redazione il torinese

M5S chiede l’addio al vitalizio regionale

I pentastellati piemontesi intendono tagliare i vitalizi di Palazzo Lascaris, sull’esempio di quanto avvenuto alla Camera. In realtà in Consiglio regionale il vitalizio non esiste più da tempo, ma risparmiare  ulteriormente è pur sempre possibile. Dopo l’esultanza della sindaca di Torino Chiara Appendino, che ieri ha postato una mini-clip su Facebook nella quale, salutando con la mano, diceva “vitalizi bye bye”, ora è la volta dei consiglieri regionali grillini Bono e Bertola che chiedono  di discutere la loro  proposta di legge regionale del 2017 “Rideterminazione contribuitiva degli assegni vitalizi”  entro settembre, prima della campagna elettorale per il rinnovo dell’Assemblea piemontese.

Cardiologia: Rivoli e Pinerolo eccellenze regionali

Pubblicati in questi giorni i dati del Programma Regionale di Valutazione degli Esiti degli interventi sanitari


Sono stati recentemente presentati e pubblicati sul sito della Regione Piemonte i dati di P.Re.Val.E. – Programma Regionale di Valutazione degli Esiti nell’ambito di procedure mediche e di ricovero degli interventi sanitari, curato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Piemonte. P.Re.Val.E. è parte integrante del Programma Nazionale di Valutazione di Esito (PNE), gestito da AgeNaS per conto del Ministero della Salute e individuato come strumento per la valutazione degli esiti delle cure del Sistema Sanitario Nazionale. Il Programma (http://95.110.213.190/prep2018/index.php) contiene le informazioni relative alle cure erogate da tutte le strutture sanitarie regionali nell’anno 2017, sulla base delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) che ciascuna redige e trasmette. I presidi ospedalieri dell’ASLTO3 (Rivoli, dove la Cardiologia è diretta dal Dott. Ferdinando Varbella, e Pinerolo, dove la Cardiologia è diretta dal Dott. Riccardo Riccardi) hanno riportato anche nel 2017 risultati eccellenti, confermando i dati pubblicati due anni or sono. In particolare le Patologie Cardiovascolari oggetto di monitoraggio sono lo Scompenso Cardiaco (con indicatori di volume e mortalità) e l’Infarto Miocardico Acuto (con indicatori di volume, mortalità e tempestività di intervento di Angioplastica Coronarica – PTCA) nell’anno 2017.Per quanto riguarda lo Scompenso Cardiaco gli ospedali di Pinerolo e Rivoli hanno trattato complessivamente 366 casi, con una mortalità molto bassa, pari al 5.74% a Pinerolo e al 6.62% a Rivoli, a fronte di una mortalità media regionale del 12.22% a 30 giorni dalla dimissione. Anche per il trattamento dell’Infarto Miocardico Acuto i numeri testimoniano l’efficacia della collaborazione e dell’integrazione dei due presidi ospedalieri, che lavorano in rete da 10 anni: 1.010 casi trattati nel 2017, di cui 306 infarti STEMI (Infarti Miocardici Acuti con Sopraslivellamento del tratto ST) che ricevono nel 91% dei casi intervento precoce di Angioplastica coronarica – PTCA.Il numero di pazienti trattati rispecchia il vasto e popoloso bacino di utenza dell’ASLTO3, che riceve nei suoi presidi ospedalieri cure tempestive e di altissimo livello: il tasso di mortalità a 30 giorni per Infarto Miocardico è del 4.82% a Rivoli (sede del Laboratorio di Emodinamica, ove si effettuano le PTCA -Angioplastiche coronariche) e del 6.54% a Pinerolo, a fronte di una media regionale dell’8.02%. Sempre a proposito di numeri, sono stati presentati al Congresso GISE, unica Società Scientifica di tutti gli Emodinamisti Italiani (https://gise.it/statistiche Nazionali) i dati di attività dei Laboratori di Emodinamica. Il Centro di Emodinamica unico ASLTO3 – A.O.U. San Luigi di Orbassano ha riportato, per il secondo anno consecutivo, dati di gran lunga superiori al resto del Piemonte, con 2841 procedure coronariche totali, di cui 1679 angioplastiche coronariche. Il totale di angioplastiche coronariche colloca il  centro tra i primi cinque in Italia sia per le procedure elettive sia per il trattamento dell’infarto miocardico, con 854 casi di cui 328 STEMI.

 

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TUFFI: Campionati Italiani Assoluti, tre piemontesi in gara a Bolzano

In corso  alla piscina Karl Dibiasi di Bolzano il fine settimana dei Campionati Italiani Assoluti Estivi di tuffi, in programma fino a domenica 15 luglio. La manifestazione è valida come terza e ultima prova di selezione in vista dei Campionati Europei (Edimburgo, 6-12 agosto) e sarà indoor – come gli Assoluti Invernali di Torino disputati aprile – proprio in preparazione all’appuntamento continentale che si svolgerà al coperto. Complessivamente sono iscritti 60 atleti di 18 società, più alcuni tuffatori stranieri ammessi al campionato in virtù della sua formula open. Tre i piemontesi in gara: Eduard Timbretti Gugiu (Trieste Tuffi Edera 1904/Blu 2006 Torino), Matilde Borello e Eleonora Zich (Blu 2006), tutti e tre allenati da Claudio Leone. Matilde sarà impegnata nelle due prove dal trampolino (1 e 3 metri), mentre Eleonora si tufferà dalla piattaforma. Eduard prenderà parte a tutte le gare individuali e gareggerà anche in sincro dal trampolino 3 metri in coppia con Marcello Meringolo (Cosenza Nuoto). Tutte le finali saranno trasmesse in diretta su Rai Sport +HD, venerdì e sabato dalle 17.00 e domenica dalle 14.30. Il calendario nazionale dei tuffi si concluderà poi nell’ultimo week end di luglio, con i Campionati Italiani Estivi di Categoria in programma a Roma dal 26 al 29.

Programma completo su https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20180712200706&area=3&menu=agonismo&read=tuffi

Il “Volo dei numeri” di Merz illumina la Mole

Il ‘volo dei numeri, opera dell’artista Mario Merz ispirata alla serie di Fibonacci, collocata sulla cupola della Mole Antonelliana nel 2000, resterà d’ora in poi costantemente accesa, dall’imbrunire di ogni giorno fino all’una d’estate e a mezzanotte d’inverno. I numeri “in volo” nell’installazione di Merz sono quelli della serie di Leonardo Pisano, detto Fibonacci. Il matematico medievale toscano – che introdusse tra l’altro in Italia l’uso delle cifre arabe – così sintetizzava la progressione che, in natura, determina la crescita e la proliferazione delle forme: in questa successione, ogni numero è la somma dei due precedenti. L’artista ha più volte utilizzato la serie di Fibonacci come elemento delle sue installazioni; allo stesso modo, è stato fra i primi ad assumere la luce fluorescente come metafora dell’energia. Qui, però, la successione numerica assume nuovi significati sia come forte segnale luminoso disposto sulla Mole, sia in rapporto alla curva (altro schema di frequente utilizzazione matematica) della cupola della costruzione di Antonelli. L’opera, illuminandosi tutte le sere, diventerà un tutt’uno col monumento simbolo della città.

OLIMPIADI 2026: NAPOLI-RUFFINO (FI) “PROPOSTA M5S È SUICIDIO PER CANDIDATURA TORINO”

Il commento dei deputati di Forza Italia Osvaldo Napoli e Daniela Ruffino


“La delibera presentata dai Consiglieri della maggioranza M5s ai capigruppo è un palese tentativo di suicidio per la candidatura olimpica di Torino. La delibera grillina non solo si limita a prendere atto dei punti vincolanti del protocollo del Coni, ma addirittura pretende di dettare al Coni le regole del Comune rivendicando, in nome della sovranità popolare di cui sarebbe espressione, il diritto a imporre le sue regole perfino agli altri Comuni candidati. È ovvio che siamo di fronte a un delirio di onnipotenza politica che sarà pagato molto caro dai torinesi, dal territorio, dai Comuni valligiani e da tutti quegli attori sociali ed economici che puntano sulle Olimpiadi per ridare slancio al tessuto produttivo della Regione. La delibera del M5s è invotabile e la responsabilità politica della sua eventuale approvazione in Consiglio ricadrà tutta intera sulle spalle del sindaco Appendino, che continua a subire il ricatto politico-amministrativo dei dissidenti del suo partito rispetto ai quali non ha la forza di prendere il largo. A questo punto ci appelliamo come Forza Italia agli 11 sindaci delle valli coinvolte nel progetto olimpico per sollecitarli, insieme alle forze economiche e sociali, a mobilitarsi e prendere in mano la proposta di candidatura.”

Rocco Papaleo live

Estate Reale – piazzetta Reale fino al 15 luglio www.torinoestate.it

Sabato 14 luglio il poliedrico artista lucano coinvolgerà il pubblico in un viaggio straordinario in cui le parole incontrano la musica, tra canzoni, racconti poetici e realistici, monologhi e gag surreali. Lo spettacolo nasce dalla volontà di creare un teatro “a portata di mano”, capace di divertire e al tempo stesso emozionare. Uno show come un diario da sfogliare a caso, fatto di pensieri sparsi, brevi annotazioni e rime lasciate in sospeso che si fanno parole in musica, in un riuscito esperimento di teatro-canzone, con un occhio a Gaber e uno alla Basilicata.

 

Rocco Papaleo, voce
Arturo Valiante, pianoforte
Guerino Rondolone, contrabbasso
Davide Savarese, batteria e percussioni
Giorgio Tebaldi, trombone

Allo Zero festival beer sfilano le stelle

Di scena, fra i tanti, anche gli Statuto, Beppe Braida, Gianluca Impastato, Ivan Cattaneo, Gianni Drudi e Fede Poggipollini

Azzerare le bollette può anche far divertire. Creare aggregazione, incontro, e occasioni per vivere d’estate grande musica e cabaret d’autore. Al via a Pianezza (TO), in Via Torino 29/B presso l’area spettacoli ‘Vertigo’ la Sesta Edizione dello ‘ZERO Festival Beer’, affermata kermesse divenuta con successo parte integrante del circuito delle grandi manifestazioni estive piemontesi che quest’anno prende il nome proprio da ‘ZERO’, il primo social utility network della storia nato a Torino che, dal 2015, riesce ad azzerare le bollette di luce e gas, canone Rai e accise comprese, per la gioia dei consumatori. ‘Zero Festival Beer’: un calendario ricco di appuntamenti che spaziano fra i generi più diversi, che si apre il 19 luglio con gli I-Dea e i Senso Unico (Pop-rock). Il 20, invece, di scena le risate d’autore di Beppe Braida e ‘Gli Sconnessi’ con l’altrettanto divertente Gianluca Impastato più ‘I 60 Beat’. Sabato 21, invece, arriva lo ska degli Statuto. Il 22, giornata multidisciplinare con il ‘Beer Tunig Festival’, laboratorio gratuito di pizzica e la Torino Attarantatà 2018 con Simone Campa e La Paranza del Geco. Il 23 Luglio, invece, è la volta degli ‘Standing Ovation’, storica e affermata tribute band di Vasco Rossi guidata dal grintoso Andrea ‘Innesto’ Cucchia. Martedì 24 spazio alle danze caraibiche con ‘Noche Latina Live’, e l’esibizione delle migliori scuole di ballo di Torino. Giovedì 26 è di scena Ivan Cattaneo, mentre il 27 arriva l’energia di Fede Poggipollini, storico chitarrista di Luciano Ligabue, con un omaggio al rocker di Correggio. Appuntamento col revival il 28 luglio: attesi sul palco Gianni Drudi e i Radiostar’ per la ‘Fiki Fiki Night’, dal nome del più grande successo degli anni ’90 del celebre cantautore romagnolo. Gran Finale con ‘Torino Sotterranea’ il 29 luglio. Conduce la manifestazione Claudio Sterpone, attore cinematografico e stimato cabarettista già nel cast di ‘Colorado Cafè’, ‘Zelig Off’ e molti altri. Media partner dell’evento è ‘Radio GRP’, storicamente la Radio più ascoltata e seguita in Piemonte, mentre la Direzione Artistica porta la firma di Andrea Carbonara e Marco D’Angeli. “Riempie di orgoglio il poter aiutare una comunità a sostenere un progetto che altrimenti incontrerebbe maggiori difficoltà nella realizzazione. Specie quando si tratta del paese in cui vivi”, spiega Cristiano Bilucaglia, il noto imprenditore e mecenate piemontese che ha ideato ‘ZERO’ (www.scelgozero.it), la rivoluzionaria start-up che azzera le bollette di luce e gas (canone Rai e accise incluse), quest’anno Main Partner dell’iniziativa. Per poi aggiungere: “In un momento in cui i bilanci dei comuni sono gravati da vincoli stringenti e casse vuote, è dovere di chi produce ricchezza sul territorio redistribuirla in modo equo: con un occhio di riguardo specialmente rivolto a quei settori che danno valore alla nostra Italia come la cultura e lo spettacolo”. Bilucaglia – ingegnere già eletto ‘Imprenditore dell’Anno’ nel 2015 e stimato dalle associazioni consumeristiche italiane – dopo aver dato un segnale di fede insieme al giornalista Maurizio Scandurra con la donazione di un candelabro artistico pregiato per i 150 anni della Basilica di Don Bosco a Torino, ha scelto “di proseguire concretamente nel percorso d’attenzione rivolta ad altri siti storici ugualmente degni di nota. Tale è, infatti, il ‘Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata’ di Grugliasco, dedicato a quell’0autorevole pezzo di storia nazionale rappresentato dal mito dei Caduti di Superga: a favore del quale, al netto delle spese, verrà devoluto l’incasso della serata inaugurale finalizzato all’ampliamento delle collezioni”.

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Per informazioni, è disponibile il sito www.scelgozero.it e la Pagina Facebook ‘ZERO FESTIVAL BEER’ (https://www.facebook.com/FestivalbeerDruento/).

 

Fondazione Cosso: “La timidezza delle chiome”

SABATO 14 LUGLIO – San Secondo di Pinerolo (Torino)


Lui è Pietro Maroè. E’ un giovane friulano di Collalto di Tarcento. Ha ventiquattro anni, un diploma da perito agrotecnico e oggi studia Ingegneria. E’ anche istruttore di treeclimbing e, anni fa, con alcuni amici – “arbonauti” ha fondato SuPerAlberi, un gruppo che si occupa di studiare, misurare e curare gli alberi monumentali. Meglio, tutti gli alberi – monumentali e non – che, per un verso o per l’ altro, abbiano bisogno del loro intervento e della loro assistenza. Dalle gigantesche piante dell’Australia a quelle meno imponenti ma non meno vitali e preziose che abitano i nostri giardini “addomesticati”. Amore senza fine, quello di Pietro per gli alberi. Sbocciato ai tempi del biberon e trasmessogli dal padre Andrea, di mestiere agronomo. In pratica, sugli alberi Pietro da sempre ci vive. “Li cura. Li ascolta – ha scritto di lui, Concita De GregorioHa i palmi delle mani del colore della loro corteccia. Racconta che ci è salito prima di cominciare a parlare: suo padre lo ha portato su in spalla, nello zaino, il primo dei suoi ricordi”. E Pietro: “Sono sceso dagli alberi e ho imparato a camminare”. Con le piante e con i rami ci parla e loro parlano a lui. Lo giura. Parole, sussurri, bisbigli, racconti. Avventure. Mestiere. Tutto questo troviamo nelle 198 pagine che compongono il libro scritto da Pietro, per i tipi di “Rizzoli”, in omaggio alle verdi creature, regine di tutti i boschi del mondo.

Titolo, “La timidezza delle chiome”, il libro verrà presentato, per la prima volta in Piemonte, dalla Fondazione Cosso al Castello di Miradolo (San Secondo di Pinerolo, via Cardonata 2), sabato 14 luglio, a partire dalle ore 17. A ingresso libero e presente l’autore, l’incontro si inserisce nella programmazione estiva del progetto “Invito al Parco” e prevede anche una passeggiata nell’ottocentesco Parco dell’antica dimora guidata dallo stesso Pietro Maroè e da Daniele Pecollo, dottore forestale-ambientale. Sarà una passeggiata improntata alla conoscenza dell’ambiente, ma anche a una migliore conoscenza di noi stessi, poiché le piante, ci insegna Pietro, possono suggerirci – se ben ascoltate e comprese – una misura nuova per il nostro tempo: “Le piante sono lente, molto lente per la rapidità delle nostre vite. E mentre noi, impazienti del mondo di sotto, siamo incapaci di pensare con la misura dei secoli, loro ci vedono passare, ci guardano e sanno”. Senza clamori. Con gentilezza. E timidezza. Ecco il perché del titolo: “Hai mai visto nei boschi – spiega ancora Maroè – quella lama di luce che passa tra una chioma e un’altra, quando alzi la testa? La chioma dell’albero cresce, ma sa, sente, dove cresce l’altra e non si azzarda a toccarla. E’ timida. Quando l’altra chioma è vicina, smette di crescere nella sua direzione. Non la invade, non la tocca”. Questione di rispetto. Anche questo possono raccontarci – e insegnarci – i nostri secolari amici alberi. Per info e prenotazioni: tel. 0121/502761prenotazioni@fondazionecosso.it

Gianni Milani

Vincente la formula estiva dello Stabile: ma attenti ad “adattare” a cuore troppo leggero

Un applauso, immediatamente. Un’occasione nelle intenzioni vinta, ampiamente. Un’estate in cui chi governa la città (ma se ti volti indietro, da quanto tempo è così?) manco si sogna di inventarsi uno straccio di stagione di prosa che soddisfi gli appassionati, ecco che lo Stabile torinese s’inventa quello che nel paleolitico si sarebbe chiamato “punto verde”, un piccolo finale di stagione di 24 recite al di là della stagione ufficiale, e nel proprio gioiello del Carignano, “una sorta di Globe Theatre elisabettiano”, spiana un “prato inglese” – un nuovo palcoscenico, un piano verde che occupa e ricopre oltre la metà della platea – per far posto, a sere alterne, al Sogno di una notte di mezza estate del buon Shakespeare e al Romeo e Giulietta, nemmeno a dirlo, ancora dalla penna del Bardo. Titoli facili, popolari, adatti al palato di ognuno, due ciliegine da leccarsi i baffi, assaporate in un luogo dove la calura estiva nemmeno sai che faccia abbia, dove prendono posto (abbiamo visto e sentito) sorridenti e divertite turiste, grate per il diversivo non solo refrigerante ma anche culturale, dove alzi lo sguardo e ti accorgi dei palchi pressoché affollati di giovani e no, di coppie, di famiglie, di quanti non possono ancora stare sotto l’ombrellone, di quanti grazie ai prezzi stracciati per una sera si sono detti dai!, perché non andiamo a vederci una bella commedia? Ma. Già, perché un ma é in agguato sempre. E quel ma, per l’occasione (o ancora una volta), è in quel termine “adattamento” che spudoratamente campeggia assieme a quell’altro, “traduzione”, dovuti entrambi a chi è stato affidato il compito di guidare la nave. A chi scrive il termine “adattamento” procura quasi sempre una certa allergia, dal momento che è e rimane l’occasione per un certo velleitarismo spicciolo, la superbia d’imboccare la strada di una piena libertà, di una rivisitazione per troppi momenti campata in aria, per l’invenzione facile facile e banale nei risultati pur di far sorridere o sbellicarsi quel certo pubblico che con il Teatro ha poca dimestichezza e lavora più di pancia che di testa. Per la serie, ma che cosa abbiamo da adattare, in questo modo, Shakespeare? Se adattare vuol quasi soltanto dire un bel ciao alla logicità, al modernismo a tutti i costi, inseguire senza riuscirci un progetto che finisce per fare parecchia acqua, allora è meglio “non adattare”. E questo lo diciamo non perché si vogliano tenere gli occhi chiusi davanti alla più piccola innovazione (chiamiamola così?): forse soltanto perché non ci ritrovi quella sincera e logicissima serata di intelligente adattamento, facciamo un esempio che credo molti abbiano saputo apprezzare, quello che abbiamo gustato nel recente Don Giovanni di Binasco. Altrimenti si potrebbe anche scivolare verso quell’alzata di scudi degli abbonati del Regio che ha tagliato qualche testa e che ha suggerito messinscene di una certa maggiore fedeltà.

Prendete per primo (e soprattutto) il Sogno affidato agli ardimenti di Elena Serra. Cui non par vero di poter tagliuzzare a man bassa, di qua e di là, di avere a disposizione tanto ben di dio di superficie calpestabile e allora dai! che ti faccio correre quei poveri undici ragazzi in lungo e in largo, di dare il via con un incomprensibile quanto strassordante “eins zwei drei vier fünf” e alla musica dei Laibach, “ala musicale – mi viene spiegato – del collettivo artistico-politico Neue Kunst Slowenische, di bloccarsi sui tiramolla delle due coppie di amanti, sulla passione di Titania per il bell’asino illuminato da cento piccole luci, sui troppo farfugliati interventi, lontanissimi alla vista, delle figure regali. Di poter rinunciare alla compagnia di bravi ateniesi che dovrebbero preparare gli amori di Piramo e Tisbe in occasione delle nozze di Teseo e Ippolita per convogliare il tutto in una coppia di caciarosi militi partenopei che come il gioco delle tre carte ci scoperchiano con l’inganno i cinguettii amorosi di Giulietta e Romeo, di escogitare nuove frasi, allegre, attuali, allettanti all’orecchio di oggi. Alla fin fine, subdole. Allora, è davvero poco se qualcuno si chiede soltanto perché. Non che non debba confessare i suoi piccoli peccatucci, ma Marco Lorenzi è di un’altra pasta e la “sua” storia degli amorosi di Verona ti risolleva un po’ lo spirito. Sfronda anche lui, anche lui con spavalderia adatta, anche lui assorda con musiche senza ritegno ed esige da alcuni decibel vocali che lasciano il tempo che trovano (l’incazzatura di papà Capuleti), fa appollaiare il principe della città su di un’alta impalcatura manco fosse un deejay impazzito (perché a un certo punto la poesia dei due ragazzi, con tanto di allodola e usignolo, va a finire nella bocca di costui?), anche lui attualizza il linguaggio e gioca furbescamente su qualche personaggio, infiorettandolo di sottolineature dialettali, perde una buona occasione in primo luogo con la morte di Mercuzio. Ma lui ci mette un’anima dentro e una convinzione e un disegno e a sua contemporaneità regge appieno, veste i propri ragazzi come vestono i ragazzi di oggi, i duelli sono le scazzottature e peggio di oggi, la sfrontatezza portata all’eccesso sfocia in certa tragicità che viviamo, il sangue che vistosamente cola è quello dei fatti di certe discoteche o di certe strade. Un’adolescenza senza tempo, che oltre il termine funesto nel freddo della cripta che tutti conosciamo gli lascia restituire i due giovani suicidi alla vita di ogni giorno, vivi ed eterni. Di gran bellezza i costumi di Alessio Rosati e Aurora Damanti e qui winner is il Sogno. Con smisurata passione – chapeau a tutti – gli attori di oggi e maggiormente in via d’affermazione per domani. Qualcuno eccelle, altri hanno ancora necessità di qualche positiva limatura. Guardiamo ai primi. Beatrice Vecchione come Giulietta si conferma quell’attrice ormai a tutto tondo che già in altre occasioni ci è enormemente piaciuta, ben posta sulla scia Morelli/Lazzarini sino alla Rohrwacher di oggi, Raffaele Musella incarna con bravura, con i guizzi giusti, Robin e Frate Lorenzo, Marcello Spinetta esce dal gruppo nelle vesti di Romeo e soprattutto come Lisandro innamorato, come il Tebaldo di Vittorio Camarota, certe eccezionalità di Angelo Tronca come Mercuzio e come Bottom vengono smorzate ahimè da chi lo ha diretto, offrendogli su un piatto poco d’argento una traduzione e un adattamento. Repliche sino al 22 luglio.

 

Elio Rabbione

Nelle foto:

Per il “Sogno”, in ordine: Barbara Mazzi e Marcello Spinetta; Vittorio Camarota e Raffaele Musella; Marcello Spinetta, Barbara Mazzi, Christian di Filippo, Annamaria Troisi.

Per “Romeo e Giulietta”, in ordine: Beatrice Vecchione e Marcello Spinetta; Barbara Mazzi, Beatrice Vecchione, Giorgia Cipolla; Marcello Spinetta (di schiena), Vittorio Camarota.

 

Per le immagini degli spettacoli Copyright Manuela Giusto

Corso Orbassano, a 29 anni si impicca a un albero con la cintura dei pantaloni

La macabra scoperta è stata fatta questa mattina da una donna della zona. E’ stata lei a trovare  il 29enne suicidatosi impiccandosi a un albero di corso Orbassano con la cintura dei pantaloni. Il cadavere del ragazzo, di origine romena, era seminascosto dalle fronde. Presenti  sul posto i vigili del fuoco e la polizia scientifica. La strada è stata transennata in parte. 

 

(foto: Essepiesse – Il Torinese)