ilTorinese

Inaugurato l’anno accademico dell’Universita’ di Torino

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Si è svolta ieri  mattina al Teatro Regio la cerimonia di Inaugurazione dell’Anno Accademico 2024/2025 dell’Università di Torino. La cerimonia dal titolo “Università e cittadinanza europea. La conoscenza come ponte verso il futuro” ha visto tra gli altri la partecipazione di Enrico Letta e il contributo musicale del Coro delle Voci Bianche del Teatro Regio e degli allievi e le allieve del Teatro Stabile di Torino.

Sul palco è intervenuto il sindaco Stefano Lo Russo che ha ribadito la vocazione universitaria di Torino. «Essere città universitaria – ha detto – significa anche pensare alla trasformazione della città fisica, sociale, economica, culturale con un’ottica che vede l’alta formazione scientifica e l’alta formazione di carattere universitario come una cifra caratterizzante di sviluppo. Credo davvero che la prospettiva che ha l’Università di Torino, in sinergia con noi, con la Regione, con l’altro sistema che compone questo territorio, sarà la chiave di volta vincente anche per il proseguo del nostro lavoro nei prossimi anni».

L’intervento è stato anche l’occasione per una riflessione sullo scenario internazionale “quello che sta succedendo a livello internazionale – ha aggiunto – sconvolge schemi che erano consolidati da decenni e, intorno alle risposte che daremo a queste nuove sfide, credo che si giocheranno i futuri decenni di prosperità e sviluppo dell’Europa, che uscì dal secondo conflitto mondiale praticamente distrutta, divisa, lacerata, e che è stata capace in questi ottant’anni di rappresentare per milioni di persone un modello di sviluppo, di inclusione sociale, di un’economia sociale di mercato, che è stata capace di garantire i diritti civili e i sociali in un mondo e in un contesto estremamente complesso”.

TORINO CLICK

Breakfast in America

IL PUNTASPILLI di Luca Martina

 

I primi cento giorni del nuovo Presidente statunitense sono stati sufficienti per tramutare l’idillio iniziale con i mercati finanziari in un incubo.

Cosa è successo e perché l’umore è cambiato così velocemente?

Per meglio comprenderlo dobbiamo ricordare i presupposti che hanno consentito a Donald Trump di guadagnare il suo secondo mandato.

I timori sulla salute di Joe Biden ne avevano certamente minato la credibilità ma l’elemento chiave, presente in tutti i dibattiti tra i candidati presidenziali, era stata l’inflazione, ritornata ad erodere i redditi degli americani negli ultimi anni dopo essere stata pressoché assente nei decenni precedenti.

Su questo aveva fortemente fatto leva il candidato repubblicano i cui auto-dichiarati super-poteri, da Trump a SuperTrump il passo è breve, avrebbero consentito di rendere l’America nuovamente grande e, soprattutto, senza inflazione.

La sconfitta della malabestia sarebbe arrivata attraverso una politica di deregolamentazione (minori regole, maggiore competizione, prezzi di beni e servizi più bassi) unita a severi controlli sugli aumenti dei prezzi praticati dalle aziende produttrici, per evitare ingiusti arricchimenti a danno dei consumatori.

Ma il menu elettorale presentava anche altre portate, non tutte così gradite, quali gli sgravi fiscali a famiglie ed imprese, il taglio del numero di dipendenti pubblici e, in cauda venenum, i pesanti dazi sulle importazioni.

Un programma così assortito aveva in qualche modo disinnescato i timori derivanti da un ulteriore passo indietro verso la più antica tradizione degli Stati Uniti, che sul protezionismo ed i dazi hanno costruito buona parte della loro storia (sino almeno alla creazione del GATT, dopo la Seconda Guerra Mondiale).

La prima colazione servita dalla nuova amministrazione ha però smentito le troppo ottimistiche previsioni degli analisti finanziari: in questi primi mesi il presidente ha battuto e ribattuto esclusivamente la grancassa delle sanzioni e dei dazi, ignorando le altre, più gradite, iniziative preannunciate.

E dire che, sul piano internazionale, il processo di pacificazione dell’Ucraina, sembra procedere speditamente anche grazie alla spinta statunitense ma, anche qui, alcune sorprendenti prese di posizione, sul Canada, la Groenlandia, il canale di Panama, e, meno inaspettatamente, il disimpegno nei confronti del contributo alla difesa dei Paesi europei, hanno contribuito ad innervosire gli investitori. Viene da chiedersi il perché di tanto accanimento…

La spiegazione potrebbe essere legata al ciclo elettorale: il neopresidente ha di fronte a sé l’intero mandato quadriennale e due anni alle elezioni di mid-term, che, rinnovando tutta la Camera dei rappresentanti e un terzo del Senato, potrebbero ridefinire l’assetto del Congresso statunitense.

È, quindi, forse questo il momento ideale per servire i piatti più indigesti ai mercati internazionali e per chiedere sacrifici agli stessi americani (il primo effetto dei dazi potrebbe essere quello di far ripartire l’odiata inflazione) avendo poi tutto il tempo, prima del ritorno alle urne, per servire in tavola le portate più appetitose, favorendo così una risalita del consenso elettorale del partito del presidente.

L’incertezza, si sa, è la cosa che più detestano i mercati finanziari e la strategia, spesso ondivaga e dai toni tutt’altro che ortodossi, di The Donald non sta facendo altro che complicare le cose.

Si tratta indubbiamente di un percorso molto rischioso: saltellare sul filo a strapiombo dei dazi e delle sanzioni è molto pericoloso e disattendere la promessa fatta sull’inflazione, che potrebbe ripartire spinta dalle imposte doganali, finirebbe per alienare a Trump una fetta importante degli elettori che lo hanno riportato alla Casa Bianca.

Se però il progetto fosse proprio quello di fare seguire, al bastone dei dazi, la carota (estratta, durante il primo mandato, alla fine di aprile), riuscendo, prima, a negoziare accordi ragionevoli per dare, poi, spazio alle manovre pro-crescita, allora la correzione delle borse potrebbe essere una semplice pausa (con un benefico riequilibrio delle valutazioni, in particolare delle “Magnifiche 7”) nel loro ciclo di crescita e non una duratura inversione di rotta.

È ben noto, infatti, che i mercati azionari possono subire oscillazioni anche molto violente ma i periodi di discesa peggiori (e più lunghi), i “mercati orso”, coincidono con le recessioni economiche.

Questa non sembrerebbe la situazione attuale, sebbene una cattiva gestione dell’impeto fustigatorio trumpiano (con i suoi possibili effetti sulla ripartenza dell’inflazione e le conseguenti ripercussioni negative sulla crescita economica) renderebbe assolutamente possibile un esito negativo, ancorché indesiderato.

D’altronde, in barba alla tanto decantata “efficienza dei mercati”, non sempre le borse hanno ragione ed infatti, come ci ricorda un vecchio adagio, attribuito all’economista Paul Samuelson, gli indici di Wall Street hanno previsto ben 9 delle ultime 5 recessioni…

Va anche detto che quanto descritto provocherà comunque, con tutta probabilità, una recessione “tecnica”  (breve e dovuta a fattori temporanei) nei primi due trimestri dell’anno: i timori sui dei dazi in arrivo stimola, da un lato, l’accelerazione all’acquisto dei prodotti importati, prima che questi ne siano colpiti (rendendoli più costosi), e questo va a detrimento del PIL (nel cui calcolo le importazioni sono computate con segno negativo, quando queste salgono ne riducono la crescita) e dall’altro potrebbe congelare, vista l’incertezza, le decisioni d’investimento e nuove assunzioni da parte delle imprese.

La giuria, insomma, deve ancora pronunciarsi ma quello che sembra certo è che le radici protezionistiche stanno trovando terreno estremamente fertile oltreoceano e noi europei ce ne dovremo fare una ragione, prendendo atto del fatto che, dopo più di sessant’anni, la globalizzazione sembra ormai essersi arrestata.

Speriamo solo che, a ragion veduta, il “breakfast americano” servito da SuperTrump consenta una digestione non troppo complicata e faccia dormire sonni tranquilli anche a noi, poveri investitori.

 

Hiroshima mon Amour, la pièce “The Snow Goose” per la regia di Renzo Sicco

A dieci anni di distanza ritorna giovedì 20 marzo

Presso l’Hiroshima Mon Amour, in via Bossoli 83, giovedì 20 marzo prossimo alle ore 21 si terrà lo spettacolo “The Snow Goose”, piccola opera musical teatrale liberamente ispirata alle musiche e alle parole di ‘The Snow Goose’, musiche originali dei Camel. Interpreti Cristiana Voglino, Alberto Barbi, Chiara Biancardi, Arturo Gerace, Pierluigi Vancheri. Suoni e flauto di Alfredo Ponissi, immagini video di Renato De Gaetano. La regia è di Renzo Sicco.

I Camel sono stati un gruppo musicale inglese degli anni Settanta particolarmente importanti nella corrente del cosiddetto rock progressive. Erano dei giovani appassionati, come tanti loro coetanei inglesi, di un libro che ha ispirato una delle loro opere più interessanti “The Snow Goose”, di cui composero un’omonima suite musicale di circa 50 minuti, che hanno eseguito anche a Torino in un memorabile bellissimo concerto tenutosi proprio al Centro Culturale Hiroshima Mon Amour il 20 marzo 2014.

La composizione, come il libro, tratteggia vivamente l’esistenza attorno ad un faro, dove abita un personaggio bizzarro e marginale che incontrerà una bambina e un pennuto ferito, a cui dedicherà cure amorevoli, che gli ridaranno la possibilità di volare. Il tutto si svolge, però, in tempi di guerra, durante la seconda guerra mondiale. La partitura musicale è totalmente strumentale e priva di testo cantato. La proposta di Assemblea Teatro è stata quella di realizzare un ascolto di questa suite musicale nella sua versione integrale, ma arricchita di frammenti che ricompongono i percorsi della storia, attingendo alle pagine letterarie che l’hanno ispirata, in una chiusura del cerchio, dalla pagina alla musica al racconto, confermando così la forte possibilità di incontro tra musica e letteratura che lega musicisti e autori di romanzi, narrazione musicale e letteraria, e che da sempre caratterizza il percorso di Assemblea Teatro ( “After Punk Revolution”, “Nei segni dell’alveare”, “Camaleonte”, “L’aria triste che tu amavi tanto “ e ”The dream of reason”)

Sembra un assurdo rappresentare un libro senza le parole, ma lo si poteva fare perché in quel periodo la musica era decisamente visionaria. Con Pink Floyd, Amon Düül, Grateful Dead, è stata visione, melodie e suoni, da un lato all’altro degli oceani, e il libro racconta proprio una storia sull’oceano dove avvenne anche la battaglia di Dunkerque.

Ed è così che ci piace ricordare, come Assemblea Teatro, eleven years after, quella data del 2014, tornando sul palco di Hiroshima Mon Amour per proporre una nuova replica di “The Snow Goose”.

Hiroshima Mon Amour, via Bossoli 83, 20 marzo ore 21

Biglietti 10euro (ingresso unico)

Mara Martellotta

Alle cantine Morbelli di Ivrea si parla di sostenibilità

 Con Dario Casalini, alla guida dell’azienda di famiglia Oscalito giovedì 20 marzo

 

Torna una serie di incontri ospitati nelle storiche cantine Morbelli di Ivrea, progettati per far riflettere sul progresso sostenibile del Piemonte fra scienza, innovazione e cultura.

Giovedì 20 marzo si terrà il terzo appuntamento de “I Giovedì Morbelli”. Ospite della serata sarà Dario Casalini, già docente universitario di Diritto Pubblico, ideatore e presidente di Slow Fiber, autore del libro “Vestire buono, pulito e giusto”, edito da Slow Food Editore. Oggi è alla guida dell’azienda di famiglia Oscalito, che produce maglieria di alta qualità.

Casalini presenterà il suo libro che contiene il manifesto di Slow Fiber, associazione che nasce dall’incontro tra il movimento di Slow Food e alcune aziende Italiane virtuose appartenenti alla filiera del tessile.

L’impegno di questa associazione è quello di creare e promuovere modelli industriali capaci di offrire prodotti belli perché sani, puliti, giusti e durevoli, rispettosi della dignità degli esseri umani e del resto della natura nei suoi delicati equilibri.

Fondata nel 2022, Slow Fiber è composta da circa trenta aziende, tutte italiane, tutte con caratteristiche comuni, processi produttivi a ridotto impatto ambientale, rispetto per i diritti e la dignità dei lavoratori coinvolti nella filiera, valorizzazione delle competenze e saperi tradizionali e durevoli nel tempo. Tutte le aziende della rete hanno sede legale e operativa in Italia, hanno almeno il 70% dei fornitori di prossimità e investono in sostenibilità almeno l’1% del fatturato annuo.

L’evento, moderato dal giornalista Maurizio Menecucci, è aperto al pubblico fino ad esaurimento dei posti ed è gratuito.

Prenotazione su Eventbrite o via mail a morbelli@accordogroup.com

L’evento si terrà alle Cantine Morbelli alle 18.15 di giovedì 20 marzo in via Dora Baltea 20/a a Ivrea.

 

Mara Martellotta

Dialogues. Una mostra collettiva della community IAAD

Gagliardi & Domke Contemporary, via Cervino 16, Torino

18-22 marzo 2025

A cura di Lucrezia Nardi

 

 

“Dialogues” è la seconda edizione della mostra collettiva degli artisti provenienti dalla community IAAD. selezionati attraverso un processo di open call interno all’Istituto. I sei artisti individuati esplorano il dialogo tra arte e design intorno al tema del rispetto attraverso installazioni, video, fotografia e sperimentazioni audiovisive.

La mostra è organizzata da IAAD. – Istituto d’Arte Applicata e Design in collaborazione con Gagliardi & Domke Contemporary e curata da Lucrezia Nardi.

 

Ogni anno viene scelto un valore chiave per stimolare la ricerca artistica. In questa edizione, il rispetto amplia il concetto di dialogo, invitando i partecipanti ad esplorare le dinamiche tra individuo, società e contesto. Inteso come attenzione per la diversità culturale, l’ambiente e le relazioni umane, il rispetto diventa il punto di partenza per un’indagine artistica che prende forma attraverso installazioni, video e fotografia. La mostra invita gli artisti emergenti provenienti dal mondo del design a sperimentare nuove forme espressive e a superare i confini disciplinari, immergendosi in un contesto artistico più ampio. Inoltre, questa edizione conferma il successo del percorso degli studenti IAAD., che hanno avviato carriere nel panorama artistico emergente, testimoniando la sinergia tra arte e design che la mostra Dialogues intende promuovere.

Davide Racca (AUTOMEDON, 2024) presenta un’installazione che esplora il conflitto interiore attraverso una serie di elaborati – video, performance, scultorei, cartacei – mettendo in scena un processo evolutivo di ribellione e trasformazione identitaria. Chiara Vivalda, con il progetto video a tre canali S0M3WH3R3 B3TW33N TH3 P4551NG 0F T1M3 (2024), realizzato in collaborazione con John Bringwolves, sovrappone immagini e suoni in un flusso poetico che riflette la fragilità del tempo e della memoria. Martina Leone, con A Body (2025), affronta il tema dell’auto-oggettificazione del corpo femminile, interrogando il sottile confine tra esposizione e protezione. Uno scatto della serie è presentato stampato su un tessuto le cui trasparenze si muovono come influenzate dal passaggio dei visitatori e delle altre opere in mostra: come la società influenza la percezione del suo corpo, l’allestimento è eco di un processo intimo e personale. Debora Borsetta, con il progetto video Trauma come forma d’arte (2025), racconta le storie di due donne, restituendo il loro dolore in una narrazione visiva che dà voce a ciò che le parole spesso non riescono a dire. Attraverso un processo collettivo e simbolico, il trauma si trasforma in un linguaggio artistico condiviso. Beatrice Siviero, con la serie fotografica Sotto la superficie (2025), esplora l’inquietante equilibrio tra innocenza e violenza, costruendo immagini potenti e disturbanti che mettono in discussione la vulnerabilità infantile di fronte alla brutalità del mondo. Vanessa Dagostino, con (Non) lo merito (2025), indaga la depressione attraverso un racconto audiovisivo frammentato, in cui il contrasto tra immagini e pensieri limitanti riflette la natura caotica dell’esperienza interiore, aprendo un dialogo sulla condizione psicologica e sul senso di indegnità.

 

La mostra è stata costruita attraverso un processo di selezione supportato da una giuria composta da Alessandro Colombo (direttore generale AD Education Italia), Marco Rainò (direttore artistico IAAD.) e Pietro Gagliardi (direttore di Gagliardi & Domke Contemporary).

Nuova vita ai vecchi libri! Nasce a Torino la “Biblioteca condivisa e diffusa”

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Già aperti i primi spazi, insieme alle “buche delle lettere” dove lasciare pensieri scritti a mano

Giovedì 20 marzo, prima inaugurazione

I libri non si buttano. Mai! Neppure quando li hai letti (anche più volte) e ne hai le pareti piene. Del resto, Una stanza senza libri – scriveva già ai suoi tempi (l’attribuzione è incerta, ma assolutamente condivisibile) il grande Cicerone – è come un corpo senz’anima. E l’anima non si butta certo al macero. Ci mancherebbe! Si può offrire, quale segno di amicizia e d’amore. Quello sì. Così come i vecchi libri, cui proprio non riusciamo più a trovare un posto nelle nostre librerie. O semplicemente, anche in questo caso, come gesto di generosa amicizia verso il prossimo. Uno scambio. O un atto di solidarietà verso chi, forse, non può permettersi il pur semplice acquisto di un libro. Da queste considerazioni, nasce l’idea di una vera e propria “Biblioteca condivisa e diffusa”, nata “per salvare libri usati dall’abbandono e dal macero, dando loro una nuova vita libera, in spazi sociali e culturali accessibili ed inclusivi”. Intelligentemente “colpevoli” (si fa per dire!) della bella pensata, le cosiddette “Compagne di Banco”, alias Elena Forno (oggi occupata in “UniTO”, nel 2024 il suo primo libro “I motori della Rivoluzione” per “Buendia Books”) e Chiara Avidano (free lance in vari settori comunicativi, nel 2022 autrice della raccolta di poesie “Misto Archivio” per “Neos Edizioni”), che compagne di banco lo sono state veramente, al “Liceo classico Alfieri”, per poi ritrovarsi a scrivere un blog, da marzo 2024, e a promuovere incontri di “lettura silenziosa condivisa”, i “silent reading party” che spopolano in Europa, e momenti di presentazione e riflessione con scrittori, sempre entrambe fedeli all’obiettivo di “tenere il filo della realtà al di là della rete”. Il che vuol dire sfidare e sfidarsi con non poco coraggio, anche oltre i giochi della quotidiana realtà.

Di qui, per l’appunto, il progetto, per ritornare a bomba, della “Biblioteca condivisa e diffusa”.  Già pronte le prime due sedi. Il primo spazio si inaugura giovedì 20 marzo, alle 18,30, al “Villino Caprifoglio”, in viale Medaglie d’Oro 88, “bizzarra casetta del Valentino che pare uscita da una fiaba classica”, un tempo gestito dalle “Biblioteche civiche”, oggi rinato grazie alla presa in carico della struttura da parte di “Campo Base”, progetto sociale di “1Caffè Onlus”, fondato nel 2011 dall’attore torinese Luca Argentero e da Beniamino Savio (attuale presidente), pensato per erogare servizi agli enti del “Terzo Settore”.

Il secondo punto, in attesa di apertura, è invece nell’“ex scuola” di via Rubino 2, a Mirafiori Nord, che il Comune di Torino ha dato in concessione a “I buffoni di corte”, associazione che lavora con la disabilità cognitiva e coi giovani: attualmente l’edificio è oggetto di ristrutturazione e, appena sarà pronto, ospiterà un’altra costola della “Biblioteca”. La caccia è aperta anche per il reperimento di altre sedi sul territorio cittadino. “Entrambi questi luoghi – spiegano le ‘Compagne di Banco – offriranno uno spazio per i libri a disposizione di chi desidera leggerli, prenderli in prestito o tenerli, magari riportandone uno in cambio di quello presoIntorno ai libri, coordineremo anche incontri a tema per dare vita a momenti di comunità, legati dalla condivisione e dallo scambio. L’idea è uscire dal mondo digitale che assorbe e svuota, ritrovando spazi fatti di empatia e tempi lenti. E non è tutto.

In parallelo, infatti, Elena e Chiara lanciano anche il progetto “Le parole tra noi da salvare”, legato al recupero delle “cassette delle lettere”, ormai per “Poste Italiane” inutili reperti da rottamare (in tempi di abbandono dell’antica – così bella! – modalità di comunicare con carta e penna) e, invece, per le due fanciulle, poeticamente utilizzabili come “contenitori di pensieri e parole”. “Noi andiamo in controtendenza– precisano – e invitiamo le persone a prendere carta e penna e ridare senso al gesto dello scrivere, come momento intimo di cura verso la persona a cui si pensa ma anche verso sé stessi. Si dà spazio al pensiero che, dalla mente, passa alla mano e scende nelle lettere tracciate su carta. Quindi, è davvero parola pensata”.

Le “cassette delle lettere” saranno a disposizione dei torinesi in alcuni luoghi strategici: il Villino Caprifoglio” al parco del Valentino, la “Casa del quartiere Bagni pubblici” di via Agliè, l’“hub culturale” di via Baltea 3, la “nuova sede” dell’associazione culturale “I buffoni di corte” di via Rubino, la “Casa nel parco” di Mirafiori Sud. In questi luoghi, durante gli incontri aperti di lettura e scrittura organizzati da “Compagne di Banco”, ma anche nei momenti liberi (le cassette sono aperte e disponibili), “si potranno depositare i propri pensieri di carta, le proprie lettere mai spedite, le parole che si vogliono in qualche modo salvare e conservare”.

Infine, l’invito lanciato da Elena Forno e Chiara Avidano: quanti avessero libri da donare o spazi in grado di accogliere la “Biblioteca condivisa e diffusa” possono scrivere a info@compagnedibanco.it

Sempre sul sito www.compagnedibanco.it si possono anche consultare tutti gli appuntamenti del progetto finora programmati.

Gianni Milani

Nelle foto: Le “Compagne di Banco” e alcuni dei libri “salvati” e destinati alla “Biblioteca condivisa e diffusa”

Da Stellantis 38 milioni per Verrone

«Stellantis investirà 38 milioni per lo stabilimento di Verrone ed è sicuramente una buona notizia che rappresenta un segnale importante in questo momento particolarmente delicato per il settore dell’auto, disegnando anche una prospettiva pluriennale che rende il polo produttivo del biellese centrale negli scenari di crescita della produzione dell’auto elettrica. Dopo l’annuncio dell’arrivo del secondo modello a Mirafiori a novembre, dell’assunzione di cento ingegneri e la crescita della linea dei cambi e dell’hub del riciclo, si tratta di un ulteriore tassello del piano di rilancio che ci è stato presentato da Stellantis nelle scorse settimane, di cui ascolteremo i dettagli nell’audizione di Elkann mercoledì alla Camera, e che continuiamo a monitorare nella sua applicazione affinché, dai fatti, arrivi la conferma che davvero ci troviamo di fronte a una nuova fase, nella quale l’Italia, Mirafiori e gli altri stabilimenti piemontesi siano protagonisti di investimenti e rilancio produttivo per garantire crescitadi volumi e tutela dei posti di lavoro» dichiara il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.

«Accogliamo con grande favore l’annuncio dell’investimento di 38 milioni di euro da parte di Stellantis per lo stabilimento di Verrone, un segnale positivo che conferma il ruolo centrale del Biellese nello scenario produttivo automobilistico del futuro. In un momento particolarmente delicato per il settore dell’automobile, questo investimento rappresenta non solo un sostegno concreto all’occupazione locale, ma anche un passo fondamentale nella direzione della valorizzazione del patrimonio produttivo e del capitale umano presente. L’investimento in questa area conferma l’importanza del nostro territorio nelle dinamiche produttive che vedranno la nostra Regione protagonista della sfida dell’evoluzione industriale, come istituzione siamo pronti a supportare e a vigilare perché questo piano si concretizzi» afferma Elena Chiorino, vicepresidente e assessore al Lavoro della Regione Piemonte.

«Il progetto, che punta a rendere Verrone un polo di eccellenza per la produzione di componentistica per le motorizzazioni elettriche della piattaforma STLA Small, costituisce una tappa fondamentale per il rilancio industriale del Biellese e per la valorizzazione della filiera piemontese dell’automotive perché tutela non solo i livelli occupazionali esistenti, ma apre prospettive di crescita e innovazione. Il nostro impegno è di continuare a sostenere questi percorsi di sviluppo, favorendo l’attrazione di nuovi investimenti, la riqualificazione delle competenze e la promozione di un tessuto industriale all’avanguardia» conclude l’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano.

cs

Disagi trasporti pubblici Canavese: Bartoli incontra vertici Gtt

 

Il Consigliere regionale Sergio Bartoli ha incontrato ieri  i vertici di GTT, rappresentati dal Direttore Ing. Giovanni Rabino, per affrontare le numerose segnalazioni pervenute da amministratori locali e cittadini del Canavese riguardanti disservizi nel trasporto pubblico.

Le criticità segnalate riguardano principalmente il mancato rispetto degli orari di fermata da parte degli autobus, che spesso transitano in anticipo rispetto all’orario previsto. Questa problematica, sottolinea il Consigliere Bartoli, sta creando forti disagi per i cittadini, in particolare per gli studenti e i lavoratori, che arrivando puntuali alla fermata trovano il mezzo già passato, rimanendo impossibilitati a raggiungere la destinazione nei tempi previsti.

Durante l’incontro, il Direttore Rabino ha assicurato che GTT monitorerà attentamente il problema e adotterà le misure necessarie affinché situazioni di questo genere non si ripetano. Il Consigliere Bartoli ha espresso apprezzamento per la disponibilità e l’attenzione con cui la questione è stata affrontata, riconoscendo l’impegno dell’azienda nel garantire un servizio più efficiente e puntuale.

“Ritengo fondamentale che i cittadini possano contare su un servizio di trasporto pubblico affidabile e rispettoso delle esigenze di chi lo utilizza quotidianamente – ha dichiarato Bartoli –. Per me è stato particolarmente importante raccogliere le istanze e le lamentele degli amministratori locali e dei tanti cittadini che hanno subito questi disservizi. Per questo continuerò a seguire da vicino l’evolversi della situazione, pronto a intervenire qualora si rendesse necessario un ulteriore confronto con GTT per assicurare il miglioramento del servizio.”

Il Consigliere ha inoltre ribadito la propria disponibilità a raccogliere ulteriori segnalazioni da parte della cittadinanza e degli amministratori locali, affinché eventuali problematiche vengano prontamente portate all’attenzione dei responsabili e risolte nel più breve tempo possibile.

Campionati Regionali: Tammaro campione dei 100 stile libero

 De Santi centra il pass per i Criteria