Pasqua da tutto esaurito, secondo i dati di Confesercenti e Ascom, negli alberghi torinesi nel periodo di Pasqua e fino al weekend del 25 aprile, con una occupazione che tocca il 95% delle camere. In crescita i turisti italiani (+2%) e anche gli stranieri (+2,1%)”. Il presidente di Confesercenti, Giancarlo Banchieri: “Il trend positivo del settore dolciario ed enogastronomico è una certezza per Torino. Il turismo del Gusto è in costante crescita”. Aggiunge Maria Luisa Coppa, presidente Ascom Torino, che ci sono “forti aspettative per la mostra dedicata a Leonardo”. I torinesi amano sempre di più le uova e le colombe pasquali artigianali, con un incremento delle vendite e degli ordini che sfiora il 10%.
(foto: il Torinese)
Si è svolta nei giorni scorsi, a Praga, in Repubblica Ceca, l’Assemblea Generale della Rete EURORESO, un’associazione internazionale senza scopo di lucro, con finalità educative e di diffusione scientifica, che raggruppa 63 istituzioni di 30 Paesi dell’UE
L’adesione è stata formalizzata grazie al supporto di CFIQ – Consorzio per la Formazione l’Innovazione e la Qualità di Pinerolo, con il quale EnAIP Piemonte collabora da anni nella gestione di attività formative e di progetti internazionali e già membro della rete. La partecipazione alla Rete EURORESO rappresenta per il nostro Ente una valida occasione di scambio di buone pratiche, di partecipazione a iniziative a livello europeo e di diffusione dei risultati dei progetti. Germano Nervo, Referente di EnAIP Piemonte per i progetti internazionali, ha preso parte all’incontro, presentando l’agenzia formativa ai partner e aderendo formalmente alla rete. Inoltre, durante l’incontro sono stati presentati i risultati di alcuni progetti europei di cui EnAIP Piemonte è coordinatore, nello specifico EMBRACE, IRENE e SKIP.
Il Piano banda ultralarga è in ritardo. Deve essere accelerato e non può fallire. I cantieri devono partire. Subito, domani mattina. Lo hanno ribadito il Presidente Uncem Piemonte Lido Riba e il Presidente Uncem nazionale Marco Bussone nelle scorse ore ai dirigenti regionali e ai vertici degli Enti locali che compongono la “cabina di regia” per l’attuazione del Piano BUL nelle “aree bianche” del Piemonte, cioè nei Comuni montani dove gli investimenti per la rete vengono fatti grazie a 280 milioni di euro di fondi pubblici. Uncem ha richiesto un’urgente riunione della cabina di regia nella qualerimuovere ogni ostacolo affinché prendano il via i cantieri nei paesi, ad opera delle imprese incaricate da Open Fiber. Le ditte dovranno scavare, fare i ripristini perfettamente, agire velocemente e bene. Non c’è tempo da perdere e i Sindaci dei Comuni montani piemontesi avrebbero preferito l’avvio dei lavori prima delle elezioni amministrative. Una richiesta legittima, vista l’attesa eccessiva finora. Per lungaggini burocratiche e iter autorizzativi eterni, in molti Comuni che dalle tabelle diffuse da Infratel e Ministero dello Sviluppo economico risultano “in esecuzione”, i lavori per fibra e sistemi wireless non sono ancora partiti. Una situazione molto grave che Uncem vuole possa essere sbloccata nel giro di qualche giorno. “Ci abbiamo messo la faccia, abbiamo raccontato il Piano e lo abbiamo idealmente, istituzionalmente, socialmente sostenuto – precisano Riba e Bussone – Ora non devono essere le burocrazie italiane a fermare i lavori che daranno reti moderne e decisive per la competitività e la digitalizzazione dei distretti territoriali rurali e montani, PA, imprese, comunità, case, scuole e municipi. Si è già perso troppo tempo. Intervengano i vertici della Regione per evitare ogni ulteriore lungaggine. I Comuni vogliono quei lavori, già finanziati con fondi UE, nazionali, regionali, e al più presto da effettuare. Apriamo i cantieri, in Piemonte e in tutt’Italia. Subito”.
La mattina del 15 dicembre 1966, dieci giorni dopo il suo sessantacinquesimo compleanno, moriva Walter Elias Disney Junior. Era l’uomo dei sogni, l’artista visionario che tutto il mondo conobbe con il nome di Walt Disney, il “papà” di Topolino e di tanti altri personaggi. Disney amava dire che “l’unico modo per iniziare a fare qualcosa è smettere di parlare e iniziare a fare”. Infaticabile, quarto dei cinque figli di Elias Disney e Flora Call, nato a Chicago ai primi di dicembre del 1901, agli albori del “secolo breve” applicò questa massima alle sue scelte. L’infanzia all’insegna dei trasferimenti con il duro lavoro nei campi del Missouri, il successivo approdo a Kansas City, dove aiutò il padre a consegnare i giornali, la partecipazione a sedici anni ( falsificando la data di nascita sul passaporto) alla Grande Guerra come autista volontario di ambulanze della Croce Rossa statunitense in Francia. Al ritorno a Kansas City s’impegnò negli studi d’animazione, realizzando cortometraggi come “Il Paese delle Meraviglie di Alice (Alice’s Wonderland)”. Disney, nel 1923, partì alla volta della California con quaranta dollari in tasca, diventando in breve tempo imprenditore, produttore cinematografico, regista e animatore. Con Ubbe Ert Iwerks, bravissimo e straordinario disegnatore, iniziò i primi esperimenti e intuì che, se fosse
riuscito a far muovere quei disegni inanimati, avrebbe rivoluzionato il mondo del disegno. Il nome di Walt Disney iniziò a farsi sempre più noto, ma ciò che lo rese davvero celebre – prima negli Stati Uniti e poi in tutto il mondo – fu la creazione delle piccole serie animate dove il protagonista era il coniglio Oswald. Il personaggio – inventato nel 1927 – diventò ben presto un’icona e il suo creatore riescì a costituire la prima azienda col suo nome: la Walt Disney Company. Narrano le leggende, che durante un viaggio in treno, Walt Disney stesse facendo uno schizzo di Oswald, cercando di semplificarne i tratti. La modifica più evidente era quella delle orecchie, che da lunghe diventarono piatte e tonde, decisamente più simili a quelle di un topo. Da quegli schizzi nacque Mortimer Mouse, il personaggio che mandò in pensione Oswald. Tuttavia la compagnia decise di cambiarne il nome in Mickey Mouse. Ecco quindi Topolino, protagonista del primo film animato sonoro Steamboat Willie, che ottenne un successo planetario. Il successo crebbe a dismisura e arrivarono anche “gli altri”:
Paperino, Pluto, la fidanzata Minnie, Pippo e tutti i personaggi che hanno accompagnato la nostra infanzia. “If you can dream it, you can do it“, amava ripetere Disney : ”se puoi sognarlo, puoi farlo”. Così nacque l’impero della fantasia e dell’immaginazione: non solo film e fumetti, parchi a tema e prodotti di consumo, ma anche media e spettacolo. Basti pensare al gruppo televisivo Disney-ABC, ai canali sportivi ESPN o agli “studios” d’animazione della Pixar, acquisiti dieci anni fa. Già dal suo primo lungometraggio del 1937, “Biancaneve e i sette nani” (il primo film d’animazione prodotto in America, il primo ad essere stato prodotto completamente a colori) il mondo intero aveva intuito di aver a che fare con un genio sognatore. Non a caso,il giorno della sua scomparsa, l’allora governatore della California, il futuro presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, in sette parole, diede voce al pensiero di tanti: “Da oggi il mondo è più povero”.
Marco Travaglini
“Non mi stancherò mai di ripetere che occorrono pene più severe per chi maltratta o uccide gli animali. Di fronte a comportamenti come quelli svelati dall’operazione “Crudelia”, dei carabinieri forestali di Reggio Emilia, sento levarsi voci indignate anche dalla maggioranza di governo. Bene. Spero allora che sia la volta buona e che finalmente il Parlamento esamini la mia proposta di legge AC 335 “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l’integrazione e l’armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali”. L’ultima maggioranza parlamentare che si è dimostrata concretamente sensibile – ricorda l’ex ministro – è stata quella di centrodestra, che nel 2010 ha approvato la fondamentale legge 201 sul traffico dei cuccioli e per l’inasprimento delle sanzioni penali contro gli autori di maltrattamenti e uccisioni. Da allora solo chiacchiere e indignazione a buon mercato”. Così l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, commenta gli esiti dell’operazione coordinata da Reggio Emilia contro trafficanti di cuccioli.
Joshua Tongiani si aggiudica il primo gradino del podio con il “Risotto con crema di pomodorini gialli, basilico, polvere di pane all’acciuga e bottarga”, una ricetta che interpreta la grande tradizione della cucina italiana in un piatto a base di Riso Gallo Gran Riserva
Il vincitore del Premio Gallo-Specialista del Riso 2019 – il concorso organizzato da
Riso Gallo in collaborazione con Ristoranti e Bargiornale – è Joshua Tongiani, cuoco presso il Ristorante Sadler a Milano. Il giovane chef ha scalzato i dieci finalisti con la ricetta “Risotto con crema di pomodorini gialli, basilico, polvere di pane all’acciuga e bottarga” preparato con Riso Gallo Gran Riserva. Sul secondo e terzo gradino del podio, rispettivamente Gioele Vacchina dell’Istituto d’Istruzione Superiore ‘Giovanni Giolitti’ di Torino con “Arancino 2.0” e Alessia Figini dell’Istituto Professionale Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera ‘Carlo Porta’ di Milano con “Limoncino”. L’iniziativa, dedicata ai talenti emergenti della ristorazione dai 18 ai 28 anni, conferma l’attenzione di Riso Gallo verso i giovani, sostenendoli ed incentivandoli ad eccellere. L’azienda premia così la creatività nella preparazione dei piatti e diffonde l’eccellenza della cucina italiana nel mondo. Rispetto alla precedente edizione il concorso non si è limitato al “classico risotto” ma ha lasciato spazio ad altre ricette della tradizione italiana. Ai concorrenti è stato, infatti, richiesto di cimentarsi su un tema quanto mai attuale, “Non solo risotti: la grande tradizione della cucina italiana in un piatto a base di riso”, attraverso l’utilizzo a scelta di almeno uno tra i seguenti prodotti di Riso Gallo: Carnaroli Riserva, Venere, Originario, 3 Cereali e Aroma. Una scelta che conferma come l’Azienda sia da sempre attenta a cogliere i cambiamenti e l’evoluzione dei consumi, innovando e diversificando l’offerta, garantendo sempre una costante ed elevata qualità. La competizione, che ha visto i 10 giovani chef giunti in finale cimentarsi dal vivo con le ricette proposte, è stata arbitrata da una giuria composta dallo chef e maître chocolatier Ernst Knam, da Fabio Pisani (chef patron de Il Luogo di Aimo e Nadia, due stelle Michelin), Maddalena Fossati (Direttore de La Cucina Italiana) e Rossella De Stefano (Direttore di Bargiornale). Ai primi tre classificati vanno in premio una fornitura di strumenti da cottura Ballarini 1889 Professionale, per un controvalore rispettivamente di 3.000, 2.000 e 1.000 euro. Al vincitore l’onore di vedere la foto della propria ricetta pubblicata sulla copertina della nuova Guida Gallo, alla sua undicesima edizione, e la possibilità di proporre la ricetta in occasione della serata di gala che, nel 2020, accompagnerà la presentazione del Volume. La Guida Gallo rappresenta, infatti, da vent’anni un prezioso strumento per chi vuole affidare il palato alla sapiente creatività dell’arte culinaria, visitando i ristoranti più prestigiosi in cui il Risotto è sempre il protagonista indiscusso. La ricetta di Joshua Tongiani, vincitore del Premio Gallo-Specialista del Riso 2019: Risotto Gallo
“Giovanni Michele Graneri. Piazza del mercato delle Frutta a Torino”
“Contornata da grandi Fabbriche con Portici uniformi, disegno del Cavaliere D. Filippo Juvarra. Vi si fa il Mercato d’ogni sorta di frutti, Pesci, e Butiro all’ingrosso ed al minuto. Da un lato di essa si vendono li Panni lini usati, e nuovi”: correva l’anno 1753 e tal Gaspare Craveri, nella sua “Guida de’ forestieri per la real città di Torino”, così descriveva l’allora Piazza del Mercato (ancora in nuce) di Porta Palazzo, il grande spazio pubblico progettato, a partire dal 1716, dall’architetto Filippo Juvarra sul luogo esatto dal quale entrarono in città nel settembre del 1706 il duca Vittorio Amedeo II e il cugino Eugenio di Savoia-Soissons, dopo la vittoriosa battaglia contro i Francesi. Descrizione secondo il lessico del tempo, quella di Craveri, confermata in chiave pittorica dall’olio su tela realizzato, solo tre anni dopo nel 1756, da Giovanni Michele Graneri (Torino 1708 – 1762), titolato per l’appunto “Piazza del mercato delle Frutta a Torino” e di recente entrato– dopo vari passaggi nell’ambito del collezionismo privato – a far parte delle Collezioni del torinese “Museo Accorsi-Ometto”. Ritrovata nell’autunno scorso ed acquistata dalla Fondazione di via Po, cui fa capo l’omonimo Museo, la tela – la più antica raffigurante l’area mercatale di Porta Palazzo, per i torinesi “Porta Pila” – è dunque oggi esposta al pubblico e visibile nel normale percorso museale. Allievo di Pietro Domenico Olivero, in allora a Torino fra i più importanti pittori legati alla scena di genere d’origine seicentesca (i cosiddetti “bamboccianti”), Graneri realizzò, negli anni Cinquanta del Settecento, quattro tele rappresentanti quattro popolari mercati torinesi: oltre alla citata “Piazza del mercato delle Frutta” raffigurante Porta Palazzo, il “Mercato in piazza San Carlo a Torino” con il suo pendant del 1752, il “Mercato al Borgo del pallone” ( entrambi acquistati nel 1931 dallo stesso Pietro Accorsi per il Museo Civico subalpino ) e la “Piazza delle Erbe a Torino con il mercato e l’estrazione del lotto”, anch’essa datata 1756 e oggi conservata al “John and Mable
Ringling Museum of Art” di Sarasota in Florida. “Quattro opere – ipotizza Luca Mana, responsabile delle Collezioni del Museo – che probabilmente dovevano essere esposte insieme all’interno di Palazzo Civico, per mostrare i diversi aspetti, divertenti e realistici, dei contemporanei mercati cittadini”. Quasi certamente ispirato da un’incisione del 1749 di Giovanni Battista Borra, architetto e disegnatore piemontese – fra gli allievi di maggior talento di Bernardo Antonio Vittone – il dipinto acquisito ed esposto per la prima volta al pubblico dal “Museo Accorsi-Ometto” rappresenta una preziosità non da poco per la storia di Torino e dell’arte torinese. “L’opera di una qualità pittorica molto alta – sottolinea ancora Mana – è sicuramente la più antica e attendibile rappresentazione della piazza e del primo nucleo di quello che nell’Ottocento diventerà poi il mercato di Porta Palazzo”. Ben visibili sulla tela sono anche i monumenti e le architetture che, al tempo, era ancora possibile ammirare dal centro della piazza: da sinistra a destra, la cupola e il campanile della Basilica Mauriziana, la chiesa di San Rocco, l’alta Torre Civica (abbattuta dai Francesi a inizi Ottocento) e la cella campanaria di San Domenico. In primo piano, sfila invece la perfetta teoria dei palazzi porticati che il messinese Juvarra progettò quale scenografico ingresso settentrionale alla capitale sabauda, mentre nel cuore della piazza vive, attraverso una minuta e certosina descrizione scenica, una sorta di “presepe laico”, come ancora Mana definisce quel vivace teatrino della più varia umanità torinese del Settecento, in cui all’unisono si muovono figure colorate, venditori di frutta e verdura o di stoffe e panni nuovi e usati, mamme con bambini, mendicanti e orfanelli intenti a chiedere l’elemosina, uomini elegantemente vestiti e poveri diavoli squinternati e rattoppati alla bell’e meglio, accanto a guardie impegnate nell’arresto d’una donna di malaffare e divertiti cantastorie. Tutto il mondo d’allora. Di campagna e di città. In quell’angolo di mercato torinese destinato a diventare, qual è oggi, il più grande mercato all’aperto d’Europa.
Gianni Milani
“Giovanni Michele Graneri. Piazza del mercato delle Frutta a Torino”
Museo Accorsi-Ometto, via Po 55, Torino; tel. 011/837688 o www.fondazioneaccorsi-ometto.it
Orari: mart. – ven. 10/13 e 14/18; sab. – dom. e festivi 10/13 e 14/19
Nelle immagini
– Giovanni Michele Graneri: “Piazza del mercato delle Frutta a Torino (Porta Palazzo)”, olio su tela, 1756
– Giovanni Battista Borra: “Piazza del mercato di Porta Palazzo a Torino”, acquaforte, 1749
– Giovanni Michele Graneri: “Mercato in piazza San Carlo a Torino”, olio su tela, 1752
– Giovanni Michele Graneri: Mercato al Borgo del Pallone”, olio su tela, 1752
Personale della Polizia di Stato della Questura di Torino e i poliziotti del Servizio Centrale Operativo hanno dato esecuzione al provvedimento di fermo di indiziato di delitto per violazione della normativa sugli stupefacenti, nei confronti di due soggetti di nazionalità straniera.
L’attività investigativa nasceva da altre operazioni antidroga condotte dall’Autorità Giudiziaria romena nell’ambito di un procedimento per traffico internazionale di stupefacenti. In tale attività veniva indagato un cittadino romeno che fin dal 2010 aveva collaborato con un gruppo criminale organizzato e che aveva base operativa a Torino. Tale soggetto romeno aveva il ruolo di individuare altri connazionali disposti a trasportare cocaina dal Brasile in Europa, preventivamente celata in ovuli da ingerire oppure occultata in valige con doppiofondo, in cambio di denaro. Nel periodo compreso tra il 2010 ed il 2012, sono stati reclutati diversi cittadini romeni utilizzati come “corrieri” per trasportare dello stupefacente per mezzo di ovuli dal Brasile in Italia ed Europa a beneficio di due stranieri dimoranti in Torino di nome “People” e“Ruth”. Dalle successive investigazioni condotte in Italia e che hanno visto per la prima volta l’attivazione di un operatore sotto copertura appartenente alla polizia romena, si accertava che i referenti del traffico di stupefacente erano una coppia di nigeriani residenti a Torino, che avevano introdotto in Italia ed in altre città Europee ingenti quantitativi di cocaina ed eroina provenienti da alcuni Paesi del Sud America, in particolare dal Brasile.
Molti di questi stranieri erano stati portati a Torino dove venivano accolti da “RUTH” che si occupava della parte logistica e del pagamento delle spese di viaggio dei corrieri, che ricevevano le somme attraverso la Western Union. Le indagini, condotte dalla squadra Mobile e dallo SCO, consentivano di riscontrare che uno di questi corrieri, di nazionalità romena, reclutato da “PEOPLE”, era stato già arrestato presso l’aeroporto di San Paolo (Brasile) per possesso di un chilogrammo di cocaina nel maggio del 2011. Più recentemente, un ulteriore corriere, nato in Sudan e cittadino spagnolo, veniva tratto in arresto dalla Polizia tedesca a Francoforte sul Meno (Germania) poiché celava all’interno dell’intestino 1 kg circa di eroina divisa in ovuli. Sulla scorta degli elementi raccolti, la locale Autorità Giudiziaria decideva di emettere dei provvedimenti di fermo di indiziato di delitto per traffico di sostanza stupefacente. Il Giudice per le indagini preliminari, nei termini di legge, convalidava il provvedimento restrittivo della Procura della Repubblica di Torino ed emetteva la misura cautelare della custodia in carcere.
“Sono contentissima, stento a crederci”. Giovanna Nocca, mamma e nonna di Avigliana, è la vincitrice del primo premio della seconda edizione della Lotteria benefica di Natale “Ricerca la fortuna”, organizzata dalla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro: una bellissima Fiat 500 Collezione, messa in palio in collaborazione con FCA, main sponsor dell’iniziativa. Le è stata consegnata oggi all’ Istituto di Candiolo. La lotteria ha avuto successo: sono stati distribuiti oltre 7 mila biglietti, che hanno permesso di raccogliere oltre 30 mila euro. I premi in palio erano 80. “I nostri sostenitori – ha commentato Allegra Agnelli, Presidente della Fondazione – rispondono sempre con grande generosità alle nostre iniziative. Ringrazio FCA che anche quest’ anno ha voluto sostenerci, offrendo il primo bellissimo premio, e tutti gli altri partner che hanno collaborato”. Giovanna Nocca fa la magazziniera alla Tnt di Settimo Torinese, azienda che sostiene la Fondazione in questa iniziativa benefica: “Sono stati messi a disposizione di noi dipendenti – racconta – alcuni pacchetti di biglietti e io ne ho presi sei. Sono una sostenitrice dell’Istituto di Candiolo, che ringrazio per essermi stato sempre vicino in diverse fasi non solo della mia vita privata, ma anche quella della mia famiglia. E questo per me è un regalo bellissimo oltre che un’emozione unica”
Nasce a Torino il Museo del diabete
Venerdì 19 aprile 2019 dalle ore 15, presso l’Aula Magna del Rettorato, Università di Torino (via Verdi 8), si svolgerà la Cerimonia di inaugurazione de La dolce vita: il Museo del Diabete (Per un museo di medicina a Torino). In occasione dell’apertura, verrà organizzata una breve conferenza durante la quale saranno presentati il Museo, il suo vissuto e obiettivi, le nuove frontiere della ricerca (pancreas artificiale e bioingegnerizzato) da parte di studiosi italiani di caratura internazionale, perché il Museo e la Fondazione Diabete Torino intendono il passato come guida per il futuro. Nella stessa occasione saranno presentate ufficialmente la Fondazione Diabete Torino Onlus e le attività dalla stessa promosse nel corso degli anni. L’organizzazione della mostra e i costi relativi sono a carico della Fondazione Diabete Torino Onlus, con il contributo di Fondazione CRT, Reale Mutua Assicurazioni, Registro FIAT ed FCA.
La Fondazione Diabete Torino (professor Massimo Porta) ha scelto di non chiedere il supporto di Case Farmaceutiche o soggetti comunque direttamente implicati nel business legato alla diagnosi e al trattamento del diabete.
La dolce vita: il Museo del Diabete
(Per un museo di medicina a Torino)
Da martedì 23 aprile sino a sabato 22 giugno 2019
con orario 10.00-19.00
nei locali della Biblioteca Arturo Graf dell’Università di Torino
Palazzo del Rettorato di via Verdi 8
Il nome un po’ retrò della mostra ci conduce ad immagini antiche, l’intento è rivisitare un passato anche lontano per meglio comprendere quanto accade oggi e quanto il futuro ci può riservare. Si desidera raccontare la storia del diabete e come la ricerca abbia modificato il percorso di vita delle persone che si sono trovate e si trovano a vivere la malattia. Un viaggio dall’antichità agli anni più recenti, per sottolineare l’importanza della prevenzione e corretta informazione per pazienti e non. Saranno considerati anche gli aspetti di possibile discriminazione nel mondo del lavoro e nella società. La ricca collezione personale di materiale bibliofilo (circa 3000 volumi) e strumentale del professor Bruno Bruni (1923-2006), unica al mondo in tema di storia del diabete, fu da lui stesso organizzata in Museo del Diabete (www.museodeldiabete.it) e ricevuta in lascito dalla Fondazione Diabete Torino Onlus. La Fondazione persegue l’obiettivo di rendere fruibile al pubblico ed agli studiosi il suddetto materiale anche mediante iniziative come la mostra in oggetto. Attraverso un percorso coinvolgente il visitatore potrà conoscere gli aspetti di vita quotidiana, attraverso i secoli per arrivare ad oggi, di chi è diabetico e di chi gli è accanto. Sono previste stazioni video, con rivisitazione del film “Glory enough for all” sulla scoperta dell’insulina e video realizzati dal prof. Bruni e dalla sua équipe, utilizzando ancora materiale informatico degli anni ’80 e ’90. opo un breve excursus sul diabete nella storia, dall’antico Egitto all’antica Roma, attraversando Medioevo e Rinascimento fino all’Ottocento, il percorso della mostra si articolerà su:
- L’alimentazione, ovvero non esiste più la “dieta per diabetici”.
- Dall’insulina alle “insuline”.
- Gli altri farmaci per il diabete.
- Come faccio a controllare se la glicemia va bene?
- Come utilizzare al meglio tutte queste cose – La self-management education.
- Cosa sono le complicanze e come prevenirle.
- Attenzione alle bufale ed ai falsi rimedi.
- Il mio compagno/a (di scuola, di lavoro, di vita) ha il diabete: cosa posso fare?
Al termine del percorso il visitatore troverà uno spazio allestito con i mobili e gli oggetti di lavoro personali del prof. Bruni, che ne ricorderanno la figura ed il contributo alla diabetologia non solo torinese.