ilTorinese

Risarcimenti agli agricoltori per i danni da fauna selvatica

Le aziende agricole piemontesi che nel 2024 hanno subito danni economici dalla fauna selvatica avranno dalla Regione un risarcimento complessivo di 3,6 milioni di euro.

Lo stanziamento consentirà la copertura dell’83% dei danni periziati, quantificati in 4.640.000 euro.

«È una percentuale che pone il Piemonte al primo posto fra le Regioni italiane per quota di ristoro concretamente riconosciuta ai nostri agricoltori – evidenziano il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore all’Agricoltura Paolo Bongioanni – Uno strumento di sostegno diretto alle nostre imprese agricole che agisce in sinergia con le politiche strutturali e gli strumenti messi a disposizione per la prevenzione, come i vari bandi per l’acquisto e posa in opera di barriere fisiche e mezzi di contrasto, e con l’enorme lavoro di gestione della fauna selvatica condotto assieme alle Province, alla Città Metropolitana di Torino, agli Ambiti Territoriali Caccia e ai Comprensori Alpini».

Se i risarcimenti dei danni provocati alle produzioni e alle strutture delle aziende agricole dagli eventi climatici e meteo eccezionali sono gestiti a livello nazionale e coperti direttamente con propri fondi, la Regione si fa invece carico dell’importante voce del risarcimento dei danni provocati dalla fauna selvatica alle colture e agli allevamenti zootecnici (questi ultimi oggetto di un’altra misura regionale).

Nel 2024 le richieste di risarcimento per danni alle colture sono state 4.379 per un importo complessivo di 4.640.000 euro. I danni sono stati provocati per circa il 70% dai cinghiali, per il 12% da ungulati ruminanti, per il 9% da corvidi e per il rimanente da altre specie animali. Le tipologie di danni più frequenti sono la distruzione delle zolle (oltre 14mila ettari) e del prodotto a termine (4,5mila ettari), per una perdita totale quantificata in 177mila quintali. La provincia più colpita è stata quella di Torino con 54mila quintali di prodotto perso, seguita da NovaraAlessandriaBiellaCuneoAstiVcoVercelli: una “classifica” che riflette l’operatività combinata operata sul territorio con le azioni di prevenzione e contrasto. I risarcimenti vengono erogati agli ATC, Ca, Province e Città Metropolitana, gli enti che gestiscono le istruttorie e poi trasferiscono i ristori ai soggetti danneggiati.

Con la copertura dell’83% del danno, il Piemonte è dunque la Regione italiana che assicura i risarcimenti più elevati. Altre riconoscono infatti percentuali inferiori (fino al 70% in Provincia Autonoma di Trento, fino all’80% in Provincia Autonoma di Bolzano e Friuli Venezia Giulia), alcune vincolano la percentuale all’entità del danno (il Veneto riconosce appena il 60% per la quota che eccede i 2.500 euro), altre ancora stabiliscono un massimale al danno (Friuli 5.000 euro, Liguria 8.000) o formule una tantum. La Lombardia ha destinato a questa misura per il 2024 1.800.000 euro, che è la metà di quanto stanziato dal Piemonte. E infine in Toscana, Emilia Romagna, Calabria, Campania e Puglia i danni registrati nelle aree comprese in ATC e CA sono erogati interamente con fondi a carico di tali enti.

Torna a Murisengo la Trifola Noir 

La Fiera Nazionale del Tartufo “La Trifola NOIR” ritorna domenica 15 giugno  a Murisengo con l’apprezzato programma già sperimentato domenica scorsa. Tartufi neri tuber aestivum prodotti agroalimentari e enologici  e artigianato gremiranno  piazza Boario e via Umberto I fino a piazza della Vittoria, dove sono organizzati il pranzo del Tartufo e lo street food con gli chef Domenico Sorrentino e Alberto De Maio.

Il format ricalca a grandi linee quello della Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Trifola d’Or, rinfrescando il taglio con la sua specifica identità, già a partire dalla scelta degli chef, entrambi di elevato target e di qualificata competenza, con un menu su misura , attingendo all’offerta locale, per una proposta a km. zero di filiera corta.

Questa la proposta 4 portate servite a tavola alle ore 12.45. Vitello Tartufo con carne di Fassona cotta a bassa temperatura,  salsa all’antica e Tartufo nero, uovo in camicia con fonduta di toma,atartufo nero e piselli croccanti; risotto OroNero con parmigiano, zafferano e tartufo; torta di nocciole con cremoso di nocciola.

Info e prenotazioni a 3408612316.

La proposta street food , dalle 12 alle 16 e dalle 18 alle 20.30, comprende Cruda di Fassona con Tartufo, robiola fresca con cipolle caramellate, insalatina e Tartufo nero; ravioli di borragine con fonduta di toma, parmigiano e Tartufo nero; torta di nocciole con scaglie di cioccolato e panna, con soluzioni anche senza tartufo.

L’angolo Tartufi sarà  concentrato in piazza Boario,  dove,  a cura del Centro Nazionale dei Tartufi, verrà organizzato un desktop per garantire gli acquisti in fiera.  Torna anche  il concorso con una ricca serie di premi offerti.

Nel pomeriggio alle ore 16 si terrà il seminario di analisi sensoriale per apprezzare le caratteristiche del nero estivo e conoscerne gli impieghi in cucina.

Altri appuntamenti della giornata saranno la Camminata naturalistica alla volta dei boschi del Tartufo nero e della Big Bench Belvedere, con piccola degustazione presso l’azienda agricola Cerrano di Case Battia, accompagnati da una guida escursionistica ambientale, (con ritrovo in piazza Boario, necessaria iscrizione al 3319896641).

Dalle ore 15 alle ore 17 in piazza Boario  spettacolo per bambini con il mago di  Yabadabadoo. Per tutto il giorno visitabile la mostra en plein air Visagi lungo via Umberto I. Dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 18 è anche visitabile la mostra dedicata a Nando Eandi allestita nella chiesa di San Michele,  con apertura anche sabato 14 giugno in orario 15-18. Esposizione di paramenti sacri nella chiesa di Sant’Antonio Abate dalle ore 10 alle 17.

Sabato 14 giugno, in attesa della fiera,  alle ore17.15, si terrà un convegno sulla nocciola e il tartufo a cura del Circolo Culturale Marchesi del Monferrato e Coldiretti di Alessandria e, a seguire, focus sul mondo delle Api con BeeO. Rimandata a data da definirsi l’inaugurazione del Belvedere Sant’Antonio.

Cena lungo la via con tartufi e musica in filodiffusione, con prenotazioni al numero 3334343790

Approfondimenti sul sito www.fieradeltartufonero.com

Mara Martellotta

Giuramento del Sindaco e insediamento del nuovo Consiglio Comunale di Ozegna

Nei giorni scorsi  nella sala consiliare di Ozegna, si è svolto il primo Consiglio Comunale del nuovo mandato. Bartoli: “Emozionante per me tornare in quest’aula”

Un momento solenne e significativo, aperto dal giuramento del Sindaco Federico Pozzo, che ha promesso fedeltà alla Costituzione e impegno verso tutta la cittadinanza.

Era presente il consigliere regionale Sergio Bartoli, già sindaco e ora consigliere comunale di Ozegna, presidente della Commissione Ambiente della Regione. Ecco il suo commento : “Per me, tornare a sedere tra i banchi del Consiglio come primo eletto della lista Trasparenza e Futuro – Pozzo Sindaco è stato un onore e una grande emozione. Ringrazio ancora tutti coloro che mi hanno accordato fiducia: continuerò a lavorare con serietà, spirito di servizio e piena dedizione al nostro paese. L’insediamento del Consiglio segna l’inizio di un nuovo percorso, nel segno della continuità, della trasparenza e della concretezza, con l’obiettivo comune di costruire, insieme, il futuro di Ozegna. Auguro a tutti i colleghi Consiglieri – di maggioranza e minoranza – buon lavoro. Le sfide non mancheranno, ma con il contributo di ciascuno potremo affrontarle con equilibrio e senso delle istituzioni”.

 

 

Camera, prima mostra italiana dopo 25 anni di Alfred Eisenstaedt

Camera, il Centro Italiano per la Fotografia,  presenta nella sua sede torinese di via delle Rosine 18, la mostra italiana,  la prima dopo 25 anni, di Alfred Eisenstaedt, che raccoglie 170 fotografie dai primi scatti in Europa ai servizi per Life negli Stati Uniti, fino al famoso ‘Bacio a Times Square’.

Conosciuto soprattutto per la celeberrima fotografia ‘V-J Day in Times Square’, in cui un marinaio bacia un’infermiera in mezzo a una folla festante a New York al termine della seconda guerra mondiale, e si trattò di un bacio di gioia tra due perfetti sconosciuti, a differenza del bacio romantico tra l’infermiera  Greta Zimmer Friedman  e il marinaio George Mendosa, Alfred Eisenstaedt è il protagonista di una mostra personale che Camera gli dedica dal 13 giugno al 21 settembre prossimo .

Si tratta di un’esposizione inedita, a trent’anni dalla morte del fotografo e a 25 anni dall’ultima mostra in Italia, curata da Monica Poggi, in grado di riportare alla luce il talento poliedrico e in continua evoluzione dell’artista, ripercorrendo la sua carriera come fotografo per la rivista  “Life” e la sua capacità unica di raccontare il mondo con sguardo ironico e poetico.

Il percorso espositivo viene tracciato partendo dalla geografia dell’esistenza di Eisenstaedt, evidenziando non solo i cambiamenti avvenuti nei luoghi da lui attraversati, ma anche l’evoluzione del linguaggio di cui si è servito per realizzarli.

Nato nel 1898 a Dirschau, nella Prussia Occidentale, oggi Polonia, l’artista ha un primo approccio casuale con la fotografia durante l’adolescenza, quando uno zio gli regala una Eastman Kodak n. 3, che lo accompagnerà durante tutti gli anni di studio.

Abbandonato il mezzo fotografico  allo scoppio della prima guerra mondiale, lo riprende al ritorno dal fronte e quello che inizialmente sembra  un passatempo diventa presto, pur senza troppa consapevolezza, una carriera.

Tra gli anni Venti e Trenta il fotografo racconta in modo divertito  e ironico il mondo dell’aristocrazia,  incuriosito dalla sua stravaganza. Sono gli anni degli scatti alle famiglie in vacanza a Saint Moritz; celebre l’immagine del cameriere che fa pattinare sul ghiaccio  star del cinema, come Marilyn Monroe e Sophia Loren. Altrettanto celebre l’immagine di una tennista sul campo, prima fotografia che vende al settimanale Der Weltspiegel, segnando l’inizio della sua carriera. A partire da questo momento riceve incarichi e committenza dalle principali riviste tedesche del periodo, che lo faranno viaggiare in tutta Europa come fotoreporter.

Tra i diversi eventi che documenta figura l’ascesa del Nazifascismo ed è suo il potente ritratto di Joseph Goebbels del 1933 che guarda in macchina con un’espressione truce e inquietante e il primo storico incontro tra Mussolini e Hitler a Venezia nel 1934.

In questo periodo  Eisenstaedt descrive le sue fotografie come candid, ovvero capaci di racchiudere l’essenza spontanea del momento, nonostante una forte carica teatrale, ispirandosi alla luce e alla composizione degli antichi maestri. Realizza così  scatti poetici e armoniosi, tra cui anche le sue iconiche fotografie di ballerine di danza classica, in cui risuona l’eco della pittura di Degas. Il suo sguardo non è però solamente poetico  ma, in molti casi, anche ironico e talvolta affine all’estetica surrealista diffusa in Europa a inizio Novecento.

Nel 1935, per fuggire alle leggi razziali, Eisenstaedt emigra negli Stati Uniti  e nel 1936 inizia a collaborare per la celebre rivista “Life”, per la quale firmerà alcuni dei suoi servizi più  conosciuti. Maturato nella grande tradizione giornalistica del vecchio continente, il suo stile  muta progressivamente, passando alla documentazione del veloce progresso della società americana. Abbandona la fotografia pittorica per dare spazio alla società in fermento , osservata con sguardo disincantato; i suoi scatti diventano così dinamici,  mossi, con dettaglia fuori fuoco e con protagonisti provenienti dalla strade di New York.

Nell’arco della sua lunga carriera nella redazione di Life, il fotografo pubblica più di 2500 servizi e oltre 90 copertine, ma la sua foto più nota rimane quella del V-JDay in Times Square.

Dopo la guerra Eisenstaedt torna spesso in Europa, fotografando in particolare l’Italia e la Francia,  che aveva già ritratto prima di fuggire negli States. Nel 1947 si reca in Italia e ritrae i profondi cambiamenti avvenuti nel nostro Paese. Nel 1963 visita Parigi ma, invece di ritrarre l’eleganza e l’opulenza dell’aristocrazia, coglie nei suoi scatti i passanti  e i frequentatori dei mercati. A differenza di importanti fotografi dell’epoca e punti di riferimento della fotografia, tra  cui la collega di Life Margaret  Bourke-White, Eisenstaedt non documenta la guerra, ma ritrae le ragioni e le conseguenze generate nella società, raccontandone il declino e la rinascita.

In mostra si può ammirare anche una sezione dedicata ai personaggi famosi realizzati fin dai primi anni di carriera, con leader politici e celebrità  che hanno segnato il secolo. Tra queste troviamo Sophia Loren, il cui scatto in lingerie sulla copertina di Life nel 1966 suscitò scandalo o quelle di Maria Telkes , Albert Einstein, J. Robert Oppenheimer,  che offrono al visitatore il suo sguardo su alcune delle menti più brillanti del Novecento. Anche in questo contesto emerge l’evoluzione umana delle figure ritratte.  L’ultima fotografia scattata da Eisenstaedt ritrae il Presidente Bill Clinton con la moglie Hillary e la figlia Chelsea, nell’agosto del 1993, alla Granary Gallery nel West Tisbury nell’isola di Martha’s Vineyard.

Quella di Camera è dunque una riscoperta di un maestro della fotografia, proposta attraverso gli scatti più famosi e quelli meno noti, ma che rivelano pienamente le sfaccettature della sua opera.

Mara  Martellotta

Assemblea Regionale del Partito Liberaldemocratico

Sabato 14 giugno 2025, dalle ore 9:00 alle 13:00, presso l’Auditorium del Centro Polifunzionale in piazza Maria Montessori, a Pino Torinese, si terrà l’Assemblea Regionale del Partito Liberaldemocratico.

L’assemblea è convocata per l’elezione dei delegati al Congresso Nazionale, all’interno della lista collegata alla mozione congressuale nazionale presentata dal candidato Luigi Marattin.

I delegati eletti parteciperanno al Congresso Nazionale del Partito Liberaldemocratico, in programma per:

Sabato 28 giugno 2025, dalle ore 10:30 a San Lazzaro di Savena (Bologna), presso il Centro Congressi UnaHotels, Via Palazzetti n. 1.

Il Congresso sarà aperto a tutte le iscritte e a tutti gli iscritti, anche a coloro che non saranno eletti come delegati.

Golf Club Day

Dalle lezioni gratuite di golf per principianti alla musica dal vivo, dall’opportunità di gustarsi buon cibo in modalità street food all’intrattenimento per bambini, fino a emozionanti test drive. Una giornata dedicata alla famiglia ed un’occasione perfetta per scoprire il mondo del golf, rilassandosi nel verde e concludendo una giornata di relax con un suggestivo aperitivo panoramico in terrazza.

IL PROGRAMMA

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Lezioni di prova di golf gratuite

Dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18.3 sessioni dedicate a chi non ha mai giocato o desidera avvicinarsi al golf, sotto la guida attenta ed esperta di istruttori professionisti.

Prenotazione obbligatoria al numero 342/3382473.

Demo Fitting Multimarca per i più esperti

Dalle 10 alle 16 test delle ultime attrezzature golf dei migliori brand, col supporto di tecnici specializzati.

L’esperienza è a pagamento (che avviene in loco il giorno stesso) e con prenotazione obbligatoria al numero 342/3382473.

Corner Golf

In loco sarà presente per tutto il giorno un’area dedicata ai prodotti e servizi più esclusivi del mondo golf e life style, a consulenze personalizzate e alle promozioni speciali per l’iscrizione al golf club.

Dj set & Lounge Experience

Dalle 12 alle 20 una selezione musicale live accompagnerà il pubblico, dall’ora di pranzo fino all’aperitivo serale, creando un’atmosfera allegra e al contempo rilassante.

Area Kids

Dalle 10.30 alle 17.30 giochi, mini golf e attività ludico-creative pensate per intrattenere i più piccoli, consentendo un’occasione di relax anche per i grandi.

Test drive auto

Dalle 11 alle 18 l’occasione per vivere l’emozione della guida con modelli esclusivi.

Street Food Gourmet

Dalle 12 alle 20 una proposta food & drink ampia e gustosa che spazierà dagli hamburger alle specialità gourmet, fino ai dolci e al gelato, senza mai dimenticare le alternative vegetariane.

Aperitivo in Terrazza

Dalle 18 alle 20 drink selezionati e appetitosi finger food, gustati con vista del campo da golf e musica di sottofondo, per chiudere in modo perfetto la giornata.

L’ingresso al “GOLF CLUB DAY” è gratuito, ma con accredito obbligatorio compilando il form al link https://shop.tobevents.it/event/golfclubday

L’evento è stato ideato ed organizzato dall’eccellenza di To Be Company, in collaborazione con numerosi partner, tra cui Immobil Trade, Jolly Sport, Reale Mutua, Beko e Latte Panna.

In merito alla giornata Pier Luigi Rosito, CEO e Founder di To Be Company, dichiara: “Il Golf Club Day prende vita alle porte dell’estate e alle porte di Torino per offrire alle famiglie una giornata di pieno relax, ma al contempo ricca di tante iniziative e, aggiungerei, curiosa. Perché credo che ognuno di noi conosca lo sport del golf, ma in pochi l’abbiano praticato. Questa potrà essere l’occasione giusta per togliersi la curiosità di fare una prova, tra l’altro gratuita, in un contesto dove non mancherà proprio nulla: dalla musica al buon cibo, dall’intrattenimento allo sport appunto.

Il Mocha Mousse e i suoi abbinamenti /2^ parte

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Già ci si siamo avvicinati alle combinazioni del Colore Pantone per l’anno 2025, il Mocha Mousse, più adatte per l’estate, presentando varie tonalità di blu. Il colore che, in questa stagione, ci fa pensare al mare, comunica tranquillità e trasmette fiducia. Volendo aggiungere un terzo colore, possiamo pensare alla combinazione Mocha Mousse-blu-azzurro, oppure a quella, più raffinata, Mocha Mousse-beige (o sabbia)-blu.

Ci sono però colori che utilizziamo con preferenza in estate, per varie ragioni. Tra essi, il giallo e l’arancione.

Il giallo ci rimanda al sole: un colore luminoso e in prevalenza caldo. Chi ama il giallo è spesso creativo, originale, innovativo, curioso, ama le sfide ed è un perfezionista. In genere è ottimista e realizza le proprie ambizioni. Per contro, chi non ama questo colore è una persona che preferisce non rischiare, bensì scegliere percorsi dall’esito sicuro: si tratta delle cosiddette persone “con i piedi per terra”.

L’arancione è un colore secondario, cioè la fusione di rosso e giallo. Ha dunque caratteri propri di entrambi questi colori. E’ il colore del tramonto, ma anche dell’energia, delle persone determinate, di successo, che si impegnano in progetti sempre nuovi. Chi ama l’arancione può essere un po’ volubile e sempre alla ricerca di nuovi amici/he..; si fa perdonare, per il suo senso dell’umorismo e per l’essere, in genere, persona ricca di fascino e stimoli.  Avete notato che le confezioni di vitamine, integratori, etc. hanno spesso questo colore? L’arancione è infatti un colore stimolante: iniziate la vostra giornata con qualcosa di questo colore, come una spremuta d’arancia.

Il Mocha Mousse ben può essere abbinato al giallo o all’arancione in estate. Attenzione a scegliere la migliore tonalità di questi colori. Non tutte, infatti, si prestano a un abbinamento che doni al nostro colore dell’anno 2025 un tocco di vivacità.

Tra gli arancioni, sceglieremo quelli più accesi, o la tonalità corallo. Tra i gialli, saranno perfetti il giallo più tenue del sole al mattino e il giallo del sole nel mezzogiorno; i gialli ambra, oro, grano, mimosa, escludendo, invece, i gialli con tonalità fredde o molto chiari.

Dunque, potremo optare per un abbinamento Mocha Mousse-giallo oppure Mocha Mousse-arancione, scegliendo, di questi colori, la tonalità più adatta a noi o preferita. L’abbinamento si potrà trovare, ad esempio, con un accessorio: raffinato un abito Mocha Mousse con una borsa giallo pannocchia; una gonna svasata Mocha Mousse con una camicia a stampa o a righe verticali arancioni e Mocha Mousse; una borsa da mare in raffia Mocha Mousse e giallo sole; un tailleur in lino Mocha Mousse con camicia o, perché no, Tshirt gialla, da indossare in contesti professionali.

Se non vi ritrovate in queste idee, le proposte non finiscono qui. Alla prossima puntata.

 

 

 

Chiara Prele

Consulente d’immagine

Monte Verità, culla dell’utopia

Ascona è un comune svizzero del Canton ticino, sul lago Maggiore. E’ lì che s’incontra “il luogo che non c’è”, la culla dell’utopia: il monte Verità. A partire dall’inizio del ventesimo secolo , su questa  collina appena sopra la perla dell’alto Verbano, tra Brissago e Locarno, si riunirono intellettuali e artisti alla ricerca di valori e modi di vita alternativi. Un’umanità varia composta da vegetariani, predicatori del ritorno alla vita rurale, sostenitori dell’utilità delle pratiche igeniste all’aria aperta (ginnastica, sole e bagni freddi) e anche da chi propagandava l’anarchia e il libero amore.

I fondatori del movimento Henry Hoendekoven, figlio di un industriale belga, e Ida Hoffmann, femminista e insegnante di pianoforte, arrivarono sulle rive del lago Maggiore dalla Germania. Vi giunsero a piedi, rifiutando le abitudini di una società sempre più materialistica, alla ricerca di uno stile di vita a contatto con la terra, la natura, la semplicità. A quel tempo il monte Verità si chiamava Monescia e i naturisti comprarono terreni e costruirono case seguendo stili precisi. All’epoca sul colle non c’era neppure l’acqua ma non per  questo si persero d’animo e per tutto il primo ventennio del ’900 il Monte Verità  diventò la “piccola patria” di pensatori, scrittori, artisti, anarchici e di chiunque fosse interessato a sperimentare in completa libertà le proposte rivoluzionarie del gruppo. Vi soggiornarono le menti più vivaci dell’epoca: Carl Gustav Jung, Erich Maria Remarque, Thomas Mann ,André Gide, Herman Hesse ( che viveva a Montagnola, nel ticinese distretto di Lugano ). E non mancarono gli anarchici e rivoluzionari come Bakunin e Lenin. I valori condivisi erano l’emancipazione femminile, il vegetarianismo, la danza di gruppo (o euritmia, spesso fatta alla luce della luna), l’abolizione del denaro con la sostitutiva pratica del baratto, l’originalissima abolizione delle maiuscole nei testi. La comunità sosteneva che la coltivazione della terra in costumi adamitici portava benefici al raccolto. Nel giro di pochi anni gli abitanti di Ascona iniziarono a guardare con sospetto a cosa stava accadendo sulla loro collina. Ma non protestarono, si limitarono a chiamare quei nudisti ballerini, agricoltori, musicisti e messaggeri dell’amore libero, con un innocuo nomignolo: i “balabiòtt”. Sarà pur bizzarra la storia del Monte Verità e dei suoi “danzatori nudi” ma, come mi disse un vecchio intellettuale ticinese e storico del lago Maggiore, “è la bellezza di questa landa libertaria dove le idee si rispettano anche quando non si condividono”.

Marco Travaglini

Marini e la “tenda” di Bettini

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Ma ve lo immaginate un Franco Marini, per citare l’ultimo grande leader nazionale del popolarismo
di ispirazione cristiana, che discute se costruire – o meno – una “tenda” centrista, moderata e
cattolica all’ombra del partito “principe” per rafforzare ed irrobustire un progetto di centro
sinistra? Fuor di metafora, ma sino ad un certo punto, stiamo parlando dell’ennesimo
‘suggerimento’ dell’infaticabile Goffredo Bettini, fine analista ed autorevole dirigente politico del
comunismo italiano – o post o ex comunista che sia poco cambia – sulla necessità di valorizzare,
tenendo comunque a bada, anche la componente cattolico democratica o popolare all’interno
della coalizione di sinistra e progressista saldamente gestita e guidata dalle tre sinistre italiane.
Quella radical/massimalista di Elly Schlein, quella populista e demagogica dei 5 stelle di Conte e
quella estremista ed ideologica del trio Fratoianni/Bonelli/Salis. Il tutto coordinato dalla macchina
politica ed organizzativa della Cgil di Landini, oggi un po’ fiaccata ma non affatto in crisi. Perchè il
nodo politico di fondo, alla fine, è sempre lo stesso. E cioè, come garantire una dignitosa
presenza – cioè, per i non addetti ai lavori, una manciata di seggi parlamentari – a tutti i satelliti
che ruotano attorno alla stella polare. Satelliti che vedono in prima linea, appunto, anche quei
cattolici popolari e democratici che, del tutto legittimamente, continuano ad individuare
nell’attuale coalizione di sinistra e progressista l’unico possibile spazio politico nella vita pubblica
italiana. Ed ecco la proposta apparentemente innovativa e persino suggestiva ma che, purtroppo,
si ripete da ormai svariati decenni. Perchè un tempo, più seriamente e più coraggiosamente –
parliamo degli anni ‘70 ed ‘80 – veniva semplicemente definita come la presenza “dei cattolici
eletti come indipendenti di sinistra nelle liste del Pci”. Oggi, poeticamente, potrebbe essere
chiamata “una tenda“ per ospitare chi non si riconosce direttamente nel progetto delle tre sinistre
ma che, comunque sia, è pur sempre indispensabile per confermare la natura plurale di quel
contenitore politico e programmatico che va sotto il nome di “campo largo”.
Ed è proprio qui che torno e ripropongo la riflessione iniziale. E cioè, ma ve lo immaginare un
Franco Marini – ma potrei citarne molti altri come, ad esempio, anche un Mino Martinazzoli – che
si accontentano di giocare un ruolo gregario, politicamente irrilevante, culturalmente sterile ed
anche organizzativamente insignificante all’interno della coalizione di cui dovrebbero far parte?
Senza alcuna presunzione di intestarsi alcuna eredità o di farsi carico di interpretazione postume,
francamente non ce li immaginiamo. E questo perchè è appena sufficiente scorrere la loro
biografia politica, culturale e sociale per rendersene conto. Parlo, come ovvio e persin scontato,
della loro concreta esperienza politica dal 1994 in poi.
Ecco perchè, quando parliamo, e giustamente, del futuro dell’esperienza del popolarismo di
ispirazione o del pensiero o della tradizione del cattolicesimo popolare e sociale, occorre essere
seri e avere un minimo di considerazione di quella storica cultura politica. Non riduciamola, per
rispetto dei leader del passato innanzitutto, ad una “tenda” da costruire al più presto o a
“comitati” estemporanei promossi da “federatori” in cerca d’autore e, soprattutto, di seggi messi
gentilmente a disposizione dall’azionista di maggioranza di turno. Il futuro e la prospettiva di
quella tradizione dipendono principalmente, se non quasi esclusivamente, da chi continua a
riconoscersi in quel filone di pensiero. Ma, per cortesia, smettiamola di chiedere consigli e
“suggerimenti” a chi, del tutto legittimamente, appartiene a tutt’altra storia. Facciamolo anche e
soprattutto per rispetto dei nostri storici ed indimenticabili punti di riferimento che hanno saputo,
con la loro azione, il loro coraggio e la loro coerenza incarnare in un determinato periodo storico
la miglior tradizione popolare e cattolico sociale nel nostro paese.

Le forze dell’ordine sono parte di noi

Grazie di esistere

Le forze dell’ordine rappresentano un pilastro fondamentale della nostra società. Ogni giorno, uomini e donne in divisa scelgono di servire il Paese con coraggio, dedizione e senso del dovere, spesso affrontando situazioni difficili per garantire la sicurezza e la legalità.

Non sono figure distanti: sono parte viva delle nostre comunità. Ci proteggono, ci ascoltano, intervengono quando siamo in difficoltà. Il loro impegno silenzioso e costante merita rispetto e riconoscenza.

A loro va il nostro più sincero grazie. Per la presenza rassicurante, per il sacrificio, per il senso di giustizia che incarnano ogni giorno. Le forze dell’ordine sono parte di noi, e senza di loro, la nostra libertà sarebbe meno sicura.

Enzo Grassano