redazione il torinese

Morto al Cto l’operaio ustionato

cto33Non ce l’ha fatta ed è morto al Cto di Torino, dove si trovava  ricoverato dallo scorso 31 gennaio, uno dei due operai  rimasti feriti nell’ incidente sul lavoro presso lo stabilimento della Ferrero di Alba. Era dipendente di una ditta esterna, di 49 anni, e aveva riportato ustioni di secondo e terzo grado sull’80% del corpo. Si era infatti verificata una esplosione nella cabina elettrica in cui stava operando. Migliorano  le condizione del suo collega di 43 anni,  ricoverato in prognosi riservata al Centro Grandi Ustionati, ma ora sveglio e cosciente.

 

(foto: il Torinese)

Notre Dame de Paris: tutte le sfumature dell’amore

L’amore di Quasimodo per Esmeralda, impossibile nella vita, diventa, con la morte dei due protagonisti, una possibilità, oltre le stelle, oltre la cortina di fumo, in un aldilà dove Esmeralda tornerà a ballare e a cantare, dove non conteranno più la sordità e la deformità di Quasimodo, ma l’unione perfetta di due anime

notre dame de

Nell’anno del Signore 1482, al tempo delle cattedrali in cui la pietra si fa statua, musica e poesia, si rinnova la magia dello spettacolo “Notre Dame de Paris”, magistralmente musicato da Riccardo Cocciante, tornato al Pala Alpitour di Torino, ieri sera, 10 febbraio. Sullo sfondo della cattedrale di Notre Dame, accogliente e incombente, materna e protettrice, va in scena ormai dal 1998, data dell’uscita della versione francese, la magia di questo musical tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo, uno spettacolo che, attraverso gli emarginati della Corte dei Miracoli e le loro proteste, racconta la lotta sociale degli ultimi e dei diseredati che l’autore francese sublimera’ nei Miserabili con il personaggio di Jean Valjean, e che, qui, anticipa con gli zingari, gli artisti senza nome, Esmeralda e il deforme Quasimodo, esseri umani che vivono ai margini e che provano un bisogno quasi brutale e viscerale di essere accolti e di sentirsi parte di una città e di una società ostili e chiuse in se stesse, diffidenti nei confronti del diverso.

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Notre Dame de Paris non è soltanto la storia di un amore in particolare, ma dell’Amore in tutte le sue sfaccettature, in tutte le sue sfumature: quello in boccio e puro di Esmeralda, quello paterno di Clopin, quello lussurioso e falso della seduttore Febo, quello egoista e geloso di Fiordaliso, quello infernale, dannato e distruttivo del prete Frollo, quello straziante e disperato di Quasimodo, il più autentico di tutti, ed è, al tempo stesso, una storia di morte che non rappresenta, tuttavia, una fine, ma che, quasi paradossalmente, apre una porta alla speranza. L’amore di Quasimodo per Esmeralda, impossibile nella vita, diventa, con la morte dei due protagonisti, una possibilità, oltre le stelle, oltre la cortina di fumo, in un aldilà dove Esmeralda tornerà a ballare e a cantare, dove non conteranno più la sordità e la deformità di Quasimodo, ma l’unione perfetta di due anime. Attorno ai due cadaveri abbracciati, crolla il mondo delle cattedrali per lasciare spazio al futuro, ad un’altra epoca nella quale l’uomo, nonostante le scoperte della scienza e della tecnica, continuerà diabolicamente a ripetere e a perpetrare gli errori del passato e nella quale qualcuno continuerà a lottare e morire per gli ideali di giustizia, libertà e riscatto.

 

Barbara Castellaro

 

Anche ai Musei Reali l’amore è nell’aria

castello armeria realeQuale modo migliore di trascorrere la festa degli innamorati, se non circondati da arte e bellezza? In occasione di questa ricorrenza, diverse sono le attività e le promozioni proposte dai Musei Reali di Torino.

I festeggiamenti si aprono già domenica 12 gennaio alle 17, con la visita guidata gratuita promossa dagli Amici del Museo di Antichità: Coniugi, amanti e coppie di fatto nella Torino del passato.

Per la giornata di martedì 14 febbraio i Musei Reali di Torino aderiscono all’iniziativa che prevede un’offerta speciale: recandosi in coppia presso la biglietteria, si potrà infatti entrare in due con l’acquisto di un solo biglietto. Le stesse modalità d’ingresso sono previste per visitare la mostra di Toulouse-Lautrec a Palazzo Chiablese.

Verrà inoltre proposto un percorso a temaRegali (di) nozze, che si snoderà attraverso i suggestivi ambienti di Palazzo Reale, realizzati proprio in occasione della celebrazioni di alcuni matrimoni regali.

La visita guidata partirà alle ore 17 e sarà arricchita da preziosi capolavori dell’Armeria e della Biblioteca Reale, giunti nelle collezioni sabaude quali doni di nozze.

 

www.museireali.beniculturali.it

 

(foto: il Torinese)

Sgarbi regala 10 casette di cartone pressato ai senzatetto torinesi

casa clochardE’ una piccola  “Casa dei clochard” e verrà consegnata a dieci senzatetto come dono da Vittorio Sgarbi e dal giornalista Ferruccio De Bortoli,  presidente della Fondazione “Memoriale della Shoah”,  La consegna avviene il 14 febbraio alla Stazione Centrale, con Sergio Castelli, in rappresentanza dei City Angels, e l’artista Maurizio Orrico, che ha disegnato la casa in collaborazione con Fine Arts. La casetta è costruita in cartone pressato, si monta e si smonta in appena tre minuti ed è facilmente trasportabile. Dieci casette verranno consegnate il 15 febbraio anche a Torino nel corso di una cerimonia in Comune nel corso  di una iniziativa che vede insieme associazioni di volontariato e l’amministrazione.

Incontro con Liliana Segre per il Giorno della Memoria

mole cavallerizzaLunedì 13 febbraio, alle 15 nell’Aula Magna della Cavallerizza (via Giuseppe Verdi 9 – Torino), Liliana Segre incontra un gruppo di studenti torinesi, nell’ambito delle iniziative per il Giorno della memoria. Partecipa il vicepresidente del Consiglio regionale Nino Boeti.

 Liliana Segre, 86 anni, è una dei 25 sopravvissuti dei 776 bambini italiani di età inferiore ai quattordici anni deportati ad Auschwitz, il campo di sterminio nazista in cui trovarono la morte suo padre e i nonni paterni.

  Il 30 gennaio 1944, a 13 anni, Liliana venne deportata dal Binario 21 della stazione di Milano Centrale al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau in Polonia, che raggiunse sette giorni dopo.

Venne subito separata dal padre, che non rivedrà mai più, morto ad Auschwitz il 27 aprile 1944. Nel giugno del 1944 anche i suoi nonni paterni, arrestati a Inverigo (Como) il 18 maggio 1944, furono deportati e uccisi al loro arrivo ad Auschwitz, il 30 giugno.

cavallerizzaAl momento della prima selezione Liliana Segre ricevette il numero di matricola 75190 che le venne tatuato sull’avambraccio. Fu avviata al lavoro forzato nella fabbrica di munizioni Union (che apparteneva alla Siemens), e svolse quel lavoro per circa un anno. Durante la prigionia subì ancora altre tre selezioni. Alla fine di gennaio del 1945 affrontò la ‘marcia della morte’ verso la Germania, dopo la liberazione del campo.

Liliana venne liberata il 1° maggio 1945 a Malchow, un sottocampo di Ravensbruk, vicino a Berlino.

 Per molti anni Liliana Segre non ha voluto parlare pubblicamente della sua terribile esperienza. Soltanto all’inizio degli anni ’90 ha deciso di interrompere il suo silenzio e da allora partecipa ad incontri con gli studenti e a convegni per raccontare, soprattutto ai giovani, la sua storia.

 L’incontro di lunedì 13 febbraio nell’Aula Magna della Cavallerizza, è stato organizzato dal Museo Diffuso della Resistenza, in collaborazione con l’Università di Torino e con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte.

Accoglienza in Piemonte: tre progetti di informazione e formazione su tutta la Regione

chiampa-regione-2Azioni di cooperazione nei Paesi d’origine

Mentre il Governo stabilisce che le procedure d’asilo per chi ne fa richiesta debbano essere più celeri, la Giunta regionale annuncia che “a poco più di trenta mesi di distanza dall’insediamento della Giunta regionale del Piemonte presieduta da Sergio Chiamparino la gestione dell’accoglienza profughi in Piemonte e in Italia è gradualmente cambiata”  con il  lavoro coordinato tra Governo, Regioni, Prefetture, Comuni e operatori/trici del settore “il sistema si sta a piccoli passi trasformando da emergenziale a strutturale”.

La Regione Piemonte in questi anni ha intrapreso un percorso grazie al quale “è stato possibile costruire politiche volte ad affrontare l’accoglienza con un approccio di sistema. Un processo che ha messo al centro gli operatori e le operatrici delle numerose organizzazioni del privato sociale che, oltre al cibo e BANDIERE REGIONEa un tetto, provvedono ogni giorno alla formazione civico linguistica, alla definizione di un percorso di inserimento socio lavorativo, che possa anche prevedere l’avviamento al lavoro dei migranti”.

«I progetti messi in campo hanno l’obiettivo di rendere strutturale il sistema dell’accoglienza in Piemonte. Con il progetto VE.S.T.A per esempio abbiamo l’ambizione di migliorare i servizi pubblici che si relazionano con la popolazione straniera formando e aggiornando gli operator e le operattrici sulle diverse normative. Il progetto Petrarca, giunto alla sue quinta edizione, si occupa di realizzare un piano regionale per la formazione civico linguistica dei cittadini/e di Paesi CERUTTITerzi. Non solo dunque accoglienza intesa in senso stretto, ma anche percorsi di inclusione e informazione volta a prevenire possibili discriminazioni anche tramite il progetto “Piemonte contro le discriminazioni”» – ha dichiarato Monica Cerutti, assessora all’Immigrazione della Regione Piemonte.

«Regione Piemonte ha anche firmato un protocollo di collaborazione con i cinque Centri Servizi per il Volontariato piemontesi. L’obiettivo è di approfondire la conoscenza del livello di partecipazione REGIONE PALAZZOattiva alla vita sociale e civile degli stranieri/e e attivare processi di inclusione attraverso lo svolgimento di attività di volontariato che consentano allo straniero/a di acquisire e svolgere un ruolo attivo e partecipe» – ha dichiarato Monica Cerutti, assessora all’Immigrazione della Regione Piemonte che poi ha concluso dicendo – «Dobbiamo anche comprendere le ragioni che spingono i cittadini stranieri a migrare. La Costa d’Avorio per esempio è la seconda nazione in questo periodo dalla quale provengono il maggior numero di migranti. La nostra amministrazione regionale ha attivato un progetto insieme al Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione con l’obiettivo di favorire lo sviluppo delle economie locali sostenendo politiche pubbliche rivolte ai giovani ivoriani e senegalesi».

Il Comune: no al blocco indiscriminato del traffico. Tavolo tecnico con i commercianti

traffico 24No al blocco indiscriminato dei veicoli diesel Euro 3 ed Euro 4, che verrà effettuato solo nel caso i dati del Pm10 oltrepassino i limiti per sette giorni consecutivi. Questo il tema che verrà affrontato dalla giunta di Torino  martedì prossimo,  per contrastare l’emergenza smog. Sarà anche creato un tavolo tecnico aperto alle associazioni datoriali e a gli esperti dell’Arpa, per definire una serie di misure efficaci dal prossimo autunno. L’assessore al Commercio, Alberto Sacco,  ha anticipato le decisioni del Comune alle associazioni dei commercianti e artigiani durante un incontro all’assessorato. Cna ringrazia l’amministrazione  e chiede che le misure siano applicate all’intera Città metropolitana e non solo a Torino.

 

(foto: il Torinese)
   

Il muschio e la sabbia: letture di autori giapponesi

Lunedì 13 febbraio 2017, ore 15. A cura di Fabiola Palmeri. MAO Museo d’Arte Orientale. Via San Domenico 11, Torino

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Il MAO ha aperto al pubblico i propri giardini giapponesi per appuntamenti esclusivi. Il lunedì, giorno di chiusura settimanale del Museo, è divenuto un giorno speciale per vivere la serenità e la bellezza di uno degli ambienti più suggestivi dei musei cittadini.

Fabiola Palmeri –giornalista e scrittrice grande conoscitrice del Giappone, Paese nel quale ha vissuto e lavorato diversi anni- cura il primo ciclo di incontri dedicato alla lettura di autori giapponesi contemporanei. Ogni secondo lunedì del mese l’appuntamento al MAO sarà dedicato ad un diverso autore, autori che con le loro opere, descrivono il Giappone di oggi o degli anni a noi molto vicini. Leggere è un piacere e farlo insieme ad altre persone in un giardino giapponese, confrontando idee, sensazioni, opinioni sarà ancora più stimolante e arricchente.

L’appuntamento del 13 febbraio 2017 è alle ore 15 (tutto esaurito l’incontro delle 16.30) ha come protagonisti la scrittrice Mistuyo Kakuta e il suo libro del 2013, uscito nel 2014 per Neri Pozza, intitolato La cicala dell’ottavo giorno (Yōkame no semi) tradotto in italiano da Gianluca Coci.

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Mitsuyo Kakuta è nata nel 1967 a Yokohama, in Giappone. Laureata all’Università Waseda e specializzata in letteratura, ha vinto i più importanti premi letterari giapponesi. La cicala dell’ottavo giorno (Premio Chuo Koron), da cui sono stati tratti un film e una serie tv, ha venduto oltre un milione di copie in Giappone.

 

MAO GIARDINII GIARDINI DEL MAO. Il muschio e la sabbia:

letture di autori giapponesi contemporanei

Costo singolo appuntamento € 5.

Massimo 25 partecipanti. Prenotazione consigliata.

INFO e prenotazioni 011.4436927/8

 

 

Fabiola Palmeri è giornalista professionista free lance, professione iniziata a Radio Flash e a La Stampa coprendo i settori di spettacolo, arte e società. Dopo la laurea in Filosofia conseguita all’Università degli Studi di Torino parte per il Giappone dove inizia a lavorare come reporter e news caster presso la redazione in lingua italiana della NHK (Radio Televisione Giapponese) oltre ad inviare corrispondenze dal Giappone per La Stampa e riviste italiane. Rientrata in Italia i suoi articoli si leggono su Marie Claire, Slow Food Magazine, La Repubblica, Elle, D, Il Venerdì, il Gambero Rosso.

Ha pubblicato un libro di fiabe tradizionali giapponesi “Fiabe del Sole più a Est” Effatà, saggi sul Giappone presenti in cataloghi di mostre, collabora a eventi, presentazioni e incontri culturali particolarmente concernenti la contemporaneità nipponica.

 

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MAO Museo d’Arte Orientale Via San Domenico 11, Torino

Info t. 011.4436927 – e-mail mao@fondazionetorinomusei.it – sito www.maotorino.it

Facebook MAO. Museo d’Arte Orientale | Twitter @maotorino

 

Nel Giorno del Ricordo un “seme di concordia” per guardare al futuro

ricordo2Di Pier Franco Quaglieni

Il Giorno del Ricordo a Torino nella Sala Rossa del Consiglio Comunale è stato dominato dall’intervento del Prefetto di Torino  Renato Saccone che con poche parole meditate ha evidenziato come, a 70 anni dalla firma a Parigi del Trattato di pace successivo alla II Guerra mondiale, il 10 febbraio 1947, si debbano storicizzare le vicende drammatiche delle foibe e dell’esodo giuliano, dalmata ed istriano , andando oltre gli oblii interessati e i rancori inevitabilmente generati dall’orrore. Soprattutto il Prefetto ha  posto in evidenza come sia indispensabile una lettura condivisa  dei fatti ,attraverso la ricerca della verità storica e ha parlato di “fratelli italiani dell’esodo”.
Le tragedie successive all’armistizio dell’8 settembre e al Trattato di pace 
vanno rivissute come italiani appartenenti alla stessa comunità nazionale  e da europei che superano le ferite lasciate dalla II Guerra mondiale, vedendo nel ricordo “un seme  di concordia” che ci consenta di guardare al futuro. Chi scrive ha partecipato ,anche parlando in prima persona ,a tanti eventi del Giorno del Ricordo, a partire dal primo, nel 2005,a Palazzo Carignano, quando si tenne il più rilevante convegno torinese in cui si confrontarono politici come Luciano Violante e storici come  Aldo Visalberghi, moderati da Alberto Sinigaglia, con la partecipazione delle massime autorità.

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ricordo 2A quell’evento partecipò anche  il grande Ottavio Missoni ,sindaco del Comune di Zara in esilio.
Ma questa edizione del Giorno del Ricordo ha assunto un rilievo speciale con l’intervento del Prefetto di Torino per il taglio che ha impresso alla cerimonia. Sono state importanti le parole del presidente del Consiglio Comunale Fabio Versaci che ha dimostrato coraggio nel parlare di” odio politico e ideologico”,della Sindaca Appendino che ha ricordato gli 8.000 profughi istriani e dalmati arrivati a Torino,del Presidente del Comitato regionale per la Resistenza e la Costituzione Boeti  che ha fatto un excursus storico particolarmente penetrante,denunciando  anche il “disinteresse delle nuove generazioni”  verso questi temi,del presidente dell’ANVGD Antonio Vatta che visse in prima persona il dolore del profugo e poi dell’”esule in Patria”. L’intervento del Prefetto ha segnato però la differenza tra le edizioni precedenti e quella del 2017. Una linea di continuità del 10 febbraio è stata data invece dall’assenza delle istituzioni scolastiche(docenti e soprattutto allievi) alle manifestazioni. C’è da domandarsi il perché la scuola torinese,dopo un buon inizio negli anni 2005/7 (all’istituto Avogadro venivano promossi incontri in orario di lezione  con allievi di quasi tutte le scuole torinesi)sia rimasta inspiegabilmente ferma nel sottovalutare gli eventi del nostro confine orientale, limitandosi alla Giornata della Memoria  il 27 gennaio che pure è importantissima ed irrinunciabile.

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Forse certi professorini di storia sono rimasti vittime delle loro radicata faziosità ideologica e neppure sanno  che la legge n.42 del 2004 prescrive la promozione di iniziative anche nelle scuole, il 10 febbraio di ogni anno. Così purtroppo accade in quasi tutta Italia, ma il vizio dell’oblìo è un dato precipuo di buona parte della scuola torinese. Soprattutto ci sarebbe da ridire sulla scarsa coscienza ricordo 4professionale di certi  prof. saccenti e intolleranti, epigoni di un sessantottismo  invecchiato male, se, alla fine, essi, magari senza dichiararlo esplicitamente, preferiscono occultare alcune verità storiche, per non fare i conti con esse e soprattutto con sé stessi. Luciano Violante e Piero Fassino quei conti  seppero invece farli fino in fondo e, se la legge del 2004 venne approvata con il solo voto contrario di Rifondazione, è anche merito loro, oltre che dei parlamentari di AN promotori della legge approvata nel 2004. Tra i tanti aggiornamenti a cui il corpo docente dovrebbe sottoporsi, ci sarebbe  sicuramente anche un ciclo di incontri storici sulle foibe e sull’esodo. Farebbe loro assai bene, magari in alternativa al pedagogismo infruttuoso che predomina nella scuola d’oggi e che ha portato 600 professori universitari italiani(in verità, pochi  i docenti torinesi e solo una ricercatrice dell’Università del  Piemonte orientale ) a denunciare i livelli inaccettabili  di impreparazione che la scuola offre oggi ai suoi utenti.

Processo Rosboch, Gabriele chiede scusa. I genitori di Gloria: “Non possiamo perdonare”

defilippi rosbochrosbochA Ivrea è iniziato il processo per l’omicidio dell’insegnante di Castellamonte, Gloria Rosboch. Sono comparsi dinanzi  al gup Alessandro Scialabba  Gabriele Defilippi, 22 anni, e Roberto Obert, 55 anni di Forno Canavese, i rei confessi del delitto. Presente anche Caterina Abbattista, 49 anni di Gassino, la madre di Defilippi, imputata per concorso in omicidio, ed Efisia Rossignoli, 49 anni di San Giorgio Canavese, accusata di truffa. GABRIELE MAMMAIn aula c’erano anche gli anziani genitori di Gloria Rosboch: Marisa Mores ed Ettore.

LE SCUSE DI GABRIELE

“Vorrei riavvolgere il nastro e tornare indietro. Chiedo scusa a tutti”: così l’agenzia Ansa riporta le parole di Gabriele Defilippi, in aula in jeans e maglione blu. Anche sua madre ha chiesto scusa leggendo un testo.

I GENITORI DI GLORIA: “NON POSSIAMO PERDONARE”

“Sapevo che sarebbe stata dura, Me lo aspettavo. Perdonare? Noi non possiamo perdonare”. E’ il GABRIELE GLORIA OBERTcommento di Marisa Mores, mamma di Gloria Rosboch . “Mi hanno dato fastidio gli sguardi di quella donna,  continuava a fissarmi”, ha aggiunto.

 Ettore Rosboch: “Per me sono tutti assassini. Ho detto grazie a Gabriele per quello che ci ha fatto. Solo questo…”