redazione il torinese

Avvocato spara alla moglie uccidendola e si toglie la vita

POLIZIA CROCETTAE’ probabile che a spingerlo a compiere questo tragico gesto sia  stata la morte del figlio trentenne per una leucemia

Maurizio Calderini, di 69 anni, era uno degli avvocati civilisti più noti di Novara, membro del collegio sindacale del Banco Popolare e in passato aveva ricoperto importanti incarichi anche in altri enti. L’uomo ha ucciso nella notte la moglie Laura e subito dopo con lo stesso fucile si è suicidato. E’ probabile che a spingerlo a compiere questo tragico gesto sia  stata la morte del figlio trentenne per una leucemia, nel 2013. Non si esclude che i coniugi distrutti dal dolore abbiano deciso insieme di uccidersi. Una parente, che non riusciva a contattarli ha dato l’allarme alla polizia.

Insieme o divisi? Prove tecniche di unità tra Lega, FdI e Forza Italia

Obiettivo comune: scommettere su un unico candidato

morano2Gli Stati Generali del centrodestra si sono riuniti ieri in un convegno organizzato dall’avvocato Stefano Commodo con un obiettivo comune: scommettere su un unico candidato che sia l’espressione unitaria di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. A seguito delle ultime dichiarazioni del Segretario Federale  Nazionale  della Lega Nord, Matteo Salvini , a sostegno del notaio Alberto Morano nella volontà di ” fare” qualcosa di concreto per Torino mettendo a disposizione la sua professionalità a servizio dei cittadini , il suo Vice in Piemonte, Riccardo Molinari , ha dichiarato che: ” Quello che non posso accettare è’ che venga attribuita alla Lega la responsabilità della divisione del centrodestra per la scelta del candidato sindaco di Torino. Non è’ colpa della Lega se alla coalizione non piacevano i candidati . Non è’ vero che sono le questioni romane ad aver creato la situazione attuale su Torino .Le primarie le ha lanciate qualche esponente di Forza Italia contrario a  Osvaldo Napoli . Nonostante oggi la Lega rispetto ai sondaggi sia il primo partito della coalizione ,non ha imposto un candidato ,ma si è’ messa a disposizione del centrodestra per identificare  le persone adatte o la persona che spicca sulle altre con una squadra di governo pronta. La Lega si rimette alla scelta della coalizione per trovare un’alternativa credibile e vincente alla sinistra.La Lega non è’ un partito di estrema destra, e’ un partito autonomista, federalista. Se siamo  in questa situazione non è’ certamente colpa della Lega Nord.” 

molinari moranoAlberto Morano ha motivato così la sua disponibilità alla candidatura: “Io non sono animato da velleità personali, ho la mia professione di notaio, penso però che non ci si può’ sempre lamentare e che i cittadini devono avere il coraggio di mettere a servizio della politica la propria esperienza. Io posso sperare che tutto il centrodestra  voglia condividere un programma per apportare un cambiamento e mettere fine al sistema di potere della sinistra. Non è concepibile che Torino abbia il 32% di indice di povertà’ e il più basso indice di proprietà’ della prima casa e per ciò che riguarda il sistema di assegnazione di alloggi popolari     non è’ accettabile che privilegi gli stranieri a discapito dei Torinesi . Sapete che il Comune è’ primo datore di lavoro della  città di Torino ? Questo non è’ concepibile in un sistema sano, dovrebbero essere le aziende private a produrre profitto e posti di lavoro. Bisogna rivedere completamente il sistema delle Fondazioni. Questo è’ quello che propone l’amministrazione di Fassino e che noi dovremmo cercare di smantellare. “morano1

Anche Maurizio Marrone , Fratelli d’Italia , ha dato una visione unitaria per l’identificazione di un candidato : ” Sono incomprensioni tra persone e non tra partiti . L’uniformità che è’ richiesta e sociale e non solo politica. Il problema che i torinesi ci chiedono di risolvere è’ mettere fine al sistema di potere che governa la sinistra . Bisogna liberare le energie della Torino che produce  e di quella Torino sofferente che ci sta rendendo quasi una città del terzo mondo . Non bisogna fermarsi alle bandierine , ma guardare al l’identikit del candidato. Bisogna puntare su qualcuno che sia i grado di guardare negli occhi il sistema di potere e abbia le capacità di smontarlo . Bisogna puntare ad un ‘unita perché vincere si può e si deve.” 

Roberto Rosso ha evidenziato lo strumento delle primarie e della sua validità se ben articolato affinché’ il candidato sua l’espressione dei cittadini  :” Il problema è’ quello di togliere la città dalle mani della sinistra. Le primarie sono un bel metodo liberale, ma sul confronto di alcuni mesi e non in un solo giorno. “

Anche Forza Italia con Andrea Tronzano ha    testimoniato l’attuale condizione critica in cui versa la nostra città  e la volontà di lavorare sinergicamente : ” Bisogna riuscire a governare la città sfidando un colosso come Fassino . Torino ha bisogno di identità . Torino non ha spina dorsale. Deve ritornare a dire che chi scrive sui muri e’ un maleducato e non un artista . Una società multietnica non deve essere una società’ multiculturale. Bisogna difendere la nostra cultura. Personalmente, credo che il candidato debba essere un esponente politico che lavora e si confronta  con candidati civici a supporto delle attività .”

Anche l’avvocato Luca Olivetti ed Enzo Liardo, Ncd, si sono espressi a sostegno di una coalizione unita per ridare al centrodestra la possibilità di cambiare , migliorare e rigenerare Torino.Sono in corso le trattative.

CV

(Foto: il Torinese)

Follia in fiore alla Certosa di Collegno

COLLEGNO FIORI 2L’associazione Amici della Certosa ripropone anche quest’anno nella Chiesa della SS. Annunziata l’Infiorata, con oltre 20 mila petali, in collaborazione con il gruppo “Infiorata di Diano Castello”; sempre nella chiesa si svolgerà anche a una passeggiata con realtà virtuale

Giunta alla sua IX edizione, la mostra mercato Follia in Fiore è realizzata al Comune di Collegno. La manifestazione è in programma il 19 e 20 marzo nel chiostro della seicentesca Certosa Reale di Collegno, dove un tempo i padri certosini coltivavano le erbe officinali e che fu poi trasformata, nel corso dell’Ottocento, in una delle più grandi strutture psichiatriche d’Italia. I colori e i profumi della primavera animeranno gli stand alla Certosa Reale: primule, viole, rose, aromatiche orchidee, ma anche piante grasse, tillandsie, piante da frutto e piccoli frutti, rampicanti, annuali, perenni e arbusti per il giardino. Follia in Fiore ha raccolto, fin dalla prima edizione, un ottimo successo di pubblico e, grazie alla collaborazione con Nuova Società Orticola del Piemonte, si presenta al pubblico piemontese e nazionale come uno degli appuntamenti imperdibili, per bellezza e qualità, nel calendario delle migliori fiere florovivaistiche italiane. Numerose sono le iniziative che animeranno la Certosa Reale di Collegno durante la due giorni di Follia in Fiore. Dopo il successo della scorsa edizione, l’associazione Amici della Certosa ripropone anche quest’anno nella Chiesa della SS. Annunziata l’Infiorata, con oltre 20 mila petali, in collaborazione con il gruppo “Infiorata di Diano Castello”; sempre nella chiesa si svolgerà anche a una passeggiata con realtà virtuale, in collaborazione con Arcadia Consulting. Il cortile aulico proporrà, nella sala proiezioni, il video per rivivere la storia della Città con allestimenti a cura dell’Associazione dieciallemenosei, nella sala nobile, il Ricamo Bandera a cura dell’Associazione Tradizioni Piemontesi, mentre, dal Banco dello speziale partiranno visite guidate gratuite alla scoperta della Certosa Reale, a cura dei Ciceroni Collegnesi e Associazione Filocalia.

COLLEGNO FIORI

Nel Chiostro grande e cortile dei vini, accanto alla mostra mercato florovivaistica, ci saranno laboratori creativi e giochi per i più piccoli, incontri con i rapaci a cura dell’Associazione Falconieri in Volo e la dimostrazione di tecnica bonsai a cura del Bonsai Club Torino. Il Museo della Città ospiterà l’esposizione di Bonsai e una zona relax con musica e video, con allestimenti a cura di Alfatre gruppo teatro. Anche i Porticati del ‘600 si animeranno: dall’installazione di Urban Knitting, a cura del gruppo KnitCafè di Collegno Donne ai Ferri Corti, all’allestimento artistico con materiali di recupero dell’Associazione Ecovolontari, da spose e fiori, a cura dell’Associazione Even, a conoscere le erbe spontanee con l’Associazione Micologica Piemontese e, ancora, una Siepe per la Biodiversità, a cura dell’Associazione Lega per l’abolizione della caccia, e le dimostrazioni di orto sinergico con l’Associazione Educare al cambiamento. Inoltre: laboratori per costruire una vermicompostiera e per creare xscomposizioni floreali per la Pasqua a cura di Giardino Forbito (costo 10 euro a laboratorio); apicoltura e orticoltura della Certosa a cura del Parco del Nobile; visite alla Serra delle Meraviglie, all’orto e all’apiario, laboratori didattici e passeggiate a dorso d’asino a cura della Cooperativa il Margine. Nella sola giornata di sabato 19 marzo, presso il Museo della Città, alle 11 è prevista la presentazione del libro “Spore”, dedicato alle piante e alle loro malattie, a cura di Maria Lodovica Gullino, Direttrice di Agroinnova dell’Università degli Studi di Torino. Presso il Cortile Aulico, alle 16.30, è in programma la Cerimonia a ricordo del 200° anniversario del Proclama di Re Vittorio Emanuele I, che attribuì funzioni e sede dell’Ordine Supremo della SS. Annunziata nella Certosa Reale. Nella sola giornata di domenica 20, presso il Museo della Resistenza, alle 11 si terrà la presentazione del libro “E i matti dove li mettiamo? Viaggio nella coscienza del mondo degli altri” di Lillo Baglio, mentre alle 16 la presentazione animata del giallo della Certosa: “I custodi delle stelle“ di Luigi Bonomi. Presso la sede dell’Associazione Argonauti, in Piazza SS. Annunziata sono previste dimostrazioni di manipolazioni d’argilla (10/12 e 14/18). Tutti gli eventi sono a ingresso libero.

Note storiche sulla Certosa Reale Il Nucleo storico, fondato nel 1641 per iniziativa di Maria Cristina di Savoia sul modello della grande Chartreuse, fu sede dei frati certosini per oltre 200 anni, arricchendosi di opere architettoniche ed artistiche, come la Chiesa della SS. Annunziata, le Tombe dei Cavalieri della SS. Annunziata e l’aula Hospitalis. Qui lavorano Maurizio Valperga, autore dell’impianto originario del complesso, e Filippo Juvarra, progettista dell’ampliamento settecentesco e del portale di ingresso. Dal 1852 – 1853 al 1978 il complesso monastico fu adibito a struttura manicomiale. La nuova destinazione rese necessario un ampliamento delle superfici e nel 1864 l’ingegnere Ferrante elaborò il primo progetto per la realizzazione di nuove costruzioni, a seguito delle quali l’Ospedale Psichiatrico di Collegno divenne un modello di eccellenza per l’architettura manicomiale del tempo. Fu il primo in Italia a prevedere padiglioni isolati tra di loro che consentissero di separare le diverse forme di malattie mentali: alle venti strutture inizialmente innalzate altre se ne aggiunsero, insieme ad una lavanderia a vapore, a laboratori di arti e mestieri per i ricoverati e alcuni altri edifici di servizio Parco Dalla Chiesa Occupa un’area di circa 400.000 mq ed è attraverso da viali alberati costituiti da specie arboree antiche; è dotato di strutture sportive, ricreative, per il tempo libero ed il relax. Nei mesi estivi hanno luogo manifestazioni culturali di diverso genere.

Follia in Fiore Chiostro della Certosa di Collegno – Portale dello Juvarra Via Martiri XXX Aprile, 30 – Collegno Ingresso libero

Tutti i film nelle sale di Torino

film cinemaLE TRAME DEI FILM

A cura di Elio Rabbione

 

Attacco al potere 2 – Azione. Regia di Babak Najafi con Gerald Butler, Aaron Eckhart e Angela Bassett. Mentre il capo della sicurezza personale del Presidente americano decide di dare le proprie dimissioni visto che sta per diventare padre, il premier britannico muore all’improvviso. Con il convergere a Londra dei più importanti capi di stato, l’Internazionale Terroristica di radice islamica ha programmato un attentato. All’insegna sfrontata del “déjà vu”, con Gerald Butler produttore e protagonista in vena di sparacchiate e imprese eroiche negate con un po’ di naturale giudizio a ogni altro essere umano. Consigliatissimo agli amanti del genere. Durata 99 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

film cesare2Ave, Cesare! – Commedia nera. Regia di Ethan e Joel Coen, con George Clooney, Josh Brolin, Scarlett Johansson e Ralph Finnies. Nella Hollywood degli anni Cinquanta, per conto dei grandi studios giorno e notte si muove Eddie Mannix a proteggere tutti quegli attori che per un motivo o per l’altro egli debba nascondere agli occhi dei divoratori di gossip: il caso più appetitoso e pericoloso diventa il rapimento di un imbranatissimo attore chiamato a ricoprire il ruolo di centurione in un film su Gesù. Durata 106 minuti. (Ambrosio sala 3, Centrale v.o., Due Giardini sala Ombrerosse, F.lli Marx sala Groucho, Reposi, Romano sala 1, The Space, Uci)

 FILM BROOKLIN

Brooklyn – Drammatico. Regia di John Crowley, con Saoirse Ronan, Emory Cohen e Domhnall Gleeson. All’inizio degli anni Cinquanta, Eilis lascia la propria terra, l’Irlanda, per andare in cerca di fortuna a New York, dove conosce la nostalgia e l’amore di un giovane italoamericano. Quando sarà costretta a tornare nel proprio paese dopo la morte della sorella, riconoscerà gli affetti per i luoghi e le persone con cui era vissuta e allora sarà difficile prendere la decisione se restare o ripartire per sempre. Dal romanzo di Colm Toìbin, la sceneggiatura e firmata da Nick Nornby. Durata 113 minuti. (Ambrosio sala 2, Classico, F.lli Marx sala Harpo)

 

Il caso Spotlight – Drammatico. Regia di Thomas McCarthy, con Mark Ruffalo, Rachel McAdams, Michael Keaton e Lev Schreiber. Una serie d’articoli, un’inchiesta e un premio Pulitzer per un gruppo di giornalisti del “Globe” di Boston – a seguito dell’arrivo di un nuovo direttore, Marty Baron, pronto ad affrontare tematiche importanti e certo non comode – che tra il 2001 e il 2002 misero allo scoperto, dopo i tanti tentativi di insabbiamento da parte del clero e in primis delle alte gerarchie ecclesiastiche, i casi di pedofilia consumatisi in quella città e non soltanto. Oscar per il miglior film. Assolutamente consigliato. Durata 128 minuti. (Eliseo rosso, F.lli Marx sala Chico, Romano sala 3, Uci)

 

FILM CORTELa corte – Comedia. Regia di Christian Vincent, con Fabrice Luchini e Sidse Babett Knudsen. Xavier Racine è definito il giudice “a due cifre” poiché non condanna mai a meno di dieci anni di reclusione. E’ chiamato a presiedere in tribunale un processo contro un uomo accusato di aver ucciso la figlia di sei mesi: è lì che rivede tra i giudici popolari Ditte, un’anestesista di origini danesi conosciuta anni prima. Miglior sceneggiatura e Coppa Volpi per l’interpretazione maschile alla Mostra di Venezia. Durata 98 minuti. (Centrale v.o., Eliseo blu, Massimo 1)

 

Deadpool – Fantasy. Regia di Tim Miller, con Ryan Reynolds. Tratto dal fumetto della Marvel Comics. Niente a che fare con l’eroe tradizionale, l’opposto del politicamente corretto, umorismo e parolacce, il tutto condito da una buona dose di cinismo. Un B-Movie che negli States è un grande successo ai botteghini nonostante il suo divieto ai minori. Durata 107 minuti. (Ideal, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Forever young – Commedia. Regia di Fausto Brizzi, con Sabrina Ferilli, Fabrizio Bentivoglio, Teo Teocoli e Lillo. Un gruppo di amici “finti giovani” nell’Italia di oggi che non voglioni invecchiare, dall’avvocato che non rinuncia alla maratona nonostante i problemi di cuore all’estetista divorziata che si ritrova coinvolta in una relazione con Luca, di vent’anni più giovane, da Diego dj ultracinquantenne che deve combattere con un agguerrito rivale a Giorgio, anche lui ha superato i cinquanta, fidanzato con una ventenne ma pronto a tradirla con una donna della sua età. Durata 95 minuti. (Greenwich sala 3, Ideal, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 
Fuocoammare – Documentario. Regia di Gianfranco Rosi. Gli sbarchi di Lampedusa visti con gli occhi del dodicenne Samuele. Orso d’oro al FilmFest di Berlino. Durata 107 minuti. (F.lli Marx sala Chico, Massimo 2)
 
Lo chiamavano Jeeg Robot – Fantasy. Regia di Gabriele Mainetti, con Claudio Santamaria, Luca Marinelli e Ilenia Pastorelli. Enzo è un ladruncolo romano che vive di espedienti. Una sera, inseguito dalla polizia, nelle acque del Tevere viene a contatto con un materiale radioattivo che gli conferisce sconosciuti ultrapoteri. Ad Alessia, appassionata di fumetti, piacerà considerarlo come un eroe dei suoi prediletti Manga nella lotta al male sempre in agguato, che questa volta ha le sembianze allucinate dello Zingaro. Opera prima. Durata 112 minuti. (Massimo 2, Reposi)
 
Kung Fu Panda 3 – Animazione. Regia di Jennifer Yuh Nelson e Alessandro Carloni. Po e suo padre raggiungono il paradiso segreto dei panda, facendo la conoscenza di nuovi personaggi. Ma il super-cattivo Kai minaccia e sconfigge tutti i maestri di kung fu. Dovrà essere Po a prendere in mano la disastrosa situazione e a passare al contrattacco. Durata 95 minuti. (Ideal, Lux sala 2, Massaua, Reposi, The Space, Uci)
 
Pedro galletto coraggioso – Animazione. Regia di Gabriel Riva Palacio Alatriste. Il sogno di Pedro, sin da quando era pulcino, è quello di battersi con un grande campione, Sylvester Pollone. Ma bisogna anche salvare la fattoria in cui vive dal disastro economico. Durata 98 minuti. (Uci)
FILM PERFETTI 

Perfetti sconosciuti – Commedia. Regia di Paolo Genovese, con Marco Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston, Kasia Smutniak, Alba Rohrwacher. Una cena tra amici, l’appuntamento è per un’eclisse di luna, la padrona di casa decide di mettere tutti i cellulari sul tavolo e di rispondere a telefonate e sms senza che nessuno nasconda qualcosa a nessuno. Un gioco pericoloso, di inevitabili confessioni, che verrebbe a sconquassare le vite che ognuno di noi possiede, quella pubblica, quella privata e, soprattutto, quella segreta. Alla fine della serata, torneranno ancora i conti come quando ci siamo messi a tavola? Durata 97 minuti. (Eliseo sala grande, Ideal, Lux sala 3, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

Revenant – Avventuroso/drammatico. Regia di Alejandro Gonzales Iňàrritu, con Leonardo Di Caprio e Tom Hardy. Tratto da una storia vera. L’America dei grandi paesaggi e delle pianure sterminate, i pionieri alla ricerca di nuovi confini e delle pelli degli orsi. Uno di questi, Hugh Glass, nel 1823, viene attaccato da un grizzly mentre i suoi compagni lo abbandonano senza armi né cibo: il perfido Fitzgerald (Tom Hardy) gli uccide il figlio che ha avuto da una donna indiana. Di qui la sete di vendetta del protagonista, le imboscate, le uccisioni, gli stenti superati. Di Caprio, finalmente, in odore di Oscar, dopo essersi di recente già assicurato il Globe. Durata 156 minuti. (Greenwich sala 1)

 

Risorto – Risen – Storico. Regia di Kevin Reynolds, con Joseph Fiennes e Tom Felton. Il tribuno militare Clavio è incaricato da Pilato di condurre a morte quel Yeshua che si proclama re dei Giusei, poi di far luce sulla sparizione del corpo del condannato dopo che è stato deposto nella tomba. Forse quegli accadimenti avranno il potere di mettere Clavio nel dubbio e di spingerlo al cambiamento della propria vita. Il medesimo soggetto dell’”Inchiesta” di Damiani, a metà degli anni Ottanta. Durata 107 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

ROOM FILMRoom – Drammatico. Regia di Lenny Abrahamson con Brie Larson. Jacob Tremblay e William H. Macy. Tratto dal libro di Emma Donoghue (anche sceneggiatrice) incentrato sulla recente storia dell’austriaco Josef Fritzl, condannato al carcere a vita, è la storia di Ma’ e Jack, madre e figlio segregate per anni in una stanza, senza alcun contatto con il mondo esterno. Una vita sotterranea, che Ma’ ha cercato d’inventare giorno dopo giorno, tra affetti e protezione. Un giorno gli rivelerà che al di là di quelle pareti esiste la vita, quella vera. Premio Oscar alla Larson come migliore interprete femminile. Durata 118 minuti. (Nazionale 2)

 

Suffragette – Drammatico. Regia di Sarah Gavron con Carey Mulligan, Helena Bonham Carter e Meryl Streep. Nella Londra di inizio Novecento, sono gli anni della Women’s Social and Political Union, la giovane Maud, fin da bambina al lavoro in una lavanderia, vittima di maltrattamenti e abusi, trovandosi un giorno a perorare la giusta causa dinanzi a Lloyd George in persona, prende coscienza della reale situazione in cui versano le donne e partecipa a scioperi e boicottaggi. Manganellate e arresti, nonché l’allontanamento dalla figlia che un marito insensibile e prepotente darà in adozione ad una coppia, non la distolgono dalla certezza di essere sulla strada giusta. Durata 106 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, Romano sala 2)

 danish film

The Danish girl – Biografico. Regia di Tom Hooper, con Eddie Redmayne e Alicia Vikander. Einar Wegener fu un pittore paesaggista nella Copenhagen degli anni Venti, felicemente sposato a Gerda, pure essa pittrice. Un giorno posa per la moglie, sostituendo la modella e andando incontro a una seconda vita nelle vesti di Lili Elbe. L’amore di una coppia, una donna che guiderà il marito alla scoperta della sua autentica identità sessuale. Wegener sarà il primo uomo a tentare un’operazione per il cambio di sesso. Alla Wikander l’Oscar quale migliore attrice non protagonista: mentre personalmente mi chiedo se in maniera doverosa l’Academy non dovesse bissare l’eccezionale bravura di Redmayne e lasciare ancora una volta Di Caprio, benché professionalmente ineccepibile, a mani vuote. Durata 120 minuti. (Greenwich sala 3, Reposi)

 

The divergent series: Allegiant – Fantascienza. Regia di Robert Schwentke, con Theo James e Shailene Woodley. Terzo capitolo della saga in una Chicago da incubo e postapocalittica. Tobias e Beatrice si avventurano in una parte di mondo a loro sconosciuta, dove molti segreti restano ancora da decifrare e dove sono presi in custodia da un misterioso Dipartimento di Sanità Genetica. In attesa del capitolo finale, “Ascendant”, previsto per l’aprile del prossimo anno. Durata 110 minuti. (Ideal, Lux sala 1, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

HATEFUL FILMThe hateful eight – Western. Regia di Quentin Tarantino, con Kurt Russell, Samuel L. Jackson, Jennifer Jason Leigh, Tim Roth. All’indomani della Guerra di Secessione, tra le montagne del Wyoming, una tempesta di neve blocca in una stazione di posta una diligenza e nove persone, un cacciatore di taglie con la sua prigioniera da condurre alla forca ed un collega di colore un tempo arruolato a servire la causa dell’Unione, un generale sudista, un boia e un cowboy, un messicano e il conduttore della diligenza, il nuovo sceriffo di Red Rock. Tensioni claustrofobiche mentre qualcuno non è chi dice di essere, sino alla violenza finale. Musiche di Ennio Morricone, vincitore del Globe e dell’Oscar. Durata 180 minuti. (Greenwich sala 2)

 

Tiramisù – Commedia. Regia di Fabio De Luigi, con Vittoria Puccini, Fabio De Luigi e Angelo Duro. Antonio è un grigio informatore medico che giorno dopo giorno tenta di vendere i propri prodotti senza un minimo di verve e di immaginazione. Vicino a lui l’amico idealista, il cognato che non bada a nulla pur di far la bella vita e una moglie paziente e rassegnata (ma non troppo) che prepara ottimi tiramisù per le public relations del consorte. Opera prima. Durata 95 minuti. (Uci)

FILM TRUTH 

Truth – Il prezzo della verità – Drammatico. Regia di James Vanderbilt, con Robert Redford, Cate Blanchett e Bruce Greenwood. Ancora un film di denuncia, come “Spotlight”, ancora un film a salvaguardare la voglia a raddrizzare i torti da parte di certo giornalismo americano. Mary Maper è la produttrice del programma “Sixty Minutes” per la Cbs e al suo fianco ha il celebre anchorman Dan Rather: insieme metteranno allo scoperto il passato di George W. Bush, allora (siamo nel 2005) presidente Usa, colpevole di essersi “rifugiato” anni prima nella Guardia Nazionale al fine di evitare la guerra in Vietnam. Bush venne rieletto e l’indagine, forse condotta in maniera non troppo approfondita, fece colare a picco chi l’aveva voluta e seguita. Durata 121 minuti. (Ambrosio sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

Weekend – Drammatico. Regia di Andrew Haigh, con Tom Cullen e Chris New. Un film datato 2011, precedente al successo di “45 anni”. Due trentenni, omosessuali, si conoscono in un locale di Nottingham e, fisicamente attratti l’uno dall’altro, passano la notte insieme. Un rapporto occasionale si trasforma in qualcosa di più profondo, sebbene esistano caratteri diversi, un diverso modo di intendere il rapporto con la propria omosessualità e la certezza che uno dei due dovrà partire di lì a pochi giorni per gli Stati Uniti e restarvi per un paio d’anni. Durata 97 minuti. (Nazionale 1)

Zootropolis – Animazione. Regia di Byron Howard, Rich Moore e Jared Bush. Le avventure della coniglietta Judy nella capitale del mondo animale, nelle vesti di fresca poliziotta. Con la volpe Nick, fino a quel momento disposta a campare di espedienti, dovrà affrontare chi ha sequestrato i 14 animali che tutta la città sta cercando. Durata 108 minuti. (Ideal, Lux sala 1, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

"Gli occhi dell'inferno"

TATOLIBRO2TATOLIBROE’ dalla penna di Fabio Santoro, avvocato, classe 1984 napoletano  di nascita, e londinese d’adozione, che prendono vita le avventure di Paolo Mori. Fabio Santoro, gia’ autore della “Bara Vuota” , ha scelto cosi’ di far proseguire le vicende del suo protagonista ne ” Gli occhi dell’inferno” edito da golem Edizioni, e di dedicare un sito internet  www.paolomori.com, a questo personaggio, un modo per dargli letteralmente vita

Londra, ore 4:17 del mattino: l’ispettore Crowe viene svegliato da una telefonata. E’ il detective Julie Pitt, bella, bionda, ma sopratutto una delle detective piu’ promettenti di tutta Scotland Yard. ” Sua Maesta’ ” e’ tornato a colpire. Cosi e’ stato ribattezzato il  killer che da anni oramai, non da pace agli esperti di investigazione, per via della corona di sangue che disegna sul muro piu’ vicino alla sua vittima. La numero 22, Isabelle Mc Shane. Suo padre, Sir Ian Mc Shane, siede alla camera dei Lord.  Questa scia di sangue, dopo anni di indagini, non ha ancora nessun punto da cui partire, fino a che l’Ispettore Capo Ben Crowe, si imbatte in un conoscenza di vecchia data: Paolo Mori. L’avvocato partenopeo, approdato nella capitale inglese per una conferenza universitaria, destando il malcontento della storica fidanzata Rosa, si trovera’ inevitabilmente coinvolto in un’ indagine mortale e impossibile. Dopo gli eventi della ” Bara vuota” infatti, Mori ha cercato di ricostruirsi una vita tranquilla , lontano da situazioni pericolose. Ma ” spesso cio’ che e’ avulso dal quotidiano e’ vicino alla propria natura” consapevole del bene, ma affascinata dal male quella di Mori, lo portera’ in prima fila nelle indagini per catturare un mostro pronto a colpire di nuovo. E forse proprio Rosa potrebbe essere la nuova vittima.

TATOLIBRO 4E’ dalla penna di Fabio Santoro, avvocato, classe 1984 napoletano  di nascita, e londinese d’adozione, che prendono vita le avventure di Paolo Mori. Fabio Santoro, gia’ autore della “Bara Vuota” , ha scelto cosi’ di far proseguire le vicende del suo protagonista ne ” Gli occhi dell’inferno” edito da golem Edizioni, e di dedicare un sito internet ,www.paolomori.com, a questo personaggio, un modo per dargli letteralmente vita, svelando tratti di una  personalita’ intrigante, per coinvolgere ed appassionare sempre di più il lettore alle indagini. Il Torinese ha intervistato l’autore per farsi svelare alcune curiosita’ che si celano dietro ai racconti e alle ambientazioni.

Fabio, quanto c’e di autobiografico del personaggio di Paolo Mori, oltre alle origini e alla formazione professionale e qual e’ l’aspetto caratteriale che piu’ ti affascina di questo protagonista? 

Ovviamente quando ho pensato a Paolo Mori, quando l’ho immaginato agire all’interno delle storie che gli ho creato intorno, non ho potuto fare a meno di fare un parallelo con me stesso. In fondo veniamo entrambi dallo stesso passato professionale e abbiamo molti lati caratteriali in comune. Per quanto riguarda gli eventi nei quali si trova coinvolto è tutt’altra storia. La mia vita fortunatamente non ha mai avuto frangenti così rischiosi come i suoi e mi auguro che non li avrà mai. Credo che scrivere o leggere alcuni tipi di storie sia assai più facile che viverle in prima persona. Quello che mi piace del mio personaggio è la sua capacità di distaccarsi da ciò che lo circonda ma sempre e solo con spirito razionale. Riuscire a capire le emozioni rivestendole di logica. Vedere ed accettare il mondo per quello che è ma viverlo comunque con leggerezza e buonumore.  Ma è solo la mia opinione.

 Gli occhi dell’inferno è la tua seconda fatica letteraria e, così come il primo, è un thriller. Perchè, tra tanti generi, proprio questo?

 

Credo che ogni scrittore si lasci guidare da quello che ama di più come lettore. Sono convinto che se fossi stato un amante del fantasy avrei scritto prevalentemente di quel genere. Io ho amo il thriller, il giallo e il noir praticamente da sempre. Tuttavia ogni opera letteraria, almeno per quanto mi riguarda, parte da una storia che si ha in mente e che si desidera raccontare. Che rientri in un genere o in un altro è da rimandare solo alla storia stessa. Dubito che un qualsiasi autore faccia una scelta mirata del genere letterario dell’opera. 

Credi pero’, come autore ,che ci sia una difficolta’ maggiore nello scrivere un thriller  rispetto ad altri generi? 

Tutti i romanzi hanno una loro difficoltà intrinseca. Il thriller può risultare arduo se non si riesce a dare una giusta e concreta spiegazione a tutto quello che avviene nel romanzo. Ogni avvenimento deve essere ben collegato e strutturato all’interno di una trama unitaria. Almeno questo è quello che credo io.

       

Perchè hai ambientato questo secondo romanzo a Londra? In un periodo storico in cui così tanti giovani come te si recano all’estero in cerca di lavoro lo hai usato come espediente per unire ad un romanzo ricco di suspense anche uno spaccato di una  realtà che hai vissuto in prima persona?

 

Sostanzialmente si. Io vivevo a Napoli quando ho scritto il primo romanzo e ho scritto Gli occhi dell’inferno quando mi sono trasferito a Londra. A differenza di molti altri io non ho lasciato l’Italia esclusivamente per ragioni lavorative. Ho sempre amato l’Inghilterra e desideravo viverci, anche solo per un periodo. Ciò detto Londra è una città meravigliosa e carica di quel fascino che la rende adatta ad essere teatro di un thriller come Gli occhi dell’inferno.

 

Fabio Santoro Gli occhi dell’inferno Golem Edizioni

      

Farmaco procura cancro alla vescica? Inchiesta aperta a Torino

tribunaleIl medicinale conterrebbe un principio attivo che può essere collegato al rischio di contrarre il tumore

La procura della repubblica ha aperto un’inchiesta su un farmaco, l’Actos,  impiegato per curare il diabete mellito di tipo 2. Il medicinale conterrebbe un principio attivo che può essere collegato al rischio di contrarre il cancro della vescica. Commercio o somministrazione di medicinali guasti è l’ipotesi di reato. E’ stata l’associazione Promesa (Protezione professioni mediche e sanitarie) a sollevare il caso, seguito dai carabinieri dei Nas. Il principio attivo che sarebbe dannoso si chiama pioglitazone, del quale Germania e Francia hanno già sospeso l’utilizzo e la commercializzazione nel 2011.

(foto: il Torinese)

Marta dei battelli

lago baveno 3“Ecco, senti la sirena? E’ il Camoscio. Se stai attento t’accorgi che il suono è più cupo, più profondo di quello dell’Alpino. Da non confondersi con la sirena della  Helvetia , un po’ meno cupa e un tantino singhiozzante”. Il bello è che aveva quasi sempre ragione

lago stresaI battelli, Marta, li “sentiva”.Specialmente d’inverno, quando la nebbia lattiginosa impediva di vedere ad un palmo del naso e bisognava segnalare con le sirene ed il lampeggiante l’attracco dell’imbarcadero, lei era in grado di indovinare quale battello stesse per ormeggiare. “Ecco, senti la sirena? E’ il Camoscio. Se stai attento t’accorgi che il suono è più cupo, più profondo di quello dell’Alpino. Da non confondersi con la sirena della  Helvetia , un po’ meno cupa e un tantino singhiozzante“. Il bello è che aveva quasi sempre ragione. L’errore era un eventualità piuttosto rara e, quando capitava, era del tutto venale. “Sentiva” i battelli soprattutto nelle prime ore del mattino, quando gli scafi iniziavano le loro corse di linea sulle rotte del lago, tra imbarcaderi ed attracchi sulle isole. “Zitto un attimo… Lo senti anche tu? E’ il vento che va a cavallo dell’onda. Sibila piano, a pelo dell’acqua. Guarda bene il filo della lenza del Peppo: l’aria la tende,  dritta come un fuso  e poi lascia che si rilassi, molle. E’ quello che mio padre chiamava al “veent cunt’el pàss balòss,  quell che vöri mia tiram via da dòss”. Il vento un po’ bricconcello, dal passo svelto, che non si vuol togliere di dosso. Lui, mettendosi controvento qui sul molo, allargava le braccia. Lo annusava, lo abbracciava e diceva che gli prendeva i sospiri e gli portava indietro i sorrisi, dopo aver baciato le montagne d’inverno, quando queste avevano i capelli bianchi per le prime nevicate. Si riempiva i polmoni di quest’aria di lago. Un aria  che pulisce la faccia, caccia via le ombre lago baveno 2e lascia sulla pelle una carezza prima di soffiar via su un’altra sponda“. L’udito l’aveva ereditato da suo padre, il Ruggero “Cavedano”, grande pescatore a canna fissa e frequentatore fisso del bar dell’Imbarcadero. Il vento, quando soffiava, dava una mano a ”sentire” i battelli. Era un amico, il vento, per Marta. A parte le bufere che, ululando, alzavano onde terribili e coprivano ogni rumore, tutti gli altri venti l’aiutavano a decifrare le imbarcazioni. Se uno specchio riflette la luce, l’aria del lago amplificava i suoni, i cigolii, il ronfare dei motori, lo sfregamento delle fiancate sui lunghi pali di legno degli attracchi. “Mio padre mi raccontava che, da giovane, sentiva il Torino quando si staccava dal molo dell’isola Pescatori. La motonave, quando i motori riprendevano fiato, aveva come un sussulto e lui – dal lungolago – lo percepiva anche se le ombra della sera inchiostravano il lago. Lo stesso difetto l’ho riconosciuto in altri due battelli: il Delfino e il Milano. Nel primo era uno strappo più secco, inconfondibile; nel secondo si doveva proprio avere un bell’orecchio perché era appena percepibile. Comunque, non mi sono mai sbagliata. Era tropo facile, invece, riconoscere il Roma. Era un bestione che poteva portare fino a 840 passeggeri ma, nonostante la sua mole, la sensazione che dava era di lago stresa 2agilità e di potenza. Lo sentivo quando si staccava da Pallanza perché aveva un  motore che cantava come un tenore”. Rammenta bene il suono emetteva il Piemonte, l’ultimo grande piroscafo – costruito nel 1904 e varato inizialmente con il nome di “Regina Madre” –  mentre solcava le onde di questo piccolo mare d’acqua dolce. I suoi viaggi, per un secolo, erano allietati dalle luci delle sue lampadine accese sul ponte principale, mentre suonava l’orchestrina a poppa e la mezza luna di levante  rifletteva , vanitosa, la sua luce sul lago. Marta, appoggiata alla ringhiera vicino al molo, mi fa notare che anche stasera la scia  di luce che la luna lascia sul pelo d’acqua non turba l’immobile calma del Maggiore. Persino le onde sonnecchiano e lo sciabordio è appena percepibile nel silenzio. Un silenzio che, accompagnato al buio, esalta i sensi, li estende a dismisura. Sul lago, le distanze tra le sponde si riducono, e terra, acqua e cielo sembrano parti di un’unica cosa. Solo l’aria, da una  stagione all’altra, cambia. Tiepida, come una carezza vellutata in tarda primavera e d’estate; ghiacciata e carica di un infinità di piccoli aghi di neve nelle tempeste d’inverno, sfregando sulla pelle come carta vetrata. Questa sera di fine estate l’aria è particolarmente fresca ed offre, senza possibilità di scelta, un anticipo d’autunno. Marta mi ha dato appuntamento a quest’ora perché al largo  passano i catamarani. Quale dei natanti lascerà scorgere il suo profilo? Il “Foscolo”, il “Pascoli” o lo “Stendhal”? Lei scommette che lo indovinerà prima ancora che sia visibile. Impresa tutt’altro che facile, ma lei è sicura. Si sente, mettendoci tutta l’attenzione del caso, un lievissimo ronzio in lontananza. Sul lago c’è una nebbiolina fine che non consente di vedere al largo. Lei mi guarda e sorridendo, dice: “E’ lo Stendhal. Ne sono certa”. E sorride. Io, perplesso, attendo che s’avvicini fino al punto di poterlo avvistare e, con stupore, vedo sulla fiancata che il nome corrisponde. “Ma come fai?”, dico a Marta. E lei, candida come un giglio, mi confessa una piccolaLAGO M 4 bugia: “Sai,Marco.. Finché si tratta di battelli e traghetti li sento bene ma i catamarani francamente non saprei riconoscerli. E poi lo Stendhal fa servizio tra Arona ed Angera. Questa sera è passato di qui perché è stato “dirottato” dalla navigazione a supplire un servizio nella parte svizzera, alle isole di Brissago. Per questo non avevo dubbi, vedi: lo sapevo in anticipo”. Rideva, rideva come una matta. Ed io feci finta di essere seccato ma la sua allegria era contagiosa e non potei resistere alla tentazione di sorridere anch’io. Bevemmo un tè al bar dell’Imbarcadero e ad un certo punto, alzando improvvisamente il capo, mi disse: “Aspetta un po’. Questo lo sento bene. E’ il Venezia. I motori sembrano avere l’asma. Cos’è successo?”. Meno di dieci minuti dopo, il Venezia attraccava, per uno scalo d’emergenza. Il livello del lago era piuttosto basso ed avevano lesionato l’elica principale su di uno scoglio affiorante poco distante dall’attracco dell’isola Madre. Nulla di grave ma, pur avendo perso delle ore per cercare di riparare il guasto, non potendo rientrare al cantiere di Arona, il comandante aveva deciso di trascorrere la notte a Baveno, assicurando l’imbarcazione a quest’ormeggio. Marta, a parte lo scherzo di prima, i battelli li “sentiva” davvero.

Marco Travaglini

Spacciatore lascia orme sulla neve e i carabinieri lo arrestano

neve1polizia e carabinieriAveva con sé dosi di  marijuana, hashish, bilancini di precisione e circa mille euro in contanti

La nevicata di mercoledì ha tradito un trafficante che, mentre spacciava, ha lasciato le proprie impronte sul manto nevoso. Il giovane di 19 anni, è stato  pedinato e arrestato dai carabinieri che hanno letteralmente seguito le sue orme . Aveva con sé dosi di  marijuana, hashish, bilancini di precisione e circa mille euro in contanti.

 
(foto: archivio il Torinese)

Buon compleanno Museo! Cinque anni dal nuovo "restyling"

Per festeggiare i 5 anni del nuovo Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, venerdì 18 marzo 2016 alle ore 16.15 ingresso e visita guidata gratuita all’esposizione museale. Sabato 19 marzo apertura straordinaria fino alle ore 22.30 con ingresso a prezzo ridotto per tutto il giorno. In programma anche due visite guidate alle ore 15.30 e 18.30 e l’accoglienza dei giovani partecipanti alla Giornata Mondiale della Gioventù della diocesi di Torino

FOTOSERVIZIO: IL TORINESE

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Venerdì 18 e sabato 19 marzo 2016  il nuovo Museo Nazionale del Risorgimento Italiano festeggia cinque anni dalla sua riapertura e organizza per il pubblico diverse iniziative. Venerdì 18 marzo alle ore 16.15 verrà gratuitamente offerto al pubblico l’ingresso e la visita guidata “I fili della storia: caratteristiche, idee, innovazione del percorso museale inaugurato il 18 marzo 2011”. I visitatori saranno così accompagnati a riscoprire ed ammirare il nuovo allestimento che valorizzando ancor di più la propria collezione ha trasformato il Museo del Risorgimento in un polo d’eccellenza del sistema risorgimento4culturale torinese.Per tutta la giornata, dalle ore 10 alle ore 16.15, varranno le consuete tariffe. Sabato 19 marzo il Museo sarà straordinariamente aperto dalle ore 10 fino alle ore 22.30 e per tutto il giorno offrirà l’ingresso a prezzo ridotto a soli 5 euro. Alle ore 15.30 e alle ore 18.30 verrà riproposta la visita guidata “I fili della storia: caratteristiche, idee, innovazione del percorso museale inaugurato il 18 marzo 2011”, al costo di 4 euro a persona da aggiungersi al prezzo del biglietto ridotto per un totale di 9 euro. Da vistare anche la mostra “Torino e la Grande guerra 1915-1918”, allestita nel corridoio monumentale della Camera dei deputati  italiana, che attraverso fotografie, tempere, manifesti, giornali e cartelloni pubblicitari racconta la risorgimento museo 3risorgimento museoprima guerra mondiale vista da Torino. L’esposizione, realizzata in collaborazione con l’Archivio Storico della Città di Torino, descrive in particolare la propaganda bellica e l’assistenza umanitaria  ai profughi e alle famiglie in difficoltà che la città seppe organizzare in quegli anni. Sempre sabato 19 marzo, alle ore 21 faranno tappa al Museo i giovani partecipanti alla Giornata Mondiale della Gioventù della Diocesi di Torino, che avrà come tema “Non passare oltre!” ricordando l’invito rivolto da papa Francesco all’apertura del Giubileo. L’evento ospitato si intitolerà “L’Italia, l’Europa, il creato: a quali responsabilità chiama la Misericordia?”. L’accoglienza dei giovani della GMG diocesana in occasione del quinto anniversario conferma quella che è la mission del Museo Nazionale del Risorgimento: da una parte la conservazione e l’esposizione della memoria collettiva della nazione; dall’altra la funzione educativa, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni.

Tutte le informazioni sul Museo sul sito www.museorisorgimentotorino.it

Una storia che continua     

risorgimento5Inaugurato il 18 marzo del 2011 in occasione delle celebrazioni per il Centocinquantenario dell’Unità d’Italia, in questi primi cinque anni il nuovo allestimento del Museo è stato visitato da circa 850.000 persone, con una media di 170.000 visitatori all’anno: numeri che lo collocano tra i musei più visitati in Piemonte e tra i primi 50 in Italia. Fondato nel 1878, è il più antico e noto museo di storia patria italiana, l’unico che abbia la qualifica di “nazionale” per la sua importanza, ricchezza e rappresentatività delle collezioni. Dal 1938 è ospitato a Palazzo Carignano e nel suo percorso comprende le due aule parlamentari autentiche ivi esistenti: la Camera del Parlamento Subalpino, l’unica in Europa tra quelle nate dalle costituzioni del 1848 ad essere sopravvissuta integra, monumento nazionale dal 1898, e la grandiosa aula destinata alla Camera del Parlamento del Regno d’Italia, con le volte affrescate da Francesco Gonin, costruita tra il 1864 e il 1871.

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Il Museo possiede un patrimonio di oltre 54.034 opere conservate, una biblioteca specializzata conosciuta in tutto il mondo con 168.920 libri e opuscoli e con 1.916 testate di periodici del XIX secolo, un archivio storico con 220.000 documenti, un gabinetto iconografico con 46.625 stampe e incisioni dal XVI al XX secolo. Il nuovo allestimento, esponendo 2.579 oggetti in 30 sale su 3.500 mq di superficie a pavimento e 5.300 mq a parete, è realizzato con contenuti, percorsi, tecniche espositive e di comunicazione tutti rinnovati. L’evoluzione è stata completa anche sul piano scientifico edrisorgimrnto3 interpretativo. Sono stati aggiunti tre aspetti essenziali: poiché questo è il Museo della Nazione, ne è stata rafforzata la dimensione italiana, sia dal punto di vista geografico, sia di tutte le anime e le forze in campo nel Risorgimento, vincitori e vinti. E’ poi aumentata la presenza della storia delle istituzioni, della società, della cultura, dell’arte, della tecnica, della mentalità, rispetto alla precedente esclusiva storia politica, militare e diplomatica. Ed infine è stata aggiunta ex-novo l’Europa: questo è l’unico museo di storia in Italia e uno dei pochissimi in tutto il continente a raccontare le vicende in una comparazione europea. All’esposizione museale si aggiungono tre suggestivi saloni destinati all’ospitalità di eventi e appuntamenti di grande pregio: in cinque anni ne sono stati organizzati duecento. Dal 2011 il Museo Nazionale del Risorgimento ha inoltre incrementato il suo patrimonio grazie a un notevole sviluppo delle donazioni, che sono state circa 900. Un numero davvero significativo che dimostra la grande notorietà del Museo.

RISORGIMENTO GARIBALDIRISORGIMENTO CAVOUR CARROZZARISORGIMENTO CAVOUR

Una nuova stanza per le donne vittime di violenza

CameraAscolto donnePresso la stazione dei Carabinieri Pozzo Strada in via Guido Reni

Sempre più spesso le donne sono vittime di violenze e maltrattamenti. Una situazione che molte volte è difficile da denunciare, nonostante i tanti appelli lanciati. Venerdì 18 marzo, a Torino presso la stazione dei Carabinieri Pozzo Strada in via Guido Reni, è stata inaugurata la sala d’ascolto, allestita a cura del Soroptimist International Club di Torino, con il sostegno della Consulta femminile regionale del Piemonte. Alla cerimonia sono intervenuti colonnello Arturo Guarino, comandante provinciale dei Carabinieri, Cinzia Pecchio, presidente della Consulta femminile regionale, e Patrizia Goffi, responsabile del Soroptimist International d’Italia Club di Torino.

L’iniziativa fa parte del  progetto “Una stanza tutta per sé” – in corso dal 2014 – che ha sinora permesso l’allestimento di tre stanze, presso le caserme dei Carabinieri di Mirafiori e Barriera di Milano, e presso il Comando della Polizia municipale di Torino. Le stanze per accogliere le donne che hanno il coraggio di sporgere denuncia, sono state ideate con un arredamento sobrio ma confortevole nella scelta di mobili, colori, illuminazione e complemento d’arredo. I locali sono dotati di attrezzature informatiche e ei videoregistrazione e trascrizione in gradi di evitare interruzioni e richieste di ripetizioni per la verbalizzazione che possono generare ansie e insicurezze.

L’ambiente, riservato e accogliente – è stato più messo in evidenza – favorisce e rassicura la donna in momento particolarmente difficile quale quello della denuncia degli abusi subiti, induce fiducia nelle istituzioni, facilita l’esposizione e il racconto.

In Piemonte una donna su tre ha subito violenza fisica o sessuale. Un dato preoccupante. In un anno, in Italia, le donne sono oltre un milione. Le violenze si sono ripetute al ritmo di ventisei al minuto. Ogni tre giorni, a livello nazionale, una donna viene uccisa dal partner, dall’ex o da un familiare. In un anno più di un milione di donne finiscono nella rete dei soprusi al maschile, che si ripetono più volte arrivando alla cifra di 14 milioni di atti di violenza, dallo schiaffo allo stupro. Oltre 25 casi al giorno sono gli episodi di stalking, segnalati all’autorità di polizia. Una su tre è anche la percentuale di donne che non confessa l’abuso subito.

MB – www.cr.piemonte.it