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Horeca Expoforum, al Lingotto fino a martedì

Al Lingotto Fiere di Torino ha preso il via ieri la seconda edizione di Horeca Expoforum, manifestazione ideata e organizzata da GL events Italia. L’evento di riferimento per il settore della ristorazione, dell’ospitalità e del food & beverage prosegue fino a martedì 18 marzo. Oltre 200 i brand presenti su 14.000 mq di area espositiva. Ricco il programma di eventi, showcooking e competizioni, in collaborazione con le più importanti associazioni di settore come IFSE (Accademia di Alta Cucina di Piobesi Torinese), Conpait (Confederazione Pasticceri Italiani) e FIC (Federazione Italiana Cuochi).
Nell’opening ufficiale del salone Gàbor Ganczer, amministratore delegato di GL events Italia ha sottolineato il ruolo cruciale del settore Ho.Re.Ca. per l’economia e il territorio. «L’Ho.Re.Ca. è un motore del turismo e della crescita locale – ha spiegato –. Horeca Expoforum nasce per offrire un palcoscenico all’innovazione, al business e alla formazione, creando un punto d’incontro indispensabile tra aziende, professionisti e istituzioni».
I rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni di categoria sono quindi intervenuti elogiando la manifestazione che sin dal suo avvio ha riscontrato un grande interesse e coinvolgimento da parte degli operatori del settore.
«Fare rete, lavorare insieme è fondamentale per il successo di ogni iniziativa e questa manifestazione molto partecipata lo conferma – ha detto Andrea Tronzano, Assessore Sviluppo attività produttive Regione Piemonte -. Horeca Expoforum, quest’anno di livello internazionale, è un evento importante per il Piemonte e per tutto il nostro “sistema accoglienza”».
«Questa seconda edizione arriva in un momento particolarmente positivo per la città di Torino, da poco eletta capitale europea dell’innovazione – ha commentato Paolo Chiavarino, Assessore Commercio Città di Torino -. In città, così come in Piemonte, negli ultimi tempi il turismo è letteralmente esploso, gli alberghi sono pieni e registrano livelli di destagionalizzazione mai raggiunti  prima, così come i nostri 6000 tra bar e ristoranti che stanno registrando ottimi trend».
Nicola Scarlatelli, vicepresidente Camera di commercio di Torino ha spiegato che  «a Torino ci sono 15 mila aziende che operano nel settore dell’Ho.Re.Ca., il 7% della totalità delle imprese registrate in Camera di commercio. Mi fa quindi molto piacere che questa manifestazione così strategica per il settore sia stata organizzata a Torino, una città che merita sempre più di essere vissuta, frequentata e visitata e che, anche grazie alle iniziative e ai progetti della Camera di commercio, investe sempre più nell’accoglienza e nella ristorazione».
«Appuntamenti come Horeca Expoforum sono importanti per il nostro comparto perché ci consentono di incontrare le imprese di settore al fine di migliorare i nostri processi interni e incrementare il livello di qualità offerto nelle nostre strutture – ha dichiarato Tommaso Vineis, Tesoriere di Federalberghi Torino – Ringrazio GL events, di cui siamo hospitality partner, perché é impegnata in un dialogo sinergico con le realtà del territorio, tra cui Federalberghi Torino, per migliorare l’attrattività della nostra destinazione».
«La città sta cambiando e abbiamo un grande futuro nel turismo – ha aggiunto Fulvio Griffa – Presidente Assoturismo Confesercenti -. In questa direzione, Horeca Expoforum, che abbiamo voluto molto, è di fondamentale importanza». Gli ha fatto eco Federico De Giuli – Past President Gruppo Turismo e Cultura di Unione Industriali,  che ha richiamato l’attenzione anche sull’indispensabile ruolo della tecnologia nella filiera dell’accoglienza «così come l’intraprendenza degli imprenditori è fondamentale e manifestazioni come questa sono occasioni ideali per capire».
Giulio Trombetta – Presidente Exclusive Brands Torino, ha ricordato l’importanza di appuntamenti come questo per conoscere e sperimentare nuovi prodotti.
In video, un caloroso saluto è arrivato dallo chef Enrico Crippa, Presidente Bocuse Academy, che sarà al salone lunedì e martedì.
Rocco Pozzulo – Presidente Federazione Italiana Cuochi ha concluso rinnovando un ringraziamento a GL events Italia «con cui abbiamo collaborato non solo per il Bocuse d’Or, ma anche per le numerose competizioni che si svolgeranno qui in questi giorni».
A questo proposito Ganzer ha ribadito: «in questa edizione, mi fa particolarmente piacere aver portato da Rimini a Torino la selezione della squadra italiana per il Bocuse d’Or 2027, che ospitiamo per la prima volta. Il concorso mondiale di alta cucina organizzato dalla Bocuse d’Or Academy è supportato da GL events, che si occupa della logistica e dell’organizzazione dell’evento a livello internazionale. Lo ospitiamo anche a Hungexpo, la struttura che dirigo a Budapest, e non poteva mancare a Torino!».
Lunedì 17: alcuni appuntamenti in programma
  • Dalle 9.30 alle 18.30 Coffee Triathlon, seconda tappa del format competitivo dedicato agli appassionati del caffè, dove tre preparazioni con lo stesso ingrediente metteranno alla prova tecnica e coerenza. Il vincitore si aggiudicherà l’accesso alle selezioni ufficiali SCA Italy, propedeutiche alle finali nazionali.
  • Alle 11.00 workshop interattivo con contest artistico dedicato alla montatura del latte e alle tecniche di Latte Art, realizzato in collaborazione con Tapporosso – Centrale del Latte di Torino e la loro linea di latte e bevande vegetali Cappuccino Lovers. I partecipanti apprenderanno le tecniche per creare una microfoam ideale e scopriranno i segreti della corretta montatura del latte.
  • Alle 12.30 appuntamento con la presentazione della selezione Bocuse d’or academy Italia.
  • Alle 15 il talk “Il Piemonte e le sue eccellenze”, con prelibatezze del territorio Piemontese, con la partecipazione di rappresentanti di Regione Piemonte, Comune di Torino e chef locali, che si concluderà con la premiazione del trofeo Miglior Lady chef del Piemonte.
  • Alle 17.50 un sorprendente dibattito alla scoperta del legame tra musica e cucina, evidenziato da una ricerca dell’Università di Oxford: “A tavola la Musica è cambiata… Enogastrofonia: Food & Wine raccontati alla Radio”.
Martedì 18: Bocuse d’Or e molto altro
Dalle 9.30 alle 18, grande attesa per la squadra che conquisterà l’accesso alla finale europea del 2027 del più importante concorso di alta cucina al mondo, il Bocuse d’Or.
Da 35 anni, il Bocuse d’Or è un evento internazionale senza rivali che ispira il mondo della gastronomia mettendo in risalto le ultime tendenze della cucina mondiale, stimolate ad ogni edizione dalle nuove generazioni di chef. È anche il luogo preferito da molti Paesi per promuovere la propria cucina, i propri prodotti locali e i propri chef.
A Torino il contest vedrà sfidarsi tre squadre guidate dagli chef
  • Alberto Assiè (Rivoli – TO), che lavora a Il Cambio di Torino
  • Simone Vesuviano (Genova), che lavora a Quelli dell’acciughetta e Trattoria dell’acciughetta di Genova
  • Matteo Terranova (Varese), che lavora a La Stua de Michil (Corvara in Badia – BZ).
Parallelamente numerosi altri eventi, tra cui:
  • alle 12.45 Pizza in pala 4.0: efficienza e qualità con precottura e rigenero, uno show cooking condotto, come tutti gli eventi organizzati da Scuola Italiana Pizzaioli, da Federica Mignacca master istruttrice della Scuola, affiancata da Gaetano Ragunì, executive chef di Orogel, per alcuni abbinamenti pratici e originali a base di verdure.
  • alle 14:15 Colazione d’autore: viennoiserie e nuove tecniche “Espresso&Caramel”: un viaggio tra tradizione e innovazione per trasformare la colazione in un’esperienza unica, attraverso l’incontro perfetto tra caffè e crema al caramello
  • alle 15:30 Dessert da ristorazione: dall’idea alla creazione “Incontro di Terre” un percorso creativo che svela il processo dalla concezione alla realizzazione di dessert raffinati, unendo le eccellenze gastronomiche del Nord e del Sud Italia in un’armonia di sapori.

La gestione ottimale delle nostre energie / 1

Prima parte 

Dio come sono stanca/stanco! Non riesco a trovare le energie per fare tutto ciò che dovrei! Quante volte sentiamo (o diciamo noi stessi…) queste frasi? Anche nei miei colloqui di coaching e counselling, e nelle attività di sportello d’ascolto che svolgo in aziende ed enti, queste considerazioni sono frequenti.

Sempre più persone hanno pesanti difficoltà nel trovare le energie sufficienti ad affrontare i tanti impegni della quotidianità. Qualunque sia il nostro ruolo sociale, lavorativo e familiare, ognuno di noi vive situazioni che richiedono un forte impiego di energie fisiche e mentali.

Per stare bene, dobbiamo perciò fare in modo di avere un sufficiente livello energetico, che ci permetta di affrontare nel modo migliore i tanti impegni (e ruoli…) della nostra vita. È sorprendente notare che ci sono persone sempre attive e piene di energia, che affrontano con vigore i numerosi e pressanti impegni della loro vita.

Viceversa tutti noi conosciamo altri soggetti che sono sempre stanchi, nonostante che le loro giornate siano tutt’altro che piene di impegni e di incombenze… Quali sono le caratteristiche e i comportamenti che rendono così diverse tra loro queste persone, rispetto alla gestione delle loro energie?

Uso spesso, anche nei miei corsi di formazione sulle Soft Skills, la metafora del serbatoio di energie: possiamo visualizzare il nostro livello energetico come fosse, appunto, un serbatoio, con un immaginario rubinetto, spesso troppo aperto a causa dei tanti impegni e dello stress.

Da cui escono le nostre energie e una apertura superiore nella quale immettiamo, attraverso l’alimentazione, il sonno, il relax, ecc, nuove energie. Se le energie che escono dal serbatoio sono superiori a quelle che entrano, e se questa situazione si prolunga per un tempo eccessivo, inevitabilmente ci troviamo in carenza energetica.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

(Fine della prima parte)

Potete trovare questi e altri argomenti dello stesso autore legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.

Mole, Chiesa di Santa Croce e Monumento all’Artigliere: al via gli interventi di manutenzione

Con una delibera presentata dalla vicesindaca Michela Favaro, di concerto con l’assessore Francesco Tresso, la Giunta comunale ha approvato  i progetti esecutivi per interventi di manutenzione straordinaria su tre importanti beni di interesse culturale di proprietà della Città di Torino: la Chiesa di Santa Croce, la Mole Antonelliana e il Monumento all’Artigliere.

Nel dettaglio, nella Chiesa di Santa Croce di piazza Carlo Emanuele II è previsto il ripristino della copertura del Coro, con la sostituzione delle lastre in fibrocemento con un manto in coppi.

All’interno della Mole Antonelliana, si procederà alla messa in sicurezza e al restauro dell’aula didattica “Paideia”, dove infiltrazioni dalla copertura hanno deteriorato in alcuni punti gli intonaci delle volte e degli archi.

Per il Monumento all’Artigliere – l’arco trionfale posto all’ingresso del parco del Valentino, all’incrocio tra corso Vittorio Emanuele II e il ponte Umberto I – sono previsti lavori sull’involucro esterno, con interventi manutentivi sulle superfici in pietra e sui cornicioni maggiormente degradati dagli agenti atmosferici.

I lavori avranno un importo complessivo pari a 500mila euro (IVA compresa).

TORINO CLICK

Torino batte Empoli 1-0

I granata hanno vinto tre volte nelle ultime quattro partite. Ora la vittoria contro l’Empoli  per 1-0 nel posticipo della serie A. Il gol  dell’1-0 è di  Vlasic al 26′ del secondo tempo.

Commenta il ct dell’Empoli, D’Aversa ai microfoni di Sky Sport: “E’ l’ennesima sconfitta, ma penso sia immeritata. Con il rientro degli infortunati possiamo miglioarare.”.

Rock Jazz e dintorni a Torino: Roberto Vecchioni e Anastacia

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al teatro Colosseo si esibisce Cristiano De Andrè. Alle OGR è di scena Nicole Zuraitis feat. Elio Coppola Trio.

Martedì. All’Osteria Rabezzana suona Martin Craig & The Black City. Al Blah Blah si esibiscono gli Zu.

Mercoledì. Alle OGR arriva Anastacia. Al Peocio di Trofarello suona Scott Henderson. Allo Spazio 211 si esibisce Gnuti. All’Osteria Rabezzana è di scena Valerio Liboni.

Giovedì. Al Circolino è di scena JoHnny Laplo & Arcote Project. Al Cafè Neruda suona il The Origin Trio. All’Off Topic si esibisce La Municipal.  Al Blah Blah si esibisce Sarram. 

Venerdì. Al Folk Club suona Daniele di Bonaventura. Allo Ziggy si esibisce Suzi Sabotage + The Spoliled. Allo Spazio 211 è di scena Sylvie Kreusch. Al Capolinea 8 suona Emanuele Cisi Trio. Alla Divina Commedia si esibiscono Frankie & Friends. All’Hiroshima Mon Amour sono di scena i Queen of Saba. Alla Suoneria di Settimo suonano i La Crus. Al Magazzino di Gilgamesh si esibisce la Artur Menezes Band.

Sabato. All’Inalpi Arena si esibisce Brunori Sas. Alla Divina Commedia sono di scena i Britannia Row. Al Magazzino di Gilgamesh suona Omar Coleman & Henry Carpaneto Organ Trio. Al Capolinea 8 si esibisce il Vinicius Surian Quartet. Allo Spazio 211 suonano i Go Dugong. Al Blah Blah sono di scena i Flatmates 205. Allo Ziggy suonano Rockish + Domani Martina + Eranera. Al Folk Club si esibisce Luigi Tessarollo New Sextex.

Domenica. Al teatro Colosseo recital di Roberto Vecchioni. Allo Ziggy suonano Dead Blow Hammer ( feat. Rob Kabula Agnostic Front)+ Guest TBA. All’Inalpi Arena è di scena Geolier. Alla Divina Commedia suonano i Sudaka.

Pier Luigi Fuggetta

Città vs campagna

Da alcuni anni, particolarmente dalle metropoli come Milano, si assiste ad una migrazione verso la periferia, verso la campagna, oggetto tanto di vantaggi quanto di svantaggi nei confronti della metropoli. Esempio eclatante sono i milanesi che, pur lavorando ogni giorno sotto la Madonnina, a fine giornata prendono il treno AV e vengono a Torino dove hanno preso casa, mangiano e dormono, per tornare il giorno dopo verso la metropoli lombarda e così via finché non cambino le condizioni di vita o non arrivi la sospirata pensione. Al di là di ogni considerazione economica, è evidente che l’apparente sacrificio cui si sottopongono questi pendolari interregionali viene ripagato da qualche altro vantaggio; se fosse solo un problema economico basterebbe andare ad abitare in qualche Comune del milanese o dei dintorni (magari Cassinetta di Lugagnano, Tavazzano con Villavesco, Pantigliate, ecc) dove gli affitti sono sicuramente inferiori a quelli del capoluogo.

E’ evidente come questa tendenza, sempre più frequente, affondialtrove le sue origini: da un lato i tempi di percorrenza, specie se si è costretti ad utilizzare l’auto, sono tra le principali cause di insoddisfazione in chi lavora ed abita in Milano; dall’altro lo stress di inquinamento, traffico, rumore, problemi di parcheggio, costi (parcheggi a 4 euro l’ora non sono giustificabili) rendono competitiva qualsiasi soluzione alternativa.

Parlando con uno di questi pendolari che quotidianamente sale a Porta Susa su un treno AV per scendere circa ¾ d’ora dopo in Centrale, è emerso come il tempo impiegato dal lavoro a casa sia lo stesso (prima doveva attraversare Milano da un’estremità all’altra), ma il risparmio sull’affitto di casa permette di acquistare l’abbonamento mensile e avanzano ancora alcune centinaia di euro al mese.

Io personalmente adoro Milano ma non vi ho mai abitato, escludendo periodi di 4-5 giorni per corsi, progetti, ecc) dunque non ho una realistica percezione di cosa significhi affrontare la quotidianità; posso però dedurre che, scioperi ferroviari a parte, mettendo su un piatto della bilancia il risparmio e sull’altro il disagio di dover viaggiare, sarà il primo piatto quello che penderà verso il basso.

Naturalmente questo criterio non può essere considerato universale perché molti fattori intervengono nella scelta: genitori anziani da accudire, problemi di salute che sconsigliano i viaggi, discordanza con gli orari di uscita da scuola dei figli, distanza della sede di lavoro dalla stazione ferroviaria e altro ancora.

Ma quello che deve fare riflettere è che una società che ha fatto dello sviluppo industriale la propria carta vincente ora è satura di tutto ciò che questo sviluppo ha portato con sé: motorizzazione di massa, edifici dove anche dopo anni non ci si conosce tutti, assemblee condominiali più simili ad un saloon del far west che ad un ritrovo dove decidere gli interessi di tutti, mezzi pubblici spesso inadatti alle esigenze degli utenti e distanze enormi da percorrere per soddisfare le esigenze basilari (spesa, medico, scuola) hanno di fatto saturato gli animi di chi vi abita.

Fra quanti ancora ancora resistono, una minima parte ha interessi tali da non potersi spostare di città, da non potersi allontanare dai luoghi sede di questi interessi, mentre la maggior parte non vuole uscire dalla confort zone, da quel luogo virtuale nel quale non si sta poi così male e, in ogni caso, starebbe peggio a dover decidere diversamente, a dover affrontare un cambiamento.

Questo non cambiare, però, non è sempre la scelta migliore: l’epigenetica studia e spiega proprio come alcune patologie siano influenzate dall’ambiente in cui viviamo; pensiamo soltanto ad inquinamento dell’aria, elettronico o acustico, allo stress negativo di stare in colonna in auto, sentendosi impotenti, di dover giocare alle slot con i parcometri su una strada già nostra grazie al gettito IRPEF e così via.

E’ evidente, però, vedendo l’ampiezza del fenomeno che questo disagio, questa nuova tendenza sia la testimonianza che la nostra società stia correndo ai ripari dopo aver fatto indigestione di agi, di lusso, di comodità.

Forse se riprogrammassimo le nostre abitudini attribuendo un giusto equilibrio tra efficienza, comodità, natura, risparmio e, perché no, tempo libero riusciremmo a trovare la giusta collocazione.

Oppure continuare a lamentarci.

Sergio Motta

Parco di Villa Genero, ecco gli interventi di riqualificazione

Un parco più accessibile, sicuro, valorizzato nel verde e nei suoi punti panoramici: nei giorni scorsi sono stati presentati i lavori di riqualificazione del Parco di Villa Genero, un’area verde collinare di 40mila mq dal grande valore ambientale e paesaggistico. All’inaugurazione erano presenti il Sindaco Stefano Lo Russo, l’assessore al Verde pubblico Francesco Tresso e il presidente della Circoscrizione 8, Massimiliano Miano.

“Il Parco di Villa Genero è uno dei parchi collinari più amati dai torinesi – ha commentato il Sindaco Stefano Lo Russo – un luogo da cui si può ammirare uno splendido panorama sulla città. Gli interventi che presentiamo oggi ce lo restituiscono non soltanto ancora più bello ma anche più accessibile e fruibile per tutte e tutti e si inseriscono nell’impegno che come amministrazione stiamo mettendo in campo per valorizzare lo straordinario patrimonio di verde che la nostra città vanta in tutti i quartieri”.

“Torino, con la sua collina, vanta un patrimonio verde straordinario, e Villa Genero ne è una delle espressioni più belle – ha commentato l’assessore Francesco Tresso -. Questo parco è un’oasi di pace a pochi passi dal centro, ideale per passeggiate in ogni stagione. Gli interventi realizzati, oltre a migliorare la fruibilità in sicurezza e valorizzare il patrimonio arboreo, esaltano i punti panoramici da cui si gode uno dei panorami più suggestivi della città, che ci ricorda perché Torino sia giustamente chiamata ‘la Capitale delle Alpi’”.

Villa Genero nasce dall’unione di due vigne e diventa parco pubblico nel 1933. Situato in una posizione privilegiata, non lontano dalla Gran Madre e poco sopra Villa della Regina, offre uno dei panorami più suggestivi su Torino e le sue montagne. Il suo sistema armonioso di viali alberati, piazzali panoramici e alberi secolari lo rende un luogo di grande fascino.

I lavori hanno interessato diverse aree del parco, con un’attenzione sulla sicurezza, la manutenzione e la valorizzazione paesaggistica. Il costo complessivo degli interventi è stato di 330mila euro.

Il muro di cinta del parco, verso strada Santa Margherita, è stato messo in sicurezza con un intervento di risanamento conservativo e di manutenzione straordinaria. Contestualmente, è stato consolidato il piazzale adiacente, reintegrando le strutture di protezione della balconata. Importanti anche gli interventi sul verde nel Boschetto sottostante e lungo le ripe verso viale Contini, con l’integrazione delle specie arboree e arbustive, il recupero dell’aspetto originario dei piazzali e il potenziamento dell’arredo urbano e dell’illuminazione.

TORINO CLICK

Magnifica Ceramica! Dal ‘900 ad oggi

In mostra alla torinese “Galleria Sottana” le opere in/su “ceramica” firmate da “Maestri” dell’arte internazionale

Magnifica Ceramica!

 In mostra alla torinese “Galleria Sottana” le opere in/su “ceramica” firmate da “Maestri” dell’arte internazionale dal ‘900 ad oggi

Fino al 2 giugno

“In principio” … il grande Pablo. Sì, ancora lui, Picasso il grande, fra i più veri e più prolifici “giganti” dell’arte del ‘900. “E’ stato il grande artista spagnolo, infatti, a sdoganare la ceramica e a introdurla nel mondo dell’arte, segnando un nuovo percorso che, dopo di lui, vedrà altri grandi Maestri dedicarsi a nuove modalità espressive, deviando dai loro consuetudinari ambiti, come la pittura e la scultura”. Così scrive Vincenzo Saffo, curatore, insieme a Giovanni Iovane della mostra “Forma e Colore. Da Picasso e Warhol, la ceramica dei grandi Maestri”, organizzata da “AICS Torino” con “ART Book Web” (in collaborazione con “Congregatio Oratorii Taurinensi”, “FAI” e “Blu&Blu Network”) ed ospitata fino a lunedì 2 giugno presso la “Galleria Sottana” dell’“Oratorio di San Filippo Neri”, il luogo di culto più grande di Torino, origini seicentesche ma completato (1823 – ’24), nell’architettura attuale da Giuseppe Maria Talucchi su progetto dello Juvarra.

Dunque, per più di quattro mesi, la “Galleria” di via Maria Vittoria 5/bis accoglierà, in una sorta di avvincente artistico “giro del mondo” circa 100 opere in ceramica, tutte provenienti da collezioni private, firmate da oltre 70 grandi artisti del ‘900 e contemporanei, che hanno praticato l’arte della ceramica senza essere però “ceramisti puri”, ma “artisti, pittori e scultori – ancora Saffo – che, nell’ambito del loro percorso creativo, si sono interessati all’uso della ceramica o della porcellana e loro derivazioni, di cui l’esempio più noto é senza dubbio quello di Pablo Picasso con le ceramiche realizzate a Vallauris”. Un periodo magico, per l’artista malagueño che nella “città francese della ceramica” conosce non solo Jacqueline Roque (1951), che diverrà la sua seconda moglie, ma comincia anche a frequentare con assiduità la fabbrica di ceramiche “Madoura” di Suzanne e George Ramié, dove inizia ad imparare e ad appassionarsi alle varie tecniche di lavoro, alla plasticità della terra e al suo processo di cottura, grazie soprattutto all’aiuto dell’artista Jules Agard.

I soggetti del Picasso – ceramista non si scostano di molto da quelli tipici del suo repertorio iconografico: dai centauri alle colombe alle capre alle scene di tauromachia fino a maschere cavalli e uccelli. Ed è proprio un delizioso “Piattino in ceramica” con un ironico bizzarro “Uccello con ciuffo” del ’52, accanto alla “Colomba sul nido” del ’49 che attirano da subito attenzione, meraviglia e curiosità. Accanto in un percorso artistico organizzato con grande saggezza, troviamo le opere di altri artisti che hanno fatto, da una parte all’altra del mondo, la storia dell’arte novecentesca e contemporanea, articolate (fra ceramiche, porcellane e terrecotte) in sette aree tematiche, dov’è raccontato, dopo Picasso, l’innamoramento per la ceramica di artisti del calibro di un Salvador Dalì con “Le arti”, multiplo a tiratura limitata del ’79, di un Joan Mirò e di quel Marc Chagall che ne “Les bouquettes de Fleur” dona finalmente terra, dall’alto dei cieli, alle sue eterne sognanti “anime innamorate”.

Per poi puntare sulla creatività (ancora in parte sconosciuta) latino-americana che parla di “Op-art” con i lavori di Julio Le Parc o di atmosfere onirico-surreali con il contemporaneo Vic Muniz. Ricca di presenze importanti la sezione dedicata alle “Presenze Italiane”: si va da Marco Rotelli alle “Faces” del vaso in ceramica disegnato a mano (2022) di Marco Lodola, fino alle “4 caraffe” di tattile ben definita praticità di Ezio Gribaudo, seguite dalle opere di Ferruccio D’Angelo, Enzo Rovella, dalla rovinosa visionarietà dei “Cocci” di Franco Garelli e dal “Terzo paradiso”, tazzina per “Illy collection” (2013) di Michelangelo Pistoletto. Ad un concetto insieme “rigoroso e mentale” della ceramica quale autentica opera d’arte portano poi gli spazi dedicati al “Concettuale d’autore” (con l’americano Solomon “Sol” LeWitt, Rudolf Stingel e il torinese Alighiero Boetti) e a “La gioia della Pop Art” con la “Serie di 24 formelle” di Andy Warhol, decisamente “rabbonite” dalla tecnica ceramica ed eseguite dal “padre della Pop” per  “Rosenthal” nel 1987. Fra gli interpreti di “un aspetto più ribelle e trasgressivo” della comunicazione pubblicitaria il “Glen” piatto in porcellana bianca “Limoges” di Jean-Michel Basquiat (il “James Dean dell’arte moderna”) e l’“Untitled” di Keith Haring. Folta e prestigiosa anche la sezione dedicata alla “Ceramica al femminile” in cui spicca la creatività della serba, naturalizzata statunitense, Marina Abramović. Di particolare interesse, infine, la sezione dedicata alle millenarie tradizioni (dove anche l’arte ceramica è sempre voce ed espressione di particolari suggestive filosofie orientali) di Giappone e Cina. Fra i grandi protagonisti presenti in mostra, Ai Weiwei, con la sua iconica “Semi di girasole” dipinti a mano ed esposti alla “Tate Modern” di Londra. Accanto a lui, alcuni fra i più rappresentativi artisti cinesi contemporanei, come Pan Lusheng, Ma Yuan, Zhang Hongmei e Xu De Qi.

La mostra sarà aperta, fino a lunedì 2 giugnodal martedì alla domenica (ore 10-19). Dal mese di marzo, ogni ultimo sabato del mese visite guidate per famiglie e speciali per adulti esclusivamente su prenotazione: biglietteriamostrato@gmail.com

Gianni Milani

Nelle foto: Pablo Picasso “Uccello con ciuffo”, 1952; Ezio Gribaudo “Serie di 4 caraffe”, 1956; Andy Warhol “Serie di 24 formelle”, 1987; Ai Weiwei “Semi di girasole”, 2010