ilTorinese

Una targa dedicata a Norberto Bobbio

La Commissione Toponomastica presieduta da Maria Grazia Grippo ha approvato l’intitolazione in memoria di Helen Konig detta Lenci – fondatrice nel 1917 con il marito dell’azienda ‘Ars Lenci’ creatrice della bambola Lenci – di una traversa in via Abarth nella Circoscrizione 2; per ricordare Sandro Fiorio – imprenditore e titolare della conceria Fratelli Fiorio di via Durandi scomparso nel 1990 – nasce balconata Sandro Fiorio nell’area verde sopraelevata di via San Donato a fronte dei civici 70-88; a Teresita Teglio scomparsa nel 1944 ad Auschwitz è intitolato il giardino di via Ghedini angolo via Moncrivello della Circoscrizione sei dove sarà posta anche una targa commemorativa in memoria della retata del 3 dicembre 1943 di venti donne ebree – tra cui la stessa Teresita Teglio – eseguita dalla polizia della Repubblica sociale italiana nell’ospizio dell’allora via Como (oggi via Ghedini); a don Natale Fisanotti scomparso nel 1984 è intitolato il giardino di via Ternengo angolo via Tollegno di fronte alla chiesa di Gesù Operaio della Circoscrizione sei; la Città omaggia la scrittrice Astrid Lindgren – creatrice di Pippi Calzelunghe – con l’intitolazione del giardino di via Saint-Bon accogliendo la proposta dalla Circoscrizione sette; a borgo San Paolo viene ricordato Roberto Violante – giocatore e allenatore di basket in carrozzina scomparso nel 2018 – con l’intitolazione di un campo da gioco nel giardino Salerno di via Isonzo nella Circoscrizione tre; l’associazione dei Consiglieri emeriti della Città ha proposto l’intitolazione di parte del giardino di piazza Moncenisio a Gioia Montanaro – medico e consigliera comunale del Comune di Torino dal 1980 al 1985 – approvata all’unanimità dalla Commissione; voto unanime anche per la proposta dal centro studi Piero Gobetti della posa di una targa commemorativa in memoria di Norberto Bobbio sulla facciata dell’abitazione dell’intellettuale torinese di via Sacchi 66.

La Regione ricorda l’imprenditore Guala

Con Piergiacomo Guala il Piemonte e Alessandria perdono una figura importante.
Un imprenditore e un innovatore capace di creare e di esplorare nuove opportunità di impresa, tipica espressione questa dell’inventiva sabauda,
a cui questo territorio deve molto e che auspichiamo si di ispirazione e modello per le giovani generazioni.
Alla sua famiglia e ai suoi cari la Regione desidata esprimere la vicinanza e i cordoglio di tutti i piemontesi”
dichiarano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio
e gli assessori alle attività produttive Andrea Tronzano, al turismo Vittoria Poggio e all’agricoltura Marco Protopapa.

Torino, tensioni nella sezione femminile del carcere

Dal Sappe riceviamo e pubblichiamo
 
“Ancora tensione in carcere a Torino! Nella giornata di lunedì, intorno a mezzogiorno, una detenuta di origini dominicane di poco più di venti anni, ristretta al padiglione femminile, ha posizionato un materasso e altri effetti letterecci all’interno del bagno della propria cella per poi darvi fuoco”. Lo denuncia Vicente Santilli, segretario regionale per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Non paga, la detenuta ha simultaneamente incendiato un secondo materasso nella zona giorno della cella. Immediatamente il personale di Polizia Penitenziaria è intervenuto con gli estintori per domare le fiamme e, considerata la rapidità di propagazione ed i fitti fumi prodotti, è stato necessario evacuare la Sezione per evitare che le altre detenute presenti si intossicassero”. “Sebbene le operazioni di spegnimento dell’incendio e di messa in sicurezza siano state rapidissime e non abbiano portato a conseguenze ulteriori tra le detenute presenti”, conclude il sindacalista, “tuttavia, sei unità di polizia penitenziaria intervenute hanno poi dovuto ricorrere alle cure dei sanitari poiché manifestavano sintomi di intossicazione e sono quindi state trasportate in ambulanza presso il locale nosocomio.”
Il Segretario Generale del SAPPE Donato Capece stigmatizza i gravi episodi avvenuti nella Sezione femminile del carcere di Torino ed esprime solidarietà alle unità del Corpo coinvolte: “Con questi ulteriori gravi eventi critici, sale vertiginosamente il numero dei poliziotti coinvolti da detenuti senza remore in fatti gravi. Esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza a tutte le colleghe ed i colleghi della Casa circondariale di Torino. il tempestivo intervento delle Agenti ha scongiurato una degenerazione pericolosissima. Questi ultimi episodi devono far riflettere i vertici dell’Istituto e della Regione. Ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri regionali, siamo in balia di questi facinorosi. Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle Istituzioni”.  

Auditorium Rai, sul podio il maestro Valčhua e al pianoforte il pianista ucraino Dmytro Choni

Nel concerto di giovedì 22 febbraio prossimo

 

Giovedì 22 febbraio prossimo, alle 20.30, il pianista ucraino Dmytro Choni è stato chiamato a sostituire Yefim Bronfman, indisposto, nel primo Concerto per pianoforte di Brahms.

Nell’agosto del 1853, il ventenne Johannes Brahms arrivava nella valle del Reno, incontrando per la prima volta i luoghi e le città di cui aveva tanto sentito parlare. Metà del suo viaggio era però l’incontro a Düsseldorf, a fine settembre, con i coniugi Schumann. Fu proprio l’entusiasmo di Schumann a spingere Brahms a scrivere il suo primo concerto, realizzato per pianoforte e orchestra. Proprio con Schumann il genere, dopo anni di composizioni virtuosistiche, era tornato a stabilire un giusto equilibrio tra solista e orchestra. Brahms pensava a qualcosa di più avanzato, riscoprendo nella forma concerto un contenitore in grado di sfruttare le conquiste nate in ambito sinfonico. La stesura di questo concerto fu particolarmente travagliata, e solo nel 1858, dopo quattro anni di ripensamenti, il concerto in Re minore arrivò a presentarsi al mondo musicale nella sua veste definitiva. La prima esecuzione pubblica avvenne ad Hannover, con Brahms al pianoforte, il 22 gennaio 1859, suscitando una reazione scomposta e infastidita da parte del pubblico. A sconcertare la sala furono le proporzioni monumentali del lavoro, il suo respiro sinfonico e la sua densità di materiale tematico. Schumann era scomparso ormai da tre anni, ma nelle scritture di Brahms rimasero molte influenze del maestro.

Sul podio ritorna Juraj Valčhua, già direttore principale dell’Orchestra Rai di Torino dal 2009 al 2016, la cui carriera lo ha proiettato, dopo la direzione stabile dell’OSN della Rai e del San Carlo di Napoli, verso una dimensione internazionale, come ospite nelle compagini più prestigiose e che attualmente lo vede alla testa della Houston Symphony Orchestra.

Nella seconda parte del programma, Valčuha proporrà la Sinfonia n. 2 in do maggiore op. 61 di Robert Schumann scritta tra il 1845 e il 1846 a Dresda, in uno dei periodi più difficili della vita del compositore, quando la sua instabilità psichica iniziò a manifestarsi in modo sempre più serio. La sinfonia fu portata a termine nell’ottobre del 1846. La malattia mentale contraddistinse il periodo di stesura della sinfonia e lo avrebbe condotto prematuramente alla morte.

La sinfonia fu eseguita per la prima volta al Gewandhaus di Lipsia, il 5 novembre 1846, per la direzione di Felix Mendelssohn.

Auditorium Rai Arturo Toscanini di Torino

Piazza Rossaro

Tel 0118104996

 

 

 

Regionali Master: due podi per la ValleBelbo Sport

RISULTATI Regionali Master – Torino

Lavoratori Rsa, interrogazione su 900 contratti di una multinazionale francese

“Come intende intervenire la Regione Piemonte per tutelare lavoratori i lavoratori e le lavoratrici delle Rsa del Piemonte a cui è stato applicato il contratto collettivo Anaste, dalla multinazionale francese Colisèe?”. Questa l’interrogazione che la consigliera Francesca Frediani (M4o) ha rivolto all’assessore alla Sanità Luigi Icardi, nell’ambito dei question time in Consiglio regionale.

La richiesta di aggiornamenti della consigliera nasce a seguito del presidio dello scorso 15 febbraio davanti al Consiglio Regionale, durante il quale i lavoratori, sostenuti dal sindacato Cub, hanno evidenziato l’aggravarsi e il peggioramento delle condizioni di lavoro nelle residenze sanitarie assistenziali del gruppo Colisée, subentrato nel 2023 a Punto Service nella gestione di alcune Rsa in Piemonte. Sono dieci le Rsa piemontesi al momento con questo contratto, collocate nelle province di Torino, Novara e Alessandria. I lavoratori coinvolti sono circa 900 per un totale di 1.186 posti letto. ll passaggio al contratto Anaste ha comportato tutele ridotte e un gap retributivo, rispetto al settore pubblico, di oltre il 30%.

“L’Amministrazione ha avviato il confronto con le organizzazioni sindacali interessate per definire ipotesi e interventi sostenibili di sostegno delle lavoratrici e lavoratori del comparto – ha dichiarato in aula l’assessore Icardi –  È stato sottoscritto tra la Regione Piemonte e le organizzazioni sindacali più rappresentative sul piano nazionale, un protocollo di intesa che, fra i suoi punti, si propone di garantire al comparto socio assistenziale ed educativo un trattamento dignitoso attraverso la corretta e integrale applicazione dei Ccnl siglati dalle organizzazioni sindacali. Sono inoltre in corso con le strutture socio sanitarie e socio assistenziali del territorio piemontese, approfondimenti per dare seguito a quanto previsto dall’accordo anche attraverso l’approfondimento del contesto giuridico normativo e contrattuale di riferimento”.

“La situazione dei lavoratori Colisée rappresenta, purtroppo, quella di molti lavoratori delle Rsa – ha concluso Frediani –  L’impegno dichiarato dalla Giunta nel contrasto all’applicazione di contratti non tutelanti e non sottoscritti dalle forze sindacali più rappresentative ci rassicura, ma la situazione va risolta nel più breve tempo possibile, per garantire adeguate condizioni di lavoro e anche un’assistenza di qualità agli ospiti delle strutture.”

Durante i question time è stata data risposta anche alle interrogazioni di  Monica Canalis (Pd) su Innalzamento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici (CEM): la Giunta Cirio farà obiezioni in Conferenza Stato Regioni?; di Ivano Martinetti(M5S) su riconoscimento del diritto alla mobilita¿ delle persone disabili sulla linea ferroviaria sfm4 alba, bra, cirie; di Silvio Magliano (Moderati) a che punto è il PSDTA (Percorsi di Salute e Diagnostico-Terapeutici Assistenziali) relativo alle malattie neuromuscolari in Piemonte?; di Diego Sarno (Pd) su Crisi del Centro di salute mentale di Nichelino e altri centri e servizi ospedalieri dell’ASL TO5; di Sarah Disabato (M5S) su Ospedale di Rivoli: quando termineranno i lavori all’interno del reparto di terapia intensiva?; di Raffaele Gallo (Pd) su Forte preoccupazione per la situazione del bilancio sanitario, nonché per la situazione generale di cassa della Regione Piemonte.

Un kit per trovare le persone scomparse

Riceviamo e pubblichiamo – In Italia, scompaiono ogni giorno 67 persone, di cui trenta sono minori per un totale di 24.000 persone l’anno. La scomparsa di una persona può essere legata a fatti esterni alla sua volontà o a una situazione di disagio che la induce ad allontanarsi senza lasciare informazioni su di sé. Tra queste vi sono anche le cosiddette categorie di persone “fragili”, ossia, quelle maggiormente a rischio di scomparsa; pensiamo ai bambini, agli anziani, persone con patologie quali Alzheimer o altri tipi di demenze, a membri di comunità soprattutto minorili, persone recidive di scomparsa, persone autistiche, membri di RSA. In caso di scomparsa di una persona, per favorire un esito positivo è assolutamente fondamentale l’intervento tempestivo delle unità di ricerca. Ancor più se parliamo di categorie “fragili” in quanto sono maggiormente a rischio per la loro incolumità e spesso si tratta di una vera e propria corsa contro il tempo.

 

Questo ha spinto Ivan Schmidt Academy, in collaborazione con la Croce Verde di Cumiana a cercare una soluzione che potesse diminuire i tempi di risposta all’intervento operativo delle unità cinofile di ricerca persone scomparse (ndr. cani molecolari). Al tavolo dei lavori Gianni Mancuso (Presidente della Croce Verde di Cumiana, Luca Fra, responsabile Unità Cinofile della Croce Verde di Cumiana, la Dott.ssa. Vassilia Sacco – Caposquadra delle Unità Cinofile della Croce Verde di Cumiana e Ivan Schmidt, formatore delle Unità Cinofile della Croce Verde di Cumiana per il settore K9 Mantrailing.

 

La missione è stata dunque quella di fornire un sistema ed un servizio di risposta efficace che consenta alle famiglie, alle comunità, alle categorie fragili, di velocizzare un eventuale intervento della ricerca di persona scomparsa con l’ausilio di Unità Cinofile.

 

Nasce così il K9 SCENT BOX, ossia un kit che permette ai famigliari o ai tutori delle categorie fragili, di raccogliere un’impronta olfattiva e di conservarla nell’eventualità di una scomparsa. Il K9 SCENT BOX è il corrispondente di un’impronta digitale ma olfattiva e può durare 10 anni. Grazie al K9 SCENT BOX, le Unità Cinofile potranno intervenire e partire in maniera tempestiva, senza perdite di tempo per la ricerca e raccolta di un testimone d’odore dello scomparso, evitando inoltre qualsiasi contaminazione esterna, che potrebbe pregiudicare il buon esito della ricerca stessa.

 

Ivan Schmidt: – Si tratta di un vero e proprio passo avanti nello sviluppo delle tecniche di ricerca di persone scomparse in Italia e potrebbe davvero aumentare le possibilità di ritrovamenti, grazie all’intervento tempestivo delle unità cinofile favorite da questo kit. Lo stesso é molto semplice da utilizzare e alla portata di tutti. Abbiamo sottoposto

il tutto anche al Commissario Straordinario per le persone scomparse del Ministero degli Interni, affinché possa un domani diventare parte del protocollo sulla ricerca delle persone scomparse”.

 

Il Kit è reperibile a breve presso la Croce Verde di Cumiana (TO).

Politecnico e Seingim insieme per il settore dell’ingegneria impiantistica

Il Politecnico di Torino e Seingim azienda leader in Italia nel settore dell’ingegneria impiantistica multidisciplinare, hanno siglato oggi un accordo di collaborazione per la progettazione di attività di formazione, ricerca e innovazione rivolte al territorio. Obiettivo comune, contribuire allo sviluppo socio-economico del Paese, realizzando soluzioni all’ avanguardia nel campo dell’ingegneria impiantistica.

L’Ateneo e la Società si impegnano a cooperare per fornire prospettive nuove alla ricerca sulla progettazione di impianti – spaziando dall’ambito chimico, petrolchimico e farmaceutico all’ambito oil & gas, dalla progettazione di edifici e infrastrutture all’ambito dell’efficienza energetica e della sostenibilità, delle telecomunicazioni e della ricerca industriale.

Molteplici le soluzioni ingegneristiche prospettate – di processo, elettrica, di strumentazione, automazione e controllo, di telecomunicazioni, macchine e package, di apparecchiature statiche e piping, termotecnica e HVAC, civile e di strutture, energetica, antincendio, ambiente e sicurezza – che integrano procedure nuove nei processi di gestione delle imprese.

Un rapporto di collaborazione, quello stretto tra le due realtà, che guarda da una parte allo svolgimento di attività didattiche, di orientamento al lavoro e di inserimento lavorativo, e dall’altra al perseguimento di ambiziosi obiettivi di ricerca, sviluppo e innovazione.

Nel primo caso si tratterà, nello specifico, di coordinare insieme l’avvio e l’avanzamento di tesi, progetti ed elaborati di laurea; di tirocini formativi e di orientamento; di eventi di recruiting; di workshop, conferenze, dibattiti e seminari; di incontri in sinergia con altri enti territoriali; di percorsi per l’acquisizione di competenze trasversali utili all’inserimento in ambito aziendale.

Nel secondo caso verranno invece attuati programmi per la realizzazione di linee di ricerca d’avanguardia, con particolare attenzione alle caratteristiche specifiche del territorio e alle tecnologie emergenti nel panorama dell’ingegneria impiantistica.

Innovazione al servizio della sostenibilità: Politecnico di Torino e Seingim puntano a diventare dei modelli di riferimento per la società a tutela e nel rispetto dell’ambiente per contribuire, insieme, ai processi di transizione ecologica diventati oramai imprescindibili.

Il burnout. Esaurimento delle energie e stress da lavoro

LOMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2019 lo ha definito una sindrome inserendolo ufficialmente nella lista delle malattie:

l’ICD-11 (“International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems”) che entrerà in vigore dal 2022. Il Burnout è un fenomeno molto serio legato alla sfera lavorativa caratterizzato da ansia, stress, perdita di motivazione, mancanza di energia, una profonda stanchezza e nei casi più gravi fobie specifiche e disturbi dell’umore che possono portare al totale distaccomentale  dalla propria attività professionale e ad una conseguente carenza di efficienza.

In epoca attuale il rendimento, la competizione e risultati professionali sono determinanti, siamo costantemente sotto pressione, alla ricerca della produttività e della perfezione mentre  il tempo da dedicare a noi stessi è molto ridimensionato, se non addirittura inesistente.  

Nel Burnout l’esaurimento fisico è il primo sintomo ad insorgere in risposta ad una situazione lavorativa non più sostenibile. Ci si sente consumati, svuotati ed incapaci di trovare energie ed affrontare sfide e nuovi obiettivi. Alla questione fisica si aggiunge, poi, una forte apatia emotiva, l’allontanamento  dall’attività    ma anche da tutti quei valori e ideali che accompagnano l’impegno professionale. Il cedimento fisico e l’intorpidimento dell’interesse portano ad una ridotta efficienzanell’espletamento dei compiti previsti dal proprio ruololavorativo e questo, a sua volta, può causare un senso di inadeguatezza che spegne l autostima.

Perché si arriva a questa condizione di elevato stress lavorativo?

Come accennato stiamo sperimentando condizioni di lavoro “disumane” che ci mettono continuamente in gara con noi stessi e con gli altri; il nostro valore come persone viene troppo spesso definito attraverso i risultati professionali e il successo, così come viene concepito attualmente ovvero attraverso una dimensione puramente materiale. Tutto deve essere vissuto secondo schemi predeterminati di innaturale esemplarità, mentre l’aspetto spirituale della nostra esistenza così come quello creativo è sempre meno considerato macinicamente sostituito dalla tecnica e da ritmi impersonali che puntano solo all’efficienza.

Il Burnout può colpire qualsiasi categoria lavorativa mace ne sono alcune più a rischio come le cosiddette le “professioni d’aiuto” per esempio gli insegnati, i medici, gli operatori sociali, le forze dell’ordine, i pompieri, gli psicologi e psicoterapeuti. In alcune di queste attività, al sovraccarico di lavoro e di responsabilità, si aggiunge lo scarso controllo sulle situazioni e sulle condizioni di lavoro e la scarsa remunerazione.

Uscirne è complicato ma possibile, venirne fuori necessita di una riorganizzazione dello stile di vita e un riordino della scala delle priorità. E’ necessario prendere consapevolezza di quanto il nostro benessere debba dipendere dal nostro interno e non dall’esterno, del fatto che non siamo quello che produciamo e che il nostro valore non è legato unicamente ai nostri risultati professionali e al denaro che siamo capaci di guadagnare. Fare troppo arrivando ai limiti della sopportazione non farà di noi degli individui migliori ma, al contrario, ci porterà sulla riva dell’ esaurimento fisico e mentale e questo può avere gravi conseguenzesulla nostra salute. E’ necessario riprendersi i propri spazi e il proprio tempo , riconquistare quei momenti fondamentali per alimentare la sfera spirituale e creativa.Cosa vuol dire concretamente? Vuol dire dare valore alla nostra vita praticando attività che ci piacciono, dedicaretempo alle nostre passioni, stare a contatto con la natura e con le persone a cui teniamo e che ci fanno stare bene. E’ necessario ricaricarci di energia positiva, assecondando i nostri bisogni, accettando i nostri limiti come esseri umani e soprattutto non ricercando quella perfezione che nella realtà non può esistere. Se le condizioni lo richiedono è essenziale l’ aiuto e il supporto di uno specialista per imparare ad affrontare lo stress sul posto di lavoro ma anche per apprendere l’autoaccettazione e riprogrammare l’autostima in base a valori sani e aderenti ad una realtà che ci vuole sereni e non impeccabili e altamente performanti.

Maria La Barbera 

Doppia inaugurazione della mostra “3 G” Dall’Art Design alla Post Pop Art

Presso lo spazio espositivo di Open Ada di Torre Pellice

 

Da sabato 2 marzo a sabato 6 aprile prossimo riapre, con un intreccio di linguaggi creativi, la stagione espositiva di Open ADA, in via Repubblica 6, a Torre Pellice. Protagonisti della scena i “3 G”, ovvero Diego Maria Gugliermetto, Luciano Gallino e Beny Giansiracusa. Il primo si distingue per i suoi oggetti e arredi di design, Luciano Gallino per le fotografie tra tango e design, Beny Giansiracusa per le serigrafie e opere uniche. Tutti e tre gli artisti sono esempi creativi di un Piemonte che sa distinguersi per capacità di sperimentare e innovare le espressioni artistiche del nostro tempo, ognuno nella sua specificità.

Trattando il tema del rapporto tra mondo formale seduttivo e l’ergonomia tra uomo e materia, all’inaugurazione di sabato 2 marzo, prevista per le ore 16, alla presenza degli artisti e della curatrice Monica Nucera Mantelli, vi sarà l’esibizione di tango della coppia formata da Marco Cavalli e Tiziana Ignazzi, eleganti ballerini reduci da “Ballando on the road” di Milly Carlucci.

Domenica 3 marzo, nel pomeriggio, abbinato alla mostra 3 G, visitabile dalle 15 alle 17.30, sarà presente il Convivio dei Sensi a partire dalle ore 18, tra vino, tango, cioccolato presso il Caffè Arnaud, in collaborazione con Fiorella Cordin, Les Accordeon du Villar, Casa de Tango Etnotango e una coppia di ballerini a sorpresa.

Info: progettimantelli@gmail.com

 

Mara Martellotta

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