redazione il torinese

La tragedia balcanica degli anni ’90 del secolo scorso: una storia rimossa?

In questo momento storico l’Unione Europea non gode certo di particolare favore e suona vana, se non fastidiosa la voce di chi ricorda che il suo principale merito è stato quello di aver garantito (finora) settantatré anni di pace nel Vecchio Continente (e per questo è stato insignita nel 2012 del Premio Nobel per la Pace).

Anche quest’affermazione, comunque, – vera se si fa riferimento ai principali Stati nazionali, quali Francia, Germania e Inghilterra che in pace sono davvero rimasti per tutto questo tempo, fatto assolutamente unico nella storia europea di sempre – deve essere corretta: non si è trattato di una pace “assoluta”, se non si vuole scriteriatamente dimenticare la serie di conflitti nella ex Jugoslavia scoppiati negli anni Novanta del secolo scorso.Una tremenda pagina di storia, non ancora adeguatamente meditata, che ha rappresentato il primo, vero ed innegabile, fallimento dell’azione diplomatica e politica lato sensu dell’UE.

Per cercare di fare il più possibile chiarezza e riportare l’attenzione su queste guerre – soprattutto per le generazioni più giovani, per i ventenni/trentenni che di ciò raramente hanno sentito parlare, e non certo a scuola, stante l’incuria in cui versa da decenni l’insegnamento di tale disciplina, né presa in considerazione nei test Invalsi né particolarmente amata dagli ultimi Ministri e alti dirigenti del MIUR, almeno dai tempi di Luigi Berlinguer in poi – è stato organizzato nel pomeriggio di giovedì 15 novembre in Sala Scimé a Mondovì  dalla Sezione dell’ANPI di Mondovì (CN) e dalla Delegazione di Cuneo dell’AICC, in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea di Cuneo, col Centro Studi Monregalesi, con Gli Spigolatori, l’Unidea, la Sezione Fidapa, il Liceo “Vasco-Beccaria-Govone” e col patrocinio della Città di Mondovì, il Convegno Nel cuore dei Balcani al tramonto del secolo breve.

Tre gli interventi:  ha introdotto il sottoscritto, con una premessa dal titolo Anche gli Stati muoiono: la fine della Jugoslavia; poi il Prof. Gigi Garelli ha trattato il tema, quanto mai attuale, dell’artata identificazione dell’ “altro” come “il nemico” con una articolata relazione dal titolo, appunto, Come ti costruisco il nemico. La regione dei Balcani dal sogno di Tito all’incubo di Srebenica; infine il giornalista Marco Travaglini ha parlato, con commozione e da profondo conoscitore della cultura slava, della situazione di Sarajevo in particolare e di tutta quella martoriata zona, riprendendo molte considerazioni dal suo recente libro Bosnia, l’Europa di mezzo. Viaggio tra guerra e pace, tra Oriente e Occidente (Ed. Infinito, 2015).Breve la vita dello Stato jugoslavo, durato nemmeno un secolo: dal 1918 quand’era Regno dei Serbi, Croati e Sloveni per passare al 1929 quando assunse il nome di Regno di Jugoslavia e per concludersi ufficialmente il 3 settembre 2003. In quel lasso di tempo, nel 1941 ci fu l’alleanza con Germania ed Italia, ma poi un colpo di Stato ruppe tale accordo e determinò l’invasione del Paese e ben dieci giorni di bombardamento ininterrotto su Belgrado, con conseguente resa dell’esercito e smembramento del Paese.  Sempre nello stesso anno, nel 1941, iniziò però anche la guerra di Resistenza e si creò il 27 giugno il comando supremo delle formazioni partigiane guidate dal capo del Partito Comunista, Josip Broz Tito: ancora molto discussa e tutta da studiare sine ira et studio la complessa vicenda dell’occupazione italiana di quei territori, che è passata dalla definizione di “occupazione allegra” – col carattere falsamente autoassolutorio della solita diagnosi di “Italiani brava gente” – a quella di Italiani “bruciacase”. Il 28 novembre 1945 nacque la Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia, diventata nel 1963 Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia: significativo lo stemma, sei fiaccole (i sei gruppi etnici) a costituire un’unica fiamma (l’unità dello Stato), circondata da spighe di grano (riferimento all’agricoltura e al popolo lavoratore) congiunte in cima da una stella rossa (il Partito Comunista). La Jugoslavia dapprima fu alleata dell’URSS, poi si defilò sempre più sino a mettersi a capo nel 1956 del movimento dei Paesi non allineati (l’allora detto “Terzo Mondo”), assieme all’Egitto di Nasser e all’India di Nehru. Fu dopo la morte del Maresciallo (4 maggio 1980) che quello che Garelli definisce “il sogno di Tito” (certamente non immune da eccessi dittatoriali e da un culto della personalità percepibile persino in una filastrocca che suonava così: Sei stati, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti e un solo Tito),  cioè quello di mantenere unito un miscuglio di popoli rispettandone e valorizzandone le diversità, ebbe vita brevissima: fallì l’idea delle presidenze collegiali, escogitata per garantire l’assoluta parità dei popoli jugoslavi (davvero impressionante il numero dei  deboli successori di Tito, elencati rapidamente in successione e rimasti in carica ciascuno per brevissimo tempo), finché nel 1986 emerse la personalità di Slobodan Milošević,  che divenne capo carismatico e restauratore del tema della “Grande Serbia”, con slogan chiarissimi quali: “Serbia è dove c’è un Serbo”, vivo o morto, non importava. Altre personalità  si distinsero progressivamente:  Franjo Tudjman, uno dei più giovani generali di Tito divenuto primo presidente della Croazia; Radovan Karadžić e Ratko Mladić, entrambi poi accusati di crimini di guerra e di genocidio… tutti personaggi che esaltarono i nazionalismi, arrivando a teorizzare la mostruosità della “pulizia etnica”. Si passò così dalla pacifica convivenza di etnie e religioni diverse (i serbo-bosniaci ortodossi; i croato-bosniaci cattolici; i bosniaco-islamici) alla sistematica e delirante “creazione del nemico”, come  evidenziato da Garelli. Dal 1991 iniziò il processo di proclamazione delle autonomie di Slovenia, Croazia, Bosnia, riconosciute l’anno dopo dall’ONU; dal 1991 al 1995 ci fu la guerra in Croazia, che si intersecò e sovrappose a quella in Bosnia (1992-5) con momenti assolutamente tragici:

  • l’assedio di Sarajevo (5 aprile 1992-29 febbraio 1996, protrattosi quindi oltre la fine stessa del conflitto, il più lungo assedio della storia del sec. XX, ben più lungo di quello di Stalingrado, durato dal 17 luglio 1942 al 2 febbraio 1943);
  • l’insensata distruzione del ponte di Mostar (9 novembre 1993: ne fu responsabile il generale Slobodan Praljak, che il 29 novembre 2017 fu condannato dal Tribunale dell’Aia a vent’anni di carcere per crimini di guerra: dopo la lettura della sentenza, Praljak ingurgitò una fialetta di cianuro e la sua morte fu ripresa in diretta dalle telecamere presenti in aula);
  • il massacro di Srebrenica (6-25 luglio 1995), quando l’esercito serbo-bosniaco agli ordini di  Ratko Mladić sterminò più di ottomila musulmani, maschi tra i 12 e i 27 anni, separati da donne e bambini e poi sepolti in fosse comuni, nonostante quella zona fosse stata dichiarata demilitarizzata e posta sotto la protezione dell’ONU.

Nel novembre 1995 l’Accordo di Dayton pose termine alla guerra e fu ratificato poi il 14 dicembre 1995 a Parigi, con la creazione di due entità distinte (la Federazione croato-musulmana e la Repubblica SRPSKA).

Oggi, quello che era un unico Stato è stato sostituito da ben sei Paesi: la Bosnia-Erzegovina con capitale Sarajevo; la Croazia con capitale Zagabria; la Macedonia con capitale Skopje; il Montenegro con capitale Podgorica; la Serbia con capitale Belgrado; la Slovenia con capitale Lubiana.

Marco Travaglini ha visitato tante volte Sarajevo e quei luoghi martoriati: la sua è una testimonianza diretta, da giornalista particolarmente sensibile agli aspetti umani. Tante le suggestioni e i momenti di commozione che ha trasmesso, foriere di riflessioni destinate a maturare in ciascuno di noi del pubblico. Egli ha giustamente parlato di “psiconazionalismo” per spiegare come un solo popolo, quello slavo, dopo un lunghissimo periodo di coesistenza rispettosa e pacifica di diversi culti e tradizioni religiose, abbia potuto massacrarsi in modo così orrendo; ha insistito sul micidiale valore simbolico rappresentato dal bombardamento del ponte di Mostar, avvenuto nello stesso giorno (9 novembre) in cui solo quattro anni prima si era abbattuto il muro di Berlino: due abbattimenti che non potrebbero essere di segno più opposto. Travaglini  ha evidenziato un’incredibile bizzarria della storia, la martellante ricorrenza di un’altra data, il 28 giugno, giorno di San Vito che è festa nazionale serba, quella che nel suo libro definisce l‘ossessione del 28 giugno e a cui dedica un intero capitolo (pp.147-151) da cui desumo:

–       28 giugno 1389: battaglia di Kosovo Polje (“il Campo dei Merli”), in cui i serbo-bosniaci al comando del principe Lazar Hrebeljanović – proclamato poi Santo dalla Chiesa ortodossa – furono vinti e sterminati dagli Ottomani, che inaugurarono così un dominio di cinque secoli su quelle terre. Esattamente sei secoli dopo, il 28 giugno 1989  Slobodan Milošević pronunciò un famoso discorso in cui risuonò un’affermazione sinistramente profetica: Sei secoli dopo, adesso, noi Serbi veniamo nuovamente impegnati in battaglie e dobbiamo affrontare battaglie. Non sono battaglie armate, benché queste non si possano ancora escludere;

–       28 giugno 1914: data famosissima, l’assassinio a Sarjevo dell’arciduca Francesco Ferdinando e di sua moglie Sofia in occasione della loro visita ufficiale proprio per la festa di San Vito ad opera del nazionalista serbo Gavrilo Princip. Fu il casus belli del primo conflitto mondiale, l’inizio di una serie impressionante di sciagure per tutto il Vecchio Continente;

–       28 giugno 1919: la firma del Trattato di Versailles pose termine alla Prima Guerra Mondiale, definita pace anfibia da Winston Churchill, perché di fatto pose anche le premesse per il secondo conflitto mondiale;

–       28 giugno 1921: fondazione da parte del re Alessandro del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni;

–       28 giugno 1948: espulsione del partito comunista jugoslavo dal Cominform e rottura insanabile tra URSS e Jugoslavia;

–       28 giugno 2001: consegna di Milošević al Tribunale Penale Internazionale dell’Aja. Verrà poi trovato morto nel carcere dell’Aja la mattina dell’11 marzo 2006: tre giorni dopo il Tribunale dichiarerà estinta l’azione penale, senza formulare alcuna sentenza. Un’altra vicenda oscura, sulla quale chissà mai se si farà chiarezza;

–       28 giugno 2006: il Montenegro è proclamato il 192esimo Stato membro dell’ONU.

Molte altre le considerazioni di Travaglini, ma credo sia importante soffermarsi sull’accorata analisi che egli ha fatto di Sarajevo, la città che ha “pesato” di più sulla storia dell’intero secolo breve, per usare la definizione di Hobsbawm, quella in cui si abbracciano Oriente e Occidente, nel cui centro stanno quattro luoghi di preghiera, uno musulmano, due cristiani e uno ebraico, a un centinaio di metri l’uno dall’altro, cosa che non esiste in nessun’altra parte del mondo: una città che ospitava un Islam laico, moderato, nella quale sino ancora ad una ventina di anni fa le donne musulmane non indossavano il velo.

Credo valga raccolto l’invito che Travaglini ci rivolge nelle ultime pagine del suo bel libro: Andate a Sarajevo, a Mostar, a Tuzla, s Srebrenica. Ma non andateci con gli occhi svagati dei turisti, ma di chi è disposto a vedere oltre l’apparenza, con la voglia di capire…[…] I Paesi della ex Jugoslavia non hanno ancora trovato stabilità ed equilibrio dopo la sanguinosa guerra degli Anni ’90. È una vicenda che ha radici ben più lontane se, più di cinquant’anni fa Winston Churchill commentava in questo modo la natura di quelle terre: “Gli spazi balcanici contengono più storia di quanta ne possano consumare”. Ci si accorge, senza troppa fatica, che lì nasce e termina, nel sangue, il secolo breve. Tutto finisce e tutto si capisce lì. Basta avere voglia di tenere gli occhi aperti e mente e cuore sgombri da pregiudizi.

Stefano Casarino 


Neve in arrivo, forse anche in collina

Fiocchi di neve in arrivo dai 400 metri sul Piemonte, possibili anche sulla collina torinese. A Torino prosegue la pioggia, ma ancora per poco:  la perturbazione di questi giorni lascerà spazio al sereno ma anche alle prime gelate notturne. Le piogge  in pianura e la neve in montagna saranno protagoniste il prossimo weekend, poi nuova fase soleggiata e stabile, con temperature nella norma stagionale.

Messer Tulipano ritorna a Porta Palazzo

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Mercoledì 21 novembre, a partire dalle ore 11,  in piazza Emanuele Filiberto appuntamento per aiutare Messer Tulipano a piantare oltre 3500 nuovi bulbi, in attesa della fioritura dellanno prossimo, che permetterà di rivivere la straordinaria esperienza della scorsa primavera

Una collaborazione, quella tra Messer Tulipano e Cascina Quadrilatero, che ha lo scopo di valorizzare lambiente, la storia, le bellezze naturali, la cultura e lenogastronomia del territorio subalpino, unendo realtà, la città e la campagna, solitamente distanti tra loro. Un piccolo angolo colorato nel cuore della città, una preziosa succursale dello splendido parco del Castello di Pralormo. In occasione della messa a dimora di questanno, è stata introdotta una piacevole novità: tutti i residenti di piazza Emanuele Filiberto sono invitati a unirsi ai lavori e ai festeggiamenti; riceveranno gratuitamente alcuni bulbi da piantare sui loro balconi che affacciano sulla piazza. “Per il prossimo anno non accontentiamoci delle aiuole dellorto urbano, ma riempiamo di colore tutte le facciate delle nostre case!Vi aspettiamo numerosi in piazza!”, è l’invito dei promotori.

Gioco d’azzardo, pro e contro la nuova legge

La legge regionale sul contrasto alle ludopatie si sta rivelando un utile mezzo per combattere il gioco d’azzardo legale in Piemonte. È quanto evidenziano i dati sul gioco d’azzardo presentati questa mattina nel corso della riunione congiunta della terza e della quarta Commissione, dove però ci sono state anche voci in parziale dissenso

Presieduto dal presidente della Commissione Sanità Domenico Rossi alla presenza degli assessori regionali al Lavoro Gianna Pentenero e alla Sanità Antonio Saitta, l’incontro ha visto la presentazione dei dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli elaborati, su incarico della Regione, da Ires Piemonte. Dall’approvazione della legge 9/2016, infatti, il volume del gioco d’azzardo legale in Piemonte si è ridotto di più di mezzo miliardo di euro, passando da un volume di 5,1 miliardi nel 2016 a una stima di 4,6 miliardi nel 2018 e le perdite dei giocatori si sono ridotte del 17% passando da 1,250 miliardi nel 2016 a una stima di 1,030 miliardi nel 2018.

Pentenero e Saitta hanno sottolineato gli effetti positivi della legge, che tocca numerosi ambiti della Regione, a cominciare dai dipartimenti contro le dipendenze, che curano ogni giorno centinaia di pazienti affetti dai danni del gioco compulsivo, e che si arricchirà nel 2019 anche attraverso azioni di formazione e di prevenzione sul territorio.

Nel corso del dibattito il consigliere Luca Cassiani (Pd), che ha presentato due emendamenti alla legge 9/2016 che verranno discussi in Aula nell’ambito del disegno di legge “Omnibus”, pur concordando sul fatto che si è rivelata una norma positiva nella sua quasi totalità, ha espresso perplessità sull’efficacia del “distanziometro”, ovvero sulla distanza minima che gli esercizi commerciali che ospitano slot machine devono rispettare nei confronti di luoghi ritenuti “sensibili”. A suo avviso il “distanziometro” non ha avuto un grosso impatto sulla diminuzione del gioco poiché lungo le statali sono stati aperti nuovi mini casinò e altri stanno per aprire e chi vive nelle zone di confine si riversa a giocare in Liguria o in Lombardia.

Per la consigliera Nadia Conticelli (Pd) non va dimenticato che lo scopo del provvedimento, che prende in considerazione solo il gioco legale perché quello illegale va combattuto con altre armi, non è abolire il gioco legale ma limitarne gli eccessi e le distorsioni.

Per il consigliere Andrea Tronzano (Fi) – che ha presentato anch’egli una serie di emendamenti alla legge 9/2016 che verranno discussi in Aula nell’ambito del disegno di legge “Omnibus” – è competenza del Consiglio regionale valutare cambiamenti alla legge e cercare soluzioni che non ricadano sulla pelle dei lavoratori. Esprimendo riserve sull’utilità del “distanziometro”, ha sottolineato che il Piemonte non può permettersi di stroncare un settore come il gioco d’azzardo lecito, che oggi rappresenta la terza economia in Italia.

Di parere diverso, Marco Grimaldi (Leu) ha affermato che i dati presentati dalla Giunta sono concordi nell’affermare che la spesa per il gioco d’azzardo è stata ridotta e ricordato che l’obiettivo della legge non è sradicare il gioco d’azzardo legale dal Piemonte, perché non si tratta di un provvedimento proibizionista, ma che la flessione dimostra che si sta operando nel verso giusto.

Il consigliere Davide Bono (M5s), infine, ha chiesto alla Giunta di mettere a disposizione delle Commissioni l’elenco dei Comuni piemontesi che, in seguito all’approvazione della legge, hanno emanato ordinanze in materia di gioco d’azzardo.

I dati completi sono disponibili sul comunicato della Giunta regionale alla pagina www.regione.piemonte.it/pinforma/sanita/2459-gioco-d-azzardo-patologico-con-la-legge-regionale-ridotti-soldi-spesi-e-perdite.html

Bandiere No Tav al Campus Einaudi, Varaldo: ” Ho scritto al Rettore”

“Università ancora una volta terreno di propaganda politica”
“Dall’ora di pranzo di oggi all’interno e all’esterno del Campus Einaudi sono state appese molte bandiere NO TAV – esordisce Tommaso VARALDO, Coordinatore dei giovani di Forza Italia – Ancora una volta l’Università di Torino torna ad essere luogo atto alla propaganda politica e non luogo dove idee e pensieri si confrontano pacificamente e nel rispetto reciproco. Chi ha autorizzato l’affissione di queste bandiere? Perché non sono state rimosse immediatamente?” 

“Solo ieri abbiamo assistito all’ennesima manifestazione di violenza dei No Tav a Chiomonte contro i cantieri e contro le nostre forze dell’ordine e oggi l’Università di Torino permette l’affissione di queste bandiere? – prosegue Varaldo – Ho scritto al Rettore Ajani, chiedendo delle risposte e chiedendo che queste bandiere vengano rimosse il prima possibile”
“In queste settimane ho riscontrato una grande disinformazione, soprattutto tra i giovani, sull’argomento TAV – conclude VARALDO – Ho chiesto al Rettore Ajani che l’Università sia promotrice di un incontro informativo e accessibile a tutti gli studenti organizzato con esperti competenti sul tema. I giovani devono poter scegliere liberamente dopo essersi informati. Diciamo basta a chi con la prepotenza e la violenza vuole imporre le proprie idee”  

 

Torino celebra Leonardo

DALL’UFFICIO STAMPA DI PALAZZO CIVICO

L’assessora alla Attività culturali Francesca Leon ha risposto in Sala Rossa, questo pomeriggio, ad una richiesta di comunicazioni presentata dal capogruppo della Lega Nord Fabrizio Ricca, in merito alla mancata richiesta di patrocinio da parte della Città verso la Presidenza della Repubblica, in occasione delle celebrazioni del cinquecentesimo anniversario della morte di Leonardo da Vinci. Commenta l’assessora Leon: “Come anticipato sui social, posso smentire assolutamente che Torino sia esclusa dalle celebrazioni nazionali per i cinquecento anni dalla morte di Leonardo. Già il 27 marzo 2018 la Giunta ha approvato una delibera contenente il protocollo d’intesa fra la Città di Torino, il Ministero per i beni e le attività culturali, Musei Reali, Fondazione Torino musei e Regione Piemonte con l’obiettivo di garantire un efficace coordinamento fra gli enti istituzionali per la gestione e la valorizzazione del patrimonio delle opere leonardesche in occasione delle celebrazioni. Il protocollo ha definito che fosse la Fondazione Torino musei a fungere da capofila organizzativo per tutte queste attività. Successivamente, il 30 marzo, la Fondazione Torino musei ha inviato al Ministero l’elenco completo delle iniziative previste in città e nella regione, cui ha fatto seguito un approfondimento con l’indicazione del budget previsto per ogni singola manifestazione, inviato al comitato che si occupa dell’organizzazione a livello nazionale delle celebrazioni.Il 26 settembre è stato trasmesso dal Ministero il patrocinio riconosciuto dal Comitato per le celebrazioni. Il 17 novembre, infine, sono state trasmesse dalla Fondazione Torino musei tutte le informazioni relative alle singole attività. Il processo ha coinvolto diverse istituzioni cittadine quali l’Università e il Politecnico di Torino, la Venaria reale ed altri. Tutte le attività ruoteranno intorno alla mostra “Leonardo da Vinci, disegnare il futuro” curata dai Musei Reali, che inaugurerà il 14 aprile e che approfondirà il legame fra il lavoro di Leonardo e la ricerca scientifica, cifra stilistica di tutte le iniziative sul nostro territorio. Il programma è ancora in via di definizione, sarà nostra cura renderlo pubblico appena completato. Ci tengo infine a precisare che il patrocinio non arriva dalla Presidenza della Repubblica ma dal Comitato nazionale per le celebrazioni”. Dopo l’assessora Leon è intervenuto il consigliere firmatario della richiesta di comunicazioni. Fabrizio Ricca replica: “Contento di sapere che siamo all’interno del calendario. Chiedo però all’assessora che, terminata la fase di programmazione, venga in commissione a illustrarci su cosa succederà in città per l’occasione, anche per avere conoscenza nei dettagli della programmazione. Aprile è tra cinque mesi”.In conclusione, con una breve replica l’assessora  ha precisato che l’obiettivo della Giunta è quello di arrivare presto alla definizione della programmazione completa per poterla promuovere in modo adeguato.

Cibi scaduti nel caffè storico in centro

Un centinaio di chili di cibi scaduti, carne e pesce in cattivo stato di conservazione, escrementi di topi negli scaffali, ma a proposito di questi ultimi i titolari ne smentiscono la presenza. Li ha scoperti la polizia di Stato nello storico caffè Norman di via Pietro Micca all’angolo con piazza Solferino, dove nel 1906 nacque la società del Torino Calcio. La titolare del locale è stata denunciata per vendita di alimenti in cattivo stato di conservazione e frode in commercio. La multa è di 28mila euro. Rilevate dagli agenti anche violazioni amministrative, come l’esposizione di prodotti senza prezzo o non confezionati e il mancato utilizzo di bidoni per rifiuti con apertura a pedale. Il bar non è stato sottoposto a chiusura.

Gli Anno Domini Gospel Choir arrivano in Monferrato

Di scena nella Chiesa Parrocchiale la più importante formazione gospel di fama internazionale

Un evento di primo piano che si inserisce di diritto nel cartellone delle importanti iniziative atte a celebrare l’anno del ventennale della nascita, dalla fusione con Colcavagno e Scandeluzza, del nuovo comune di Montiglio Monferrato ufficialmente tenuto a battesimo il 1° Settembre 1998. Un momento di aggregazione e riflessione attorno al tema del Natale e della condivisione, sulle note di una musica senza tempo“. Esordisce così Dimitri Tasso, imprenditore e professionista delle PA, nonché Sindaco storico della ridente località astigiana che ospita domenica 25 Novembre l’atteso concerto degli ‘Anno Domini Gospel Choir’, la prima, più antica e rinomata formazione gospel italiana anch’essa atta a celebrare il venticinquennale dalla propria fondazione. Guidato e diretto da sempre dal Maestro Aurelio Pitino – un passato di prestigio nella musica dance come leader de ‘I Legend’, gruppo da alta classifica a livello internazionale negli anni ’80, un presente come vocal coach e vocalist fra i più apprezzati anche dai grandi artisti della scena pop italiana -, il coro propone un riuscito mix di brani contemporanei e storici, in grado di emozionare al primo ascolto, in un delicato e coinvolgente intreccio di musica e parole. Motivo per cui, negli anni, gli ‘Anno Domini Gospel Choir’ si sono ritagliati uno spazio di primo piano anche nel mondo discografico italiano, collaborando sia su disco che in live con artisti di fama quali, tra i tanti, Antonella Ruggiero, Rossana Casale, Gerardina Trovato, Bungaro (cantautore e autore di primo piano per artisti come Gianni Morandi, Fiorella Mannoia, Ornella Vanoni e Pacifico, con cui ha partecipato fra i Big all’ultimo Festival di Sanremo 2018), Linda, l’astigiano Danilo Amerio e Raphael Gualazzi, con cui si sono classificati secondi fra i Campioni al Sanremo di Fabio Fazio, nel 2014. L’ingresso è libero, il concerto, patrocinato, oltre che dal Comune di Montiglio Monferrato, anche dalla locale Pro Loco e della Diocesi di Casale Monferrato e dall’Ufficio Beni Culturali. L’evento avrà luogo alle ore 17.00 presso la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria della Pace in Via Roma, nel cuore del centro storico del paese. Un’occasione per apprendere anche da vicino le impellenti esigenze di interventi di ripristino e restauro sia del tetto dell’edificio religioso, minato da infiltrazioni d’acqua, che della sostituzione integrale dell’ormai desueto castello campanario e dei relativi automatismi e componenti di movimento dei sacri bronzi, attualmente muti e impossibilitati al suono per motivi di sicurezza statica.

 

Chiesti 15 anni per l’elettricista che investì i ragazzi in moto

E’ stata chiesta dalla procura della repubblica di Milano  una condanna di 15 anni e sei mesi di carcere per omicidio volontario, per Maurizio De Giulio. L’elettricista 51enne di Nichelino il 9 luglio 2017, investì con il suo furgone una coppia di motociclisti a Condove, in valle di Susa, dopo una lite a causa di una precedenza. Elisa Ferrero, 27 anni, morì sul colpo, mentre il fidanzato Matteo Penna, fu  ricoverato in ospedale in coma e seguì una lunga terapia di riabilitazione. L’elettricista aveva un tasso alcolemico superiore ai limiti di legge e aveva ammesso di aver bevuto prima di mettersi alla guida del Ford Transit.

Consumatori: la tutela del patrimonio

Un’iniziativa promossa dall’Avvocato Patrizia Polliotto, Presidente UNC Piemonte, il 22 Novembre al ‘Centro Studi San Carlo’ in Via Monte di Pietà 1

Avrà luogo a Torino Giovedì 22 Novembre, a partire dalle 14.30 e sino alle 18.30, presso il ‘Centro Studi San Carlo’ in Via Monte di Pietà 1, il Convegno dal titolo “LA TUTELA DEL PATRIMONIO: SGUARDI GENERALI AGLI STRUMENTI OFFERTI DAL LEGISLATORE”.

Un evento d’informazione giuridica rivolto ai consumatori e di confronto per i professionisti al fine di dialogare sugli ultimi sviluppi del legislatore su un argomento di primaria importanza, promosso e organizzato dal Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, dal 1955 a oggi la prima e più antica autorevole associazione consumeristica italiana.L’iniziativa prevede alle 14.30 la registrazione dei partecipanti. Modera l’Avvocato Samuele Perassi,  Membro del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori. Introduce gli argomenti oggetto di convegno Maurizio Scandurra, giornalista esperto di tematiche consumeristiche. Ad aprire i lavori il Dottor Luigi Ricciuti, Vice Capo Divisione di Banca d’Italia, che relazionerà su ‘Tutela dei clienti bancari e finanziari – l’intervento della Banca d’Italia. A seguire, Patrizia Polliotto, Avvocato Civilista e d’Impresa, Presidente e Fondatore Comitato Regionale Piemonte Unione Nazionale Consumatori (‘L’articolo 2645 ter c.p.c e la tutela del patrimonio nell’ordinamento giuridico italiano’) e il Dott. Remo Bassetti, Notaio (‘I moderni strumenti di tutela del patrimonio’). Nella seconda parte, la scaletta del convegno ospita il Dott. Domenico Carello, Dottore Commercialista e Revisore dei Conti (‘Aspetti fiscali connessi al regime di gestione separata del patrimonio’), seguito da Caterina Biafora, Avvocato Penalista (‘Tutela del patrimonio e indebita sottrazione: aspetti di rilevanza penale’). Concludono il Dott. Giorgio Romano e il Dott. Alex Chiesa, ambedue CEO di ‘Lumina Fiduciaria SRL’, con un intervento che verte su ‘Il ruolo delle società fiduciarie e la Legge 112/2016 ‘Dopo Di Noi’: un nuovo strumento a disposizione degli italiani’.

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Si prega di confermare la partecipazione inviando una e-mail all’indirizzo uncpiemonte@gmail.com o contattando il numero 0115611800. La partecipazione è GRATUITA. Il convegno, inoltre, è stato accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e dei Commercialisti di Torino.