redazione il torinese

Torino vuole l’adunata degli Alpini nel 2020

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Non solo la candidatura olimpica per il 2026, ma è possibile che sotto la Mole si tenga pure l’Adunata nazionale degli Alpini in programma nel 2020

 

 Il Presidente del Consiglio regionale del Piemonte Nino Boeti ha incontrato stamane una delegazione della Commissione di Valutazione della Candidatura, che è stata presentata dalla Sezione torinese, ma anche da quelle di Verona e Rimini. Da parte di Boeti è stato garantito “il favore da parte della Regione Piemonte” all’iniziativa ed è stato anche specificato che non mancherà “il sostegno affinché l’adunata possa svolgersi sotto la Mole”. Il Generale Renato Genovese, che è Presidente Commissione di Valutazione, ha sottolineato come “Torino abbia tutte le caratteristiche per ospitare quasi un milione di persone che l’Adunata coinvolge: lo ha dimostrato egregiamente già nel 2011. Prenderemo la decisione entro il prossimo ottobre, è evidente che se anche uno degli Enti locali coinvolti fosse non dico contrario, ma anche solo indifferente all’eventualità di ospitarci, sceglieremmo un’altra candidatura”.Boeti ha evidenziato come “tutti i sindaci del Piemonte riconoscano il valore dell’essere Alpini: questa è una regione che ha il sangue alpino nelle vene e Torino merita l’adunata 2020”

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La delegazione :

Sebastiano Favero (Presidente Associazione Nazionale Alpini)

Mauro Buttigliero (Vice Presidente Associazione Nazionale Alpini)

Gen. Renato Genovese (Presidente Commissione di Valutazione)

Giancarlo Bosetti (Componente Commissione di Valutazione)

Mauro Azzi (Componente Commissione di Valutazione)

Federico Di Marzo (Componente Commissione di Valutazione)

Romano Bottoso (Componente Commissione di Valutazione)

La candidatura piemontese era rappresentata da: 

Luca Salvai (Sindaco di Pinerolo)

Sandro Plano (Sindaco di Susa)

Guido Vercellino (Presidente ANA Torino)

Francesco Busso (Presidente ANA Pinerolo)

Cristian Massimino (Vice Presidente ANA Pinerolo)

Dario Balbo (Vice Presidente Vicario ANA Susa)

Mimmo Arcidiacono (Vice Presidente ANA Susa)

Pierangelo Berta (Vice Presidente Vicario ANA Torino)

Renato Cigliutti (Responsabile Pubbliche Relazioni ANA Torino)

 

La Garniture di Meissen per Vittorio Amedeo II

FINO AL 14 OTTOBRE

In principio erano sette. Ben presto restano in cinque. Finché nel secolo scorso, a metà anni Sessanta, tre prendono strade diverse e misteriose e non sempre del tutto chiare in giro per l’Europa. E a Torino restano così in due. La storia si inizia a Meissen, in Sassonia intorno al 1715 e si conclude a Milano (con incerte tappe intermedie) nel 2017. Uno spazio di tempo abissale, in cui ruota l’avventura della preziosa “garniture” da camino in porcellana bianca a pasta dura realizzata dalla celeberrima Manifattura Meissen, (inaugurata presso Dresda nel 1710 con l’intento di imitare la costosissima ceramica orientale) e regalata nel 1725 dal re di Polonia Augusto II – detto “Il Forte” – a Vittorio Amedeo II re di Sardegna, in segno di ringraziamento per averlo ospitato nel corso di un viaggio fra le Corti europee. Composto in origine da sette vasi di valore inestimabile, l’insieme viene subito collocato nella “Camera dell’Alcova” di Palazzo Reale a Torino. Se non che, già nel 1823, da documenti di corte, due pezzi risultano mancanti e, col tempo, anche gli altri cinque vengono separati. I due esemplari grandi, senza manici, rimangono a Palazzo, dove tuttora sono conservati sul Caminetto della “Sala del Caffè”. Il vaso maggiore ad anse e i due più piccoli, di straordinaria eleganza decorati con rami e roselline, sono invece trasferiti al “Museo Civico” (1877), poi esibiti alla “IV Esposizione Nazionale di Belle Arti” tenutasi a Torino nel 1880 e, infine, per volere di Umberto di Savoia, principe di Piemonte, ricollocati a Palazzo. Correva l’anno 1929. E la storia continua. Da Palazzo Reale, infatti, i “magnifici tre” escono ancora, prima del 1966, per essere venduti a un’asta, finché – al termine di un girovagare che pareva senza fine – entrano a far parte della prestigiosa Collezione Zerilli-Marimò. Fino all’anno scorso, 2017, quando il Museo Poldi Pezzoli di Milano riceve in dono proprio la collezione appartenuta a quei meravigliosi mecenati e ambasciatori della cultura italiana all’estero che furono Guido e Mariuccia Zerilli-Marimò. Un dono da favola per il capoluogo lombardo, un duro colpo per Torino che ancora una volta si vede privata della possibilità di riunire le cinque opere “consorelle”, fra le più importanti dell’arte ceramica settecentesca. Delusione in parte ammorbidita dal prestito temporaneo fatto dal milanese Poldi Pezzoli ai Musei Reali subalpini, grazie al quale le cinque porcellane di Meissen saranno nuovamente visibili, riunite tutte quante insieme, nella mostra ospitata fino al 14 ottobre prossimo alla Galleria Sabauda: prestito – scambio, dal momento che anche i vasi torinesi furono prestati un anno fa per un’analoga mostra tenutasi a Milano. Protagonista di un dono regale (fu in Europa il primo dono di porcellane da parte di un monarca), la “garniture” esposta oggi sotto la Mole, nella sua gloriosa “cinquina”, costituisce un insieme di eccezionale interesse, in primo luogo, per la sua antichità, trattandosi di una delle prime realizzazioni di Meissen e, in secondo luogo, per la qualità e la ricchezza delle decorazioni, con volute, teste d’angelo, foglie e conchiglie su modello di Johann Jacob Irminger e disegno di Raymond Leplat: primi saggi di esecuzione, la cui difficoltà tecnica si rivela in alcune piccole fenditure visibili nel corpo dei vasi. Ad impreziosire ulteriormente l’insieme sono poi le montature in argento dorato, mentre il vaso ad anse posto al centro della vetrina, reca ancora tracce della decorazione pittorica in oro applicata a fuoco, con motivi à la Bérain. Appuntamento da non perdere. Prima che termini il prestito milanese.

Gianni Milani

“La garniture di Meissen per Vittorio Amedeo II”

Musei Reali – Galleria Sabauda, Piazzetta Reale 1, Torino; tel. 011/5211106 – www.museireali.beniculturali.it

Fino al 14 ottobre – Orari: dal mart. alla dom. 8,30/19,30

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Foto: “La garniture di Meissen” – crediti fotografici: Mariano Dallago

La scuola Romero chiude per la messa in sicurezza

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – A seguito delle verifiche specialistiche che sono in corso sugli edifici comunali, in particolare su quelli scolastici, e a seguito della relazione conclusiva della ditta incaricata, sono emerse potenziali criticità causate da un difetto strutturale sulla scuola Romero di via Guarini n.19 a Venaria Reale. Tali criticità non garantiscono l’incolumità dei fruitori della struttura. In base alla valutazione degli esiti della verifica della struttura della scuola, sabato 21 luglio, il sindaco Roberto Falcone ha provveduto a firmare l’ordinanza per l’inagibilità temporanea dell’edificio. Il Settore Lavori Pubblici, rimodulando una delle progettazioni in corso, finanziate con il Bando Periferie, si è preventivamente attivato per poter inserire d’ urgenza anche questi lavori di messa in sicurezza, che occuperanno presumibilmente tutto il prossimo anno scolastico. In accordo con la Direzione scolastica, le classi coinvolte saranno spostate temporaneamente presso i locali di altri plessi secondo le modalità che sono state accuratamente individuate e illustrate nella riunione di ieri, 25 luglio, alla presenza dei rappresentanti dei genitori, dei docenti e del personale: le classi V e le classi IV saranno ospitate alla Don Milani e le restanti sei classi alla scuola Gramsci. Ulteriori dettagli sull’organizzazione saranno diffusi in accordo con la Direzione scolastica esclusivamente tramite comunicazioni ufficiali del Comune e dell’Istituto comprensivo. Il sindaco Roberto Falcone dichiara «La sicurezza viene prima di ogni cosa e in quest’ottica stiamo gestendo l’emergenza, e i disagi che ne deriveranno, con efficienza. Questo grazie alla collaborazione dei settori, della partecipata, della Direzione scolastica e soprattutto grazie alla pazienza delle famiglie. È doloroso chiudere una scuola – ha proseguito il sindaco -, ma in questi tre anni non ci siamo mai voltati dall’altra parte e abbiamo sempre anteposto sicurezza dei nostri ragazzi e manutenzione delle scuole a opere che probabilmente sarebbero state più visibili». L’assessore ai Lavori Pubblici, Giuseppe Roccasalva afferma «Criticità come queste vengono affrontate all’interno di un lavoro responsabile e sistematico che, visto lo stato degli edifici comunali e grazie alla capacità di intercettare fondi esterni alle nostre risorse, abbiamo impostato fin da subito con verifiche periodiche che portano alla rilevazione preventiva dei problemi. Questo ci consente di intervenire su due fronti: da una parte i problemi strutturali che vengono risolti alla radice con un piano tanto ampio quanto preciso; dall’altra le emergenze come questa, che vengono gestite prontamente all’interno delle progettazioni degli appalti definiti nel Piano triennale dei Lavori Pubblici. Non è la prima volta che l’assessorato deve affrontare una emergenza relativa agli edifici pubblici, fin da quando ci siamo insediati ci sono state sottoposte scelte difficili relativamente a potenziali rischi per l’incolumità degli studenti e le stiamo affrontando con tutte le frecce al nostro arco, definendo per la prima volta le priorità».

La juve vince con il lutto al braccio per Marchionne

CONTRO IL BAYERN MONACO

La Juventus vince all’International Champions Cup, il torneo amichevole che vede la presenza delle migliori squadre d’Europa. A Philadelphia la Juve ha battuto il Bayern Monaco per 2-0, merito della doppietta del nuovo acquisto Andrea Favilli.  Lo stadio del Lincoln Financial Field ha osservato, prima del calcio d’inizio,  un minuto di silenzio in memoria di Sergio Marchionne e i  bianconeri hanno giocato col lutto al braccio.

L’addio al manager che salvò la Fiat

Così il mondo delle istituzioni, dell’industria e della politica ricorda Sergio Marchionne

 

SERGIO MATTARELLA, Presidente della Repubblica “La sua visione ha sempre provato a guardare oltre l’orizzonte e immaginare come l’innovazione e la qualità potessero dare maggiore forza nel percorso futuro. Marchionne ha saputo testimoniare con la sua guida tutto questo, mostrando al mondo le capacità e la creatività delle realtà manifatturiere del nostro Paese”

JOHN ELKANN, presidente Fca . “Penso che il miglior modo per onorare la sua memoria sia far tesoro dell’esempio che ci ha lasciato, coltivare quei valori di umanità, responsabilità e apertura mentale di cui è sempre stato il più convinto promotore

MIKE MANLEY, nuovo ad Fca  “Sergio era un uomo speciale.E’ un momento molto triste e difficile. Una notizia straziante. Era un uomo unico e ci mancherà. Ho trascorso 9 anni parlando con Sergio ogni giorno e il mio cuore è spezzato.Il rapporto tra noi era basato sulla trasparenza, sulla focalizzazione sugli obiettivi e, cosa più importante di tutte, sul rispetto”.

CHIARA APPENDINO, sindaca di Torino: “Esprimo il profondo cordoglio, mio personale e della Città di Torino, per la scomparsa di Sergio Marchionne. Ci ha lasciato un manager globale, tenace e carismatico, uno degli uomini che più hanno segnato la storia economica del nostro Paese negli ultimi anni”.

SERGIO CHIAMPARINO , presidente della Regione Piemonte:“Siamo vicini alla famiglia e agli amici di Sergio Marchionne. Con lui scompare la figura di un manager lungimirante e innovativo, che ha saputo dare un futuro all’industria automobilistica italiana e internazionale. Ribadisco il nostro impegno a lavorare affinché Torino e il Piemonte rimangano centrali nel sistema Fca, valorizzando competenze, professionalità e centri di ricerca del più importante distretto automotive italiano”.

CESARE NOSIGLIA, arcivescovo di Torino: “Ricordo quando sono andato a visitare la Maserati di Grugliasco. Lui è arrivato in elicottero apposta con Elkann per farmi da guida. È stata una visita interessante e bella. Non era solo un manager, ma aveva una grande umanità verso gli operai. Non voglio dare giudizi pro o contro, in questo momento come prete voglio pregare per lui affinché venga accolto nel regno di Dio” (da la Repubblica)

LA JUVENTUS “Un gigante dell’industria, italiana e non solo, dotato di visione e capacità fuori dal comune”

SILVIO BERLUSCONI, ex premier “Dissi una volta, senza avvertirlo prima – e non me ne sono mai pentito – che mi sarebbe piaciuto vederlo alla guida del nostro Paese. Lo penso ancora: le caratteristiche di una persona straordinaria come Marchionne, la competenza, la preparazione, la capacità dimostrata di ottenere risultati importanti, sarebbero state preziose – se fosse stato disponibile – per ridare dignità alla politica”

Visioni e inalazioni eno-culinarie

Quadri, disegni, oggetti, profumi, ispirati al cibo e al vino, creati per stimolare i sensi della vista e dell’olfatto, saranno i protagonisti della mostra

Apertura straordinaria

Venerdì 27 luglio dalle ore 17 alle 20.30

MÚSES, Accademia Europea delle Essenze

Via Sant’Andrea 53, 12038 Savigliano (CN)

 

Prosegue al MÚSES di Savigliano la mostra esperienziale Doppio Senso, Visioni e inalazioni eno-culinarie. La mostra, che sarà visitabile fino al 30 settembre, osserverà un’apertura straordinaria venerdì 27 luglio dalle ore 17 alle ore 20.30 con DOPPIO SENSO SPECIAL: una visita esclusiva con giochi sensoriali abbinati alle essenze gourmand. Ideata in occasione del Bocuse d’or Europe, il concorso mondiale di alta cucina che quest’anno si è svolto a Torino, si tratta di una mostra eccentrica, dove il DOPPIO SENSO del titolo si riferisce ad artefatti, quadri, disegni, oggetti ma anche profumi, tutti ispirati al cibo e al vino, e creati per stimolare i sensi della vista e dell’olfatto dei visitatori. L’esposizione è divisa in due sezioni: la galleria del piano nobile di Palazzo Taffini ospita una serie di “visioni” di sei noti artieri subalpini – artisti, illustratori, designer – che si sono già segnalati per interessi ed elaborati, sovente spregiudicati, connessi all’enogastronomia e alla profumeria. I partecipanti rappresentano varie province del Piemonte: il Biellese con l’architetto Luisa Bocchietto, dall’anno scorso Presidente della WDO World Design Organisation; il Novarese con Corrado Bonomi; il Cuneese con Franco Giletta; e infine il Torinese con Titti Garelli, il defunto Plinio Martelli, e Roberto Necco di studio Elyron. La Sala degli Dei accoglie invece la seconda sezione, quella delle “inalazioni”, che consiste nell’installazione di una serie di “olfattori”, preziosi contenitori in vetro foggiati a Murano, contenenti bizzarri e spesso sorprendenti profumi gourmand: fragranze, maschili e femminili, create con essenze “appetitose” e selezionate a livello mondiale tra cui spiccano l’omaggio al DOPPIO SENSO reso da Luisa Bocchietto con il suo profumo B-SEX, gli effluvi di pancetta del Bacon Soap (esiste davvero, anche se par strano), l’odore da sexy dessert del Woman’s Best di Bruno Banani e l’Essenza dei confetti di Sulmona. Gli amanti dell’arte contemporanea potranno inoltre godere delle opere site-specific modellate sul tema della sensorialità e realizzate dagli artisti internazionali del progetto AMuSE. Giovani emergenti nel campo dell’arte contemporanea dall’Italia, Malta, Paesi Bassi e Lituania hanno infatti lavorato proprio a Palazzo Taffini nel mese di marzo, lasciando al MÚSES le loro installazioni. Il progetto Amuse – Artistic Multi Unique Sensorial Experience, è finanziato dal programma Europa Creativa (2014-2020).

DOPPIO SENSO. Visioni e inalazioni eno-culinarie

Curatela Sezione Visioni MIAAO; Sezione Inalazioni MÚSES

MÚSES via Sant’Andrea 53 12038 Savigliano (CN)

Dal 21 giugno al 30 settembre 2018

Orario dal martedì alla domenica ore 10-13 e 14-18. Il lunedì la sede è chiusa.

Ingresso compreso nel biglietto di ingresso (7 euro individuali, 5 euro per gruppi)

Info: info@musesaccademia.it; T 0172 375025

Punti patente, come recuperarli

 

Di Patrizia Polliotto * 

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Dal 1° luglio 2003 in Italia vige il regolamento della patente a punti. Il riferimento della normativa è l’articolo 126-bis del Codice della Strada. È importante sapere che si possono recuperare e come fare. La patente di guida, al momento del conseguimento, ha un totale di 20 punti per ogni automobilista. Se i punti dovessero finire, allora la patente andrebbe sottoposta a revisione, quindi l’automobilista dovrebbe sostenere nuovamente l’esame. È possibile verificare i propri punti sulla patente registrandosi sul sito web Il Portale dell’Automobilista, ad uso gratuito e patrocinato dal Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti. Esistono dei corsi di recupero appositi, organizzati da Autoscuole o altri soggetti autorizzati dal Ministero. Durano 12 ore e al termine i possessori di patente A e B potranno recuperare fino a 6 punti. Quelli che hanno patenti C, C+E, D, D+E, KA e KB possono invece arrivare a recuperarne fino a 9 con corsi di 18 ore. Se il punteggio non arriva a totale esaurimento e l’automobilista non commette infrazioni che comportino la decurtazione degli stessi per due anni, allora la patente torna a punteggio pieno. Non tutti sanno che i punti possono anche superare i 20 iniziali: se l’automobilista non ha mai subito una decurtazione, allora ne riceve in accredito due ogni due anni per arrivare a un massimo di 30 totali. Se si tratta di un neopatentato allora riceverà un punto all’anno per tre anni. I corsi di recupero hanno un costo. I prezzi sono differenti in base al soggetto e anche all’Autoscuola, ognuna delle quali applica una propria tariffa.

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*Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

 

Il “paese del pane bianco”

Nel ’44 abitavamo alla Mizzoccola, un mio fratello era in guerra, mia mamma che era rimasta vedova quando non avevo ancora un anno doveva badare alle due sorelle più grandi, a me che avevo 10 anni, a mia sorellina… Al collegio Rosmini ci hanno messo il cartellino poi in treno a Briga.

Sul treno le crocerossine mi hanno dato qualcosa da mangiare, pane e latte, e per paura di restare senza si cercava di nascondere il pane in tasca. A Briga ci hanno divisi, mio cugino è andato nel Ticino, io e mia sorella a Zurigo dove siamo stati 40 giorni… Siamo arrivati davanti ad una panetteria dove c’era esposto il pane bianco che non avevamo mai visto e dei dolci, siamo stati incollati col naso ai vetri davanti a quel negozio, il padrone dentro ha capito e ci ha fatto entrare. Ci ha dato pane, pezzi di dolce: abbiamo mangiato tanto che poi siamo stati male…“. Questo brano è tratto da una delle 45 testimonianze che il giornalista e storico, nonché partigiano Paolo Bologna raccolse nel suo libro “Il paese del pane bianco“, che venne pubblicato dall’editore Grossi di Domodossola nel 1994, in occasione del 50° anniversario della “repubblica” dell’Ossola. Nell’autunno del 1944, nel breve tempo di sei settimane, si consumò l’esperimento di autogoverno della “Giunta provvisoria di governo dell’Ossola”. In quei “quaranta giorni di libertà” una intera zona che si estendeva per circa 1.600 chilometri quadrati, con una popolazione intorno ai 75.000 abitanti e capoluogo Domodossola, venne completamente gestito e governato dai partigiani. L’attività della Giunta provvisoria di governo andò ben oltre l’ordinaria amministrazione, destando l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica internazionale, e venne ricordata per lo spirito democratico e profondamente legalitario che la caratterizzò. Il territorio liberato nel settembre di quell’anno venne però riconquistato dai nazifascisti nel mese di ottobre.In quei giorni caotici si temettero rappresaglie sui civili e i comandi partigiani, in collaborazione con le autorità della vicina Svizzera, organizzarono una vera e propria operazione umanitaria, che portò  oltre confine circa 2500 bambini italiani dai 4 ai 14 anni, accolti nella Confederazione Elvetica da centinaia di famiglie come fossero loro figli. Così la vicina Svizzera offrì rifugio anche a migliaia di persone tra combattenti e popolazione civile, confermando la sua antica tradizione di ospitalità. Ne “Il paese del pane bianco“, Paolo Bologna raccolse le testimonianze dei più piccoli, “alcune ingenue, tutte toccanti” che rappresentarono una sorta di sintesi dell’esperienza che quei bambini profughi vissero del 1944. Ogni testimonianza, ogni ricordo è parte di un mosaico dove prevale il senso dell’amicizia e della riconoscenza nei confronti delle famiglie elvetiche che diedero loro un tetto, di che sfamarsi e il calore della solidarietà umana. Un dono straordinario che rileggendo ora quelle storie, in un mondo dove i valori sembrano rovesciati, assume ancor più un valore, dal quale trarre motivo di riflessione. Per decenni quei bambini, diventati adulti, mantennero con le famiglie “affidatarie” un legame affettivo. Settantaquattro anni dopo, sfogliando le pagine di quel libro, guardando le foto in bianco e nero, leggendo i commenti, lo stupore, le speranze di quei bambini ci si dovrebbe chiedere se quella vicenda  non possa essere assunta a modello di accoglienza ai giorni nostri,  quando le cronache ci raccontano di migliaia di minori che cercano rifugio sulle nostre coste, in fuga da guerre, violenze, fame e carestie. Non dovremmo dimenticare che siamo stati un popolo di migranti ma spesso facciamo finta di non ricordarcelo. Così si sente dire “rimandiamoli indietro!”, “affondiamo i barconi!”, “come può una madre affrontare un viaggio così con dei bambini!”. Parole che testimoniano l’incapacità di capire la profondità delle tragedie che si sono lasciati alle spalle. Dimenticando quando altri seppero accoglierci, pur senza essere obbligati a farlo. Rileggere il bel libro di Paolo Bologna aiuterebbe se non altro a capire quello che accadde in quel lontano 1944 e magari a riflettere un po’ di più su ciò che ci accade intorno.

 

Marco Travaglini

 

Le foto in bianco e nero sono tratte dal sito www.storia.redcross.ch

La birra, una delizia da bere (con moderazione)

“Tutti noi abbiamo bisogno di credere in qualcosa: io credo che tra poco mi farò una birra” dichiara appassionatamente Homer Simpson

La cervogia, suo nome originario, è una tra le bevande alcoliche più antiche e conosciute, come diceva un anonimo, una invenzione paragonabile alla ruota, chi l’ha inventata è un saggio, affermava invece Platone.

Le sono state dedicate citazioni, pensieri, affetto ma soprattutto tempo, momenti di ristoro, intervalli di recupero, occasioni per allentare. Chi non sogna una birra per rilassarsi a fine giornata, o di questi torridi tempi, per rinfrescarsi e rinfrancarsi? Inoltre è utile sapere che la birra può essere utilizzata anche in cucina, nelle pastelle, negli impasti per le torte e in alcune ricette tradizionali può sostituire perfino il vino o il brodo. In un anno ne beviamo circa 30 litri a testa e gli estimatori sono soprattutto di giovane e mezza età, le donne la apprezzano particolarmente e in compagnia aggiunge valore all’incontro creando un rituale allegro e spensierato. Altro consumo ne ha testate una trentina tra lager (a bassa fermentazione con aromi di cereali, malto, miele e più alcoliche) e pils (con aromi resinosi e floreali, in genere più amare) e ha stilato una classifica di qualità in base ad alcuni parametri come la gradazione alcolica, l’acidità, il colore, la torbidità. La Menabrea, storica birra del biellese, ha superato brillantemente tutte le prove di laboratorio e di assaggio meritandosi il bollino del miglior test. Le altre italiane giudicate di qualità ottima sono la Peroni, la Poretti 4 luppoli, la   sarda Ichnusa e la Padavena. In lista altre buonissime birre molto popolari prodotte nel nostro paese e all’estero. (www.altrocumsumo.it/birre). Oltre alla valutazione che ne certifica la qualità e ne esalta le caratteristiche, si aggiungono a questa interessante ricerca alcuni spunti di riflessione che ci spingono principalmente ad un utilizzo parsimonioso e alla responsabilità, ma anche ad invalidare alcune infondate credenze legate al suo impiego che possono risultare dannose come, per esempio, il fatto che la birra aiuta la digestione, che si può bere in gravidanza o che si può usare come crema solare, niente di più falso! Non possiamo non dedicare uno spazio infine ad un segmento del mercato della birra sempre più apprezzato: la produzione artigianale . Moltissimi sono infatti i birrifici indipendenti, che non pastorizzano né microfiltrano la birra, e il fenomeno è in continuo aumento tanto da crearne una vera e propria catalogazione. Altra caratteristica di questa produzione non industriale è la creatività, si sperimentano infatti nuovi sapori creati dall’utilizzo di prodotti come le castagne o la frutta.

 

Maria La Barbera

 

RAFFORZAMENTO DELLA SICUREZZA E DELLA LEGALITA’ NELL’EDILIZIA PUBBLICA E PRIVATA

Domenico Ravetti (Pd): “Ho impegnato la Giunta a creare un portale che consenta di verificare regolarità e legalità dei cantieri

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 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO “Il Consiglio regionale ha approvato il mio ordine del giorno finalizzato ad impegnare la Giunta ad integrare nel più breve tempo possibile, sul modello della filiera edilizia bresciana, il Modello Unico Digitale dell’Edilizia, con il Sistema informativo SpreSAL (Servizi di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro) e ad attivarsi affinchè si possa firmare, tempestivamente, una convenzione per la gestione delle notifiche preliminari e il controllo sui cantieri” ha spiegato il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti“Il sistema delle Costruzioni – ha proseguito il Presidente Ravetti – rappresenta, da sempre, un settore strategico nel panorama produttivo del nostro Paese, ma è caratterizzato da una frammentazione delle attività che lo espone, più degli altri, a rischi derivanti dal mancato rispetto delle regole. Inoltre, la situazione di grave crisi che, ormai da anni, sta interessando questo settore potrebbe portare ad una recrudescenza di alcune forme di irregolarità e illegalità, quali fenomeni di elusione fiscale e contributiva, di infiltrazione malavitosa, di dumping sociale, attraverso la diffusa mancata applicazione del C.C.N.L dell’edilizia, nonché forme di lavoro irregolare”. “Ritengo fondamentale – ha concluso Domenico Ravetti – per preservare la legalità e la sicurezza nel settore dell’edilizia pubblica e privata che, come richiesto da molti attori del settore (ANCE, Confartigianato e principali sindacati dei lavoratori del Sistema Edile alessandrino), la Regione Piemonte si attivi per implementare il software dell’edilizia, creando un portale unico che consenta di verificare regolarità e legalità dei cantieri”