redazione il torinese

Juve e Toro impegnate nei test estivi

torinojuve

Finisce  3-1  per i Granata l’amichevole con la formazione di Lega Pro. Per i bianconeri invece il  match a  San Gallo, in Svizzera è stato perso 2-0 contro il Borussia Dortmund

 

Una sconfitta per iniziare, come lo scorso anno, la stagione della Juve. Il match a  San Gallo, in Svizzera è stato perso 2-0 contro il Borussia Dortmund. Gol al 40′ di Aubameyang e, al 19′ del secondo tempo, di Reus. La partita è stata comunque un test significativo per Allegri che ha potuto tarare i nuovi arrivati e prepararsi all’autunno.

 

Il Torino, invece, vince nel ritiro di Bormio,dopo aver vinto anche contro Sondrio e Savona. Finisce  3-1 l’amichevole con la formazione di Lega Pro. Segnano capitan Glik, Acquah e Benassi, sul campo opposto ha segnato Valotti. Si attende un nuovo attaccante.

Altre truffe (da centinaia di migliaia di euro) ai danni di anziani a Torino e in provincia

carabinieri auto 

I malviventi hanno rubato contanti, oro, preziosi e orologi

 

Una ennesima truffa ai danni di anziani, questa volta addirittura da 200 mila euro: vittima un uomo di 83 anni di Torino. L’anziano, che tornava a casa dalla spesa, è stato avvicinato da un falso addetto del gas e da un falso poliziotto che sono entrati nell’alloggio con una scusa. I due malviventi hanno rubato contanti, oro, preziosi e orologi. Invece a Cirié  duefinti medici hanno derubato di cinquemila euro  una donna di 87 anni, con il pretesto sdi una visita a domicilio. I carabinieri stanno indagando su questi episodi, gli ultimi di una serie infinita.
   

Passa la notte al bar e fa dormire in auto il figlio di 6 anni

polizia ormea

All’alba, vedendo che il figlio aveva sonno lo aveva riportato in macchina a dormire

 

Ha trascorso tutta la notte al bar in compagnia del figlio di 6 anni e poi, alle 7 del mattino, lo ha portato  a dormire in auto. Ma la polizia li ha visti e ha denunciato il padre, un marocchino di 30 anni, per abbandono di minore. L’episodio è avvenuto a Torino in corso Racconigi. L’uomo era andato al bar con il bambino: li’ aveva passato la notte in compagnia di un conoscente che non vedeva da tempo. All’alba, vedendo che il figlio aveva sonno lo aveva riportato in macchina a dormire.
   

Candiolo, ottimi risultati e progetti per il futuro

medico sanita

Oggi la Fondazione, che si costituì con la legge regionale 7/2008 rappresenta un’eccellenza della sanità piemontese, ha raggiunto l’obiettivo di trasformarsi in IRCCS (Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico)

 

“In meno di dieci anni, la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro di Candiolo ha prodotto grandissimi risultati: oggi la Fondazione, che si costituì con la legge regionale 7/2008 (relatore Nino Boeti) rappresenta un’eccellenza della sanità piemontese, ha raggiunto l’obiettivo di trasformarsi in IRCCS (Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico): credo sia venuto il momento di avviare una nuova fase”. Lo ha detto l’Assessore alla sanità della Regione, Antonio Saitta, intervenendo a Candiolo alla presentazione del bilancio sociale dell’Istituto, alla presenza tra gli altri della Presidente della Fondazione, donna Allegra Agnelli.  

 

“La Regione è disponibile a sciogliere la Fondazione “pro IRCCS” che dal 2008 ci vede presenti con il 50% delle quote e a disegnare una nuova fase in cui Candiolo opera come presidio all’interno della rete degli ospedali piemontesi. Per ora – ha aggiunto l’assessore – si tratta solo di un’intenzione che occorre approfondire nei suoi risvolti giuridici, gestionali, patrimoniali. Di certo la nuova fase vedrà la Regione impegnata a rispettare gli impegni assunti all’atto della creazione della Fondazione e, in particolare la piena integrazione del presidio nella rete ospedaliera del Piemonte ed il potenziamento delle relazioni e della collaborazione con le nostre reti cliniche, in particolare con la rete oncologica”.

 

“La scelta del 2008 era stata opportuna per una serie di motivi: Candiolo era un presidio del Mauriziano e bisognava gestire il trasferimento  della gestione e del personale, la Regione Piemonte inoltre doveva garantire lo sviluppo e l’integrazione del presidio nella rete degli ospedali regionali ai fini del suo riconoscimento a IRCCS. Oggi – commenta Saitta – le funzioni di regolazione del sistema sanitario regionale, in cui la Regione svolge compiti di programmazione e di controllo diretto su tutti i presidi (e su tutti i soggetti erogatori pubblici e privati) rendono poco opportuno il mantenimento di un ruolo di  “comproprietario” di uno dei più importanti ospedali oncologici italiani”. Saitta ha espresso soddisfazione per l’elevato numero di contribuenti – 235mila – che hanno destinato all’Istituto di Candiolo il 5 per mille dei loro redditi.

 

www.regione.piemonte.it

FIRME FALSE, CHE PASTICCIO IN CASA PD: TROPPA POLVERE SOTTO IL TAPPETO

Davide-Gariglio

E’ una brutta storia troppo pasticciata, surreale (si pensi alle accuse da parte del Pd nei confronti della coalizione di centrodestra della precedente legislatura, a proposito dell’analogo problema delle firme, diventato oggi la nemesi dem)

 

Mercedes Bresso, l’ex governatora, che dice “in questa vicenda inaudita anche Chiamparino è responsabile”; il segretario regionale Gariglio che si confonde sulle date di presentazione delle liste dando numeri diversi ai magistrati rispetto a ciò che dichiara ora; il malumore che monta tra personale e funzionari Pd, uniche vittime sacrificali nella vicenda delle firme false. La presunta supremazia morale del partitone rosso si sfalda di fronte all’evidenza: è una brutta storia troppo pasticciata, surreale (si pensi alle accuse da parte del Pd nei confronti della coalizione di centrodestra della precedente legislatura, a proposito dell’analogo problema delle firme, diventato oggi la nemesi dem). Volano gli stracci e diventa difficile nascondere tanta, troppa polvere sotto il tappeto.

 

il Toret

Regione Piemonte, ecco il nuovo sito web

BANDIERE REGIONE

Migliora la fruizione dai dispositivi mobili: utilizzando smartphone e tablet la visualizzazione del sito si adatta in modo automatico a diversi livelli di risoluzioni

 

E’ on line la nuova versione del sito istituzionale della Regione Piemonte, caratterizzata da una home page rinnovata nella grafica, nuove pagine indice e un nuovo layout per le sezioni tematiche.

 

Migliora la fruizione dai dispositivi mobili: utilizzando smartphone e tablet la visualizzazione del sito si adatta in modo automatico a diversi livelli di risoluzioni. Il passaggio di tutte le pagine del sito alla nuova veste grafica avviene in modo progressivo e terminerà a fine 2015.Nel nuovo portale colori e titoli ad alto impatto guidano l’utente in modo veloce e diretto ai contenuti anche in base al profilo di appartenenza. Tre le categorie individuate: cittadini, pubblica amministrazione, imprese.

 

In home page le notizie e le attività più importanti intraprese dall’ente sono in continuo aggiornamento: da Piemonte Informa si accede alle principali attività della Giunta regionale; in Piemonte Newsletter si trovano gli eventi e le manifestazioni del territorio nelle diverse aree provinciali; attraverso i social network, Facebook e i due canali Twitter @regionepiemonte e @PiemonteInforma viene garantita una comunicazione costante con gli utenti; sui canali Youtube e Flickr ci sono i video e le immagini di conferenze stampa ed eventi curati dalla Regione. Il nuovo sito è stato realizzato dal Settore Stampa e Nuovi Media della Regione Piemonte e dal CSI-Piemonte.

 

Gianni Gennarowww.regione.piemonte.it

Attraversare sulle strisce come in un film di Bunuel

pedoni via roma

STORIE DI CITTA’ /

di Patrizio Tosetto

Per la stragrande maggioranza degli automobilisti le strisce pedonali non esistono. I limiti di velocità? Un trascurabile fattore di ordinaria burocrazia

 

Per il pedoni attraversare via Ventimiglia non è facile. Per la stragrande maggioranza degli automobilisti le strisce pedonali non esistono. I limiti di velocità? Un trascurabile fattore di ordinaria burocrazia. Del resto la nostra città è stata costruita per sfreccianti autovetture. Si sta ipotizzando una serie di appositi permessi per i pedoni. Dovranno dimostrare con relativi certificati medici perché sono costretti a camminare. Le persone anziane, che non hanno parenti prossimi disponibili e patentati dovranno rimanere nelle proprie abitazioni. Ci sono apposite associazioni che, attraverso volontari, penseranno al vitto. Le mie sono solo polemiche battute?

 

Veramente ciò che ho appena detto vi sembra talmente assurdo che appare surreale? Vi voglio raccontare due piccoli “ritratti”  di una realtà sicuramente assurda che, per l’appunto, per quanto surreale appare fa parte di questo nostro presente. Primo. Prima d’attraversare mi sincero. Sopraggiunge un Suv. Chi lo guida è tra i più solerti nel non considerare le strisce pedonali, e come i più raffinati che  telefonano ovviamente senza auricolare. Lo saluto in segno di scherno visto che non si ferma. Ed a questo punto viene il bello. 50 metri dopo si ferma, tira giù il finestrino e mi urla addosso.Sono colpevole d’aver tentato il suicidio compromettendolo. Proprio cosi. Personali decimi di secondo di sbigottimento e quando m’avvicino alla autovettura, questa riparte velocemente. Secondo. Piazza Vittorio. Come sapete gli attraversamenti sotto i portici dove si innestano le vie laterali sono con le strisce pedonali. Quando guido mi fermo sempre. Il 50% degli automobilisti che precedono s’incazza strombazzando.

 

L’epiteto più carino è “cretino perché ti sei fermato”. Tanto non c’è nessuno. Mia obiezione: come si fa a vedere qualcosa dietro me che io non posso vedere se non fermandomi? Sentendomi in minoranza mi chiedo dove sbaglio. Trovo risposta nel mio incaponito e, appunto minoritario, metodo che consiste nel rispettare e nel voler far rispettare le regole. Sono assolutamente recidivo. Fino al punto che insisto con le mie figlie nel rispetto delle regole. Non saprei fare altro.Perchè mi sento minoritario? Fate empiricamente questo esperimento. Tentate l’attraversamento di 10 strisce pedonali in diversi punti della città. Contate fino a 10 auto che passano. contando chi si ferma. Direi, come si diceva una volta che a spanne il 30% è solerte. Descrivo marginalità sociali? No, racconto di un basso tasso di civismo che ci fa vivere nell’assurdo del capovolgimento della realtà . E non siamo dentro un film di Bunuel.

 

(Foto: il Torinese)

L'assassino: "L'ho fatto per i miei figli" Ma la famiglia della tabaccaia lo vuole aiutare

Tabaccaia asti

Pasqualino Folletto, 46 anni, reo confesso del delitto, si dispera in cella: “L’ho fatto per i miei figli”

 

L’omicida, Pasqualino Folletto, 46 anni, reo confesso del delitto, con problemi economici pare dovuti anche al gioco, si dispera in cella: “L’ho fatto per i miei figli”. Ma non c’è odio nei suoi confronti nelle parole dei familiari di Maria Luisa Fassi, uccisa per 800 euro. I genitori Piero e Pina Fassi e  le figlie Maura e Maria Luisa, molto devoti e dediti a beneficenza e volontariato dichiarano alla Stampa: «Abbiamo saputo che quest’uomo (senza mai definirlo “assassino”, ndr) ha una figlia malata. Purtroppo. Nel nostro piccolo, se vorrà, faremo ciò che è nelle nostre possibilità per rendere meno dolorosa e solitaria la sua sofferenza. La sua famiglia, uccisa anch’essa da un gesto folle non ha colpa per quanto è successo».

 

Articolo del 25 luglio 2015 – Una quarantina le coltellate che hanno ucciso Maria Luisa Fassi, la tabaccaia 54enne di Asti assassinata  sabato nel suo negozio di corso Volta. Fonti investigative avevano rivelano questo dato dopo l’autopsia, che è stata eseguital medico legale Rita Celli. Ora sembra che il colpevole sia stato trovato: si Chiama Pasqualino Folletto, un magazziniere  di 46 anni, incensurato, fermato dai carabinieri, che avrebbe confessato una rapina finita male, ipotesi che all’inizio gli inquirenti sembravano avere scartato.

 

L’arresto, spiegano  i militari dell’Arma, attraverso l’agenzia Ansa è “frutto di un meticoloso incrocio di numerosi elementi investigativi: immagini estratte dalle telecamere cittadine, attività tecniche e di sorveglianza dinamica nonché numerosissime escussioni testimoniali”. Alle indagini del carabinieri locali hanno collaborato il Ros di Roma, Torino e Milano, in collegamento con il Reparto Analisi Criminologiche Sezione Psicologia Investigativa del Racis di Roma e con il Ris di Parma.

 

Già si sapeva che era stata una sola persona ad aver ucciso a coltellate la donna. Al lavoro in queste settimane i carabinieri del comando provinciale, sotto il comando del colonnello Fabio Federici, e il pm Luciano Tarditi. All’ospedale Cardinal Massaia era stato Inutile l’intervento chirurgico al quale era stata sottoposta la commerciante,  a causa delle gravi lesioni all’addome e al torace.  Dopo questo e altri fatti di violenza, in quella che era una tranquilla città, è cresciuta  la paura tra gli abitanti. Lo scorso anno un altro tabaccaio venne ucciso a colpi di pistola per rapina. Pochi giorni fa  un camionista è stato ammazzato con un pesante cric  in pieno centro città.

 

Il gioco dell’Oca che narra la Resistenza

Lanciando a turno dei dadi, i giocatori ( da due a sei) possono muovere le  proprie pedine segnaposto su di un percorso che racconta la lotta di Liberazione nelle province di Novara e del VCO 

 

gioco oca 2Si parte dall’armistizio dell’8 settembre 1943 ( casella n.1)  e si prosegue sul tabellone nel senso indicato dai numeri progressivi fino al traguardo (casella n. 63) che corrisponde al 2 giugno 1946, giorno della nascita della Repubblica. E’ la “Resistenza in gioco”, un’originalissima versione del Gioco dell’Oca, a cura dell’Associazione “ Casa della Resistenza” di Verbania Fondotoce. Così, lanciando a turno dei dadi, i giocatori ( da due a sei) possono muovere le  proprie pedine segnaposto su di un percorso che racconta la lotta di Liberazione nelle province di Novara e del VCO senza tralasciare gli avvenimenti più generali. Così chi si troverà alla casella n.18 ( l’insurrezione di Villadossola nel novembre del ’43) potrà tirare ancora i dadi mentre alla n.22 (la battaglia di Megolo, del 13 febbraio 1944) starà fermo un giro oppure dalla 32 ( la Repubblica dell’Ossola ) potrà balzare alla 50 ( la Liberazione, il 25 aprile ’45) e, viceversa, chi s’imbatterà nell’eccidio di Marzabotto ( alla n.37) tornerà indietro alla casella n.12, dove si cita lagioco oca strage della famiglia ebraica degli Ovazza e lì starà fermo un giro. L’andamento della partita, in questo gioco, dipende in tutto e per tutto dalla sorte, dal punteggio dei dadi e dalle indicazioni delle caselle che casualmente si raggiungono, cosa che contribuì al suo successo nei secoli. Il gioco dell’oca inteso nella forma moderna (con il percorso a spirale e le decorazioni tipiche) risale alla seconda metà del XVI secolo. Nel 1580 Ferdinando I De’ Medici fece dono del nuovo e molto dilettevole giuoco dell’oca a Filippo II Re di Spagna, il quale ne rimase affascinato.  Il gioco dell’oca, come in sostanza tutti i giochi di percorso, si presta a una lettura simbolica, già evidente nella scelta delle decorazioni della versione di De’ Medici, con i “pericoli” che rappresentano le difficoltà (fisiche e morali) della vita. Di conseguenza, il gioco viene talvolta citato con intento allegorico nella cultura e nelle arti. In quest’ottica, l’idea di proporre la storia della Resistenza attraverso il gioco è senz’altro originale e offre un suggestione in più per conoscere uno degli episodi fondanti della nostra democrazia repubblicana.

 

Marco Travaglini

PROFUGO RESPINTO DALLA SVIZZERA BLOCCA IL TRENO E FUGGE

profughi 2 

Una volta aperta la porta è scappato verso la Confederazione elvetica

 

Paura a bordo dell’Eurocity 57 Basilea-Milano, quando un extracomunitario che i gendarmi svizzeri avevano respinto ha manomesso la valvola di sicurezza della porta di una carrozza. Il treno è stato così costretto a fermarsi nella galleria del Sempione, tra Canton Vallese (Svizzera) e Valle d’ Ossola. Una volta aperta la porta è scappato verso la Confederazione elvetica. Il treno è poi è arrivato in stazione, a Domodossola, con 45 minuti di ritardo.