redazione il torinese

Oggi al cinema

LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

 

A beautiful day – Drammatico. Regia di Lynne Ramsay, con Joaquin Phoenix e Judith Roberts. Un uomo nella cui mente trovano posto ricordi dolorosi, un passato di guerra, una infanzia di abusi, un figlio che si prende cura della madre anziana. Anche un sicario che entra nella vicenda sporca e infelice della figlioletta di un senatore, portata via per essere fatta sprofondare nel buio della prostituzione minorile. Con il viso dolente e con la robusta interpretazione di Phoenix premiato a Cannes quale migliore attore. Il film s’è anche aggiudicato il Palmarès per la migliore sceneggiatura. Durata 95 minuti. (Ambrosio sala 2, Uci)

 

Arrivano i prof – Commedia. Regia di Ivan Silvestrini, con Claudio Bisio, Maurizio Nichetti e Lino Guanciale. Il liceo si può gloriare di essere il peggiore liceo della nazione: ecco che allora il preside accetta la proposta del provveditore e assume i peggiori insegnanti, nella sfida che dove i migliori hanno fallito, siano i peggiori a ottenere dei risultati. Arrivano sette insegnanti, uno peggio dell’altro, con i loro metodi precisi ma sgangherati, con il loro modo di insegnare bel oltre le righe. Ma per i ragazzi cambierà qualcosa. Durata 100 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Avengers: Infinity War – Fantasy. Regia di Anthony e Joe Russo, con Chris Evans, Robert Downing jr, Zoe Saldana e Chris Pratt. Contro gli eroi (buoni) di Marvel nell’ultimo episodio della saga c’è Thanos (cattivissimo), che grazie al potere delle Gemme dell’Infinito vuole impadronirsi e distruggere circa la metà di questa nostra povera terra. Ecco che allora gli Avangers sentono la necessità di riunirsi e di chiedere pure l’aiuto dei Guardiani della Galassia, insomma tutti insieme appassionatamente per far fuori il fellone. Per la gioia di grandi e bambini ci sono proprio tutti nell’affollato pentolone, Capitan America e Spiderman, la Vedova Nera e Thor, Iron Man e Black Panter. Durata 149 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space anche 3D, Uci 3D e V.O.)

 

Benvenuto in Germania – Commedia. Regia di Simon Verhoeven, con Senta Berger, Heiner Lauterbach e Florian David Fitz. Un’insegnante di tedesco da poco andata in pensione, due figli ormai adulti, un marito chirurgo ortopedico, un gatto. Un giorno decide di ospitare un rifugiato in cerca di una nuova patria e di un po’ di fortuna: nemmeno a dirlo, il nuovo arrivo metterà a dura prova la vita all’interno della casa, la coabitazione, le giornate, il matrimonio dei due padroni di casa. Durata 116 minuti. (F.lli Marx sala Chico)

 

La casa sul mare – Drammatico. Regia di Robert Guédiguian, con Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darrousin, Anaïs Demoustier e Jacques Boudet. Una casa affacciata sul mare, poco fuori Marsiglia, due fratelli con la sorella vi si ritrovano all’indomani dell’ictus che ha colpito il padre anziano. Uno è un ex sindacalista, aspirante scrittore, con una fidanzata al seguito che ha la metà dei suoi anni, l’altro è rimasto ad abitare nella casa per far andare avanti la trattoria di famiglia, lei è un attrice, trasferita a Parigi per inseguire la sua carriera e lasciarsi alle spalle la perdita della figlia. Altre persone circolano attorno a loro, tutti a fare i conti, un bilancio tra ideali ed emozioni, tra aspirazioni e nostalgie, con un passato più o meno recente, a guardare il piccolo paese che ormai si è svuotato, lasciando le vecchie case agli speculatori, a parlare di politica, tra Macron e Le Pen, a guardare ai figli, anch’essi confusi. Un piccolo gruppo di giovanissimi profughi, senza genitori, obbligherà con il loro arrivo quelle scelte che tutti quanti gli abitanti della “villa” (questo il titolo originale del film), dovranno affrontare. Un film che per buona parte segue un filo di ricordi e di eventuali costruzioni, che comincia inspiegabilmente a sfilacciarsi con un doppio suicidio, che nel finale s’inventa il ritrovamento dei ragazzini venuti dal mare per cogliere senza necessità un racconto dell’oggi che viviamo. Senz’altro ci si aspettava di più. Durata 107 minuti. (Nazionale 1)

 

Cosa dirà la gente – Drammatico. Regia di Iram Haq, con Maria Mozhdah. La sedicenne Nisha vive una doppia vita. A casa, in famiglia, è la perfetta figlia pachistana, ma quando esce con gli amici è una normale adolescente norvegese. Quando però il padre sorprende Nisha in intimità con il suo ragazzo, i due mondi della ragazza entrano violentemente in collisione: i suoi stessi genitori la rapiscono per portarla in casa di alcuni parenti in Pachistan. Lì, in un paese in cui non è mai stata prima, Nisha è costretta ad adattarsi alla cultura di suo padre e di sua madre. Durata 106 minuti. (Romano sala 1)

 

Dopo la guerra – Drammatico. Regia di Annarita Zambrano, con Giuseppe Battiston e Barbora Bobulova. Presentato lo scorso anno a Cannes alla vetrina di Un certain regard, il film si riallaccia all’uccisione del giuslavorista Marco Biagi nella Bologna del 2002. Qui dell’omicidio di un professore universitario è accusato l’ex militante Marco, fuggito in Francia con la figlia grazie alla”dottrina Mitterand” e di cui lo stato italiano chiede l’estradizione. Intanto in Italia la madre, la sorella e il cognato sono al centro di sospetti e finiscono al centro dell’attenzione mediatica. Durata 95 minuti. (F.lli Marx sala Harpo)

 

Escobar – Il fascino del male – Drammatico. Regia di Fernando Leon de Aranoa, con Penelope Cruz e Javier Bardem. Tratto dal libro che Virginia Vallejo, volto un tempo noto della tivù colombiana e oggi donna sotto protezione negli Stati Uniti, ha scritto intorno alla sua relazione con il gran capo della droga tra il 1981 e il 1987, è il resoconto di quegli anni, da un lato l’amante gentile e affascinante, dall’altro il mandante delle uccisioni di magistrati e poliziotti, di politici e di avversari, al fine di una scalata sempre più completa. Durata 105 minuti. (Greenwich sala 2, Ideal, The Space, Uci)

 

Il giovane Karl Marx – Drammatico. Regia di Raoul Peck, con August Diehl, Stephan Konarske e Vicky Krieps. Gli anni Quaranta del XIX secolo, l’esilio da Berlino e le fughe attraverso l’Europa, la povertà e gli stenti, la polizia sempre incalzante, le idee in crescita contro una classe dirigente e un capitalismo volti allo sfruttamento e alle ingiustizie, l’amicizia con Engels, figlio ribelle di un ricco industriale, la stesura del “Manifesto del partito comunista”. Durata 112 minuti. (Centrale anche in V.O.)

 

Eva – Drammatico. Regia di Benoît Jacquot, con Isabelle Huppert e Gaspard Ulliel. Bertrand è un giovane e promettente scrittore, ma il suo successo nasconde un terribile segreto. Quando incontra Eva, prostituta d’alto bordo con un passato altrettanto misterioso, decide di sedurla a ogni costo e usare la sua storia come ispirazione letterari, anche mettendo a rischio il fidanzamento con l’ingenua Caroline. Ma Eva non si lascia manipolare facilmente e trasvina presto Bertrand in una spirale di menzogne, violenza e tradimento. Durata 102 minuti. (Eliseo Blu)

 

Game Night: indovina chi muore stasera? – Commedia drammatica. Regia di John Francis Daley e Jonathan Goldstein, con Rachel McAdams e Jason Bateman. Ogni settimana Annie e Max amano inventare giochi di vario genere per divertire se stessi e gli amici. Il fratello di Max inventa un inaspettato gioco con un rapito, che è il padrone di casa, chi dovrebbe trovarlo e liberarlo: è una finzione o non piuttosto una ingombrante realtà? Durata 100 minuti. (Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

L’isola dei cani – Animazione. Regia di Wes Anderson. In un Giappone di epoca futura, il sindaco di una città denominata Megasaki ha ordinato di rinchiudere in un isola deserta e adibita a discarica ogni cane esistente, causa un mistorioso virus che li colpirebbe tutti. Il motivo vero è poter fare affari alla faccia dei simpatici amici dell’uomo. Dovranno intervenire un bambino e la giovane giornalista in erba Tracy a svelare le reali mire del primo cittadino e di tutto quanto il governo. Orso d’argento a Berlino per la miglior regia. Durata 101 minuti. (Massimo sala 1 anche V.O., Reposi, Uci)

 

Loro 1 – Commedia. Regia di Paolo Sorrentino, con Toni Servillo, Elena Sofia Ricci, Anna Bonaiuto, Riccardo Scamarcio, Fabrizio Bentivoglio e Kasia Smutniak. “Loro” sono quelli che in forma di gran baraccone con reminiscenze felliniane gravitano nell’universo berlusconiano, vero? tutto falso? opportunamente e malvagiamente esagerato?, uomini e donne in cerca di affermazione, non importa come, importa il quando, subito!, il ragazzo del sud (leggi Tarantini) che recluta ragazze e droga, gli affari poco puliti, gli amici e i nemici, il potere a ogni costo, la politica e i contratti con gli Italiani, le ville e le feste, la volgarità, il rapporto con Veronica: questo e molto altro nel primo capitolo di una vicenda che tutti abbiamo attraversato e che stiamo ancora attraversando. Comunque: primo, un film di cui non si sentiva assolutamente la necessità; secondo, piuttosto deludente, con quella prima parte dove impera il pur bravo Scamarcio, con le sue festicciole e le sue assatanate. Poi Servillo truccatissimo (ma si poteva fare di meglio), che ammaestra il nipotino e fa gli occhi dolci a Veronica, e allora il film ha qualche tocco d’ala. Ma sono davvero pochi. Durata 106 minuti. (Ambrosio sala 3, Massaua, Due Giardini sala Ombrerosse, F.lli Marx sala Harpo, Ideal, Lux sala 1, Reposi, Romano sala 3, The Space, Uci)

 

Loro 2 – Commedia. Regia di Paolo Sorrentino. Il lato umano, a tratti godereccio, a tratti disperato, del ex premier, tutti i riferimenti agli inverni del nostro scontento e alle cronache quotidiane, il matrimonio andato a pezzi, le olgiattine e i festini, le biondine più che appetitose e disponibili, l’entourage in cerchia di soldi e di celebrità, le piscine, la gran folla. E poi l’ambiguità, il potere. Tutto con gli occhi dell’autore della “Grande bellezza”. Con la scusa che la seconda parte del film era in uscita in Italia, niente concorso a Cannes, così decretò Thierry Frémaux: ma visto che l’accoppiata – in numero uno e il numero due – ci guadagnerebbe, e Dio solo sa quanto!, non si sarebbe potuto sfrondare e farlo in qualche modo sulla Croisette? Durata 100 minuti. (Ambrosio sala 1, Massaua, Due Giardini sala Nirvana e Ombrerosse, Eliseo Grande, F.lli Marx sala Groucho, Ideal, Lux sala 3, Reposi, Romano sala 2, The Space, Uci)

 

La mélodie – Drammatico. Regia di Rachid Hami, con Kad Merad, Jean-Luc Vincent e Samir Guesmi. Simon è un famoso musicista ormai disilluso, arriva in una scuola alle porte di Parigi per dare lezioni di violino. I suoi metodi d’insegnamento piuttosto rigidi non facilitano i rapporti con gli allievi problematici. Tra di loro c’è Arnold, un timido studente affascinato dal violino che scopre di avere una forte predisposizione per lo strumento. Grazie al talento di Arnold, Simon riscopre a poco a poco le gioie della musica. Riuscirà a ritrovare l’energia necessaria per superare gli ostacoli e mantenere la promessa di portare i bambini a suonare alla Filarmonica di Parigi?Durata 102 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Molly’s game – Drammatico. Regia di Aaron Sorkin, con Jessica Chastain, Kevin Costner e Idris Elba. Da una storia vera. Dove Molly è una eccellente sciatrice avviata verso i successi olimpici se una brutta e irrimediabile caduta non ponesse termine ad una promettente carriera. La vita richiede di cambiare registro e sfide. Ecco allora Molly ingegnarsi a divenire apprezzata organizzatrice di serate attorno ai tavoli del poker, con clientela di riguardo, dagli attori – leggi Di Caprio, Damon, Ben Affleck e altri qui ben camuffati – ai politici agli sportivi, tavoli attorno ai quali finiscono anche la droga e tipi russi poco raccomandabili, per cui l’FBI tiene le antenne ben alzate. Regia numero uno di uno dei maggiori sceneggiatori di Hollywood premio Oscar per The Social Network. Durata 140 minuti. (Greenwich sala 1)

 

I segreti di Wind River – Thriller. Regia di Taylor Sheridan, con Jeremy Renner, Elizabeth Olsen e Julia Jones. Tra le distese di neve del Wyoming viene inviata una giovane agente federale, non certo preparata a quelle temperature e soprattutto alla violenza che circola più o meno silenziosa in quei luoghi, per investigare sul ritrovamento del corpo martoriato di una ragazza scomparsa. Le dà sostegno e aiuto Cory, un navigato cacciatore impiegato a difendere il bestiame dagli attacchi dei predatori sempre in agguato, un animo tormentato, abbandonato dalla moglie dopo la scomparsa della figlia maggiore. Entrambi alla ricerca del colpevole, in un territorio dove ogni cosa sembra essere abbandonato alla violenza, in cui forse è necessario agire e rispondere esclusivamente con le sue stesse leggi. Dallo sceneggiatore di “Sicario” e “Hell or High Water”, terzo capitolo di una trilogia che ha affrontato il tema della frontiera americana oggi. Miglior regia a Un certain regard a Cannes lo scorso anno, grande successo al TFF. Durata 107 minuti. (Eliseo Blu)

 

Si muore tutti democristiani – Commedia. Regia di Marco Ripoldi, Davide Rossi, Andrea Mazzarella, Davide Bonacina e Andrea Fadenti, con Massimiliano Loizzi. Stefano con Fabrizio ed Enrico, stessi ideali e stessi sogni. Insieme gestiscono una piccola casa di produzione nella speranza di realizzare documentari a tema sociale. Forse un progetto ci sarebbe, con un considerevole guadagno economico: ma c’è un “ma”. E allora meglio fare cose pulite con i soldi sporchi o cose sporche con soldi puliti? Una riflessione ironica e impietosa sul compromesso. Durata 89 minuti. (Eliseo Rosso, Greenwich sala 3, The Space, Uci)

 

The Happy Prince – Drammatico. Regia di Rupert Everett, con Rupert Everett, Colin Morgan, Colin Firth e Tom Wilkinson. Oscar Wilde al centro della società londinese di fine Ottocento, pieno di successo, tutti corrono a vedere le sue commedie a teatro e leggono i suoi libri: poi, improvviso, il tracollo, il processo per ammissione di omosessualità e la condanna a due anni di lavori forzati, l’esilio parigino, il tentativo di recuperare il rapporto con la moglie, la volontà di avvicinarsi nuovamente al giovane Douglas, la morte. Everett racconta nella sua opera prima l’ultimo periodo della vita dello scrittore, lasciando libero sfogo ai ricordi. Durata 105 minuti. (Greenwich sala 1)

 

Tonno spiaggiato – Commedia. Regia di Matteo Martinez, con Frank Matano. Opera prima. La storia di Francesco, vorrebbe fare il comico ma alle sue esibizioni non ride mai nessuno. Fino a quando non infila una battuta dietro l’altra sulla sua ragazza grassa: il pubblico ride, lei lo lascia. Per riconquistarla, dal momento che al funerale della nonna di lei, s’è guadagnato un bell’abbraccio, provvederà a far fuori qualche altro parente e così gli affetti saranno ristabiliti. Ma le cose non si mettono al meglio, come Francesco spererebbe. Durata 91 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Muore bimba di due anni. Era stata dimessa per gastrite

Una bimba  di due anni è morta sabato sera a causa di una emorragia cerebrale. La procura della Repubblica di Torino ha aperto un’inchiesta e verrà effettuata l’autopsia. Venerdì la piccola, che abitava a Collegno, era stata accompagnata dai genitori all’ospedale di Rivoli, poiché vomitava e non aveva voglia di mangiare. La madre ha spiegato ai medici  che la bambina qualche giorno prima era caduta dal letto. Le è stata una gastrite ed è stata dimessa. Peggiorate le condizioni della bimba i genitori  sabato mattina sono tornati  all’ospedale di Rivoli, dove è stata visitata dal medico di guardia. Ma la situazione è precipitata con bradicardia e la comparsa di un’ematoma alla radice del naso. E’ stata trasferita all’ospedale Regina Margherita di Torino, per una sospetta emorragia. Ricoverata in rianimazione è morta nella notte.

Librolandia al via con tanti visitatori

La presidente del Senato Elisabetta Casellati ha inaugurato con il presidente della Camera, Roberto Fico, e il ministro della Cultura, Dario Franceschini la 31a edizione del Salone internazionale del Libro al Lingotto Fiere. Presenti tra le autorità la sindaca di Torino, Chiara Appendino, l’assessore alla Cultura della Regione, Antonella Parigi, e il direttore editoriale del Salone, Nicola La Gioia. La presidente Casellati ha visitato in forma privata lo stand del Senato prima del taglio del nastro, accompagnata dal presidente della Fondazione Massimo Bray, la presidente Rai Monica Maggioni e il presidente  dell’Aie, associazone degli editori, Ricardo Levi. La Gioia era visibilmente soddisfatto: “Questa è la casa comune dell’editoria italiana – ha detto –  e il segreto del successo è tenere insieme l’aspetto laboratoriale e quello commerciale. Si è alzata l’asticella della qualità e il pubblico ha continuato a premiarci. Noi facciamo vendere qui tanti libri perché  noi il libro lo amiamo e non l’abbiamo mai tradito”. All’ingresso della rassegna lunghe code di visitatori, molti gli studenti.

 

(fotoservizio: il Torinese)

Malattie reumatiche, open day al Mauriziano

Malattie reumatiche autoimmuni: prima edizione dell’(H)Open day di Onda, presso l’ospedale Mauriziano di Torino

L’11 maggio su tutto il territorio nazionale saranno disponibili per le donne servizi gratuiti per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie reumatiche autoimmuni. Sono 5 milioni gli italiani con malattie reumatiche, il 70% sono donne. Sul sito www.bollinirosa.it a partire dal 24 aprile l’elenco dei servizi offerti dagli ospedali aderenti e le modalità di prenotazione L’ospedale Mauriziano di Torino ed Onda, Osservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere, in occasione della Festa della mamma, promuovono un (H)Open day dedicato alle malattie reumatiche autoimmuni. Venerdì 11 maggio, presso l’ambulatorio malattie reumatiche della Reumatologia dell’ospedale Mauriziano di Torino (padiglione 2B – 1° piano Largo Turati 62), verranno effettuate dalle ore 9 alle ore 12 visite gartuite per malattie reumatiche. La prenotazione è obbligatoria telefonando il venerdì dalle ore 9 alle ore 12 allo 0115082324 (piano terra del padiglione 2). Alcuni ospedali del nuovo network Bollini Rosa offriranno gratuitamente alle donne servizi clinico-diagnostici ed informativi come consulenze e colloqui, esami strumentali, conferenze, info point e distribuzione di materiali divulgativi. Le malattie reumatiche, che nella maggior parte dei casi sono di origine autoimmune, causano disturbi a carico dell’apparato locomotore ed in generale dei tessuti connettivi dell’organismo. Rappresentano un gruppo estremamente eterogeno di malattie e si presentano con espressione e gravità differenti, colpendo oltre 3,5 milioni di donne italiane. Inoltre, spesso esordiscono in età giovane impattando sulla qualità della vita, sulla salute riproduttiva e sulla pianificazione familiare. Circa 5 milioni sono i pazienti con malattie reumatiche nel nostro Paese e, di questi, circa il 70% sono donne. Obiettivo della giornata sarà promuovere la consapevolezza e la corretta informazione, così come la prevenzione, la diagnosi e l’accesso ai percorsi specialistici diagnostico – terapeutici dedicati alle malattie reumatiche autoimmuni.

In occasione dell’(H)Open day sarà distribuita negli ospedali coi Bollini Rosa la brochure informativa “Malattie reumatiche autoimmuni – Dalla pianificazione familiare alla genitorialità”, anche scaricabile gratuitamente dal sito di Onda (www.ondaosservatorio.it). La brochure si propone di dare alle donne le informazioni necessarie per affrontare con maggior serenità e consapevolezza le decisioni che riguardano la fertilità ed il desiderio di maternità. I servizi offerti dagli ospedali saranno consultabili a partire dal 24 aprile sul sito www.bollinirosa.it, dove sarà possibile visualizzare l’elenco dei Centri aderenti con indicazioni su orari e modalità di prenotazione. L’(H)Open day è promosso da Onda con il patrocinio di Istituto Superiore di Sanità (ISS), Società Italiana di Reumatologia (SIR), Associazione Nazionale Malati Reumatici Onlus (ANMAR) ed Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare (APMAR) ed è reso possibile anche grazie al contributo incondizionato di UCB Pharma. “Le malattie reumatiche autoimmuni sono patologie tipicamente femminili e che spesso si manifestano tra i 15 e 45 anni, dunque nel periodo più florido e produttivo, condizionando la qualità di vita delle donne”, spiega Francesca Merzagora, Presidente Onda. “Abbiamo quindi deciso di realizzare un progetto dedicato, con un’attenzione particolare alla salute riproduttiva ed alla pianificazione familiare, tematiche complesse e molto sentite dalle giovani donne con malattia reumatica. A seguito dell’Open day, ad ottobre, in occasione della Giornata mondiale delle malattie reumatiche, organizzeremo un evento live in streaming su Facebook dando la possibilità alle utenti di rivolgere le domande nel corso della diretta allo specialista intervistato. Da ultimo, in occasione del prossimo Congresso nazionale della Società Italiana di Reumatologia (SIR) a novembre, sarà attribuito un premio ad una giovane ricercatrice che si distinguerà per la miglior presentazione in tema di ‘Malattie reumatiche e differenze di genere’: la ricerca scientifica in questo ambito sta evidenziando delle differenze molto rilevanti tra i due generi che ne condizionano, nel segno di una medicina sempre più personalizzata, l’approccio clinico-diagnostico e terapeutico”.

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Per maggiori informazioni visitare il sito www.bollinirosa.it o inviare una e-mail a segreteria@ondaosservatorio.it

 

Padre uccide la figlia spezzandole l’osso del collo

Avrebbe confessato di avere ucciso la figlia, il padre di Sana Cheema, da tre settimane in carcere in Pakistan. La ragazza di 25 anni, vissuta sempre in Lombardia, è morta in Pakistan il 18 aprile. Secondo giornali pakistani l’uomo, cittadino italiano come la ragazza, si sarebbe fatto aiutare da uno dei figli maschi per stringere al collo la giovane fino a romperle l’osso del collo. La 25enne era cresciuta a Brescia e sarebbe stata uccisa per aver rifiutato un matrimonio combinato.

I cattolici e il proporzionale

di Giorgio Merlo

Era usuale dire nei convegni culturali e storici nella prima repubblica che la proporzionale era lo strumento politico e istituzionale decisivo e discriminante per garantire la presenza dei cattolici popolari e democratici dello scenario politico nazionale. Perche’, si aggiungeva, senza la proporzionale difficilmente quella presenza poteva essere salvaguardata e declinata. Ora, senza sapere cosa sarebbe successo dopo l’uragano di tangentopoli e la fine della seconda repubblica, cioè del bipolarismo tra il vecchio centro sinistra e l’agglomerato forza leghista, non possiamo non riconoscere che quella intuizione politica e culturale era sufficientemente fondata. Ce lo siamo detti molte volte e, purtroppo, e’ un dato oggettivo. Il cattolicesimo politico italiano, che ha segnato una pagina importante e feconda nella vita pubblica del nostro paese, da tempo ormai è caduto in letargo. Per responsabilita’ oggettive e soggettive, come sempre capita. Certo, una situazione che è stata determinata dai sistemi elettorali che, di fatto, hanno costretto quella cultura politica ad attenuare progressivamente la sua identità e la sua specificità. Ma la causa principale e’ dovuta anche al fatto che gli eredi, i protagonisti e tutti coloro che bene o male si riconoscevano in quel filone ideale hanno accettato, inconsapevolmente ed ingenuamente, di cadere in letargo e di ritagliarsi un ruolo di osservatori e di commentatori più che non di attori politici in prima linea. Una situazione che, inesorabilmente, ha contribuito a spegnare quel ruolo politico, culturale e programmatico che è stato giocato per svariati lustri nella vita pubblica italiana. Ecco perché il ritorno, seppur mascherato, del sistema proporzionale da un lato e il fallimento dei partii plurali con il conseguente rafforzamento dei partiti personali dall’altro, può e deve favorire la ripresa di una iniziativa politica di una cultura che adesso, paradossalmente, viene richiesta ed invocata anche da opinionisti e commentatori estranei ed esterni al cattolicesimo politico. Penso a Cacciari, Panebjanco e Galli della Loggia, solo per citarne alcuni. E lo scenario indecente e sempre più indescrivibile a cui abbiamo assistito in queste ultime settimane dopo il voto del 4 marzo rafforza questa richiesta. E cioè, alla politica e alla democrazia italiana serve una cultura, un soggetto politico e una proposta programmatica capace di rilanciare alcuni caposaldi che in questi ultimi anni sono letteralmente scomparsi: dalla cultura delle alleanze al riconoscimento e alla valorizzazione dei corpi intermedi; dalla salvaguardia della democrazia rappresentativa alla conservazione del sistema parlamentare; dalla riaffermazione della centralità della persona al rilancio dei diritti sociali e via discorrendo. Serve, cioè, rilanciare la tradizione del cattolicesimo politico. E chi lo può fare se non i cattolici democratici e popolari dispersi qua e là?

Le Forze armate al Salone

Anche la Difesa sarà presente con un proprio stand alla 31^ edizione del Salone del Libro, presso Lingotto Fiere a Torino, per promuovere e per pubblicizzare i prodotti e le iniziative editoriali delle Forze Armate e dell’Arma dei Carabinieri.

Il tema dell’edizione di quest’anno del Salone del Libro è “Un giorno tutto questo”. Un tema che ben si presta anche alla realtà delle Forze Armate, a testimonianza del loro impegno per la sicurezza internazionale e per la difesa degli interessi nazionali – siamo attualmente presenti in ben 35 missioni, di cui 33 svolte in 23 paesi o aree geografiche all’estero – in modo attivo e costruttivo per garantire non solo la sicurezza della collettività nazionale, ma anche futuro stabile e prosperità alle prossime generazioni. L’attuale impegno delle Forze Armate italiane porta con sé un bagaglio valoriale frutto della nostra cultura e, soprattutto, un sentimento di Patria che hanno radici antiche. Come non ricordare, allora, che il germe dell’unità di popolo e il compimento dell’Unità Nazionale vennero gettati con il sacrificio estremo offerto da soldati, marinai, avieri e carabinieri che combatterono nella Grande Guerra, di cui quest’anno ricorre il centenario della vittoria. In tale filone, si inserisce l’evento principe di presentazione di un libro in particolare, “Grande Guerra: un racconto in cento immagini”, per presentare, in una veste accattivante e facilmente fruibile anche ai non addetti ai lavori, episodi, informazioni, aneddoti e curiosità della Guerra che ha segnato la vera nascita della nostra Nazione. Il volume sarà presentato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano, unitamente al noto storico Michele D’Andrea presso lo “Spazio Autori”, venerdì 11 maggio, alle ore 14.30. Ma le proposte editoriali “con le stellette” non si esauriscono qui. Tra Stato Maggiore Difesa e singole Forze Armate, nonché Arma dei Carabinieri, saranno molteplici le presentazioni di volumi, che riguarderanno gli ambiti più disparati, dalla storia all’attualità, dalla divulgazione alla tecnologia, terminando con la comunicazione digitale. Nel programma, che sarà reso fruibile quotidianamente attraverso il sito internet della Difesa e mediante l’ufficio stampa del Salone, ancora tanti eventi che permetteranno a tutti i visitatori di scoprire il mondo militare, i suoi valori e il suo impegno quotidiano a favore del Paese e della comunità internazionale, con un passato ricco di storia e di tradizioni ma con una costante proiezione verso le sfide del domani. E’ possibile seguire l’attività delle Forze Armate al 31° Salone Internazionale del Libro di Torino e ricevere aggiornamenti sul canale Twitter dello Stato Maggiore della Difesa all’account: @SM_Difesa –#ForzeArmate, #SalTo18. Per ulteriori aggiornamenti consultare il link

http://www.difesa.it/Content/Manifestazioni/SaloneLibro/Salone_Libro_Torino_2018/Pagine/default.aspx

Quando la pittura religiosa fa suo il linguaggio astratto

Al mondo esiste un certo (esiguo: ne vorremmo di più) numero di pittori di qualità.

Al mondo esiste un certo (cospicuo: la moda è moda) numero di pittori astrattisti.
Al mondo esiste un certo (calante: la moda passa) numero di pittori di tematica religiosa.

Pittori di qualità che fanno astrattismo di tema religioso, invece, non ce ne sono molti. Ne segnalo uno, di livello sublime, che sta attualmente esponendo a Torino. Con “La luce dell’AnnuncioRoberto Demarchi percorre a ritroso tre lustri di produzione, con ventiquattro tavole realizzate tra il 2004 e questi primi cinque mesi del 2018. La sensazione che il fascino dei dipinti aumenti avvicinandosi ai giorni nostri (i più recenti lavori sono più splendidi dei più datati) è stata avvertita con nettezza da chi scrive queste righe. Ecco le parole del maestro: «Ogni annuncio porta in sé il senso di una promessa futura, di qualcosa di inaudito (in senso etimologico: mai udito prima); ma, anche, qualcosa d’altro che è sostituito, che finisce, che muore. Il Vangelo (la Buona Novella) è qualcosa in più: il proclama al mondo di quanto di più grande, ineffabile e misterioso possa esistere: Dio stesso. Nella buia tenebra del mistero risplende la luce della Rivelazione». Non solo pittura astratta: in corso Rosselli 11 a Torino, fino a giovedì 31 maggio, è esposta anche una scultura di Francesco Zavattaro Ardizzi: il piccolo bronzo è una reinterpretazione tridimensionale della “Madonna della Scala”, bassorilievo giovanile di Michelangelo Buonarroti.

 

Andrea Donna

 

Pulizia del Po alle Vallere

La lettrice Fulvia Roveri ci invia queste immagini scattate lungo il Po, in zona Vallere, alle porte di Torino. Il passaggio dell’acqua è in parte ostruito dai rami e dai detriti ammassati lungo i piloni del ponte. Una adeguata pulizia dei corsi d’acqua, viste le precedenti drammatiche esperienze alluvionali, è estremamente importante per evitare che si verifichino danni alle persone e al territorio. Ed è anche questione di decoro.

L’Fbi svela i messaggi del delitto Rosboch

Una fetta  dei 187 mila euro frutto della truffa a Gloria Rosboch, la professoressa di Castellamonte  uccisa dal suo ex allievo, Gabriele Defilippi, sarebbe stata investita in bitcoin.Lo rivelerebbero i messaggi  via internet recuperati e consegnati dall’ Fbi alla Procura di Ivrea. Defilippi aveva promesso un  investimento immobiliare in Francia, ma era una truffa per farsi consegnare i soldi. I messaggi erano stati cancellati dopo l’assassinio  per il quale Gabriele è stato condannato, con rito abbreviato a 30 anni di carcere. La madre del ragazzo Caterina Abbattista è sotto processo per concorso in omicidio e truffa. Per motivi di privacy l’Fbi ha informato la procura che non avrebbe invece consegnato i messaggi di carattere personale.