redazione il torinese

Rivive l’antica piola di corso San Maurizio

/

L’antica Piola di corso San Maurizio. Visitando il nuovo locale non si può non esserne meravigliati, si fa un tuffo nel passato ai primi del  XX secolo. Incredibile la quantità di oggetti vintage che ricreano l’atmosfera dell’epoca. Luogo perfetto per girare scene del primo 900 . E’ bello scoprire realtà  gestite da giovani che testimoniano il nostro passato, che neanche noi abbiamo vissuto in prima persona, ma per sentito raccontare dai nostri nonni. La nostra generazione è passata da quella piola negli anni ’70 , aveva gia’  subito i cambiamenti del dopoguerra (il palazzo ha subito il bombardamento degli inglesi nel 42) meno le cantine che sono rimaste integre: merita visitarle, guidate dall’oste . I capelloni passavano le serate strimpellando con le chitarre acustiche e i neo artisti pagavano le consumazioni con schizzi fatti al momento, così nomi diventati poi noti arricchiscono la  collezione privata.

P. Petromilli

La piola rivive…

Erminio, il precedente gestore e proprietario della piola – vineria “Grande Asportazioni Vini” di Corso San Maurizio 46, ha gestito questo locale per 54 anni. Dapprima con il padre e la madre, poi per alcuni decenni con la madre soltanto, infine gli ultimi anni da solo. Una piola superstite, sopravvissuta ai cambiamenti, con vecchi pendoli, quadri, fotografie e manifesti, i tavoli scuri, gli specchi serigrafati…non ha mai cambiato arredamento dal dopoguerra. Con sorpresa ho scoperto che il vecchio frigorifero, non più funzionante negli ultimi decenni, era stato allestito in una “boita” artigianale in via Bava nel dopoguerra. Erminio era conosciuto nel borgo, salutava tutti, ricambiato, con sincera simpatia e un buon bicchiere di vino.

La prima Piola ancora aperta dal dopoguerra in Torino, che porta a rivivere una storia che ormai non si trova più, si possono ancora sentire e vedere gli odori e i ricordi di tempi in cui il vino scorreva a fiumi e tutto sembrava andasse meglio. ( Emanuele Giacobbe – profilo FB “Grande Asportazione Vini – Erminio”)

Su libri, quotidiani e riviste sono comparsi articoli sulla piola di Erminio, dove il tempo si era fermato

“Meta di torinesi di vecchia e nuova generazione, dai padri di famiglia che acquistano la bottiglia di buon vino per la cena fino agli studenti alla ricerca di pace intorno al vecchio tavolo circondato di scatole e ampolle, la piola di corso San Maurizio è una vera istituzione tra i locali cittadini” Marina Maffei 30/1/2007

“E il vino buono, la piola, il legame con chi entra e chi esce dalle due stanze a cento metri dal Po sono diventate mestiere e passione (per Erminio)” Marco Neirotti – La Stampa – 19/1/92

“ …Qualcuno ha realizzato il profilo della vineria su FB. Fosse per me farei il monumento al suo nocchiero.” Luca Morino – La Stampa 27/5/2011

“Dopo una chiacchierata e un bicchiere di vinello, quando uscirete barcollanti dal civivo 46, vi verrà voglia di tornare presto a trovare questo simpatico vecchietto. E probabilmente, se mai vi chiedessero che aspetto potrebbe avere Torino se fosse una persona, i baffi ed il sorriso di Erminio vi sembreranno perfetti per rappresentare questa città.” Luana Conti

“La piola di Erminio è una delle ultime di Torino e tra le più antiche, risale infatti al 1906 e all’interno molto è rimasto come allora . A renderla ancora più suggestiva ed unica contribuiscono gli specchi con reclame serigrafate e molti oggetti di brocantage disseminati nel locale, frutto di qualche viaggio, ma più spesso baratti cosa – contro vino con i numerosi antiquari e rigattieri che hanno bottega nella zona. E’ stato anche attore. Alcuni anni fa in un film con Franco Nero (“Oggi ho vinto anche io”), poche battute all’interno della sua piola e nel ruolo che gli è più congeniale: quello di oste.”

Francesco Oriolo 4/94 – Barolo &co.

Infine….

“Addio ad Erminio, storico titolare della vineria di corso San Maurizio. Quell’insegna che sapeva di altri tempi associata ai modi di dire della tradizione contadina del Piemonte che all’improvviso uscivano da dietro quei baffoni che ne caratterizzavano il viso, erano uno dei pilastri di corso San Maurizio…..la sua scomparsa ha portato il lutto a Vanchiglia, l’ex borgo del fumo, che per più di mezzo secolo è stato coccolato dalle sue bottiglie….” La Stampa – 20/1/17 (P.Coc.).

Gestirò da quest’anno, come nipote di Erminio, la piola. Ho voluto conservare e restaurare i vecchi arredi, l’insegna, il bancone, il vecchio frigo (come armadio), le sedie, i tavoli di legno, i vetri antichi, per mantenere la sua unicità. La piola continuerà a vivere e sarà frequentata, come ai tempi di Erminio, dalle persone più varie: artisti, operai, artigiani, studenti universitari, professionisti, pittori, turisti, tutta la gente del borgo. Questo è il mio auspicio ed il mio invito.

Emanuele Giacobbe (19/1/1990)

 

E’ morto il re del vino piemontese

Bruno Giacosa, 88 anni, celebre produttore vitivinicolo di Neive, è morto nella notte all’ospedale di Alba.  E’ stato uno dei nomi più famosi al mondo  legati al Barolo, al Barbaresco e ai nobili rossi piemontesi. Aveva iniziato a imbottigliare vino nel 1967, poi fondò l’Azienda agricola Falletto e divenne proprietario della Casa vinicola Bruno Giacosa, che nel 2004 cedette alla figlia Bruna.

Nikolajewka sul fronte russo, Dobrej in Albania: per non dimenticare

DAL PIEMONTE – Chi scrive, descrive e non dimentica; nato due mesi prima che fosse sganciata la prima bomba su Hiroshima, chi scrive ha sentito l’eco della guerra anche se non l’ha vissuta, ha ascoltato  i racconti di suo padre, che a Dobrej c’era, soffrendo il freddo, la fame e le insidie della guerra sul fronte albanese. Gli alpini delle nostre valli, molti dei quali appartenenti al Battaglione Intra, hanno sofferto a  Nikolajewka e a Dobrej: alcuni sono tornati, altri sono rimasti là, altri ancora fanno parte dello stesso Battaglione, senza per questo essere stati in guerra. La memoria serve i loro figli e nipoti, serve per gli altri. Così è stato ricordato durante la cerimonia di domenica 21 gennaio a Verbania-Intra, alla caserma Simonetta, dopo il raduno e la Santa Messa solenne nella vicina Chiesa di Maria Ausiliatrice (San Luigi). Dopo l’Alzabandiera e l’Onore ai Caduti, i saluti del Comandante della GDF Colonnello Gianfranco Parisi e del Presidente Gianpiero Maggioni. Anche il Consigliere Nazionale Francesco Meregatti , oltre a portare i saluti del Presidente Nazionale e degli altri componenti il Consiglio, oltre a ricordare brevemente quel “molto che è già stato detto nell’Omelia e nei discorsi di chi mi ha preceduto” ha sottolineato come “occorra non dimenticare. Gli alpini dell’ANA non dimenticano; grazie a chi ha dato l’esempio! Anche i giovani dovrebbero imparare a fare qualcosa per gli altri”. Sante parole, purtroppo non sempre ascoltate.

Elio Motella

Inverno assassino, senzatetto trentenne muore assiderato nel parco della Pellerina

Con le temperature invernali si ripropone ogni anno il problema dei senzatetto che dormono all’addiaccio. Nonostante l’impegno delle istituzioni e della diocesi, purtroppo, i clochard sono a centinaia e non si riesce ad accudirli tutti. E può accadere la tragedia, come la scorsa notte, quando  un senzatetto è stato trovato senza vita  nel parco della Pellerina. E’ un extracomunitario sui trent’anni senza documenti. La polizia lo ha trovato  in un edificio abbandonato all’interno del parco.

Ciò che resta di Aleppo

FOCUS INTERNAZIONALE  di Filippo Re

Aleppo distrutta, devastata dalla guerra come molte città europee nella seconda guerra mondiale, lentamente rinasce. Ma è una rinascita difficile dopo la demolizione totale della parte orientale della città. Capire il dramma degli aleppini, che erano quasi due milioni prima del conflitto, significa comprendere che ciò che fino al giorno prima era una normalità, come uscire di casa, fare la spesa, andare al ristorante o al cinema, incontrare gli amici o fare sport, nell’arco di poche ore e di pochi giorni è diventato impossibile. La città è stata sepolta da un diluvio di bombe ed è iniziata la lotta per la sopravvivenza. Una catastrofe si è abbattuta su una delle località più importanti della Siria, il centro economico e finanziario del Paese, lasciando solo distruzione e morte. Partendo dalle sofferenze quotidiane degli aleppini e dal dramma della guerra, il giornalista e scrittore Domenico Quirico, testimone oculare della tragedia di Aleppo, ha trasformato per una volta i suoi lavori letterari sulla guerra siriana come l’ultimo libro, “Succede ad Aleppo”, (Laterza 2017) in una mostra sulla città distrutta, allestita a Palazzo Mazzetti ad Asti, e rivolta soprattutto agli studenti, affinchè sappiano cos’è l’orrore della guerra e si fermino a riflettere di fronte a tali immagini di morte e devastazione. Aleppo come Dresda nel 1945, o più recentemente, come Hama nella stessa Siria, fatta parzialmente spianare da Hafez al Assad, padre di Bashar, nel 1982 per soffocare nel sangue la rivolta armata dei Fratelli Musulmani o come Grozny, la capitale cecena, seppellita dalle bombe di Putin alla fine degli anni Novanta per eliminare i terroristi islamici. Benvenuti nella tragedia quotidiana di Aleppo. Un percorso multimediale, costruito con video, installazioni, poche fotografie, angoli della città siriana ricreati nei sotterranei dell’antico palazzo astigiano, tra calcinacci e muri scrostati, in modo da immergere il visitatore tra le macerie delle case degli aleppini che, con le voci di attori, raccontano la tragica realtà del conflitto vissuto ogni giorno. C’è il cecchino che spara nel mucchio, le donne velate che fanno la fila per il pane, studenti e insegnanti tra banchi di scuola recuperati in mezzo alle rovine, migliaia di famiglie in fuga dalle bombe e dai massacri. “Ecco come si uccide una città intera, spiega Quirico, smontandola a poco a poco, tagliando le vene delle strade e schiacciando sotto le macerie le piazze, le botteghe, i caffè, le moschee. Gli abitanti di Aleppo hanno vissuto ogni giorno sofferenza e dolore, un rapporto quotidiano, continuo e martellante tra la propria vita e la paura di morire da un momento all’altro”. Come raccontare tutto questo? Come trasferire ai visitatori il senso di sofferenza e di dolore vissuto dagli aleppini? L’unico modo possibile, secondo Quirico, era quello di far entrare direttamente le persone nella fotografia della sofferenza e immergerle in questa storia di orrore e brutalità. “Uscendo dalla mostra non bisogna provare indifferenza ma, al contrario, rabbia, ripugnanza e vergogna per quel che è accaduto e che non siamo riusciti a impedire, sentire dentro di noi quel dolore e quel tormento che hanno marchiato gli aleppini per cinque lunghi anni di guerra. La storia di Aleppo è una storia tremenda ed è difficile capire come gli uomini di questo tempo sono riusciti a sopportare questa immane tragedia”. La mostra, promossa dalla Fondazione Palazzo Mazzetti insieme al Comune di Asti e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, è stata creata da Domenico Quirico su progetto di Federico Bollarino. É aperta al pubblico a Palazzo Mazzetti ad Asti fino al 20 maggio con orario 10.30-18.30 (dal 1 marzo gli orari varieranno).

Filippo Re

 

11° pareggio granata della stagione

Il Torino era  avanti con Obi nel primo tempo nel match con il Sassuolo, ma nella ripresa i granata sono raggiunti da Berardi.  Mazzarri ha cambiato l’assetto in “corso d’opera”, cambiando dal 4-3-3 al 3-5-2, e sostituendo Berenguer con Moretti. Boyè, sul finale, al posto di Niang. Si tratta del sesto pareggio in trasferta per i Granata, e dell’ undicesimo della stagione. Il Toro è ancora senza Belotti e Ljajic. L’incontro finisce 1-1 a Reggio Emilia, contro il Sassuolo.

Solidarietà e insulti all’Egizio. E intanto si apre un’inchiesta

Tra i messaggi di solidarietà per il Museo Egizio dopo il video su Fb del leader dei Giovani Padani Andrea Crippa che invita alla protesta contro l’iniziativa di far pagare un solo biglietto agli arabi che si presentano in coppia, anche quelli del ministro Dario Franceschini e dell’assessore regionale Monica Cerutti.  Continuano anche le telefonate con insulti al centralino del museo, replicati sui profili social .  La Digos ha aperto un’inchiesta e  avvierà gli accertamenti, dopo avere esaminato la denuncia alla Procura presentata dalla Fondazione del museo.

A Orbassano e a Ivrea le primarie di partito per la scelta dei candidati sindaco del PD

 Carretta e Gallo: “Straordinario successo di partecipazione”

Si sono svolte a Orbassano e a Ivrea le primarie di partito per la scelta dei candidati sindaco del PD alle prossime elezioni amministrative.  A Ivrea si sono registrati 1437 votanti e a Orbassano 1297.
“Centinaia di persone oggi si sono presentate ai seggi per votare alle primarie del Pd. Un risultato che è andato ben oltre le attese, un altro grande successo di partecipazione alla vita politica del Partito Democratico. La giornata di oggi ci conferma ancora una volta che le primarie sono un grande strumento di democrazia e di partecipazione” affermano Mimmo Carretta, segretario del PD torinese e Raffaele Gallo responsabile Enti Locali. “Sono state settimane intense di confronto e di dialogo con i cittadini di Orbassano e Ivrea e da stasera, insieme alla coalizione, lavoreremo tutti uniti per preparare al meglio le elezioni politiche del 4 Marzo e le elezioni amministrative di questa primavera.  Un ringraziamento ai volontari che hanno permesso tutto questo e ai candidati Roberto Taglietta e Luca Di Salvo per Orbassano e Maurizio Perinetti e Elisabetta Ballurio a Ivrea.  In bocca al lupo a Taglietta che vincendo con il 53.6% sarà il candidato sindaco PD di Orbassano e a Perinetti che con il 51,8% ha vinto le primarie e competerà per conquistare Ivrea” concludono Carretta e Gallo.

***

COMUNICAZIONE AI LETTORI

In vista delle prossime elezioni politiche il quotidiano “il Torinese” pubblicherà gratuitamente in questo spazio interventi, comunicati e notizie inviatici da candidati o esponenti politici di movimenti e partiti. Scrivere a: edizionibest@libero.it

E venne il giorno del nucleare piemontese

E venne il giorno del nucleare. O meglio della candidatura di Casale Monferrato per la realizzazione sul suo territorio di una macchina radiogena Dtt (sigla che sta a significare Divetor tomakak test) per sperimentazioni in merito alla fusione nucleare. Martedì il Consiglio regionale dovrà indicare il sito casalese per il Piemonte e questo sarà in corsa con quelli di altre regioni, Liguria, Emilia Romagna e Toscana, Campania, Puglia, Veneto e Sardegna. Si tratta di un investimento, che come era stato anticipato la scorsa settimana in commissione ambiente a Casale, dovrebbe portare lavoro per 1500 persone e 500 milioni di euro, come minimo. Ma si tratta anche di un intervento che, sia pure si parli di “nucleare pulito” qualche perplessità la pone, soprattutto se si tiene conto del luogo che viene proposto, capofila di un Sito di interesse nazionale e martoriato dalla presenza di quasi un secolo dell’ex stabilimento Eternit. Giovedì sera si è tenuto un consiglio comunale a Casale in forma aperta, durato due ore e mezza, convocato dal presidente Fabio Lavagno, su espressa richiesta di Legambiente Casale Monferrato, Legambiente del Vercellese, Legambiente Ovadese e Valle Stura, Legambiente Val Lemme, Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Comitato di vigilanza sul nucleare, Pro Natura provincia di Alessandria. Il dibattito, nel quale sono intervenuti ambientalisti, esperti, il presidente di Confindustria Alessandria Luigi Buzzi, Silvana Accossato, presidente della Commissione ambiente di Palazzo Lascaris , il consigliere regionale Massimo Berutti, non ha fugato tutti i dubbi, anche perché non c’era l’Enea che il progetto lo ha scritto. In Consiglio Regionale la discussione in Commissione – e sarà la Regione comunque a dire l’ultima parola sulla candidatura di Casale Monferrato – l’analisi della problematica era stata fatta soltanto ventiquattro ore prima del consiglio comunale aperto di Casale, in Commissione ed era stata licenziata a maggioranza. Non sono intervenuti, per la verità, anche amministratori del Casalese, eppure la decisione non riguarda soltanto la città di Casale Monferrato ma anche un’area ben più vista. La decisione da parte del consiglio comunale casalese, pertanto, è stata a lunedì 22 gennaio, quando i vari gruppi consiliari e l’amministrazione si dovranno confrontare sulla base dei dati acquisiti e poi votare. Le perplessità, però rimangono. “La radioattività c’è, anche se qui non si tratta di fissione ed i rifiuti dovranno venire smaltiti in loco, c’è incertezza sul sito, nel senso che il sindaco Titti Palazzetti non ha indicato se sarà l’area Pip 5 o l’ex Gaiero di Oltreponte come pareva in un primo piano, ha detto solo che lo si saprà nei prosismi giorni, e poi c’è un deficit di democrazia partecipativa, in quanto di questo insediamento non se n’è quasi parlato e l’unica assemblea pubblica è stata quella indetta da Legambiente nel maggio del 2017” dice Vittorio Giordano di Legambiente Casale. Giordano, poi, lamenta che la Sen – Strategia energetica nazionale, che guarda sino al 2030 – 2035, non citi, se non in minima parte la fusione, prevedendo invece lo sviluppo delle energie rinnovabili. E annuncia, qualunque sia l’esito del voto un convegno di approfondimento e conoscenza.

Massimo Iaretti

 

 

 

“La Musica dei Giusti” per il Giorno della Memoria

“La Musica dei Giusti” per il Giorno della Memoria al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino Appuntamento alle 21.00 di Sabato 27 Gennaio – Giorno della Memoria  – nel salone dei Concerti del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di piazza Bodoni a Torino con  “La Musica deiGiusti”, rappresentazione musicale e drammaturgica di dieci figure di Giusti fra le Nazioni ( Perrone, Hosenfeld, Perlasca, i coniugi Petrauskas, Schindler, Angela, Bartali, Von Einem e Wallenberg) . L’evento concertistico,  nell’ambito delle Serate Musicali dell’ente, è a cura del Conservatorio “Giuseppe Verdi” in collaborazione con il Consiglio Regionale del Piemonte, Comitato Resistenza e Costituzione, la Comunità Ebraica di Torino, l’Istoreto e il Centro Internazionale di Studi Primo Levi. I  Giusti tra le Nazioni sono uomini e donne non ebrei che hanno contribuito a salvare vite di donne, bambini e uomini ebrei. In Israele, dal 1963, lo, Yad Vashem esamina i documenti relativi a questi personaggi e li dichiara Giusti tra le Nazioni piantando un albero sulla collina dello Yad Vashem per ricordarli.

Ingresso libero.

Info: www.conservatoriotorino.gov.it – claudio.voghera@conservatoriotorino.eu