

Un percorso artistico al femminile. Un lungo percorso che, sul binario doppio della sacralità e del quotidiano, del religioso e del mitologico, dell’espressione della allegoria retorica delle arti come quella semplicissima e immediata delle piccole e in diverso modo importanti attività della vita familiare, consideri la centralità della figura della donna. Un omaggio, in qualche modo. Ovvero, guardando alle opere reperite – un’allegria di pareti ricoperte di nomi e di colori, di spazi a terra dove trovano posto sculture di oggi e più o meno antiche, italiane e provenienti dal continente subsahariano, il tutto dovuto alla generosità di amici e galleristi e collezionisti che hanno messo a disposizione le loro opere, una lunga sequenza ripensata qui a isole temporali ma anche un invito a confrontare, all’interno di epoche diverse, temi e particolari pronti ad accomunarle -, ne voglia offrire un differente sguardo, molteplici angolazioni, svariati sentimenti. Donne e Madonne suona il titolo
della mostra che dal 1° giugno sino al 29 luglio prossimo proponiamo nelle sale di palazzo Lomellini – a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Carmagnola con la collaborazione dell’Associazione “Amici di Palazzo Lomellini”, per la curatela di chi scrive queste note di presentazione – e quell’incipit vuole assumere, sotto la molteplicità delle forme artistiche catturate lungo le epoche, nel gran teatro del Mondo costruito decade dopo decade, il significato e la testimonianza della lode, la sottomissione dell’”ancella” e la glorificazione della bellezza, la gioia e il sorriso di una madre, l’eccellenza delle forme opulente e lo sguardo doloroso della Vergine dinanzi al sacrificio, la personalizzazione del ritratto, la festosità e i ricordi, la maternità e la sfrontatezza. “La figura femminile nell’arte dal XV secolo a oggi” è l’estensione del titolo, a porre un inizio e una fine d’attenzione, ad analizzare l’”eterno femminino” caro a Goethe, effettivo completamento dei fattori maschili.
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Una “Madonna con il Bambino” ad iniziare, un gotico fondo dorato e un bimbo protetto, con le labbra che lasciano intravedere un sorriso dolce, un gesto benedicente; poi l’atmosfera tra Seicento e Settecento che abbraccia con vari esempi la figura della Maddalena, diversamente intesa, e prosegue con ritratti regali, con abiti di velluto e onorificenze, con vicende legate alla Bibbia o al mondo vasto della Mitologia, con la devozione alla Vergine. L’Ottocento si addentra con maggior attenzione nel mondo e nella società che lo vive, con descrizioni che, precise, fanno propri segnali e particolari pronti a descrivere un secolo fatto di lotte e di classi, osservando il mondo contadino con “lo sguardo sperduto e malinconico” (scrive Gianni Milani) di povere ragazze e delle loro fatiche, di chi bada alla casa e a chi la abita, della borghesia e della aristocrazia allo stesso modo piene di fascino e di inquietudini. Alle precedenti s’aggiungono la governante in cerca di riposo per la stanchezza che segue al lavoro di ogni giorno, l’affetto che unisce una figlia e la madre, riccamente vestite, rappresentato anche soltanto dai colori di un vaso di fiori, il sorriso complice con cui il bimbetto si rispecchia non appena terminato il bagnetto reclamato già da qualche giorno, le malinconie e i sogni ad occhi aperti, gli abiti e gli ampi cappelli che ornano non solo le dame (o le madamin) di casa nostra, quegli abiti che invitano a essere guardate, la capacità di giudizio di chi si può permettere un pomeriggio a osservare il quadro terminato dall’amica pittrice.“Freud aveva scavato nel profondo scoprendo coscienze inquiete ed inconsci celati nella traballante società di fin de siècle”, scrive Massimo Olivetti: e in questo profumo di psicanalisi, di solitudini e disperazioni, di avanguardie che cancellano schemi fissati nel passato, le donne e le eroine, le Sante e le Madonne che “erano fatte per essere guardate, ora invece sono loro che dalle tele e dai muri ci scrutano e ci interrogano”.
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Prorompono i nudi di Levi e di Chessa e di Casorati, Tabusso regala nudi agli amici e pone la sua cuoca imperiosamente a orchestrare tutto quel ben di Dio che sta su quel tavolo davanti a lei, il corpo di donna di Carena si ricorda dei maestri che lo hanno preceduto, sull’altra sponda sembrano vegliare le graziose testine e gli adolescenti di Nenci e le madonnine di Knap, umanizzate, quotidiane, dove tutto sembra essere un gioco domestico, un piccolo libro messo in mano ai bambini. I contemporanei, in ultimo, gli artisti dei nostri giorni. Tutto sembra assumere un aspetto più immediato, gli esseri femminili “magnificamente” cantati un tempo (non è ancora in quel tempo la donna di Brusaglino?) potrebbero oggi essere definiti “della porta accanto” (sottolinea Marilina Di Cataldo), tra loro Donne e Madonne (come quelle di Gasparin, seppur percorrano appieno i sentieri della classicità) assumono sembianze più “domestiche”, immediate, semplici, sulla tela o nell’uso del legno (c’è una nuova Annunciazione con Simonetta), le maternità possono guardare al mondo
pittorico di ieri come a quello realissimo di oggi, come in Saccomandi, o esprimere allo stesso tempo estrema dolcezza e inaspettata unicità, come nell’opera, bellissima, di Luciano Spessot, o immortalare ancora una volta l’immagine che da sempre ricordiamo (Molinaro, Sesia, Mapelli), si slanciano nelle danzatrici di Unia o quasi si nascondono dietro la porta di Cordero, “si santificano” nelle antiche divinità di Alemanno. Con Preverino, in un mai troppo condannato cono d’ombra, possono rappresentare quello squarcio umano che è la violenza sulle donne.In ultimo, la donna dell’Africa – nell’ampio panorama di sculture (tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del
Novecento) messo a disposizione da Bruno Albertino e Anna Alberghina, instancabili viaggiatori, collezionisti e studiosi – donna che assume un preciso valore rituale al di là della bellezza delle forme, “oggetti di culto, creati per favorire il rapporto con il sovrannaturale”, come sostengono le parole della coppia. Ne deriva la sacralizzazione della maternità e il giovane corpo femminile è guardato e inteso “come ricettacolo di fecondità”. Un messaggio che arriva da lontano, cui la mostra di palazzo Lomellini può offrire la possibilità di essere messo a confronto con le altre opere esposte. Questo era e rimane il nostro intento, i rimandi, le suggestioni, i confronti: nella speranza che l’invito sia colto dal grande pubblico che vorrà affollare la mostra.
Elio Rabbione
“Donne e Madonne. La figura femminile nell’arte dal XV secolo a oggi”, Palazzo Lomellini, Carmagnola, dal 1° giugno al 29 luglio, ingresso libero. Orari di apertura: giovedì venerdì sabato dalle 15,30 alle 18,30; domenica dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 18,30.
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Le immagini:
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Antonio de Carro
(Piacenza, 1360 ca – Piacenza, dopo 1410)
Madonna con il Bambino
tempera su tavola, 109,5 x 47 cm. (misure della pala: 153 x 53 x 63 cm.), collezione privata
Francesco Cairo (scuola di)
(Milano (Varese?), 26 settembre 1607 – Milano, 27 luglio 1665)
Lucrezia (“replica d’autore” del quadro esposto al Prado a Madrid)
olio su tela, 80 x 110 cm., collezione privata
Caspar o Gaspar Netscher
(Heidelberg, 1639 – L’Aia, 15 gennaio 1684)
Vertumno e Pomona
olio su tela, 125 x 115 cm., collezione privata
Gigi (Luigi) Chessa
(Torino, 15 maggio 1898 – Torino, 23 aprile 1935)
Nudo sdraiato
olio su tela, 1929, 49 x 61 cm., courtesy Galleria Biasutti & Biasutti, Torino, firmato e datato in alto a sinistra
Plinio Martelli
(21 dicembre 1945 – Torino, 2016)
M come Marina
fotografia in bianco e nero con applicazioni in foglia d’oro, 2010, 90 x 90 cm.
Celestino Turletti
(Torino, 19 febbraio 1845 – San Remo,1904)
Dopo il bagnetto
olio su tela, 65 x 41 cm., firmato e datato (188?) in basso a destra, courtesy Galleria Aversa, Torino
Figura di maternità Baoulé Noufougar con gemelli
Artista Baoulé. Costa d’Avorio Regione di Bouaké. Inizio XX secolo.
Legno con patina d’uso brillante ed erosa. Riparazione tribale. H. 52 cm., collezione privata
Benvenuti al consueto appuntamento con la rassegna del gruppo FB Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri: tra i volumi più letti e commentati del mese di maggio ci sono due uscite molto recenti, come E tu splendi, di Giuseppe Catozzella e La vita fino a te, di Matteo Bussola;
se il primo ha già raccolto commenti positivi, il secondo ha suscitato, per ora, molta curiosità ma non ci sono stati veri riscontri di lettura. Il terzo titolo più commentato del mese è il poliziesco di Michel Bussi, Nifee Nere, uscito da qualche anno ma sempe molto aprrezato e discusso dalla nostra community. Per lettori curiosi o interessati alla riscoperta di titoli più datati ma affascinanti, queste le proposte per il mese di maggio. Obiettivo Francia: è stato il paese ospite d’onore al recente Salone del Libro di Torino e se volete approfondire l’argomento, oltre alle novità e alle ultime tendenze, ecco una mini selezione di classici, noti e meno noti, scelti tra quelli recensiti nel nostro gruppo: Il fantasma dell’Opera, di Gaston Leroux, Volo di Notte di Antoine De Saint-Exupéry, Pierre e Jean, di Guy de Maupassant. Se , invece siete tra quelli che concepiscono la lettura come un vero e proprio viaggio per il mondo, vi consigliamo di addentrarvi nelle contraddizioni dell’India contemporanea, con I figli della mezzanotte di Salmaan Rushdie, di riflettere sul delicato nodo della questione palestinese con Ogni mattina a Jenin, di Susan Abulhawa e di lasciarvi trasportare dai misteri dell’Australia ancestrale, con Picnic a Hanging Rock, di Joanne Lindsay. Lo scrittore sotto i riflettori, questo mese è senza dubbio Wilbur Smith, molto presente nei comment e nei consigli di lettura del gruppo anche grazie alla recentissima uscita del suo ultimo lavoro Leoprad Rock: tra i suoi libri, in molti sembrano preferire quelli più datati come Il dio del fiume o Il Destino del leone. Chiudiamo la nostra rassegna mensile con un annuncio:Il primo raduno ufficiale del gruppo FB Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri. Incontro e dibattito a cura della redazione del gruppo, con scambialibro e musica dal vivo eseguita da Franco Befani. Conducono Claudio Cantini e Valentina Leoni.
Vi aspettiamo tutti!
Podio del mese
E tu splendi, di Giuseppe Catozzella (Feltrinelli) – Ninfee Nere, di Michel Bussi (E/O) – La vita fino a te, di Matteo Bussola (Einaudi).
Focus on Wilbur Smith: Il dio del fiume (Longanesi), Il destino del leone (Longanesi), Leopard Rock (Harper&Collins).
Obiettivo Francia: Il fantasma dell’Opera, di Gaston Leroux, (Newton Compton), Volo di Notte di Antoine De Saint-Exupéry (Mondadori), Pierre e Jean, di Guy de Maupassant (Garzanti).
Lettori intraprendenti: I figli della mezzanotte di Salmaan Rushdie (Mondadori) , Ogni mattina a Jenin, di Susan Abulhawa (Feltrinelli), Picnic a Hanging Rock, di Joanne Lindsay, di Joanne Lindsay (Sellerio).
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Testi : valentina.leoni@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it
Grafica e Impaginazione : claudio.cantini@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it
All’assemblea ordinaria di Finpiemonte del 30 maggio, la Regione chiederà che la Finanziaria regionale rinunci al ruolo di intermediario finanziario. Questo in sintesi il contenuto della proposta di atto deliberativo della Giunta regionale presentato in prima Commissione dalla Giunta regionale, necessario per fornire gli indirizzi al rappresentante regionale. In sostanza verrà chiesta la cancellazione dall’albo degli intermediari finanziari previsto dal Testo unico bancario. Come emerso dalla breve discussione e dagli interventi dei rappresentanti dell’Esecutivo, si tratta di un ripensamento del ruolo di Finpiemonte rispetto alla visione originaria di riorganizzazione societaria intrapresa due anni fa.Successivamente in congiunta con la terza Commissione è proseguito l’esame del disegno di legge 258 “Promozione della cittadinanza”: sono stati approvati gli articoli 9, 10, 11 e 11 bis. Tra queste disposizioni ce ne una che promuove i corsi di formazione per tutori volontari dei minori stranieri non accompagnati. Un’altra, invece, istituisce una Conferenza regionale triennale sull’immigrazione.
Pittrice siciliana, nasce a Cesarò nel 1973, il suo percorso artistico inizia da autodidatta
La sua arte è in continua evoluzione, dal realismo all’impressionismo, dall’espressionismo all’astratto, all’informale. Utilizza varie tecniche e materiali prediligendo acrilico e olio su tela.
In continua ricerca guarda alla natura, universo di incessanti stimoli visivi e sentimentali.
La mia visione dell’arte. Racchiudere l’arte in delle correnti è un’esigenza dell’uomo. Chiedersi oggi com’è l’arte contemporanea è come cercare una via da seguire per immettersi in un percorso sociale e regolare fatto di schemi mascherati di anticonformismo, un falso problema quindi. L’arte è un linguaggio universale che fa leva sull’immediatezza di comunicazione rispetto alla Babele linguistica costruita dall’umanità. Vedo il tempo, rispetto all’uomo, in sovrapposizioni di bianco e nero che arricchiscono la nostra identità di luci e ombre, di amore e dolore. Tutto ciò che è colore, nella percezione che io ho del colore, è ubiquo solo in natura: ciclica, spettacolare, misteriosa. Potrei impegnare un tempo infinito nell’osservazione di un fiore, di un insetto, di un albero per cogliere quell’attimo di luce che sprofonda nella materia e che ne risalta la magnificenza. L’ideale di giungere con un’opera alla bellezza della natura è per me un continuo stimolo fatto di consapevoli chimere, ma nel contempo cerco di trasmettere le mie percezioni attraverso le mie opere, comunicare perciò attraverso l’arte il riflesso della natura, in un continuo fluire di informazioni da trasmettere. Racchiudere, quindi, il tempo nell’opera stessa:
il passato, poiché quello che osservo ora è già passato adesso ed è frutto di
un passato primordiale;
il presente, poiché quello che dipingo racchiude il passato osservato e percepito e anticipa il futuro;
il futuro che è la continua trasmissione di sensazioni veicolate dall’opera e percepita dagli astanti. L’insieme dei tempi diventa fluido come il colore, come la luce, come l’ombra. Questa è dunque la mia prospettiva di oggi sull’arte, una prospettiva rivolta ovviamente all’uomo, ma veicolare dell’elemento naturale.
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Nella foto grande l’opera ” L’essenziale” che partecipa al concorso di arti figurative “Metropoli di Torino” (bandito dal centro artistico culturale “Arte Città Amica”) , che sarà esposta a Torino presso il palazzo Birago di Borgaro in via Carlo alberto, 16 (dal 16 al 28 giugno 2018). Nella foto in bianco e nero l’artista Giselle Treccarichi.
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I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle in Regione hanno esposto in aula cartelli con la scritta ”il mio voto conta”, seguendo l’invito del leader g Luigi Di Maio a manifestare contro la decisione del Capo dello stato si incaricare al Governo a Carlo Cottarelli, Il presidente del Consiglio regionale, Nino Boeti, ha chiesto il ritiro dei cartelli, che sono stati però riproposti dai pentastellati poco dopo, assieme ad un tricolore, non appena sono stati chiusi i lavori della mattinata a Palazzo Lascaris.
La piazzetta compresa tra lungo Dora Agrigento e strada del Fortino, nei pressi della biblioteca civica “Italo Calvino” (Circoscrizione 7), da questa mattina è intitolata alle Vittime dello stadio Heysel. Durante la cerimonia, nella quale sono intervenuti il presidente del Consiglio Comunale, Fabio Versaci, il presidente della Circoscrizione, Luca Deri, il dirigente della Juventus, Gianluca Pessotto, il presidente dell’Associazione dei famigliari vittime dell’Heysel, Andrea Lorentini e la presidente del Comitato di Reggio Emilia “Per non dimenticare Heysel”, è stata ricordata la tragedia avvenuta 33 anni fa, durante la quale morirono 39 persone, prima della finale di Coppa dei Campioni, Juventus Liverpool. Versaci ha sottolineato l’importanza del ricordo e delle immagini di quella sera come testimonianza “della partita della morte”, di “una partita di calcio che diventa
teatro di morte”. Sono il ricordo, ha evidenziato, che viene troppo spesso infangato da cori e striscioni negli stadi. Pessotto ha rimarcato come ci sia ancora poco rispetto per questa tragedia “che non appartiene a nessuna tifoseria, una tragedia italiana ed europea, troppo spesso messa da parte e dimenticata”. Dopo lo scoprimento della targa, alla quale ha preso parte anche la sindaca Chiara Appendino, è stata inaugurata la mostra “Per non dimenticare Heysel”, di Massimo Tadolini che sarà visitabile nei seguenti giorni e orari: lunedì 15.00/19.45 – martedì e mercoledì h. 14.00/19,45 – da giovedì a sabato dalle 8.15/14.00
Il nuovo Consiglio direttivo della Croce Bianca Orbassano, eletto in assemblea il 5 maggio, nella sua prima riunione, il 21 maggio scorso, ha riconfermato all’unanimità per acclamazione Luigi Negroni alla carica di presidente per il triennio 2018-2021.
La Croce Bianca Orbassano, aderente ad Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze), fondata nel 1980, è un’associazione di volontariato relativamente giovane nel panorama delle Pubbliche Assistenze, ma da sempre è all’avanguardia nel recepire le numerose sfide della società contemporanea. La Croce Bianca infatti ha già assolto a quasi tutti gli adempimenti del codice etico, parte fondamentale della riforma del mondo del volontariato, e ottenuto il rinnovo del Certificato Sistema Qualità Uni En Iso 9001:2015. Inoltre, la Croce Bianca Orbassano è molto attenta alla parità e pari opportunità non solo dal punto di vista formale, ma sostanziale con 12 candidate donne su un totale di 24 candidati all’elezione dell’attuale Consiglio direttivo. Con la modifica dello Statuto associativo dello scorso anno il Consiglio è passato da 13 consiglieri a 15 con l’ingresso di otto nuovi componenti.
Il nuovo Consiglio Direttivo è quindi composto da Luigi Negroni, presidente; Antonino Grande, vicepresidente; Bruno Pavanato, segretario generale; Jury Riva, direttore dei servizi; Marco Grechi, direttore autoparco; Francesco De Gregorio, direttore amministrativo.
Sono state assegnate anche le seguenti deleghe regolamentari: Remo Rugo e Maurizio Carmassi si occuperanno di formazione; Francesca Buonfiglio è alla commissione accoglienza; a Pierpaolo Salut, sede e sicurezza; Graziella Beltramino, immagine; Graziella Nari, segreteria delle direzioni; Alessandro Pazi e Lorenzo Veterre, Protezione Civile e a Yasmine Fekkak è affidato il Gruppo giovani.
Il presidente Croce Bianca Orbassano, Luigi Negroni «Un doveroso ringraziamento ai consiglieri uscenti, che nello scorso mandato hanno lavorato bene, portando a termine obiettivi importanti come la creazione del gruppo giovani, la modifica dello statuto associativo, il codice etico, l’attuazione di progetti e provvedimenti per l’adeguamento alle normative di sicurezza della sede. Do il benvenuto ai nuovi consiglieri e un augurio a tutti, che in questo mandato si riescano a realizzare altri importanti obiettivi. Vista la responsabilità giuridico amministrativa che il mio ruolo ricopre sono certo dell’aiuto che arriverà dai nuovi consiglieri, al quale io risponderò con la fiducia nel loro operato. Prove importanti ci attendono nei prossimi mesi, tra cui l’adeguamento alle disposizioni della nuova legge del Terzo settore. A riguardo, diversi decreti attuativi sono rimasti ancora in fase di definizione».
La Croce Bianca Orbassano può contare sull’impegno di 275 volontari, di cui 103 donne, e 12 dipendenti grazie ai quali annualmente svolge oltre13mila servizi. Si tratta di trasporti in emergenza-urgenza 118, servizi socio sanitari, assistenza a eventi e manifestazioni con una percorrenza di circa 328mila chilometri. L’Anpas Comitato Regionale Piemonte rappresenta 78 associazioni di volontariato con 9 sezioni distaccate, 9.471 volontari (di cui 3.430 donne), 6.635 soci sostenitori e 377 dipendenti. Nel corso dell’ultimo anno le associate Anpas del Piemonte hanno svolto 432mila servizi con una percorrenza complessiva di circa 14 milioni di chilometri utilizzando 382 autoambulanze, 172 automezzi per il trasporto disabili, 223 automezzi per il trasporto persone e di protezione civile.
Matilde Borello, tuffatrice classe 2002 tesserata per la Blu 2006 Torino, ha vinto l’argento dal trampolino 1 metro e il bronzo dal trampolino 3 metri (categoria Junior) nella terza tappa del Gran Premio Azzurri d’Italia. Nella gara da metro ha chiuso al secondo posto con 294,40 punti alle spalle di Silvia Alessio (Triestina Nuoto, 306,05) e davanti a Giulia Vittorioso (MR Sport Fratelli Marconi, 292,95). Nella gara dai 3 metri ha invece concluso al terzo posto con 318,40 punti, pari merito con Silvia Alessio (Triestina Nuoto) e dietro a Giulia Vittorioso (MR Sport Fratelli Marconi, 338,70) e Camilla Magnolini (Circolo Canottieri Aniene, 329,40). Matilde Borello è allenata da Claudio Leone ed è alla prima stagione nella categoria Junior. Maggiori informazioni su https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/main_new.asp?area=3&read=tuffi&menu=agonismo