redazione il torinese

Ghigo, da Silvio a Fassino: "La mia scelta per il sindaco? Solo buonsenso per il bene della città"

GHIGO BICI 2La decisione dell’ex delfino berlusconiano e uomo forte di Forza Italia e Pdl in Piemonte ha sorpreso molti suoi ex sodali perchè Ghigo, nell’immaginario collettivo, rappresenta l’unica figura simbolica riconoscibile e autorevole di quello che fu il centrodestra dei bei tempi

 

Enzo Ghigo, il presidente della Regione Piemonte ai tempi della “concordia  istituzionale”, dal ’95 al 2005 (il periodo in cui le amministrazioni del Comune con Castellani prima e Chiamparino poi e della Regione collaboravano al di là del colore politico, per la realizzazione di grandi progetti come le Olimpiadi e la Reggia di Venaria) non vuole più fare politica, ma ha scelto di appoggiare Fassino per il semplice fatto che – ora come ora –  lo ritiene “il miglior candidato possibile per Torino”. La decisione dell’ex delfino berlusconiano e uomo forte di Forza Italia e Pdl in Piemonte ha fatto storcere il naso a molti suoi ex sodali perchè Ghigo, nell’immaginario collettivo, rappresenta l’unica figura simbolica riconoscibile e autorevole dighigo ciclismo quello che fu il centrodestra dei bei tempi. Ma c’è anche un’altra ragione che lo spinge a candidarsi: “Bisogna fare in modo che i grillini non vincano, non hanno esperienza di governo nelle grandi città. E poi si deve tenere conto che il centrodestra sembra non essere in grado di esprimere un candidato unitario.” Le parole dell’ex leader azzurro piemontese ottengono l’endorsement dell’ex sindaco Diego Novelli e le critiche della candidata M5S Chiara Appendino. E così Ghigo, che oggi si dedica principalmente alla sua attività presidente della Lega di ciclisti, torna in politica a modo suo.

MOZIONE SFIDUCIA A POIRINO: "di solito si sfiducia chi mal governa, non un buon sindaco”

poirinoPare che per la minoranza il 2016 sia iniziato al contrario: di solito ha senso presentare la sfiducia nei confronti di chi mal amministra e non di un sindaco che si impegna quotidianamente per il bene del proprio territorio”:  Il sindaco commenta così la mozione di sfiducia non approvata, presentata  in Consiglio Comunale

 

 Riceviamo e pubblichiamo

 

“La mozione è stata respinta  non solo perché la maggioranza è compatta e focalizzata sulle priorità da portare avanti nei prossimi mesi per la città e i suoi abitanti, ma anche perché, al di là delle strumentalizzazioni politiche, sono i fatti a parlare. Sappiamo tutti quanto il 2015 sia stato un anno difficile per ognuno e, ancor di più, per chi ha la responsabilità di amministrare una comunità. Poirino ha dovuto far fronte alla Spending rewiev, alle minori entrate e ai tagli da parte del Governo. Di fronte a tutto questo l’Amministrazione ha lavorato intensamente per reperire fondi esterni, intervenendo con un maggiore controllo anche sulla fiscalità locale, per far sì che a pagare non fossero solo i cittadini che, pur nelle difficoltà, hanno sempre onestamente rispettato le tasse. Si è fatto tutto il possibile per sostenere il lavoro, con contributi e tirocini, e non è mancata anche l’attenzione alla sicurezza, compresa quella stradale per gli automobilisti e i pedoni, fino alla valorizzazione importante dello spazio verde, che contribuisce a rendere un luogo più vivibile per ogni cittadino. Amministrare significa anche esporsi al rischio di critiche e talvolta di proteste. Quello che conta è agire per il bene esclusivo della Comunità.”

Il “Nabucco” di Fantasia in RE al Teatro Superga di Nichelino

nabuccoIl baritono Marzio Giossi, che ricopre il ruolo del protagonista, è un artista che, proprio in questi anni, sta conoscendo la piena maturità e il massimo splendore vocale, così come la sua forte presenza scenica. Gabrielle Mouhlen, soprano olandese nel ruolo di Abigaille, a Nichelino ha iniziato pochi anni fa a farsi conoscere e ora è ospite abituale di molti teatri europei

 

L’edizione 2016 del “Nabucco” di Fantasia in RE al Teatro Superga di Nichelino nasce col preciso obiettivo di mantenere e rafforzare lo speciale legame costruito in questi anni col pubblico. Uno dei punti di forza delle produzioni di Fantasia in RE è l’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane guidata da Stefano Giaroli. L’allestimento del “Nabucco”, nel solco della tradizione e all’insegna del buon gusto, è interamente affidato al talento e all’esperienza di Artemio Cabassi che in questo caso firma regia, scene e costumi. Gli interpreti dell’Opera hanno già calcato il palcoscenico del Teatro Superga, ottenendo grande approvazione dal pubblico. Il baritono Marzio Giossi, che ricopre il ruolo del protagonista, è un artista che, proprio in questi anni, sta conoscendo la piena maturità e il massimo splendore vocale, così come la sua forte presenza scenica. Gabrielle Mouhlen, soprano olandese nel ruolo di Abigaille, a Nichelino ha iniziato pochi anni fa a farsi conoscere e ora è ospite abituale di molti teatri europei, apprezzata soprattutto per la qualità della sua voce che le permette di sostenere ruoli estremamente impegnativi, da Verdi a Mascagni, da Puccini a Wagner. Frano Lufi, basso albanese nel ruolo di Zaccaria, è un artista dalla voce profonda ma estremamente morbida e al contempo incisiva e Claudia Marchi, mezzosoprano nel ruolo di Fenena. Come da consuetudine del Maestro Giaroli, questa edizione del “Nabucco” dedicherà spazio a un debutto: nel ruolo di Ismaele ci sarà il giovane tenore torinese Dario Prola, artista dalla voce importante e dal sicuro avvenire. Completano il cast Franco Montorsi nel ruolo del Sacerdote di Belo, Stefano Consolini in quello di Abdallo, Elena Rapita in quello della Profetessa Anna. In “Nabucco” il Coro è il vero protagonista e ad esso è affidato l’impegnativo compito di caratterizzare ogni momento saliente della terza Opera di Giuseppe Verdi. Non a caso la pagina più celebre, “Va’ Pensiero”, è esclusivamente corale e al Teatro Superga sarà affidato al Coro Lirico del Piemonte diretto dal M° Sonia Franzese.

 

 

 

Fantasia in RE

 Nabucco

Musica di Giuseppe Verdi

Libretto di Temistocle Solera

Con il Coro Lirico del Piemonte diretto dal M° Sonia Franzese

e con l’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane

 

Maestro Concertatore e DirettoreStefano Giaroli

 

Regia, scene e costumi Artemio Cabassi

 

Personaggi e Interpreti:
Nabucco – Marzio Giossi (baritono)
Ismaele – Dario Prola (tenore)
Zaccaria – Frano Lufi (basso)
Abigaille – Gabrielle Mouhlen (soprano)
Fenena – Claudia Marchi (mezzosoprano)
Il Gran Sacerdote di Belo – Franco Montorsi (basso)
Abballo – Stefano Consolini (tenore)
Anna – Elena Rapita (soprano)

 

 

Biglietti: platea 27 € – platea ridotto 24,50 € | galleria 21 € – galleria ridotto 19 €

La tariffa “ridotto” è dedicata a under18, over65, appartenenti ad associazioni e Cral convenzionati con la stagione 2015/’16 del Teatro Superga.

 

Informazioni e prevendite biglietti: Teatro Superga, Via Superga 44 – Nichelino (To)

Biglietteria: dal martedì al sabato dalle ore 15 alle ore19 biglietteria@teatrosuperga.it 

 

Acquisto online su www.teatrosuperga.it e prevendite abituali del Circuito Ticketone

 

L'Arialda, incontro al Gobetti

ARIALDAIncontro in occasione del debutto alle Fonderie Limone di Moncalieri, dal 19 al 31 gennaio 2016 in Prima Nazionale, dello spettacolo L’ARIALDA di Giovanni Testori con la regia di Valter Malosti, nuova produzione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, organizzato dal Centro Studi del Teatro Stabile

Per RETROSCENA, il progetto realizzato dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale con l’Università degli Studi di Torino/Dams, in collaborazione con Circolo dei Lettori, Torinodanza Festival, Torino Spiritualità e Museo Nazionale del Cinema

al TEATRO GOBETTI – Sala Colonne (Via Rossini 8 – Torino)
venerdì 15 gennaio 2016, ore 17,30

Sulla nuova produzione L’Arialda di Giovanni Testori

Valter Malosti dialoga con la prof. Federica Mazzocchi (DAMS Università di Torino), autrice del recentissimo libro Giovanni Testori e Luchino Visconti, L’Arialda 1960, Ed. Scalpendi, Milano 2015

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti in sala.

Attenzione: l’incontro si svolge venerdì 15 gennaio e non giovedì 21 gennaio come precedentemente annunciato sul pieghevole dell’iniziativa.

COSA MANGIANO GLI ITALIANI? A TORINO VINCE LA CUCINA ITALIANA!

Icibo hellofoodl nuovo brand di PizzaBo stila la classifica dei prodotti più gettonati nelle città d’Italia. Con una sorpresa: non è (solo) la pizza

 

Italia patria di pizza, pasta e mandolino? Pizza sì, ma non solo. Come l’aletta di pollo piccante, che stuzzica i palati dei torinesi, primi nella classifica nella scelta della gastronomia italiana e terzi nell’ordine medio della spesa effettuata, pari a 17€. Il nostro Paese sta sempre più ampliando i suoi gusti in fatto di cucina e a dimostrarlo sono i risultati della recente statistica relativa agli ordini effettuati dagli italiani su HelloFood, piattaforma online di ordinazioni a domicilio. Tra le cucine più richieste, infatti, subito dopo quella tradizionale italiana – al primo posto con il 43% degli ordini – si posizionano quella mediorientale (29%), quella asiatica (25%) e la cucina greca, al quarto posto con il 3% delle preferenze totali.

 

Grazie al contributo dei 120 mila utenti registrati nelle 20 città e nei 30 comuni italiani in cui HelloFood ha portato la sua clochearancione, è stato possibile definire il profilo gastronomico degli utenti del Belpaese:  in testa ai piatti più richiesti c’è ovviamente la Pizza – con il 39% degli ordini – e nello specifico la sempreverde Pizza Margherita.

 

Nonostante il legame con i classici intramontabili, da Nord a Sud, quando si ordina a domicilio si preferisce variare, sperimentando nuovi gusti e sapori: “Le abitudini degli italiani a tavola stanno cambiando sulla spinta di nuovi stili di vita e dei mutamenti sociali ed economici – commentaChristian SarcuniAD di HelloFood  Si vanno, dunque, modificando o sostituendo le consuetudini alimentari per lasciare, ad esempio, il passo al cibo multietnico. Ciò si rispecchia anche negli ordini a domicilio ed è sorprendente scoprire che spesso l’evoluzione più radicale dei palati sia avvenuta in città che posseggono una cultura gastronomica molto forte”.

 

Si scopre, infatti, che il kebab è riuscito a spodestare il sushi a Milano – sono il 40% le comande totali a favore del rivale mediorientale – e che ha fatto capitolare anche i palati ferraresi (37%) e senesi (31%). Oppure, che in città ai poli opposti dello stivale, quali Palermo e Trento, spopola la cucina cinese con una speciale passione per gli involtini primavera. Ed è curioso scoprire che è proprio il capoluogo trentino ad effettuare la spesa più alta per singolo ordine: 18 € contro una media nazionale di 15 €. Al secondo posto si posizione Genova, con una media di 17,9€, seguita da Torino, al terzo posto con una spesa di 17€ per ordine. A Genova e Firenze, invece, sono sempre più richiesti i piatti della cucina giapponese.

 

Tra le città più affezionate alla pizza troviamo sorprendentemente Padova e Bologna, forse in relazione all’alta concentrazione di studenti, seguite da Parma e da Pescara. Restano ben saldi alle proprie radici, i cittadini di RomaPescara e Napoli, dove supplìarrosticini e frittatinesbaragliano la concorrenza con il 34% degli ordini effettuati.

 

Fanalino di coda per gli ordini registrati su HelloFood la cucina greca, che si posiziona però al primo posto tra le preferenze a Pavia e Perugia, città con  il più alto numero di richieste per il gyros pita

 

HelloFood.it è la piattaforma di online food delivery per ordinare a domicilio in maniera comoda, veloce e conveniente, 24 ore su 24, ogni tipo di pietanza: dalla pizza al sushi, dalla piadina all’hamburger, passando per il bio e il vegan. Nato come evoluzione di PizzaBo.it – la startup bolognese che ha conquistato le principali città universitarie del Nord Italia – il marchio HelloFood punta ad espanderne il raggio d’azione. In tempi brevi, HelloFood ha già accresciuto il proprio network raggiungendo ben 120 mila utenti registrati, 21 città (Bologna, Padova, Pisa, Parma, Ferrara, Genova, Torino, Pavia, Trento, Verona, Milano, Firenze, Siena, Perugia, Pescara, Roma, Napoli, Bari, Chieti, Palermo e Reggio Emilia) e circa 30 comuni italiani con una selezione di mille nuovi ristoranti e una vasta scelta di cucine. Oltre al portale www.hellofood.it, il servizio è accessibile da mobile attraverso l’app gratuita, disponibile sia per iOS sia per Android.

Sull’orlo del precipizio

manzinimanziniLa storia di uno scrittore di grande successo che vede trasformare il suo mondo nel giro di pochi giorni, evocando scenari da “grande fratello” di Orwell

 

Antonio Manzini , attore e sceneggiatore oltre che giallista di successo, con il suo romanzo breve “Sull’orlo del precipizio” (Sellerio editore),pone una domanda: cosa accadrebbe se tutte le principali case editrici italiane si trovassero raggruppate sotto un’unica sigla? Il libro – avvincente e ben scritto – non pretende di dare una risposta ma propone, in chiave satirica,  la storia di uno scrittore di grande successo che vede trasformare il suo mondo nel giro di pochi giorni, evocando scenari da “grande fratello” di Orwell.  Attraverso il personaggio immaginario di Giorgio Volpe  – il più grande scrittore italiano – Manzini costruisce una storia paradossale e, al tempo stesso, allucinante dove emerge prepotente l’idea che il principio di libertà non può che essere garantito dalla pluralità delle possibili opzioni. Infatti, il protagonista del libro, alla consegna del nuovo romanzo ( che s’intitola proprio Sull’orlo del precipizio ) scopre che una cordata di investitori ha inghiottito la sua casa editrice. Ora al comando dell’azienda ci sono persone in completo scuro che pretendono di riscrivere i classici, odiano le metafore e “amano le saponette se il pubblico vuole saponette”. Cercando una via di fuga editoriale come un uomo che annega cerca l’aria, Giorgio Volpe affonda nel grottesco e nell’angoscia di chi vede messa in discussione la propria libertà di espressione. Quella di Antonio Manzini  è una satira spietata ed esilarante ma si riferisce ad un fatto reale : l’ acquisizione, da parte di Mondadori, della divisione libri della  Rcs Mediagroup per poco più di cento milioni di euro. Il gruppo editoriale controllato da Fininvest, che già possiede Einaudi, Piemme e Sperling & Kupfer, ha così acquisito i marchi Rizzoli, Bompiani, Fabbri e Marsilio. Oggi la Mondadori (o “Mondazzoli”, come qualcuno l’ha ribattezzata) è il nuovo gigante del mercato dell’editoria libraria, compreso di punti vendita, con una quota del 38 % del totale. La preoccupazione per come funzionerebbero le cose in un paese con un’unica azienda che controlla circa la metà del mercato, con l’altra metà frammentata in piccole e piccolissime case editrici, non è cosa da poco. E lo scenario non è più solo un’ipotesi letteraria. Ma, parafrasando Vasco Rossi, “c’è chi dice no” al  colosso ‘Mondazzoli’ , lanciando una nuova realtà editoriale. Elisabetta Sgarbi, per due decenni direttrice editoriale e anima della Bompiani, ha fondato con un gruppo di autori ed editori, fra cui spicca il nome di Umberto Eco, la casa editrice indipendente “La Nave di Teseo” che inizierà le pubblicazioni nel maggio di quest’anno. Fra i primi autori che hanno aderito all’iniziativa spiccano i nomi di Susanna Tamaro, Sandro Veronesi,Tahar Ben Jelloun, Michael Cunningham, Mauro Covacich, Furio Colombo, Hanif Kureishi. Un segnale di ribellione all’omologazione, dopo quello di Roberto Calasso che si è ricomprato la sua Adelphi, di cui ora è proprietario al 71%. Una sfida  alle fusioni e concentrazioni editoriali  di cui narra Manzini  ne “Sull’orlo del precipizio”. Una realtà che propone un valore che, di questi tempi, sembra fuori moda ma anche più che mai necessario: l’indipendenza ela libertà di espressione. È  stato Umberto Eco, su Repubblica,  a spiegare in modo chiaro e originale il senso di quest’avventura:  “Mio nipotino mi ha chiesto ‘Nonno perché lo fai?’. Gli ho risposto ‘Perché si deve’”.

Marco Travaglini

"Genitori insieme, in punta di cuore"

SALUTE CUOREVenerdì 15 gennaio, alle ore 17, presso l’Ospedale di Lanzo inizia il programma di incontri mensili dei genitori che vivono l’esperienza dei disturbi del comportamento alimentare. Sono organizzati dall’associazione In punta di cuore con il Centro DCA dell’ASL TO4

 

Anoressia, bulimia e alimentazione incontrollata sono malattie largamente diffuse, interessano ormai il 10% della popolazione. Già negli anni ’90 si cominciò a parlare di “vera e propria epidemia sociale”. Sono patologie poco conosciute e di estrema complessità in quanto scatenate d’interazione di fattori biologici, psicologici, familiari e sociali. L’alimentazione è in effetti un sintomo, in realtà il cibo e il corpo esprimono una sofferenza profonda e funzionano come una sorta di auto-cura per attenuare il disagio intollerabile che si prova di fronte alla vita.

 

I disturbi del comportamento alimentare hanno un impatto distruttivo sulle capacità di relazione. Portano all’isolamento e riescono a prevalere su tutto. Le famiglie ne sono travolte. È possibile guarire e tornare a una vita normale attraverso una diagnosi corretta e tempestiva unita a un percorso terapeutico multi-disciplinare mirato che coinvolga la persona malata e i suoi famigliari.

 

Abbiamo avviato “Genitori insieme” per dare la possibilità alle famiglie di riunirsi per capire e condividere. Ogni incontro avrà un tema introdotto dalla dr.ssa Mari Ela Panzeca, coordinatrice del Centro CDA dell’ASL TO4 e referente per i disturbi del comportamento alimentare. Seguirà una discussione aperta. È previsto un incontro dedicato agli aspetti della nutrizione con la dr.ssa Lilia Gavassa,responsabile della Struttura di Dietetica e nutrizione clinica dell’ASL TO4.

 

Gli incontri sono aperti a tutti genitori e sono gratuiti. L’associazione In punta di cuore ha l’obiettivo di sviluppare una rete di genitori che possono aiutare altri genitori. Per informazioni: 370.3310793, inpuntadicuore@virgilio.it.

Tutto per il cane, ecco i consigli dell'addestratore cinofilo

 

enrico cani“TU PORTI LU O LUI PORTA TE !?” 

 

Consigli cinofili

di Enrico Coscarelli

 

Il cane ci regala felicità, comprensione e fedeltà, ma purtroppo l’uomo non sempre è in grado di saper affrontare tutte le situazioni che si presentano, in maniera impeccabile. Ecco perché sono qui, a vostra disposizione, per potervi dare un sostegno in casi di emergenza

 

Buongiorno carissimi lettori, mi presento: sono Enrico e faccio l’addestratore cinofilo. Sin da bambino ho amato questo mondo, ho seguito lacane dog mia passione fino a farla diventare un lavoro. Ho studiato e vissuto il cane in tutte le sue sfaccettature, volete sapere perché? Perché il cane ci regala felicità, comprensione e fedeltà, ma purtroppo l’uomo non sempre è in grado di saper affrontare tutte le situazioni che si presentano, in maniera impeccabile. Ecco perché sono qui, a vostra disposizione, per potervi dare un sostegno in casi di emergenza.

 

Inizierei questo percorso con voi dalle basi, per poi salire ed affrontare problematiche più serie. Non ci può essere un inizio senza la scelta, e la prima scelta che dovete fare è questa: prendo un cucciolo o un cane cresciuto? Regola fondamentale. il cane non si regala, dev’essere una scelta consapevole, è una responsabilità, ha dei diritti che comportano dei nostri doveri; è come un bambino, che però non cresce mai, la sua vita dipenderà da noi dal momento in cui lo prendiamo.

 

L’adozione di un cane adulto è un atto molto generoso ed altruista, è una fortuna che ci siano persone che facciano questo gran gesto, tuttavia è una scelta che lascerei far fare a persone che hanno già avuto esperienze significative con altri cani, che sappiano come gestire delle problematiche; purtroppo prendere un cane adulto è un’azione delicata, perché il soggetto in questione ha un passato, delle esperienze, facilmente più negative che positive, e riportarlo indietro dopo avergli dato una casa sarebbe un delitto.cane neve

 

D’altro canto prendere un cucciolo, per chi è alle prime armi, può diventare un buon modo per imparare la sua gestione e manualità; discorso valido anche per cuccioli adottati in canile, l’unico allarme in questa situazione può incorrere nella presenza di malattie di carattere ereditario, problema che troppe persone, quando si presenta, “risolvono” con l’abbandono.

 

Tutt’altra storia quando si vuole acquistare un cane, qui bisogna fare delle valutazioni, capire come si evolve la propria giornata tipo, quali sono i nostri ritmi di vita, se siamo sportivi o più da divano, e soprattutto sapere che tipo di vita vogliamo fare insieme, se cerchiamo un animale solo di compagnia o per intraprendere una specialità agonistica insieme. Il cane ti cambia la vita, lui non ci sceglie, ma si affida a noi! Alla prossima puntata per l’arrivo del cucciolo nelle nostre case.

 

Facebook: Enrico Coscarelli

DogLand Camp

349 65 58 270

enrico.coscarelli87@gmail.com

Al Poli il Master in Industrial Automation per giovani di talento

poli master 2 Percorso di formazione e lavoro che vuole investire sul futuro di giovani neolaureati, dando loro l’opportunità di sviluppare direttamente sul campo le competenze indispensabili per un settore altamente competitivo e in costante evoluzione come quello dell’automazione industriale

 

Si è tenuta ieri pomeriggio, presso la Sala Consiglio di Facoltà del Politecnico, la cerimonia di apertura della V edizione del Master in Industrial Automation del Politecnico di Torino, organizzato da Comau e da Prima Industrie e finanziato dalla Regione Piemonte.Tra gli organizzatori, oltre a Comau, che ha lanciato il Master fin dalla prima edizione -si fa riferimento al 2012- da quest’anno ha fatto la sua comparsa anche Prima Industrie, impresa con radici piemontesi ma affermata su scala internazionale, che opera con successo nel settore delle macchine per la lavorazione della lamiera, delle sorgenti laser e dell’elettronica industriale.

 

Nel corso della conferenza hanno fatto il loro intervento volti noti quali il rettore del Politecnico di Torino, Marco Gilli, il Presidente del Gruppo Prima Industrie, Gianfranco Carbonato, il Direttore della Scuola di Master e Formazione Permanente del Politecnico, Carlo Rafele, Mauro Fenzi, CEO Comau e molti altri personaggi illustri. Il Master in Industrial Automation è stato presentato come un percorso di formazione e lavoro che vuole investire sul futuro di giovani neolaureati di talento, dando loro l’opportunità di sviluppare direttamente sul campo le competenze indispensabili per un settore altamente competitivo e in costante evoluzione come quello dell’automazione industriale. Gli studenti, scelti tra i migliori laureati in Ingegneria provenienti da Università italiane ed estere, hanno così la possibilità di entrare a far parte, fin dal primo giorno, di una delle aziende partner, grazie anche all’assunzione immediata attraverso un contratto di alto apprendistato.

 

Il corso, totalmente condotto in lingua inglese -così come la conferenza di inaugurazione di ieri- prevede 540 ore di lezione per il primo anno e nel secondo anno, 660 ore dedicate alla realizzazione di un project work nell’azienda scelta; le lezioni vengono tenute dai migliori Manager di Comau, di Prima Industrie e da docenti del Politecnico di Torino.

Ipoli master 1n un momento in cui molti giovani talenti emigrano all’estero per mancanza di un impiego stabile e soddisfacente, questo Master è diventato un’opportunità di inserimento concreto nel mondo del lavoro, che ha permesso agli oltre 80 studenti che hanno frequentato il corso, dal 2012 ad oggi, di essere assunti da Comau a tempo indeterminato.

Entrambe le aziende, prima la Comau e da quest’anno anche le società del gruppo Prima Industria, hanno voluto credere fermamente nel valore dei giovani e nelle loro capacità di realizzare e proporre al mercato nuovesoluzioni per il futuro dell’industria. Puntare sul sapere, sulla passione dei giovani, sul loro desiderio di innovazione e sulla loro voglia di crescere – a livello tecnico e manageriale – rappresenta per queste due grandi realtà industriali, la migliore garanzia di successo per loro e per l’intera organizzazione.

Grazie a questi corsi in apprendistato finanziati dalla Regione Piemonte e grazie a questa stretta ed efficacie collaborazione di partenariati solidi e costanti, alcuni giovani e talentuosi studenti possono intraprendere un nuovo e importante percorso formativo in grado di avviare la formazione aziendale in parallelo a quella universitaria.

 

Simona Pili Stella

BALLERINE: IL GRANDE DRAMMA DELL'UOMO MODERNO

ballerine teti

PUNTI DI

(S)VISTA /

di Tersilla Garella

 

Non parliamo di quando ad essere avversi alle ballerine sono dei veri e propri bonsai di un metro e dieci, i quali, non paghi di questa sventura che Madre Natura ha riservato loro, osano asserire che la donna che indossa i tacchi fa tutto un altro effetto

 

Mentre domenica ero seduta al tavolino di un bar in via Po, ho assistito involontariamente ad uno scambio di opinioni tra una coppietta che battibeccava a proposito delle ballerine. Da quanto ho potuto apprendere dalla discussione – e la mia esperienza personale non fa che confermare quello che ho udito – all’uomo medio questo genere di scarpa fa ribrezzo. Anzi, per essere più precisi, la ballerina è proprio la calzatura antisesso per antonomasia. L’uomo non fa neppure finta che queste scarpe gli piacciano, perché quando te le vede ai piedi, magari si sforza anche di sorridere, ma assume (in)consapevolmente l’espressione di chi abbia per sbaglio bevuto un sorso dalla bottiglia di quella che credeva fosse acqua e si è rivelata candeggina. Non parliamo di quando ad essere avversi alle ballerine sono dei veri e propri bonsai di un metro e dieci, i quali, non paghi di questa sventura che Madre Natura ha riservato loro, osano asserire che la donna che indossa i tacchi fa tutto un altro effetto.

 

Ora. Sarà sicuramente tutto vero, detto da voi che siete dei luminari in fatto di moda e abituali indossatori di tacchi, e da cotanta sapienza ammetto di avere solo da imparare. Preme farvi sapere, però, che è sufficiente recarsi in uno dei vivai di corso Allamano a Grugliasco per trovare bonsai che non parlano e che queste opinioni ce le risparmiano. E comunque, altezza a parte, anche noi non tolleriamo certi capi di abbigliamento maschile. Patiamo in maniera inenarrabile quando vi vediamo in slip. Per non parlare poi di quell’obbrobrio che avete l’arditezza di chiamare borsello, ma altro non è se non un marsupio a tracolla. Io ve lo dico, se continuerete ad andare in giro agghindati in questo modo, faremo la fine dei dinosauri. State mettendo seriamente a rischio la continuità della specie. Perché ogni volta che vediamo un soggetto così acconciato, un nostro ovulo decide di optare per l’eutanasia. Uomini di Torino, coraggio: sbarazzatevi di slip e borsello. Magari poi noi saremo più disposte a riparlare delle nostre ballerine.