redazione il torinese

Recupero crediti: ne parliamo con l'avvocato Alex Gilardini

gilardini euro denaroL‘attività di recupero dei crediti prevede che, se il debitore non paga in via bonaria, il credito venga accertato e dichiarato dal Giudice affinché il creditore possa ottenere il pagamento. Esistono, tuttavia, delle possibilità alternative di procedere prima di depositare richiesta di decreto ingiuntivo

 

Oggi la problematica del recupero crediti è sicuramente diventata più grave e urgente rispetto al passato. L’attività di recupero dei crediti prevede che, se il debitore non paga in via bonaria, il credito venga accertato e dichiarato dal Giudice affinché il creditore possa ottenere il pagamento. Esistono, tuttavia, delle possibilità alternative di procedere prima di depositare richiesta di decreto ingiuntivo. Del gravoso problema del recupero crediti parliamo con l’avvocato Alex Gilardini di Torino.

 

“La crisi ha sicuramente aumentato in maniera esponenziale – spiega l’avvocato Gilardini – le insolvenze da parte delle aziende che hanno visto crescere i loro insoluti e questa situazione ha, quindi, provocato la necessità da parte dei creditori di rivolgersi a un legale per il recupero dei crediti. Un aspetto fondamentale è che il creditore non faccia passare troppo tempo tra la fattura scaduta e il momento in cui si rivolge all’avvocato per la richiesta di pagamento al debitore. Infatti, più passa il tempo più si può verificare che il debitore divenga insolvente”.

 

” Spesso nella mia professione – precisa l’avvocato Gilardini – ho riscontrato un errore da parte delle aziende, che consiste nell’allungare il pagamento degli insoluti per evitare di perdere il cliente, al quale, nel frattempo, l’azienda continua a fornire merci, nonostante non venga più pagata dal cliente stesso.

 

Il primo passo indispensabile per il recupero dei crediti è rappresentato dalla lettera di diffida al debitore da parte dell’ avvocato che rappresenta il creditore. Subito dopo, un altro passaggio fondamentale è il confronto tra avvocato e debitore, per invitare quest’ultimo a pagare il debito, anche dilazionato nel tempo. Se anche questo tentativo fallisce, allora l’avvocato, di concerto con il cliente creditore, valuta caso per caso se il debitore sia aggredibile, per evitare al cliente ulteriori inutili spese legali e di giudizio”.

 

“Estremizzando, più insoluti ci sono più lo Stato guadagna – afferma Alex Gilardini – Ogni decreto ingiuntivo, infatti, comporta il pagamento al deposito del contributo unificato, di una marca da bollo e, quindi, successivamente all’emissione, quello delle spese di notifica e, quindi, successivamente alla concessione della formula esecutiva, di una tassa di registro pari ad euro 400, nonché le eventuali ulteriori spese per l’esecuzione. Il creditore, prima di agire, deve, quindi, valutare bene se il debitore sia aggredibile. La ricerca deve riguardare conti bancari, beni mobili ed immobili”.

 

” Non bisogna però partire dal pregiudizio che tutti i debitori siano persone disoneste – precisa l’avvocato Gilardini – Molti, infatti, si trovano a essere insolventi a causa di problemi contingenti. È utile, però, ricordare che le aziende con troppi insoluti rischiano, a loro volta, di non riuscire più a pagare i loro dipendenti. Un obiettivo dell’avvocato deve essere incontrare il debitore facendogli sottoscrivere un piano di rientro,  comprensivo anche delle spese legali stragiudiziali e degli interessi di mora”.

 

Mara Martellotta

"Cuoreamoremio" su Quarta Rete Tv

toro carosello L’appuntamento per i tifosi granata è  alle 20.30.

 

Da martedì 2 febbraio riprende in televisione sull’emittente su Quarta Rete la trasmissione “Cuoreamoremio”. Conduttrice Elena Rossin, opinionista Alex Gilardini. L’appuntamento per i tifosi granata è  alle 20.30.

Berlusconi e Salvini hanno detto sì: l'anti-Fassino (o anti-Appendino?) è Osvaldo Napoli

napoli osvaldo Il notaio Alberto Morano, altro possibile candidato del centrodestra, convocherà probabilmente una conferenza stampa nelle prossime ore – una volta ufficializzata la notizia della scelta su Napoli – per decidere se correre comunque con una sua lista

 

Dopo il derby Inter-Milan, alla cena milanese tra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, si è finalmente parlato concretamente della candidatura a sindaco di Torino per il centrodestra. salvo sorprese dell’ultimo minuto l’anti – Fassino (o l’anti – Appendino, viste le quotazioni al rialzo della candidata a 5 stelle?) sarà l’immarcescibile Osvaldo Napoli, parlamentare di lungo corso del Pdl e di Forza Italia, già sindaco di Giaveno e oggi primo cittadino di Valgioie, e vicepresidente dell’Anci,  da sempre nelle grazie di Berlusconi. Fino a ieri  Salvini non aveva dato il via libera, ma potrebbe  cedere il candidato per Palazzo Civico a Forza Italia in cambio del via libera per dei nomi leghisti a Canelli e Novara e Lucia Borgonzoni a Bologna. Il notaio Alberto Morano, altro possibile candidato del centrodestra convocherà probabilmente una conferenza stampa nelle prossime ore – una volta ufficializzata la notizia della scelta su Napoli – per decidere se correre comunque con una sua lista.

 

 

 

Letizia Maria Ferraris: cuore, intelletto, azione

ferraris maria letiziaponte mole vittorioUmiltà e vita associativa, dedizione verso il prossimo, per un nuovo modo onesto di fare politica

 

Letizia Maria Ferraris è un avvocato torinese affermato che ha sempre respirato in famiglia il senso del dovere e dell’impegno per gli altri. Questi valori familiari l’hanno portata, negli anni della formazione, prima liceale all’Istituto religioso Rosmini, poi durante quella universitaria, presso la Facoltà di Giurisprudenza di Torino, a impegnarsi nell’associazionismo, presso la Caritas di Torino, divenendo poi consulente in materia giuridica del Cardinal Saldarini.  Ora ha sentito l’esigenza di mettere le sue competenze, sia professionali sia quelle maturate nell’associazionismo, al servizio della politica cittadina, decidendo di candidarsi alle prossime elezioni amministrative nelle liste dei Moderati.

 

“Ritengo che in politica – afferma Letizia Maria Ferraris – e nella gestione del potere, la più nobile delle professioni, sia fondamentale l’umiltà. Se si assumono maggiori responsabilità nello svolgimento di un servizio da parte di una persona, e questa non è adeguatamente strutturata, si verifica che perda la sua capacità di lucidità e si faccia sormontare dai problemi. Nella gestione della cosa pubblica è fondamentale possedere la capacità di elaborazione del pensiero e una buona dose di criticità”.

 

” Il compito del politico è simile a quello del genitore – prosegue l’avvocato Ferraris –  Se si ha in mano la sorte del bene comune, come quella di un figlio, non si possono spostare i problemi, ma bisogna risolverli. Nella vita per esempio, non ci si può dimettere dal ruolo di madre ( io sono mamma di 4 figli e per me il compito genitoriale è costante nella mia vita quotidiana). In questa fase di preparazione alla candidatura politica ritengo fondamentale coinvolgere il pubblico in sessioni di lavoro e dibattiti, in cui i futuri elettori possano venire a conoscenza dei metodi e si confrontino sui problemi reali e quotidiani della città”.

 

” Nella mia professione – aggiunge Letizia Maria Ferraris – è fondamentale il compito di educare i clienti. Educazione, secondo me, infatti,  significa prevenzione. Spesso mi occupo di fenomeni d’impresa e mi capita sovente di aiutare il cliente a evitare catastrofi. Voglio applicare questo stesso metodo alla politica. Non desidero raccogliere intorno a me elettori fantasma. È indispensabile che sia presente la consapevolezza da parte di ciascun elettore di far parte della realtà amministrativa cittadina. Da parte di una persona impegnata in politica è fondamentale la capacità di competenza e quella di ascolto.

 

I temi di cui mi sto occupando e che mi stanno più a cuore, al centro del mio impegno elettorale per i torinesi, sono la famiglia, l’impresa,  la giustizia, l’amministrazione. 

I nostri imprenditori spesso delocalizzano la produzione a causa dell’eccessiva tassazione e perché in Italia manca nel campo penale la certezza della pena. Per ovviare a questo problema sarebbe necessario aumentare il numero dei giudici e prevenire i reati, attuando una politica di informazione,  di acculturamento,  di miglioramento della convivenza civile”.

“Infine – conclude l’avvocato Ferraris – sarebbe veramente un traguardo raggiunto se oggi la politica riprendesse a nascere, come un tempo, in seno alla vita associativa. In questo ambito il ragazzo accetta, infatti, con uno spirito diverso che in famiglia, le regole imposte, che magari sono molto simili o addirittura le stesse di quelle impostigli dai genitori.  Oggi le famiglie, purtroppo, stanno diventando sempre più individualiste e la formazione completa di una persona, futuro cittadino responsabile nella vita, sia familiare sia civile, non può che passare proprio attraverso altre forme di dedizione al prossimo, per favorire la crescita di un uomo migliore”.

 

Mara Martellotta

In un libro il mondo fantastico delle leggende delle Alpi

Crosa alpiAlpi CrosaStreghe e folletti, uomini selvatici, peccati e peccatori

 

La fiamma scoppietta per legna odorosa. “Su,cara vecchietta,non dici qualcosa? Sei stanca? Coraggio…io voglio leggende soavi o tremende”. Paolo Crosa Lenz non poteva scegliere testo migliore di questa frase del poeta don Remigio Biancossi, sacerdote bognanchese, per  aprire il suo libro “Leggende delle Alpi. Il mondo fantastico in Val d’Ossola”. Il volume, edito dal domese Grossi, raccoglie duecento fiabe e leggende delle valli ossolane, frutto di trent’anni di ricerca da parte dell’autore. Un lavoro, come ricorda lo scrittore-alpinista “di ricerche d’archivio e di peregrinazioni sui monti, parlando con la gente e leggendo antiche carte”.La ricerca, utilizzando la metodologia della “storia orale”, è avvenuta tra il 1979 e il 1981. “ Tutti gli informatori non ci sono più, ma il loro contributo (fissato su nastro magnetico e trascritto dal dialetto) rimane nel tempo”, sottolinea Crosa Lenz. “Erano tutti gente di montagna, che non aveva visto il ‘grande mondo’ (al massimo Roma per il Giubileo del 1950 con il pellegrinaggio parrocchiale), ma pure, ad un giovane ricercatore, quel loro mondo interiore pareva ‘grande’. La raccolta è continuata per tre decenni, scrivendo la memoria di uomini e donne incontrati in peregrinazioni per boschi ed valli, chiedendo conferme a dicerie di paese o storie di alpeggi, di boschi e di animali, mettendo sempre da parte, come un bene prezioso, un vecchio articolo di giornale, una fotocopia di rivista o una nota bibliografica”. Così la ricerca so è trasformata in un atto d’amore verso questa terra di confine, di alte montagne, boschi e alpeggi, valli profonde e villaggi di legno e pietra. Portando in se un segno, una dichiarazione di rispetto profondo per le Alpi e la sua gente, che per secoli ha modellato la montagna e costruito un paesaggio rurale che oggi sta sbiadendo. In questo catalogo del mondo fantastico della montagna la memoria storica degli alpigiani, di pastori e boscaioli, costruisce l’identità di un territorio. “Niente è inventato, è la cultura tradizionale degli uomini delle Alpi che parla con la voce dei narratori”, afferma Paolo Crosa Lenz. Così, letti attraverso la lente della fantasia e dell’immaginario popolare, prendono corpo i sogni e le paure dei montanari, le diffidenze e un antico senso di solidarietà comunitaria, ma anche lo sguardo divertito verso la vita, l’accettazione di fatiche e sofferenze che  comporta il vivere nelle “terre alte”, seguendo i ritmi delle stagioni. Un elemento comune alle fiabe popolari – ricordano autore ed editore – è il “senso del meraviglioso”, proprio della cultura contadina (la “magia” sempre nuova di un seme che diventa frutto), che appare chiaramente nelle fiabe sui folletti e gli “uomini selvatici” dove la natura misteriosa dei boschi e delle montagne si anima e si personifica per entrare in contatto di incontro e di scambio con i protagonisti reali di questo ambiente, i montanari nei loro vari mestieri e attività. Così, attraverso il filtro della memoria, si sente l’eco profondo che viene da secoli di vita in montagna, di eventi realmente accaduti che – attraverso le memorie e la trasmissione orale dei racconti – si sono trasformati in leggende. Un patrimonio da non  disperdere e che può “aiutare a dare un senso e uno scopo al nostro vivere turbinoso”.

 

Marco Travaglini

 

Si costituisce donna che ha investito anziano. Un 93enne investe ciclista e fugge

AMBULANZA

Nel Cuneese, a Savigliano, un 93enne alla guida di un’auto, ha travolto una 55enne

 

L’automobilista che sabato ha investito un pensionato di 89 anni in corso Peschiera e poi è fuggito si è finalmente costituito. E’ una donna di 63 anni che, dopo avere appreso dai giornali dell’incidente – del quale non si sarebbe accorta – si è presentata spontaneamente in una stazione dei carabinieri. La sua auto, una Citroen Picasso è stata sequestrata. E’ scattata una denuncia per fuga omissione di soccorso. L’anziano rimasto ferito è  ricoverato all’ospedale Martini in prognosi riservata.

 

Nel Cuneese, invece, a Savigliano, un 93enne alla guida di un’auto, ha travolto una 55enne che stava percorrendo il centro in  bicicletta. La donna, ora ricoverata all’ospedale,  è stata sbalzata  sul parabrezza della vettura, poi è caduta a terra. Il conducente, spaventato, è fuggito ma è stato rintracciato dai carabinieri. E’ stato disposto il sequestro del veicolo, il ritiro della patente e la denuncia in stato di libertà per fuga e omissione di soccorso.

Campagna elettorale al via, anche i grillini si affidano ai manifesti "tradizionali"

rosso robertoLA GANGAappendino2LA VERSIONE DI GIUSI /

di Giusi La Ganga

 

Deploriamo le degenerazioni del tifo sportivo e non ci accorgiamo che il tifo politico è assai peggiore e non alimenta quel confronto civile che è alla base della democrazia

 

In questo week-end di gennaio due episodi hanno chiarito come si metterà la campagna elettorale per l’elezione del Sindaco di Torino.

 

   Sono comparsi i manifesti (piccoli e grandi) della candidata del Movimento 5 Stelle.   In genere l’uso dei manifesti, soprattutto a molti mesi dall’evento elettorale, era abitudine soprattutto dei candidati di centrodestra (recente la riapparizione del faccione di Roberto Rosso), che, potendo disporre di molte risorse, si portavano avanti con la propaganda in anticipo rispetto ai tempi normali. La scelta dei Cinque Stelle di fare altrettanto induce a qualche considerazione.  Innanzitutto che ci credono e cominciano a investire. In questo non c’è nulla di male, naturalmente.

 

Salvo la contraddizione con la loro sempre dichiarata avversione a queste modalità “tradizionali” di comunicazione, contro le quali scagliavano anatemi, in nome della “democrazia del web”, che poteva coinvolgere ad uno ad uno i singoli elettori, resi così protagonisti attivi e non spettatori. Ma cosa c’è di più passivo che contemplare facce più o meno gradevoli (e Chiara lo è) proposte come un modello di auto o come un detersivo?   Confesso che questa polemica grillina a me non dispiaceva, perché contrastava la tendenza a trasformare la lotta politica a semplice marketing, sulle orme del più grande nel settore, Silvio Berlusconi.

 

Vedere quindi che anche i Cinque Stelle si vanno omologando mi ha sorpreso e colpito. Confermandomi nell’opinione che, come tutti gli altri “cavalli di battaglia” (dagli scontrini alle spese elettorali), anche questo si vada sbiadendo, man a mano che il movimento diventa un partito come gli altri.

 

 Ma il secondo episodio è quello più significativo.  Quando un assessore comunale ha messo in evidenza tali questioni su Facebook, in forme educate e legittime, apriti cielo! E’ venuto giù il web. Repliche piccate (e ci sta), irritazione e fastidio (comprensibili quando si è punti sul vivo), ma anche aggressioni verbali e polemiche dai toni eccessivi ( e questo va meno bene, soprattutto se fossero l’inizio di una campagna tutta così).

 

I social networks sono strumenti magnifici, ma non devono essere un luogo senza regole.  Serpeggia in Italia, e i grillini ne sono parte rilevante, una sorta di squadrismo del web, dai toni ultimativi e minacciosi, che non è accettabile. Deploriamo le degenerazioni del tifo sportivo e non ci accorgiamo che il tifo politico è assai peggiore e non alimenta quel confronto civile che è alla base della democrazia.

 

 Chiara, che, al di là delle diverse posizioni, non ho mai nascosto di stimare e apprezzare, non può essere la foglia di fico, sorridente e perbene, che nasconde uno stile politico inaccettabile, che trasforma tutto in rissa e che tratta quelli che non la pensano come noi, come oggetti del pubblico disprezzo.

 

(Foto: il Torinese)

Legambiente choc: "Respiriamo aria fuorilegge nell'82% del territorio piemontese"

MalariaTra le proposte l’associazione evidenzia: incrementare il trasporto su ferro con 1000 treni per i pendolari, incentivare la mobilità sostenibile attraverso 100 strade per la ciclabilità urbana, limitare la circolazione in ambito urbano dei veicoli più inquinanti (auto e camion) sul modello di Parigi

 

In Piemonte l’aria che respiriamo è fuorilegge nell’82% delle centraline di rilevamento.  I dati sono forniti da Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, nell’ambito dell’indagine Mal’Aria. A Torino, Asti, Alessandria, Novara e Vercelli nell’anno appena terminato  neanche una stazione Arpa rispetterebbe il limite dei 35 giorni di sforamento consentiti per le PM10. A Torino (Rebaudengo) con 99 sforamenti si verifica la situazione più critica in assoluto. Poi Asti (Baussano) con 92, Alessandria (D’Annunzio) 84, Vercelli (Gastaldi).Il dossier annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico e acustico nelle città italiane conferma che il 2015 è stato un anno da codice rosso, segnato da un’ “emergenza” smog sempre più cronica.

 

“Non si può più aspettare. E’ ormai da troppo tempo che sollecitiamo senza successo l’assessore regionale all’Ambiente Valmaggia perchè la Regione aggiorni in tempi brevi il piano sulla qualità dell’aria, vecchio di 14 anni – spiega  Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Chi ha responsabilità politiche deve dare soluzioni concrete per abbandonare o ridurre drasticamente l’uso dell’auto di proprietà, ancora la principale responsabile delle concentrazioni di inquinanti nell’aria. Ma è fondamentale che si incida anche in campo energetico, del verde urbano e dell’agricoltura. Perché ciò avvenga in tutto il Piemonte in modo strutturale e coordinato, facendo un passo avanti rispetto alle politiche emergenziali o alle iniziative spot messe in atto dai diversi comuni, è indispensabile un forte coordinamento regionale. Ma sembra ormai evidente che la Regione Piemonte non ritiene prioritarie le politiche antismog, così come gran parte dei Sindaci che continuano ad osservare il fenomeno o, al più, a mettere in campo iniziative di propaganda. Si devono invece gettare basi concrete per politiche efficaci e lungimiranti, a partire dal settore della mobilità prevedendo forme di disincentivo a quella privata”.

 

Secondo Legambiente per combattere l’inquinamento atmosferico, “è indispensabile un cambio di passo nelle politiche della mobilità sostenibile, potenziando il trasporto su ferro, l’uso dei mezzi pubblici e la mobilità nuova, e rendere così le auto l’ultima delle soluzioni possibili per gli spostamenti dei cittadini. Oggi l’Italia continua ad avere il record di auto per numero di abitanti: il tasso di motorizzazione arriva a 62 auto ogni 100 abitanti a Torino o ai 68 di Cuneo e Biella, contro le 25 auto ogni 100 abitanti di Amsterdam e Parigi o le 31 di Londra.

Tante auto portano anche a città sempre più rumorose”.

 

Legambiente  ricorda che in Italia sono circa  sei milioni (il 10% della popolazione) i cittadini esposti al rumore prodotto dal traffico stradale a livelli giornalieri inaccettabili secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Le persone esposte, invece, ad elevati livelli di inquinamento acustico durante la notte sono quasi cinque milioni. Tra le altre proposte l’associazione evidenzia: incrementare il trasporto su ferro con 1000 treni per i pendolari, incentivare la mobilità sostenibile attraverso 100 strade per la ciclabilità urbana, limitare la circolazione in ambito urbano dei veicoli più inquinanti (auto e camion) sul modello di Parigi.

Locatelli (PRC – SE): "Torino e Sinistra in Comune. Da oggi si parte tutti assieme"

ARCHITETTURA

“L’appoggio alla candidatura a sindaco di Giorgio Airaudo da parte di un arco ampio di forze di sinistra”

 

Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc-Se, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

 

“Bene, adesso si parte per davvero tutti assieme. La riuscita assemblea che si è tenuta  a Torino ha sancito l’appoggio alla candidatura a sindaco di Giorgio Airaudo da parte di un arco ampio di forze di sinistra. Un arco plurale costruito sul riconoscimento e la convergenza di storie e culture diverse avendo come riferimento non solo le forze politiche ma anche forze sociali, dell’associazionismo e singole personalità. Tutte unite nella convinzione di dover dare battaglia alle politiche portate avanti da Fassino, sindaco in carica, e da un Pd sempre più identificati con le politiche liberiste del governo Renzi in materia di privatizzazioni, di taglio della spesa pubblica, di svendita del patrimonio pubblico, di svalorizzazione del lavoro. Tutte ricette che hanno portato nel corso degli anni nient’altro che ad un aumento delle ineguaglianze e delle insicurezze sociali, ad un peggioramento ambientale e della qualità della vita, ad un impoverimento di massa. Ora l’alternativa c’è, si chiama “Torino in comune” di cui fa parte Rifondazione Comunista al pari di altre forze politiche e della società civile. L’unità ampia e plurale di queste forze è la vera novità, il vero punto di forza che saprà fare la differenza in occasione delle prossime elezioni amministrative”.

CYRANO DE BERGERAC giovedì 4 febbraio al Teatro Concordia

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Coupon valido per 1 BIGLIETTO OMAGGIO per Giovedì 4 Febbraio 2016, ore 21 al Teatro Concordia di Venaria.

TITOLO: CYRANO DE BERGERAC

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Coupon valido per 2 biglietti al costo di 1 (€.18,00) per Giovedì 4 Febbraio 2016, ore 21 al Teatro Concordia di Venaria.

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Stampare e presentare alla cassa del Teatro

 

«Attraverso Cyrano, – scrive Jurij Ferrini – Edmond Rostand si rivolgeva, secondo il ricordo del figlio Maurice “ad una generazione senza più alcuna fede. I giovani che ascoltavano i colpi inferti all’animo di Cyrano, e che si consolavano con il suo pennacchio, erano già i condannati del 1914”. Rostand diede loro la forza di morire senza disperarsi. Non potendo impedire che morissero da martiri, gli diede il coraggio di essere eroi; ed è per questo che Cyrano de Bergerac è qualcosa di più di una commedia eroica in cinque atti: essa è un vero e proprio inno romantico al valore».