione del libro di e con Luciano Violante
edito da Marsilio
con Ermis Segatti, modera Alberto Riccadonna

Dileggiata dai nuovi despoti, la democrazia è oggi la principale imputata in un processo collettivo in cui è in gioco il futuro dell’Occidente. Uno dei protagonisti della vita delle istituzioni, studioso di storia e cultura classica, fa luce sui rischi reali e smaschera i falsi idoli.


📌 ingresso libero fino a esaurimento posti

👀 con la Carta Io leggo di Più puoi prenotare il tuo posto, nelle prime file: scrivi a info@circololettori.it o chiama 011 8904401


✏️ la quarta di copertina
Dileggiata e dichiarata «fuori corso» dai nuovi despoti, la democrazia è oggi la principale imputata in un processo collettivo in cui è in gioco il futuro dell’Occidente.
Magistrato e a lungo protagonista della vita delle istituzioni, fervente studioso della storia e della cultura classica, Luciano Violante analizza alcune preoccupanti tendenze per fare luce sui rischi reali e smascherare i falsi idoli.
Il punto di partenza è il grande malinteso che l’autore individua come causa della situazione attuale: aver limitato il concetto di democrazia a un elenco di diritti da garantire, rimuovendone la naturale contropartita, i doveri a cui adempiere. Attraverso il confronto con contesti politici drammaticamente emergenti – in particolare Russia e Ungheria – scava in un passato comune per ritrovare l’origine dei tanti mali, in primis le «presunzioni» dell’Occidente (dall’esportazione della democrazia all’ingenua equazione tra sviluppo economico e avanzamento dei diritti), per fare i conti con il narcisismo di una civiltà che ha preferito lo scaltro Ulisse all’onesto Palamede.
Ripercorre inoltre le tappe della storia italiana recente, alla ricerca di quel che resta dello spirito della Costituzione, per comprendere come si sia arrivati ad attribuire le colpe della politica alla democrazia ridotta a un complesso di regole, a mera «tecnica di governo», alimentando così l’errata convinzione che essa interessi e dipenda solo da chi quelle regole è chiamato a stabilirle e a farle rispettare.
Un pamphlet appassionato e severo che pone l’accento sulle responsabilità di ciascuno per rimettere a fuoco e al centro dei comportamenti parole che ritrovino un significato condiviso – diritto e dovere, libertà e uguaglianza, pace e giustizia – e far sorgere una nuova e piena consapevolezza civica.

Qualcuno salvi la punteggiatura!

La difficile e faticosa vita delle virgoledei punti e la quasi estinzione dei punti e virgola

 

Come la maltrattiamo questa punteggiatura, la sviliamo e la sottovalutiamo prediligendo quasi esclusivamente l’ uso dei punti esclamativi, numerosi ed  invadenti, come se uno solo non bastasse a capire che siamo sorpresi, felici, increduli, e dei punti interrogativi che si mettono in fila sfacciati nelle nostre conversazioni digitali, anche lì, come se inserire l’unico previstoper convenzione, alla fine di una qualsivoglia domanda, non fosse sufficiente a dare il senso del dubbio o del rebus.

Se aggiungiamo a questa folla indesiderata di interpunzioni gli attualissimi emoticon, utilizzati nel bel mezzo di ciascuna locuzione per comunicare ogni tipo di sentimento, oggetto, cibo, animale o valutazione, talvolta col rischio di seri fraintendimenti, abbiamo una autentica giungla della scrittura la cui eccessiva semplificazione, dovuta essenzialmente al fattore velocità, prendeil posto di una corretta e composta redazione di pensieri e parole.

Non si vuole screditare totalmente i nuovi metodi di comunicazione scritta, spesso utili alle nostre vite frenetiche fatte di tempi ridotti, ma non possiamo assassinare la nostra bella lingua fatta anche di pause, di incisi e di sobrietà; questa vocazione geroglifica odierna che privilegia la rappresentazione istantanea, a scapito della scrittura tradizionale, deve essere perlomeno oggetto di riflessione.

Al contrario del punto e della virgola che, fortunatamente, rientrano ancora nella categoria delle specie protette della comunicazione scritta, l’agonizzante e sfortunato punto e virgola, utilizzato per la prima volta nel 1500 da Aldo Manuzio, stampatore veneziano, che è, o dovrebbe essere,  “uno stacco intermedio tra due preposizioni di un periodo: più forte della semplice virgola e meno forte del punto” (Treccani); indicato quindi  per dividere  due  frasi coordinate tra loro in caso di periodi lunghi e, inoltre, utilizzato anche negli elenchi e nelle enumerazioni, è praticamente ignorato. Il suo utilizzo riveste una funzione importante sia per lo scrittore che per il lettore: chi compone il testo è in grado di organizzare i periodi in maniera più ordinata e disciplinata e chi legge può evitare una seccante sospensione del respiro.

Esclamazioni interrogative, abuso di simboli tuttofare, abbreviazioni mortificanti di parole stanno umiliando dunque la nostra lingua, splendida e armoniosa, che Thomas Mann definiva la “lingua degli angeli”, “un idioma celeste”. E’ importante a questo punto rivalutare le regole, normalizzare nuovamente la scrittura evitando così che una forma di comunicazione così importante, di arte meravigliosa e determinante mezzo di trasmissione del sapere diventi unicamente uno schieramento di segni grafici.

 

Qualche tempo fa sul web girava una frase che dimostrava come,a seconda dell’utilizzo o meno della punteggiatura , il significato venisse stravolto completamente: “Vado a mangiare, nonna”  o “Vado a mangiare nonna”, tutto ciò a testimonianza che una virgola può salvare la vita, la vita della scrittura.

 

Maria La Barbera

Dispersione ceneri dei defunti, nuove modalità

Su proposta del consigliere Silvio Viale (+Europa e Radicali Italiani) Il Consiglio comunale ha modificato il Regolamento 264 per il servizio mortuario e dei cimiteri rendendo possibile l’individuazione di nuove aree in città per la dispersione delle ceneri con provvedimento della Giunta comunale che le individui in modo specifico.

La modifica regolamentare prevede l’istituzione di un registro in cui sono iscritti coloro che hanno espresso la propria volontà di cremazione e all’affidamento o alla dispersione delle ceneri. In qualsiasi momento la persona iscritta può chiedere la cancellazione delle annotazioni iscritte nel registro per la cremazione.

The Others Art Fair, al via il count down

 

A TORINO UN MESE DI EVENTI DEDICATI ALL’ARTE 

 

Un programma di appuntamenti di avvicinamento alla Fiera d’arte contemporanea in collaborazione con 7 realtà torinesi fra talk ed esposizioni

dal 12 al 31 ottobre 2023

 

www.theothersartfair.com

 

Tre, due, uno, accensione: è già in partenza la missione The Others Art Fair 2023 che sbarca dal 2 al 5 novembre nuovamente nel Padiglione 3 di Torino Esposizioni con l’obiettivo di portare all’ombra della Mole gallerie come pianeti, pronte a risplendere come astri nascenti per esplorare l’Universo dell’arte contemporanea attraverso uno spazio espositivo cosmico.

 

Per l’occasione, nasce ‘Countdown’: un mese di eventi di avvicinamento alla XII edizione della Fiera, fondata da Roberto Casiraghi e Paola Rampini,  per riscoprire e creare sinergie con realtà espositive indipendenti torinesi. 

 

Talk, presentazioni ed esposizioni dedicati all’arte in tutte le sue forme, con un calendario di due appuntamenti a settimana diffusi in città, dal 12 al 31 ottobre, grazie alla collaborazione nata con 7 spazi non profit: Otto Finestre, Muta Torino, Nisba Studio, ArtPhotò, Associazione Bastione, IDEM Studio e Il Cerchio e le Gocce.

«The Others è una fiera internazionale, che da Torino guarda al mondo e che si spinge quest’anno fino ai confini dell’Universo ma, allo stesso tempo, non dimentica le sue origini, il luogo in cui si trova – sottolinea Roberto Casiraghi – perché è fondamentale mantenere sempre un contatto vivo e diretto anche con le realtà creative più giovani della città». 

 

Ne è un esempio anche la residenza d’artista di un mese a Torino, proposta nella scorsa edizione dal Comitato Piero D’Amore e vinta da Letizia Scarpello. L’artista, giunta a Torino a settembre 2023, ha organizzato la sua ricerca su due livelli differenti, coniugando la produzione in studio, che ha sviluppato sotto forma di disegni e scritture, a quella in dialogo con la città, alternando momenti di documentazione su luoghi di particolare interesse (come edifici abbandonati), a incontri con realtà produttive locali (fra cui laboratori di carpentieri, fabbri, vetrai e tappezzieri). Letizia Scarpello ha così riassunto in un’unica installazione dal titolo “Attraverso” la sua esperienza più recente, che sarà visitabile a The Others 2023 nei giorni di apertura della fiera al pubblico.

 

Non manca infatti l’attitudine creativa ed eclettica – da sempre uno degli elementi distintivi della Fiera dal carattere contemporaneo e indipendente – come cortocircuito di un sistema autoreferenziale dell’arte per ricreare una vera e propria “Factory” di realtà emergenti, quale ritrovo privilegiato delle voci più nuove e delle tendenze artistiche più prorompenti.

 

Per questo motivo, The Others Art Fair 3023 lancia anche un’iniziativa di carattere ludico e unica nel suo genere: l’’InterstellArt Cup”, il campionato di biliardino più partecipato di sempre, che connette giornalisti, galleristi, artisti, curatori e collezionisti per rompere tutti gli schemi e le distanze, incoraggiando nuovi intrecci ed occasioni di incontro. Una scelta alternativa, con la voglia di fare rete, a tratti un po’ corsara, ma che vuol essere costruttiva, e anche un po’ provocatoria.

 

ECCO IL PROGRAMMA

 

Countdown coinvolge spazi espositivi torinesi con un approccio non tradizionale,

che si esprimono attraverso i più variegati linguaggi espressivi contemporanei.

Due appuntamenti a settimana, dal 12 al 31 ottobre 2023.

 

I PROSSIMI EVENTI IN PROGRAMMA:

18 ottobre ore 19 

Otto Finestre (2° evento)

Via Saluzzo 88

 

Presentazione del designer Ilia Potemine.

Ilia Potemine, designer torinese di origini russe, esplora dal 2011 il design come pratica che combina mondi opposti. Inizialmente il suo lavoro si basa su oggetti unici realizzati a mano con tecniche artigianali, per arrivare a un complesso processo di ricerca e sviluppo che lo porta ad inventare e brevettare tecnologie. I suoi lavori sono stati esposti in gallerie come Dilmos Milano, citati dal New York Times e premiati da concorsi come Wallpaper Design Award.

Per l’occasione il designer parlerà della relazione tra arte, design e tecnologia che porta all’invenzione. Verranno presi in considerazione ed analizzati 3 oggetti che hanno particolarmente segnato il suo percorso. Dal garage alla galleria di design, passando per gli uffici di ricerca e sviluppo delle aziende più importanti di illuminazione.

Due strade divergevano in un bosco ed io presi la meno battuta e questo ha fatto tutta la differenza” con questo finale di poesia di Robert Frost si può riassumere lo spirito e la visione del designer inventore.

 

20 ottobre ore 15 –

Nisba Studio

Via Po, 25

 

Esposizione “Rumore Finalmente”.

Nisba Studio presenta opere di grande formato museale, ispirate dal paesaggio urbano e dalle sue contraddizioni. Lo spazio è un osservatorio sulla società contemporanea nato da un’ idea degli artisti GEC e BR1, noti street artist torinesi, e si posiziona come riferimento nel panorama nazionale per quanto riguarda l’urban art italiana ed europea.

Un luogo nuovo, dove si incontrano arte, cultura, politica, con una predilezione verso la street art sperimentale e lo spazio pubblico. È un luogo dove nascono connessioni tra i creatori, il pubblico e la città. Si intrecciano relazioni tra collezionisti, appassionati, visitatori, aziende, amministratori pubblici e privati. Nisba Studio accoglie chiunque.

 

24 ottobre ore 19

ArtPhotò

Spazio Eventa – Via dei Mille 42

 

Paesaggi Forse. Talk dell’artista Maurizio Briatta in dialogo con Giada Tamburini. Modera la curatrice Tiziana Bonomo.

Maurizio Briatta, riconosciuto fotografo torinese inserito nel gruppo “Giovani artisti a Torino” prima del 2000, in dialogo con Giada Tamburini, giovane artista che ha da poco concluso una masterclass in Visual Storytelling presso Camera Torino sul significato del Paesaggio. Tiziana Bonomo, curatrice della mostra, investigherà sullo sguardo di entrambi: irrazionale, creativo, contemporaneo.

 

26 ottobre ore 18

Associazione Bastione

Strada Comunale Val S. Martino Superiore, 27

 

Si vede meglio da qui” presentazione del progetto Associazione Culturale Bastione e inaugurazione della mostra personale di Donato Mariano, a cura di Maria Elena Marchetti.

“Si vede meglio da qui” quale panorama, quale veduta offre uno spazio di scambio e di ricerca collocato ai “margini di una città”? Quali esperienze offre a un pubblico che dal centro della città si sposta sulla collina, per guardarla da un altro punto di vista? Qual è la proposta e l’impegno di uno spazio che promuove realtà artistiche emergenti, nei confronti di una città e di chi la abita?

Relatori: Collettivo Bastione, Antonio Rava, Donato Mariano e Maria Elena Marchetti.

 

27 ottobre ore 18

IDEM Studio

Via Vincenzo Lancia 4

 

Inaugurazione “Mescolare bene” a cura di Davide Gambaretto.

“Mescolare bene”, nuova mostra di IDEM Studio presso lo spazio espositivo di via Lancia 4, presenta opere in aperto dialogo con l’installazione che verrà esposta durante la era di The Others. La mostra, a cura di Davide Gambaretto, avrà come focus la rivisitazione della natura morta, filtrata dallo sguardo pittorico dei tre artisti. Partendo così da un macrocosmo figurativo, si giunge allo svelamento di un micro-cosmo di ricerca artistica personale che è proprio del collettivo IDEM.

 

31 ottobre ore 17

Il Cerchio e Le Gocce

DOCKS74, via Valprato 68

 

Ore 17.00 UAT – Urban Art Talks, conferenza sul rapporto tra arte urbana e spazi privati

Ore 18.00 Duetto, Mostra bipersonale degli artisti Giovanni dallo Spazio e Taleggio

Un dialogo intergenerazionale tra professionisti dell’arte urbana. Un momento per confrontarsi sul conflitto di chi, abituato a lavorare nello spazio pubblico, si trova nello spazio privato. Differenze, similitudini e contrasti tra ambiti creativi e lavorativi trasversali.

L’italia a caccia del primo posto!

 

Inghilterra -Italia
Londra,
Stadio Wembley
Alle ore 20.45 di martedì 17 ottobre
Qualificazioni Euro 2024

Tornano gli Azzurri di Spalletti nella sfida decisiva per il primo posto nel girone(si qualificano agli Europei le prime due)
contro l’Inghilterra capolista vincitrice all’andata per 2-1.
l’Italia è in forma e lo sta dimostrando gara dopo gara.
Ecco la formazione con il consolidato modulo Spallettiano.
ITALIA (4-3-3) Donnarumma; Di Lorenzo, Scalvini, Acerbi, Udogie; Barella, Cristante, Frattesi; Berardi, Scamacca, El Shaarawy. Ct. Spalletti

In difesa tornano Di Lorenzo, Acerbi e Scalvini per dare esperienza e maggior fisicità.La grande novità è Udogie come difensore centrale abile nei contrasti ed anche a contrastare l’azione avversaria.
A centrocampo Barella e Frattesi insieme con Cristante che diventa il regista al posto di Locatelli.
In avanti il centravanti di riferimento è Scamacca. A sinistra El Shaarawy al posto di Raspadori. Confermatissimo Berardi col compito di svariare su tutto il fronte offensivo.

Enzo Grassano

Easy lunch al Caffè San Carlo

LA PAUSA PRANZO PRET A PORTER NEL SALOTTO DI TORINO 
Al ” Caffè San Carlo” di Torino, nel salotto storico dei torinesi di ogni etá, si respirano, da poco più di un anno, le atmosfere di ciò che era il Caffè prima della sua precedente chiusura: il desiderio di ritrovarsi in un ambiente profondamento identitario per la città e dove tutto l’arredamento – soprattutto l’iconico e regale lampadario a soffitto, lasciato in eredità dalla precedente gestione, quasi a omaggio per la fiducia e l’apprezzamento che i cittadini hanno sempre rivolto a questo locale – riporta nella storia della Torino sabauda.
Allo sfarzo informale del Caffè si è affiancato il Ristorante gastronomico ” Scatto”: guidato dalle mani sapienti e dalla mente geniale dello chef 1 stella Michelin Christian Costardi, la location sta diventando una  delle mete gastronomiche  preferita per coloro che amano accostare al mangiare bene, la curiosità ad assaporare gusti nuovi, presentati al piatto in  maniera sorprendente, nel rispetto delle tipicità piemontesi.
Il momento del pranzo, in particolare, considerate anche le varie e importanti realtà lavorative nei dintorni ( ad esempio, l’head quarter di Intesa Sanpaolo o l’annesso museo dedicato all’arte e alla cultura ” Gallerie d’Italia” ), al Caffè San Carlo é diventato un momento di godimento e relax senza ” stravolgere” il portafoglio.
L’intento della proprietà è stato proprio questo: far conoscere i piatti di una cucina di livello, il modo di prepararli e presentarli , a prezzi che si potrebbero definire ” popolari”. Alzandosi dal tavolo sazi e soddisfatti.
Al consueto menu alla carta, è possibile scegliere il piatto del giorno – un primo o un secondo – , che cambia tutti i giorni ( e solamente dal lunedi al venerdì) , insieme ad acqua, caffé e coperto; seduti all’interno o nello splendido dehors affacciato direttamente su Piazza San Carlo.
CHIARA VANNINI

La guerra mai

LIBERAMENTE di Monica Chiusano

Ci sono cose da non fare MAI , né di giorno né di notte, né per mare né per terra: per esempio, la guerra !!!!!

Le associazioni: “Più strutture per gli autistici gravi”

Palazzo Lascaris colorato di blu per la giornata per la consapevolezza sull’autismo

“Individuare una o due strutture post acuzie dedicate agli adulti autistici gravi, per un totale di 10 posti letto: servono ad accogliere e riabilitare. Bisogna anche intervenire sulla formazione del personale sanitario e socio-assistenziale specializzato”. Le richieste arrivano dalle rappresentanti del Coordinamento regionale per l’autismo, audite stamattina in Commissione sanità, presieduta da Alessandro Stecco. L’audizione era stata richiesta da Silvio Magliano (Moderati).
Benedetta De Marchis, presidente del Coordinamento, ha lamentato che molte famiglie siano costrette a rivolgersi al Centro per i disturbi dell’autismo in età adulta di Torino: un centro di riferimento nazionale, il primo nato in Italia nel 2009, che oggi prende in carico circa mille persone, l’unico in Piemonte. “Negli altri territori si ricorre a frequenti ricoveri ospedalieri dove le risposte sono sedazione e contenimento meccanico”, spiega De Marchis.
“Nel 2019 – aggiunge – era stato predisposto il progetto di una o due strutture per un totale di 10 posti letto, avevamo individuato anche il posto, ma da marzo scorso non abbiamo più saputo nulla”.
L’urgenza di una specializzazione è stata ribadita anche da Irene Cossu Demelas, presidente di Luce per l’autismo: “Nei pronto soccorso non c’è personale formato sull’autismo e bisogna capire quante volte le crisi comportamentali non suscitino gli approfondimenti diagnostici necessari per capirne l’origine”. A questo proposito Stecco e Domenico Rossi (Pd) si sono impegnati a nome della Commissione a formulare una richiesta di accesso agli atti dei Pronto soccorso per conoscere il numero di accessi di persone autistiche, per poi condividere le informazioni fornite.
Arianna Porzi, del Coordinamento, ha precisato che in Piemonte negli ultimi anni “si è creata una buona base di competenza grazie ai centri di riferimento regionali per i bambini e per gli adulti, che però non riescono a rispondere a tutte le richieste”.
Sono poi intervenuti con domande Silvio Magliano (Moderati), RossiAndrea CaneLetizia NicotraAlessandro Stecco (Lega) e Francesca Frediani (M4o) sui numeri, le caratteristiche delle strutture specializzate e la formazione del personale medico.

Nella seguente seduta ordinaria gli specialisti dell’assessorato alla Sanità hanno svolto un approfondimento tecnico sul tema dell’autismo chiarendo che, a proposito delle strutture post acuzie per gli adulti autistici gravi, sono in corso valutazioni su strutture adeguate, personale e tariffe.
Hanno in seguito annunciato il lancio di un progetto D.a.m.a. (Disabled Advanced Medical Assistance) per il Piemonte, sulla scia di quanto già fatto presso il San Matteo di Pavia, per facilitare il percorso sanitario dei pazienti portatori di handicap grave. Cuneo ospiterà a novembre una prima presentazione dei dati, seguita da Torino a gennaio.
Il precedente progetto “Transitional care”, nato in Piemonte e considerato d’avanguardia a livello nazionale, oggi funziona solo per pazienti in carico al Regina Margherita e non è attivo per gli utenti provenienti dal territorio.
Sono intervenuti per chiarimenti i consiglieri SteccoRossiSarah Disabato (M5s), Magliano e Frediani.
La Commissione è proseguita con il parere preventivo favorevole a maggioranza sul documento di economia e finanza regionale (Defr) 2024-2026, in materia di politiche sociali e integrazione socio-sanitaria, dopo la presentazione dei capitoli di competenza dell’assessore Maurizio Marrone. Sono previsti 10 milioni di euro per l’assistenza domiciliare di anziani non autosufficienti e per le famiglie che se ne fanno carico.

A qualcuno piace calda

IL PUNTASPILLI di Luca Martina

La caduta del muro di Berlino, nel novembre 1989 e, poco più tardi, la dissoluzione dell’Unione Sovietica hanno segnato la fine di un conflitto che aveva diviso per più di quarant’anni il mondo in due schieramenti.

La contrapposizione sempre più accesa tra gli Stati Uniti e l’URSS, iniziata dopo la seconda guerra mondiale, venne definita nel 1947 dal giornalista americano Walter Lippmann “Guerra Fredda” e così venne in seguito sempre ricordata.

Ad essere più precisi a coniare il termine era in realtà stato, pochi anni prima, lo scrittore George Orwell che aveva descritto il mondo sopravvissuto al secondo conflitto mondiale come sovrastato dall’ombra di una possibile catastrofe nucleare con una “pace che non è una pace.”

La “Guerra fredda” designava quindi una situazione dove lo scontro avveniva sul terreno delle relazioni diplomatiche, delle alleanze, della politica, della deterrenza (il possesso, da parte delle due parti in causa dell’arma atomica) e raramente (come avvenne in Corea e Vietnam) si traduceva in veri e propri fenomeni bellici, le cosiddette “guerre calde”.

La fase successiva, sino alla seconda metà dello scorso decennio, ha consentito un periodo di forte espansione economica, allargata ad aree del mondo virtualmente assenti fino ad allora dalla cartina economica (i Paesi emergenti, con la Cina a tirare la volata), che può essere racchiuso in un termine quanto mai abusato: globalizzazione.

Sebbene fosse stato introdotto per la prima volta dal settimanale The Economist nel 1962 sono stati proprio gli anni 90 a cogliere i frutti dell’appena nata libertà degli scambi, una volta cadute le frontiere politiche ed ideologiche.

Da qualche anno, però, abbiamo assistito al rallentamento della crescita degli scambi internazionali ed al ritorno di movimenti nazionalisti, a partire dagli Stati Uniti, che non hanno risparmiato nessun continente (anche la Cina, con Xi Jinping ne è stata fiera protagonista).

Che questa fase di “guerre commerciali” sarebbe stata seguita da un ritorno delle “guerre calde” non era certamente immaginabile, sebbene, vista con la lente della storia, non sembri oggi così sorprendente.

Le fasi economiche incerte producono insoddisfazione, squilibri sociali, derive nazionalistiche e (solo in passato, si sperava) guerre e rivoluzioni.

La debolezza occidentale (con il disimpegno statunitense dai principali scenari internazionali operato a partire dalla presidenza Obama) ha consentito, per citare solo gli eventi più recenti, il ritorno al governo del regime talebano in Afghanistan e, successivamente, il risorgere delle ambizioni imperiali (o sovietiche) nella Russia di Putin.

Anche le ultime tragiche vicende israelo-palestinesi, pur nella loro stratificata complessità storica, hanno forse a che fare con una fase caratterizzata dall’assenza di una forte leadership (innanzitutto negli Stati Uniti, alleato storico del Paese di Abramo), insoddisfazione e debolezza interna (il governo di Netanyahu, molto sbilanciato a destra e molto criticato dai suoi connazionali), povertà e desolazione (nei territori palestinesi) e sottovalutazione dei pericoli (il primo ministro aveva destinato il grosso del potente apparato militare alla difesa dei nuovi, sgraditissimi ai palestinesi, insediamenti di coloni lasciando sguarnito il confine con la striscia di Gaza).

Stiamo forse assistendo ad un cambiamento di paradigma, dopo un trentennio di “pax economica”, che andrà seguito con grande attenzione.

La guerra fredda è alle nostre spalle, la globalizzazione è seriamente messa in dubbio ed a qualcuno, purtroppo, è tornata a piacere calda….la guerra.

I tempi e i modi con i quali la situazione si evolverà ci diranno se l’approdo di questa fase magmatica sarà un mondo più stabile (con una Russia più debole, fiaccata dal lungo conflitto e un Medio Oriente non troppo destabilizzato da quanto sta avvenendo) o un luogo più rischioso dove vivere ed investire.

A quest’ultimo proposito, i mercati finanziari hanno mantenuto per ora una relativa calma, con una modesta discesa dei prezzi azionari ed un aumento di pochi dollari del petrolio, nulla a che vedere con il panico generato giusto cinquant’anni fa dalla guerra del Kippur (quando forze egiziane e siriane entrarono nel Sinai innescando la reazione israeliana e l’impennata del greggio).

Il futuro rimane molto incerto e la possibilità di una moderata recessione sembra ora molto più concreta.

Gli investitori non hanno certo perso le speranze, fiduciosi nell’azione benefiche che potrebbe arrivare dalla politica delle banche centrali che, dopo 18 mesi di rialzi dei tassi, potrebbero presto invertire la rotta (cessando gli aumenti per poi iniziare un ciclo di ribasso dei tassi d’interesse).

L’inverno è alle porte ed una delle variabili che ha più spesso trascinato l’occidente in una recessione è stato l’aumento del prezzo del petrolio (ora alla vigilia dei suoi maggiori consumi stagionali) evento che si verificherebbe con l’allargamento del conflitto all’Iran.

Il coinvolgimento di Teheran potrebbe davvero fare perdere la calma agli investitori e provocare danni economici difficili da immaginare ma questo, per fortuna, non sembra essere un rischio così imminente.

Il quadro è decisamente nebuloso ma, come sempre quando la luce si affievolisce, non è il caso di muoversi freneticamente, in preda alla paura ma, piuttosto, di rimanere fermi sulle proprie posizioni.

Solo così eviteremo di procurarci danni maggiori urtando contro gli ostacoli che non riusciamo a vedere.

Salvo Lombardo presenta a Collegno il 19 ottobre il nuovo lavoro SPORT

La performance Sport è il terzo capitolo della trilogia L’esemplare capovolto a cui il coreografo lavora con la sua compagnia Chiasma dal 2018. L’intero progetto si è mosso a partire dalla riscrittura di tre opere storiche del repertorio della danza accademica italiana di fine 800 che il coreografo Luigi Manzotti ideò per il Teatro alla Scala di Milano. Seguendo questa traiettoria Lombardo ha realizzato Excelsior (2018), basato su una lettura post-coloniale dell’originale Gran Ballo Excelsior, e poi Amor (2021), che indaga la fenomenologia del potere e le sue manifestazioni nei corpi in rapporto alle eredità iconografiche della classicità, per arrivare a Sport (2023) concepito come rinnovata occasione per ridiscutere i canoni e gli immaginari applicati alla corporeità in Occidente.

La performance SPORT di Salvo Lombardo individua nella condizione fisica della “caduta” una specifica dimensione esistenziale e allo stesso modo un pretesto per riposizionare gli ideali di agonismo e di prestazione normalmente fondati su principi di esclusione e di conformità a precise norme anatomiche, sociali, comportamentali, culturali. Nello specifico SPORT tenta di allargare lo sguardo sul concetto stesso di “performatività” del corpo, tanto nella performance artistica quanto in quella sportiva. In questo senso lo sport è indagato come una delle diverse articolazioni delle forme del potere dominante, nelle intersezioni tra espressione individuale e narrazione pubblica, al crocevia con la costruzione delle identità nazionali, culturali, di genere. SPORT di Salvo Lombardo è l’occasione per ridiscutere i canoni e gli immaginari contemporanei applicati alla corporeità in “Occidente” cercando di disvelare tanto il disperato tentativo di resistere alla sua caduta, quanto l’inevitabile, necessaria e a tratti “amorevole” accettazione del declino: di una condizione, di un sistema di narrazioni, di un mondo.

Salvo Lombardo a Collegno ha svolto numerosi momenti di residenza, incontrando anche le studentesse e gli studenti del Liceo Coreutico Primo di Torino ed essersi confrontato con sportivi e coach del CUS.

Venerdì 20 ottobre al Polo del ‘900 dalle ore 14:00 alle ore 17:30l’Università di Torino – Diupartimento di Studi Umanistici promuove il convegno Da Excelsior a Sport: fra archivio e re-enactment. L’appuntamento è il punto conclusivo del progetto Laboratorio Excelsior: ricerca e coreografia su potere, identità e nazione che ha avuto diversi attraversamenti nel 2023, grazie al sostegno della Fondazione CRT: la Residenza d’artista per student* e docenti al Liceo Artistico e Coreutico Primo e allo StudiumLab dell’Università degli Studi di Torino, la Residenza Sport della compagnia Chiasma di Salvo Lombardo alla Lavanderia a Vapore, oltre alle ricerche negli archivi della Biblioteca civica musicale “Andrea della Corte” e del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino.Il gruppo di ricerca DAMS insieme ad esperti, a Salvo Lombardo, a student* e docenti intende restituire il processo di lavoro approfondendone la portata storico-critica, attraverso la contestualizzazione internazionale e torinese dei balli di Luigi Manzotti (1835-1905), l’analisi di alcuni nodi concettuali come la decostruzione iconica e il re-enactment (André Lepecki), oltre a far emergere il valore geopolitico e la cultura pop della danza d’ispirazione manzottiana in alcuni casi studio.

Le immagini dello spettacolo sono di Eros Brancaleon