redazione il torinese

Ruba cellulare a un anziano. Passante insegue il ladro e lo fa arrestare

Ha rubato il telefonino a un anziano di 94 anni e d è fuggito. Un passante che si è accorto del furto lo ha inseguito indirizzando i poliziotti che sono riusciti ad arrestarlo. Il fatto è accaduto in via Capelli. Il ladro è un romeno di 40 anni, domiciliato in un campo nomadi della prima cintura torinese. Per cercare di farla franca il malvivente ha indossato il proprio giubbotto “double face” al contrario, passando dal grigio al rosso.

 

(foto archivio – il Torinese)

“USURA E ANATOCISMO BANCARI, POSSIBILE CAUTELARSI”

L’efficacia di strumenti legali ancora poco conosciuti per chiamarsi fuori da critiche situazioni economiche di difficile gestione

Negli ultimi 11 anni, a partire dal disastroso default americano del 2008, anche in Italia assistiamo piuttosto tristemente e ricorrentemente a episodi di cronaca che vedono protagoniste, loro malgrado, le banche: ree di aver letteralmente polverizzato i risparmi di migliaia e migliaia di connazionali, attraverso l’operato infausto di management a dir poco disastrosi, determinando anche il crollo degli istituti di credito stessi. E la crisi versione 2019 non sembra tantomeno agevolare di certo una già di per sé complicata e difficile situazione. Da qui, il fenomeno per lo più tutto italiano di una serie di fusione a catena fra gruppi diversi per cercare di stare a galla. E ripartire, spesso e volentieri, grazie ai soldi dello Stato, o per mezzo di consistenti operazioni di ricapitalizzazione condotte soprattutto attraverso nuove richieste di fiducia in denaro proprio a quegli stessi correntisti–azionisti: ai quali, invece, andrebbero fatte mille e più scuse, e restituite somme cospicue. A partire dal 1999, e più precisamente da quando Piero Calabrò, famosissimo e stimato Magistrato, ottenne in tribunale la prima pronuncia storica in materia di anatocismo e usura bancaria, per i sempre più numerosi e onesti consumatori italiani si è aperto uno scenario nuovo grazie al quale poter ottenere giustizia dalle banche. Un’attività, questa, che ha fatto della celebre società bresciana ‘SDL Centrostudi SPA’ il punto di riferimento indiscusso nel nostro Paese per quanto riguarda la verifica dei possibili vizi usurari e anatocistici che spesso inquinano la bontà e la salute dei conti correnti. Fondata nel 2010 dal geniale Serafino Di Loreto, in passato stimato avvocato e tuttora imprenditore di successo, l’azienda offre ai consumatori preanalisi gratuite dei loro conti correntu: e persino una polizza che, in caso di soccombenza in tribunale, copre l’intero importo delle spese legali sostenute. A oggi, ‘SDL Centrostudi SPA’ (www.sdlcentrostudi.it) si è rivelata un partner efficace ed efficiente nella gestione anche di altre problematiche di primaria importanza connesse all’avanzare della crisi: tra queste, in primis, il cosiddetto ‘sovraindebitamento,’ alias il superamento delle pendenze economiche sostenibili da consumatori e imprese che sono alla base della cosiddetta ‘morte civile’, recuperando nel complesso dei primi nove anni di attività oltre 250 milioni di euro indebitamente sottratti alle tasche delle fasce deboli, tra cui cittadini, correntisti, famiglie, privati, consumatori e piccole e medie imprese

"USURA E ANATOCISMO BANCARI, POSSIBILE CAUTELARSI"

L’efficacia di strumenti legali ancora poco conosciuti per chiamarsi fuori da critiche situazioni economiche di difficile gestione

Negli ultimi 11 anni, a partire dal disastroso default americano del 2008, anche in Italia assistiamo piuttosto tristemente e ricorrentemente a episodi di cronaca che vedono protagoniste, loro malgrado, le banche: ree di aver letteralmente polverizzato i risparmi di migliaia e migliaia di connazionali, attraverso l’operato infausto di management a dir poco disastrosi, determinando anche il crollo degli istituti di credito stessi. E la crisi versione 2019 non sembra tantomeno agevolare di certo una già di per sé complicata e difficile situazione. Da qui, il fenomeno per lo più tutto italiano di una serie di fusione a catena fra gruppi diversi per cercare di stare a galla. E ripartire, spesso e volentieri, grazie ai soldi dello Stato, o per mezzo di consistenti operazioni di ricapitalizzazione condotte soprattutto attraverso nuove richieste di fiducia in denaro proprio a quegli stessi correntisti–azionisti: ai quali, invece, andrebbero fatte mille e più scuse, e restituite somme cospicue. A partire dal 1999, e più precisamente da quando Piero Calabrò, famosissimo e stimato Magistrato, ottenne in tribunale la prima pronuncia storica in materia di anatocismo e usura bancaria, per i sempre più numerosi e onesti consumatori italiani si è aperto uno scenario nuovo grazie al quale poter ottenere giustizia dalle banche. Un’attività, questa, che ha fatto della celebre società bresciana ‘SDL Centrostudi SPA’ il punto di riferimento indiscusso nel nostro Paese per quanto riguarda la verifica dei possibili vizi usurari e anatocistici che spesso inquinano la bontà e la salute dei conti correnti. Fondata nel 2010 dal geniale Serafino Di Loreto, in passato stimato avvocato e tuttora imprenditore di successo, l’azienda offre ai consumatori preanalisi gratuite dei loro conti correntu: e persino una polizza che, in caso di soccombenza in tribunale, copre l’intero importo delle spese legali sostenute. A oggi, ‘SDL Centrostudi SPA’ (www.sdlcentrostudi.it) si è rivelata un partner efficace ed efficiente nella gestione anche di altre problematiche di primaria importanza connesse all’avanzare della crisi: tra queste, in primis, il cosiddetto ‘sovraindebitamento,’ alias il superamento delle pendenze economiche sostenibili da consumatori e imprese che sono alla base della cosiddetta ‘morte civile’, recuperando nel complesso dei primi nove anni di attività oltre 250 milioni di euro indebitamente sottratti alle tasche delle fasce deboli, tra cui cittadini, correntisti, famiglie, privati, consumatori e piccole e medie imprese

Comitato Autonomia Piemont, appello in tre lingue per la partecipazione

“Sovente ci si lamenta della politica, delle scelte di questa o quella amministrazione, ma ci si dimentica che la democrazia offre la possibilità di dire la propria e di cambiare le cose sedendo in un consiglio comunale. Se si sta fuori si potrà soltanto aspettare la legislatura futura e ‘subire’ la politica. Ma se si è all’interno e ci si impegna in prima persona, a partire dai piccoli e piccolissimi comuni, che sono l’anima del nostro Piemonte, qualcosa si può fare”

_

APPELLO AI CITTADINI PIEMONTESI: PARTECIPATE ATTIVAMENTE ALLA POLITICA DEI TERRITORI!

 

Il Comitato Autonomia Piemont è un’organizzazione civista, sociale, aperta e plurale, che crede nei valori dell’autogoverno e della democrazia locale e partecipata. Rivolgiamo un appello a tutti i Cittadini del Piemonte che abbiano a cuore il futuro della nostra regione, delle sue montagne, delle sue colline, delle sue pianure, delle sue città e del suo carico di storia e di identità millenaria. L’obiettivo di una VERA autonomia e la salvaguardia della cultura e delle tradizioni della regione sono imprescindibili da una presenza autonomista nei consigli comunali, non importa se in maggioranza o in minoranza. Sovente ci si lamenta della politica, delle scelte di questa o quella amministrazione, ma ci si dimentica che la democrazia offre la possibilità di dire la propria e di cambiare le cose sedendo in un consiglio comunale. Se si sta fuori si potrà soltanto aspettare la legislatura futura e ‘subire’ la politica. Ma se si è all’interno e ci si impegna in prima persona, a partire dai piccoli e piccolissimi comuni, che sono l’anima del nostro Piemonte, qualcosa si può fare. Per questo rivolgiamo a tutti i Cittadini del Piemonte, che abbiano mani, cuore, mente pulita e sgombra l’invito a formare liste civiche, certamente con un denominatore comune: lavorare per la propria comunità cui si appartiene e per la libertà del Piemonte. Non promettiamo nulla, ad eccezione che lavoreremo tutti insieme per la nostra regione. Chi fosse interessato a camminare con noi su questo percorso, lungo e difficile, ma altresì motivante ed esaltante, ci contatti come di seguito:

 

Comitato Autonomia Piemont

Posta elettronica: movimentopiemont@gmail.com

Carlo Comoli

Massimo Iaretti

Emiliano Racca

***

APEL AI SITADIN PIEMONTEIS: DEVE DA Fé, PARTESIPE’ A LA VITA POLITICA DIJ VOSTI TERITORI!

Ël Comità Autonomia Piemont a l’è n’organisassion sivista, sossial, duverta e plural ch’a chërdd ant ij valor dl’autogovern e dla democrassia local e partesipà. I lancioma n’apel a tuti ij sitadin dël Piemont ch’a veulo sossiesse ‘d l’avnì ‘d nòsta region, ëd soe montagne, ëd soe colin-e, ëd soe pian-e, ëd soe sità e ‘d soa carìa d’istòria e d’identità milinaria. Për rivé al but ëd na VERA autonomia e ‘d na tùa dla coltura e dle tradission dla region a l’è indispensabil na presensa autonomista ant ij consej comunaj, fa pa nen se an magioransa o an minoransa. Minca pòch as lamentoma dla politica, dle sernùe ‘d na ministrassion o ‘d n’autra, ma as dësmentioma che la democrassia ‘t da pro la possibilità d’esprime toa opinion e ‘d cangé le còse, travajand ant un consej comunal. S’it ëstas a vardé, it podras mach spëté la legislatura dòp e ‘subì’la politica. Ma s’it angages an prima person-a a parti da le milanta cite comun-e ch’a son l’anima ‘d nòstr Piemont cheicòs ëd bon as peul fesse. A l’è giusta për sòn ch’i adressoma a tuti ij sitadin dël Piemont, ch’a sio volenteros e ch’a l’abio la ment polida e le ideje ciajre l’anvid a formé ‘d liste civiche teritoriaj con un denomitator comun: travajé për la pròpria comunità local dont as fa part e për la libertà dël Piemont. I promëtoma nen, fòravia ch’i travajeroma tuti ‘nsema për nòsta region. Chi ch’a fussa anteressà a marcé con noiaiti ‘nsima a sto përcors-sì, bin longh e complicà, ma ‘dcò motivant e ecitant, ch’as contata pura dësgenà a l’arcapit sì-sota:

 

Comitato Autonomia Piemont

Adressa mail: movimentopiemont@gmail.com

Carl Còmoli

Massimo Iaretti

Milian Raca

***

SONAA ALS CIUTADINS PIEMONTÉS: RECHAMPATZ-VOS PER PARTECIPAR ACTIVAMENT A LA VIDA POLITICA DAL VÒSTRE TERITÒRI!

 

Lo Comitat Autonomia Piemont es un’organisaccion civista, sociala, dubèrta e plurala che crei dins las valors de l’autogovern e de la democracia locala e partesipaa. Nos levem la cria per tuits los ciutadins dal Piemont que vòlon trabalhar per l’avenir de nòstra region, per sas montanhas, sas soe còlas, sas planas, sas ciutats e sa civiltat charjaa d’istòria e d’identitat milinaria. Per arribar a una VERA autonomia e una defensa de la coltura e de las tradicions de la region es indispensable una presença autonomista dins als conselhs comunals, fai ren si en magiorança o en minorança. Sovens nos se planhèm de la politica, de las chausias de una amministracion o d’un’autra, mes nos exubliem que la democracia nos balha pron la possibilitat d’exprimar nòstre avís e de chanjar las chausas, trabalhant dins un conselh comunal. Si te agaches, te poirès mac esperar la legislatura venenta e subir la politca. Mes se t’ angages en primièra persona a partir da las milantas pechòtas comunas que son l’ama de nòstre Piemont qualquaren de bon se pòl far. Es per aquò que nos s’adreicem a tuits los ciutadins dal Piemont, que sion volenteros e que aion la ment dubèrta e las idèas claras l’anvitacion de formar de listas civicas territorialas abo lo partatge d’aqueste but: trabalhar per la sas comunitats al nivèl local dont se fai part e per la libertat dal Piemont. Nos vos fasèm ges de promessas,  fòra aquela de s’engatjar per trabalhar tuits per nòstra region. Qui foguèsse interessat de marchar abo nosautres sus aquesta draia, ben lonja e complicaa, mee decò motivanta e reviscolanta, que nos contacte sença geina a l’adreiça icì sota:

 

Comitato Autonomia Piemont

Adreiça mail: movimentopiemont@gmail.com

Carl Còmoli

Massimo Iaretti

Milian Raca

 

 

“La detestata sogliola. Vita e opinioni di una gentildonna”

/

Al Circolo della Stampa, presentazione del libro di Margot Galante Garrone

Per tutti era Margot. Nome d’arte, che l’ha sempre accompagnata anche nella vita privata, da quando entrò a far parte di “Cantacronache”, il gruppo di musicisti, letterati e poeti fondato a Torino nel 1957 – con lo scopo di valorizzare la canzone attraverso l’impegno sociale – dal compositore Sergio Liberovici e dal musicologo Michele Luciano Straniero, fra i precursori (Umbero Eco dixit) dei primi cantautori italiani, insieme ad altre figure di spicco della cultura torinese e nazionale come Emilio Jona, Fausto Amodei, Giorgio De Maria e Mario Pogliotti. Nel gruppo, Margherita – Margot Galante Garrone, nata a Torino nel 1941 (figlia maggiore del magistrato e politico Carlo Galante Garrone, fratello del celebre storico e anch’egli magistrato Alessandro) e scomparsa a Genova nel 2017, si ritaglia subito un ruolo di primo piano; sposa, in prime nozze, Sergio Liberovici ( da cui ha un figlio, Andrea, oggi compositore e regista) e collabora per i testi delle sue canzoni– la più celebre, la ballata “proto femminista”, “Le nostre domande” – con scrittori e intellettuali, quali Italo Calvino, Franco Fortini e Gianni Rodari. Cantautrice, compositrice e, dagli anni Ottanta, anche regista teatrale – dopo aver fondato il “Gran Teatrino La Fede delle Femmine” con Paola Pilla e Margherita Beato, con cui realizza spettacoli di marionette “per adulti” – Margot sarà ricordata il prossimo mercoledì 20 febbraio, alle ore 17, presso il Circolo della Stampa – Palazzo Ceriana Mayneri, in corso Stati Uniti 27 a Torino, attraverso le pagine del suo libro “La detestata sogliola”, pubblicato postumo nel 2018 per i tipi di “Marsilio Editore”. Sottotitolo “Vita e opinioni di una gentildonna”, in esso troviamo i ritmi e il racconto di un delicato ironico e spiritoso “ritratto famigliare”, le sue memorie, le sue passioni di donna e artista e i suoi anni trascorsi a Venezia, nella casa – fatta di muri e mirabolante fantasia – della Giudecca con il secondo marito Giovanni Morelli (celebre musicologo, docente alla lagunare “Ca’ Foscari”), con il figlio Andrea e un esercito di gatti. All’incontro, che sarà intervallato da letture dell’attrice Elisabetta Pozzi, interverranno il figlio Andrea Liberovici e il giornalista Bruno Quaranta. “Le parole – ebbe a scrivere di lei Cesare De Michelis, storico presidente della ‘Marsilio’- le fa diventare parte di una sua riflessione sul mondo…che ha la forza travolgente di un disincantato candore, di un’immediata e sconcertante sincerità”. E il figlio, Andrea, che è anche presidente dell’Associazione Culturale veneziana dedicata a Giovanni Morelli, ricorda: “‘La detestata sogliola’ è il titolo dell’unico libro scritto da Margot, che ho trovato sul desktop del suo computer un paio di mesi dopo la sua morte. Sapevo che era lì, perché ne avevamo parlato, ma non avevo avuto la forza di leggerlo. Ora posso dirlo: è bellissimo…Ho avuto la grande fortuna di crescere con Giovanni e mia mamma da quando avevo due anni e non posso non condividere uno degli scopi dell’Associazione Giovanni Morelli, ovvero quello, non soltanto di mantenerne viva la memoria, ma di farli conoscere ai più giovani attraverso l’esempio che ci hanno lasciato: l’umanità come centro e nutrimento di ogni loro gesto, creativo ed artistico, che sapevano condividere in forma di dono con tutti… senza distinzioni e copyright”.

Ingresso libero fino a esaurimento posti. Per info: Circolo della Stampa – Sporting, Palazzo Ceriana Mayneri, corso Stati Uniti 27, Torino; tel. 011/5175146 o www.palazzocerianamayneri.it

Gianni Milani

Nelle Foto:
– Margot in una datata foto insieme al figlio Andrea
– Margot Galante Garrone

 

"La detestata sogliola. Vita e opinioni di una gentildonna"

/

Al Circolo della Stampa, presentazione del libro di Margot Galante Garrone
Per tutti era Margot. Nome d’arte, che l’ha sempre accompagnata anche nella vita privata, da quando entrò a far parte di “Cantacronache”, il gruppo di musicisti, letterati e poeti fondato a Torino nel 1957 – con lo scopo di valorizzare la canzone attraverso l’impegno sociale – dal compositore Sergio Liberovici e dal musicologo Michele Luciano Straniero, fra i precursori (Umbero Eco dixit) dei primi cantautori italiani, insieme ad altre figure di spicco della cultura torinese e nazionale come Emilio Jona, Fausto Amodei, Giorgio De Maria e Mario Pogliotti. Nel gruppo, Margherita – Margot Galante Garrone, nata a Torino nel 1941 (figlia maggiore del magistrato e politico Carlo Galante Garrone, fratello del celebre storico e anch’egli magistrato Alessandro) e scomparsa a Genova nel 2017, si ritaglia subito un ruolo di primo piano; sposa, in prime nozze, Sergio Liberovici ( da cui ha un figlio, Andrea, oggi compositore e regista) e collabora per i testi delle sue canzoni– la più celebre, la ballata “proto femminista”, “Le nostre domande” – con scrittori e intellettuali, quali Italo Calvino, Franco Fortini e Gianni Rodari. Cantautrice, compositrice e, dagli anni Ottanta, anche regista teatrale – dopo aver fondato il “Gran Teatrino La Fede delle Femmine” con Paola Pilla e Margherita Beato, con cui realizza spettacoli di marionette “per adulti” – Margot sarà ricordata il prossimo mercoledì 20 febbraio, alle ore 17, presso il Circolo della Stampa – Palazzo Ceriana Mayneri, in corso Stati Uniti 27 a Torino, attraverso le pagine del suo libro “La detestata sogliola”, pubblicato postumo nel 2018 per i tipi di “Marsilio Editore”. Sottotitolo “Vita e opinioni di una gentildonna”, in esso troviamo i ritmi e il racconto di un delicato ironico e spiritoso “ritratto famigliare”, le sue memorie, le sue passioni di donna e artista e i suoi anni trascorsi a Venezia, nella casa – fatta di muri e mirabolante fantasia – della Giudecca con il secondo marito Giovanni Morelli (celebre musicologo, docente alla lagunare “Ca’ Foscari”), con il figlio Andrea e un esercito di gatti. All’incontro, che sarà intervallato da letture dell’attrice Elisabetta Pozzi, interverranno il figlio Andrea Liberovici e il giornalista Bruno Quaranta. “Le parole – ebbe a scrivere di lei Cesare De Michelis, storico presidente della ‘Marsilio’- le fa diventare parte di una sua riflessione sul mondo…che ha la forza travolgente di un disincantato candore, di un’immediata e sconcertante sincerità”. E il figlio, Andrea, che è anche presidente dell’Associazione Culturale veneziana dedicata a Giovanni Morelli, ricorda: “‘La detestata sogliola’ è il titolo dell’unico libro scritto da Margot, che ho trovato sul desktop del suo computer un paio di mesi dopo la sua morte. Sapevo che era lì, perché ne avevamo parlato, ma non avevo avuto la forza di leggerlo. Ora posso dirlo: è bellissimo…Ho avuto la grande fortuna di crescere con Giovanni e mia mamma da quando avevo due anni e non posso non condividere uno degli scopi dell’Associazione Giovanni Morelli, ovvero quello, non soltanto di mantenerne viva la memoria, ma di farli conoscere ai più giovani attraverso l’esempio che ci hanno lasciato: l’umanità come centro e nutrimento di ogni loro gesto, creativo ed artistico, che sapevano condividere in forma di dono con tutti… senza distinzioni e copyright”.
Ingresso libero fino a esaurimento posti. Per info: Circolo della Stampa – Sporting, Palazzo Ceriana Mayneri, corso Stati Uniti 27, Torino; tel. 011/5175146 o www.palazzocerianamayneri.it

Gianni Milani

Nelle Foto:
– Margot in una datata foto insieme al figlio Andrea
– Margot Galante Garrone

 

Quando Salah ad-Din umiliò i crociati

Corni di Hattin, con vista sul lago di Tiberiade, 4 luglio 1187. Su queste modeste colline si consumò la disfatta dell’esercito crociato contro la cavalleria musulmana di Salah ad-Din, il Saladino, sultano di Egitto e Siria, che stava per conquistare Gerusalemme. Su queste alture della Galilea, senz’acqua, arse dal sole e dove non cresce nulla, i musulmani annientarono i cristiani, la tenda rossa di re Guido di  Lusignano lasciò il posto alla tenda verde del Saladino. Su queste rocce scorse molto sangue cristiano e al nobile crociato franco, avventuriero e razziatore senza scrupoli Rinaldo di Chatillon, venne mozzata la testa dal sultano curdo in persona, davanti alla sua tenda. La reliquia della Vera Croce, portata in battaglia, cadde nelle mani degli infedeli. Tutto ciò accadde su questa collina rocciosa alta una trentina di metri con due cime, passate alla storia con il nome di “Corni di Hattin”, dove si svolse la battaglia che precedette di tre mesi la presa della Città Santa, ovvero il trionfo dell’Islam sulla Cristianità. Un pezzo importante di tutta la storia delle Crociate. Mentre le truppe del Saladino guadavano il fiume Giordano, l’esercito crociato avanzava verso Tiberiade. Stanchi, appesantiti dalle armature, assetati e sfiniti da temperature che oscillavano tra 40 e 45 gradi, e mal consigliati dal Gran Maestro dei Templari, sistemarono l’accampamento ai Corni di Hattin, in un luogo privo di acqua, dove il sentiero scende verso il lago. Un pozzo in verità fu trovato ma era asciutto. Anche i guerrieri saraceni si fermarono nei dintorni di Hattin ma il Saladino, che ben conosceva il territorio, scelse una zona ricca di pascoli e acqua. L’errore commesso costerà molto caro ai crociati che passarono una notte tormentata mentre i musulmani, assaporando già il gusto della vittoria, diedero fuoco agli arbusti secchi affumicando il campo crociato. Fu un calvario per uomini e cavalli. Atterriti e fiaccati dall’aria irrespirabile e dalla sete, i cristiani cercarono di evitare l’accerchiamento nemico e di raggiungere il lago di Tiberiade ma pochi ci riuscirono. In quel torrido sabato 4 luglio l’esercito cristiano fu circondato, e “neppure un gatto avrebbe potuto sgusciare attraverso la rete” annotò il cronista dell’epoca. I cavalieri si radunarono in cima alla collina e combatterono eroicamente sperando in un miracolo. Vennero massacrati quasi tutti, altri si arresero e vennero risparmiati, tranne i prigionieri Templari e Ospitalieri che furono subito trucidati da un gruppo di fanatici sufi che non aspettavano altro. I cadaveri di cristiani e musulmani (almeno 15.000 morti tra i crociati) rimasero sulla collina trasformata in un campo di battaglia e i loro corpi furono straziati da iene e sciacalli. Tanti furono i crociati morti in combattimento e poi venerati nei secoli come martiri. Ai Corni di Hattin venne distrutto il più forte esercito che il regno di Gerusalemme avesse mai riunito e il vincitore era il condottiero più famoso di tutto il mondo islamico. Oggi, ad Hattin, è rimasta un’altura, con erba secca e giallastra, un caldo opprimente, un gran silenzio e la memoria di una storica e tragica battaglia. “Se ci va, non dimentichi l’acqua…” mi disse una donna di Tiberiade, a cui avevo chiesto di indicarmi la strada più breve per raggiungere la collina. Faceva molto caldo quel 4 luglio di 830 anni fa. Il nostro cammino per le fortezze della Terrasanta prosegue scendendo poco a sud del lago di Tiberiade per trovare ciò che resta del castello crociato di Belvoir collocato in una posizione ideale e strategica per controllare dall’alto la valle del Giordano. La fortezza, costruita in cima a una montagna dai Cavalieri ospitalieri di Gerusalemme nel 1168 e ammirata anche da Lawrence d’Arabia, rimase imprendibile per lungo tempo e resistette a tanti assedi prima di essere presa e distrutta da Saladino nel 1189, due anni dopo la sua vittoria nella non distante Hattin. Belvoir fu abbandonato dopo la conquista del sultano mamelucco Baibars. Risalendo a nord del “Mar di Galilea”, come veniva chiamato il lago di Tiberiade, raggiungiamo il “Guado di Giacobbe” (Vadum Jacob) dove sorgeva il castello templare di re Baldovino IV sul Giordano nell’alta Galilea. La roccaforte ebbe però vita breve tra il 1178 e il 1179: fu eretta dai crociati in pochi mesi e poi demolita dal Saladino che, dopo la conquista, si accanì in particolare contro i templari catturati facendoli uccidere immediatamente. Della fortificazione resta soltanto una parte del muro circostante insieme a resti di scheletri, punte di freccia, monete e utensili da lavoro. Sempre più a nord, arriviamo alle sorgenti del Giordano, e a pochi chilometri a nord-est di Banyas, ci accolgono, imponenti e maestose, le rovine di Nimrud (dal nome di un eroe biblico), forse il più grande dei castelli crociati in Israele che ancora oggi mantiene la grandiosità di spazi e strutture di un tempo. Libano e Siria sono lì, a pochi passi. Visto da sotto sembra un nido di aquile e da lassù il panorama è incantevole, si vede l’alta Galilea con le colline del Golan, il monte Hermon e la valle di Hula. L’eco della vicina guerra siriana sembra lontano più che mai. I crociati arrivarono fin qui dopo il 1130 e riedificarono un vecchio presidio arabo per proteggere Banyas e le sue antiche e preziose sorgenti. Caduto in mano islamica, i crociati non lo riconquistarono più e furono poi i Mamelucchi a occupare la fortezza, a consolidarla e a usarla come bastione strategico, palazzo principesco e come prigione. Era ancora talmente utile e discretamente conservata che nella Guerra del 1967 fu usata sia dagli israeliani che dai siriani.

Filippo Re

(Fine / Le due puntate precedenti nell’archivio della sezione Cultura)

Open day all’Einaudi

In occasione del salone dell’Orientamento dell’Università di Torino, dal 19 al 21 febbraio 2019 il Collegio Einaudi aprirà le sue porte alle future matricole e ai nuovi allievi, che potranno partecipare a visite guidate presso le sezioni centrali di Via Maria Vittoria e di Via delle Rosine per osservare da vicino le strutture, gli ambienti e gli spazi, accompagnati dallo staff del Collegio, che risponderà a tutte le loro domande. Sarà possibile effettuare visite guidate alle strutture nei seguenti orari: Sezione Po, Via Maria Vittoria 39, ore 14.30;Sezione Mole, Via delle Rosine 3, ore 15.00.

 

Gli Open Day del Collegio Einaudi di Torino sono rivolti agli studenti iscritti agli ultimi anni delle scuole superiori di tutta Italia, italiani e stranieri, in vista del bando di ammissione per l’anno accademico 2019/20, che sarà pubblicato sul sito www.collegioeinaudi.it nei prossimi mesi e che offrirà l’opportunità a 100 studenti universitari selezionati per merito (dalle matricole alle lauree magistrali) di candidarsi per vivere un’esperienza unica di crescita, di condivisione e di formazione personalizzata durante gli anni universitari.

 

Saranno inoltre previsti appositi bandi per studenti universitari extra UE e posti dedicati invece a studenti già laureati, che affrontano un percorso di dottorato o specializzazione post laurea.

A Torino, in centro città, il Collegio Einaudi è presente con 5 residenze per 768 posti, in cui vivono studenti regolarmente iscritti ai corsi di laurea degli Atenei torinesi, e offre ai suoi studenti la camera singola, cablata per accesso a Internet. In ogni residenza ci sono cucine di piano attrezzate, sale studio, sala musica, area fitness e lavanderia. Non ci sono limiti di orari, né differenze di genere e di censo: al Collegio Einaudi si entra per merito e si paga in base all’indicatore ISEE.

 

Un grande fattore distintivo del Collegio Einaudi, rispetto a una normale residenza universitaria, è il Percorso Formativo Personalizzato, che prevede per tutti gli allievi un percorso gratuito di formazione interdisciplinare, in grado di arricchire ed estendere l’offerta formativa degli Atenei con una serie di attività integrative, dai corsi di lingua e di orientamento al lavoro, ai corsi per il potenziamento delle soft skill, dalla formazione musicale all’approfondimento di temi di attualità e di cultura generale.

 

Numerose anche le borse di studio per gli allievi più meritevoli (posti gratuiti, premi di studio, borse per soggiorni studio all’estero, premi di laurea, premi per le certificazioni linguistiche e per la mobilità internazionale) e intensa lacollaborazione con il CUS Torino per offrire servizi sportivi a prezzi vantaggiosi come un vero campus universitario.

 

Il Collegio Einaudi è fondatore della CCUM (Conferenza dei Collegi Universitari di Merito) e di EUCA (European University College Association) e promuove il diritto allo studio universitario, il merito e l’interdisciplinarità, per permettere ai giovani di talento di emergere, indipendentemente dal censo, attraverso un’ampia offerta formativa con una metodologia e diversi strumenti utili ad affrontare al meglio il percorso di studi universitari e l’ingresso nella carriera professionale.

 

Il Collegio sarà presente al Salone dell’Orientamento di Unito con uno stand nella Main Hall del Campus Luigi Einaudi. Per maggiori informazioni www.collegioeinaudi.it