redazione il torinese

Bambina morta sulla slitta. Muore anche la mamma

DALL’EMILIA ROMAGNA

E’ deceduta  all’ospedale di Modena Renata Dyakowska, la mamma di Emily Formisano, la bambina di otto anni morta il 4 gennaio scorso per un incidente sullo slittino al Corno del Renon, in Alto Adige. La  38enne di origine polacca, era ricoverata nella terapia intensiva del Policlinico di Modena ma le sue condizioni non sono mai migliorate ed è morta dopo 40 giorni di agonia.

(foto archivio)

Il Piffetti ritrovato e altri capolavori

Fino al 19 dicembre 2019

Illustre “convitato di pietra” (presente solo in fotografia) nella mostra “Genio e Maestria”, realizzata la scorsa primavera alla Reggia della Venaria e dedicata agli ebanisti operanti alla corte sabauda fra Sette e Ottocento, oggi recita il ruolo di prim’attrice nella nuova, piccola ma particolarmente preziosa rassegna dedicata a Pietro Piffetti (Torino, 1701 – Torino, 1777), fra i più abili e prolifici “maestri del legno” del Settecento europeo, allestita sempre alla Real Venaria. Parliamo della straordinaria “Scrivania con scansia” realizzata nel 1768 dal “primo ebanista del Re”, per la residenza subalpina di Benedetto Maurizio di Savoia, duca del Chiablese e figlio ultimogenito del re di Sardegna Carlo Emanuele III. Di incredibile valore (anche sotto l’aspetto economico) e di esuberante prodigiosa magnificenza decorativa, del manufatto, dopo vari nebulosi passaggi di mano e il superamento dei patrii confini, s’erano perse le tracce da circa settant’anni, da quando nel secondo dopoguerra fu venduto dai duchi di Genova ad una collezione privata europea. Fino al ritrovamento e al recupero nel luglio scorso (come bene di proprietà demaniale, in quanto originariamente incastonato in una nicchia appositamente creata in Palazzo Chiablese) dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino. Benemerita Arma e benemerito il lavoro di recupero compiuto in quattro mesi dal Centro Conservazione e Restauro della Venaria; lavoro che ha consentito all’ex “convitato di pietra” di occupare oggi il podio più alto all’interno della mostra “Il Piffetti ritrovato e altri capolavori” ospitata, fino al 19 dicembre del 2019, nelle “Sale dei Paggi” della Reggia venariese e promossa dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Torino, il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” e Intesa San Paolo. “Un ulteriore tassello conoscitivo e di indagine – dicono gli organizzatori– rispetto all’opera del grande ebanista torinese”; per il quale indubbiamente il 2018 è stata un’annata particolarmente e meritatamente generosa in quanto a “pubbliche apparizioni”, con le varie mostre organizzate prima alla Fondazione Accorsi-Ometto di via Po e, in seguito, a Palazzo Madama e in Palazzo Reale, con la riapertura il 14 dicembre scorso del “Gabinetto del Secreto Maneggio degli Affari di Stato”, passando attraverso “Genio e Maestria”, di cui s’è detto, e a quella odierna, entrambe allestite alla Reggia della Venaria. Mostra contenuta, quest’ultima, ma di grandi mirabilia, che, accanto alla star assoluta della “scrivania ritrovata”, presenta altre quattro opere del Piffetti datate fra il 1740 e il 1750. Cinque opere in tutto, provenienti da Torino (Collezione Intesa San Paolo, Musei Reali – Palazzo Reale, Chiesa di San Filippo Neri e Palazzo Chiablese) e da Venezia (Ca’ Rezzonico), tutte passate sotto le abili e premurose cure del Centro Conservazione e Restauro della Venaria. Ecco allora il “Tavolo da muro” (secondo quarto del XVIII secolo) presente nell’Ufficio di Presidenza di Intesa San Paolo in piazza San Carlo a Torino; uno stupendo sinuoso “Cofanetto” (1740-’50 ca.) facente parte delle ricche collezioni di Palazzo Reale; e poi la superba “Scrivania” del 1741 proveniente dal “Museo del Settecento” di Ca’ Rezzonico a Venezia, accanto al simbolico “Paliotto d’altare” (1749), dalle linee azzardate e dall’abbondanza di pregiati inserti madreperlacei, commissionato all’artista dal prevosto Giovanni Battista Prever per la Chiesa torinese di San Filippo Neri. Ma l’attenzione va soprattutto e ovviamente (anche per l’aura di mistero che l’avvolge e ce la rende cara per quel “ritorno a casa” di cui forse s’era cessato di sperare) alla “Scrivania” del duca di Chiablese, eseguita, quando Piffetti aveva 66 anni, a doppio corpo, con scansie e un’anta a specchio e con l’impiego di legni rari e stupefacenti decorazioni in avorio e madreperla, con applicazioni in bronzo dorato. Capolavoro assoluto. Che, forse, al termine della mostra potrebbe tornare al suo posto originario (molti, dalle parti di Palazzo Chiablese, se lo auspicano) incastonato in quella nicchia nella sala ducale del Palazzo affacciata a piazzetta Reale, ancora oggi esistente. Ma vuota. In trepida attesa del “Piffetti ritrovato”.

Gianni Milani

“Il Piffetti ritrovato e altri capolavori”

Sale dei Paggi – Reggia di Venaria, piazza della Repubblica 4, Venaria Reale (Torino); tel. 011/4992333

Fino al 19 dicembre 2019 – Orari: mart.-ven. 9/17; sab.-dom. e festivi 9/18,30; lunedì chiuso

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Nelle foto

– “Scrivania con scansia”, 1768, Soprintendenza Archeologia Belle Arti per la Città Metropolitana di Torino (Palazzo Chiablese)
– “Tavolo da muro”, secondo quarto XVIII secolo, Torino, Collezione Intesa San Paolo
– “Cofanetto”, 1740-’50, Torino, Palazzo Reale
– “Paliotto d’altare”, 1749, Torino, Chiesa di San Filippo Neri

 

Le sfogliette ripiene di San Valentino

sfoglie

Un ripieno goloso di melanzane grigliate, provola e prosciutto crudo, un connubbio perfetto davvero irresistibile. Cosi’ appetitose….andranno a ruba!

Un’idea simpatica per la vostra cena di San Valentino? Con la pasta sfoglia ed un pizzico di fantasia potete realizzare delle sfogliette davvero saporite per un antipasto sfizioso. Un ripieno goloso di melanzane grigliate, provola e prosciutto crudo, un connubbio perfetto davvero irresistibile. Cosi’ appetitose….andranno a ruba!

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Ingredienti:

1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare

1 melanzana

provola dolce q.b.

prosciutto crudo q.b.

1 tuorlo

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Grigliare le fette di melanzana. Srotolare la pasta sfoglia, appiattirla leggermente con un mattarello, ricavare nove quadrati da farcire con una fetta di melanzana, mezza fetta di prosciutto crudo e un pezzetto di provola, chiudere a fagotto e spennellare con il tuorlo. Infornare a 200 gradi per 20 minuti circa. Facilissime e velocissime !

A tutti un buon San Valentino!

Paperita Patty

San Valentino… La parola al “primino”!

San Valentino non è solo la ricorrenza dedicata agli innamorati. Per chi frequenta il primo anno delle scuole medie o superiori può talora trasformarsi in un giorno “da incubo” legato alla paura di essere bersaglio degli scherzi dei compagni più grandi, impegnati nella cosiddetta “caccia al primino”. Un’usanza dal sapore goliardico che, seppur “datata”, è ancora in voga in alcuni Istituti scolastici. Per un San Valentino “fuori dagli schemi” l’Assemblea legislativa piemontese e la Garante regionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza promuovono l’iniziativa “In(s)contro – San Valentino… La parola al ‘primino’!” che prende il via giovedì 14 febbraio alle 9.30 nell’Aula consiliare di Palazzo Lascaris . L’evento, che si colloca nell’ambito delle iniziative del Consiglio regionale in occasione della Giornata nazionale contro il bullismo, è realizzato in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, UndeRadio – la web radio under 18 di Save the Children – e le Associazioni Essere umani, Relazioni&Conflitti e Resolutia, impegnate sul fronte della mediazione. Esso si propone come un’occasione, per chi frequenta le scuole secondarie piemontesi di I e di II grado, per vivere da protagonista un incontro a più voci sui temi della mediazione e della risoluzione dei conflitti in ambito scolastico. Dopo il saluto del presidente del Consiglio regionale Nino Boeti e della garante regionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza Rita Turino, il programma prevede una diretta radiofonica sulle frequenze di Radio Flash in cui gli studenti e le studentesse, incalzati da Aline Silva e Federico Fais di UndeRadio, condividono esperienze e punti di vista legati ai temi della mediazione. Al termine della diretta, intorno alle 10.30, sarà proiettato il video del brano rap “Imparando a essere grande”, realizzato da Save the Children con il Comune di Torino e le Cooperative sociali “Esserci” e “Terremondo”, e si potrà assistere a una simulazione di mediazione di conflitti tra pari proposta dagli studenti e dalle studentesse dell’Istituto Avogadro di Torino accompagnati dalla professoressa Donatella Panaro e a una dimostrazione di Aikido degli allievi e delle allieve dell’Associazione sportiva dilettantistica Shisei di Torino accompagnati dal maestro Nino Dellisanti (VI Dan Aikikai). Una tavola rotonda, condotta e moderata da Laura Peinetti, laureanda all’Università di Giurisprudenza di Torino con tesi sui processo di mediazione in Norvegia, permetterà ulteriori riflessioni e approfondimenti. In chiusura, la performance musicale degli allievi del Liceo classico e musicale Cavour di Torino accompagnati dal professor Gianpiero Lobello. Intervengono gli studenti e studentesse degli Istituti Edmondo De Amicis di Cuneo, Felice Casorati di Novara, Giuseppe Curioni di Romagnano Sesia (No), Gobetti Marchesini Casale Arduino, Carlo Levi e Niccolò Tommaseo di Torino, Paola Garelli di Tetti Francesi di Rivalta (To) e Galileo Ferraris di Trino Vercellese (Vc).

Al Festival della politica

A Matteo Salvini non piace la canzone che ha vinto il Festival di Sanremo. Non è l’unico. E molti spettatori sono anche loro rimasti delusi. Tanti cattivelli sostengono che più che la canzone non gli piace chi l’ha cantata: non sarebbe un italiano puro. Sono solo malelingue e non hanno la nostra considerazione. Intanto Salvini si gode l’ indubbia vittoria elettorale in Abruzzo. Questa volta era proprio facile da prevedere. E i pentastellati  sono in caduta libera. Sul Festival tra brevissimo cadrà l’ oblio, non dovrà invece cadere l’oblio sulle violenze degli anarcoidi ed antagonisti Piena solidarietà per la Sindachessa di Torino minacciata da questi delinquenti  e che dovrà muoversi con la scorta. Nessuna solidarietà allo stopposo vicesindaco Montanari, che ha come unica preoccupazione allontanare da sè i sospetti di connivenza politica con questi facinorosi. E mente sapendo di mentire sostenendo che quando ha partecipato alle Manifestazioni contro G 7 e no Tav non ha mai visto simboli con la “A” di anarchia. Decisamente avvilente vedere Palazzo di Città presidiato dalla Polizia. Come è stato avvilente sentire quelli della sinistra sbrindellata che giustificavano le violenze. Il questore di Torino in conferenza stampa ha dovuto precisare : un conto è chi delinque, un conto chi dissente. E chi dissente deve prendere le distanze da chi delinque, concretamente non facendo cortei con i violenti e terroristi. Dai consiglieri pentastellati timida solidarietà alla Sindachessa. Con un eufemismo giudichiamo poco elegante questo comportamento.  Come non è stato elegante il torinesissimo Marco Rizzo che ha negato l’esistenza del massacro delle Fobie.  Ora fa buona compagnia a quegli pseudo storici che hanno negato l’esistenza dei campi di concentramento.
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Ma l’ignoranza va di pari passo con la malafede. Almeno una volta non si capiva o si accettava l’altrui ideologia.  Ora combattere contro l’ ignoranza  è tragicamente inutile. E finalmente arriva la relazione di Toninelli. Cialtronaggine allo stato puro. Purtroppo arriva anche il ridicolo per cementare il tutto. L’inarrivabile Giggino scrive ai francesi per complimentarsi con la loro millenaria  democrazia. In 30 secondi si è giocato la rivoluzione del 1789. Come diceva Abatantuono: potenza dell’ ignuranza, insieme ad alcuni colpi di teatro che hanno del geniale. Così il presidente Conte si autoproclama Presidente della Repubblica Italiana. Ecco la solita e finale domanda: dove andremo a finire? Ci tenta il Chiampa nell’arginare questa preoccupante deriva di nazionalizzazione. Sabato ha ufficializzato il suo programma. Una bella platea. Imbolsita un po’ per via della media degli anni dei presenti. Lo spartiacque tra un minimo di competenza e la cialtroneria.  Anche per questo Salvini non rischierà e si presenterà con tutto il centrodestra mettendo una seria ipoteca sulla vittoria elettorale in Piemonte. Così la Tav si dovrà fare. Così lo sgombero dei centri sociali dovrà continuare. Insomma, anche Salvini ed i leghisti locali dovranno passare dalle parole ai fatti. Mi auguro che ciò avvenga? Più prosaicamente avanzo una ipotesi su ciò che potrebbe avvenire. Nel mentre (essendo confinanti) rimbombano le risate dei francesi sulla loro millenaria democrazia e sulle strampalate cifre di Toninelli che ora dice: decida il Governo. Doveva istituire una apposita commissione per decidere che il governo deve decidere? Questo è menare il can per l’aia.  Non sono se ci sia in francese un detto simile. Penso proprio di sì. Giggino e Toninelli non hanno fatto una bella figura con i francesi.  Essendo governati da loro (purtroppo) non abbiamo fatto una bella figura noi italiani.
Patrizio Tosetto

Scarcerati gli antagonisti arrestati per i disordini in città

Sono stati scarcerati gli undici manifestanti  arrestati sabato per i disordini provocati al corteo di protesta in seguito  allo sgombero del centro sociale L’Asilo di via Alessandria

 I manifestanti accusati di devastazione, saccheggio, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, oltre al lancio di ordigni esplosivi e al blocco stradale hanno avuto la riduzione della misura cautelare dalla custodia in carcere all’obbligo di presentarsi ogni giorno in caserma. Verso le 13 di oggi un tram della linea 4 con a bordo un gruppo di antagonisti che stava andando a manifestare in Comune contro la sindaca appendino, da loro definita “sceriffa” è stato fermato dalla Digos. 

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IL COMUNICATO DEL SINDACATO DI POLIZIA FSP

Scarcerati gli anarchici arrestati a Torino, Fsp Polizia: “Purtroppo non è una sorpresa. Vanificato il nostro lavoro. Introdurre il reato di terrorismo di piazza”

 

“Purtroppo non è affatto una sorpresa che gli arrestati per i fatti accaduti a Torino siano stati rimessi in libertà. Sospettati di reati gravissimi tornano tranquillamente alle proprie ‘faccende’ certi, probabilmente, che nulla accadrà loro nonostante abbiano messo a ferro e fuoco una città attentando alla vita degli operatori delle Forze dell’ordine presenti. Così un lavoro di oltre venti ore filate portato faticosamente a termine dai colleghi in quella giornata di ordinaria follia viene praticamente vanificato, perché i danni sono stati fatti, la città, i cittadini perbene e i poliziotti hanno pagato un prezzo altissimo, ma il solito messaggio che purtroppo passa è quello di una risposta dell’ordinamento che sembra quasi non tenerne conto. Continuiamo a ripetere che bisognerebbe introdurre il reato di terrorismo di piazza, che inasprisca le pene, le misure cautelari, gli strumenti di prevenzione, perché quanto accaduto a Torino, come in molti altri luoghi, non è una semplice manifestazione di scalmanati che hanno tenuto un comportamento un po’ sopra le righe. Si è trattato di una delle consuete azioni di guerriglia organizzata, messa in atto per un fine chiaro e preciso: devastare le cose, fare male alle persone, assalire chi portava l’uniforme. Fintanto che non si assumeranno le necessarie ferme contromisure specifiche per situazioni come queste, in cui ci troviamo di fronte criminali pronti a tutto, e di cui abbiamo avuto fin troppe prove, tentare di tamponarne la violenza rimarrà un’azione fine a se stessa. I poliziotti continueranno a tornare a casa con le ossa rotte, i delinquenti si ripresenteranno alla prossima manifestazione più agguerriti che mai. E ora non ci resta che attendere di vedere cosa accadrà nelle prossime ore, perché violenti e sovversivi hanno talmente in conto autorità e autorevolezza dello Stato da aver già programmato una nuova protesta per oggi”.     E’ quanto afferma Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, Federazione sindacale di Polizia, dopo la notizia della scarcerazione con il solo obbligo di firma per gli undici anarchici arrestati dalla polizia sabato scorso a seguito dei disordini scoppiati a Torino durante il corteo contro lo sgombero dell’Asilo di via Alessandria.

 

 

Picchiava la compagna e coltivava canapa in casa

Da circa un anno subiva percosse e minacce, ma solo pochi giorni fa la donna ha avuto il coraggio di recarsi dai Carabinieri di Nizza Monferrato per denunciare l’uomo con cui aveva avuto una relazione. La paura che l’ex compagno potesse usare la pistola che la donna aveva notato nell’abitazione nella quale per un certo periodo avevano convissuto, convinzione rafforzata dalle minacce di morte rivoltegli telefonicamente, è stata la molla che ha spinto la vittima ad affidarsi ai militari della locale Stazione. Alla luce di quanto emerso dal racconto circostanziato della vittima i Carabinieri di Nizza procedevano alla perquisizione dell’abitazione di Bergamasco (Alessandria) dove vive il 40enne, con alle spalle alcuni precedenti per stupefacenti e porto abusivo di armi, dove effettivamente rinvenivano una pistola scacciacani in un cassetto nel quale, occultata in una busta, era presente anche una banconota falsa da 50 euro. Nel corso dell’operazione estesa alla cantina della residenza, i militari operanti rinvenivano e sottoponevano a sequestro ciò che rimaneva di una piantagione artigianale, per la quale erano stati utilizzati nove contenitori nei quali erano state invasate piante di canapa, una lampada a calore per la coltivazione in serra e un etto circa di sostanza stupefacente già essicata. Al termine delle operazioni l’uomo veniva deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Alessandria, oltre che per le minacce alla ex convivente, anche per produzione di sostanza stupefacente e per il reato di spendita e introduzione nello stato di moneta falsificata.

Massimo Iaretti

 

Approvata la legge che disciplina il turismo itinerante

“Con la legge che disciplina i complessi ricettivi all’aperto e il turismo itinerante, approvata oggi in Consiglio regionale, abbiamo portato a termine la revisione complessiva di tutte le norme regionali in materia di turismo, inserendo importanti elementi di innovazione” ha dichiarato la Consigliera regionale del Partito Democratico Celestina Olivetti, relatrice del provvedimento. “La legge – ha proseguito Celestina Olivetti – regola i complessi ricettivi all’aperto (campeggi fissi e temporanei, villaggi turistici, aree per il turismo itinerante (aree attrezzate, zone camper service, piazzole allestite presso campeggi, punti destinati al parcheggio dove sono consentiti la sosta e il pernottamento senza servizi aggiuntivi), aggiornando la norma attualmente in vigore che risaliva al 1979 e prevede, tra le novità più significative l’inserimento del turismo itinerante per vivere la vacanza a contatto con la natura e la cultura dei luoghi visitati, lontano dalle destinazioni di massa e dal turismo stanziale”. “Un’altra novità – ha concluso la Consigliera Olivetti – è rappresentata dal Garden Sharing che consente a soggetti privati di mettere a disposizione dei turisti, provvisti o sprovvisti di mezzi propri, spazi e aree verdi e eventuali allestimenti fissi e mobili fino ad un massimo di due ospiti per tre notti consecutive. Si tratta dell’unica alternativa al sistema dei campeggi tradizionali in Italia e funziona proprio come Airbnb”.

L’apologo di Kafka, la scimmia/uomo e il desiderio di libertà

Non soltanto un intrigante approfondimento scenico, circola soprattutto sul minuscolo palcoscenico del Teatro Marcidofilm! un’aria grottesca, quella componente critica virata allo sberleffo che ha caratterizzato tanta parte del pensiero novecentesco. L’occasione è la ripresa di Una relazione per l’accademia (il racconto, datato 1917, comparve due anni dopo nella raccolta intitolata Un medico di campagna), giovedì 14 e venerdì 15 alle ore 20,45, dove il testo di Kafka, intrigato dagli (e negli) umori di Marco Isidori – da più di trent’anni, familiarmente, l’Isi – e incorniciato dal trucco esasperato, dal lanoso costume e dal “Sipario delle Metamorfosi” di Daniela Dal Cin, trova nella trasposizione sulla scena la sonorità del racconto e in primo luogo la fisicità animalesca che un interprete come Paolo Oricco ha saputo imprimergli.

Una autentica quanto significativa prova d’attore, fatta di spasimi e di fatica, di visibilissimo sudore, di immedesimazione tangibile, di fatica che converge passo dopo passo in un “altro” stato umano, un tour de force al singolare, monolitico, espressivamente convincente, come di rado si può assistere a teatro. Non una bravura fine a se stessa, non un’eccellenza mostrata a tutti i costi nel sogno dell’applauso finale, non un percorso all’inseguimento spasmodico dell’effetto, non soltanto questo ci verrebbe da correggere, la prova di Oricco è il lento calarsi di un attore nel gesto e nella parola, nel volto bistrato carico di mobilità, nella costruzione al ralenti di una parabola, nella sensibilità di questa Scimmia umana (o di quest’Uomo scimmiesco) cavata su dal profondo dell’animo. Perfettamente immerso in una regia che ha voluto “rappresentare la superiorità biologica delle forze istintuali che si spappola in caduta libera a contatto con le esigenze preponderanti delle leggi della galoppante civiltà”. Rivolto ad un uditorio che, al di là della pagina scritta, qui realisticamente si concretizza, il personaggio racconta della sua vita precedente in veste di scimmia, della giungla africana, della spedizione che l’ha catturato, del viaggio in Europa, di una libertà ormai negata. Racconta dell’abitudine appresa poco a poco, e forse del piacere, a studiare le abitudini umane, quell’equipaggio nelle sue differenti azioni, la sua facilità ad imitarli, la vocazione a riconquistare la libertà di un tempo, lo sbarco, una successiva scelta di sopravvivenza (esistenziale), se finire in uno zoo o se darsi alle luci del musichall. L’umanità acquisita lo porterà con sempre maggior sicurezza verso la seconda scelta. Fase animalesca e una nuova veste umana, un mutamento che la statura alta della scena rende estremamente vitale e significativo, il passaggio da una condizione all’altra (che è seducente, che è estremamente appetibile) che è la resurrezione e il dramma del “personaggio/scimmia”, il dramma è la ricerca di una condizione che il personaggio da sempre coltiva nel proprio intimo, “già possiede in toto – sintetizza Isidori – ogni carattere della nostra specificità umana, solo le manca quella suprema astuzia con la quale ci si può specchiare nella moltitudine della folla civilizzata”. E il nuovo stato, l’abbandono del mostro, la riuscita a superare, la libertà, nuova, conquistata, affascinante? Porta con sé il peso quasi insopportabile del divenire. Alla messa in scena dell’apologo kafkiano, si unisce nella serata, in stretta continuità, tappa dell’itinerario nel mondo della Fiaba classica che s’identifica come “Favoleggiando con i Marcido, La bella addormentata, obbligatoriamente “da” Perrault, condotta dalla voce narrante di Maria Luisa Abate ed in puro “stile Marcido”. Con l’attrice nelle vesti di strega Malefica e di re Uberto ancora Paolo Oricco come principe Filippo e fata Fauna, Francesca Rolli nel ruolo del titolo, Valentina Battistone (fata Serena), Vittorio Berger (fata Flora) e Gabriele Sciancalepore (re Stefano). Per informazioni: Teatro Marcidofilm!, corso Brescia 4 bis, tel 011/8193522, prenotazioni ai numeri 339 3926887 – 328 7023604; info.marcido@gmail.com; www.marcido.it

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini, Paolo Oricco in “Una relazione per l’accademia” di Franz Kafka