Aperta tutti i giorni fino al 6 gennaio
A Volpiano il programma delle manifestazioni per il Natale quest’anno registra la novità della pista di pattinaggio su ghiaccio; l’inaugurazione è sabato 1 dicembre alle ore 14.
L’impianto, delle dimensioni di 20 metri per 12, integralmente coperto, viene collocato in piazza Madonna delle Grazie, all’interno del villaggio natalizio con le casette per gli oggetti regalo, i dolci e la ristorazione, l’area bimbi e la musica, ed è aperto tutti giornida sabato 1 dicembre a domenica 6 gennaio, con i seguenti orari: feriali dalle ore 15 alle 19, festivi dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 14.30 alle 19.30, venerdì e sabato anche di sera dalle 21 alle 24. Tariffe: 4 euro mattinata, 5 euro pomeriggio, 4 euro serale (noleggio pattini 2 euro). Sono previste giornate speciali con eventi e animazioni, tra le quali: sabato 15 dicembre spettacolo di pattinaggio artistico, sabato 22 dicembre dimostrazione di hockey e camminata dei Babbi Natale, giovedì 3 gennaio spettacolo artistico, domenica 6 gennaio le «Befane sui pattini» con distribuzione di dolci e caramelle ai bambini. Commenta il sindaco di Volpiano Emanuele De Zuanne: «Come avevamo anticipato, avendo spostato l’area mercatale in piazza Italia abbiamo la possibilità di organizzare in piazza Madonna delle Grazie eventi continuativi su più giorni; questo ci ha consentito di avere, per la prima volta, una pista di pattinaggio su ghiaccio a Volpiano. Ringrazio la Pro Loco e i gestori per la collaborazione e mi auguro che vi sia ampia partecipazione da parte di tutti, in particolare dei bambini e dei ragazzi che possono usufruire, grazie alla sinergia con le scuole, dell’ingresso gratuito al mattino nei giorni feriali».
SIULP: “Basta aggressioni alle forze dell’ordine”
Le aggressioni alle forze dell’ordine stanno diventando un dato quotidiano e, al di là delle manifestazioni di solidarietà, i poliziotti hanno bisogno di leggi che garantiscano in modo efficace la loro incolumità. La deterrenza che concerne l’efficacia della legge penale deve essere in grado di far desistere o quantomeno agire in modo intimidatorio verso tutti coloro che, convinti del buonismo delle leggi del nostro Paese, si permettono di aggredire, ferendo anche gravemente i poliziotti, contando sempre sulla
tolleranza della legge penale. Ieri sono stati aggrediti i poliziotti del Commissariato di Barriera di Milano, qualche giorno prima i poliziotti del Commissariato Barriera Nizza, oggi vediamo che un poliziotto ha perso l’estremità di un dito strappato da un morso di un fermato, non si può assistere impassibili a questo macello. Il Siulp chiede con urgenza interventi forti e risolutivi a difesa delle forze dell’ordine cominciando con la rapida distribuzione del taser a tutte le pattuglie.
Eugenio Bravo
Segretario Generale Siulp Torino
A Milano l’Ice Club Torino trionfa con Raffaele Zich
Dopo i successi internazionali di Innsbruck della scorsa settimana ottenuti dalla coppia di artistico Contarino/Pauletti e dalla pattinatrice di singolo Anais Coraducci, l’Ice Club Torino ha conquistato, oggi, altre medaglie con i suoi pattinatori più giovani. Nella 2° Gara nazionale Elite, che si sta svolgendo all’Agorà di Milano, Raffaele Zich ha vinto una medaglia d’oro nella categoria Advanced Novice Boys, totalizzando il punteggio di 90,14.Il pattinatore torinese ha pattinato uno swing nel programma corto, mentre nel lungo ha gareggiato sul “Tango dell’Assassino”. Una bella medaglia di bronzo è stata conquistata da Francesca Prato nella categoria Advanced Novice Girls, con il punteggio di 82.42.La Prato è stata una delle poche atlete ad eseguire un salto triplo in gara. La pattinatrice dell’Ice Club Torino ha presentato un corto programma sulle musiche del film “La La Land”, mentre per il lungo ha interpretato musiche gitane.Entrambi i pattinatori sono allenati da Edoardo De Bernardis e Renata Lazzaroni.“E’ stato un inizio di stagione positivo – ha dichiarato la Presidente dell’Ice Club Torino Claudia Masoero – e i nostri atleti stanno ottenendo risultati decisamente positivi, in tutte le categorie, dimostrando impegno, grinta e carattere. Ci aspettano altre gare e speriamo altre soddisfazioni”.
BC
PERNIGOTTI: VIGNALE- BOTTA VISITANO LO STABILIMENTO
“La Regione Piemonte utilizzi parte delle risorse a disposizione per dare una soluzione ai lavoratori Pernigotti”
Pochi giorni fa gli esponenti del Movimento Nazionale per la Sovranità Gian Luca Vignale e Marco Botta avevano dichiarato “Non vogliamo lasciare soli i dipendenti della storica fabbrica di cioccolatini e torroni e vogliamo garantire loro il nostro sostegno non solo nelle sedi amministrative ed istituzionali, ma anche fisicamente davanti allo stabilimento”. Promessa mantenuta, questa mattina si sono recati ai cancelli della Pernigotti per incontrare i lavoratori. “Ai lavoratori abbiamo espresso che la soluzione più concreta è dare attuazione dell’Ordine del Giorno da me proposto” spiega Vignale. “Solo sedendosi al tavolo con la proprietà turca, si potrà dare voce all’acquisizione del marchio da parte della Regione che potrà garantire di individuare un imprenditore che si occupi della produzione”. “L’augurio è che ora non si perda tempo prezioso e si proceda fattivamente con la salvaguardia della produzione, dei posti di lavoro e di un marchio storico del nostro territorio» dichiara Botta. “Va ricordato – proseguono – che, a seguito della trasformazione di Finpiemonte da banca a finanziaria, nelle casse della Regione ci sono 200 milioni di euro finalizzati al sostegno delle imprese, al mantenimento e alla creazione di posti di lavoro”. Vignale conclude “senza indugio la Regione Piemonte utilizzi parte delle risorse a disposizione per dare una soluzione ai lavoratori Pernigotti e all’intero territorio novese”.
IN 400 PER L’OTTAVA CORSA DEI ROTTAMI
La rottamazione è di moda in tutti gli ambiti ed è quanto mai attuale nella corsa, dove un po’ tutti “lamentano acciacchi” veri o presunti
Così il DL Gruppo Giudici Gare Torino lo ha preso come pretesto per organizzare da 8 anni un evento “La corsa dei rottami” e questa mattina al parco della Pellerina 400 runners, record della gara, si sono ritrovati per conquistare l’ambito attestato.Una corsa camminata di 7,2 km. per non prendersi troppo sul serio e per abbandonare velleità di agonismo e che ogni anno devolve l’intero ricavato per uno scopo benefico.Per il 2018 il DL GGG ha donato all’UGI, 4mila euro, il ricavato delle iscrizioni.Lo start è avvenuto alle 9,30 dalla bocciofila lato corso Appio Claudio e prima della partenza i giudici non hanno dovuto richiamare “i rottami” che sono partiti ordinatamente, altrimenti in caso contrario sarebbe intervenuto il “carro attrezzi”!Il primo a tagliare simbolicamente il traguardo è stato Darko Viel tesserato per la Durbano Gas Energy, che ha concluso la prova in 25’48”, mentre la prima donna è stata Elisa Picardi del Borgaretto in 30’08”.Numerosi premi a sorteggio per tutti e con gli attestati che sono andati a ruba e suddivisi su quattro categorie : fino a 39 anni Futuri Rottami, da 40 a 49 anni Quasi Rottami, da 50 a 59 anni Rottami e dai 60 e oltre, Rottami in stato avanzato.Non sono mancati neppure i riconoscimenti speciali, decisi all’unanimità dalla giuria, per i meriti acquisiti sul campo: con il diploma di miglior rottame dell’anno sono stati premiati per le rispettive categorie Bruna Vaccarino e Francesco Giglio.
Sotto lo sguardo sorridente di Rita Heyworth, nella gran visibilità delle ciocche verdeblu da quest’anno sulla capigliatura rossoarancio della Emanuela Martini, con la benedizione della madrina Lucia Mascino, s’è inaugurata allora la 36ma edizione del Torino Film Festival
Le prime immagini sono quelle di The Front Runner di Jason Reitman, fluidamente ma altresì corposamente tratto dal libro All the Truth is out: the Week Politics Went Tabloid di Matt Bai, qui anche in veste di sceneggiatore, coadiuvato da Jay Carson. Non è soltanto il resoconto della parabola tutta in discesa di Gary Hart, senatore democratico dalle molte chances nella corsa alla Casa Bianca, alle Presidenziali dell’’88, ma pizzicato tra un discorso e l’altro in una relazione nata sul campo, fuori da un matrimonio costruito e lasciato intendere sui migliori principi, che gli avrebbe fatto perdere consensi e voti, riponendolo in un misero cono d’ombra da cui per anni non sarebbe riemerso: è soprattutto il ritratto, al di là della colpevolezza della scappatella, di certa carta stampata – per l’occasione, del Miami Herald che accese le micce -, di una informazione che dimentica tesi e propositi e volontà elettorali per scavare sempre più a fondo nella polvere del gossip, per farsi spettacolarizzazione, per assumere i contorni della più spoglia competizione sportiva. La storia si costruisce con dialoghi serrati, con le scene concitate che tendono alla distruzione dell’avversario, con le riunioni in redazione, con le tante piccole figure delineate con intelligenza e spirito, soprattutto il ritratto dolente e combattivo allo stesso tempo della signora Hart, interpretata da Vera Farmiga. In questo grande baraccone che sta dalla parte opposta del lavoro metodico di Tutti gli uomini del Presidente, notevole è la figura del candidato vista attraverso gli occhi di Hugh Jackman, estremamente solido, combattivo, consapevole.
Di tono minore, con una realizzazione e un tecnicismo che denunciano i difetti delle opere prime, il primo film passato in concorso, 53 Wars della polacca Ewa Bukowska, attrice di successo nel proprio paese per film e serie televisive, passata oggi dietro la macchina da presa. Basandosi su una storia vera, analizza la vicenda di una coppia, lei scrittrice a seguire dalle brevi, interrotte telefonate o dai reportage televisivi la vita di lui, cronista dai terreni di guerra, si chiamino Afganistan o Cecenia. Al centro una donna obbligata a morire giorno dopo giorno, nell’attesa di un ritorno o di quello squillo di telefono a comunicargli un decesso. È una morte temuta, forse a tratti immaginata, alla fine desiderata, sempre in un’attesa che giorno dopo giorno procura il vuoto intorno e quel vuoto inizia a inserirsi nel corpo, nei ricordi, nel cervello. In una pericolosa indecisione tra immaginazione e realtà. Nell’agguato continuo di quella sindrome post traumatica da stress che riempie le giornate di chi è tornato ma tortura altresì chi è rimasto a casa in attesa. Pur nella brevità della storia, la giovane regista fa compiere un percorso di dolore ad un intenso personaggio che ha i tratti sempre più sofferti e allucinati di Magdalena Poplawska, ma lo tratteggia al tempo stesso senza approfondire, per schegge e immagini a volte confuse, per inquadrature sghembe che reclamano l’affermazione dell’autrice ma che si risolvono soltanto per infastidire e creare anche il vuoto nell’ispirazione. I dialoghi centellinati, i visi e gli insiemi non a fuoco, il passato e il presente mescolati, il richiamo ad un’esplosione che coinvolge tutto e tutti, non aiutano affatto la linearità del racconto.
Al contrario, convince appieno Paul Dano, attore trentaquattrenne – lo abbiamo visto in Little Miss Sunshine, come figlio di Daniel Day-Lewis nel Petroliere, come attore deluso dalla professione e dal mondo hollywoodiano in Youth del nostro Sorrentino – con Wildlife, sua opera prima scritta con la collaborazione della compagna Zoe Kazan, nipote del mitico Elia. Il Montana dei primissimi anni Novanta, un piccolo paese tra mandrie e paesaggi sconfinati, una famiglia del più tranquillo ordinario, un padre (Jake Gyllenhaal) che lavora nel vicino circolo del golf, una madre casalinga (un’eccezionale Carey Mulligan) ed un ragazzo di quattordici anni, scuola pallone e partite con papà, i suoi occhi grandi a guardare il mondo che gli gira intorno. Una perfezione destinata a guastarsi. Lasciato a casa dal lavoro e troppo orgoglioso per riaccettarlo quando i responsabili ammettono l’errore di valutazione, il padre se ne va in montagna a spegnere i fuochi che sono divampati (Incendi è il titolo del romanzo di Richard Ford: e si capirà ben presto che quel fuoco che lambisce le foreste non è il solo a esplodere, quegli incendi colpiscono anche le persone e la vita), accettando anche la paga di un dollaro l’ora, mentre il ragazzo comincia a impegnarsi in uno studio fotografico e mamma a far da istruttrice in una piscina, entrambi a cercare di arrotondare con qualche quattrino in più. Mamma sogna una vita più felice e un vecchio signore con attività in proprio e casa quasi da sogno potrebbe fare al caso suo: ma il pompiere torna e prima o poi bisognerà fare i conti anche lui. È la summa delle disillusioni, la necessità di guardare al domani con occhio diverso, umanamente in via di distruzione: e quella fotografia entro cui il ragazzo tenta di ricompattare la propria famiglia, non lascia certo benevoli spiragli aperti, gli sguardi ormai spenti lasciano intendere quanto il disfacimento sia ormai totale. Lo stile di Dano affonda con piena maturità nel tranquillo andamento di un racconto che nasconde tragedie, lo sguardo che sorvola l’America rurale, affronta le ribellioni e il coraggio e distrugge il sogno americano. Ben raccontando, nell’interno del nido ormai definitivamente a pezzi come all’esterno, i suoi personaggi e le loro azioni, seguendoli da vicino, con la macchina da presa incollata addosso, a cominciare da Joe, il timido ragazzino, impersonato da Ed Oxenbould, muto testimone, un nome sui cui ci sarà da tenere gli occhi ben aperti.
Se vogliamo, in questo finale del primo sabato di festival, fare un salto nella sezione “Festa mobile”, diciamo di Pretenders di James Franco, che certo non può essere presente perché, ci avverte Emanuela Martini, “lavora molto”. E siamo felici per lui. Resta peraltro il fatto che tutto il divertimento, intelligente, causticamente ricostruttivo di un’operazione e di un’epoca, che ci aveva procurato lo scorso anno The disaster artist, ovvero la lavorazione del film che mai sia stato affatto ad opera di due amici e collaboratori (sullo schermo la coppia di fratelli Franco), con il film presentato quest’anno qui in prima mondiale se ne è andato un po’ in pappa. Lui lei e l’altro, un triangolo amoroso, da amour fou, tra uno scrittore/regista, un’attrice e un regista, un incontro all’insegna del cinema che dopo aver promesso citazioni per i cinefili si perde tra le lenzuola di questo o di quello, con un erotismo che per un attimo scombussola ma che poi rimette le cose a posto. Un incontro che si porta appresso amicizia e passioni, scambi repentini e scritture, fughe e inseguimenti, sentimenti e l’Aids che ti porta via (siamo a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta), un incontro che batte le strade americane e vola in Europa per parlarci di Nouvelle Vague con Godard e Anna Karina, di Truffaut e di Jules et Jim, con lei che corre sul ponte abbigliata come Jeanne Moreau, di Dreamers e dell’Ultimo tango e della Schneider che non parlò più con Bertolucci. Poi la storia sceglie di “chiacchierare” dell’ambiente del cinema e lo fa in maniera confusa, con psicologie stagnanti e personaggi alla fine non ben scolpiti, ripetitivi.
Elio Rabbione
Nelle foto: “The Front Runner” di Jason Reitman che ha inaugurato il TFF; “53 Wars” di Ewa Bukowska (polonia); Carey Mulligan e Jake Gyllanhaal in “Wildlife” di Paul Dano; gli interpreti di “Pretenders” con la regia di James Franco.
La strada del Fiammingo
Juve-Spal, cori contro Napoli e Firenze
Juventus-Spal finisce 2-0 nel secondo anticipo di sabato della 13/a giornata della serie A. I bianconeri vincono con i gol al 29′ del primo tempo di Cristiano Ronaldo e al 15′ del secondo di Mandzukic. Dopo la vittoria di 12 partite giocate su 13, la Juve viaggia a 37 punti (+9 sul Napoli che gioca oggi). Dalla curva sud dell’Allianz Stadium si sono levati cori contro Napoli e Firenze. Gli ultrà bianconeri hanno intonato slogan contro i napoletani e soprattutto contro i fiorentini.
(foto archivio C. Benedetto www.fotoegrafico.net)
Europei troppo diversi per l’unione?
Fondazione Collegio Carlo Alberto Piazza Arbarello 8 – Torino
Lezione di Onorato Castellino
Guido Tabellini
Università Bocconi
“Gli europei sono troppo diversi tra loro per costruire un’unione politica?”
Introduce
Elsa Fornero
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A cura di Università di Torino e CeRP – Fondazione Collegio Carlo Alberto
Guido Tabellini è professore di economia presso l’Università Bocconi dal 1994. Dal luglio 2013 è titolare dell’Intesa Sanpaolo Chair in Political Economics.
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Confermare la partecipazione a:
https://lezioneonoratocastellino.eventbrite.it