redazione il torinese

Il Piemonte e Torino puntano sul turismo con gli occhi a mandorla

Lingua, bon ton, caratteristiche degli itinerari richiesti, comportamenti da seguire nelle trattative commerciali sono alcuni degli argomenti messi a fuoco per formare i professionisti del settore ad accogliere i turisti cinesi

CINA BANDIERA

Un successo di presenze il corso rivolto a 160 operatori del turismo, provenienti da tutte le province del Piemonte, tenutosi nei giorni scorsi a Torino. Si è trattato in realtà di ben due corsi di formazione per conoscere le esigenze e le abitudini del turista cinese. Il Piemonte si apre al mondo e i riscontri turistici gli danno ragione.

“Lingua, bon ton, caratteristiche degli itinerari richiesti, comportamenti da seguire nelle trattative commerciali sono alcuni degli argomenti messi a fuoco per formare i professionisti del settore ad accogliere i turisti cinesi. Il primo corso è rivolto agli operatori dell’accoglienza (strutture ricettive, ristoranti, guide turistiche, il secondo ai tour operato”, spiegano i promotori del Centro Estero per l’Internazionalizzazione (Ceipiemonte), ente regionale.

 I corsi si sono svolti  presso l’Aula Magna dell’Ateneo torinese, realizzati in collaborazione con l’Istituto Confucio dell’Università di Torino. “Il territorio piemontese – sostiene l’assessora al Turismo della Regione Piemonte, Antonella Parigi – con il suo paesaggio, le eccellenze enogastronomiche, i campi da golf, gli outlet e le montagne, possiede tutte le caratteristiche della destinazione richiesta dal turismo cinese. Non a caso ci attestiamo tra le regioni italiane più visitate dai cinesi, ma abbiamo ancora ampi margini di crescita e non possiamo perdere l’opportunità di intercettare i movimenti di un mercato che si sta rapidamente trasformando. I turisti cinesi stanno per diventare i principali “big spender” a livello internazionale. Per questo abbiamo avviato un programma di attività articolato, finalizzato a generare un aumento di visibilità del brand Piemonte, che prende il via con questi due corsi di formazione sul territorio”.cina

L’Osservatorio Turistico Regionale indica la preferenza dei turisti cinesi per città d’arte, shopping, enogastronomia. Il territorio più visitato è quello di Torino e Provincia (38%), seguito da Alessandria e provincia (33%), Distretto Laghi (8%), Langhe Roero (7%). La permanenza media è di tre giorni. I flussi 2014 e la variazione 2014/2013 fanno registrare un trend molto positivo, con 19.330 arrivi (+27,02%) e 57.228 presenze. (+37,23%).

Fiera dei fiori in Monferrato, un successo

L’edizione numero 70 della Mostra Regionale di San Giuseppe chiude con un grande afflusso di pubblico. Domenica fermato per 25 volte l’accesso

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“Ringrazio tutti gli espositori, vecchi e nuovi, che hanno creduto ancora una volta in questa Mostra, il Comune di Casale Monferrato per la rinnovata fiducia, Amc Energia sponsor per il secondo anno e Coniolo Fiori per averne contribuito all’abbellimento”. C’è soddisfazione nelle parole di Carlo Manazza, socio della Manazza Gefra Srl, la società di Cassolnovo (Pavia) che ha organizzato la settantesima edizione della Mostra Regionale di San Giuseppe al PalaFiere del Quartiere Fieristico della Cittadella di Casale Monferrato. Domenica, alle 21, dopo dieci giorni, è calato il sipario con un afflusso di pubblico superiore agli altri anni. Nella sola giornata di domenica, infatti, l’organizzazione – tra le 15.30 e le 19 – ha dovuto bloccare l’entrata dei visitatori per 25 volte. Ma se domenica c’è stato il picco – superiore dunque anche a quello della domenica precedente quando le fermate erano state 16 – un buon passaggio di pubblico, continuo e regolare senza flessioni, si era avuto anche durante casale4tutte le sere della settimana, e già sabato, giorno di San Giuseppe, si erano registrati almeno due “stop” temporanei all’ingresso. Visitatori ed espositori, dunque, hanno mostrato di aver gradito anche quest’anno la formula che prevedeva l’ingresso gratuito ed il percorso a giorni alternato. E un buon successo l’hanno avuto anche due “classiche” che da anni camminano insieme alla Mostra, “Arteinfiera” (“ha saputo catalizzare l’attenzione di giovani e meno giovani” spiega il curatore ed ideatore Piergiorgio Panelli) e Casale Comics con gli eroi di carta della Sergio Bonelli Editore, a cura dello staff di Monferrato Eventi e di Luigi Corteggi “Cortez”, padre nobile del fumetto italiano. Un altro punto di attrazione, e di fermata, è stata la Piazzetta del Gusto, con i sapori dell’enogastronomia monferrina, piemontese ed italiana, mentre la novità dell’edizione 2016 è stata la presenza di Coniolo Fiori, quasi a stabilire un legame ideale con “Riso e Rose in Monferrato”, giudicata “molto positiva” da Vincenzo Amich, sindaco di Coniolo. Oltre allo stand curato dai Vivai Varallo e da 2 incontri pubblici, è stata effettuata la presentazione, in prima regionale della Guida di Comuni Fiori d’Italia di Asproflor. E tra gli espositori, istituzionali e non, da segnalare il ritorno, dalla lontana Sicilia, dei tavoli in pietra lavica e delle splendide ceramiche di Caltagirone. A fare da corona alla Mostra, poi, ci sono stati tutti gli eventi collaterali organizzati ogni sera nella Sala Convegni. Tutti hanno saputo catalizzare pubblico,fiori peonie 3 dallo spazio dedicato alla storia con la “Grande Guerra” a cura dell’Associazione 11° Battglione Fanteria Casale, a quelli musicali con il Festival canoro di San Giuseppe ormai diventato una classica grazie all’impegno della pro loco Casale e di Federico Marchese, alle esibizioni dell’Istituto Soliva, dei Roundabout Rockband , al Centro Esperienze Musicali, sino al d Doctorvoice, allo sport con il ritorno del pugilato nella partecipata serata organizzata dall’Associazione Pugilistica Valenzana, all’interessante convegno su “Cicloturismo e sviluppo del territorio” svoltosi nella cornice delle vedute del Monferrato, colte dall’obiettivo di Pier Giuseppe Bollo, “Il fotografo in bicicletta”, all’incontro sul Controllo del vicinato che ha battezzato la nuova sezione Piemonte, agli spettacoli teatrali de “La Banda dal dus” e dei “Giovani Artisti”, alle suggestive immagini del mondo sommerso a cura del Circolo Subacqueo Casale Monferrato. Sono stati questi tutti ingredienti che hanno contribuito al successo dell’edizione 2016 e permettono di guardare con fiducia verso il futuro di una manifestazione che è sempre in grado di catalizzare l’attenzione non soltanto di Casalesi e Monferrini ma di un’area molto più ampia che comprende le province e le regioni vicine.

 

Cassa integrazione record, Torino è sempre la prima città italiana. Il Piemonte quarta regione

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A livello nazionale nel primo bimestre di quest’anno, sono state autorizzate 117.097.805 ore di cassa integrazione

Un record (negativo) ormai consolidato da tempo: Torino è la provincia più cassaintegrata della nostra regione e  il Piemonte si trova al primo posto fra le regioni italiane. I lavoratori coinvolti dagli ammortizzatori sociali sono stati in media 79.400 al mese: la crescita è di 29.217 unità rispetto ai mesi di gennaio-febbraio  2015. Qual è l’andamento delle ore nelle province piemontesi? Nel primo bimestre 2016, rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, ecco la situazione: Torino +143,8%, Vercelli -0,1%, Biella -39,7%, Alessandria -44,7%, Verbania -58%, Cuneo -69,5%, Novara -77,1%, Asti -93,7%.  A livello nazionale nel primo bimestre di quest’anno, sono state autorizzate 117.097.805 ore di cassa integrazione. L’ incremento è del 6,9% rispetto allo stesso periodo del 2015. Nella nostra regione, la richiesta nello stesso periodo è stata di  oltre 26.997.000 ore, in aumento di 58,2%  punti percentuali rispetto all’anno prima (-56,3% ordinaria, +122,2% straordinaria, -25% deroga).

 
 

Le stelle cadevano a briciole

ORTA1Dalla fine del cinquecento, il complesso religioso dedicato a San Francesco, proprio grazie a questa sua specificità – l’essere dedicato ad un santo anziché alla vita di Cristo o di Maria – si differenzia nettamente dagli altri Sacri Monti

Questa notte, diciassette novembre, il cielo verrà  illuminato dalle Leonidi, le “lacrime del leone”, stelle cadenti d’inverno. Il cielo è terso e si vedranno bene, qui dal Sacro Monte d’Orta. Chissà se sarà come due anni fa, quando all’improvviso lo sciame di luminoso fece irruzione nel cielo e migliaia di stelle caddero a briciole, ardendo in volo fino a dare l’impressione di spegnersi nei boschi che dominano le due sponde del lago. Come lucciole d’estate, belle ed effimere. Il lago è immobile, liscio, senza rughe. Pare un volto di ragazza. Non c’è vento e in cielo appaiono immobili quelle rare nuvole, di cui s’intuisce a malapena il color fuliggine. Né scure,né chiare. Sembrano le lenzuola della signora Beatrice quando, fresche di bucato, vengono lasciate stese dal Nando, suo marito, dalla parte sbagliata della casa; non sulla facciata che dà sul piccolo frutteto ma su quella opposta, a pochi metri ORTA2dalla ferrovia. Cammino e sento un peso in me, quasi portassi una croce. Forse perché sale ripida quest’antica via che da piazza Motta porta al bivio tra il viale del Sacro Monte e, sulla destra, il piccolo cimitero del paese. I miei passi risuonano appena sull’acciottolato , quasi che le foglie ingiallite fossero state sparse da una mano discreta per soffocare i rumori e non disturbare questo silenzio che avvolge e ovatta ogni cosa. Tra belle ville e case di pietra, in poco tempo  guadagno qualche centinaia di metri di questa salita . Mantengo un buon passo, nonostante la sensazione – non piacevole – che qualcosa non stia andando per il verso giusto. Più un fastidio che un male vero e  proprio. Dev’essere la pressione che mi provoca lievi vertigini. Poca cosa, solo un accenno. Molto meno di quelle che si provano uscendo dall’osteria della Maria , in quelle sere d’inizio autunno quando i bicchieri si riempiono di  quel vino novello fatto con l’uva americana. Asprigno e dolciastro,al tempo stesso; è un vino di contrasti e di piaceri. Ma, soprattutto, è un vino che tradisce chi lo beve. Non serve abusarne per farti segare le gambe e portarti, leggero come una piuma, a immaginare di  toccare le nuvole.  E’ “il vino degli aviatori”, come lo chiama Ludovico, l’usciere della Pretura che frequenta – pure lui – l’Osteria dei Gabbiani quando sente il bisogno “ di un buon bicchiere per cacciar via dalla gola tutta la polvere dei faldoni delle udienze”. Scaccio quest’ immagine dalla testa ORTA STELLEche mi gira. M’appoggio al vecchio muro, tirando il fiato. Non l’ho mai trovata così lunga  questa strada a salire. Nemmeno d’estate quando il caldo è soffocante o, nei giorni più freddi dell’anno, a gennaio, quando respirando a bocca aperta si prova la sensazione spiacevole dei polmoni  che prendono fuoco , arsi dall’aria ghiaccia. Riprendo a salire, senza fretta e finalmente arrivo al Sacro Monte. L’insieme delle cappelle sembra protendersi sul lago, sovrastando  l’abitato di Orta. Dalla fine del cinquecento, il complesso religioso dedicato a San Francesco, proprio grazie a questa sua specificità – l’essere dedicato ad un santo anziché alla vita di Cristo o di Maria – si differenzia nettamente dagli altri Sacri Monti. E’, come dire, più popolare, alla portata di tutti, credenti e non credenti. Senza voler togliere nulla agli altri Sacri Monti, per carità. Però questo di Orta ha un qualcosa in più che non saprei spiegarvi ma che si sente, si vede e quasi si può toccare. Il portone della chiesa è chiuso ma sento distintamente il canto dei vespri. Frate Gioacchino mi ha spiegato che sono la preghiera del tramonto , cioè una delle maggiori ore canoniche  della Chiesa.  Sono divisi in due parti: la salmodia, cioè il canto dei salmi, e una seconda parte con preghiere varie. Tra i canti, lo sento bene, s’erge poderoso il Magnificat. “Magnificat anima mea Dominum,et exultavit spiritus meus in Deo salutari meo.Gloria Patri et Filio  et Spiritui Sancto, sicut erat in principio et nunc et semper  et in saecula saeculorum. Amen”.  Non sono un credente. Anzi, forse credo a modo mio, al di fuori dagli schemi e ORTA5dalle logiche di chi afferma di esserlo e lo fa sapere ai quattro venti. Io ho sempre creduto nel riserbo e nella misura. E comunque non è questo che conta o che possa interessarvi. Ascolto i canti ma non oso aprire il portone e varcare la soglia della chiesa. Restò lì, esposto all’alito freddo del vento. Mi vengono in mente tante cose. Ad esempio la frase del Cantico delle Creature di San Francesco che ho visto al Convento del Monte Mesma, non molto distante da quassù, ad Ameno: “Laudate sie mi Signore, per sora acqua, la quale è molto hutile, et humile et preziosa et casta”. Quanto sia utile e preziosa l’acqua lo sanno  bene i frati del Mesma. “Il fontanino” è l’unica sorgente naturale sul Monte e sebbene povera d’acqua, non è mai capitato che si prosciugasse completamente. I frati ,per sopperire alla mancanza d’acqua, già secoli or sono pensarono di utilizzare l’acqua piovana, quella che “la provvidenza regala generosamente ai buoni e ai cattivi”. L’ingegno, ai francescani, non mancava.  L’acqua piovana, da allora, è  raccolta con appositi canali nel primo chiostro. Da qui, passando attraverso a filtri di sabbia e di carbone, giunge purificata nel secondo chiostro in una cisterna che termina con una caratteristica costruzione a forma di tempietto.  Un’opera , quella dei due chiostri, ultimata nella prima metà del ‘600 e utilissima nei secoli a venire, con il pluviometro per la raccolta dei dati utili alle statistiche sulle precipitazioni in tutto il bacino del Cusio. Non so perché mi è venuto in mente questo fatto ma adesso sento che il freddo mi intorpidisce. Guardo giù verso il lago. E’ buio e si notano le luci nelle case e nelle vie. Paiono fiammelle tremolanti. Improvvisamente il cielo s’illumina al passaggio di due, tre, quattro stelle cadenti che, rapidissime, disegnano un arco che attraversa da parte a parte il lago. E poi altre, in sequenza, come quando scoppiano i fuochi di San Vito a Omegna. E’ uno spettacolo che lascia senza fiato: le “lacrime del leone”, al loro passaggio, arabescano il cielo. Anche quest’anno non mi hanno tradito. La fatica che ho fatto per arrivare quassù, per non mancare all’appuntamento, è stata ripagata.

Marco Travaglini

 

Il Carpe Diem di Varoufakis, il movimento della speranza

VAROUFAKIS1Sarà il tempo a decidere se Diem 25 potrà modificare l’Europa e, con essa, la storia dei prossimi anni. Al momento, però,  questo vento di cambiamento sembra dare risposte a chi si sentiva sperduto e deluso, regalando un nuovo sogno, una via diversa da percorrere

È partito partito da Torino il percorso italiano di Carpe Diem 25 (Diem 25) il movimento di idee e pensiero lanciato, qualche settimana fa, a Berlino, dall’ex ministro delle finanze ellenico Yanis Varoufakis finalizzato alla democratizzazione di un’Europa che sta perdendo la sua integrità morale e la sua anima. Al Campus Luigi Einaudi, giovedì 17 marzo 2016, Varoufakis ha ricevuto la cattedra ad honorem all’International University College, un riconoscimento che ha definito un “magnifico onore” e ha tenuto un’intensa lectio magistralis dal titolo “The Political Economics of an Epic Struggle”, durante la quale ha ripercorso i mesi che l’hanno visto coraggioso protagonista di una politica di sfida alle regole imposte dalla troika alla Grecia, regole inique destinate a far sprofondare ancora di più nella crisi e nell’indigenza un popolo impoverito e disperato, la sua battaglia solitaria contro la Germania, lotta conclusasi con le dimissioni a sorpresa il giorno successivo allo storico referendum con il quale i cittadini greci avevano pronunciato il proprio no forte e deciso a nuove politiche di austerità, ultimo disperato tentativo di difendere la primavera di Atene. Dopo alcuni mesi, Yanis Varoufakis torna ancora protagonista con un nuovo progetto, un nuovo modello che si pone come obiettivo quello di salvare un’Europa composta da democrazie, maVAROUFAKIS2 senza uno spirito democratico, in cui il demos è privato dei propri diritti e in cui sono un gruppo di tecnocrati a prendere le decisioni. Il manifesto sul quale si fonda Diem 25 parte dalla considerazione che i popoli europei hanno il diritto e il dovere di riprendere il controllo della loro Europa, basandosi su quattro fondamentali principi: nessun popolo europeo può essere libero se la democrazia di un altro viene violata; nessun popolo europeo può vivere nella dignità finché un altro ne è privato;  nessun popolo europeo può sperare di avere prosperità se è precipitato nell’insolvibilita’ e nella depressione permanenti; nessun  popolo europeo può svilupparsi senza impegni mentali per i suoi cittadini più modesti, senza sviluppo umano, equilibrio ecologico e determinazione a svincolarsi totalmente dalle energie fossili, in un mondo che cambia i suoi modi di funzionamento e non il clima del pianeta. Varoufakis, ancora una volta, offre un’opportunità, quella di riappropriarsi di una libertà di pensiero e di decisioni che ci è stata sottratta senza che nemmeno ce ne accorgessimo, rendendo i popoli europei sempre più simili agli uomini del mito della caverna nella Repubblica di Platone che, incatenati nell’oscurità, non sanno che il sole brilla all’esterno, che esiste un altro mondo, un’altra realtà e che, spesso, basta sfidare l’ostilità della massa, dei contemporanei, per raggiungerla, basta avere coraggio di andare controcorrente, di guardare oltre le ombre proiettate sul muro, di uscire a contemplare le stelle. L’indicazione per creare un’ “Europa della Ragione, della Libertà, della Tolleranza e dell’Immaginazione” arriva ancora una volta dall’appello di un figlio di quella terra che ha VAROUFAKIS3regalato al mondo intero la filosofia, la politica, la retorica, l’epica, la poesis, l’arte e la mitologia, da quella terra di dei, eroi e grandi ideali che ha insegnato al mondo che, liberati tutti i mali, sul fondo del vaso di Pandora rimase la consolazione più grande: la speranza. È una forte speranza quella che domina il pensiero che anima Diem 25, la speranza di poter far scaturire un cambiamento, la speranza di costruire un’Europa di uomini con lingue e culture diverse, ma con l’obiettivo comune di realizzare una società nella quale dominio pace e solidarietà, in cui si annullino le diseguaglianze, i nazionalismi, i fanatismo, gli estremismi, i razzismi.Varoufakis, nel libro “È l’economia che cambia il mondo”, intensa riflessione dedicata alla figlia Xenia: scrive: “È incredibile la facilità con cui tendiamo a considerare logica, naturale e giusta la distribuzione della ricchezza che abbiamo sotto gli occhi, specialmente se ci favorisce. Quando ti sembra di propendere per questo tipo di pensieri, ricorda: tutti i bambini nascono nudi, ma per alcuni è già stata pronunciata la condanna alla fame,  allo sfruttamento e alla miseria. Non cedere mai alla tentazione di accettare una spiegazione logica per le disuguaglianze che finora, da ragazza che sei, hai ritenuto inaccettabili”. In questa frase credo sia racchiuso tutto il senso del nuovo progetto dell’ex ministro greco. Sarà il tempo a decidere se Diem 25 potrà modificare l’Europa e, con essa, la storia dei prossimi anni. Al momento, però,  questo vento di cambiamento sembra dare risposte a chi si sentiva sperduto e deluso, regalando un nuovo sogno, una via diversa da percorrere.

Barbara Castellaro 

Lancio di oggetti contro il pullman della Juventus

juve tifosi 2Due i tifosi fermati dalle forze dell’ordine

Il derby della Mole incomincia sotto cattivi auspici. Dopo il tentativo di incendiare il bar dei tifosi granata davanti al Filadelfia, oggi un  finestrino del pullman della Juve è stato danneggiato dal lancio di oggetti mentre giungeva allo stadio Olimpico.  Due i tifosi fermati dalle forze dell’ordine, che  effettueranno un sopralluogo per accertare i danni provocati al bus.  All’ingresso dei pullman delle due squadre nello stadio, cori  e slogan al passaggio del mezzo del Toro,  qualche insulto e fischio all’indirizzo di quello  bianconero. L’impianto sportivo è presidiato in forze da polizia e carabinieri.

(Foto: archivio il Torinese)

 
 

Premio a Riondino, il “Giovane Montalbano” televisivo

Il riconoscimento consegnato presso il Teatro Fassino di Avigliana: è il Premio Bruno Carli

riondinoMichele Riondino e il Comitato di cittadini e lavoratori liberi e pensanti di Taranto hanno ricevuto domenica 20 marzo al Teatro Fassino di Avigliana il Premio Bruno Carli. Riondino, il “Giovane Montalbano” televisivo da anni fa parte del Comitato tarantino. Il Valsusa Filmfest, di cui si è celerata un’anteprima, in ogni edizione ricorda la figura di Bruno Carli, partigiano e presidente dell’associazione Valsusa Filmfest fino al 2002, con l’omonimo premio che viene destinato ad esponenti di realtà impegnate in difesa dei diritti e dell’ambiente. Dietro richiesta dello stesso Riondino, alcuni esponenti del Valsusa Filmfest gli riconsegneranno il Premio anche  sul palco del concertone del 1 Maggio tarantino, di cui Riondino è direttore artistico.  Dopo la premiazione e l’incontro con Michele Riondino è stato proiettato il film “Con il fiato sospeso” di Costanza Quatriglio, ispirato a una storia vera, narrata nel diario di Emanuele Patané, interpretato da Michele Riondino, un dottorando di ricerca nel Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Catania, morto di tumore al polmone nel 2003. Il Valsusa Filmfest si svolgerà dal 9 aprile all’8 maggio prossimi e si svolgerà in otto comuni della Valle, Almese, Avigliana, Bardonecchia, Bussoleno, Caprie, Condove, Mattie, Torino, Venaus, oltre che a Giaveno e a Torino.

Massimo Iaretti

Racket e usura: che fare?

comune palazzo civicoIncontro lunedì 21 marzo, nella Sala Orologio del Comune

“Racket e usura: quali possibili interventi delle istituzioni ?” è l’interrogativo che pone il convegno che si tiene lunedì 21 marzo, nella Sala Orologio del Comune di Torino, dalle ore 14.30 in occasione della ventunesima Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Intervengono Fosca Nomis, coordinatore di Avviso Pubblico Piemonte, l’assessore alla Polizia municipale e Politiche Sicurezza della Città di Torino Giulia Tedesco, Daniela Ruffino dell’Osservatorio sul fenomeno dell’usura – Piemonte, il sindaco di Villastellone Davide Nicco, Nicola Rossiello segretario generale Silp Piemonte, Giovanni Dei Giudici presidente di Federconsumatori Piemonte, l’avvocato Alessandro Curletti, Francesca Rubino del Servizio Sos Giustizia Nord Ovest. Modera Massimiliano Quirico. “Così come è fondamentale fare memoria, in particolare tra le nuove generazioni – spiega Fosca Nomis – allo stesso modo è necessario agire concretamente e collaborare a tutti i livelli della società per togliere terreno alle mafie, aggredire i loro patrimoni e sostenere le vittime incolpevoli di racket e usura attraverso vari strumenti: il Fondo vittime proposto dal Comune di Torino, l’Organismo di Composizione della Crisi da sovraindebitamento (Occ) previsto dalla legge 3/2012 (che sta aprendo nel Comune di Villastellone con lo Sportello “La rinascita degli onesti”), il Servizio Sos Giustizia.”.

(Foto: il Torinese)

Massimo Iaretti

Sicurezza a Chieri: il vicino di casa come antifurto

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Ma che cos’è il Controllo del Vicinato, carabinieriabbreviato CDV ? Si tratta di un sistema di deterrenza e prevenzione per la microcriminalità di origine anglo – sassone, da attuarsi in stretto contatto e collaborazione con le forze dell’ordine e le istituzioni, basato soprattutto sulla solidarietà tra i cittadini

Martedì 22 marzo alle ore 18, in Sala Conceria a Chieri si parla di Controllo del Vicinato. L’incontro, a cura dell’Associazione Controllo del Vicinato e dell’Amministrazione Comunale di Chieri sarà incentrato sul tema “Chieri Sicuro – Il migliore antifurto è il tuo vicino”. I lavori saranno introdotti dall’Assessore alla Polizia Locale, Massimo Gaspardo Moro, cui seguiranno gli interventi di Ferdinando Raffero, referente per la Città Metropolitana di Torino dell’Associazione Controllo del Vicinato e di Massimo Iaretti, referente per il Piemonte e componente del Comitato Esecutivo Nazionale dell’Associazione. Le conclusioni verranno tratte dal Sindaco di Chieri, Claudio Martano. L’incontro verrà moderato dall’Assessore alla comunicazione e partecipazione, Ferdinando Massucco. Si tratta del primo incontro dopo la costituzione della Sezione Piemonte dell’Associazione, deliberata domenica dal Comitato Esecutivo – terza in Italia – che vede come responsabile regionale Massimo Iaretti e vice Ferdinando Raffero.

Ma che cos’è il Controllo del Vicinato, abbreviato CDV ?

BANDIERA CARABINIERISi tratta di un sistema di deterrenza e prevenzione per la microcriminalità di origine anglo – sassone, da attuarsi in stretto contatto e collaborazione con le forze dell’ordine e le istituzioni, basato soprattutto sulla solidarietà tra i cittadini, sul notare fatti o persone insolite nella zona, sul dialogo con le forze dell’ordine ed è agli antipodi delle cosiddette “ronde” che prevedono un intervento attivo. Inoltre alla base ha la filosofia del recupero di quella coesione sociale ed aiuto reciproco che sempre si è avuto nei comuni, soprattutto in quelli rurali e che si è andato progressivamente perdendo con i processi di inurbamento ed i mutamenti demografici degli ultimi decenni. Negli anni scorsi si è sviluppato soprattutto il Lombardia ed in Veneto, ma in periodi più recenti anche in Toscana, Umbria, Lazio, Emilia Romagna. In Piemonte, dopo è approdato nel 2013, ancora in Monferrato, a Casorzo in Provincia di Asti. Negli ultimi mesi ha avuto un notevole sviluppo con l’adozione da parte delle municipalità di San Mauro Torinese e la costituzione di un gruppo di volontari a Riva di Pinerolo e poi ancora a Givoletto, San Raffaele Cimena, Gassino, San Sebastiano da Po (nella città metropolitana di Torino), Scurzolengo, Calosso, Moransengo, Fontanile (Asti), Ponzano Monferrato, Villamiroglio ed Unione dei comuni della Valcerrina, Rivarone e poi ancora a Sezzadio, a Casale Monferrato dove sono stati costituiti diversi gruppi di volontari, Coniolo, Giarole, Valmacca (Alessandria), a Guarene, Ceresole d’Alba, Corneliano d’Alba, con manifestazioni di interesse molto concrete anche a Canale, Monticello d’Alba, Santa Vittoria d’Alba (Cuneo) ed si sta incominciando a parlarne anche in Provincia di Biella e di Vercelli (a Rive Vercellese e Stroppiana), ma soprattutto sta avendo uno sviluppo importante nel Comune di Asti, primo capoluogo in Piemonte ad adottarlo ufficialmente con una delibera della giunta Brignolo”. In tutto, ad oggi, sono stati censiti ufficialmente dall’Associazione in Piemonte, 19 comuni che hanno espresso condivisione del sistema, senza alcun onere per le casse comunali, e 28 gruppi costituiti da cittadini in tutto il territorio regionale, ma si tratta di dati che sono in crescita esponenziale.

 

Sepolto vivo dalla valanga, salvataggio in Val Pellice

soccoros alpino elicotteroIl bollettino Arpa segnala anche in questi giorni il pericolo valanghe

Una persona è stata estratta viva dalla valanga staccatasi questa mattina in Val Pellice, sul sentiero diretto al rifugio Willy Jervis, a 1.732 metri sulle Alpi Cozie. Sono intervenuti il soccorso alpino e un elicottero del 118. Il bollettino Arpa segnala anche in questi giorni il pericolo valanghe,  tra moderato e marcato per la neve abbondante dopo le precipitazioni dei giorni scorsi, e per il rialzo termico di queste giornate di sole. La persona salvata era con una comitiva di amici che stava effettuando una escursione con le ciaspole. E’ stata portata in elicottero a scopo precauzionale  all’ospedale di Pinerolo. Le sue condizioni non sembrano destare preoccupazione.