redazione il torinese

Una metropolitana di cultura

A Torino si possono scegliere itinerari a tema attraverso virtuali linee di Metropolitana, quelli della Metropolitana culturale

 

Esiste una metropolitana reale nelle principali città del mondo, Torino sta aspettando la sua seconda linea, ma proprio nel capoluogo sabaudo esiste anche una metropolitana virtuale, culturale che, attraverso le sue diverse linee, consente a turista ed utente del web di scoprire itinerari a Torino di interesse nel campo dell’architettura, dell’arte moderna e contemporanea e del design. Si tratta sl sito “www.metropolitanaculturale.it”.”Volevamo dare degli strumenti che fossero facilmente fruibili anche da chi non conoscesse Torino – spiega l’ideatore di “Metropolitana culturale”, Filippo Zanoni, giornalista specializzato nel settore automotive – ed abbiamo ideato un sito capace, attraverso diverse linee virtuali di metropolitana, di condurre il fruitore lungo itinerari a tema. Nel campo del design, per esempio, il percorso che abbiamo costruito comprende diverse tappe, tra cui quella della Cittadella del Design e della Mobilità Sostenibile, presso il Politecnico di Torino, in via Settembrini, proseguendo poi allo IED, istituto Europeo del Design, allo IADD, Istituto d’arte applicata e Design, ed al Circolo del Design. Di ogni tappa è possibile trovare una descrizione accattivante ed approfondita. Si scoprirà   così che il Circolo del Design vuole diventare un polo culturale e di riferimento per i giovani talenti e per lo scambio delle esperienze più innovative, attraverso incontri, dibattiti, workshop, ma anche essere un luogo informale di incontro e di confronti, di mostre e manifestazioni basate sulla creatività e sull’innovazione. Torino, d’altronde, è stata nominata nel 2014 City of Design dell’Unesco e nell’ ottobre dello scorso anno proprio qui è stata organizzata l’assemblea della World Design Organization, ritornata in Italia dopo 34 anni”.”L’itinerario dell’arte moderna e contemporanea – prosegue Filippo Zanoni – non comprende soltanto importanti realtà museali cittadine, quali la Fondazione Merz e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo o la Gam, ma anche le manifestazioni correlate a questo campo artistico, come Artissima e The Others”. Le linee di Metropolitana Culturale sono quelle “moTore” (dedicata al Mauto, al Mirafiori Motor Village, al Centro Storico Fiat ed alla manifestazione di Automomotoretro’), Arte, quella della Architettura e la linea Design.

Mara Martellotta

 

www.metropolitanaculturale.it

 

Mense universitarie, Grimaldi (LeU): “Egregio Rettore, venga con me a pranzo”

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“Decida Lei il giorno, io propongo il luogo. Se ci diamo appuntamento alle 13, credo che per le 13,50 potremo essere dentro”

In aula l’Assessora Cerutti ha risposto all’interrogazione urgente del Capogruppo di LeU Marco Grimaldi sulla chiusura della mensa universitaria Borsellino. Il 31 luglio del 2018 sono infatti giunti a scadenza il contratto di affitto tra il gestore della mensa e la società proprietaria – che ha in concessione tutta la residenza Borsellino – e la convenzione con EDISU. Benché la scadenza fosse nota da tempo, ciò ha determinato la chiusura della mensa, come paventato dagli studenti.

La mensa, situata nella Cittadella Politecnica (dove, secondo i dati più recenti, viene consumata più della metà dei pasti delle mense EDISU di tutto il Piemonte) e operante come esercizio convenzionato al fianco delle mense universitarie date in appalto da EDISU, garantiva quasi 500 pasti ogni giorno e circa 100mila in un anno (seconda in Piemonte per numero di pasti erogati). Si tratta di un numero importante, che negli ultimi due anni è cresciuto significativamente (41,5%) in risposta alle nuove tariffe approvate dalla Regione Piemonte con l’esplicito obiettivo di incentivare l’utilizzo delle mense stesse, aumentato infatti complessivamente del 46% rispetto al 2015/16. Tale politica ha prodotto pertanto numerosi vantaggi per gli studenti e ha ricondotto verso un cammino di crescita il servizio di ristorazione EDISU. La chiusura della mensa ha dunque lasciato circa 500 studenti senza pasto e 10 dipendenti senza lavoro. Inoltre, proprio come temevano i rappresentanti di Alter.Polis, ha fatto sì che tutti gli studenti del Politecnico e gli ospiti delle residenze Borsellino e Mollino fossero costretti a riversarsi su un’unica struttura di ristorazione, la mensa Castelfidardo, già pesantemente congestionata, compromettendo la tenuta del servizio di ristorazione nell’area della Cittadella Politecnica. La situazione sta infatti creando da giorni code lunghissime all’ora di pranzo di fronte alla mensa Castelfidardo, unica convenzionata con EDISU nell’area del Politecnico e sola struttura in cui sia possibile mangiare a prezzi calmierati. L’Assessora al diritto allo studio universitario ha annunciato che la convocazione di un tavolo di confronto con l’EDISU, il Politecnico di Torino, le organizzazioni sindacali e le associazioni studentesche avrà luogo non prima di un approfondimento sull’affluenza della mensa Castelfidardo, su un bando per la Borsellino andato a vuoto e su altri aspetti critici. Già a giugno avevamo sollevato il problema con un’interrogazione. Gli studenti hanno ripetuto per mesi che non ci sarebbe stato bisogno di un monitoraggio per capire che la Castelfidardo sarebbe arrivata a saturazione. Così è stato, l’emergenza è già qui e ora. Per i ragazzi, ingolfati in code da 40/50 minuti, e per i lavoratori” – dichiara Grimaldi. – “La popolazione universitaria torinese è in continua crescita, gli iscritti a Torino residenti fuori regione sono quasi 34mila, con una crescita del 9% rispetto allo scorso anno. Sappiamo benissimo che per uno studente, tanto più se fuori sede, la mensa è un elemento discriminante. Magnifico Rettore, venga con me a pranzo. Decida Lei il giorno, io propongo il luogo. Se ci diamo appuntamento alle 13, credo che per le 13,50 potremo essere dentro”.

Gli architetti ripensano la Neonatologia del Sant’Anna

L’umanizzazione degli ospedali passa anche dalla progettazione degli interni. Questa è la sfida del workshop Spazi neonati. Progettazione partecipata per il co-living nel reparto di Neonatologia, di cui sono stati presentati pubblicamente gli esiti  all’ospedale Sant’Anna di Torino: gli architetti torinesi hanno proposto 4 concept per il reparto di Neonatologia universitaria dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino (diretto dal professor Enrico Bertino); tra questi, è stata selezionata la proposta del gruppo composto da Silvia Battistini, Gianni Cagnazzo, Anali Cantoral Ripas, Grazia Giulia Cocina, Monica Taverniti e Irene Vignati che sarà utilizzata come base per ridisegnare gli spazi. Questa la motivazione della giuria composta da Roberto Albano (Fondazione per l’architettura / Torino), Enrico Bertino (Reparto di Neonatologia Universitaria Ospedale Sant’Anna di Torino), Anita Donna Bianco (DEAR – Design Around Onlus), Sabra Miroglio (architetto) e Catterina Seia (Fondazione Medicina a Misura di Donna): Il gruppo ha sviluppato una perfetta analisi rispetto alle esigenze in quanto emerge un profondo ascolto, una buona filosofia di progetto e un’ottima metodologia di approccio. Appare la soluzione in grado di fornire i migliori spunti e la migliore definizione di concept complessivo, presupposti per un successivo sviluppo progettuale che tenga conto delle esigenze e dei vincoli imposti. Il progetto Spazi neonati, che vede i genitori dei neonati prematuri, i medici e gli infermieri della Terapia Intensiva Neonatale lavorare insieme agli esperti di architettura e design, nasce dalla volontà di riflettere sull’importante contributo che il disegno degli interni riveste per la vivibilità degli spazi di cura. Illuminazione, colori e comfort acustico sono alcuni dei tasselli che possono costituire un valore aggiunto all’impiego delle più avanzate tecnologie assistenziali e agli sforzi dei medici e infermieri impegnati nella cura di questi fragili bambini e nel sostegno delle loro famiglie. Il reparto di Neonatologia universitaria del Sant’Anna di Torino, al centro del workshop, è un reparto al terzo piano del complesso ospedaliero di via Ventimiglia, le cui attività si integrano con quelle dei vicini reparti universitari di ostetricia. Negli spazi della Terapia Intensiva si trovano a convivere anche per periodi di tempo prolungati genitori, infermieri e personale medico come in una seconda casa in cui l’accesso è aperto 24 ore. È emerso sempre di più negli ultimi anni l’effetto dell’ambiente sulla maturazione cerebrale soprattutto in questi neonati che sono in una fase molto critica del loro sviluppo neuroevolutivo. 24 progettisti, tra architetti, studenti e laureati in architettura, hanno lavorato all’umanizzazione degli ambienti ospedalieri a partire dall’analisi delle necessità di chi abita gli ospedali: pazienti e loro famiglie, medici e infermieri. Tra le esigenze, solo per fare qualche esempio, c’è la richiesta di spazi che consentano di poter trascorrere più tempo possibile vicino al bambino, che siano accoglienti, che facilitino l’orientamento, il supporto reciproco tra i genitori e che agevolino l’integrazione tra le attività di cura medica con le pratiche di umanizzazione. Ma c’è anche il bisogno di ambienti che facilitino il rilassamento e la rigenerazione fisiologica ed emotiva dei genitori in questo percorso molto difficile.Il gruppo vincitore è partito da un’attenta analisi della situazione attuale, mettendo in luce e valorizzando il fatto che all’interno del TIN (reparto di Terapia Intensiva Neonatale) convivano istanze contraddittorie e che aspetti solitamente negativi in questo ambito assumano invece una valenza positiva: il buio che protegge il bambino imitando l’utero materno, l’artificialità rappresentata dalle macchine che tengono in vita i neonati, la separazione che aiuta i genitori a distaccarsi e ad allontanarsi dalle difficoltà del momento. La vision del concept è sintetizzata nell’immagine di un bozzolo sospeso dalle tensioni tra polarità contrastanti. Il lavoro di riprogettazione ha privilegiato le istanze e gli spazi dei genitori: la sala a loro riservata, che attualmente è laterale, viene ricollocata in posizione centrale; attraverso l’eliminazione di alcuni setti murari infatti viene creato un unico ambiente che unisce diverse funzioni (relax, socializzazione, confronto con i medici, tiralatte,…) che sono differenziate attraverso pareti curve e arredi che consentono utilizzi flessibili e che garantiscono la privacy o la vicinanza delle altre persone a seconda delle necessità.L’iniziativa è promossa da Fondazione per l’architettura / Torino, DEAR – Design Around Onlus, Associazione che si occupa di umanizzazione degli ospedali intrecciando design, architettura e tecnologia, il reparto di Neonatologia universitaria ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino, NextAtlas, piattaforma innovativa di data intelligence esperta nello studio di trend di mercato e non solo, Fondazione Medicina a Misura di Donna, che da anni si occupa di progetti di umanizzazione della cura e dei suoi luoghi partendo dal Sant’Anna e Piccoli Passi Onlus, Associazione di genitori che sostiene il reparto di terapia intensiva della clinica universitaria ospedale Sant’Anna di Torino.

(foto archivio)

 

 

Torna (per poco) l’estate. Caldo fino a quasi 30 gradi

Tra mercoledì e giovedì, per il vento foehn che soffierà con  nella pianura piemontese e le temperature massime potranno sfiorare i 30 gradi, in particolare al confine tra il Piemonte e la Lombardia. Ma sono previste perturbazioni già  nel prossimo fine settimana. La Società Meteorologica Italiana segnala per mercoledì massime tra i 21 e i 25 gradi in pianura e bassa collina e 20-23 gradi in montagna nella quota tra i 1.000 e i 1.200 metri, con innalzamento dello zero termico a 4.200 metri. A Torino e in Piemonte permane la pressione atlantica insieme  con l’anticiclone nord-africano e il vento foehn sarà attivato dalle correnti secche da nord.

 

(foto: il Torinese)

“Il bug di Google consuma un mare di dati”

Un bug in Google News provocherebbe un consumo spropositato di dati”. Il forum di supporto di Big G – scrive il sito specializzato “The Verge” – pubblica numerose segnalazioni di una falla che interesserebbe, già dalla scorsa estate, il rinnovato servizio di notizie di Mountain View. L’app consumerebbe decine di gigabyte con ogni tipo di rete, sia wifi sia mobile. Le lamentele degli utenti  riguardano i costi e il fatto che tale consumo non è evidente a meno che non si controlli la pagina di utilizzo dei dati. Le segnalazioni sembrano provenire soprattutto  da Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone, al momento non  dall’Italia. Google sarebbe già  a conoscenza del problema.

Pronto soccorso oftalmico: quando l’apertura?

“La data precisa di apertura del “pronto soccorso oculistica” all’ex San Lazzaro di via Cherasco, sarà comunicata nei prossimi giorni“. È quanto ha dichiarato  l’assessore alla Sanità Antonio Saitta, nell’ambito dei question time, rispondendo a un’interrogazione dei consiglieri Benito Sinatora (lega Nord) e Stefania Batzella (Movimento libero indipendente). “Le aziende sanitarie coinvolte – ha puntualizzato Saitta – sono a lavoro con estrema attenzione insieme all’assessorato perché il progetto di trasferimento del pronto soccorso dell’Oftalmico rientra in un piano più ampio che riguarda l’abbattimento delle liste d’attesa e quindi del potenziamento dell’offerta su tutto il territorio. Il progetto condurrà alla creazione di una rete oftalmologia per l’intera città di Torino, all’ampliamento delle sedi di erogazione su tutta la città, alla riduzione delle liste d’attesa per la prima visita oculistica attraverso l’istituzione del percorso ad accesso diretto e alla riduzione dell’attesa sia per le prestazioni ambulatoriali che per le prestazioni chirurgiche”. La risposta dell’assessore ha però  convinto poco i consiglieri firmatari delle interrogazioni: “La vicenda del trasloco del pronto soccorso dell’ospedale Oftalmico da via Juvarra a via Cherasco – ha dichiarato Batzella – è nata male e temo che finirà anche peggio. Dopo gli innumerevoli annunci da parte dell’assessore Saitta sull’apertura del nuovo pronto soccorso oculistico nel complesso Molinette, la verità è che ad oggi non c’è ancora una data certa e lo ha dichiarato anche lui in Aula”. “L’approssimarsi della campagna elettorale – ha poi aggiunto Sinatora – potrebbe far dilatare ulteriormente i tempi di inaugurazione penalizzando gli utenti che subiscono già i disagi di una sanità che vede l’allungamento delle liste d’attesa”.

Dalla Regione 200 milioni alle imprese

Dal Consiglio regionale del Piemonte via libera per il provvedimento che prevede l’uso a favore dell’economia piemontese di 200 milioni di euro resi disponibili dalla riduzione del capitale sociale di Finpiemonte. La legge è stata approvata con i voti della maggioranza di centrosinistra. Le opposizioni avevano annunciato l’intenzione di votare sì per senso di responsabilità, ma alla fine hanno cambiato parere di fronte al rifiuto da parte della Giunta di alcuni emendamenti  di minoranza.Forza Italia non ha partecipato al voto, il Movimento 5 Stelle e il Movimento Nazionale per la Sovranità hanno dato la presenza.

Venerdì scioperano trasporti, scuola, sanità

Anche Torino domani, venerdì 26 ottobre, sarà interessata dallo sciopero che riguarda trasporti, scuola e sanità. La giornata di sciopero di domani è proclamata da Cub, Sgb, Sial Cobas. Saranno coinvolti i treni SFM escluse le linee sfmA e parzialmente sfm1 tra Settimo e Chieri. I servizi essenziali previsti in caso di sciopero nei giorni feriali dalle ore 6.00 alle ore 9.00 e dalle 18.00 alle 21.00 sono garantiti. Saranno invece in funzione regolarmente i servizi GTT.

 

(foto il Torinese – archivio)

I cento anni di Margherita Raimondo, la nonnina di Volpiano

Margherita Raimondo, nata il 21 ottobre 1918, ha festeggiato a Volpiano i suoi cento anni, insieme alle figlie Carla Bruna, Franca e Maria Cristina Cerutti, ai parenti e agli amici; erano presenti il sindaco Emanuele De Zuanne, che le ha consegnato la targa del Comune e una pergamena ricordo, il parroco don Claudio Bertero, e Marilena Milanesio, presidente del centro d’incontro «Alessandro Riboldi». Margherita Raimondo ha vissuto in Argentina dal 1948 al 1952, dove è nata la terza figlia, per poi ritornare in Italia con la famiglia. Commenta il sindaco De Zuanne: «Per l’amministrazione comunale è una consuetudine festeggiare i cittadini che raggiungono il secolo di età; in questi ultimi anni, da avvenimenti sporadici sono diventati sempre più frequenti, a testimonianza dell’allungamento della vita nella nostra società».

Piazza San Carlo, Cassiani (Pd): “Ho chiesto se la Regione intenda costituirsi parte civile per danno di immagine”

“Oggi, in Consiglio regionale, ho presentato un’interrogazione finalizzata a sapere se l’Amministrazione regionale intenda costituirsi parte civile contro gli imputati che verranno ritenuti responsabili dei fatti avvenuti in piazza San Carlo a Torino la sera del 3 giugno 2017, in occasione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid” ha spiegato il Consigliere regionale del Partito Democratico Luca Cassiani.

“Durante la partita, proiettata su due maxischermi collocati nella piazza – ha proseguito Cassiani – si verificarono, infatti, gravi incidenti che causarono la morte di una donna di soli 38 anni e  1500 feriti, alcuni dei quali molto gravi. Questi fatti hanno sconvolto non soltanto Torino, ma anche l’intera comunità piemontese e hanno generato un grave danno di immagine per la Città e per il Piemonte dal momento che la cronaca di quella sera ha trovato spazio non soltanto sui giornali italiani, ma su tutte le maggiori testate internazionali, dal New York Times al The Time, da Le Figaro a Bild”.

“A questo proposito – ha affermato il Consigliere Cassiani – nei giorni scorsi, è stata depositata in Consiglio Comunale, a Torino, una mozione che, se approvata, impegnerebbe la Città di Torino a costituirsi parte civile contro gli imputati che verranno ritenuti responsabili dei fatti, all’Udienza preliminare di oggi, 23 ottobre 2018, ma si apprende che il Comune non avrebbe intenzione di farlo”.

“Poiché la Città di Torino non intende costituirsi per richiedere i danni di immagine e reputazione derivati dai fatti del 3 giugno 2017 – ha concluso Luca Cassiani – è bene che la Regione Piemonte valuti tale possibilità, anche alla luce del rifiuto del Consiglio Comunale di Torino, per rappresentare il punto di vista delle istituzioni territoriali”.