redazione il torinese

Granata in forma pareggiano a Firenze in vista di Europa League

toro fioFIORENTINA TORINO 1-1

 

Per i Granata è l’11° risultato utile consecutivo, lo 1-1 a casa della Fiorentina nel posticipo di campionato. Prima il gol di Salah, al 40′ della ripresa, al quale replica dopo pochi minuti Vives. In ottima forma Padelli che  para rigore e ribattuta di Babacar. Complessivamente una buona prova per il Toro  in vista del ritorno di Europa League, in programma giovedì, contro l’Atheltic Bilbao.

Eternit, la Cassazione: "Tutto prescritto già prima del processo, il tribunale si è confuso"

eternit bandiere

Secondo la Cassazione l’imputazione di disastro a carico dell’imprenditore svizzero non era adeguata per il rinvio a giudizio, poichè la condanna massima sarebbe troppo bassa, solo 12 anni di reclusione, per chi fa “strage” di persone come nel caso in questione

 

Tutto assurdo e tutto drammatico al tempo stesso.La Cassazione, in sostanza, rimprovera i magistrati del processo torinese per le morti da amianto di non aver compreso che tutto era prescritto già prima del rinvio a giudizio del magnate  svizzero Schmideiny. Se e’ vero che il caso Eternit è un qualcosa di abnorme, per la tragedia che ha causato e – come tale – i cavilli dovrebbero essere messi da parte, qui si tratta di principi essenziali della giurisprudenza che i magistrati torinesi avrebbero dovuto conoscere bene. Lo specifica la Cassazione nelle motivazioni depositate, del verdetto dello scorso novembre che suscitò polemiche. Ora i supremi giudici spiegano le proprie ragioni.

 

Scrivono gli ermellini: “Il Tribunale ha confuso la permanenza del reato con la permanenza degli effetti del reato, la Corte di Appello ha inopinatamente aggiunto all’evento costitutivo del disastro eventi rispetto ad esso estranei ed ulteriori, quali quelli delle malattie e delle morti, costitutivi semmai di differenti delitti di lesioni e di omicidio”. 

 

Secondo la Cassazione l’imputazione di disastro a carico dell’imprenditore svizzero non era adeguata per il rinvio a giudizio, poichè la condanna massima sarebbe troppo bassa, solo 12 anni di reclusione, per chi fa “strage” di persone come nel caso in questione. La suprema corte dice che “colui che dolosamente provoca, con la condotta produttiva di disastro, plurimi omicidi, ovverosia, in sostanza, una strage” verrebbe punito con solo 12 anni di carcere e questo è “insostenibile dal punto di vista sistematico, oltre che contrario al buon senso”.

 

Proseguono i supremi giudici: “Per effetto della constatazione della prescrizione del reato, intervenuta anteriormente alla sentenza di I grado”, cadono “tutte le questioni sostanziali concernenti gli interessi civili e il risarcimento dei danni”.  Chi ha sbagliato?

 

 

Marcel Melis per un allestimento di charme

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Qui  il celebre artigiano Michele Sciretti ha scelto la vetrina per i suoi capi, finora unicamente esposti nello storico show room di corso Vittorio Emanuele 96

 

Siamo in via Giolitti 45, nel cuore della città sabauda dove i palazzi d’epoca fanno  da suggestivo scenario alla routine quotidiana ed è proprio qui che il celebre artigiano Michele Sciretti ha scelto la vetrina per i suoi capi, finora unicamente esposti nello storico show room di corso Vittorio Emanuele 96. L’inaugurazione è stata l’occasione per presentare uno nuovo spazio espositivo dove poter ammirare, indossare e scegliere un capo tanto importante, e tanta importanza è’ stata data agli allestimenti sia delle vetrine che all’ambiente interno. Ricercatezza ed eleganza ad opera del flower designer torinese Marcel Melis, che ricrea in ogni suo allestimento un’atmosfera di charme, che profuma e avvolge con le sue affascinanti creazioni . Il suo stile è senz’altro chic , classico ,  ma con una verve contemporanea in grado di mettere d’accordo animi estrosi e amanti della tradizione.  Per chi vuol dare carattere ai propri eventi. 

 

Marcel Melis: marcel1768@gmail.com

Gli animalisti dicono no allo Zoo di Torino

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Il coordinamento No Zoo rigetta con forza l’ipotesi di destinare il Parco Michelotti ad ospitare, seppure in maniera apparentemente “innovativa”, forme di detenzione animale, per giunta a scopo commerciale

 

Il coordinamento No Zoo, che riunisce diverse sigle dell’associazionismo ambientalista e animalista torinese, lancia una petizione popolare rivolta al Consiglio Comunale di Torino contro l’ipotesi di coinvolgere animali in cattività nell’ambito della futura destinazione del Parco Michelotti.A seguito dell’approvazione della relativa delibera consiliare che ha ignorato gli emendamenti volti al divieto di inserire l’utilizzo di animali vivi nel progetto di “Concessione per la Valorizzazione” del Parco Michelotti e nel successivo piano di gestione, le associazioni LAV Lega Anti Vivisezione, Lega per la difesa del Cane, L.I.D.A, ProNatura Torino, S.O.S Gaia ed Ecopolis si rivolgono alla cittadinanza e alla pubblica amministrazione con l’obiettivo di scongiurare, a distanza di quasi trent’anni, la riapertura di un luogo di prigionia per animali nella nostra città.

 

“Nel 1987 supportati da molti cittadini avevamo plaudito alla chiusura dello zoo di parco Michelotti – afferma Marco Francone, presidente della Consulta dell’associazionismo animalista della Città di Torino e tra i protagonisti di quella conquista di civiltà. Nel 2015 rischiamo di rivedere l’apertura di una struttura di detenzione per animali usati a scopo di “intrattenimento” a beneficio di soggetti privati, e non lo possiamo accettare”.

 

La petizione lanciata dal coordinamento interassociativo chiede, tra l’altro, il coinvolgimento delle associazioni nella fase di elaborazione del progetto di valorizzazione del parco. Attualmente, il progetto del comune prevede una concessione di durata ben trentennale a un soggetto privato che dovrà, come recita la delibera, “mantenere e valorizzare la memoria storico-botanica-paesaggistica-architettonica del luogo, offrendo a cittadini e turisti un polo permanente pluridisciplinare per attività ludiche, scientifiche e didattiche.” 

 

Il coordinamento No Zoo rigetta con forza l’ipotesi di destinare il Parco Michelotti ad ospitare, seppure in maniera apparentemente “innovativa”, forme di detenzione animale, per giunta a scopo commerciale. Le associazioni che ne fanno parte ritengono infatti che questo tipo di destinazione non possa in alcun modo rispondere agli intendimenti dichiarati dal comune in sede progettuale, riguardanti la valorizzazione della memoria “storico-botanica-paesaggistica-architettonica” di Parco Michelotti.Del resto, nel 2015, appare a tutti assai improbabile l’idea che eventuali mucche, elefanti o pinguini, siano costretti a vivere a pochi passi da piazza Vittorio, tra un bar e un ristorante, e posizionati di fronte ad un grande viale destinato ad un costante passaggio automobilistico, tra i più massicci della città. E’ già possibile firmare la petizione: un primo appuntamento sarà ai tavoli informativi LAV presenti il 28 febbraio e il 7 marzo in via Roma angolo piazza Castello a Torino, oppure presso le sedi delle associazioni che fanno parte del coordinamento No Zoo.

 

LAV Lega Anti Vivisezione, Lega per la difesa del Cane, L.I.D.A, Lega Italiana dei Diritti dell’Animale, ProNatura Torino, S.O.S Gaia ed Ecopolis

"Disegniamo l'arte" al temporary Museum

museo scienze

Sabato 28 febbraio ore 15,00 – 17,00 

 

Sabato 28 febbraio, dalle 15,00 alle 17,00, presso il Temporary Museum Torino, Basic Village, corso Verona 15/c, si terrà il laboratorio “Le Forme della Scienza” a cura del  Museo Regionale di Scienze Naturali promosso nell’ambito del progetto “Disegniamo l’arte” ideato da AbbonamentoMusei Torino Piemonte. In occasione dell’evento il Museo Regionale di Scienze Naturali curerà una visita guidata al proprio allestimento “Museo da camera: meraviglie del mondo naturale”: i bambini sceglieranno un soggetto da riprodurre con l’aiuto di un esperto di disegno. Il costo del laboratorio è di € 3,00 a bambino, gratuito per le famiglie che possiedono l’Abbonamento Musei. Gli accompagnatori entreranno gratuitamente e potranno visitare il Museo durante il laboratorio dei più piccoli.

Apidge e Asproflor insieme

IARIS FOTO

Potenzialità di una collaborazione tra l’associazione che raggruppa i docenti della classe di concorso A019 e l’associazione che ha come scopo quello di promuovere l’immagine della floricoltura italiana

 

Ezio Sina, presidente di Apidge – Associazione professionale insegnanti discipline giuridiche ed economiche e Massimo Iaretti, responsabile dell’area comunicazione e coordinatore del Piemonte hanno incontrato a Torino il presidente ed il vice presidente nazionali di Asproflor, Renzo Marconi e Sergio Ferraro ed il consigliere Livio Piumatto. L’Associazione Asproflor associa i produttori florovivaisti italiani ed è radicata nell’area Nord Ovest del Paese ma è in estensione in tutto il territorio nazionale. Nell’incontro, che si è svolto nella sede Asproflor di Torino, in corso Francia 296, sono state esaminate le potenzialità di una collaborazione tra l’associazione che raggruppa i docenti della classe di concorso A019 e l’associazione che ha come scopo quello di promuovere l’immagine della floricoltura italiana, il turismo del verde ed il ruolo dei fiori nella vita quotidiana del tessuto cittadino (proprio in virtù di questa mission è stato promosso, otto anni fa, il Concorso Nazionale dei Comuni Fioriti). Apidge ed Asproflor – anche in virtù delle potenzialità contenute nel documento governativo “La Buona Scuola” – valuteranno una serie di proposte da sottoporre nelle competenti sedi, nazionali e regionali, nei prossimi mesi, incentrate sulla  maggior qualità dei percorsi didattici e sulla valorizzazione degli istituti scolastici, sull’educazione all’ambiente, sull’alternanza scuola/lavoro.

P.G. Minazzi

Matrimonio in crisi anche a Torino, l'allarme di Nosiglia: "Qui non si sposa più nessuno"

nosiglia e giovani

Le parole delll’arcivescovo pronunciate all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario del Tribunale ecclesiastico del Piemonte, rappresentano un auspicio ma anche un monito

 

Le nozze tra persone dello stesso sesso sono uno dei temi sociali all’ordine del giorno. Quello che, invece, pare essere passato di moda e’ il matrimonio, proprio quello tradizionale. E’ un istituto in crisi, sia il rito religioso sia la cerimonia in  municipio. L’allarme a Torino e’ stato lanciato dall’arcivescovo. E’ vero che la Chiesa subalpina continua imperterrita con i suoi corsi per futuri sposi e con la sua costante attività a tutelare la tradizione, ma perché – si chiede mons. Cesare Nosiglia  – non lo fa anche lo Stato attraverso “corsi che aiutino i giovani a scoprirne la bellezza e il valore?” Le parole delll’arcivescovo pronunciate all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario del Tribunale ecclesiastico del Piemonte, rappresentano un auspicio ma anche un monito: “Bisogna contrastare la tendenza a rendere tutto precario: ne va della stabilità della società”. Sarà che i giovani hanno paura a mettere al mondo dei figli, in questo clima di crisi che non garantirebbe loro un futuro? Chissà . Fatto sta che la popolazione piemontese e’ tra le più vecchie d’Italia e tra qualche decennio , senza un incremento demografico, saremo – Dio e governo piacendo – un popolo di pensionati. 

Montagna, lo sviluppo è sostenibile

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Fissati dalla Giunta regionale i criteri per l’erogazione di contributi per il sistema montano

 

Proposti dagli assessori al Turismo, Antonella Parigi, e allo Sport, Giovanni Maria Ferraris, nell’ambito del Fondo di sviluppo e coesione 2007-13, dispongono uno stanziamento di 1.737.000 che servirà per metà alla realizzazione in bacini di utenza ad elevata domanda o particolarmente vocati per lo sviluppo di pratiche turistico-sportive di nuova impiantistica sportiva, per l’altra metà per il recupero del patrimonio infrastrutturale esistente e in disuso.

 

“Un provvedimento atteso da tempo – rileva Ferraris – che vede la Regione impegnata per la valorizzazione delle attività sportive estive ed invernali della montagna, e soprattutto di ogni iniziativa volta a favorire la pratica sportiva all’aria aperta. Ho deciso di dare al mio assessorato un’impronta di concretezza e di vicinanza agli enti locali in un momento di grande difficoltà per tutti. Senza dubbio bisogna lavorare sulla normativa dello sport, per renderla più adeguata all’attualità, ma ritengo fondamentale dare prima di tutto ossigeno ai territori” .

 

Sarà inoltre possibile recuperare caselli, stazioni, linee ferroviarie e aree annesse, carrozze ferroviarie in disuso capaci di divenire risorsa di valorizzazione per le aree a vocazione turistica. A beneficiare di un contributo di 70.000 euro, su progetti la cui spesa ammissibile non sia inferiore a 100.000 euro, saranno gli enti pubblici, i soggetti di diritto pubblico e le società e associazioni senza scopo di lucro. “Si tratta – sostiene Parigi – di interventi che rientrano nelle linee strategiche indirizzate verso forme di turismo slow e che guardano con attenzione ad un pubblico giovane o famigliare, attento alla sostenibilità ambientale e desideroso di vivere il territorio in maniera autonoma. Il rilancio di percorsi ferroviari rappresenta in tale ottica un’opportunità molto interessante per località situate in aree montane che hanno visto cessare l’attività di reti ferroviarie un tempo attive. Inoltre, viene offerta la concreta possibilità di generare nuove occasioni professionali e imprenditoriali”.

 

(www.regione.piemonte.it)

Juve alla grande ma il petardo rovina la festa

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Un supporter juventino è stato infatti arrestato dalla polizia allo Stadium nel corso della partita con l’Atalanta

 

Dopo le intemperanze olandesi a Roma, anche a Torino qualche problema con i tifosi. Un supporter juventino è stato infatti arrestato dalla polizia allo Stadium nel corso della partita con l’Atalanta: aveva lanciato un maxi petardo in tribuna Sud, ferendo alle gambe altri due tifosi bianconeri. Si tratta di milanese di 29 anni, è stato accusato di lesioni aggravate e accensioni pericolose. Intanto, sebbene l’incidente abbia turbato la serenità sportiva Llorente manifesta ottimismo almeno per il suo personale ritorno al gol dopo oltre due mesi. “Sono molto felice per la vittoria – scrive su Twitter – e soprattutto per la fine di un brutto periodo”

L'ex patron Giuliano canta: scherzo di Carnevale o inizio della Quaresima per Sergio?

chiampa gofalone

soriaLIBEROIL GHINOTTO DELLA DOMENICA

Politici, scrittori, giornalisti, attori … era il circo mediatico che ruotava intorno alle mille iniziative di un premio elefantiaco, che da letterario aveva finito per occuparsi di tutto un po’. “E tutti sapevano che funzionava così”, ha chiosato Soria, il principe decaduto della cultura piemontese. Forse proprio questa è l’amara verità

 

E’ stato lo scherzo dell’ultimo giorno di Carnevale o l’inizio della Quaresima per Chiampa? Dopo aver inanellato una lunga serie di vicende fortunate, ultimamente lo “stellone” del governatore pare un po’ appannato. Infatti, appena uscita per il rotto della cuffia, dall’inchiesta di rimborsopoli – tutti i principali esponenti Pd prosciolti per assenza di dolo – la maggioranza a Palazzo Lascaris si trova a far fronte allo scandalo delle firme false e all’indagine sul nuovo grattacielo Fuksas, una serie di colpi che avrebbe steso anche Carnera. Ma l’uppercut è arrivato inaspettatamente dal processo sul Premio Grinzane, che pareva avviato in sede di appello verso un dolce oblio. E invece, l’ex-patron Giuliano Soria, proprio di Martedì Grasso, con una deposizione spontanea, ha – direbbe il buon Sergio – “desdavanato” la sua verità. E ha detto che, sì lui ha fatto un sacco di errori, ma di questo sistema hanno beneficiato in molti, politici, scrittori, giornalisti, attori … insomma tutto il circo mediatico che ruotava intorno alle mille iniziative di un premio elefantiaco, che da letterario aveva finito per occuparsi di tutto un po’. “E tutti sapevano che funzionava così”, ha chiosato il principe decaduto della cultura piemontese. Forse proprio questa è l’amara verità.

 

Ora, le dichiarazioni che riguardano il “supporto” che Soria avrebbe dato negli anni a tutta una serie di rispettabili personaggi,  da Bresso a Chiamparino,  da Alfieri a Oliva a Leo, da Corrado Augias ad Alain Elkann, da Michele Placido a Giancarlo Giannini, provengono da un soggetto la cui credibilità “sta a zero”, già condannato pesantemente  in primo grado e in procinto di esserlo in appello. Ma, comunque, il reo è stato prodigo di particolari, di dettagli, ricordando cifre e circostanze, luoghi e persone, e affermando spavaldamente che di molte “dazioni” aveva persino testimoni a conferma. Per esempio, per i contributi alle campagne elettorali comunali di Chiampa, come ha parzialmente ammesso lo stesso ex-assessore Alfieri, pur ribadendo che i contributi non erano in nero, ma regolarmente registrati. Il problema, però, è di capire se provenivano dal portafoglio personale di Soria o dalle casse del Grinzane: interrogativo retorico, dal momento che il processo ha appunto dimostrato come il Giuliano non facesse molta distinzione tra le sue tasche e i fondi del premio.

 

Comunque la pietra nello stagno lanciata da Soria non ha mancato il bersaglio. Già il giorno dopo, in mezze procure d’Italia, magistrati attenti hanno letto i giornali e si sono ricordati dell’obbligatorietà dell’azione penale, che impone loro di intervenire. Di qui, aperture di fascicoli, convocazioni di “persone informate sui fatti”, perquisizioni della Finanza in Comune, in Regione, nelle abitazioni e sui conti in banca dei supposti beneficiari (che peraltro annunziano querele e richieste di risarcimento danni).Come mai i giornali – che spesso pubblicano gli avvisi di garanzia prima della loro emissione – non hanno riportato nulla di tutto ciò? Semplicemente perchè quel sognatore di Ghinotto si è lasciato prendere la mano e, nelle ultime righe precedenti, ha raccontato non la realtà di un “paese normale” – diciamo – ma il sogno di chi ha una inguaribile, non sempre ben riposta, fiducia nei superiori, competenti uffici.

 

Perché questa vicenda avrà certamente il suo risvolto mediatico, le sue polemiche politiche (già i grillini chiedono di discuterne in aula), i suoi strascichi sulla credibilità già sottoterra di una casta che comprende, oltre ai politici, giornalisti e vip, ma senza la discesa in campo dei “panzer” giudiziari si chiuderà in una bolla di sapone. Anche perché, come s’incaricano subito di spiegare i gazzettieri di regime, che bisogno ci sarebbe di intervenire, se per molti reati parrebbe già scattata la prescrizione? Peccato che non sempre si sia ragionato così e che “certi” procedimenti siano stati portati avanti fin quando è stata la suprema Cassazione a dichiararla, la prescrizione, dopo che il “fango nel ventilatore”, per dirla ancora alla Chiampa, aveva già raggiunto il soffitto.

 

Ghinotto