redazione il torinese

La sentenza del maxi processo ai No Tav: 140 anni di carcere, 47 condanne e 6 assoluzioni

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notav ovunqueSono 193 gli anni chiesti dalla procura della repubblica, dopo un processo durato due anni. Le accuse vanno dalle lesioni, al danneggiamento, alla violenza contro pubblico ufficiale

 

Un totale di 140 anni di reclusione per 47 condanne e sei assoluzioni. Nell’aula bunker delle Vallette si è chiuso il maxi processo ai no tav per gli scontri avvenuti 2011 in Valle di Susa. Il giudice Quinto Bosio ha letto la sentenza legata alle vicende degli scontri con le forze dell’ordine al cantiere di Chiomonte avvenuti nell’estate di 4 anni fa. Sono 193 gli anni di carcere chiesti dalla procura della repubblica, dopo un processo durato due anni. Le accuse vanno dalle lesioni, al danneggiamento, alla violenza contro pubblico ufficiale.

 

Dal pubblico il grido di “vergogna” dopo la lettura del dispositivo, quando  gli imputati hanno dato lettura di una dichiarazione che i giudici non hanno ascoltato, abbandonando l’aula. Alcuni dei presenti hanno intonato Bella Ciao, altri hanno protestato ad alta voce. Secondo gli avvocati della difesa si tratta di condanne spropositate: una sentenza già scritta e immaginabile la cui entità delle pene non ha alcun senso.

 

Scrive il sito notav.info: “Un regalo che viene chiaramente fatto all’oramai pensionato Caselli ex-procuratore capo di Torino e ideologo di questa persecuzione ai danni del movimento No Tav. Tutta la sua corte, e quella che lui serve da una vita, saranno pronti a dire che avevano ragione e che giustizia è stata fatta (dopo tutte le batoste che si sono presi in quest’ultimo anno). Volevano una condanna pesante per poter agitare ancora una volta il feticcio del Nemico Pubblico No Tav ma si sa, la credibilità agli occhi dei più se la sono oramai giocata da un pezzo e noi la nostra strada non abbiamo mai smesso di percorrerla, dimostrando che abbiamo ragione da vendere e loro torto marcio”.

 

(Foto: il Torinese)

Blitz dei Carabinieri contro holding senegalese di spacciatori

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Il gruppo di dieci spacciatori senegalesi, che produceva un giro d’affari di due milioni di euro, è stato individuato grazie alla soffiata di un senegalese

 

I carabinieri del nucleo investigativo di Torino hanno condotto un’ampia operazione, con l’ausilio di un elicottero (nella foto) per sgominare un “holding” della droga composta da senegalesi. Il gruppo di dieci spacciatori senegalesi, che produceva un giro d’affari di due milioni di euro, è stato individuato grazie alla soffiata di un senegalese in base alla quale tempo fa partirono le indagini. Secondo il senegalese in città esistevano circa 100 punti di spaccio di sostanze stupefacenti gestiti dal gruppo criminale. Il blitz dei militari dll’Arma è scattato nella zona di Barriera di Milano e nel quadrilatero Aurora. 45 persone fermate.

 

(Foto: il Torinese)

Riflessioni sull'orrore di Auschwitz

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Ho quasi percepito l’odore acre di bruciato nell’aria (e sarà probabilmente suggestione, ma tanti dicono di averlo avvertito, come se avesse impregnato tutto, dai mattoni, all’erba, all’acqua)

 

Quando i ragazzi della mia età andavano in vacanza con i genitori, solitamente si recavano in luoghi di villeggiatura, o in parchi di divertimento. Mio padre, invece, mi portava a visitare i luoghi legati alla Shoah. Intendiamoci, c’erano anche per me le vacanze più “leggere”, ma un paio di giorni erano sempre dedicati a qualcosa di più “storico”, per permettermi di provare a capire cos’era successo in un passato in fondo recente, e perché. Nonostante io abbia visitato la casa di Anna Frank e numerosi campi di sterminio, da Auschwitz-Birkenau, a Mauthausen, alla Risiera di San Sabba, ancora non ho trovato una risposta al “perché”. Ho visto ragazzi della mia età in lacrime presso le macerie dei forni crematori. Ho visto bandiere ebraiche portate con orgoglio da persone di ogni età, con una fierezza ed uno sconcerto negli occhi che mi hanno colpita profondamente. Ho sentito il silenzio assoluto di quei luoghi, interrotto solo dalle preghiere. Ho tentato una stima ad occhio del numero di scarpe e di pennelli da barba presenti nelle teche, raccolti per permettere di dare un’idea della mole dello sterminio. Ho percorso la Scala della Morte, camminato lungo sentieri delimitati a destra e a sinistra da filo spinato e visitato baracche di ogni tipo, ma sempre squallide a dir poco. Ho visto montagne di foto, mucchi di omaggi floreali, targhe commemorative in ogni lingua conosciuta. Mi sono trovata faccia a faccia con forche, camere a gas e forni crematori. Ho quasi percepito l’odore acre di bruciato nell’aria (e sarà probabilmente suggestione, ma tanti dicono di averlo avvertito, come se avesse impregnato tutto, dai mattoni, all’erba, all’acqua). Ho visto, sentito, toccato ed odorato…ma non ho capito perché. E probabilmente non lo capirò mai.

 

Chiara Mandich

Lo chic GC CANTONI su Marie Claire

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Giovanna Cantoni con la sua linea di gioielli per veri intenditori, e per chi desidera indossare purezza e unicità ha in breve tempo attirato l’attenzione del mondo della moda e del glamour internazionale

 

Per il mese di febbraio la rivista internazionale di moda Marie Claire ha pubblicato uno speciale a quello che si può definire il must have dell’anno della maison GC CANTONI. È’ il bracciale rigido in oro con goccia in oro puro 999/1000 della linea chic del brand, che come tutti i gioielli GC CANTONI , si distingue per la sua unicità dovuta al particolare metodo di lavorazione oggetto della domanda di brevetto per invenzione industriale. Tutti gli ornamenti sono realizzati a mano utilizzando i metalli preziosi puri (oro – platino) titolo 999/1000 e la goccia si può personalizzare con un’ incisione tutta da dedicare. 

 

Giovanna Cantoni con la sua linea di gioielli per veri intenditori, e per chi desidera indossare purezza e unicità ha in breve tempo attirato l’attenzione del mondo della moda e del glamour internazionale , tanto che le più prestigiose riviste del settore riservano spazi e redazionali per i preziosi del brand, oramai oggetto del desiderio a cui è’ difficile resistere.  Per un “pensiero d’oro” , com’è già stato definito , anche in vista del prossimo San Valentino.

 

www.giovannacantoni.it

I governi di Piero e Sergio si confrontano, parola d'ordine: sostenere lo sviluppo

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Incontro fra le giunte della Regione Piemonte e del Comune di Torino 

 

Apertura di un tavolo Piemonte-Governo per il sostegno ai grandi investimenti infrastrutturali; confronto con fondazioni bancarie, università, imprese e attori economici della città; partnership pubblico-private per allargare il perimetro delle risorse disponibili;utilizzo dei fondi europei per politiche di sviluppo, ricerca e innovazione ; costituzione di gruppi di lavoro interassessorili per tema e deleghe per condividere priorità e misure di riorganizzazione della spesa.Sono queste le prime azioni discusse e decise nella riunione delle giunte di Regione Piemonte e Città di Torino.

 

Il confronto si è concentrato sulle politiche di bilancio, alla luce dei tagli adottati dalla Legge di Stabilità e dalle difficoltà finanziarie della Regione.Questo primo incontro fra le Giunte ha fatto registrare due decisioni: in primo luogo l’impegno a mantenere invariata la spesa per sanità, trasporti e prestazioni socio assistenziali; in secondo luogo la riorganizzazione della spesa negli altri settori, tenendo conto che la capacità di spesa della Regione conoscerà nel 2015 una contrazione del 35% circa. Obiettivo, condiviso e ribadito, è in ogni caso mantenere  invariata l’offerta dei servizi e delle opportunità di cui godono oggi i cittadini.

 

 “Abbiamo voluto organizzare questo incontro in funzione dei rapporti istituzionali ma anche interpersonali che uniscono Comune e Regione, perché in una situazione di necessità la prima cosa cui si pensa è di cercare di trovare soluzioni condivise. Nel 2015 – ha spiegato il Presidente della Giunta Regionale Sergio Chiamparino – saremo in condizione di garantire pari risorse a quelle dello scorso anno per la spesa sanitaria, i servizi domiciliari per le persone in condizioni di fragilità e i trasporti pubblici. Per gli altri capitoli di bilancio dormo fare i conti  con una taglio della disponibilità che oscilla tra i 150 e i 200 milioni, e che sulla città di  Torino avrà un’incidenza del 35- 40%. Non vogliamo ricorrere a tagli lineari, ma, attraverso incontri bilaterali tra gli assessori di Comune e Regione, si individueranno  priorità e risparmi. Per quanto riguarda i fondi europei, intraprenderemo azioni utili a creare un meccanismo di leva finanziaria capace di sostenere in maniera efficace gli investimenti nell’innovazione e nell’efficienza energetica. Altre azioni progressive vedranno la Regione ritornare al suo ruolo istituzionale di ente legislativo e programmatore, riconoscendo alla città il suo ruolo gestionale, in campo culturale come in quello delle società partecipate ”. 

 

Oggi abbiamo avviato un metodo di lavoro comune  che si estenderà nelle prossime settimane alla Città metropolitana per definire obiettivi e ottimizzare l’utilizzo delle  risorse– ha sottolineato il Sindaco Piero Fassino – . L’obiettivo comune  è assicurare il mantenimento degli attuali servizi, allargando il perimetro delle risorse disponibili. E’, infatti,  per noi obiettivo irrinunciabile mantenere alte le ambizioni della città, mettendo  in campo tutto ciò che serve per sostenere sviluppo, crescita e lavoro. Non siamo stati eletti per chiudere dei servizi, ma per mantenerli e garantire ai cittadini una qualità della vita degna.”

Cioccolato e Torino, un lungo fidanzamento

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Nel 1678 G.A. Ari presenta a Maria Giovanna Battista di Savoia, seconda Madama Reale, reggente per il figlio Vittorio Amedeo II, la richiesta di una patente per “vendere pubblicamente la cioccolata in bevanda per anni sei prossimi dalla data della presente”

 

In Italia la storia del cioccolato inizia proprio a Torino nel 1559 quando Emanuele Filiberto di Savoia (generale dell’esercito di Carlo V di Spagna), torna in patria dopo la pace di Chateau Cambrésis. Di ritorno dal viaggio porta con se alcuni semi di cacao che saranno serviti sottoforma di bevanda calda l’anno successivo. L’occasione? Celebrare i festeggiamenti di Torino nuova capitale del Regno di Savoia dopo Chambery. Ma è verso la fine del XVI secolo che,  probabilmente portato da Caterina, figlia di Filippo II di Spagna e data in sposa a Carlo Emanuele I duca di Savoia,  la cioccolata inizia ad affermarsi nel capoluogo piemontese.

 

Sempre a Torino l’apparizione del primo locale atto a degustare la cioccolata, la “cioccolateria” prima mescita pubblica (il nostro attuale Bar). Nel 1678 G.A. Ari presenta a Maria Giovanna Battista di Savoia, seconda Madama Reale, reggente per il figlio Vittorio Amedeo II, la richiesta di una patente per “vendere pubblicamente la cioccolata in bevanda per anni sei prossimi dalla data della presente” la risposta della Madama Reale “abbiamo accondisceso volentieri alla sua demanda per essere lui il primo introduttore”. Torino incomincia così il suo fidanzamento con il cacao e diventa punto nevralgico nella storia europea per l’espansione del cioccolato. Alla fine del 1600 se ne producevano circa 750 libbre al giorno (corrispondenti a 350 kg di oggi) che veniva esportato anche in Svizzera, Germania e Francia.

 

(Continua su www.seetorino.com/cioccolato-torino-fidanzamento/)

 

Piano regolatore, i 20 anni che hanno trasformato Torino in capitale dell'innovazione

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Nel 1995, l’approvazione del Piano Regolatore Generale firmato da Vittorio Gregotti e Augusto Cagnardi sancisce l’avvio di una stagione di profondo rinnovamento della città per decenni identificata come la città-fabbrica italiana. Da allora, Torino è diventata un’altra città

 

Un programma di eventi per festeggiare il piano regolatore e vent’anni di trasformazioni che hanno fatto di Torino “capitale universitaria, di cultura e di innovazione”. E’ quanto ha detto il sindaco, Piero Fassino,  all’Urban Center in occasione della presentazione delle iniziative. Un calendario fitto di incontri con ingegneri, architetti, esperti e progettisti ed esperti per rammentare il  passato e immaginare il futuro.

 

Torino è un’altra città

Nel 2015 Urban Center Metropolitano propone un programma di attività culturali per conoscere più da vicino la trasformazione vissuta da Torino negli ultimi 20 anni: da quando, nel 1995, l’approvazione del Piano Regolatore Generale firmato da Vittorio Gregotti e Augusto Cagnardi sancisce l’avvio di una stagione di profondo rinnovamento della città per decenni identificata come la città-fabbrica italiana. Da allora, Torino è diventata un’altra città. UCM racconta come essa è cambiata, in quali modi, con quali politiche e strumenti sia stato possibile trasformarsi, e quali siano gli scenari futuri che si aprono ora dinnanzi alla nuova città metropolitana. Un’occasione per ripercorrere alcuni dei nodi più significativi di un processo di cambiamento che ha riguardato la società locale nel suo complesso, ridefinendo gli assetti sociali, economici ed urbani del territorio torinese. Dibattiti a più voci, dove protagonisti e osservatori dalle professionalità diverse si confronteranno su temi che incrociano la storia recente della trasformazione urbana, le prospettive di sviluppo per la città metropolitana e le politiche pubbliche che guardano alla Torino futura.

 

(www.urbancenter.to)

 

Dall'antico Egitto ai grandi delitti sul palco di Alfateatro

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Parte il ciclo di conferenze-spettacolo che porteranno in teatro scrittori, studiosi e docenti universitari, pronti a dare vita a un calendario di incontri divulgativi adatti a un pubblico di tutte le età

 

 

La cultura va in scena. La novità del 2015 sul palcoscenico di Alfateatro è un ciclo di appuntamenti culturali che porteranno in teatro scrittori, studiosi e docenti universitari, pronti a dare vita a un calendario di incontri divulgativi adatti a un pubblico di tutte le età. Tanti i temi che saranno affrontati nell’ambito di questi particolari convegni serali a cadenza mensile sul palcoscenico di via Casalborgone 16/i. Si comincia con quattro incontri dedicati ad argomenti di stretta attualità come le migrazioni e l’Ostensione della Sindone, ma anche al fascino della storia e della criminologia.

 

Il primo appuntamento si è tenuto 16 gennaio, dedicato alle “Storie di menti lontane”. La conferenza-spettacolo prende il via dal libro a cura di Silvia Ruspa (edito da Cittadella, 2014) che raccoglie le storie di stranieri problematici, con multiformi disagi e laceranti sofferenze psicologiche e sociali, raccontate da specialisti di varie discipline: psichiatri, neuropsichiatri infantili, pediatri, psicologi, antropologi, filosofi, criminologi e giornalisti. Il libro prosegue e completa il lavoro di ricerca avviato dall’autrice a Novara nel 2013, prima con il convegno nazionale “La mente lontana. Dall’antropologia all’etnopsichiatria”, poi con il percorso formativo “La mente lontana. Dal meticciato alla Repubblica dei fanciulli”, quindi nel 2014 con la lectio magistralis “La mente lontana. Identità aperte”. “I migranti arrivano con tutto il loro portato esistenziale, tragico e muto – spiega Silvia Ruspa -. Gli abissi oscuri della sofferenza, le luci più o meno tenui della speranza aprono una questione cogente della modernità: siamo noi capaci di costruire integrazione e interazione con gli “stranieri”, sui sentieri sterrati dell’incontro,  della comprensione, dell’amicizia per una vita migliore loro e nostra?”. Argomenti quanto mai attuali di cui l’autrice, presidente della Società Cooperativa Sociale Gea, ha parlato con il pubblico torinese nel corso di un incontro a ingresso gratuito.

 

Il calendario delle conferenze-spettacolo di Alfateatro proseguirà poi venerdì 13 febbraio, sempre alle 21, con un appuntamento affascinante dedicato al “Mondo magico dell’Antico Egitto”, che vedrà salire sul palco l’egittologa Elvira D’Amicone, già funzionario della Soprintendenza peri Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Egizio di Torino).

 

Seguirà l’incontro sui “”Grandi delitti: il computer va in scena”, in programma per venerdì 13 marzo alle 21, con il professor Nello Balossino, docente di Informatica investigativa dell’Università degli Studi di Torino, che ha collaborato a diverse inchieste ben note al grande pubblico, come quella sull’omicidio di Chiara Poggi, che lo ha visto effettuare in qualità di perito l’esperimento semi virtuale sul percorso di Alberto Stasi all’interno della villetta di Garlasco.

 

A chiudere il primo ciclo di conferenze a teatro sarà ancora il professor Balossino, che tornerà nel salotto di via Casalborgone nella serata di venerdì 17 aprile (alle 21) per un incontro speciale organizzato in occasione dell’Ostensione della Sindone, sul tema “Le immagini svelano la Sindone”. Balossino è infatti autore del discusso volume “Sindone, immagini per la conoscenza” (Effatà Editrice, 2010) in cui vengono esposti i contributi forniti dalle varie riprese che si sono susseguite dal 1898, anno della prima immagine realizzata da Secondo Pia, fino al 2008 quando sono state ottenute fotografie e acquisizioni video ad alta definizione. Nel volume sono evidenziati gli stati d’animo dei protagonisti di una singolare esperienza di rapporto diretto con il Sacro Lino: la scoperta dei segreti codificati nell’immagine.

 

Tutte le conferenze-spettacolo di Alfateatro sono a ingresso libero fino ad esaurimento dei posti.

Morto alle Molinette uomo colpito da influenza H1N1

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Era stato ricoverato all’inizio di gennaio al pronto soccorso dell’Ospedale Parini di Aosta, colpito da una grave insufficienza respiratoria

 

E’ morto l’uomo affetto da influenza H1N1 che era ricoverato nel reparto di terapia intensiva delle Molinette. Si tratta di Attilio Hosquet, di 62 anni, valdostano di Antey-Saint-André. Era stato ricoverato all’inizio di gennaio al pronto soccorso dell’Ospedale Parini di Aosta, colpito da una grave insufficienza respiratoria e febbre molto alta. In seguito i medici avevano deciso di trasferirlo a Torino per consentire cure più adeguate ma purtroppo non ce l’ha fatta.

 

(Foto: il Torinese).

“Esperienze di libertà nei Paesi dell’Est”

ALESSANDRIA FABBIO

Ad organizzarlo sono il Movimento Cristiano Lavoratori di Alessandria, in collaborazione con l’Associazione Certamen, con il patrocinio del Consiglio Regionale del Piemonte, Relatori  sono Gianni Oliva (storico, scrittore, già assessore regionale alla cultura) e Angelo Teruzzi (studioso e organizzatore di mostre)

 

 

Dopo Torino, dove era stata ospitata nei mesi scorsi, anche ad Alessandria chiude i battenti, dove ha avuto un buon afflusso di pubblico e di visitatori, la mostra “Memoria come forma di giustizia”, che era stata inaugurata il 29 dicembre scorso. Il termine dell’esposizione avrà la concomitanza di un importante convegno lunedì 26 gennaio, alle ore 18, nella sala Efal/MCL in via Migliara 43 ad Alessandria sulle “Esperienze di libertà nei Paesi dell’Est”. Ad organizzarlo sono il Movimento Cristiano Lavoratori di Alessandria, in collaborazione con l’Associazione Certamen, con il patrocinio del Consiglio Regionale del Piemonte, Relatori  sono Gianni Oliva (storico, scrittore, già assessore regionale alla cultura) e Angelo Teruzzi (studioso e organizzatore di mostre) che metteranno a confronto le loro tesi e le loro esperienze.

 

Gianni Oliva, preside dell’Istituto Majorana di Moncalieri, è storico che ha dedicato parecchi approfondimenti alla storia contemporanea legata all’esodo dei Giuliani e Dalmati, al dramma delle foibe e agli anni della Resistenza italiana. Particolarmente apprezzati, per l’assenza di implicazione ideologiche, i suoi studi su argomenti che, a distanza di ormai 70 anni dai fatti, non presentano ancora un’unica, riconosciuta, condivisa interpretazione.

 

Angelo Teruzzi, docente di scuola superiore, ha organizzato per il Comune di Alessandria una serie di mostre particolarmente significative per i temi trattati. Fra queste ricordiamo: la Mostra sulla Resistenza dimenticata (Alessandria, Caserma Valfrè, 2008); sulla Primavera di Praga (Alessandria, Caserma Valfrè 2009 – “Praga 68”) e “Libertà va cercando, ch’è sì cara, vigilando redimere” sulla situazione dei carcerati in ogni parte del mondo e sul valore del perdono (Alessandria, Tinaio degli Umiliati – 2010). Modererà l’incontro Efrem Bovo segretario provinciale del MCL. Sono previsti interventi di Valentina Mihaela Pascal (curatrice della mostra sulla Resistenza in Romania), Mario Bocchio per l’associazione Certamen e Piercarlo Fabbio, presidente provinciale MCL.

 

Massimo Iaretti