redazione il torinese

NOMINE, MORANO: “PERCHE’ QUESTA FRETTA, SE NON SONO POLITICHE”?

morano1fassino 33“Che Fassino si affanni a definire “non politiche” le sue nomine fa sorridere un osservatore attento e ha il sapore della classica “excusatio non petita”

 

Sempre più caldo il dibattito politico in vista delle Comunali. Sulle nomine nelle 32 aziende e 86 Enti e Fondazioni partecipate, prima delle elezioni, da parte del sindaco Fassino, come nomine “secondo legge”, non politiche e ispirate puramente a criteri di curriculum, interviene il notaio Alberto Morano, possibile candidato della società civile a Palazzo Civico nell’area del centrodestra.

 

“Sul “secondo legge” non sono necessari commenti- afferma Morano – Sul fatto che non si tratti di nomine politiche ma dettate da soli criteri professionali, mi permetto di dissentire. Abbiamo censito, nell’ultima legislatura, circa 400 persone nominate dal Sindaco nei vari enti e società di cui sopra. Si tratta delle medesime persone, molte delle quali con un passato anche recente come esponenti politici, sindacali e di partito; tutti sostenitori delle campagne elettorali di Fassino e Chiamparino, che non perdono occasione per conquistarsi posti in prima fila ai comizi e agli incontri politici”.

 

Prosegue Morano: “Nessuno nega loro qualità professionali, ma qualche dubbio sussiste quando vediamo persone transitare senza soluzione di continuità dal CdA di una Fondazione museale o culturale, a un’azienda di servizi o a una banca. Competenze poliedriche che caratterizzano molti dei professionisti dell’incarico che i sindaci del PD chiamano poi a far parte dei loro comitati elettorali. Da ultimo, rileva notare che ciò che aveva destato perplessità diffuse era la tempistica dei rinnovi delle nomine, a cominciare dalla Compagnia di San Paolo, il cui rinnovo, ai sensi di Statuto, può ben – e dovrebbe – essere rinviato a dopo le elezioni. Che Fassino si affanni a definire “non politiche” le sue nomine fa sorridere un osservatore attento e ha il sapore della classica “excusatio non petita”.

 

Firme tarocche Pd, in 9 chiedono di patteggiare

tribunale sera Anche il consigliere regionale Daniele Valle è tra gli indagati

 

Dopo che il Consiglio di Stato ha bocciato i ricorsi sulle firme presunte “tarocche”, ben nove dei dieci imputati dell’inchiesta sulle irregolarità nella presentazione delle liste del Pd alle ultime elezioni regionali hanno chiesto di patteggiare. Le pene proposte vanno da un minimo di 5 mesi e 20 giorni fino a un massimo di 12 mesi di reclusione. Anche il consigliere regionale Daniele Valle è tra gli indagati. Ha chiesto sei mesi. Ora la procura deve esprimere formalmente il consenso. La prossima udienza al 2 marzo.

 

(Foto: il Torinese)

E' il Piemonte la regione più "radioattiva" d'Italia

centrale nucleare energiaPresenti il sito di Saluggia, di Trino vercellese (centrale Fermi) e di Bosco Marengo

 

E’ il  Piemonte la regione con la maggiore concentrazione di rifiuti radioattivi, pari ai due terzi del totale, oltre alle  presenza di vecchi  impianti e  di combustibile irraggiato e di rifiuti liquidi ad alta attività. Il dato scaturisce dai sopralluoghi della commissione Ecomafie, il cui presidente Alessandro Bratti, riferisce di “luci e ombre”. Nella nostra regione vi sono il sito di Saluggia, di Trino vercellese (centrale Fermi) e di Bosco Marengo. Per quanto riguarda l’impianto Eurex di Saluggia  è in corso  la cementificazione dei rifiuti liquidi, con termine dei lavori di costruzione previsto per giugno 2019. A Trino si è invece alle prese con il problema  delle resine, con un progetto di ossidazione.

Aperitivi in concerto al teatro Vittoria

concerto rotaryL’iniziativa organizzata dal Rotary Club Torino Castello sta riscuotendo (per il quinto anno consecutivo) un notevole successo

 

Il jazz è protagonista della seconda serata di “Aperitivi in concerto”, lunedì 15 febbraio (ore 20) al Teatro Vittoria (via Gramsci 4) di Torino; l’iniziativa organizzata dal Rotary Club Torino Castello che sta riscuotendo (per il quinto anno consecutivo) un notevole successo. Piace molto ai torinesi l’idea di coniugare grande musica e socialité  nelle serate in cui, prima si sorseggia un piacevole aperitivo insieme (per mettere a contatto il pubblico con il mondo rotariano), poi tutti in sala e spazio alle note.

 

Il nobile scopo della manifestazione è poi un valore aggiunto: il ricavato sarà infatti devoluto all’Associazione Giovani Musicisti, che da anni valorizza talenti e promuove la diffusione della musica su tutto il territorio nazionale. A questa edizione, patrocinata dalla Circoscrizione 1 del capoluogo subalpino, si sono associati anche il Club Inner Wheel Torino Castello e il Rotaract Club Torino Castello e Val Sangone.rotary

 

Lunedì 15 febbraio. Titolo della serata è “Quando si ballava il jazz”, con  musiche eseguite dall’Ensemble “clariMozart e…”, con la partecipazione del pianista Luigi Canestro.Il programma è di altissimo livello, con musiche (tra gli altri) di S. Joplin “The Enterteiner”; D.Ellington “Sophisticated Lady”; G.Gershwin e il suo Blues da “Un americano a Parigi”; H. Warner “Chattanooga  Choo Choo”; D. Shostakovich Valse n° 2 dalla “Jazz Suite n°2”.

 

Grande protagonista dell’avvenimento è il clarinetto nelle sue varie declinazioni. Suonato dal gruppo  di musicisti dell’Ensemble “clariMozart e…” che si è costituito nel 2012 in occasione del concerto commemorativo del Maestro Emo Marani, grande clarinettista ed insegnante.I musicisti dell’Ensemble utilizzano diversi strumenti della famiglia dei clarinetti, sfruttando l’estensione ed il timbro che caratterizza ognuno di loro: dal piccolo al basso, compreso il corno di bassetto (varietà prediletta da Mozart). A volte, per arricchire le esecuzioni, si aggiungono anche saxofono e pianoforte. Il ricco repertorio  dell’Ensemble spazia da Mozart allo swing, passando anche per compositori e stili di varie epoche.Il  gruppo  è  formato dal maestro concertatore Massimo Rissone (clarinetto, pianoforte), Edgardo Garnero (clarinetto piccolo, clarinetto, corno di bassetto), Alessandro Data (clarinetto, saxofono contralto) e Fabrizio Cena (clarinetto basso).

 

Di rilievo è anche la partecipazione del pianista torinese Luigi Canestro: diplomato in musica corale e direzione di coro, pianoforte, composizione e direzione d’orchestra. Seguendo la sua passione  per la musica afroamericana ha arricchito ulteriormente il suo curriculum con un diploma in musica e pianoforte jazz. Importanti e altamente formative le sue esperienze oltreconfine: negli  Stati Uniti è stato maestro del coro “Jefferson Performing Arts Society”, inoltre si è esibito con jazzisti di fama come Riccardo Zegna, Joanna Rimmer  e Alfred Kramer, in qualità di direttore e arrangiatore.Oggi collabora con la Fondazione Teatro Regio di Torino per i corsi di formazione professionale; mentre dal 2001 è titolare di Cattedra di lettura della partitura ed insegna presso i Conservatori di Cagliari, Milano e Novara.

 

 Laura Goria

 

Prenotazioni: presso la Segreteria del Rotary al numero 333 6205438

 

 

 

 

 

Monet chiuderà a San Valentino con oltre 300 mila visitatori

monet1 Un afflusso medio di 2.700 persone al giorno

 

Successo strepitoso per ‘Monet’, la mostra  allestita dal 2 ottobre alla Galleria d’Arte Moderna di Torino. L’esposizione supererà  i 300 mila visitatori, come confermano gli organizzatori. La mostra, infatti,  ha già raggiunto i 299.434 visitatori, con  un afflusso medio di 2.700 persone al giorno. A San Valentino, domenica, la  chiusura.

 

Si tratta della mostra più visitata d’Italia. “Ma al di là dei numeri – ha detto all’Ansa la presidente di monet codaFondazione Torino Musei, Patrizia Asproni – quello che fa piacere è il gradimento manifestato dai visitatori. Un pubblico tanto competente quanto paziente. In cambio di un’offerta di qualità è stato disposto a fare qualche minuto di coda. Ma ha apprezzato l’offerta di Torino, che si conferma un modello pubblico-privato unico in Italia nel modo di proporre cultura”.

Il trasportino, questo sconosciuto

coscarelli cane2“TU PORTI LU O LUI PORTA TE !?”

 Consigli cinofili di Enrico Coscarelli

Buongiorno carissimi lettori, il nostro cammino per un’ educazione sana e corretta oggi passa dal trasportino.Un vero e proprio taboo, anche se per gli sportivi e chi lavora da tempo col cane ormai da anni lo usa e per niente al mondo tornerebbe indietro, l’informazione è poca e chi viene a conoscenza di questo oggetto per la prima volta, spesso la prende male, come un mezzo di coercizione, si immagina la gabbia che usualmente usavano i nostri nonni, quindi il pensiero che viene è reclusione, privazione di una libertà.

cane trasp 2Io consiglio l’utilizzo del trasportino a tutti i proprietari, perché cosi tuteliamo il benessere del nostro cane, colui che in determinate situazioni va molto in tensione e quindi assume degli atteggiamenti che abitualmente non utilizza, atteggiamenti che poi portano a problemi comportamentali più o meno gravi ed il recupero si fa lungo.

Il cane è una nostra responsabilità, ma il cane non parla, non possiamo dirgli: ”Stai tranquillo, da adesso ci penso io a te” o spiegargli a voce cosa, come e quando può o deve farlo, il cane discende dal lupo, quindi dobbiamo rapportaci a lui in maniera che ci capisca, si basa su una scala gerarchica, quindi dobbiamo imporci come Capo Branco ed avere il controllo su ogni situazione che si presenti, in sostanza il potere decisionale è il nostro.

Pensiamo al trasportino come una piccola casa, una tana, cane dentro ci si riposa, cane fuori ci interagiamo, quindi giochi e passeggiate, questo è un modo per mettere delle regole, dei paletti al nostro cane con un metodo intelligente e dolce, così facendo, oltre ad imporci ed ottenere il suo rispetto, gli insegniamo a rilassarsi, lasciarlo senza pensieri o preoccupazioni.

cane traspTanti clienti, quando lo propongo, la prima cosa che dicono è: “Poverino!”, però con il suo utilizzo possiamo ottenere un risultato migliore sul cane iperattivo, incontrollabile, e problematico, sia per tempistica che per qualità. Oltre che tana, può diventare anche un ottimo metodo come punizione, senza alzare la voce, usare la violenza o ancora peggio, in alcuni casi, dare bocconi per calmare il caos.

Non lo obbligo mai perché ognuno è libero di trattare il proprio cane come meglio crede, ma vi invito a riflettere su questo, avete il controllo sul vostro cane? Siete convinti che stia conducendo una vita serena al minimo degli stress? Riflettete perché è vero che può darci tanto, ma noi dobbiamo metterlo nelle condizioni di poterlo fare per il bene di tutto il nucleo famigliare, per quando siamo a casa, o a passeggio o quando lo liberiamo in aperta campagna.

Se per caso vi siete convinti che questo strumento può fare il caso vostro, chiedete al vostro negozio di fiducia, al sottoscritto o comunque ad un professionista come è bene farlo conoscere gradualmente al vostro cane per ottenere il meglio. Chiusa questa parentesi trasportino, nella prossima puntata torneremo al cucciolo ed alle prime uscite.

Enrico Coscarelli

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enrico.coscarelli87@gmail.com

Pd, basta con le “scissioni” annunciate

chiampa renziSe i tratti originari del Pd sono cambiati in profondità dopo l’avvento di Renzi alla segreteria nazionale, è abbastanza evidente che tutte le varie componenti che affollano attualmente il partito devono cambiare il loro modo d’essere. Certo, tutti i segretari sono pro tempore al vertice nel partito. Ma sarebbe curioso se la presenza nel partito rimanesse uguale a quella che si è vissuta sino alle stagioni che hanno preceduto l’arrivo di Renzi alla segreteria

 

Che il Pd – o il Pdr, per dirla con Ilvo Diamanti – sia profondamente cambiato rispetto a quello delle origini è come sostenere che, di norma, d’inverno fa freddo. Una riflessione, appunto, scontata e quindi una non notizia. Ma quello che francamente stupisce è il comportamento di coloro, Bersani ad esempio, che annunciano periodicamente che “questo Pd” non è più quello di un tempo e che, pertanto, lasciano intravedere che la “scissione” è sempre dietro l’angolo. Minaccia che, altrettanto puntualmente, viene di norma smentita dopo qualche giorno con una intervista o con l’ennesima dichiarazione a qualche tv compiacente. Ora, se da un lato la sinistra politica e sociale del Pd – area comunque indispensabile e necessaria per conservare i tratti di centro sinistra del Pd – deve ricalibrare meglio e con maggior incisività la propria iniziativa politica, è altrettanto indubbio che la presenza nel Pd, in “questo” Pd, non può essere continuamente messa in discussione.

 

Mi spiego meglio. Se i tratti originari del Pd sono cambiati in profondità dopo l’avvento di Renzi alla segreteria nazionale, è abbastanza evidente che tutte le varie componenti che affollano attualmente il partito devono cambiare il loro modo d’essere. Certo, tutti i segretari sono pro tempore al vertice nel partito. Ma sarebbe curioso se la presenza nel partito rimanesse uguale a quella che si è vissuta sino alle stagioni che hanno preceduto l’arrivo di Renzi alla segreteria. E questo lo dico non perché un segretario può stravolgere il profilo, il progetto e l’immagine del partito a suo piacimento. Ma per la semplice ragione che si rischia di correre il pericolo concreto di apparire come quelli che invocano il “tempo passato” e che, come unica risposta all’esistente, minacciano di continuo la “scissione” perché non si riconoscono più nel partito che hanno anche contribuito a fondare. Ecco perché, pur senza disperdere i valori originari del più grande partito del centro sinistra italiano, si devono però anche evitare quei comportamenti e quelle tentazioni che hanno come unico risultato l’indebolimento delle stesse ragioni che si intendono portare avanti legittimamente nel confronto interno al partito.

 

E allora sono almeno 3 i fronti decisivi che meritano di essere sostenuti con forza e determinazione. Lealmente e senza complessi di inferiorità e senza annunciare sfracelli ad ogni tornante.Innanzitutto confermare nei fatti e nelle proposte concrete che il Pd è un soggetto politico di “centrosinistra”.  A prescindere dal fatto che ormai è archiviato il vecchio bipolarismo tra il centro sinistra e il  centro destra. Ma la connotazione di partito di “centro sinistra” non può rispondere solo ad un’indicazione sistemica o politologica ma, semmai, al profilo politico e culturale di un partito. E che trova la sua conferma nel progetto che ispira le varie scelte programmatiche.

 

In secondo luogo va confermata la natura democratica del partito. Natura democratica che si traduce, semplicemente e senza tanta enfasi, nella valorizzazione della democrazia interna al partito. Una caratteristica, questa, che previene e precede qualsiasi degenerazione cesaristica ispirata all’”uomo solo al comando”. Del resto, la democrazia interna ai partiti è l’unica condizione per garantire circolarità della classe dirigente, partecipazione alla politica dei ceti popolari e un dibattito che non si riduca alla cortigianeria e all’esaltazione acritica del leader di turno.

 

In ultimo, salvaguardare e conservare la natura “plurale” del Pd. Un partito nato attraverso il contributo determinante delle principali culture politiche che hanno fondato la democrazia italiana, non può sacrificarle sull’altare di nessun nuovismo. Un pluralismo che resta un dato costitutivo della stessa “diversità” del Pd. Ma questa natura plurale va sostanziata non con gli slogan o con la semplice testimonianza ma attraverso l’iniziativa politica e l’elaborazione programmatica incessante e continuativa.

 

Insomma, 3 elementi costitutivi e discriminanti per la stessa esistenza del Pd. E cioè, un partito di centro sinistra, profondamente democratico al suo interno e realmente pluralista nella sua composizione e nella sua truttura interna. Ma per poter riaffermare con forza e convinzione questi elementi, non servono le recriminazioni, le lamentele, i rancori e le noiosissime minacce di abbandono. Poi ritrattate come da copione. Servono, semmai, coraggio, determinazione e voglia di battersi sapendo che su questi temi si possono trovare convergenze con tutti. Almeno con tutti quelli che vogliono un Pd fedele alle origini ma al passo con i tempi che Renzi ha indicato.

 

Giorgio Merlo

 

(Foto: il Torinese)

Addio a Renato Bialetti, l’“omino coi baffi” della Moka

bialetti1Rese celebri nel mondo le caffettiere “made in Italy”

 

E’ morto, all’età di 93 anni, ad Ascona, Renato Bialetti, considerato il “papà” della caffettiera Moka. Era conosciuto come “l’omino coi baffi“, quello della nota pubblicità di Carosello degli Anni Cinquanta e Sessanta. Vissuto e cresciuto ad Omegna, aveva ereditato l’azienda di famiglia fondata dal padre Alfonso.

 

Quest’ultimo, operaio fonditore in Francia, dov’era emigrato giovanissimo, alla fine della Prima bialetti3guerra mondiale fece ritorno sul lago d’Orta dove, nel 1919, aprì una sua fonderia a Crusinallo di Omegna: la “Alfonso Bialetti & C. – Fonderia in Conchiglia”. Il 1933 fu l’anno dell’invenzione dell’apparecchio che rivoluzionò totalmente il metodo della preparazione del caffè, soppiantando le tradizionali “napoletane”: la moka. Nel 1946,il figlio Renato prese le redini dell’azienda e con una efficace strategia aziendale, valorizzò l’invenzione del padre avviando la produzione su scala industriale delle caffettiere. Ma fu soprattutto la pubblicità a imprimere una svolta.

 

Era il 1953 quando attraverso Carosello venne lanciata l’immagine dell’omino coi baffi, una caricatura dello stessobialetti2 Bialetti, creata da Paul Campani ( che inventò, per la pubblicità , anche Toto e Tata e il famoso “Miguel” del Merendero). Da allora la moka si diffuse rapidamente in tutto il mondo, e la sua produzione raggiunse oltre un milione di pezzi l’anno. Nel 1986 Bialetti cedette l’azienda che portava il suo nome alla Faema e, successivamente, alla famiglia Ranzoni di Brescia. Nel 2013 tornò nella città sul lago d’Orta in occasione delle celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della Moka, diventata un oggetto simbolo dell’innovazione e del design italiano, un’icona mondiale, tanto da essere esposta come un’opera d’arte al Moma di New York e alla Triennale di Milano.

 

Marco Travaglini

Senior Italia FederAnziani: frena aumento spesa sanitaria, crescono farmaci a carico dei cittadini

Nel periodo preso in considerazione continuano a diminuire ricoveri (-400.000) e dipendenti dell’SSN (-13.500), mentre aumentano di 962.000 gli stranieri residenti in Italia; boom di farmaci per ipertensione (+74,2%), colesterolo (+183,9%), diabete (+57,1%), e depressione (+68%)

anziani2Anche quest’anno Senior Italia FederAnziani, attraverso il suo Centro Studi SIC Sanità in Cifre, ha messo sotto la lente d’ingrandimento i numeri della Sanità italiana. In ambito generale si è visto che crescono popolazione e indice di vecchiaia, numero di ricette e consumo dei farmaci per diverse patologie (ipertensione, diabete, depressione, colesterolo); in lieve calo le prestazioni specialistiche (-62.675.000). Sfonda i 110 euro ogni anno la spesa dei cittadini per l’acquisto di farmaci. Sono alcuni degli elementi salienti del Compendio SIC Sanità in Cifre 2014 che apre una finestra, nella Giornata Mondiale del Cancro, anche sulle patologie oncologiche

Molto preoccupante il +4,7% nel tasso di incidenza dei tumori in Italia rispetto alla media UE, salito nel nostro paese a 278,6 su 100.000 abitanti. Schizza a +23% rispetto alla media UE il tasso di incidenza del cancro al seno (pari a 91 su 100.000 abitanti), per quanto riguarda le donne, mentre per quanto riguarda gli uomini, quello alla prostata è -2,8% rispetto alla media UE (pari a 68 su 100.000 abitanti); in Italia nel 2012 sono state effettuate oltre 3,7 milioni di prestazioni specialistiche ambulatoriali oncologiche (+16,8% rispetto al 2011); secondo i Registri della Salute di Senior Italia, i cui risultati sono inclusi nel Compendio SIC, il 41,9% degli intervistati (over 65), ha avuto una diagnosi di tumore in famiglia nel corso della sua vita; il 14,4% del campione convive con una pregressa diagnosi di tumore. La modalità terapeutica più diffusa nel nostro campione per fronteggiare il tumore è stata quella chirurgica: il 59,2% di chi ha avuto una diagnosi positiva nell’ambito del campione intervistato ha subito un intervento chirurgico. In 13 delle 21 Regioni Italiane le attività di screening di primo livello per cervice uterina, mammella e colon retto risultano inadeguati.

“Il dato delle patologie neoplastiche superiore alla media UE è un dato che deve far riflettere le istituzioni nazionali e regionali sulla necessità di investire ancora di più sulla prevenzione e sugli screening, su cui alcune Regioni non sono in linea con gli obiettivi dati – dichiara Roberto Messina Presidente di Senior Italia FederAnziani – Anche le associazioni di pazienti possono fare molto, promuovendo iniziative volte all’accrescimento della consapevolezza dei cittadini-pazienti rispetto ai corretti stili di vita e alle sane abitudini quotidiane. Senior Italia prova a fare la sua parte: stiamo portando avanti su tutto il territorio nazionale una campagna informativa sulle patologie oncologiche e parallelamente la campagna Due passi in centro dedicata all’importanza dell’attività fisica per la prevenzione delle patologie croniche e di quelle oncologiche”.

NESSUNA PRESENZA DI ZIKA, PER ORA, NELLE NOSTRE ZANZARE

zanzare 2I CONTROLLI SARANNO INTENSIFICATI

 

L’Istituto Zooprofilattico del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta controlla da tempo le zanzare sul proprio territorio di competenza (Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta), per verificare la presenza di virus della famiglia Flaviviridae, a cui appartiene lo Zika. L’Istituto coordina il network operativo sanitario piemontese, sostenuto dalla Compagnia di San Paolo e nato dalla stretta collaborazione con l’Ospedale Amedeo di Savoia e il Seremi. In Italia sono ampiamente diffuse zanzare che possono potenzialmente trasmettere il virus, come la Aedes albopictus (meglio conosciuta come zanzara tigre), esiste pertanto il rischio che il virus trovi le condizioni ottimali per diffondersi. In vista della stagione estiva l’Istituto, in collaborazione con l’IPLA, ha quindi collocato delle trappole per la cattura di zanzare nei punti più a rischio per l’introduzione di specie e patogeni esotici: l’Aeroporto di Caselle, l’Aeroporto Levaldigi, porti ed aeroporti della Liguria e l’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino. “Durante la scorsa stagione estiva – precisa Maria Caramelli, Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico sono state analizzate per la ricerca di Flavivirus più di 4300 zanzare catturate da 17 trappole di cui 2 in Valle d’Aosta, 9 in Liguria e 6 in Piemonte e lo Zika non è mai stato rilevato”. Per intensificare la sorveglianza e individuare precocemente l’introduzione di specie esotiche di zanzara e virus esotici, verranno monitorati attivamente, grazie a specifici progetti di ricerca, altri siti a maggior rischio, quali ditte che si occupano di commercio e deposito di pneumatici usati e vivai.