redazione il torinese

Colazione anglo-americana a Torino, che bontà!

Pancake con sciroppo di acero, caffè americano, uova, muffin, donut – le famose ciambelle colorate e zuccherate – e tante altre meravigliose delizie anglo-americane sono alcune tra le specialità culinarie che si possono assaporare a Torino per una colazione un po’ insolita.

Questa breakfast, oramai molto popolare, è un po’ diversa da quella tradizionale italiana: molto sostanziosa, variegata e, senza nulla togliere alla nostra, davvero buonissima. L’amatissimo e italico cappuccino e cornetto costituiscono in realtà un momento di nutrimento molto veloce, visto che il più delle volte sono consumati in piedi al bancone, la colazione anglosassone-americana invece è un vero e proprio pasto fatto il più delle volte di varie portate calde da mangiare comodamente seduti, sfogliando magari le pagine di un giornale o contemplando il panorama in pieno relax. Spesso, proprio per la ricchezza dei suoi alimenti, fa anche da pranzo e probabilmente il termine brunch (breakfast + lunch) è stato coniato pensando alla doppia valenza di questo primo pasto nordico-occidentale.

I locali che offrono queste prelibatezze sono diversi a Torino, la scelta è abbastanza ampia e il potersi sentire, almeno per un po’, in vacanza negli Stati Uniti o in Gran Bretagna è il valore aggiunto del consumare queste specialità gastronomiche, se ci aggiungiamo poi un sottofondo musicale di jazz si è davvero avvolti dalla giusta atmosfera.

Eccone alcuni locali dove ci si può deliziare con una colazione anglo-americana a Torino:

La Ricreazione – Via Bruno Buozzi, 3 – Corso San Maurizio, 31

Atmosfera amichevole ma sobria, accogliente, ordinato con tavoli sociali. Bere, mangiare ma anche leggere e studiare con una musica delicata in sottofondo. Buonissimi i pancake, le torte, lo yogurt con frutta fresca e il muesli.

Sweet Lab – Via Principe Amedeo, 39 – Via Mazzini, 31L

Romantico, delicato, d’altri tempi. Torte meravigliose, omelette, porridge, smoothie, cupcake. Oltre alla colazione anglosassone e americana anche un tocco di Francia.

Busters Coffee – Piazza Statuto, 17 – Via Cesare Battisti, 7

Qui si può sorseggiare lentamente un ottimo caffè americano, lungo e bollente. Se avete fretta forse non è il luogo adatto, bisogna sedersi e prendersi del tempo per provare la cheese cake, la rossa velvet, le donut, i brownie, l’apple cake.

Bakery House – Via Cavour, 24bis

Neonata a Torino, ma già apprezzata in Italia, promette un ambiente caldo e sofisticato in linea con le origini e lo stile delle proposte culinarie. Waffles, pancake, uova strapazzate, toast, bagel, cinnamon bun e molto altro. Molti piatti anche nella versione vegana.

Maria La Barbera

 

Reddito di cittadinanza, la situazione in Piemonte

Il Piemonte si sta organizzando per dare attuazione al reddito di cittadinanza, che dovrebbe riguardare  250 mila potenziali beneficiari. A tal fine è previsto un piano di rafforzamento dei centri per l’impiego e delle politiche attive del lavoro che consentirà alle Regioni la possibilità di assumere 4 mila operatori  e di avvalersi dell’assistenza tecnica di 3 mila navigator assunti, con contratti di collaborazione, da Anpal servizi. Su  4 mila operatori dei centri per l’impiego 250 dovrebbero essere assunti in Piemonte. A questi si aggiungeranno un centinaio di assunzioni. I navigator  in servizio nella nostra regione saranno invece 176, di cui 107 in provincia di Torino e  potranno svolgere attività di assistenza tecnica a supporto, ma non in sostituzione, delle funzioni e dei servizi dei centri per l’impiego, che restano centrali nella presa in carico delle persone in cerca di lavoro. Ad oggi su un totale nazionale di 807.031, i nuclei famigliari che hanno presentato domanda per il reddito di cittadinanza in Piemonte sono 45.900 (di cui 25.500, il 55,5 per cento, sono donne e 20.400 uomini). Il numero complessivo di famiglie che nel 2019 potrebbe aver diritto a richiedere il sostegno statale è di 116 mila, di cui oltre 60.700 nell’area metropolitana torinese.

A Montparnasse dove riposano poeti, scrittori e artisti

Visitare i cimiteri dove sono sepolti grandi poeti, scrittori e artisti suscita ricordi ed emozioni. Uno dei più importanti è senz’altro il  “cimetìere du Sud” di Parigi,  il grande camposanto di Montparnasse, secondo per grandezza e importanza solo al Père-Lachaise. Situato nel XIV arrondissement della capitale francese, sulla rive gauche della Senna, un tempo era un terreno agricolo occupato da tre fattorie appartenenti a istituzioni caritatevoli come l’Hotel Dieu e Les Frères de la Charité. Già ai tempi della Rivoluzione francese gli appezzamenti vennero confiscati e a Montparnasse cominciarono ad essere seppelliti i poveri morti negli ospedali dei quali nessuno reclamava le spoglie. Successivamente, all’inizio del 1800, il prefetto del dipartimento della Senna, Nicolas Frochot, acquisì questi terreni per destinarli al cimitero e la prima inumazione ebbe luogo il 25 luglio 1824. Sul finire del “secolo del cambiamento”, nel 1890, venne aperta una strada ( la rueEmile-Richard) che divise i 19 ettari tra il piccolo e il grande camposanto. In questo museo a cielo aperto nel 14° arrondissement parigino, a lato dei viali tra cappelle e lapidi riposano le spoglie di anonimi cittadini a fianco di personaggi che hanno fatto la storia delle arti e della cultura. Per raccontare le biografie di chi s’incontra, vagando tra le tombe, non ci si può affidare ai 140 caratteri di un tweet. Nessun cinguettio elettronico può trasmettere la densità del pensiero, la profondità della poesia, l’emozione di opere d’arte che evocano incontri con pittori, poeti, drammaturghi, scrittori che dormono nel sonno eterno all’ombra di frondosi alberi di ogni specie. Nella porzione più piccola del cimitero s’incontrano subito le ultime dimore di André Citroén, fondatore dell’omonima e celebre casa automobilistica, di Charles Pigeon – inventore della lampada antiesplosione usata nelle miniere – che è sepolto con la moglie ed entrambi sono raffigurati nelle statue di bronzo coricate su un letto di marmo. Più avanti il pittore bulgaro JulesPascin e Auguste Bartholdi, lo scultore che realizzo la Statua della Libertà situata all’ingresso del porto di New York. In una tomba di pietra con altri famigliari riposa invece Alfred Dreyfus, protagonista suo malgrado – perché innocente – dell’ affare Dreyfus , il più clamoroso caso politico scoppiato in Francia sul finire dell’800, ai tempi della Terza Repubblica, con l’ufficiale alsaziano di origine ebraica accusato di tradimento e complotto con il nemico tedesco. Dreyfus venne condannato alla prigionia sull’isola del Diavolo, nella Guyana francese. Il suo caso giudiziario divise l’opinione pubblica della Francia intera  nel Paese e gran parte degli intellettuali, di fronte a quell’assurda campagna d’odio razzista e antisemita si schierò dalla sua parte (  sul giornale L’AuroreÉmile Zolapubblicò il suo celebre J’accuse) fino alla sua piena, seppur tardiva,riabilitazione.Nella 26° divisione si trova il sepolcro di Guy de Maupassant, uno dei padri del racconto moderno, autore diBel Ami, mentre nella 30° è sepolto Léon Schwarzenberg, importante oncologo e protagonista dei più avanzati dibattiti sull’etica medica e scientifica, autore di “Changer la mort”, cambiare la morte. Nell’altra parte del cimitero di Montparnasse, la più grande, si possono fare incontri straordinari iniziando da Maurice Leblanc, creatore del ladro gentiluomo Arsène Lupin, la controparte francese dello Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle. Tra le varie “avenue” (Boulevart, du Nord, de l’Est e l’Ouest) e l’intrico di passaggi tra cappelle e lapidi è quasi impossibile non imbattersi in due grandi maestri del teatro dell’assurdo come Eugène Ionesco e Samuel Beckett. Sulla tomba di quest’ultimo un anonimo ammiratore ha posato una carota, omaggio orticolo-letterario che richiama il suo capolavoro,“Aspettando Godot”( “Lui non saprà niente. Parlerà dei calci che si è preso e io gli darò una carota”). Da lì in avanti il visitatore curioso incrocerà i sepolcri di Susan Sontag, grande scrittrice e intellettuale statunitense, dei registi Joris Ivens – uno dei più grandidocumentaristi del XX° secolo – e Alain Resnais, ispiratore della “nouvelle vague”e autore di pellicole importanti come L’anno scorso a Marienbad e Mon oncle d’Amérique, oppure amati attori come Philippe Noiret (con la scultura del piccolo cane a vegliarne il riposo) e Serge Reggiani, uno degli amici più stretti di Jacques Prévert. Anche Serge Gainsbourg è lì con loro, dopo averci turbato con i suoi sussurri, accompagnati dai sospiri di Jane Birkin quando in coppia – era il 1969 e non s’erano ancora spenti gli echi del maggio francese – cantarono “Je t’aime..moi non plus”. Questo geniale e sulfureo protagonista dello spettacolo francese, non era certamente di una bellezza classica ma era dotato di un fascino in grado di sedurre donne straordinariamente avvenenti. In un angolo di seconda fila  giace Chaïm Soutine, ebreo russo perseguitato, genio tormentato della pittura e compagno di Amedeo Modigliani e degli altribohémien e artisti maledetti  degli “années folles” di Montparnasse. La sua piccola lapide squadrata, con il nome quasi illeggibile, provoca una stretta al cuore per l’incuria e l’indifferenza a cui è stato condannato. Poco distante da lui anche l’ultima dimora di Charles Baudelaire va rintracciata scorrendo i nomi incisi sulla tomba di famiglia, quasi nascosto sotto l’iscrizione ingombrante del padre adottivo, Jacques Aupick, e senza alcun particolare epitaffio. Troppo poco per l’autore dei Fleurs du Mal, opera collocata fra le più alte espressioni della poesia di tutti i tempi e paesi. Ma almeno per lui non manca mai la consolazione di un fiore, un biglietto, un pensiero a tenergli compagnia. Lungo il muro che delimita il cimitero, da una parte e dall’altra dell’entrata principale su Boulevard Edgar Quinet, si trovano i sepolcri di Simone De Beauvoir e Jean-Paul Sartre – che nella vita e nella morte sono ancora insieme – e Marguerite Duras, con l’omaggio delle decine di penne di ogni tipo e colore infilate nel vaso dei fiori. Con lo scrittore Julio Cortázar formano un formidabile quartetto letterario, unendo le pagine delle “Memorie di una ragazza perbene” con quelle dell’esistenzialista che scrisse “La nausea” e “Il muro” e la ribelle che, grazie a “L’amante”,  vinse il premio Goncourt. Certamente ci saranno tanti altri prot
agonisti della storia e della cultura che giacciono a Montparnasse, nei luoghi che – insieme alla butte di Montmartre – rappresentavano il cuore della vita culturale parigina tra gli anni ’20 e gli anni ’30, dove si incontravano pittori e intellettuali. Un buon motivo per tornarci ancora per porgere un saluto e magari lasciare un segno, un omaggio a dei grandi che hanno lasciato un segno nella nostra vita con le loro opere.

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Marco Travaglini

(le foto sono di Barbara Castellaro)

ABBATTUTE LE BARRIERE ARCHITETTONICHE NEGLI UFFICI POSTALI DELLA PROVINCIA

Poste Italiane ha completato l’abbattimento delle barriere architettoniche negli uffici postali di San Raffaele Cimena e San Giusto Canavese, nell’ambito di un più ampio piano di interventi straordinari per l’adeguamento della rete nella provincia di Torino

Le installazioni sono parte del programma dei “dieci impegni” per i Comuni italiani con meno di 5.000 abitanti promosso dall’Amministratore Delegato, Matteo Del Fante, in occasione dell’incontro con i “Sindaci d’Italia” dello scorso 26 novembre a Roma, ed è coerente con la presenza capillare di Poste Italiane sul territorio e con l’attenzione che da sempre l’Azienda riserva alle comunità locali e alle aree meno densamente popolate. L’effettiva realizzazione di tali impegni è consultabile sul nuovo portale web all’indirizzo www.posteitaliane.it/piccoli-comuni. In tutta Italia il piano di abbattimento delle barriere architettoniche coinvolgerà gli uffici Postali di circa 1300 Comuni.L’iniziativa è coerente con i principi ESG sull’ambiente, il sociale e il governo di impresa, rispettati dalle aziende socialmente responsabili, che contribuiscono allo sviluppo sostenibile del Paese.

 

Salvini apre la campagna elettorale

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Matteo Salvini prima a Biella e poi a Torino ha dato il via alla campagna elettorale della Lega in Piemonte. Il vicepremier e ministro dell’Interno dice a proposito della Tav: “Se in Piemonte vince la Lega, si farà” e poi aggiunge: “una Lega forte a Roma e in Piemonte, significa che la regione sarà collegata al resto d’Europa”. Replica a distanza Chiamparino: “il governo Conte-Salvini-Di Maio, di cui è azionista di maggioranza, ha bloccato tutto”. Il comizio torinese del leader leghista si è tenuto in piazza Carlo Alberto in presenza del segretario regionale del Carroccio Riccardo Molinari e dei candidati alle Regionali.
Clelia Ventimiglia
(Foto cv – il Torinese)
 

Inseguito dalla polizia si schianta in moto contro un’auto e muore

Il mancato rispetto di un alt ad un controllo della Polizia di Stato è finito tragicamente dopo una folle corsa. Tutto è iniziato sabato 27 aprile in corso Orbassano a Torino quando gli agenti dell’Ufficio prevenzione generale hanno intimato a 2 uomini in moto di fermarsi per un controllo. I due, però, si davano alla fuga e nasceva un inseguimento durante il quale il passeggero abbandonava la moto scappando a piedi, mentre l’altro proseguiva a folle velocità in direzione di Beinasco, andando a sbattere contro un’auto in sosta. Il conducente, un giovane, perdeva la vita durante la corsa in ospedale. La moto, intestata al conducente era priva di copertura assicurativa. Il passeggero veniva raggiunto ed identificato dagli agenti della squadra mobile di Torino. Da accertamenti successivi i due risultano avere precedenti penali.

Regionali: presentate tutte le liste e il listino di M5S

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Sono 15 le liste presentate per le   Regionali e cinque i candidati presidenti. Massimiliano Panero di Casapound Destre Unite, ad oggi è escluso poiché la commissione elettorale ha bocciato la lista, ma lui farà  ricorso al Tar. Sergio Chiamparino è sostenuto da sette liste del centrosinistra: Pd, Moderati, +Europa Si Tav, Chiamparino per il Piemonte del Sì, Demos, Liberi Uguali Verdi e L’Italia in Comune. Alberto Cirio, assessore nella precedente legislatura regionale di Roberto Cota, è  candidato per il centrodestra, sostenuto da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Udc e Sì Tav Sì Lavoro per il Piemonte nel Cuore. Si presenta alle Regionali anche il Popolo della Famiglia di Adinolfi, con Valter Boero, docente universitario, per la carica di presidente. Intanto il candidato alla presidenza della Regione, Giorgio Bertola, di M5s, ha presentato il proprio listino di candidati e si è detto “orgoglioso di presentare rappresentanti di tutte le otto province, tutte le età e professioni, persone convinte della necessità di un cambiamento sociale. E spero anche sia l’ultima volta che in Piemonte si debba presentare un listino: noi crediamo che i 50 consiglieri debbano essere eletti direttamente dai cittadini”. Nel listino pentastellato  ci sono 7 uomini e 3 donne. La più giovane, Roberta Cavuoti,  ha 26 anni, ed è esperta in materia tributaria e fiscale. Il più anziano è invece Giuseppe Paschetto, professore di matematica di Biella di 64 anni.
 
Clelia Ventimiglia

Animalisti contro la Corsa dei buoi finiscono in questura

Nella mattinata di venerdì 26 aprile, in vista della “783° Corsa dei Buoi” in programma per domenica 28, un gruppo di attivisti dei movimenti animalisti ha fatto irruzione negli Uffici del Comune di Caresana esponendo uno striscione da un balcone dell’edificio contro lo sfruttamento degli animali con la scritta Stop Corsa dei Buoi, Stop Animal Abuse. La Digos di Vercelli, giunta immediatamente sul posto unitamente alle pattuglie dell’Arma dei Carabinieri, ha identificato otto persone, uomini e donne, provenienti da varie parti d’Italia, interrompendo la protesta e sequestrando lo striscione. Tutti gli otto attivisti sono stati condotti presso la Questura di Vercelli dove, dopo le procedure di identificazione, sono stati deferiti all’autorità giudiziaria per il reato di interruzione di pubblico servizio e per il mancato preavviso della manifestazione, sanzionato dall’art. 18 tulps. Inoltre, nei loro confronti il Questore di Vercelli ha adottato il provvedimento di foglio di via obbligatorio dal comune di Caresana, nel quale i manifestanti non potranno far ritorno per un anno e tre mesi.
 
 

I carabinieri recuperano l'antico codice miniato

Il Comando carabinieri tutela patrimonio culturale ha recuperato un’altra delle 32 preziose pagine miniate strappate nel 1990 dal Breviario di Ludovico da Romagnano, un prezioso ed antico codice pergamenaceo del quindicesimo secolo custodito all’interno dell’Archivio storico dell’Arcidiocesi di Torino. Il documento era entrato a far parte delle collezioni del Museo nazionale di arte occidentale di Tokio a seguito di una legittima acquisizione sul mercato dell’antiquariato. Il recupero è stato possibile in tempi rapidissimi grazie alla collaborazione della Direzione del museo giapponese che, appresa dai Carabinieri la notizia dell’illecita provenienza del bene ha immediatamente facilitato le operazioni. Il ritrovamento della pergamena è l’ultima di una serie di recuperi che il Comando carabinieri tutela patrimonio culturale ha ottenuto grazie alle attività investigative condotte sin dai primi istanti successivi al trafugamento. Sedici pergamene erano già state recuperate, nel 1996 e nel 2013, nell’abitazione privata dei responsabili del reato ed in una prestigiosa casa d’aste a Monaco di Baviera, ove le pagine erano state esportate per la vendita. Le indagini hanno consentito, nel tempo, di rinvenire e recuperare una pergamena a Tampa negli Stati Uniti ed altre due in vendita presso una casa d’aste a Colonia in Germania. L’individuazione delle pergamene miniate è stata resa possibile grazie al costante controllo del mercato antiquariale effettuato dai carabinieri, alla collaborazione di esperti e studiosi del settore e all’efficacia della ‘Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti’, la più completa banca dati di opere d’arte rubate esistente al mondo, gestita dal Comando carabinieri tutela patrimonio culturale, che consente una precisa comparazione delle immagini dei beni culturali oggetto di ricerca. Il codice pergamenaceo, considerato dagli studiosi ‘un manoscritto di straordinario pregio storico ed artistico’ è stato realizzato nel 1450 ed è caratterizzato da una scrittura in carattere gotico e da pregevoli miniature che riportano le illustrazioni di personaggi biblici nel giorno della loro ricorrenza secondo il calendario cristiano.
 

Verso Torino-Milan: il match più importante dell'ultimo quarto di secolo di storia granata

Una partita attesa oltre un quarto di secolo, per la precisione venticinque anni, dieci mesi e nove giorni (o, se preferite, 9444 giorni). Questo è il lasso di tempo tra il 19 giugno 1993 e il 28 aprile 2019, cioè tra il trionfo granata nella Coppa Italia 1992-’93 e la partita di domenica tra il Toro e il Milan. Con massimo rispetto per tutta la storia torinista e per tutti i giocatori che hanno difeso i colori granata, non è errato affermare che il Torino-Milan di domenica sera consiste nella partita più importante degli ultimi venticinque (abbondanti) anni di storia del Toro. Per chi in quel 1993 ancora non era nato (oppure era troppo piccolo), è giusto ricordare che in quella serata il Torino, pur sconfitto per 5-2 dalla Roma nella Città Eterna, riuscì meritatamente a conquistare la Coppa Italia, in virtù del secco successo per 3-0 maturato nella gara d’andata in Piemonte. Una Coppa Italia che tuttora consiste nell’ultimo trofeo conseguito dal sodalizio torinista. Certo, qualcuno potrebbe (non a torto) affermare che in quell’occasione si mise in bacheca una Coppa, mentre ora si è in lizza “solo” per la qualificazione alla Champions League, ma il fatto resta: per trovare una partita importante quanto quella di domenica bisogna andare a ritroso fino al giugno 1993. A render ancor più prestigioso (e, se vogliamo, storico) questo Torino-Milan sarà il fatto che, da quanto esiste la Champions League così come è attualmente strutturata, il Toro non solo non sia ancora riuscito ad accederci, ma neppure ci sia andato almeno vicino. Infatti, l’ultima esperienza del Toro nella “Coppa dalle grandi orecchie” risale all’annata 1976-’77, quando la manifestazione era ancora denominata Coppa dei Campioni, era riservata ai soli campioni nazionali (nonché alla detentrice dello stesso trofeo) ed era strutturata sull’eliminazione diretta, per ogni turno. Quel Toro si comportò più che dignitosamente, superando gli svedesi del Malmoe al primo turno (2-1 in casa all’andata e 1-1 in Svezia al ritorno), per poi inchinarsi (con una buona dose di sfortuna) al Borussia Moenchengladbach agli ottavi di finale, perdendo per 1-2 l’andata al “Comunale” e pareggiando per 0-0 il ritorno nell’allora Germania Ovest. La partita in terra tedesca (disputatasi a Dusseldorf) è tuttora ricordata come la lampante prova del “cuore Toro”: rimasti in otto uomini a causa delle discutibili espulsioni di Vittorio Caporale, Renato Zaccarelli e Luciano “Giaguaro” Castellini, i granata riuscirono a concludere indenni la contesa, per una soddisfazione (seppur platonica) enorme. A seguito dell’espulsione (al 71′) di Castellini, negli ultimi diciannove minuti la porta torinista venne difesa da Francesco “Ciccio” Graziani, che si destreggiò bene tra i pali, effettuando anche delle buone parate. Era il 3 novembre 1976.
 

Giuseppe Livraghi