ilTorinese

Stay with Me. La montagna come spazio di risonanza

 

 

Fino al 31 marzo 2024, una trilogia video e un’installazione audio-visiva site specific, firmate da Magda Drozd e Michael Höpfner, invitano a scoprire la montagna oltre ciò che è noto e razionale. La mostra è il punto di partenza di un progetto lungo un anno incentrata sul concetto di cammino.

Martedì 31 ottobre, Torino – Il Museo Nazionale della Montagna non manca all’appuntamento con la Torino Art Week di Torino e inaugura oggi Stay with Me. La montagna come spazio di risonanza, a cura di Andrea Lerda. Un progetto immersivo ed emozionale che parte dal cammino come strumento di ricerca e osservazione, praticato dalla sound artist svizzera Magda Drozd e dal walking artist austriaco Michael Höpfner, per esplorare la dimensione fisica e mentale dello “stare” nell’ambiente montano come momento di scambio emotivo tra genere umano e natura. 

 

La mostra è allestita nello spazio dedicato alle mostre temporanee ed è costituita da una trilogia video e un’installazione audiovisiva, appositamente prodotte per questo progetto. Sono state ispirate dalle camminate di Höpfner sulle Alpi e dalle registrazioni dei suoni nei territori tra Italia e Francia da parte di Drozd. Utilizzando riferimenti visivi e poetici, la narrazione invita a riscoprire spazi di lentezza, armonia e consapevolezza. Un’esperienza emozionante, che tocca le corde più profonde dell’animo umano e che propone di guardare al territorio montano non più in modo contemplativo, ma da una prospettiva di astrazione. Il risultato è un racconto visivo e sonoro dal carattere concettuale, che affascina per la sua delicatezza e per il suo invito ad andare oltre la conoscenza razionale e ad abbandonarsi alle emozioni. 

 

«L’esperienza della mostra invita gli spettatori ad accedere a una dimensione metafisica profonda, in cui essenzialità, attenzione e disincanto sono prerequisiti fondamentali per un modo diverso di vivere il tempo presente» spiega il curatore Andrea Lerda.

 

La mostra è il primo passo di un progetto ambizioso, Stay with Me. A Whole Growing Exhibition, nato nel quadro dei festeggiamenti per i 150 anni dalla fondazione del Museo Nazionale della Montagna, che cadono nel 2024. «Un traguardo importante, che, nell’ambito del Programma Sostenibilità e del Programma di Arte Contemporanea, verrà celebrato attraverso un palinsesto artistico e multidisciplinare incentrato sul tema del cammino» dice la direttrice Daniela Berta.

 

Il tema sarà analizzato da una prospettiva multifocale, con una serie di appuntamenti pubblici come panel, workshop ed eventi artistici, tra la fine del 2023 e durante il 2024, grazie al sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo. Nelle indagini di ricerca saranno coinvolte figure creative attive a Torino, in Piemonte, a livello italiano e internazionale e istituzioni storiche come l’Accademia Albertina di Belle Arti. I lavori confluiranno poi in una mostra dal titolo A Walking Mountain, che sarà presentata a novembre 2024, in occasione della settimana dell’arte contemporanea a Torino.

 

Il primo talk del progetto, Stay with Me – An opening panel with breakfast, si terrà al Museomontagna venerdì 3 novembre alle ore 11 ed esplorerà i temi della risonanza, del cammino e della relazione psico-fisica con la montagna. Interverranno gli artisti Michael Höpfner e Magda Drozd in dialogo con Paolo Costa, filosofo, ricercatore della Fondazione Bruno Kessler di Trento e autore del libro L’arte dell’essenziale, Andrea Lerda, curatore della mostra, assieme alla direttrice del Museomontagna, Daniela Berta. Il talk sarà preceduto da una colazione offerta ai partecipanti alle 10.30.

 

Sabato 2 dicembre 2023 dalle 15 alle 18 è previsto Walk with Me – Walk Discover Share, un pomeriggio di ricerca rivolta al pubblico e alla comunità artistica, in collaborazione con l’Associazione Va’ Sentiero e incentrato sul cammino come pratica condivisa. L’Associazione presenterà la ricerca fotografica del lungo viaggio compiuto nel 2019 lungo il Sentiero Italia CAI. Condivisione, circolarità e sostenibilità saranno analizzati con il coinvolgimento diretto delle comunità che abitano le Terre Alte. 

 

Il 26 e 27 gennaio 2024, l’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino e il Museomontagna ospiteranno Walkscapes, due giorni di studio sul tema del cammino. Nella prima giornata, dalle 10.30 alle 16.30 presso l’Auditorium dell’Accademia è previsto un workshop con la partecipazione di artisti che operano in Piemonte, tra cui Marzia Migliora, Bepi Ghiotti, Caretto I Spagna e sulla scena italiana come Giorgio Andreotta Calò, Claudia Losi e Antonio Rovaldi.
Sabato 27 gennaio alle 16 presso il Museomontagna Hamish Fulton e Michael Höpfner dialogheranno con Andrea Lerda intorno alla pratica della Walking Art.

 

In collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, sabato 23 e domenica 24 marzo 2024 si terranno due giornate in compagnia dell’artista Luana Wojaczek Perilli, con camminate nel Bosco del Monte dei Cappuccini e nella Riserva della Biosfera Collina Po, laboratori di ceramica e contestualmente incontri e interviste con le comunità dell’Appennino per approfondire il progetto Cantalamissa di mappatura dell’Appennino e delle sue comunità montane.

 

Ad arricchire il calendario di appuntamenti, un ciclo di laboratori educativi e visite didattiche a tema “Suoni ed emozioni” e “Nel mezzo del cammino”.

 

Tutti i materiali raccolti durante gli eventi in programma saranno poi rielaborati per essere inseriti nel catalogo della già citata mostra finale A Walking Mountain

 

Stay with Me è realizzato con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, Phileas Foundation di Vienna, Federal Ministry for Arts, Culture, the Civil Service and Sport (Austria), Kultur Niederösterreich (Austria), Pro Helvetia, Fondazione svizzera per la cultura, Fondazione Elisabeth Jenny-Stiftung (Riehen), Regione Piemonte e Camera di Commercio di Torino.

 

*****

 

STAY WITH ME 

Magda Drozd
Michael Höpfner
La montagna come spazio di risonanza

 

Museo Nazionale della Montagna – Piazzale Monte dei Cappuccini 7, Torino

 

Inaugurazione: 31 ottobre ore 18
Date di mostra: Dal 1 novembre al 31 marzo 2024

Orari: da martedì a venerdì, 10.30-18 I Sabato e domenica: 10-18

 

*****

 

 

Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” – CAI Torino

Piazzale Monte dei Cappuccini 7 – 10131 Torino

+39 011 6604104 – posta@museomontagna.org

 

Notizie flash calcio: Europa e Conference League

 

Non solo Champions League ma anche l’Europa e la Conference League hanno regalato soddisfazioni alle squadre italiane impegnate nelle competizioni europee.La
Fiorentina di Vincenzo Italiano supera per 1-0 in trasferta il Cucurucki grazie ad un gol di Nzola dal dischetto e si piazza al primo posto in classifica nel girone di Conference League.Invece in Europa League,perde la Roma sul campo dello Slavia Praga per 2-0, con i cechi che in questo modo agganciano i giallorossi in vetta al girone, anche se al momento la qualificazione dei giallorossi è comunque garantita, nonostante la sconfitta.
Molto bene l’Atalanta che supera il proprio girone,sempre di Europa League, con due turni di anticipo,conservando il primo posto battendo per 1-0 lo Sturm Graz grazie al gol di Djimsiti ad inizio ripresa.
Dopo l’abbuffata europea torna il campionato con un programma ricco ed interessante.Juve e Toro scenderanno in campo sabato 10 novembre.
Monza-Torino alle ore 20.45
Juventus-Cagliari alle 18.
I granata di Juric cercheranno la terza vittoria consecutiva, contro i brianzoli,per consolidare un tranquillo centroclassifica che potrebbe proiettarli,in futuro,verso la zona Europa.La Juventus di Allegri cerca i tre punti,contro il Cagliari di Ranieri,per non rimanere distante dal primo posto.
Nella giornata di campionato numero dodici spicca il derby Lazio-Roma alle ore 18 di domenica 12 novembre.

Enzo Grassano

La toponomastica è una cosa seria

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

La toponomastica non può essere un’occupazione senile per giochi illusionistici  e comparsate giornalistiche di consiglieri comunali sedicenti radicali  che passano dalla caccia ai crocifissi alle intitolazioni di alcune  vie. Altrimenti  una materia storica molto seria si snatura, se viene lasciata in mano a certi personaggi che forse  già prefigurano un triste  Viale (del tramonto) ad essi  intitolato, come è stato  scritto su un quotidiano con dubbio gusto.
Ogni occasione appare  oggi  buona per sparare provocazioni e anche cazzate (solo questa parola rende bene l’idea), anche  cazzate, dicevo,  di vario tipo su Pannella, su Bobbio, su Galante Garrone e adesso sulla coppia Pertini a Superga. Sono ignorantelli  che, ad esempio, non sanno che i fratelli Garrone erano gli zii di  Sandro Galante Garrone e che il padre e il figlio Frassati sono egualmente ricordati nella toponomastica torinese su proposta  di Jas Gawronski e anche di chi scrive. In particolare l’idea bizzarra e stupida che corso Siccardi e la passeggiata Pannella  abbiano qualcosa a che fare con Piazza Savoia e l’obelisco  a cui segue via della Consolata, stupisce. La vera toponomastica non segue forzature ideologiche, ma la storia che è fatta non a misura di alcuni autentici fessi che pretendono una città a misura di simpatie politiche che riguarderebbero persino le vecchie sedi del partito radicale torinese. Queste sono evidenti sciocchezze. La città è fatta di Leggi Siccardi e  di processioni per la Consolata e l’Ausiliatrice. Volti diversi della stessa città, laica  e religiosa.
La storia  vera è fatta di corso Siccardi e di via della  Consolata,   senza beatificare, come è stato fatto  di recente  vecchie cariatidi e  preistorici consiglieri comunali “emeriti” del PSI che vennero eletti una sola volta per il rotto della  cuffia nel 1975 e che non rappresentarono e  non  rappresenteranno nulla di  davvero importante neppure dopo la loro morte. Gli esaltati che si esaltano non debbono più  toccare palla su materie che non conoscono e che usano per curare il loro protagonismo velleitario  e il loro  narcisismo  senza limiti.  E, in primis, la proposta sulla presidente Jotti non può essere snobbata  in modo indecente da vetero destrorsi che non meritano anche solo di nominare la Jotti, come è accaduto.
In particolare, più in generale, sarebbe forse  anche il caso di calmarsi con intitolazioni continue che non hanno senso e fanno scadere il valore di un riconoscimento civico importante. Forse val la pena di ricordare la regola molto  saggia di far intercorrere dieci anni tra la morte e la intitolazione, come prescrive la legge. Le eccezioni non possono diventare la regola,  altrimenti si travisa la stessa toponomastica torinese che in passato era affidata agli storici e non solo ai politici. La falsa regola del subito santi deve cessare. Subito!

La vendita dello stabilimento Maserati di Grugliasco

Qualche considerazione pare doverosa in merito alla decisione del Gruppo di Stellantis di vendere tramite un’inserzione online quello che era il fiore all’occhiello del genio di Sergio Marchionne che sarebbe dovuto diventare il nuovo polo del lusso dell’allora FCA per la realizzazione dei modelli Quattroporte e Ghibli.
L’aspetto più preoccupante legato allo smantellamento di Maserati è l’incapacità di compiere riflessioni adeguate sulla riconversione del tessuto economico e occupazionale di un territorio orfano di booster industriali come quello torinese, che non ha mai superato di fatto l’abbandono del settore automotive, e che, tralasciando gli anni post pandemia, ha registrato un trend economico stagnante per oltre vent’anni, a discapito di una regione, quella piemontese, a passo con le vicine Veneto e Lombardia.
Parliamo allora dell’elefante nella stanza: l’elettrificazione imposta dalla Commissione europea entro il 2035. Allora è palese che in Italia a nulla siano serviti gli incentivi finalizzati all’acquisto di vetture elettriche: la politica non si è mai mossa in modo attento e oculato, ma ha trascurato gli enormi impatti sociali di una transizione obbligata che la filiera dell’automotive non era pronta ad affrontare. C’è poi il discorso dell’aggregazione, che probabilmente rappresenta la tattica più realistica per affrontare la complessità del momento. È già accaduto con i produttori: si pensi alla fusione tra Fca e Psa, che ha dato vita a Stellantis. Ad esempio, il gruppo italiano Adler Pelzer, attivo nella progettazione e produzione di sistemi per l’isolamento termico/acustico dei veicoli, ha acquisito la divisione Acoustics and Soft Trim (Ast) dal colosso francese Faurecia.
Quanto alla mancanza di una seria politica industriale, non si può non menzionare l’assenza decisiva di Cassa Depositi e Prestiti e l’ingombrante peso mediatico della famiglia Agnelli, che ha reso molto difficile l’azione pubblica in tale settore. È realisticamente possibile invertire il trend di declino produttivo? Ci vorrà molto tempo, è sarà fattibile solo investendo in ricerca e sviluppo. Studiando e portando avanti programmi di formazione. E soprattutto partendo da serie politiche industriali che comprendano la necessità di acquisire maggiori informazioni circa le e-car e il processo di elettrificazione.

 

Federico Audero (Azione Piemonte)

Al via bando per assumere più di 200 infermieri

Azienda Zero, su indicazione dell’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte, ha avviato oggi le procedure di pubblicazione di un nuovo bando per l’assunzione di 226 infermieri a tempo indeterminato da assegnare alle Aziende sanitarie.

Questa la suddivisione dei posti previsti sulla base dei fabbisogni:
• 20 posti per l’ASL Città di Torino;
• 19 posti per l’ASL TO 3;
• 19 posti per l’ASL TO4;
• 19 posti per l’ASL CN1;
• 19 posti per l’ASL AL;
• 15 posti per l’ASL TO5;
• 15 posti per l’A.O. Sante Croce e Carle di Cuneo;
• 15 posti per l’A.O.U. Maggiore della Carità di Novara;
• 15 posti per l’A.O. SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo AL;
• 10 posti per l’ASL AT;
• 10 posti per l’ASL VC;
• 10 posti per l’ASL BI;
• 10 posti per l’ASL CN2;
• 6 posti per l’ASL NO;
• 6 posti per l’ASL VCO;
• 6 posti per l’A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino;
• 6 posti per l’A.O. Ordine Mauriziano;
• 6 posti per l’A.O.U. S. Luigi Gonzaga di Orbassano.

«Come avevamo promesso, dopo anni di immobilismo, la macchina delle assunzioni in sanità è ripartita grazie al lavoro che stiamo portando avanti con aziende sanitarie e sindacati. Con la graduatoria appena chiusa da 545 posti e questo nuovo concorso per 220 infermieri, abbiamo quasi 800 nuove figure professionali pronte a entrare nel sistema sanitario pubblico – dichiara il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – Le aziende sanitarie stanno analizzando il piano dei fabbisogni con le rappresentanze dei lavoratori e non appena saranno condivisi i numeri sarà convocata una nuova riunione dell’Osservatorio per proseguire sulla strada intrapresa. Sappiamo che i problemi ci sono, ma dopo anni di blocco delle assunzioni, tagli e zero investimenti sull’edilizia sanitaria, questa amministrazione ha impresso un cambio di passo. La nostra sanità è un’eccellenza e ha bisogno di personale per continuare ad esserlo e per rispondere sempre meglio alle esigenze di cura dei nostri cittadini», conclude il presidente.

«Prosegue l’impegno dell’Assessorato alla Sanità sul fronte delle assunzioni del personale. Questo bando, che segue ad un altro che si è da poco concluso e che ha determinato una graduatoria di 545 infermieri, riteniamo possa rappresentare un ulteriore contributo per affrontare in modo concreto un problema di rilevanza nazionale come quello della carenza di personale sanitario» aggiunge l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi.

«Un bando di concorso per assumere 226 infermieri è un fatto di assoluto rilievo che merita di essere evidenziato. Azienda zero è impegnata, con la Regione Piemonte e coordinando le Aziende sanitarie, per dare risposte concrete alle carenze di personale che, a causa di molti fattori, sono uno degli elementi che caratterizzano il contesto della sanità italiana in questo momento» dichiara il commissario di Azienda Zero, Carlo Picco.

Ulteriori informazioni sul sito https://www.aziendazero.piemonte.it/

Come sarà “Romeo & Giulietta”, se l’ascoltiamo da seduti sul palco e bendati?

 

Allo “Spazio Kairòs”, si recita William Shakespeare in “versione sensoriale”

Sabato 11 novembre, ore 18 e 21

Chissà? Mi viene da chiedere, fra me e me: se Lui, il più importante scrittore inglese e massimo drammaturgo, nei secoli, della cultura occidentale (il “Bardo” o “Cigno dell’Avon”, cui è stato dedicato perfino un asteroide, il 2985 Shakespeare, ma della cui vita si conosce poco o nulla) venisse mai a sapere dell’iniziativa, si inquieterebbe che metà basta o ne sarebbe anche Lui incuriosito?Personalmente propenderei, data la sua straordinaria “genialità” (dote che non può mai prescindere da una forte curiosità) per la seconda ipotesi. E’ quello che probabilmente devono aver pensato anche le attrici e gli attori della “Commedia Community” e del “Teatro della Yuta” di Alessandria portando in scena ( con il sostegno di “Fondazione SociAL” e “Abilitando Onlus” ) i “Teatri Della Mente – Romeo & Giulietta”, tratto dalla celeberrima tragedia scritta da William Shakespeare fra il 1594 e il 1596, allo “Spazio Kairòs” di via Mottalciata 7, a Torino. Un’interpretazione dell’opera shakespeariana di cui tutto si può dire tranne che non venga proposta in una versione davvero inedita: una “performance sensoriale” dove gli spettatori vengono bendati e seduti al centro dello spazio scenico, mentre attrici e attori recitano in mezzo a loro. Per assistere allo spettacolo, inserito nella stagione “Riflessi” organizzata dalla Compagnia “Onda Larsen”, l’appuntamento è per sabato 11 novembre, alle 18 e, in replica, alle 21. Possono infatti partecipare solo 50 persone per replica.

“Gli spettatori – dicono i responsabili – sono privati di un senso fondamentale a teatro e condotti in un’esperienza immersiva grazie astimoli uditivi, olfattivi e tattili in cui le scenografie, i costumi e gli stessi attori sono percepiti con gli altri sensi per l’intera durata dello spettacolo”.

Il pubblico, una volta fatto sedere sul palco, viene trasportato nell’azione scenica dalla voce degli attori che descrivono le scene e le ambientazioni, dagli odori, dai paesaggi sonori e dalla musica che ne completano la drammaturgia. La regia è di Luca Zilovich, le musiche di Raffaello Basiglio mentre paesaggi sonori e luci sono stati creati da Enzo Ventriglia. Sul palco, a raccontare “Romeo e Giulietta” e a far rivivere gli echi della tragedia di Shakespeare, saranno gli attori Giacomo Bisceglie, Enrica Fieno, Lorenzo Fracchia, Michela Gatto, Giulia Maino e Linda Morando.

“Il pubblico è spesso considerato più come un consumatore che come un artista, dimenticandosi che un’opera d’arte, non solo teatrale, ha bisogno di un gruppo di spettatori che si emozioni per essere considerata tale”, spiegano da “Commedia Community/Teatro della Juta”

Per questo, nasce “I Teatri della Mente”, un modo per far sì che gli spettatori, rispettando il loro ruolo, partecipino allo spettacolo in maniera creativa, diventandone l’artista finale, immaginando i costumi, la scenografia e persino l’aspetto degli attori. “Uno stimolo sonoro, un profumo, una battuta sussurrata all’orecchio, un rumore che si avvicina, ognuna di queste cose farà sì che ogni spettatore percepisca lo spettacolo in modo diverso da un altro spettatore seduto in una diversa zona dello spazio scenico”. A questo punto, non ci resta che tentare l’avventura.

Per info: www.ondalarsen.org

g.m.

 

Nelle foto: immagini dello spettacolo

Al Mastio della Cittadella le opere di Mirò in mostra dialogano con la musica

Il  10 novembre  nella serata intitolata “Musica e memoria”

 

Il 2023 segna il quarantesimo anniversario della morte del grande artista catalano Joan Mirò (1893- 1983). Tra i principali esponenti della corrente surrealista, insieme a Salvador Dalí e Pablo Picasso. Al pittore, ceramista e scultore è dedicata la mostra antologica prodotta da Navigare Srl, in collaborazione con AICS Torino, dal titolo “Mirò a Torino”, apertasi il 28 ottobre scorso e visitabile fino al 14 gennaio 2024 negli spazi del museo storico nazionale d’artiglieria al Mastio della Cittadella. L’esposizione è curata da Achille Bonito Oliva con la collaborazione di Maitè Vallés Bled e di Vincenzo Sanfo, realizzata col patrocinio della Città di Torino e della regione Piemonte. Le opere surrealiste di Mirò hanno sempre mostrato un forte richiamo alla natura con simboli che sono presenti nei suoi quadri e ceramiche. L’artista vive la simbiosi poetico musicale che rappresenta la chiave segreta delle sue opere. Joan Punyet Mirò, nipote del grande artista, che ha una conoscenza importante dell’arte di suo nonno, ha raccontato nel saggio “Mirò e la musica” come Mirò lavorasse con i libri di poesia aperti sul tavolo mentre ascoltava musica. Così i concerti che adesso vengono proposti mostrano un richiamo alla musica del periodo storico di Mirò e alla sua poesia.

L’esposizione torinese dedicata all’artista prevede un programma di eventi collaterali con concerti di musica classica e jazz, letture, aperitivi musicali e visite guidate alla mostra che avranno il via da venerdì 10 novembre 2023 alle 19:30 con il duo Emanuele Sartoris al pianoforte e Martin Mayes al corno, in un programma di musica ispirata al grande artista catalano, a cui seguirà la visita guidata alla mostra. All’appuntamento del 10 novembre seguiranno gli altri concerti di “La musica intorno a Mirò”, una proposta culturale che al venerdì sera, per i mesi di novembre, dicembre e gennaio offrirà un’opportunità speciale per chi desidera passare un fine settimana a Torino in uno spazio suggestivo come quello del Mastio della Cittadella, dove arte e musica si incontrano in un unico connubio. Il programma è organizzato dall’Associazione Italiana Cultura Sport Comitato Provinciale di Torino Aps e dall’Associazione Erremusica Aps. Il 24 novembre prossimo il programma prevede Anastasia Stov Vyr, che eseguirà musiche di Beethoven Sylvestrov, Vyshynskyi. Molto ricco il programma che verrà proposto nel concerto del 10 novembre 2023, alle ore 19:30, intitolato “Musica e memoria”, con Martin Mayes al corno, al corno delle Alpi e alla conchiglia; Emanuele Sartoris al pianoforte.

Emanuele Sartoris si è diplomato in musica jazz sotto la guida di Dado Moroni, presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, dove ha conseguito anche la laurea in Composizione e Orchestrazione Jazz con il massimo dei voti, sotto la guida di Furio Di Castri e Giampaolo Casati.

Martin Mayes è nato in Scozia e ha studiato musica all’Università di York in Inghilterra e la sua carriera è iniziata con performance e teatro di strada nell’ambiente sperimentale degli Anni ’70 a Londra. Il City of London Festival l’ha descritto come un “architetto dell’immaginazione musicale”, vive a Torino dal 1982.

Il programma del concerto si propone molto variegato, comprendendo di Mayes il brano “In a Drop of Water”, di Satie il brano “Je te veux”, di Sartoris “Il tempo”, di Debussy “La rêverie”, di John Cage “Suite for Toy Piano”, di Carmichael “Stardust”, di Mayes, ancora, il brano “Son’ Nata! Dance”. Di Ayer verrà invece eseguito il brano “If you were the only girl in the world”.

L’associazione Erremusica è nata nel 1996 nel quartiere della Circoscrizione 3 per opera di docenti e amanti della musica, e le loro attività hanno sempre privilegiato bambini e ragazzi, veicolando progetti anche nelle scuole. Oggi, con le quote associative, hanno finanziato alcuni progetti musicali nelle periferie, laddove il desiderio di fare musica è assai sentito. In collaborazione con AICS, infatti, dal novembre 2021, Erremusica ha portato nelle periferie alcuni progetti musicali e artistici di inclusione e integrazione per bambini e ragazzi delle scuole di Barriera e per le fasce più deboli, coinvolgendo anche le biblioteche civiche, che hanno ospitato tali eventi musicali.

 

Mara Martellotta

Ivo Andrić e il piccolo Caffè di Lutvo

E’ verde, la Bosnia. Boschi, vallate, montagne e fiumi sono le gemme  di una natura sfacciatamente bella da suscitare quasi imbarazzo. Fiumi limpidi che corrono nelle gole  tra monti aspri per poi precipitare in spettacolari cascate e laghi. Come l’Una, un fiume che – s’intuisce dal nome stesso – è davvero unico con le sue isole, i canali e una vegetazione tanto ricca da trasmettere un senso di pace incredibile. Delle cascate di Kravica, lungo il fiume Trebižat, a quaranta chilometri da Mostar,  dicono un gran bene. Io non le ho viste ma mi sono fidato di Mustafà che me le ha descritte  come uno dei luoghi più incantevoli dell’Erzegovina. In una versione ridotta di quelle del Niagara, sono alte una trentina di metri e precipitano in un anfiteatro naturale, offrendo uno spettacolo che lascia senza fiato. E la Neretva, dalle gelide acque verdi smeraldo, che attraversa il paese tra strette gole verso nord-ovest per poi piegare a sud, attraversare Mostar e sfociare nell’Adriatico?

Qui, tra le montagne del nord della Bosnia, tra rupi e fitte foreste dove  gli orsi convivono con cervi e daini, dal gennaio all’aprile del 1943 si combatté la durissima battaglia della Neretva, con le formazioni di Tito che riuscirono , con una rocambolesca e geniale azione a compiere una  ritirata strategica che fece  fallire l’obiettivo dell’Asse di accerchiare e distruggere le forze partigiane. Neretva ( così in serbo-croato, altrimenti conosciuta come Narenta) “dove scorre il tempo irreale e scorre l’acqua. Acqua contro Terra. Tremante svanisce, tremante riappare”, come canta Ginevra Di Marco in una canzone dal titolo come il nome del fiume. Montagne massicce, dunque, formate dalle tre cinture parallele delle alpi Dinariche, con le principali vette bosniache della Treskavica e della Bjelašnica, del gruppo del Vlašić fino a quello del Jahorina, con l’omonimo monte e quelli bellissimi e tristemente noti del Trebević e dell’Igman, attorno a Sarajevo. Queste barriere naturali, situate a ridosso dell’Adriatico, hanno consentito la formazione di particolari microclimi caratterizzati da una grande, straordinaria biodiversità. Difficile dar conto della varietà di tesori naturali, di specie rare  di flora e fauna autoctone, difficilmente rintracciabili nel resto d’Europa. Per tanti aspetti la Bosnia è il corno dell’abbondanza, la cornucopia  d’Europa. Come definireste altrimenti  un paese di foreste e monasteri ortodossi, di chiese cristiane e antichi minareti, borghi medievali e tanti, tanti ponti ad unire e far incontrare le opposte rive dei fiumi? Un paese così non si trova in nessuna altra parte d’Europa. Nonostante tutto. Nonostante le contraddizioni e la violenza che l’ha scosso fino nel profondo dell’anima del suo popolo. Nonostante tutto continua a offrirsi agli sguardi di chi non si limita ai luoghi comuni e continua a raccontare con la sua immensa storia e di cultura. Nonostante tutto, come gli avventori del piccolo Caffè di Lutvo, a Travnik. Nel suo “La cronaca di Travnik”, Ivo Andrić scriveva: “ In fondo al mercato di Travnik, sotto la sorgente fresca e gorgogliante del fiume Šumeć, è sempre esistito, da che mondo è mondo, il piccolo Caffè di Lutvo. Ormai neanche gli anziani ricordano Lutvo, il suo proprietario; da almeno cento anni egli riposa in uno dei cimiteri intorno alla città. Tuttavia si va sempre a “prendere un caffè da Lutvo”, e così ancora oggi il suo nome ricorre spesso nelle conversazioni, mentre quello di tanti sultani, visir e bey è da tempo sepolto nell’oblio”. C’è una frase che descrive bene la sensazione che prova un viaggiatore attento nell’avvicinarsi ad un luogo d’incontro di storie, culture che si uniscono, si contaminano e, al tempo stesso, prendono strade diverse o addirittura opposte. Un luogo molto bello ma non facile  e che, in ogni caso, non lascia indifferenti. La frase, quasi fosse una chiave con cui tentare di aprire una porta o un  forziere, senza peraltro riuscirvi,  la regala ancora l’autore de “Il ponte sulla Drina”: “Nessuno può immaginare che cosa significhi nascere e vivere al confine fra due mondi, conoscerli e comprenderli ambedue e non poter fare nulla per riavvicinarli, amarli entrambi e oscillare fra l’uno e l’altro per tutta la vita, avere due patrie e non averne nessuna, essere di casa dovunque e rimanere estraneo a tutti, in una parola, vivere crocefisso ed essere carnefice e vittima nello stesso tempo”.

Marco Travaglini

Yoga Mattutino: 3 Pose Efficaci per Combattere il Torcicollo

YOGA SENZA BARRIERE 

 

Il torcicollo è un fastidioso problema che può ostacolare la nostra giornata fin dal mattino.

 

Lo yoga offre un approccio naturale e delicato per alleviare il dolore al collo e migliorare la nostra flessibilità.

 

In questo articolo, esploreremo tre pose yoga specifiche da praticare al mattino appena svegli per combattere il torcicollo e iniziare la giornata con energia e serenità.

 

Tadasana (Posizione della Montagna) Poggia i piedi a terra, allinea le gambe e solleva le braccia sopra la testa, unendo le mani.

 

Stira tutto il corpo verso l’alto, mantenendo i piedi ben ancorati al suolo.

 

Respira profondamente e tieni la posizione per almeno 30 secondi, concentrandoti sullo stiramento del collo e della colonna vertebrale.

 

 

 

 

Bitilasana-Marjaryasana (Posizione della Mucca-Gatto)Posizionati a quattro zampe con le mani sotto le spalle e le ginocchia sotto l’anca. Inspirando, curva la schiena in su (posizione della Mucca) e solleva la testa verso l’alto.

 

Espirando, curva la schiena in basso (posizione del Gatto) e abbassa la testa.

 

Ripeti questo movimento per almeno 1-2 minuti, coordinando il respiro con il movimento del corpo.

 

 

 

 

Setu Bandhasana (Posizione del Ponte) Sdraiati sulla schiena con le ginocchia piegate e i piedi a terra, vicino ai glutei.

 

Solleva lentamente il bacino verso l’alto, mantenendo le spalle e i piedi ben ancorati.

 

Intreccia le mani sotto il corpo e spingi il petto verso il mento.

 

Mantieni la posizione per 30 secondi, respirando profondamente e sentendo lo stiramento nel collo e nella parte superiore della schiena.

 

Praticare regolarmente queste tre pose yoga al mattino può aiutarti a prevenire e alleviare il torcicollo, migliorando la tua mobilità e riducendo la tensione muscolare.

Ricorda di eseguire i movimenti lentamente e di ascoltare il tuo corpo durante la pratica.

Inizia la giornata con queste pose e goditi i benefici del corpo flessibile e del collo libero da tensioni.

Namasté – @odakawithserena

SERENA FORNERO