Tutti condannati per le “spese pazze”
La Corte d’Appello di Torino in relazione alla Rimborsopoli dei consiglieri regionali della passata legislatura di centrodestra oggi ha condannato per peculato tutti i 25 esponenti politici coinvolti, anche l’ex presidente della Regione Roberto Cota, gia’ assolto in primo grado e l’attuale capogruppo alla Camera del Carroccio Riccardo Molinari. Due consiglieri avevano rinunciato all’appello patteggiando. Le pene vanno da 11 mesi a 2 anni e 4 mesi.
“Insieme alla lotta contro il governo M5S-Lega”
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Il Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli in un’intervista radiofonica è stato molto chiaro: l’Alta Velocità Torino –Lione “è un’opera che abbiamo ereditato … il nostro obiettivo sarà quello di migliorarla, così come scritto nel contratto di governo …”. Dunque nessun blocco dei lavori per la realizzazione del Tav in Valsusa, così come per altre Grandi Opere previste in Italia, ma solo migliorie, ritocchi, se possibile abbattimento di costi. Un Tav infiocchettato da tante belle parole. Ora che qualche esponente locale del M5S continui a spacciare le parole del Ministro dei Trasporti per il loro contrario, per una sorta di stop o rallentamento del Tav, francamente è intollerabile, risulta essere una presa in giro. Il M5S, primo partito italiano al governo con la Lega, ha deciso di cambiare spartito. Ha deciso che non si vive solo di promesse elettorali ma del sostegno accordato dai poteri forti, gli stessi che non demordono dal perseguire la realizzazione del Tav in Valsusa. Contro questi poteri, contro un’opera inutile e dannosa occorre proseguire più che mai la mobilitazione e la lotta. Ma serve chiarezza non servono doppie parole. Nessuno pensi più di utilizzare il Movimento Notav per portare acqua al mulino del M5S e di un governo di destra il cui Ministro dei Trasporti, al pari di quello degli Interni, oltre che essersi convertito alle Grandi Opere non ha avuto ritegno alcuno nello sbarrare i porti italiani a quanti scappano dalle guerre e dalle violenze, ai disperati che muoiono a centinaia, a migliaia in mare. Ministri di questo genere e le forze politiche che lo sostengono meritano solo di essere cacciati a casa.
Ezio Locatelli Segretario provinciale
Gioco d’azzardo, i lavoratori in audizione
Vogliono la modifica della legge regionale in materia di contrasto al gioco d’azzardo, almeno chiedono che non coinvolgesse i locali e gli apparecchi già attivi prima dell’entrata in vigore della norma stessa. Sono i lavoratori del gioco legale, che si sentono penalizzati dalle nuove norme in particolare sulle slot machine
Martedì 24 luglio una folta delegazione di rappresentanti dei lavoratori impiegati nel comparto del gioco lecito, è stata ricevuta in Consiglio regionale dal presidente Nino Boeti, dalla vice Angela Motta, dal componente dell’Ufficio di presidenza Giorgio Bertola e dal presidente della terza Commissione Raffaele Gallo. All’incontro erano presenti numerosi consigliere e consiglieri.
I lavoratori in precedenza avevano già manifestato sotto Palazzo Lascaris, e lo stesso Boeti era sceso in strada ad ascoltare la loro voce assumendo l’impegno di ascoltarli in audizione.
I vari interventi hanno voluto spiegare come questa legge abbia messo in ginocchio l’intero settore. Dal 20 novembre scorso a oggi una novantina di persone sono state licenziate, altre lo saranno nei prossimi mesi. Sono state stimate cinquemila unità coinvolte dal provvedimento in tutto il Piemonte.
Gli operatori del settore chiedono di rivedere in parte la legge, almeno per permettere di lavorare a chi già da prima operava in questo settore, in quelli che soltanto in seguito alla legge sono diventati “luoghi sensibili”. Gli apparecchi – è stato sottolineato – rappresentano solo il 24 per cento del comparto in termini di fatturato, ma sono il 70 per cento dell’occupazione.
In Piemonte la nuova legge regionale interessa un comparto che supera i diecimila posti di lavoro. “Non si cura la malattia con i divieti e non si aiutano i disperati creandone altri per questo chiediamo alla politica di aiutarci attuando norme preventive a tutela delle persone malate, garantendo la sopravvivenza del settore”, hanno concluso i lavoratori.
MB – www.cr.piemonte.it
Olimpiadi, si decide il 1° agosto
Cortina, Milano o Torino? Chi rappresenterà l’Italia nella corsa all’assegnazione delle Olimpiadi invernali del 2026? La decisione si conoscerà tra un paio di settimane. Lo annuncia il presidente del Coni Giovanni Malagò: “Il primo agosto ci sarà una decisione, credo sia giusto e rispettoso della candidatura italiana, perché bisogna lavorarci al meglio e preparala. Così poi daremo più forza anche a livello internazionale”.
Belle arti oltre le barriere
‘Oltre le Barriere’ – progetto realizzato grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo partner di ‘Tutta mia la città’ di cui fa parte l’iniziativa – è stato elaborato da un gruppo di studenti dell’Accademia Albertina di Belle Arti per ridurre l’impatto dei jersey dislocati lo scorso anno nelle piazze e nelle strade del centro città a protezione dei pedoni, in seguito all’escalation terroristica
La proposta di abbellire le barriere è nata alcuni mesi fa, nel dicembre scorso, da un’idea condivisa tra l’assessorato comunale alla Cultura, la Fondazione Contrada Torino,l’Accademia Albertina di Belle Arti e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana. Le idee originali per ribaltare l’invasività degli ostacoli in cemento armato attraverso il segno distintivo dell’arte messe a punto da Donato MARIANO, Barbara MITTINO, Sara MOLINARI e Negar SHARIATY sono state presentate questa mattina a Palazzo Chiablese da Sergio BREVIARIO, Monica SACCOMANDI e Cristina TREPPO, docenti della Scuola di Decorazione dell’Accademia Albertina.La soluzione elaborata eviterà l’intervento cromatico diretto sulla superficie di cemento che sarà prodotto attraverso una copertura applicabile rimovibile in Pvc che aderisce perfettamente alla forma delle barriere.Il percorso che ha generato le idee creative di Oltre le Barriere è stato caratterizzato da diverse tappe: selezione degli studenti interessati e creazione del gruppo di lavoro; sopralluoghi per capire il contesto dove sono collocati i jersey anche in relazione al flusso di persone nelle diverse ore della giornata; elaborazione delle singole idee attraverso un confronto continuo con i docenti.
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Le quattro proposte presentate sono sintetizzate nel logo ‘RGPS’ in cui, ogni consonante, indica l’azione specifica di ciascun progetto.
R come RESPIRA si riferisce ad ‘Alberi Attraverso le Barriere’ ideato da Negar Shariaty che ha interpretato le barriere come finestre aperte che rimandano a una percezione di aria pura da inspirare per una liberazione interiore.
‘Alberi’, è la prima opera concretamente realizzata, che potrà essere ammirata in piazza Castello.
Torino è una città ricca di alberi. Si possono trovare nei giardini, nei parchi, nei viali e lungo i fiumi. Ed è per questo che le immagini scelte, sono quattro sequenze di gruppi di alberi presenti nei quartieri cittadini che si ripetono e che appaiono in movimento illuminati dalla luce del giorno in contrapposizione all’oscurantismo sociale del terrorismo e a qualunque tipo di repressione.
G come GUARDA identifica il progetto ‘Dettagli Parlanti’ di Sara Molinari e si ispira a ciò che vediamo quotidianamente, ma che spesso ci sfugge.
Il progetto racconta Torino attraverso gli elementi architettonici dei suoi edifici tra passato, presente e futuro. I ventitré quartieri della città, corrispondenti allo stesso numero delle barriere anti terrorismo, sono definiti nella loro individualità con il disegno di una composizione che racchiude elementi architettonici, sagome e scorci di palazzi caratteristici.
P come PENSA corrisponde a ‘Hybrid Connection’ di Donato Mariano che, con la sua realizzazione, invita a riflettere sulle immagini che si accumulano fuori e dentro di noi.
Una sequenza di figure digitali che nascono da un errore del computer, generate da un ipotetico sovraccarico di informazioni impresse sul laterizio. Non un’altra immagine da consumare, ma una riflessione che conduce a interagire con le barriere anti terrorismo trasformate in frammenti colorati della memoria.
S sta per SOGNA perché in ‘Spazio Torino’ di Barbara Mittino il sogno non ha età e le sequenze di illustrazioni fantastiche di giovani di diverse origini etniche rimandano alla creatività, alla natura, allo spazio e al gioco in un continuo cambio di scala tra mondo reale e immaginario.
Le barriere non devono essere viste come un oggetto limitante e legato a un senso di paura sociale, ma come pannelli di supporto a un’opera che le trasforma invitando alla gioia attraverso la scoperta di un sogno sia individuale, sia collettivo. Rappresentazioni immaginarie come il gatto che salta sulla luna, i pianeti che sono bolle di sapone o cuscini, astronauti che fanno i funamboli e cactus grandi come palazzi cambiano il senso di un oggetto che ha solo una funzione di protezione e lo trasformano dando vita a qualcosa di dinamico e interattivo. Alberi stilizzati che rimandando al patrimonio ambientale torinese; dettagli dell’architettura cittadina; una sequenza di immagini digitali che nascono da un errore del computer; illustrazioni fantastiche di giovani di diverse etnie sui pannelli. Sono queste, in sintesi, le suggestioni nate nelle aule dell’Accademia Albertina che, oltre a consegnare un risultato efficace scaturito da un’entusiasmante occasione formativa, hanno generato progetti diversi che, grazie alla facile installazione e rimozione della copertura, hanno la peculiarità di essere alternati nel tempo.
E’ un autentico capolavoro dell’ebanista dei Savoia Pietro Piffetti, del valore di oltre 2 milioni di euro. Lo hanno recuperato i carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale. L’antica scrivania a doppio corpo con intarsi di avorio e madre perla, era scomparsa dall’Italia nel Secondo Dopoguerra, finendo prima in Francia, poi in Svizzera e infine negli Stati Uniti. Negli Usa alla fine degli anni ’90, era stata esposta al Metropolitan Museum of Art di New York. Il proprietario, che non sapeva della dubbia provenienza, ha prontamente restituito l’opera che aveva acquistato in passato.
C’è un brano al quale sono particolarmente legata, fa parte dell’album Cattura pubblicato nel 2003 da un artista che non sono solita seguire molto. Lui è Renato Fiacchini, in arte Renato Zero. Istrionico, provocatore, trascinatore, ha scritto più di 500 canzoni affrontando tematiche di tutti i tipi davvero. Con quasi 50 milioni di dischi venduti è tra gli artisti italiani che hanno venduto il maggior numero di dischi ed è l’unico ad aver raggiunto il primo posto nelle classifiche italiane ufficiali di vendita in cinque decenni consecutivi. All’inizio della sua carriera la frase che si sente ripetere più sovente è: ”sei uno zero”, e vorrei esserlo io uno zero come lui. Nell’atmosfera dei tardi anni sessanta, che si sta impercettibilmente spostando dalla ingenua fase del beat all’impegno politico, Renato è ancora alla ricerca di un’identità. Sarà nei primi anni settanta, con lo sviluppo completo del glam rock, caratterizzato da cipria e paillettes, che potrà proporre senza problemi il suo personaggio. Questo personaggio provocatorio ed alternativo verrà raccontato in pezzi come Mi vendo e nell’intero album Zerofobia, da Morire qui a La trappola, da L’ambulanza al brano-emblema della filosofia zeriana, Il cielo. Ma in Cattura, molti anni dopo, in quell’album, c’è una traccia che io amo alla follia: Magari. Magari mi entra nelle ossa, per la sua malinconica incertezza. Una voce narrante. Una nostalgia totalizzante. Dettagli di un caffè mai preparato. Complimenti mai realizzati. Un amore che non è potuto sbocciare. Un amore che non è potuto essere. Una speranza contraria e disperata per un amore che non sarà mai: “Mi amerai mai?” Magari. Magari toccasse a me prendermi cura dei giorni tuoi, svegliarti con un caffè e dirti che non invecchi mai, sciogliere i nodi dentro di te le più ostinate malinconie…magari. Amatevi, non vivete di magari, non fateli morire certi amori, vi renderanno felici. Magari non ve ne pentirete.
Chiara vi segnala i prossimi eventi… mancare sarebbe un sacrilegio!
Olimpiadi, Torino invia al Coni gli atti integrativi
Torino completa l’iter della procedura per ospitare le Olimpiadi invernali 2026, così come fatto da Milano. La sindaca Appendino ha scritto al presidente del Coni, Malagò, e al segretario, Mornati. Dopo lo studio di fattibilità per la candidatura olimpica al Coni sono stati inviati la lettera di supporto alla candidatura del presidente della Regione, Sergio Chiamparino, la mozione della Città Metropolitana di manifestazione di interesse alla candidatura, la deliberazione del Comune e gli atti dei Comuni e delle unioni montane.
Golf, Molinari non si ferma
Ha definito quella ottenuta all’Open Championship “la vittoria più importante e speciale della mia carriera. Vincere un Major era il sogno della mia vita, e l’ho realizzato”. Così Francesco Molinari dopo il successo storico a Carnoustie, al 6/o posto della classifica mondiale, mai accaduto per un italiano. “Ora non voglio fermarmi, – ha aggiunto – ci sono tanti obiettivi da portare a termine come la Ryder Cup di Parigi e le Olimpiadi di Tokyo 2020”.