redazione il torinese

CITTADINI RESIDENTI ALL'ESTERO, UNCEM: "GRAVE NON POSSANO VOTARE PER LE AMMINISTRATIVE"

“IN MOLTI COMUNI PICCOLI, CASI DOVE FINO AL 60% DI CITTADINI SONO FUORI ITALIA PER STUDIO O LAVORO”

Che gli italiani residenti all’estero non possano votare per le elezioni Amministrative e regionali se non rientrando in Italia, è particolarmente anomalo quest’anno, quando probabilmente nella stessa tornata elettorale ci saranno le comunali (in moltissimi Enti), regionali (in alcune Regioni) ed europee. Uncem ha incontrato nelle ultime settimane numerosi Sindaci di piccoli Comuni che rilevano con preoccupazione l’impossibilità di voto per i loro concittadini che risiedono all’estero per motivi di studio e lavoro. È noto che l’emigrazione lungo tutto il Novecento ha “spolpato” i Comuni piccoli, montani in particolare, di centinaia di migliaia di donne e uomini. Per molti piccoli Enti, l’ Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero) conferma che oltre un terzo o anche la metà della popolazione elettorale vive oltre i confini. Il rischio vero, in piccoli Comuni dove potrebbe esserci solo una lista alle elezioni amministrative, è che non si raggiunga il quorum. Un tema che Uncem sottopone al Ministero dell’Interno e ai Parlamentari, affinché modifichino la legge 459 del 2001, che ha introdotto il voto degli italiani all’estero adempiendo a quanto scritto dalla Costituzione, articoli 48, 56 e 57. La legge Tremaglia si applica infatti solo alle elezioni parlamentari e ai referendum nazionali; non si applica, invece, alle elezioni del parlamento europeo, alle elezioni regionali e amministrative, né ai referendum regionali e comunali. Uncem ritiene si possano verificare le opportunità diestendere il voto all’estero anche per regionali e amministrative. Un percorso non semplice che potrebbe però evitare il rischio di mancato raggiungimento di quorum in tanti piccoli centri dove una sola lista è quasi scontata già oggi

A Torino e in Piemonte c'è "Voglia d'impresa"

Per contrastare la crisi la Regione ha ideato Voglia d’impresa, un’iniziativa finalizzata a rappresentare al meglio il mondo dell’imprenditorialità in Piemonte e rendere visibili in modo organico le opportunità a disposizione di chi vuole avviare una nuova attività. Il 25 e 26 marzo all’Environment Park a Torino, Regione Piemonte e Città Metropolitana di Torino organizzano, nell’ambito del programma MIP – Mettersi in proprio, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo, due giorni di incontri e workshop con esperti e docenti del mondo del lavoro e dei servizi alle imprese, testimonianze di imprenditori di successo.

Per saperne di più su Voglia d’Impresa

Per saperne di più su MIP – Mettersi in proprio

www.regione.piemonte.it

Grati a Zingaretti

Diciamocelo con franchezza e con onestà. Dobbiamo essere sinceramente grati a Nicola Zingaretti. Lo devono essere la sinistra, il centro sinistra, i democratici sinceri e forse l’intera politica italiana. Zingaretti e’ riuscito, in poco tempo e con la sua leadership, dimessa ma chiara, di
centrare un obiettivo: e cioè, aver fatto ridiscendere in campo la sinistra. E quindi, di conseguenza,
ridare vita ad un partito di sinistra. È tornata, in sintesi, la gloriosa esperienza e tradizione della
sinistra italiana. È tornato, cioè, il Pds travestito da Pd. Questo è il grande cambiamento
giustamente richiamato dal neo segretario nazionale del Pd Zingaretti. Del resto, solo un
esponente, peraltro autorevole e prestigioso, della lunga e travagliata filiera del Pci/Pds/Ds poteva
guidare questa nuova fase politica.

È’ persin scontato che tutto ciò coincida con il radicale superamento di quello che ha caratterizzato
la fase politica precedente del Partito democratico. E quindi l’archiviazione definitiva del renzismo,
del partito a vocazione maggioritario, del partito plurale – la pluralità vera, però, non quella finta
della propaganda – della identificazione del partito con il suo capo, della liquidazione delle alleanze
e via discorrendo. È un altro partito, un altro progetto politico, un altro approccio e, soprattutto, un’altra modalità concreta di far politica.
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Appunto, e’ un altro partito con un’altra ragione sociale. È tornata, lo ripeto, la tradizione,
l’esperienza, la cultura e la prassi della sinistra post comunista. Certo, e’ curioso che questo
cambiamento totale e radicale sia co-gestito da molti di coloro che sino a qualche mese fa erano
turbo renziani e feroci ed esaltati tifosi di Renzi e del renzismo. Faceva un certo effetto, al riguardo,
assistere al ripetuto applauso ad ogni passaggio dell’intervento di Zingaretti di fronte ai delegati
dell’Assemblea nazionale di personaggi come Piero Fassino – un nome per tutti – quando il neo
segretario invocava una radicale discontinuita’ con il passato. Quel passato che vedeva moltissimi
esponenti seduti in prima fila all’hotel Ergife spellarsi le mani quando Renzi invocava “radicale
discontinuita” rispetto alla gestione bersanaiana ed avallare, di conseguenza, tutte le scelte
politiche strategiche di Renzi. Ma questo e’ un dettaglio, fa parte del cronico malcostume della
politica italiana. Come quello di far credere che nel nuovo corso del Pd/Pds siano scomparse le
correnti e i molteplici e profondamente radicati gruppi di potere che caratterizzano la storia e
l’esperienza di questo partito. Una balla che, comprensibilmente, va raccontata ai gonzi
ogniqualvolta si inaugura un cosiddetto “nuovo corso”.
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Ma, al di là di questi aspetti folcloristici, quello che conta adesso sotto il profilo politico e strategico, e’ la chiarezza che Zingaretti ha impresso al nuovo corso del Pd/Pds. Finalmente, era ora, e’ ritornata la sinistra con tutti i suoi riti, la sua simbologia, la sua storia, la sua esperienza e le sue modalità concrete di rapportarsi con la società italiana in questa particolare fase storica. Ne avevamo bisogno. E Zingaretti, proprio per non smentire questa “rivoluzione”, l’ha subito fatto capire. Al di là, e com’è ovvio e comprensibile, degli slogan e della propaganda che recita il contrario. Ora va costruita la coalizione e l’alleanza. La sinistra, la filiera di Zingaretti del Pci/Pds/Ds farà sicuramente la sua parte. E la fara’ al meglio, ne sono profondamente convinto. Salvo sorprese. Tocca a chi non proviene da quella nobile e gloriosa tradizione ricostruire un altro campo. Quello del cosiddetto “centro”, liberal democratico e cattolico popolare, riformista e moderato, di governo e plurale. Pensare che il nuovo Pd/Pds assolva a quella funzione, oltreche’ ingeneroso, sarebbe anche scorretto e profondamente nocivo. Per il momento, però, dobbiamo essere francamente grati a Zingaretti. Finalmente ha fatto chiarezza nella politica italiana. Almeno nel campo della sinistra e del centro sinistra.
 

Giorgio Merlo

Nasce "Iren Casa Online"

L’intesa tra la multiutility italiana e il provider internet a banda ultra-larga permetterà alle famiglie di avere a disposizione in una sola offerta il servizio di energia elettrica e quello di accesso a internet veloce

Iren Mercato, società del Gruppo Iren, e Linkem hanno siglato un accordo grazie al quale la multiutility italiana offrirà direttamente alle famiglie un servizio di connettività internet a banda ultralarga. Dal 1° aprile Iren fornirà un servizio per la casa di accesso a internet senza limitazioni di tempo e di traffico e con una velocità di connessione che raggiunge i 30 Mbps. Lo farà grazie a una partnership con Linkem, uno dei principali operatori del mercato italiano. Iren è una delle più importanti e dinamiche multiutility, che opera nei settori dell’energia elettrica, del gas, dell’energia termica per teleriscaldamento, della gestione dei servizi idrici integrati, dei servizi ambientali e tecnologici. Iren Mercato è la business unit commerciale del Gruppo e vanta ad oggi 1.800.000 clienti. Linkem – operatore leader del segmento Fixed Wireless Access che copre oltre il 65% della popolazione – metterà a disposizione di Iren oltre alla propria infrastruttura di rete, la propria rete di installatori capillare sul territorio nazionale e un servizio di assistenza tecnica dedicata. “Siamo orgogliosi di aver firmato con un partner importante come Iren un accordo che rimane nel segno della tradizione di Linkem di rispondere alle esigenze di connettività delle famiglie in modo efficace e trasparente. L’azienda si conferma un importante player di riferimento per la sua presenza capillare sul territorio nazionale e la sua capacità di fornire servizi in grado di abilitare anche l’utilizzo di soluzioni smart per la casa“, ha sottolineato Davide Rota, Amministratore Delegato di Linkem. Gianluca Bufo, Amministratore Delegato di Iren Mercato, dichiara: “La partnership con Linkem costituisce la naturale evoluzione della nostra gamma di prodotti e servizi new downstream, dispositivi evoluti di domotica che, grazie alla connettività wireless, rendono le nostre case più smart e la nostra vita di ogni giorno più semplice. Linkem, in quanto provider internet proprietario della rete, ci dà garanzia di un servizio affidabile e sicuro. Questo è un importante passo in avanti nell’ampliamento della gamma multiservizi, che fa di noi un player nel mercato italiano delle telecomunicazioni con un modello di business di successo.”  Iren Casa Online potrà essere attivato a partire da aprile in Piemonte, e nei mesi immediatamente successivi anche in Liguria ed Emilia-Romagna. Sarà disponibile per coloro che sono già clienti Iren o che desiderano diventarlo, con un’offerta commerciale di sicuro appeal che prevede un canone mensile pari a 17.90€ al mese per i primi 48 mesi. Ai clienti che aderiranno all’offerta di energia elettrica abbinata al servizio di connettività internet verranno scontati i 5€ al mese, altrimenti previsti come costo di attivazione. I servizi saranno venduti, attraverso gli spazi Iren, call center, sito web e agenzie autorizzate.

Tanti torinesi alla Consolata per rendere omaggio a Marella Agnelli

Questa mattina al Santuario della Consolata di Torino è stata celebrata una funzione religiosa dedicata a  Marella Agnelli, la vedova di Giovanni Agnelli, scomparsa un mese fa a 92 anni. Presenti la figlia Margherita, con il marito Serge de Pahlen, i nipoti John, Lapo e Ginevra, Andrea Agnelli, Alessandro Nasi e  Nicola Caracciolo. Numerosi i torinesi intervenuti.

Ucciso con un colpo alla testa. Fermato un sospettato

Lo hanno trovato morto in una cantina in Barriera di Milano  in via Martorelli a Torino. L’uomo, forse è stato torturato con un coltello e poi  ucciso con un colpo di pistola alla testa. Si tratta di Adriano Lamberti, di 43 anni. La famiglia non vedendolo rincasare  ha chiamato la polizia. Si ipotizzano questioni di carattere economico. Un sospettato è stato fermato dalla squadra mobile.

La "mezzaluna" del croissant e il "kapuziner" viennese

Correva l’anno 1683 quando Vienna – capitale dell’Impero d’Asburgo – venne circondata dalle truppe ottomane che, partite da Istanbul, serravano l’Europa in una morsa dalla  Spagna fino ai Balcani. La battaglia che ne conseguì  divenne il punto di svolta, a favore degli europei, nelle guerre austro-turche, segnando l’arresto della spinta espansionistica ottomana nel continente.

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E questa, come s’usa dire, è la storia.  L’evento fu accompagnato da tante leggende e alcune di queste sono davvero curiose. Le due parti in lotta basarono le sorti dello scontro anche sulla disponibilità delle scorte alimentari. L’assediato cercava di demoralizzare gli assedianti sfoggiando le provviste come se ne disponesse in abbondanza mentre gli assedianti,  a loro volta, per sfiancare l’avversario, cercavano di  tagliare  le vie di rifornimento ai generi alimentari di prima necessità. Si narra che i viennesi, per intaccare il morale dei turchi, s’ingozzavano platealmente con paste a base di burro e farina.  Erano i kipferl , gli antenati dei croissant, modellati a mezzaluna, molto simili al simbolo delle insegne arabe. Una scelta, quella della forma, voluta dai fornai viennesi per sbeffeggiare le insegne ottomane e festeggiare lo scampato pericolo e la croissant-2vittoria. Un’idea tanto semplice quanto straordinaria fino al punto di  condizionare abitudini e gusti culinari di mezza Europa. La ricetta e il nome del croissant ( “crescente”, come la luna)  per come è giunta a noi  trae origine dalla Francia dove, nel 1736,  un ufficiale austriaco –  August de Zong –  importò l’arte della pasticceria viennese, compresa la preparazione dei famosi kipferl, aprendo una Boulangerie Viennoiseal numero 92 della parigina rue de Richelieu. Un vero successo va comunque sudato e il croissant dovette attendere un bel po’ ( fino al 1891)  prima di essere menzionato in un libro di ricette e ancor oltre (nel 1938 ) per fare la sua comparsa ufficiale sul testo fondamentale della cucina francese: la croissant3Larousse gastronomique. Così, con tenacia e perseveranza, sbocconcellato o divorato in quattro e quattr’otto,  il croissant si è  fatto largo nella parte più dolce dell’arte culinaria. Le leggende legate alla battaglia di Vienna non si esauriscono nei panetti a mezzaluna ma ci raccontano anche di come i turchi , ormai in fuga, si lasciarono alle spalle le loro scorte di caffè. Un ufficiale polacco di origini ungheresi – Jerzy Franciszek Kulczycki –  apprezzando l’aroma dei chicchi che bruciavano negli incendi della  battaglia, decise di utilizzare  i sacchi di caffè abbandonati dall’esercito ottomano per aprire la prima caffetteria viennese, una rarità nell’Europa del tempo. Altra storia è quella che indica lo scontro consumatosi sul Monte Calvo come un’occasione in qualche modocroissant1 decisiva anche per l’invenzione del “cappuccino”, intestandola a Marco da Aviano, frate dell’ordine dei cappuccini, inviato dal Papa a Vienna con l’obiettivo di convincere le potenze europee ad una coalizione contro i Turchi che stavano assediando la città. Pare che durante il soggiorno viennese il religioso entrò nella già citata caffetteria e, gustando un caffè dall’aroma piuttosto deciso, chiese un po’ di latte per addolcirlo . Chi lo servì esclamò “Kapuziner!” , guardando lo strano intruglio bevuto dal frate. Vero o falso, storia o leggenda che sia, resta un fatto: prendere al mattino un cappuccino – o anche un caffè – con un croissant , equivale ad un ottimo avvio di giornata.

Marco Travaglini

Commercialisti e consumatori: un patto per i cittadini

Saranno aperti, fra l’ altro, sportelli di consulenza con professionisti iscritti all’ Ordine, presso le sedi delle Associazioni
Il Protocollo prevede che le associazioni mettano a disposizione degli Iscritti all’Ordine e dei loro clienti le competenze specifiche acquisite in questi anni
I commercialisti torinesi apriranno sportelli di consulenza volontaria presso le associazioni dei consumatori iscritte all’Albo della Regione Piemonte. Lo prevede il Protocollo di intesa sottoscritto dal presidente dell’ Ordine dei Commercialisti e degli  Esperti Contabili di Torino, Luca Asvisio, e dai presidenti di ACP (Associazione Consumatori Piemonte),Tutelattiva , Adiconsum, ADOC, Codacons, Federconsumatori e Movimento Consumatori. “Nasce – spiega Asvisio – un’ alleanza per offrire consulenza e orientamento ai cittadini in modo sempre più efficace e professionale e per favorire un confronto e uno scambio di competenze fra i commercialisti e le associazioni”. Per l’ Ordine dei Commercialisti il tavolo di lavoro con le associazioni dei consumatori è stato coordinato dai consiglieri Alessandro Conte, Raffaele Petrarulo e Marco Ziccardi Oltre agli sportelli, il Protocollo prevede che le associazioni mettano a disposizione degli Iscritti all’Ordine e dei loro clienti le competenze specifiche acquisite in questi anni, come, ad esempio, nella gestione dei conflitti con le compagnie telefoniche ed energetiche, con gli istituti bancari e con le assicurazioni. Inoltre informeranno i cittadini che vogliano ricorrere alle procedure per ridurre il proprio sovraindebitamento della possibilità di ricorrere all’Organismo di Composizione della Crisi “Modello Torino”, costituito dall’Ordine Commercialisti e dall’Ordine degli Avvocati di Torino e iscritto nel Registro degli OCC del Ministero della Giustizia. Ordine e associazioni, infine, si impegnano a organizzare insieme eventi, convegni formativi e divulgativi periodici su materie economiche e di interesse pubblico e collettivo.
 

I vincitori del Progetto di Storia Contemporanea

Parteciperanno nelle prossime settimane ai viaggi-studio nei luoghi della memoria

 
Lunedì 25 Marzo, alle ore 10.00, si terrà presso l’Auditorium “Vivaldi” della Biblioteca Nazionale Universitaria di Piazza Carlo Alberto a Torino la premiazione dei 125 studenti e studentesse vincitori della 38° edizione del Progetto di Storia Contemporanea promosso dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale,in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale. All’evento parteciperà il Presidente del Consiglio regionale, Nino BoetiGli studenti dei 25 gruppi vincitori, accompagnati dai loro docenti ,divisi in tre gruppi in ragione del punteggio assegnato loro dalla commissione di valutazione composta da esperti degli Istituti storici della Resistenza piemontesi, parteciperanno nelle prossime settimane ai viaggi-studio nei luoghi della memoria. Le mete saranno Trieste e il confine orientale italiano, con la visita alla Risiera di San Sabba e alla Foiba di Basovizza; Monaco di Baviera e Ulm in Germania, con visita al lager di Dachau e  al forte Oberer Kuhberg,trasformato in lager dai nazisti nel 1933, nei giorni seguenti l’incendio del Reichstag a Berlino; Praga, capitale della Repubblica Ceca, e il lager di Terezìn, dove tra i tanti furono imprigionati anche 15.000 bambini, compresi i neonati. La maggior parte di loro morì, nel corso del 1944, nelle camere a gas di Auschwitz. Dopo la guerra non ne ritornò nemmeno un centinaio e di questi nessuno aveva meno di quattordici anni.  Le scuole secondarie e gli enti di formazione professionale coinvolti in tutte le province piemontesi sono stati 52, con un totale di 910 studentesse e studenti suddivisi in 182 gruppi da cinque.In questa edizione del progetto si è registrato un sensibile aumento degli iscritti (circa il 10% in più), una crescita del numero dei lavori consegnati e un notevole incremento della qualità e dell’originalità degli elaborati, testimoniata dagli alti punteggi assegnati a tutti, non solo ai vincitori.  Anche in questa edizione tre sono stati i temi di ricerca: Il fascismo e le leggi razziste del 1938 volte a discriminare pesantemente i cittadini italiani definiti di “razza ebraica” ( traccia scelta dal 27,5% dei partecipanti); la Dichiarazione universale dei Diritti umani approvata 70 anni fa dalle Nazioni Unite, che costituisce il fondamento etico delle regole del diritto internazionale (preferita dal 17,5% degli studenti); la legge “Basaglia” a quarant’anni dall’entrata in vigore con l’impatto che ebbe sulla società italiana affrontando il difficile rapporto tra malattia mentale, società, poteri e ideologie (indicata dal 55 % delle ragazze e dei ragazzi).

Marco Travaglini