redazione il torinese

Stagione di terremoti ai vertici della cultura: dopo Librolandia dimissioni da MiTo

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fassino 33Dopo la coppia scoppiata Milella-Cogoli, separata dopo le dimissioni di quest’ultima da direttore di Librolandia, ora e’ la volta di Settembre Musica

 

Di questi tempi i terremoti ai vertici delle istituzioni culturali sono all’ordine del giorno. Dopo la coppia scoppiata Milella-Cogoli, separata dopo le dimissioni di quest’ultima da direttore di Librolandia, ora e’ la volta di MiTo – Settembre Musica. Si sono infatti dimessi  i vertici della prestigiosa rassegna musicale. Hanno dato forfait il direttore artistico Enzo Restagno e il presidente del Comitato di coordinamento Francesco Micheli. Dice all’Ansa il sindaco Piero Fassino: “Non ci sono scossoni al vertice di MiTo: questo ricambio era annunciato.  Restagno aveva preannunciato che con questa edizione di MiTo considerava conclusa la sua esperienza alla direzione del festival, così come Micheli aveva fatto sapere che altri impegni lo avrebbero portato a lasciare la presidenza”. In attesa di aggiornamenti, i dietrologi si possono sbizzarrire sulle ipotesi più disparate.

Equitalia e Agenzia Entrate, tre arresti per corruzione

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Sono finiti ai domiciliari un dipendente dell’Agenzia delle Entrate in servizio a Moncalieri, un funzionario Equitalia Nord e un commercialista

 

Tre arresti sono stati eseguiti dalla guardia di finanza a Torino nell’ambito di un’inchiesta per corruzione. Sono finiti ai domiciliari un dipendente dell’Agenzia delle Entrate in servizio a Moncalieri, un funzionario di Equitalia Nord e un commercialista. I baschi verdi hanno anche effettuato 28 perquisizioni. Gli indagati, in cambio di soldi o favori, avrebbero offerto ai contribuenti agevolazioni per risolvere i contenziosi con l’Erario.

Asti, Caso Elena Ceste: il pm chiede 30 anni di carcere per Michele Buoninconti

La requisitoria del pubblico ministero è durata oltre tre ore, durante le quali il magistrato ha ripercorso la drammatica vicenda

 

elena ceste.La richiesta del pm Laura Deodato  è di una condanna a trent’anni di carcere per Michele Buoninconti, nel corso del processo con il rito abbreviato, presso il tribunale di Asti,  nei confronti del vigile del fuoco. L’uomo è accusato dell’omicidio della moglie Elena Ceste e dell’occultamento del corpo. La requisitoria del pubblico ministero è durata oltre tre ore, durante le quali il magistrato ha ripercorso la drammatica vicenda, ad incominciare dalla scomparsa della donna fino al ritrovamento del cadavere dopo nove mesi di ricerche. In aula, erano presenti anche i genitori della donna assassinata Franco e Rita, con i loro legali, Deborah Abate Zaro e Carlo Tabbia. L’imputato è difeso dagli avvocati Enrico Scolari e Giuseppe Marazzita

Saitta: "Nessuna riduzione all'ospedale di Pinerolo"

“Non si può affermare che l’Ospedale Agnelli sia oggetto di un ridimensionamento nell’ambito dell’atto aziendale. Non solo: parallelamente al mantenimento delle attività cliniche e delle risorse umane e professionali, è in corso di completamento una totale modernizzazione strutturale con un investimento pari a 24 milioni di euro”

 

SAITTA“Nell’atto aziendale dell’ASL TO3, deliberato il 18 settembre e inviato in Regione il 21 settembre per il recepimento, non è prevista alcuna cancellazione o riduzione di servizi  all’ospedale di Pinerolo, ma unicamente il riordino organizzativo di alcune attività cliniche”: lo ha dichiarato l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Antonio Saitta rispondendo in Aula a un Question Time presentato dal consigliere regionale Federico Valetti che chiedeva conto dei servizi “cancellati o ridotti” all’interno del presidio di Pinerolo. Entrando nel dettaglio, l’assessore Saitta spiega: “Presso l’Ospedale Agnelli di Pinerolo vengono mantenute 15 strutture complesse (sono 15 anche all’Ospedale di  Rivoli e una all’Ospedale di  Susa) e 15 strutture semplici (sono 16 a Rivoli e 7 a Susa). Ciò premesso, le modifiche più significative previste dall’atto aziendale sono:

 

–         il mantenimento a Pinerolo del servizio di Stroke Unit deputata al trattamento precoce delle trombolisi che diventa  struttura semplice ( fino a oggi era solo un servizio all’interno della S.C. Neurologia),quindi il servizio non solo viene mantenuto, ma rafforzato;

–         viene mantenuta  presso la S.C. Cardiologia, la struttura di aritmologia ed elettrofisiologia e viene altresì prevista la struttura UTIC (Unità terapia intensiva coronarica);

–          la struttura Nefrologia e Dialisi viene pienamente mantenuta come attività clinica e come struttura semplice nell’ambito della S.C. Nefrologia e Dialisi che sarà a Rivoli;

–         il Servizio Trasfusionale viene mantenuto a Pinerolo, anche se come previsto dal Piano Nazionale Sangue opererà in sinergia con l’A.O.U. S. Luigi di Orbassano, tenuto conto che il riferimento regionale è situato presso la Città della Salute e della Scienza di Torino;

–         Gastroenterologia e Diabetologia e malattie metaboliche, già previste nella Medicina Generale, mantengono le loro attività cliniche a Pinerolo, anche se vengono  ora a configurarsi come strutture semplici dipartimentali uniche a livello aziendale:

–         l’Urologia viene mantenuta a Pinerolo come Struttura semplice nell’ambito della S.C. Urologia di Rivoli (peraltro per Pinerolo è stata deliberata l’assunzione a tempo indeterminato di un Urologo)”.

 

 

“Alla luce di tutto ciò – conclude l’assessore Saitta – non si può affermare che l’Ospedale Agnelli di Pinerolo sia oggetto di un ridimensionamento nell’ambito dell’atto aziendale. Non solo: parallelamente al mantenimento delle attività cliniche e delle risorse umane e professionali, è in corso di completamento una totale modernizzazione strutturale con un investimento pari a 24 milioni di euro e con previsione di completamento dei lavori nel 2016. Mi pare evidente che anche intorno all’Ospedale di Pinerolo c’è chi strumentalizza i timori dei cittadini facendo credere loro che non saranno più curati come prima, semplicemente perché stiamo riorganizzando il numero dei primariati che negli ultimi decenni in Piemonte era cresciuto a dismisura. Far credere che l’eliminazione di una Struttura Complessa, quindi di un primariato, significhi eliminare i servizi per i malati è operazione per la quale non trovo definizioni migliore che sciacallaggio politico”.

 

Valle Stura: alla scoperta delle mulattiere militari

Sarà possibile approfondire la conoscenza e la storia delle opere militari del Vallo Alpino

 

MONTAGNECon la collaborazione dell’ASFAO, Associazione Studio Fortificazioni Alpine Occidentali, domenica 27 settembre, sarà possibile approfondire la conoscenza e la storia delle opere militari del Vallo Alpino. L’escursione prevede un dislivello di 450 m. ed è rivolta a escursionisti mediamente allenati. Partenza dalla Bandia. Rientro presunto intorno alle 16.30.

 

Info e prenotazioni:  grylluscampestris@gmail.it

www.regione.piemonte.it

Lezioni di vita e di politica nell'antica ferramenta

tosettoSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

 

 Via Maria Vittoria angolo Via San Massimo: Francesco mi ricorda che, dai tempi che furono, i Drovetti chiamano i primogeniti Francesco e Luigi. Anche per questo appartengono ad un’altra generazione

 

drovettiVia Maria Vittoria angolo Via San Massimo. Da quelle parti, nel corso dei secoli è passata un pezzo di storia della nostra città. Ci capito diverse volte. Amo passeggiare raggiungendo l’ufficio a piedi. Ultimamente sono andato alla Ferramenta Fratelli Drovetti, dal 1906. Ci sono andato per trovare Francesco Drovetti, da me conosciuto da anni, ma incuriosito di approfondire la conoscenza. Piacevolmente “vola” la mattinata con finale invito a pranzo. Direi quasi…un signorotto rinascimentale. Cordiale, capace di coordinare le sue tre attività principali: lavoro con i relativi problemi pratici da risolvere; pubbliche relazioni con chi lo viene a trovare; la sua passione: la politica. L’immancabile sigaretta accesa, diversi argomenti nel suo “repertorio”. Tutti dentro questa Torino. Del resto, la sua famiglia ha attraversato il Novecento, passando tra due guerre. Attività tra il commercio e l’artigianale. Arrivano dal Canavese. Terra di lavoratori del ferro. Risiedono in Barriera di Milano, poco oltre il vecchio dazio. E le attività iniziano a Torino, proprio lì. Poi “rimbalzano” da Porta Palazzo, via Saluzzo e corso Marconi, per  “atterrare” nell’attuale sede. Superando negli anni d’oro i venti dipendenti.

 

Come hai cominciato, nel Lavoro? 

“Da “bocia”, in estate recuperavo i crediti. Una nostra qualità imprenditoriale è sempre stata quella di lavorare con i nostri soldi. Non indebitandoci. Brutta bestia le banche”

 

Impegno politico?

“Sai, chi nasceva in Barriera di Milano sentiva quasi ovvio diventare comunista. Ed io, ammetto, amo dove vivo. Del quartiere conosco la storia e soprattutto i suoi angoli”.

 

drovetti insegnaMai voluto fare il consigliere comunale? 

“No! in compenso sono diventato membro del Distretto scolastico provinciale doppiando in numero di voti di un “certo”  Vietti: 22mila lui, 44mila io”.

 

Si esce per l’immancabile caffè. Si fa fatica a raggiungere la tabaccheria. Pochi metri, ma incontra amici, avventori, residenti. Con ognuno una parola. Scambio di battute. Molte volte provocate da una sua amabile ironia. Anche qui molti gli argomenti. Storia ed attualità la fanno da padrone. Mi presenta un vecchio leghista, oramai deluso, come il tabacchino. Saluta il medico in pensione che aveva il padre veterinario, negli Anni 50, in Monferrato. Clima da paese. Rientrati gli chiedo: la maggiore soddisfazione? 

 

“Non aver voluto essere solo e sempre il numero uno. Essere stato con altri nel cercare di raggiungere ciò che desideravo”. 

 

Maggiore insoddisfazione? 

“Qui dovresti darmi un po’ di tempo. Sono stato per anni negli organismi dirigenti dell’ Ascom. In particolare presidente della categoria delle ferramenta . Tantissimi  erano gli iscritti. Ora  solo15. (mi sono informato, stupendomi, negli ultimi anni le ferramenta sono aumentate ). Ho tentato di “far fuori”, politicamente, si intende,  Pino De Maria. Non perché non mi andasse bene la persona. Ma perché portatore di un’idea secondo me sbagliata di Città. Se ne sono viste le conseguenze negative. Una prima volta ci sono riuscito. Ma è ritornato in sella anche grazie, mi costa dirlo, alla sinistra. Il risultato finale è stato anche un impoverimento complessivo del Sindacato dei commercianti”. drovetti storia

 

Hai superato i 60 anni. Prospettive? 

“Qui la nota dolente: si vive alla giornata”.

 

Si va a mangiare. Mi ricorda che dai tempi che furono i Drovetti chiamano i primogeniti Francesco e Luigi. Anche per questo appartengono ad un’altra generazione.

Camion trancia cavi: bloccata ferrovia Pinerolo-Chivasso

E’ stato attivato un servizio di autobus sostitutivi per i pendolari

 

treni porta nuovaDalle 7  di questa mattina è interrotta la linea ferroviaria Pinerolo-Chivasso del Servizio Ferroviario Metropolitano di Torino, nel tratto tra Moncalieri Sangone e Candiolo. La causa è un  incidente ad un passaggio a livello di Nichelino, dove un  camion ha tranciato i cavi della tratta e ha abbattuto una delle sbarre della barriera. Sono intervenute polizia municipale e polizia ferroviaria. Ora i tecnici sono al lavoro per ripristinare il guasto. E’ stato anche attivato un servizio di autobus sostitutivi per i pendolari.

 

(Foto: il Torinese)

Il Teatro stabile di strada anima piazza Carignano

Replica in piazza Carignano a Torino (in caso di pioggia, sotto i portici di Piazza Carlo Alberto), di  1863-1992 | DI GIOVANNI IN OLTRE – Storia d’Italia e di persone da Giovanni Corrao a Giovanni Falcone

 

teatro marco gobettiDi e con Marco Gobetti L’incredibile storia di un uomo dell’Ottocento che si trasforma in un uccellino, per diventare un uomo del Novecento e oltre. La violenza usata con disinvoltura dai poteri forti dello Stato – quegli stessi che dovrebbero essere garanti di giustizia – segna il processo che porta all’unificazione formale dell’Italia, dando luogo a una inquietante deriva verso un sistema viziato e pericoloso: un’oligarchia che, sotto la maschera di un’apparente legalità, infetta tuttora i poteri dello Stato e agisce manipolando il diritto, per perseguire interessi di parte e per ridurre intere masse di cittadini all’ignavia culturale e politica.

 

LA STORIA

 

Uno strano personaggio evoca una vicenda che, correndo sul filo di tre attimi e tre vite, unisce indissolubilmente il XIX secolo e l’evento dell’Unità d’Italia, all’Italia del XX secolo e oltre.

 

Giovanni Corrao, saldatore di scafi al porto di Palermo, organizza una cospirazione dopo l’altra contro i Borboni. Dopo essere stato in prigione ed in esilio, nel 1858 stringe un forte rapporto di corrispondenza con Rosolino Pilo, assieme al quale prepara una spedizione in Sicilia. Nell’aprile del 1860 i due sono a Palermo, dove organizzano gruppi di volontari: promettono ai contadini la proprietà delle terre che lavorano, libertà e giustizia, se combatteranno al fianco di Giuseppe Garibaldi, che sta per sbarcare a Marsala. Rosolino Pilo muore in battaglia e Giovanni Corrao combatte valorosamente per tutta la campagna dei Mille, tanto da essere nominato generale dallo stesso Garibaldi. Dopo l’Unità d’Italia assume il grado di colonnello dell’esercito Regio, dal quale si dimette poco tempo dopo, in polemica con la politica adottata dai Piemontesi in Sicilia. Nel 1862 partecipa alla spedizione per liberare Roma, conclusasi sul nascere con la battaglia dell’Aspromonte e l’arresto di Garibaldi. 

 

Si rifugia allora vicino a Palermo, rimanendo il punto di riferimento per tutti i siciliani che rivendicano lo stato di diritto. Il 3 agosto 1863, mentre ritorna in calesse nel suo agrumeto, viene assassinato con tre colpi di lupara nel petto: le cronache dell’epoca descrivono gli assassini come due sicari travestiti da carabinieri. Negli atti di indagine è usato per la prima volta nella storia del Regno d’Italia il termine mafia. Il delitto rimane impunito e gli atti di indagine, fatti ricercare dieci anni dopo la sua morte da un senatore del Regno d’Italia che intende fare luce sull’omicidio, risultano scomparsi. Verosimilmente, è il primo delitto commissionato alla mafia da parti deviate dello Stato. Su un prato verdissimo, sotto un cielo meraviglioso, fra un’infinità di salme, giace quella di Giovanni Corrao.

 

La stranezza del personaggio che evoca questa vicenda, deriva innanzitutto dal fatto che conosce storie di ogni tempo.

 

Quel prato verdissimo è simile a quello che Er, soldato dell’antica Grecia, ebbe la fortuna di vedere e – ritornato in vita – di descrivere, come racconta Platone nel finale della sua “Repubblica”: su quel prato, davanti ad ogni salma, tre Moire tirano a sorte dei numeri. Via via, la salma che ottiene il numero più alto, ha diritto di scegliere in quale corpo del futuro trasferirsi: di fronte, dove quel prato incontra il cielo, perfettamente allineati all’orizzonte, i corpi del futuro, corpi di uomini e donne e animali di ogni genere. Certamente i primi estratti hanno un’amplissima scelta: è però anche vero che qualcuno, proprio nella foga di scegliere il meglio, deciderà magari di incarnarsi in un tiranno, che avrà sì molto potere e tante ricchezze, ma probabilmente morirà sgozzato.

 

Diversa la sorte degli ultimi estratti, fra i quali Giovanni Corrao, che, terzultima salma a dovere scegliere, si trova di fronte là all’orizzonte solo più tre esseri viventi del futuro: due barboni e un uccellino. Ragione vorrebbe che un uomo scegliesse sempre di rimanere un uomo, se messo di fronte alla possibilità di scegliere fra un uomo e un animale: foss’anche il più reietto degli uomini colui nel quale si deve trasformare. Ma Corrao non ha dubbi: in un attimo lunghissimo ripercorre la sua vita, le battaglie, i discorsi infuocati di speranza alla sua gente, la criniera del cavallo che gli ondeggia davanti agli occhi e la polvere alta alle spalle e il cigolare del calesse e gli aranci e i limoni a destra e a sinistra e le due divise che sbarrano la strada all’improvviso e la criniera del cavallo lanciata verso l’alto da un nitrito e i colpi di lupara e il buio e poi il cielo, all’improvviso solo cielo. E fra quei due uomini e il passerotto, sceglie la pace e la serenità, sceglie di diventare il passerotto.

 

Il passerotto vive poco tempo, perché un giorno d’estate tornando nel nido, è ucciso con un colpo di fucile nel petto. Anche lui finisce nel prato verdissimo: tre Moire tirano i numeri; davanti a lui, dove quel prato incontra il cielo, perfettamente allineati all’orizzonte, i corpi del futuro, corpi di uomini e donne e animali di ogni genere. Lui è il penultimo estratto, ha due possibilità di scelta: davanti, sulla linea dell’orizzonte, un cacciatore e un giudice. Il passerotto in un attimo lunghissimo ripercorre la sua vita, l’abbandonarsi coraggioso al vento, il cinguettare festoso fra le fronde, il nido sempre più vicino di ritorno da un campo di grano e il tramonto del sole alle sue spalle e poi il colpo di fucile, l’esplosione dentro di sé e il buio e poi negli occhi terra, all’improvviso solo terra. E non ha dubbi: fra l’assassino e l’uomo di legge, fra il cacciatore e il magistrato, sceglie di diventare il magistrato. Il nome di quel magistrato è Giovanni Falcone.

 

Lo strano personaggio che evoca questa vicenda, conosce sì storie di ogni tempo: ma anche quelle non ancora accadute. Si lancia con forza a evocare la vita di Giovanni Falcone, tutta quanta, fino a un viaggio in macchina e a un’esplosione, poco prima di una galleria. Vuole assolutamente arrivare a ciò che di questa infinita vicenda non è ancora accaduto: ciò che può accadere solo se si viene a sapere.

 

Giovanni Falcone è ora nel prato verdissimo di Er: tre Moire tirano i numeri; davanti a lui, dove quel prato incontra il cielo, perfettamente allineati all’orizzonte, i corpi del futuro, corpi di uomini e donne e animali di ogni genere. Lui è l’ultimo estratto, ha un’unica possibilità di scelta: davanti, sulla linea dell’orizzonte, chi gli rimane da scegliere? Chi c’è, là dove quel prato incontra il cielo?Lo strano personaggio finirà per rispondere alla domanda, anche a costo di svelare il segreto della sua identità: evocare l’incredibile vicenda di un uomo dell’800 che grazie a un passerotto diventa un uomo del 900 e oltre, era davvero l’unico mezzo che aveva per farlo.

 

Ass. cult. Compagnia Marco Gobetti  >   Torino – tel. 347-0522739 / 339-4801713 > 

 www.compagniamarcogobetti.com

 

Altri alberi tagliati in Corso Marconi

marconiIl Verde Pubblico è privo di risorse e chi compie le scelte nel campo della mobilità, dei parcheggi e delle infrastrutture si accanisce in scelte controproducenti

 

 

Ci sono nuovi abbattimenti di alberi in corso Marconi. Lo evidenzia il comitato Salviamo Corso Marconi che, da  un lato rileva il taglio di altri due ippocastani, e dall’altro chiede le ragioni al Verde pubblico lamentando, per l’ennesima volta, “la mancanza di cura e manutenzione dell’alberata” ed evidenzia il progetto per realizzare un parcheggio interrato privato, che avrebbe come conseguenza la rimozione di tutti gli ippocastani tra via Madama Cristina e corso Massimo d’Azeglio. Il Comitato Salviamo Corso Marconi esprime viva preoccupazione per la sorte dell’alberata che, una volta rimossa, secondo il progetto della società aggiudicatrice del lavoro, dovrebbe essere sostituita con giovani ippocastani impiantati in vasche di cemento profonde 1,5 metri su soletta, di certo non le condizioni ideali per la loro crescita a piena statura e durata nel tempo.

 

“Intanto – prosegue il Comitato –  con l’abbandono di ogni cura sostanziale, si è arrivati progressivamente alla situazione attuale, con un’alberata che tutti definiscono trasandata e disomogenea, e bisognosa di “interventi chirurgici”. Il Verde Pubblico è privo di risorse e chi compie le scelte nel campo della mobilità, dei parcheggi e delle infrastrutture si accanisce in scelte controproducenti. Di qui la richiesta di Salviamo Corso Marconi: vengano rimpiazzati gli alberi che non sono più stati sostituiti, o che vengono abbattuti. Il degrado dell’alberata non è una scelta casuale, ma frutto di una scelta che porti l’opinione pubblica ad accettare il parcheggio, perché “tanto l’alberata peggio di così non potrà essere”.

 

Massimo Iaretti

Artigianato tessile al Villaggio Leumann

Inaugurazione venerdì 25 settembre. Giunta alla ventunesima edizione la mostra-mercato che porta a Collegno oltre 80 artigiani della tessitura in arrivo dall’Italia e dall’estero

 

Leumann quadroSempre più frequentemente si sente parlare di artigianato d’eccellenza, soprattutto dagli enti preposti alla promozione e valorizzazione dei territori, con l’intenzione di evidenziarne l’aspetto attribuendo la giusta importanza ad una delle attività, certamente di nicchia, ma che lega l’oggi alla storia, al passato. Quando si parla di artigianato per primo viene alla mente quello tessile. È naturale che sia così: la prima attività dell’uomo, dopo la caccia e l’agricoltura, è certamente stata quella della tessitura che rimane allo stadio artigianale, almeno nel nostro paese, fino all’unità nazionale. È solo da quel momento in poi che, un po’ timidamente, si fa strada l’idea del progetto industriale. Tuttavia l’artigianato avrà ancora, per il paese e per un buon lasso di tempo, grande importanza economica.

 

Le brevi considerazioni fatte sopra, ancora una volta, se mai fosse stato necessario, sanciscono l’importanza di “Filo lungo filo, un nodo si farà” che è certamente l’evento più grande ed importante che si svolge nella città di Collegno.Per l’Associazione Amici della Scuola Leumann, che impegna notevoli energie nell’organizzazione di questo quarto fine settimana settembrino, la gratificazione è la sempre crescente richiesta di partecipazione e le continue proposte di mostre importanti e pregevoli.

 

La mostra-mercato nel tempo ha elevato il suo livello passando da fiera nazionale a europea. Oggi possiamo definirla internazionale. Quanto detto è in considerazione della partecipazione, negli anni, dapprima delle nostre venti regioni, poi di Francia, Svizzera, Belgio e ancora Georgia caucasica, Lettonia, Albania, Vietnam, Bolivia, Cile, Nord America, Brasile, Messico,  Canarie… Quest’anno saranno presenti una tessitrice boliviana ed una peruviana che, tramite il ProgettoMondo Mlal, porteranno a Leumann i tessuti della tradizione andina.

 

In 21 anni “Filo lungo filo, un nodo si farà” è cresciuta, non tanto in qualità che è sempre stata di alto livello, tanto da poter essere definita di «artigianato artistico», ma ciò che veramente è cresciuta è la varietà delle cose proposte al pubblico. Dalla materia prima greggia (lana, canapa, lino), ai tessuti, ai semilavorati, all’abbigliamento, ai complementi d’abbigliamento (soprattutto femminili, ma anche maschili), ai complementiLeumann artigiani d’arredo (ninnoli e soprammobili vari): la fantasia non ha confini!.

 

L’inaugurazione è venerdì 25 settembre pomeriggio, alle 17,15, con un convegno dal titolo “L’incontro degli incontri. I luoghi e gli eventi che aggregano la comunità degli artigiani tessili”, ospitato negli spazi dell’Auditorium Arpino, in via Bussoleno 50 a Collegno. La mostra-mercato apre i battenti sabato alle 15 in corso Francia 313 e sarà ospitata in una struttura allestita nel parcheggio messo a disposizione dall’azienda Diffusione Tessile, all’interno dell’ex Cotonificio Leumann. Oltre all’esposizione e vendita, sono previste anche dimostrazioni pratiche e l’attivazione di laboratori dedicati ai bambini, sia sabato che domenica. L’evento si conclude domenica pomeriggio con una sfilata di modelli prodotti dagli espositori e la consegna del premio Magda Cavallo allo stand più originale. Di grande rilevanza e qualità le concomitanti svariate mostre che testimoniano una volta di più, se ancora fosse necessario, la grande capacità, l’inventiva, la fantasia degli artisti tessitori.

 

L’associazione culturale SOCONAS INCOMINDIOS, onlus – che ha come finalità  promuovere in Italia la conoscenza delle culture, della storia e delle problematiche attuali dei Nativi Americani – ha collaborato all’allestimento della mostra I tessuti e i feltri della collezione Leumann, fornendo informazioni e illustrazioni sulla tradizione tessile delle popolazioni indigene d’America e sui loro abiti tradizionali.

 

 

Per informazioni:

Associazione Amici della Scuola Leumann

Tel. 349 7835948

Info@villaggioleumann.it

www.villaggioleumann.it

https://www.facebook.com/EcomuseoVillaggioLeumann?ref=ts&fref=ts

 

 

 

 

La storia

 

leumannIl Villaggio Leumann nasce dalla tessitura. Infatti qui nella seconda metà dell’800 venne impiantato un cotonificio ed intorno alla fabbrica nacque e si sviluppò il Villaggio. Cuore di questa realtà è quindi il lavoro, in particolare un’attività, la tessitura, che è antica quanto la storia degli uomini. Nel 1972 il Cotonificio Leumann chiude e si rompe definitivamente il legame Villaggio-tessitura che sopravvive solo nella memoria di chi qui era venuto a lavorare. Valorizzare il Villaggio Leumann come documento di assoluto valore dello sviluppo industriale nell’area torinese e ristabilire il legame tra lavoro-tessitura-villaggio sono stati propositi che l’Associazione Amici della Scuola Leumann si è imposta e che hanno trovato una fortunata realizzazione nella manifestazione Filo lungo filo, un nodo si farà. Nata nel 1995, si tiene ogni anno all’interno di quel magnifico esempio di architettura industriale rappresentato dal Villaggio Leumann.