redazione il torinese

Strage di Caselle, processo rinviato al 30

caselle strage 

Il  triplice omicidio avvenne nel  gennaio 2014

 

Riinviato al 30 giugno, il processo apertosi oggi a Dorotea De Pippo per la cruenta strage di Caselle. Il  triplice omicidio avvenne nel  gennaio 2014. L’accusa nei suoi confronti (era l’ex colf della famiglia sterminata) è di avere ideato la strage in cui furono uccisi  Claudio Allione, la moglie Maria Angela Greggio e la suocera Emilia Campo Dall’Orto. I tre vennero brutalmente assassinati dall’ex marito della donna, Giorgio Palmieri, che è già stato condannato all’ergastolo, e verrà ascoltato nella prossima udienza insieme con con i figli della donna.

“Pronto, qui Prima Linea”

terrorismo

Il libro richiama la storia dell’ organizzazione armata di estrema sinistra che si andò a sviluppare in Italia a metà degli anni Settanta (autunno del ‘ 76) e si concluse nell’estate del 1983 con l’arresto dei suoi maggiori esponenti

 

E’ stato presentato  lunedì 15 giugno a Palazzo Lascaris, il libro “Pronto, qui Prima Linea”, opera di indagine e di riflessione su una parte del sovvertimento terroristico nella lunga stagione dei cosiddetti anni di piombo, che porta la firma del giornalista Rai, Michele Ruggiero e di Mario Renosio. Il saggio, frutto di un lungo lavoro che ha visto gli autori impegnati nella ricerca e nell’uso di fonti (archiviste, giornalistiche, giudiziarie) in gran parte inedite, è stato proposto e discusso nell’Aula del Consiglio regionale del Piemonte alla presenza di giornalisti, vittime e familiari e anche testimoni importanti: primi fra tutti il magistrato Gian Carlo Caselli e l’ex sindaco di Torino Diego Novelli. L’evento è stato promosso dal Comitato Resistenza e Costituzione, presieduto da Nino Boeti che, con parole di stima ed ammirazione, ha voluto ricordare ed omaggiare il significativo ruolo svolto da Dino Sanlorenzo (presente all’evento) e dall’Assemblea piemontese (di cui allora Sanlorenzo era presidente) nella mobilitazione per affermare i principi democratici durante il difficile periodo degli anni Settanta e Ottanta.

 

Il libro richiama la storia di Prima Linea, organizzazione armata di estrema sinistra che si andò a sviluppare in Italia a metà degli anni Settanta (autunno del ‘ 76) e si concluse nell’estate del 1983 con l’arresto dei suoi maggiori esponenti. Con questo saggio i due autori hanno voluto porre l’attenzione su un fenomeno, secondo in Italia solo alle Brigate Rosse per numero di persone colpite, azioni armate e numero di aderenti, che purtroppo continua ad essere ancor oggi un sintomo poco sviscerato del “Terrorismo rosso”.Molto significative e pregnanti di emozione sono state le testimonianze di Elisabetta Farina, figlia di Giovanni Farina, il sorvegliante Fiat gambizzato nel giugno del 1979 e del dottor Vittorio Musso, ferito durante l’attacco terroristico avvenuto alla S.A.A di Torino sempre nel 1979. Racconti che hanno commosso ma che hanno anche riportato l’attenzione su uno dei temi principali sollevato dal libro di Ruggiero e Renosio e cioè l’incognita di un possibile rischio che “il tutto” ritorni.

 

Nella speranza che il terrore vissuto in quegli anni non si affacci più sulla nostra democrazia, vorrei concludere riportando le stesse parole Shakespeariane che Musso, visibilmente emozionato, reinterpretandole, ha fatto sue : “La vita di un terrorista altro non è che un’ombra che cammina, un povero commediante che si pavoneggia e si agita, sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e di furore, che non significa nulla”.

 

Simona Pili Stella

Cibo e vino, un viaggio nell'arte figurativa

Nella Sala delle Lunette  del Museo civico a Casale Monferrato

 

 

casale 22Venerdì al Museo Civico di Casale Monferrato, il critico d’arte Giuliana Romano Bussola (già assessore alla Cultura del capoluogo monferrino)  terrà la conferenza “ Il cibo e il vino nell’arte figurativa”. Nel clima di grande interesse per l’alimentazione sollevata da Expo sarà proposto un viaggio attraverso il cibo” dipinto” in diverse epoche da vari artisti. Saranno proiettate ed esaminate opere in particolare tra la seconda metà del 500 e del 600 quando la natura morta, dopo essere stata relegata al quinto posto nella gerarchia dei generi, che  si privilegiava soggetti sacri, mitologici, di storia e di figura, fu finalmente considerata degna di rispetto. La relatrice farà una lettura critica di Caravaggio che, con la “ Canestra”, diede dignità di protagonista alla frutta trattata realisticamente. Saranno proiettate anche immagini, tra le tante, di Aertsen, Claez, Campi, Cotan, Zurbaran, Velasquez arrivando fino a Van Gogh, Cezanne e alla Pop Art di Warhol e Oldenburg. Oltre al valore estetico si prenderà in esame anche il valore simbolico e documentario di usi e costumi. Un’occasione per visitare l’antica capitale del Marchesato. 

Le iniziative del Comitato No Zoo

Nel caso di riapertura di un “bioparco”, definizione apparentemente “innovativa” per una forma di detenzione animale a scopo commerciale, si ricorda che la Direttiva europea di riferimento, è stata largamente disattesa

 

zoo-torinoSi terrà mercoledì 17 giugno alle ore 16.30 all’installazione “Black villa”, nei pressi dell’ingresso dell’ex zoo, la conferenza stampa di presentazione delle iniziative organizzate dal Coordinamento No Zoo, al fine di scongiurare la riapertura di un luogo di prigionia per animali e la privatizzazione del Parco Michelotti. Presso l’installazione en plein air, memoria storica della chiusura dell’ex zoo avvenuta nel 1987, a titolo simbolico verranno imprigionati a turno nella gabbia-gazebo cittadine e cittadine torinesi contrari al progetto di “valorizzazione” del parco deliberato dal Comune di Torino. Con occasione verranno informati e invitati cittadine e cittadine a partecipare per ribadire l’opposizione alla vendita dei beni comuni e per la tutela dei diritti di tutti*.Per quanto riguarda l’ipotesi di sfruttamento degli animali nell’area in oggetto, si rimarcherà che, nonostante le “rassicurazioni” della pubblica amministrazione in merito al rispetto del Regolamento n. 320, esso non inibisce la presenza di fattorie didattiche o similari. Nel caso di riapertura di un “bioparco”, definizione apparentemente “innovativa” per una forma di detenzione animale a scopo commerciale, si ricorda che la Direttiva europea di riferimento, è stata largamente disattesa (vd. www.euzooinquiry.eu). L’evento si inquadra in prossimità dell’imminente uscita del bando di gara per la concessione al soggetto privato vincitore la gestione dell’area per la durata di trent’anni. 

 

COORDINAMENTO NO ZOO

info: noprigionierialmichelotti@gmail.com

FB: No Zoo a Torino

Alta formazione, Torino diventi capitale

Il documento chiede di coinvolgere Università degli Studi e Politecnico di Torino

 

PAL CIVICTorino aspira a diventare nuovamente Capitale. Questa volta, però, la leadership sarebbe nell’alta formazione. Il consiglio comunale, su proposta di Andrea Araldi, ha votato all’unanimità una mozione che impegna il sindaco Piero Fassino a promuovere un progetto che la renda “Capitale dell’Alta Formazione”. Il documento chiede di coinvolgere Università degli Studi e Politecnico di Torino, oltre ad enti, pubblici e privati, nazionali ed internazioneli per fare crescere il polo cittadino dell’alta formazione e fare crescere l’immagine internazionale della città. “Il documento – ha detto Araldi – nasce dal lavoro della commissione speciale Automotive, con l’obiettivo di creare un sistema che rafforzi il ruolo di Torino nella formazione”.

 

(Foto: il Torinese)

 

Massimo Iaretti

Chi fa pipì sui muri da piccolo diventa buzzurro da grande

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 AVVISTAMENTI / di EffeVi

I disperati dei barconi, laceri e sporchi, accampati in stazione a centinaia, fanno notizia e certamente danneggiano l’immagine delle nostre città. Tutto un coro di voci indignate e di allarmi su focolai di scabbia, colera, Ebola. Ma probabilmente quelli, forniti di strutture igieniche anche temporanee, insegnerebbero ai loro figli come usarle. Attendiamo ansiosi fiaccolata di protesta contro i buzzurri italiani, che sono molti di più dei profughi stranieri

 

Un pomeriggio torinese qualunque, ore 17.00, nella centrale piazza XVIII dicembre: una madre – italianissima – aiuta il suo bambino a “liberarsi” direttamente su una colonna del porticato. Gli cala i calzoncini e lo incoraggia: il pupo (sui tre-quattro anni) in capo a qualche minuto completa l’operazione, la mamma lo riveste come se niente fosse e si avvia alla metropolitana.Il tutto, davanti a un bar, i cui avventori – seduti nel dehors – alternano espressioni tra l’incredulo, lo scandalizzato e il finto distratto. Non uno che si alzi a dire qualcosa.

 

Ammettiamo che la madre – normalmente vestita ed equipaggiata di costoso passeggino ultimo modello – non sia a conoscenza dell’obbligo per iPIPI2 bar, in quanto pubblici esercizi, di mettere a disposizione le toilettes anche senza consumazione al banco. Ammettiamo anche che, da bambina, non abbia mai sperimentato tale classica situazione, e che sua madre, a differenza delle nostre, non l’abbia mai portata nel primo caffè aperto, chiedendo dove fossero i bagni, prima di ordinare un bicchiere di acqua del rubinetto (costo: 30-50 centesimi) per salvare le forme. Ammesso tutto questo, resta un interrogativo: che idea resterà a quel bambino, una volta cresciuto, delle regole minime della civile convivenza?

 

Un uomo adulto, cui la madre ha insegnato con l’esempio che è normale calarsi le mutande e usare le strade del centro storico come una latrina, che idea avrà delle regole di convivenza, del  rispetto per la proprietà pubblica e altrui, per il decoro, per tutto ciò che, insomma, ci differenzia dagli animali dai tempi dell’uomo di Neanderthal ? Non si tratta di rimpiangere una lontana epoca di bigliettai del tram in uniforme, di maestri di scuola temibili, di carabinieri di Pinocchio; bisogna piuttosto interrogarsi sull’utilità di tanti discorsi e tante polemiche sulla “buona scuola”, e 

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sull’opportunità di spendere ogni anno milioni su progetti per la “coesione sociale” e contro il “disagio giovanile”, con lo sguardo rivolto a un futuro preoccupante che si fa presente, in cui al controllore non si presenta il biglietto ma si trancia un braccio con un machete da foresta pluviale. In un mondo in cui le madri insegnano ai figli piccoli a urinare sulla pubblica via in pieno centro, il disagio non è più dei giovani, ma di qualsiasi persona civile.

 

Recentemente il Comune di Torino ha annunciato che sperimenterà, insieme ad altre cittàPIPI4 della rete smart cities, una speciale vernice idrorepellente, brevettata ad Amburgo, che sostanzialmente rifletterà sugli zozzoni che si liberano sui muri la loro stessa urina. Quando al governo ci andrà una generazione di bambini abituati a considerare quello sopra descritto un comportamento normale, c’è da scommettere che la sperimentazione verrà sospesa. E sarà il minore dei problemi. Postilla per politici e giornalisti: i disperati dei barconi, laceri e sporchi, accampati in stazione a centinaia, fanno notizia e certamente danneggiano l’immagine delle nostre città. Tutto un coro di voci indignate e di allarmi su focolai di scabbia, colera, Ebola. Ma probabilmente quelli, forniti di strutture igieniche anche temporanee, insegnerebbero ai loro figli come usarle. Attendiamo ansiosi fiaccolata di protesta contro i buzzurri italiani, che sono molti di più dei profughi stranieri.

Migranti, 3500 in Piemonte. E anche la Svizzera ce li rimanda indietro

Profughi

moiI migranti sono così suddivisi: provincia di Torino 1.325; provincia di Alessandria 433; provincia di Cuneo 480; provincia di Vercelli 216; provincia di Novara 381; provincia di Asti 303; provincia di Biella 200; provincia del VCO 246

 

Il tema nazionale del momento (e anche torinese, dopo la vicenda della violenza all’ex Moi e le conseguenti polemiche) è quello dei migranti. Al quale certamente anche papa Francesco, che ne incontrerà alcuni a pranzo in arcivescovado, nel corso della sua visita sotto la Mole, farà riferimento nei suoi appuntamenti torinesi. La Regione Piemonte sta intanto predisponendo un piano operativo sull’immigrazione, parallelo a quello nazionale in fase di approvazione. In Commissione regionale sono stati aggiornati  i dati sulla presenza di migranti sul territorio piemontese. Attualmente sono 3.584, cioè 274 in più rispetto al 20 aprile scorso. “I dati  dicono che non possiamo parlare di alcuna invasione”  dice l’assessore all’Immigrazione della Regione Piemonte Monica Cerutti. I migranti sono così suddivisi: provincia di Torino 1.325; provincia di Alessandria 433; provincia di Cuneo 480; provincia di Vercelli 216; provincia di Novara 381; provincia di Asti 303; provincia di Biella 200; provincia del VCO 246.Intanto la Svizzera, così come avviene alla frontiera di Ventimiglia con la Francia, ci rimanda sul territorio piemontese i migranti che tentano di varcare il confine elvetico. Vi proponiamo il servizio di cui il giornale online Vco 24 ha concesso al Torinese la pubblicazione.

 

 Migranti, ultima fermata: Domodossola

 

DOMODOSSOLA, 15 giugno I dati sono impressionanti, e tendono all’aumento. In cinque mesi del 2015 sono stati 1700 i migranti respinti dalla dogana Svizzera dopo avere lasciato Domodossola con la speranza di raggiungere il nord Europa. Gli svizzeri hanno adottato la politica di controllare gli immigrati in arrivo sul territorio elvetico, prendere le generalità, farli scendere dal vagone ferroviario, bloccarli alla stazione di Briga, rimetterli sul primo convoglio ferroviario diretto a Domodossola. Solo domenica sono stati 60 i profughi ritornati controvoglia nel Bel Paese. In precedenza la Svizzera concedeva il transito sino a Vallorbe, sul confine con la Francia, ma da quando la Francia ha chiuso le frontiere in Confederazione è vietato anche il solo passaggio. Un surplus di lavoro per i poliziotti di Domodossola, peraltro sotto organico dopo i numerosi trasferimenti voluti per i controlli di sicurezza ad Expo 2015. La Francia ieri ha smentito di avere sospeso il trattato di Shengen, ma a Domodossola davvero non se ne sono accorti.

 

www.vco24.it
   

 

Pd da "rivedere": chi vince ha ragione, anche a Venaria

venaria

STORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

Continuo a stupirmi pensando a chi, facendo politica a tempo pieno, prevedendo un possibile esaurimento della spinta renziana, non abbia sollecitato il Pd di Venaria  ed i suoi alleati a cercare altro candidato

 

Può anche darsi che gli elettori abbiano torto. Noi apparteniamo alla vecchia scuola del Presidente Sandro Pertini che diceva che preferiva la più imperfetta delle democrazie che la più perfetta delle dittature. In democrazia, poi, ha ragione chi vince ed ha torto chi perde. Nel caso di Venaria c’è qualcosa di più. Partiamo dalla durezza dei numeri.Falcone, il vincente, passa dal 17,3 al 69,1 dei voti. Salvatore, dal 38,5 al 30,9. Hanno votato il 47,5%,  pari a 13.500 votanti. Chi ha perso risiede a Venaria, chi ha vinto a Torino. Chi ha perso è da molti anni in politica, chi ha vinto no.

 

Venaria, storica roccaforte della sinistra torinese. Giustamente qualcuno ha fatto notare che Druento, Nichelino e Venaria insieme fanno oltre 100 mila abitanti diventando un significativo campione. Forse il segretario del pd torinese dovrebbe essere preoccupato, solo un po’ preoccupato. Poi, azzardo ipotesi, in questi ultimi 15 giorni qualcuno ha cambiato proprio voto:  viceversa non saprei darmi spiegazioni. Dunque a Venaria si è assommato lo sbiadimento dell’effetto Renzi con la scelta sbagliata del candidato del centrosinistra. Vedremo che succederà. Continuo a stupirmi pensando a chi, facendo politica a tempo pieno, prevedendo un possibile esaurimento della spinta renziana, non abbia sollecitato il Pd di Venaria  ed i suoi alleati a cercare altro candidato. Venerdì sono stato a Venaria incontrando onorevoli del Pd e partecipando ad una amabile passeggiata con il governatore Sergio Chiamparino. Ha scoperto che Il candidato del centro sinistra prima era di Forza Italia.

 

Forse – ripeto forse – almeno in Piemonte simili errori non verranno più fatti. Forse e ripeto forse, per ritornare in paradiso bisogna passare dall’inferno. Vedremo come i grillini governeranno, questo è il bello della democrazia.Ma qualcosa nel Pd di Venaria e di Torino dovrà cambiare.

Il ministro Delrio assicura: "Arrivano i fondi compensativi per la Tav"

notavbs.org

Il Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino ha organizzato, su richiesta degli amministratori locali, un incontro per affrontare alcuni temi relativi ai lavori per la realizzazione del Terzo Valico

 

“Un inghippo è stato superato e una parte delle compensazioni per la Torino-Lione è stata sbloccata”. Così il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, a Torino, in occasione della  copertura del passante ferroviario e alla consegna dei cantieri alle imprese costruttrici. Per le prime compensazioni si sono perrsi 15 giorni per questioni burocratiche, “Ormai però è un problema di giorni e non di mesi”, ha detto. In concomitanza con la visita del ministro  il Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino ha organizzato, su richiesta degli amministratori locali, un incontro per affrontare alcuni temi relativi ai lavori per la realizzazione del Terzo Valico, in seguito al quale è stato deciso che il Ministro nei prossimi giorni convocherà a Roma i sindaci dei territori interessati dall’opera. All’incontro hanno partecipato, oltre all’Assessore ai Trasporti Francesco Balocco, l’on. Daniele Borioli, la Presidente Provincia di Alessandria Rita Rossa, il Sindaco di Novi Ligure Rocchino Muliere, il coordinatore sindaci per la legge sulle compensazioni Lorenzo Robbiano. Il ministro Delrio ha sottolineato quanto sia importante per la ripresa del paese far partire i cantieri delle grandi opere.

Falcone, è un 5 stelle il sindaco di Venaria

FALCONE

Già dopo la mezzanotte si capiva che il risultato era netto: Falcone  al 72 per cento, Ippolito al 27

 

Venaria Reale, da sempre di tradizione “comunista” e poi Pd è da oggi guidata dal Movimento 5 Stelle. Il nuovo sindaco è Roberto Falcone, di 49 anni. Il funzionario dell’Ibm ha battuto il candidato del Pd Salvino Ippolito,  vicesindaco della città della reggia. Già dopo la mezzanotte si capiva che il risultato era netto: Falcone  al 72 per cento, Ippolito al 27. «Sono emozionato – dice alla Stampa il nuovo primo cittadino che aggiunge: “Questo è il traguardo di anni di lavoro. Il gruppo è meticoloso. A questo punto il nostro impegno sarà quello di lavorare per cambiare davvero questa città».