redazione il torinese

Rock al femminile contro la violenza

 Si chiama Rock Female Festival e si terrà sabato 25 febbraio al Taurus Factory di Ciriè. Il programma vede sul palco nove band (inediti, cover e tributi) che si esibiranno in un’unica serata dedicata al rock al femminile: Dirty Label, Oniricide, Kosmic Band, Fallen, Dayslived, Soundscape, Stush, The Dark Side, Così A Caso. La serata partirà alle 19 ma verrà anticipate da un ricco apericena mezzora prima. Durante l’evento verrà allestito un banco per la presentazione dello Sportello Donna (Centro di Aiuto, ascolto, accoglienza e reinserimento comunitario e lavorativo per Donne). Servizio gratuito della cooperativa Libera Dimensione in collaborazione con la Cooperativa Quarantatrè e Privata Assistenza che si occuperanno delle attività di inserimento.

Lo scopo è quello di prevenire e contrastare ogni forma di violenza contro le donne, sia in ambito familiare che sociale, ma vuole essere anche un punto per il reinserimento nel circuito lavorativo o anche semplicemente un luogo d’incontro e di scambio. Il progetto associativo si fonda sulla convinzione che la donna, anche se in situazione di disagio, abbia dentro di sé la capacità di progettare il futuro e le risorse per uscire dalla precarietà, riappropriandosi della propria identità e riprendendo in mano la propria vita. Questo percorso è lungo e difficile: affrontato insieme ad altre donne può diventare più facile. Inoltre sarà anche possibile assistere all’inaugurazione della mostra fotografica “Yin – l’arte del femminile”, di Gabriella Catalano.

 

Massimo Iaretti

Primo trasporto ECMO pediatrico salva la vita ad una neonata

Il primo trasporto ECMO pediatrico, effettuato da un team dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino, salva la vita ad una neonata.

Lo scorso 8 febbraio è nata presso l’ospedale Maria Vittoria di Torino una bimba di 3 kg che ha manifestato fin da subito un’insufficienza respiratoria gravissima ed in rapido peggioramento nelle 24 ore successive per una polmonite da inalazione di liquido amniotico. Presa in carico dai neonatologi della Terapia Intensiva Neonatale del Maria Vittoria, intubata ed in ventilazione artificiale massimale, la mattina successiva la piccola era talmente grave che avrebbe potuto resistere solo poche ore. I piccoli polmoni non erano infatti più in grado di ossigenare il sangue. Per questo motivo sono stati allertati gli anestesisti dell’ospedale Regina Margherita, diretti dal dottor Giorgio Ivani. L’équipe dell’ospedale Infantile, formata dalla Alberta Rizzo (responsabile della Cardioanestesia pediatrica), dai cardiochirurghi Andrea Valori e Maria Teresa Cascarano (della Cardiochirurgia pediatrica diretta da Carlo Pace Napoleone), due tecnici perfusionisti ed un’infermiera si sono recati all’ospedale Maria Vittoria ed hanno impiantato un sistema di supporto artificiale alla ventilazione della paziente. Questo sistema ECMO, definito Extra Corporeal Membrane Oxigenation, è in grado di ossigenare il sangue aspirato da una grossa vena e restituirlo al paziente da una pompa esterna. Dopo aver verificato la stabilità respiratoria ed emodinamica, la paziente è stata trasferita al Centro di riferimento del Regina Margherita. Dopo 6 giorni i polmoni sono migliorati consentendo lo svezzamento dal supporto extracorporeo e dopo altre 48 ore di ventilazione artificiale è stata estubata e poi trasferita all’ospedale di provenienza.  

Finora la rete Regionale di emergenza ECMO respiratorio, nata in seguito all’epidemia H1N1 degli scorsi anni, era stata utilizzata solo per gli adulti. Questa esperienza, che per la prima volta ha consentito di salvare la vita ad una neonata, apre ampie possibilità di trattamento delle insufficienze respiratorie neonatali e pediatriche per i pazienti ricoverati in ospedali non provvisti di ECMO Center.

Il Patto della Montagna

Sabato 25 febbraio, viene inaugurato un nuovo ciclo di incontri tutti dedicati al mondo del documentario della nostra regione: Glocal Doc / Il cinema del reale in Piemonte. Il progetto, realizzato da Associazione Piemonte Movie, Museo Nazionale del Cinema e Film Commission Torino Piemonte, sarà una vetrina del documentario e dei documentaristi della regione, con proiezioni in anteprima, presentazione di progetti, incontri e dibattiti, con l’obiettivo di valorizzare il ricco panorama del cinema del reale girato e prodotto in Piemonte. Una serie di appuntamenti, per un totale di 5 serate, che si terranno ogni due mesi al Cinema Massimo di Torino (Via Verdi 18), in questa prima edizione 2017.

 

Come parte del ciclo Glocal Doc / Il cinema del reale in Piemonte, il Museo Nazionale del Cinema ci permette di stringere i legami con la storia passata e recente del cinema documentario, mentre Film Commission Torino Piemonte rappresenta un punto di riferimento fondamentale per lo sviluppo e la produzione made in Piemonte grazie alle sue attività di sostegno al settore, in primis attraverso il Piemonte Doc Film Fund, primo fondo italiano per il sostegno al cinema documentario, istituito nel 2007. Glocal Doc va inoltre ad aggiungere un tassello importante all’interno del quadro composto dalle numerose iniziative volute e realizzare da Piemonte Movie, a sostegno delle realtà cinematografiche locali. Una rassegna che si collega infatti al concorso Panoramica Doc del Piemonte Movie gLocal Film Festival per quanto riguarda il presente della produzione documentaristica e si allaccia, inoltre, alla manifestazione Movie TellersNarrazioni cinematografiche che nel mese di maggio proporrà 28 serate-evento in 13 comuni della regione con 4 lungometraggi, 4 documentari e 4 cortometraggi piemontesi, per far circuitare sul territorio le ultime produzioni realizzate sotto le Alpi. Un’iniziativa sostenuta da Regione Piemonte, promossa da Film Commission Torino Piemonte e FIP Film Investimenti Piemonte, ideata e organizzata da Associazione Piemonte Movie in collaborazione con Museo Nazionale del Cinema, Torino Film Festival e Agis-Anec.

 

Sabato 25 febbraio 2017 al Cinema Massimo ore 20.30, il Museo Nazionale del Cinema e Piemonte Movie insieme alle società di produzione Jean Vigo Italia e VideoAstolfoSullaLuna (Biella) presentano il documentario Il Patto della Montagna di Manuele Cecconello e Maurizio Pellegrini. Il film in corso di realizzazione con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund e del Mibact e parte del ricavato della serata – ingresso euro 6,00 – sarà devoluta per il completamento della produzione del film.

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IL PATTO DELLA MONTAGNA

 

C’è una storia che pochi conoscono e che si svolge in Piemonte, a Biella. Una storia nobile italiana che intreccia i destini di imprenditori tessili, lavoratori e partigiani, che nel ‘44, nel pieno della guerra, firmarono clandestinamente un Patto che affermava, per la prima volta in Italia e in Europa, la parità salariale tra uomo e donna. Il Patto della Montagna stabilì infatti “pari salario a pari lavoro” e segnò una conquista che diverrà nazionale ed europea solo negli anni Sessanta, aprendo una strada tra molte difficoltà, tuttora evidenti.

 

Quella vicenda è un evento eccezionale all’interno di 150 anni in cui la capacità di negoziazione tra lavoratori e imprese è diventata una delle condizioni di competitività e resilienza dell’area biellese. Nonostante la crisi e i processi di delocalizzazione globale, infatti, il Biellese è ancora l’unica area in Europa dove resiste l’intera filiera tessile e dove si producono tessuti tra i più fini al mondo.

Il Patto della montagna sta per diventare un film documentario, una co-produzione tra Jean Vigo Italia e VideoAstolfoSullaLuna, con il sostegno del Mibact e della Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund, con la regia di Manuele Cecconello e Maurizio Pellegrini e la produzione esecutiva di Francesca Conti. Il documentario, di cui verranno presentati alcuni estratti, indaga le ragioni dell’eccellenza del prodotto tessile, trovandola nella qualità delle relazioni tra gli uomini, ovvero nella capacità di affrontare i conflitti attraverso una mediazione fondata sul rispetto reciproco. Una metafora per l’oggi che deve ritrovare il senso del futuro e del patto sociale.

La serata ripercorrerà il lungo percorso verso la parità salariale, di cui il “Patto” è il momento cruciale, affrontandone il prima e il dopo, dalle prime rivendicazioni sindacali nell’800 al definitivo riconoscimento sul contratto nazionale del 1964. Tra parole dette e recitate, pezzi di film, camei di testimoni eccellenti, sarete coinvolti in questo racconto inedito dagli autori e registi, da storici, stilisti, e dai rappresentanti delle istituzioni che sostengono la produzione.

 

La serata prevede il reading del Patto, la proiezione di clip con contenuti storici e interviste, e il teaser del film. A parlare della vicenda storica, di moda e territorio e del ruolo del cinema saranno presenti i registi con Francesca Conti (produttore esecutivo del film), Lorenzo Canova (Responsabile programma Sensi contemporanei), Nino Cerruti (industriale e stilista), Sara Conforti (artista), Claudio Dellavalle (Storico Università degli Studi di Torino), Alessandro Gaido (Presidente Piemonte Movie), Paolo Manera (Direttore Film Commission Torino Piemonte), Enrico Pagano e Marcello Vaudano (Istituto Storico della Resistenza di Varallo), Christian Pellizzari (stilista), Luisa Trompetto (attrice).

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Il Patto della Montagna. Le radici nobili della qualità biellese

Regia di Manuele Cecconello e Maurizio Pellegrini.

una co-produzione tra Jean Vigo Italia e VideoAstolfoSullaLuna, con il sostegno del Mibact e della Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund

Con il patrocinio di Comune di Biella, ATL Biella.

Sviluppato in collaborazione con ANPI Provincia di Biella, Docbi – Centro Studi Biellesi, ISRSC BI-VC – Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea nel Biellese, Vercellese e Valsesia, ISRSC Torino – Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea “Agosti” Torino.

Sanità, al Piemonte 116 milioni in più. Boccata di ossigeno per farmaci e precari

A Roma la Conferenza della Regioni ha trovato l’accordo sulla ripartizione del fondo sanitario 2017. E ci sono buone notizie: rispetto allo scorso anno, infatti c’è un aumento di risorse per 1 miliardo e 580 milioni di euro. Per  il Piemonte l’incremento sul 2016 è di circa 116 milioni, fondi che saranno vincolati in particolare a una serie di nuovi costi sanitari, come la spesa per farmaci innovativi contro l’Epatite C, farmaci oncologici, nuovi vaccini, il rinnovo del contratto di settore, la stabilizzazione dei precari. “Giudico in maniera assolutamente positiva il fatto che per il secondo anno di fila l’intesa sia stata definita all’inizio dell’anno –  dice l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta -. Sono soddisfatto perché solo in questo modo è possibile avere certezza delle risorse effettivamente disponibili e di conseguenza impostare correttamente la programmazione”. Proprio sul tema dei nuovi farmaci contro l’Epatite C, Saitta ha incontrato, anche in qualità di coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, il direttore dell’AIFA Mario Melazzini, impegnato nella trattativa con le aziende farmaceutiche per la riduzione del costo. “L’AIFA è determinata a ottenere entro la fine del mese l’abbassamento del prezzo dei farmaci almeno a 4mila euro – aggiunge Saitta -. Dalle Regioni c’è il pieno sostegno a questa azione: vorrebbe dire infatti poter curare più del doppio dei pazienti attualmente curati”.

 

Il rilancio della montagna passa da turismo e agricoltura

Turismo ed agricoltura sono due grandi pilastri per la vita della montagna. Si tratta di un binomio la cui validità viene confermata dai bandi del Programma di sviluppo rurale della Regione Piemonte. L’argomento sarà al centro, sabato 25 febbraio a Pomaretto, di un convegno (dalle ore 9,30) organizzato dal Comune con Asproflor (Associazione dei Produttori florovivaisti) e Uncem nella Sala del Teatro valdese.  Dopo gli interventi di introduzione di Danilo Breusa, Sindaco di Pomaretto, Renzo Marconi, Presidente Asproflor, e Rossana Turina, FedAgri Confcooperative Piemonte, seguiranno le relazioni di Marco Bussone, Uncem Piemonte (Le associazioni fondiarie e PSR 2014/2020), Marello Cristina, Nutraceutica (Diversificazione colturale in aree montane e marginali), Matteo Zappino, Associazione Antichi Mais Piemontesi (Esperienze di coltivazione e filiera di antiche varietà di mais), Paolo Clapier, Dottore Forestale (Foraggicoltura di montagna in Val Chisone), Piercarlo Tivano, Scuola Agraria Salesiana Lombriasco (Le culture minori e attività connesse per l’integrazione del reddito nelle aree inter). Poi una serie di buone pratiche, introdotte dal vicepresidente di Asproflor Sergio Ferraro: Enrico Bernard, Titolare Elysir distilleria Bernard di Pomaretto, Paolo Cavallo, Titolare della distilleria LAR-ICE di Pragelato, Piero Ferrero, Presidente Cooperativa di Pancalieri (lavorazione, distillazione e commercializzazione di oli essenziali di erbe aromatiche), Samanta Badini e Simone Braguzzi, Titolari Ditta Erbe di Montagna di Pianfei. Conclusioni (prima della degustazione di prodotti) di Silvana Nicola dell’Università di Torino, Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari e di Moreno Soster della Regione Piemonte, Direzione Agricoltura Settore Produzioni Agrarie. “Vogliamo mettere un nuovo tassello nella costruzione dello sviluppo delle nostre valli – spiegano Danilo Breusa, sindaco, e Sergio Ferraro, vicepresidente Asproflor – Ci sono importanti esperienze di imprese che sono modello per altre nuove, dove l’innovazione incontra il territorio e ne escono prodotti unici, dal grandissimo valore aggiunto. Ci sono fondi europei del Psr, e non solo, da drenare sul territorio. C’è anche la legge sull’associazionismo fondiario che prova a mettere un argine ad abbandono e invasione del bosco. L’agricoltura torna a essere un settore trainante anche per la montagna, dopo decenni di abbandono. Ma non va presa come ‘ultima spiaggia’ o come ripiego. Dobbiamo aiutare le nuove imprese a crescere e a dare valore e mercato ai loro prodotti. Servono marketing e comunicazione. Sabato a Pomaretto parleremo anche di questo”.

Massimo Iaretti

 

La scherma nazionale approda in Piemonte

Il PalaFiera di Casale Monferrato (Quartiere Fieristico della Cittadella) da venerdì 24 a domenica 26 febbraio, diventa a tutti gli effetti il PalaScherma.

La Federazione Italiana Scherma – Fis, infatti, lo ha scelto per ospitare l’edizione 2017 dei Campionati italiani a squadre di serie B e C. In tutto è prevista nell’ambito delle gare la presenza di oltre 1000 atleti appartenenti a più di 250 squadre provenienti da tutta Italia. L’evento è organizzato a cura della Federazione, del Comune di Casale Monferrato e del Club Scherma Casale. Le lame si incroceranno ogni giorno dalle 9 alle 18 sulle 44 pedane allestite nei giorni scorsi. La società ospitante vede circa settanta atleti attivi cbe non saranno in gara, perché militano in serie A1 ed A2 ma, ad inizio aprile, saranno in pedana in occasione degli interregionali giovanili. Il PalaFiere ha già ospitato, con esito decisamente positivo, lo scorso anno i Campionati Europei di Scherma Paralimpica.

Massimo Iaretti

 

LA VALUTAZIONE DELL’ATTIVITA’ MUSCOLARE DEI MUSICISTI

musicista medicinaL’Accademia di Musica di Pinerolo promuove l’incontro VALUTAZIONE DELL’ATTIVITA’ MUSCOLARE DEI MUSICISTI I risultati di tre borse Lagrange Martedi 14 marzo 2017, ore 9.30 – 11.00 Accademia di Musica Viale Giolitti, 7 a Pinerolo. Interviene il Prof. Roberto Merletti, del Laboratorio di Ingegneria del Sistema Neuromuscolare al  Politecnico di Torino, sul tema: L’applicazione di tecniche di elettromiografia non invasiva allo studio della attività muscolare dei musicisti: i risultati di tre anni di lavoro. Prospettive. L’Ing. Alessandro Russo, Borsista Lagrange presenterà una dimostrazione sperimentale. Il 60% degli studenti di musica e il 90% dei professionisti soffre di disturbi neuromuscolari più o meno gravi. Chi si occupa della prevenzione? Quali strumenti e tecniche sono stati sviluppati e quali risultati sono stati raggiunti in medicina dello sport e del lavoro che siano trasferibili ai problemi dei musicisti? E’ possibile confrontare quantitativamente scuole e posture, sedie e spalliere, studenti e docenti? E’ possibile fornire un biofeedback che consenta allo strumentista di minimizzare sforzi, co-contrazioni muscolari e dolore quando studia? E’ possibile prevenire le patologie occupazionali dei musicisti formando docenti di musica e fisioterapisti qualificati nel settore? Esiste una condizione “ottima” generale o un “ottimo” individuale?

Cuoco uccide collega a coltellate

DALLA LIGURIA

Ricard Nika, di 30 anni, cuoco di origine albanese, ma da anni residente a Bordighera, incensurato, ha detto ai carabinieri che lo hanno fermato dopo averlo visto vagare, in stato confusionale,  con gli abiti macchiati di sangue: “Ho commesso qualcosa di grave a Monaco”, ha detto.  E’ accusato dell’omicidio del collega Alfio Fallica, 30 enne , siciliano residente a Mentone. Lo ha colpito con un coltello   da cucina durante una lite, in una cantina del ristorante “Pulcinella” a Montecarlo. Non  sono ancora chiari i motivi del litigio, dopo il quale Nika è salito sul suo scooter ed è tornato a Bordighera.

MOVIMENTO NAZIONALE PER LA SOVRANITA’, GRUPPO IN REGIONE PIEMONTE

“L’obiettivo è di rimettere il centro destra in cammino – hanno dichiarato Marco Botta e Gian Luca Vignale -, collaborando con tutte le forze di centro destra per costruire insieme un progetto serio e credibile”

Nel Movimento nazionale per la Sovranità con un entusiasmo che neppure io mi sarei aspettato mi sono finalmente sentito di nuovo a casa, e con me molti amici, cittadini e rappresentanti istituzionali. Per coerenza con il mio percorso politico e con il mandato elettorale che ho ricevuto nel 2014 ho deciso di aderire al Movimento nazionale per la Sovranità, creando un gruppo consiliare regionale, il primo in tutta Italia” lo dichiara il consigliere regionale Gian Luca Vignale, che oggi in conferenza stampa ha annunciato la costituzione del primo gruppo consiliare regionale del Movimento Nazionale per la Sovranità. Con lui anche il coordinatore regionale del neonato movimento, Marco Botta.

 

“L’obiettivo è di rimettere il centro destra in cammino – hanno dichiarato Marco Botta e Gian Luca Vignale -, collaborando con tutte le forze di centro destra per costruire insieme un progetto serio e credibile in grado di fermare la demagogia penta stellata e sottrarre la nostra regione da un’amministrazione di centro sinistra che sta penalizzando territori e paesi”.

 

“La mia storia politica – ha spiegato Vignale – inizia con il Movimento Sociale, e continua in Alleanza nazionale, fino al 2009 quando nasce il PDL. Da allora è iniziata la mia diaspora politica: i valori della destra sociale, quelli per cui sono cresciuto e in cui ho creduto e per i quali ancora oggi mi impegno con grande senso di responsabilità, purtroppo non hanno trovato più una casa in grado di accoglierli al meglio”.

 

“Lascio un partito, Forza Italia, che esprime rappresentanti in tutte le istituzioni – ha aggiunto  Vignale – per entrare in un Movimento che è appena nato. Non è quindi una scelta fatta per opportunismo o per tornaconto personale, ma semplicemente dettata dal cuore e dalla passione. Non posso, lasciando Forza Italia, che ringraziare tutte le persone che all’interno del Partito mi hanno dato uno spazio politico –anche se la mia provenienza era diversa- libero. ”

 

“Il punto di partenza del Movimento – ha spiegato il coordinatore regionale Marco Botta – è la casa comune della destra, una nuova casa per tutti coloro che con noi hanno militato in Azione nazionale e che credono nei valori della destra sociale. La scelta del sovranismo nasce, infatti, dalla convinzione che la sovranità nazionale popolare e monetaria sia lo strumento necessario per governare la globalizzazione difendendo gli interessi popolari”.

 

Marco Botta e Gian Luca Vignale hanno spiegato che il loro impegno “si focalizzerà per portare in Piemonte idee della destra che forse 20 anni fa sembravano “utopiche” ma che oggi sono fortemente attuali: contrastare la globalizzazione che ha distrutto il settore produttivo italiano e piemontese, anteporre l’interesse dei cittadini davanti rispetto potere finanziario e delle multinazionali, rivendicare la sovranità regionale e nazionale di fronte ad ogni direttiva o diktat europei”.

 

“Questo significa declinare la sovranità popolare – spiegano – con iniziative concrete. Come ad esempio, riportare anche in Piemonte nuove risorse per far ripartire le opere pubbliche e l’edilizia , che dalla crisi ad oggi ha perso oltre 40 mila posti di lavoro. Oppure contrastare la legge Bolkestein, a tutela delle decina di migliaia mila ambulanti piemontesi. O ancora difendere le piccole e medie categorie produttive ed artigiane contro le multinazionali. I tassisti sono l’esempio più attuale, ma a loro si aggiungono anche gli agricoltori piemontesi, i tanti produttori di latte che ogni anno subiscono ingiuste politiche europee e tutte le piccole e medie imprese”.

 

Per il Movimento nazionale una delle priorità è il contrasto all’immigrazione incontrollata. “Non è ammissibile – spiegano Vignale e Botta – che vi sia un Piemonte di serie B, formato da decine di migliaia di disoccupati e da oltre 400 mila poveri piemontesi che faticano ad arrivare a fine mese o a pagare l’affitto, e un Piemonte di serie A, composto dai 14 mila immigrati (quasi tutti clandestini)”.

 

L’azione in Consiglio Regionale del Movimento Nazionale sarà proiettata su queste temi, puntando, come sottolinea Vignale a “portare la ‘sovranità piemontese’ anche sul piano normativo: ovvero in proposte di legge che garantiscano la priorità agli italiani”.

 

In ricordo di Roberto Crescenzio

“Sono trascorsi quarant’anni da quando Roberto Crescenzio, un giovane di appena 22 anni, fu ucciso, arso vivo dentro un bar nel quale aveva trovato rifugio per sottrarsi alla violenza che devastava le vie di Torino e di altre città italiane”.Con queste parole Nino Boeti, vicepresidente del Consiglio regionale e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione, ha portato il saluto dell’Assemblea legislativa durante la cerimonia in memoria della vittima dell’Angelo Azzurro, locale di via Po 46, a Torino, al cui interno alcuni manifestanti lanciarono molotov provocando il rogo e la morte del ragazzo. “La manifestazione del 1° ottobre 1977 – ha proseguito Boeti – rappresentava una reazione all’uccisione, da parte di gruppi eversivi fascisti, di un militante di Lotta Continua, Walter Rossi, avvenuta il giorno prima a Roma. Alla violenza si rispose, dunque, con la violenza. Ma dentro questo variegato mondo, fatto di intolleranza e rabbia contro lo Stato e le Istituzioni democratiche, certamente erano presenti migliaia di giovani che trovarono nella protesta anche il sogno di un mondo migliore nel quale limitare le disuguaglianze e le povertà”.Nel corso della cerimonia Federica Marchioro, cugina di Crescenzio, ha ricordato “l’importanza di mantenere vivo il ricordo delle vittime di violenza e terrorismo, per accrescere nelle nuove generazioni i messaggi di pace e tolleranza”.Fabio Versaci e Roberto della Rocca, presidenti rispettivamente del Consiglio comunale e dell’Associazione italiana vittime del terrorismo (Aiviter) hanno poi evidenziato la condanna delle Istituzioni alla violenza, ripercorrendo la drammatica vicenda di Roberto Crescenzio.“Il Consiglio regionale in quegli anni di tumulti era guidato da Dino Sanlorenzo – ha concluso Boeti – e oggi ribadiamo con convinzione gli stessi ideali e le medesime convinzioni: il terrorismo va sconfitto anche sul piano morale, culturale e ideale, mobilitando le coscienze. Vorrei ricordare a tutti le parole del primo ministro della Repubblica Tina Anselmi, ‘per cambiare il mondo bisogna esserci’. E il Consiglio regionale ci fu allora come oggi, per mantenere viva la memoria di un ragazzo a cui non è stata data la possibilità di crescere, sognare e avere un futuro”.La cerimonia è terminata con l’apposizione di una targa, in memoria di Roberto Crescenzio, sulla facciata dello stabile in via Po 46.

 

Daniela Roselii – www.cr.piemonte.it