redazione il torinese

La cultura enoica di Signorvino

PROSEGUONO LE DEGUSTAZIONI CON IL PRODUTTORE DA SIGNORVINO TORINO

Incontri all’insegna della conoscenza del vino, alla scoperta dei principali territori vitivinicoli italiani e dei produttori che ogni giorno contribuiscono a consolidare l’immagine del Made in Italy nel mondo: questo il tema degli incontri di Signorvino all’interno del punto vendita di Torino. In uno degli angoli più suggestivi della città, il wine store di Signorvino si trova tra le mura di una splendida chiesa di fine ottocento che, con i suoi 500 metri quadri, diventata location suggestiva e tempio del vino italiano. È previsto per martedì 28 febbraio prossimo appuntamento Wine&Food Tasting di Signorvino Torino. E se al centro della filosofia Signorvino si trova il vino in ogni sua espressione, è la cultura e la valorizzazione di questo patrimonio italiano ad aver spinto lo store a proporre alla città dei momenti unici di degustazione; e chi meglio del produttore stesso per raccontare un territorio, una tecnica ed una tradizione?

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Le serate vogliono essere informali ma formative, divertenti ma cariche di contenuti, all’insegna del buon vino e del giusto piatto da abbinare ad ogni calice, un format alla portata di tutti e dal linguaggio easy, in grado di avvicinare i giovani ad un mondo che ancora oggi rischia di rimanere loro troppo lontano. All’interno degli store si può scegliere fra 1500 etichette selezionate, grandi nomi del vino italiano e rare bottiglie di piccoli produttori sono quindi, per la prima volta, ad un passo da casa. Vengono raccontati i territori più rappresentativi dell’intero panorama vitivinicolo italiano da un personale giovane e preparato che si discosta volutamente dai tecnicismi e dalle inutili formalità colmando quel gap comunicativo che crea barriere con il consumatore finale. Un’attività di ricerca vino-cibo in grado di esaltare le caratteristiche di ogni degustazione e che permette un percorso esperienziale a 360 gradi.

Si inizia quindi martedì 28 febbraio alle ore 19:30 con i rossi strutturati di Villa Spinosa, azienda rappresentativa di un territorio unico, la Valpolicella, che lavora lo straordinario paesaggio di Negrar e Marano di Valpolicella. Durante la cena saranno degustati il Valpolicella Classico accompagnato da Polenta fritta con lardo aromatizzato della Lessinia, il Valpolicella Classico Ripasso “Jago” sarà invece accompagnato dalle “Pappardelle Signorvino” al vino rosso, con gustoso ragù d’anatra e nocciole tostate, ed il pluripremiato Amarone della Valpolicella “Etichetta Avorio” servito insieme a Formaggi con mostarde e frutta secca. La serata di martedì 7 marzo dalle ore 20 sarà invece impreziosita dai vini di Michele Chiarlo, con i suoi classici piemontesi in grado di rendere riconoscibili le caratteristiche varietali e del terroir,caratterizzati da eleganza e complessità. Il Barbera D’Asti “Nizza” sarà accompagnato Polenta fritta con lardo aromatizzato della Lessinia, seguito dal Barolo “Cannubi” con Mini Tartare di carne cruda arricchita dai 5 pizzichi dello chef e salsa al Nebbiolo. Per finire il Barolo “Cerequio” con Formaggi, mostarde e frutta secca.

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Info costi e prenotazioni nel punto vendita o sul sito www.signorvino.com.

 

Nuova vita per la Cappella di Palazzo Reale

Lunedì 27 febbraio 2017, ore 11 ai Musei Reali di Torino (con ingresso in piazza Castello 191 esclusivamente per questa occasione) si terrà la presentazione del RESTAURO DELLA CAPPELLA DI CARLO ALBERTO. In programma la conferenza stampa e vla isita in anteprima dello spazio restaurato Introduce Enrica Pagella, Direttrice dei Musei Reali di Torino. Intervengono: Mauro Laus, Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte Maria Carla Visconti, Progettista e Direttore dei lavori Franco Gualano, Responsabile Collezioni Palazzo Reale. Torna a splendere un piccolo e prezioso ambiente del Palazzo Reale di Torino: la cappella privata di Carlo Alberto, adiacente alla Sala delle Udienze, realizzata da Pelagio Palagi tra il 1837 e il 1839. L’intervento, condotto tra il settembre e il dicembre 2016, è frutto di un protocollo di intesa tra Musei Reali di Torino e Consiglio Regionale del Piemonte che prosegue nel tempo con progetti di recupero e di valorizzazione degli spazi e delle decorazioni del Palazzo Reale.

Giambattista Tiepolo e la grande pittura del Settecento veneto

Si apre sabato 25 febbraio alle 15, nelle sale del Castello di Miradolo, la mostra Tiepolo e il Settecento veneto, curata da Giovanni Federico Villa, un percorso tra i capolavori – circa cinquanta opere in esposizione, tra tele, incisioni, acqueforti e disegni – di un artista che ha pressoché attraversato un intero secolo e che con l’apporto dei figli Giandomenico e Lorenzo è stato il protagonista assoluto di un’età e di una pittura che si lasciavano alle spalle il barocco per avvicinarsi agli anni della grande Rivoluzione l’oltralpe, coltivando i nomi di David e Goya. Un percorso che si è reso possibile attraverso la collaborazione tra la Fondazione Cosso e i Musei Civici di Vicenza, da tempo nel novero dei maggiori poli museali italiani (non soltanto per i 600.000 visitatori all’anno ma pure per l’eccellente dato che è la copertura del 62% delle spese con la bigliettazione), che hanno in palazzo Chiericati una delle più importanti collezioni oggi esistenti sul territorio nazionale. In questo sguardo d’insieme che vede da un lato il passaggio temporaneo ad una sempre più prestigiosa sede piemontese delle opere e dall’altro il contributo ai lavori finali all’interno del palazzo vicentino che la Fondazione Cosso sosterrà, consentendo così la messa in opera delle strumentazioni necessarie a rendere il salone del piano nobile atto a ospitare conferenze e convegni, si potrà ammirare la Immacolata Concezione (datata 1733), splendido esempio posto su un altare della chiesa guariniana dell’Araceli, a Vicenza, di un artista che reclamava con forza la propria autonomia ed esaltava la pura luce nei confronti di un Giambattista Piazzetta, di vent’anni più vecchio, che ancora coltivava le ombre e di cui si potrà ammirare un’opera di alto sentimento drammatico, l’Estasi di san Francesco, dove l’artista non coglie l’attimo cui l’iconografia ci ha abituato, bensì quello successivo in cui il santo, svenuto e sfinito, appare tra le braccia di un angelo sopraggiunto in suo soccorso, a sorreggerlo “su di una nuvola fattasi solida e tamponarne la ferita sul costato”.

I giochi di luce, schiariti in loro ogni pennellata, ancor meglio si comprendono nel Tempo svela la Verità e fuga l’Ignoranza, la decorazione di un soffitto che in anni recenti è giunta a nuova e inaspettata popolarità per essere stata la suggestiva allegoria posta a fare da sfondo alla sala stampa di palazzo Chigi. Un posto di tutto riguardo hanno nelle altre sale del castello di Miradolo le nature morte del secolo XVII pronte a spingersi verso l’inizio di quello successivo e che portano i nomi di Jacob van der Kerckhoven (Natura morta con frutta, pappagallo e conigli), di Jacobus Victor e di Elisabetta Marchionni; senza dimenticare i contemporanei dei Tiepolo e quanti sono stati da loro influenzati, da Louis Dorigny con i suoi grandi affreschi a Luca Carlevarijs maestro del paesaggio settecentesco, qui presente con Paesaggio con arco trionfale e monumento equestre, messo accanto ad un altro gioiello, firmato da Marco e Sebastiano Ricci, Prospettiva di rovine con figure, tra le opere più note e studiate del Settecento veneto. E ancora Antonio De Pieri con l’Allegoria dell’inverno o le tele mitologiche di Giambattista Pittori (Diana e le ninfe) o i paesaggi di Giuseppe Zais. Innegabile il valore e la bellezza di opere che recenti restauri ripropongono al pubblico dei visitatori, come la Decollazione del Battista dovuta a Giandomenico Tiepolo, capace oggi di esplodere nel contrasto tra gli incarnati del santo e quelli del boia, le vesti sgargianti e le ombre profonde della passione. A completare la mostra che rimarrà aperta fino al 14 maggio prossimo, una ricca vetrina di disegni (uno per tutti, bellissimo, Il tempo svela la Verità) e di acqueforti e incisioni, dovute soprattutto alla maestria di Giambattista, Scherzi e capricci che trovano spazio gioiosamente e con un pizzico di ironia nella complessità dell’opera dell’artista, circolando amabilmente tra una tradizione classica fatta di bassorilievi e scene pastorali e un sentire popolare che con gufi e teschi e maghi abbraccia pure gli interessi del tempo, dando spazio ad argomenti come la cabala, l’astrologia e l’archeologia. Schizzi, divertimenti, sperimentazioni che nemmeno sembrano considerare la continuità della linea (o il gioco delle ombre) ma la interrompono e la riprendono, leggera, per poi terminarla in maniera definitiva.

 

Elio Rabbione

 

 

 

 

Apic: ecco i pannelli contro le barriere uditive

Il Progetto APIC di sensibilizzazione sulle barriere uditive è ormai alle battute finali, in questi giorni l’associazione sta completando l’attività di installazione degli 11 pannelli portatili ad induzione magnetica donati ad un gruppo di ospedali piemontesi scelti tramite le segnalazioni dei propri soci. A suo tempo erano state contattate le principali direzioni sanitarie ospedaliere del Piemonte proponendo loro l’installazione del pannello sui banchi degli sportelli di accoglienza dei principali presidi. 

I pannelli portatili a induzione magnetica, scelti e messi in donazione sono utilizzabili senza particolari problemi sui banchi di accoglienza, informazioni o a discrezione del presidio in altri punti di contatto con il pubblico, ciò in modo da agevolare i portatori di protesi acustica e impianto Cocleare nella comprensione del parlato, soprattutto in locali dove il rumore di fondo può essere molto fastidioso, facendo in modo che le informazioni dell’addetto trasmesse dall’ausilio direttamente alla protesi dell’utente siano più facilmente comprensibili. L’iniziativa è stata attivata dall’APIC in seguito all’assegnazione del contributo derivante dalla scelta dei cittadini sul 5 per mille relativo all’anno 2013, con il quale l’associazione ha deliberato l’acquisto di apparecchiature atte al superamento delle barriere sensoriali che riguardano il deficit uditivo e /o sordità. Il progetto oltre ad agevolare le persone con problemi uditivi punta a promuovere l’uso delle tecnologie assistive, ormai utilizzate da un sempre crescente numero di persone e strutture, fino a diventare prassi ormai collaudate in moltissime nazioni non solo europee.

 
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APIC – Associazione Portatori Impianto Cocleare www.apic.torino.it – info@apic.torino.it

A.P.I.C. è un’associazione a carattere volontario senza fini di lucro sorta a Torino nel 1998 ad opera di pazienti sordi profondi sottoposti ad intervento per impianto cocleare presso il Servizio di Audiologia e Foniatria dell’Ospedale Molinette.  L’Associazione costituisce un punto di riferimento, di aiuto reciproco e supporto per i portatori di impianto cocleare e per i candidati all’intervento, inoltre, promuove e favorisce iniziative che rendano migliore la qualità di vita dei pazienti, coinvolgendo nei progetti il personale medico e tecnico e sensibilizzando le strutture pubbliche – sanitarie e non – per un miglioramento dell’assistenza e per la diffusione dell’informazione su questo innovativo trattamento della sordità profonda. L’iscrizione all’A.P.I.C. è aperta a tutti e costituisce il modo più semplice per sostenere chi si adopera per tutelare i diritti dei non udenti favorendo la corretta conoscenza dell’impiego dell’impianto cocleare

In viaggio con la app sullo smartphone: bus e metrò, entro un anno addio al biglietto cartaceo

Mentre i torinesi si godono questa parentesi di aria relativamente pulita (il blocco del traffico è sospeso fino a lunedì) è il momento di fare un bilancio anche sull’uso dei mezzi pubblici nei giorni in cui era vietato l’uso dell’auto. Le cronache torinesi di Repubblica scrivono che secondo i dati di Gtt si è verificato   nella settimana di blocco un incremento di utenti stimato tra il 5 e il 10 percento. La metropolitana lunedì ha trasportato144 mila passeggeri, rispetto ai meno di 140 mila soliti. Invece martedì e mercoledì sono stati registrati 155 mila viaggiatori, + 7-8mila rispetto alla media.  Molto affollati i bus, tanto che Gtt ha attivato i turni flessibili per potenziare le linee già solitamente più gettonate. Intanto sono state annunciate novità  per i biglietti dei mezzi pubblici: in futuro anche il ticket singolo sarà fruibile su smartphone e  il carnet da 15 corse finirà sulla tessera Bip come titolo di viaggio strettamente personale. Il  cartoncino-microchip azzurro sarà sostituito dalla smartcard in uso per tutti gli altri abbonamenti. Più avanti, nell’arco di un anno, quando sarà introdotto il  nuovo sistema tariffario, anche i biglietti singoli cartacei spariranno. Tutti i passeggeri avranno una tessera nominativa Bip, con foto, nome e cognome. E in futuro, con il sistema “Nfc” sarà possibile strisciare direttamente il dorso del telefono sulle obliteratrici di bus e tram e sui tornelli del metrò e i biglietti singoli si potranno acquistare attraverso una app sul proprio telefono.

 

(foto: il Torinese)

Corte dei Conti, sotto la Mole condanne per 5,4 milioni di euro

Lo scorso anno i processi per “responsabilità” celebrati dalla Corte dei Conti a Torino hanno prodotto condanne per un totale 5,4 milioni di euro. E’ quanto emerge dalla relazione del presidente, Cinthia Pinotti, all’inaugurazione dell’anno giudiziario. In tutto i soggetti citati in causa sono stati 147, con  64 assoluzioni, 53 condanne e 30 sentenze non entrate nel merito per  prescrizione o cessata materia del contendere. La presidente ha sottolineato  il rilevante numero di procedimenti per danno all’immagine causato  dai reati commessi da dipendenti e funzionari pubblici, che provocano grave danno “al prestigio dell’amministrazione e alla fiducia dei cittadini”.

L’amore, il matrimonio e i tradimenti ai tempi dei social

Il 2034 sarà l’anno zero dei matrimoni. Lo dice l’Istat e c’è da credere alla previsione se consideriamo la tendenza ultima, dimostrata da dati inconfutabili: dal 1995 ad oggi i divorzi sono aumentati del 105%. E tra 17 anni (come dire dietro l’angolo) praticamente nessuno più convolerà a giuste nozze e l’amore eterno si firmerà davanti a un avvocato.

Parte così la presentazione al Circolo dei lettori di Torino del divertente, ma tutto sommato amaro, libro “L’amore è eterno finché non risponde” (Einaudi) scritto da Ester Viola, brillante giovane avvocato che mette sul ridere tragedie sentimentali ai tempi dei social.

Protagonista è la trentaduenne Olivia, avvocato divorzista alle prese, da un lato, con le sue personali peripezie amorose e, dall’altro, con clienti che divide in due categorie -lascianti e lasciati- con relativa aneddotica di corna, liaisons dangereuses ed infedeltà varie.

Nel libro si sorride parecchio perché l’ironia la fa da padrona, ma di fatto nelle coppie accadono cose tristissime. Oggi, tra Facebook, Sms, WhatsApp e siti di appuntamenti, le scappatelle possono rotolare in valanghe di tragedie, maneggiate dagli avvocati, con esiti decisi dai giudici. Morale della fiaba non si tradisce più come prima…«non mi sento di affermare che i social network abbiano cambiato le relazioni» ci tiene a precisare l’autrice «però tradire è diventato più facile ed essere scoperti è diventato davvero facilissimo. Basta una distrazione ed anche qualche messaggino senza grande coinvolgimento sentimentale può trasformarsi in materiale per un avvocato   matrimonialista».

Ma la situazione è davvero così tragica?

«Si tende a sposarsi sempre meno e a divorziare sempre più. L’unico motivo rimasto per non separarsi è quello economico: non ci si lascia perché le spese sono diventate troppo alte».

Cos’è oggi il tradimento e come lo si dimostra?

«C’è stata un’importante riforma del diritto di famiglia. Prima dell’avvento dei social network la corrispondenza personale era protetta dall’articolo 616 del Codice di Procedura Penale. Invece una sentenza del 2013 del Tribunale di Torino ammette che, per il diritto di difesa del coniuge tradito, il codice della privacy possa essere superato e messaggi e simili diventino materiale probatorio. Direi una decisione d’importanza epocale».

Ma i messaggini e quello che si posta sui social possono essere considerati tradimento?

«Ne discute la Cassazione. E’il punto sull’amore platonico. Se c’è un grosso coinvolgimento sentimentale, ma non c’è congresso carnale –questa la terminologia usata dalla Cassazione- è tradimento oppure no? Sembrerebbe di no, perché la legge si deve appoggiare sui fatti, sulle prove. Tuttavia è possibile, virtualmente, che la parte tradita riesca a dimostrare di sentirsi violata in uno degli obblighi di fedeltà, secondo l’articolo 142 del   Codice Civile. Ottenere il divorzio sulla base di una relazione platonica non è escluso».

Cos’ha scoperto sui siti di incontri?

«Intanto che fanno soldi a palate. Tinder è il primo social network di appuntamenti e circa un anno fa ha dovuto addirittura fare un comunicato ufficiale per assicurare gli iscritti che solo una piccola parte di loro era sposata ed in cerca di scappatelle. Ora, se c’è bisogno di una smentita vuol dire che è un ricettacolo di tradimento».

La tipologia di chi li frequenta?

«Normalmente, sposati annoiati, di qualunque fascia di età e sia uomini che donne».

Le caratteristiche dei lascianti?

«Ci sono delle costanti. Il lasciante, che in genere ha già una nuova relazione ed ha già pagato prima la sua parte di dolore, normalmente è il più ragionevole. E’ il cliente ideale che arriva preoccupato per i figli e vorrebbe chiudere subito il fascicolo, gli preme la velocità dell’operazione».

E i lasciati?

«Loro hanno un istinto di vendetta e di durata. Vogliono che la causa di separazione diventi una guerra.   Nel libro dico che è il loro modo per non sentirsi sconfitti, pensano “una guerra sarà meglio di come mi sento adesso”».

In genere cosa succede a chi lascia e si rifà una vita con altri?

«Deve stare molto attento, perché per il discorso dell’addebito, dopo la fine di un matrimonio è prevista una sorta di punizione economica per chi ha tradito. Il punto è che, o dimostra che la relazione di prima era caratterizzata da un brutto clima familiare, altrimenti cade la scure di un assegno di mantenimento molto importante, come punizione economica ed espiazione giuridica».

Chi dà il peggio di sé, l’uomo o la donna?

«Sono alla pari, dipende da cosa è successo; ma in genere è il tradito, uomo o donna che sia, a diventare un animale velenoso».

Le cose più brutte che ha visto in un divorzio?

«Si può arrivare molto in basso. Perverso è usare i figli come arma, cosa che ho visto spesso e lì sta l’abilità dell’avvocato nel gestirla».

Nel libro ha scritto: “…a tenere insieme le persone c’è un po’ di chimica prima del matrimonio, e un po’ di economia dopo” e   più avanti “ la fine della guerra in amore non è altro che un assegno”. Ma che tristezza ridurre tutto ai   soldi!

«D’altra parte che espiazione diversa sarebbe possibile? Come la misuri? Con la buona volontà? Che alternativa c’è? O la parte tradita concede una seconda possibilità, che statisticamente fa la fine della prima, oppure conviene misurare in denaro».

Quanto si è divertita e quanto invece amareggiata scrivendo questo libro?

«In egual misura. Mi sono divertita per un brutto meccanismo di transfer al contrario. Quando si è avvocato matrimonialista acquisisci una specie di antipoetica dell’amore: hai davanti sempre lo spettacolo più cruento e dici a te stessa….”ne faccio volentieri a meno”».

Nel suo futuro più avvocato o scrittrice?

«Se possibile tutte e due le cose».

MUSEI REALI DI TORINO: UN CARNEVALE ARCHEOLOGICO

Al Museo di Antichità, sabato 25, domenica 26 e martedì 28 febbraio 2017 dalle 15 alle 17

Quale occasione migliore del carnevale per i piccoli visitatori di scoprire i Musei Reali di Torino in una maniera insolita e divertente? In occasione di questa festività, infatti, ilMuseo di Antichità con il sostegno dell’Associazione Amici del Museo di Antichità invita i bambini a festeggiare nelle sue sale.

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Sabato 25 febbraio – dalle 15 alle 17

Un carnevale mitico! Dèi e eroi

Oggi in museo puoi scoprire insieme all’archeologo i tanti dèi e personaggi dei miti greci, etruschi e romani. E per vestirti trovi mille ispirazioni! Porta l’arco o la clava di Ercole: puoi trasformarti in un dio dell’Olimpo, in un’amazzone o in un eroe mitologico!

Per bambini dai 5 ai 10 anni accompagnati da un adulto.

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Domenica 26 febbraio – dalle 15 alle 17

Un carnevale archeologico! Un pomeriggio da romano

Per un giorno lascia perdere i travestimenti e vestiti con noi da antico romano! Potrai immedesimarti pienamente nella vita quotidiana di 2000 anni fa.

Puoi vestirti a casa o farti aiutare dall’archeologo in museo. Se sei un maschio, porta un bel lenzuolo bianco, se sei una bambina del tessuto colorato, un nastro e delle spille.

Per bambini dai 6 ai 12 anni accompagnati da un adulto.

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Martedì 28 febbraio – dalle 15 alle 17

Un carnevale mostruoso! Strane creature e animali fantastici

Cani a tre teste o dal manto stellato, mostri marini e fantastiche creature alate, animali nuovi e bizzarri, belve paurose: oggi in museo puoi scoprirne le immagini e le straordinarie storie.

Per entrare meglio nel gioco, indossa un costume da animale o una maschera da mostro!

Per bambini dai 5 ai 10 anni accompagnati da un adulto.

 

Obiettivo sapore. La Cookin’ Challenge di Claudia Fraschini

Torino Cookin’ Factory è diventato, in meno di un anno dalla sua apertura, sinonimo di un intreccio inscindibile tra cucina, fotografia e arte, di sfide e sorprese ogni giorno incentrate sul gusto e la fantasia. In occasione della seconda edizione del Festival del Giornalismo Alimentare, Claudia Fraschini, Chef e anima di Cookin’ Factory, inaugura un nuovo modo di intendere l’esperienza culinaria: quasi una Mistery Box che danza tra gli ingredienti del territorio, l’abilità della Chef e la voglia scoprire nuovi limiti nell’arte dell’improvvisazione in cucina.

Insieme a un gruppo di giornalisti, Claudia Fraschini si sottoporrà a una vera e propria Cookin’ Challenge: saranno infatti i suoi ospiti a scegliere gli ingredienti con i quali sfidare la tecnica e la creatività della Chef. La scelta di ciò che bollirà nelle pentole di Claudia Fraschini avverrà durante un “Aperispesa” presso l’Angolo dei Sapori di Corso Re Umberto 36. La freschezza dei prodotti dell’Angolo dei Sapori è il primo pensiero di Salvatore Rindone, il titolare. Ogni mattina all’alba, Salvatore cerca il meglio che i mercati generali possano offrire per trasformarlo nella cucina del suo punto vendita e offrirlo alla sua clientela.

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Quando si entra nel negozio di Corso Re Umberto si viene accolti da un turbinio di colori e di profumi che incanta. Per quanto riguarda il territorio piemontese, all’Angolo dei Sapori si trovano le produzioni, freschissime, che i contadini portano ogni giorno a Torino. Gli acquisti di Salvatore si trasformano, nelle abili mani dei suoi dipendenti che stanno in cucina, in insalate, macedonie, pinzimoni ma anche in preparazioni più complesse come insalate di pollo, peperonate, risotti, verdure ripiene e insalate russe. Oltre che le proposte dell’Angolo dei Sapori, i clienti possono richiedere piatti particolari che verranno cucinati appositamente dai cuochi. Produttori ospiti: la ricotta nostrana piemontese (Seirass) del Caseificio Stella Alpina; le chiocciole allevate a Montalto di Roero dall’Azienda agricola La Lumaca; i succhi 100% di frutta e verdura fresche, spremute a freddo e non pastorizzate di Suqqo; i grissini e i biscotti di Al Mulin d’Barot di Coassolo; il Prosecco di Valdobbiadene dell’Azienda vitivinicola Andreola; tutte le varietà di riso piemontese della Cascina Grampa.

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Una volta riempita la sporta con gli ingredienti, i giornalisti raggiungeranno Via Savonarola e lo spazio di Cookin’ Factory, dove cucina e fotografia finalmente si mescoleranno. Ci sarà innanzitutto un laboratorio di Still Life photography – in collaborazione con Nikon – in cui gli ospiti fotograferanno gli ingredienti che hanno portato con sé, prima di affidarli alle sapienti mani di Claudia per essere trasformati in chissà quali magici piatti. Mentre la Chef sarà all’opera, gli ospiti avranno modo di parlare ancora di fotografia insieme a Roberto Bachis, training specialist di Nital. La giornata prevede – una volta realizzate e impiattate tutte le ricette – una seconda pillola di Food Photography: qual è lo sfondo per la foto? Quali attrezzature usare? Con quale angolazione scattare la foto? Tutti i consigli e i trucchi per imparare a realizzare scatti che lascino davvero con l’acquolina in bocca. Dal mercato, ai fornelli, al set, per finire poi alla tavola. L’Experience Obiettivo sapore non può che concludersi con il pranzo, a base di ingredienti sani, genuini e rispettosi del territorio. Il senso della sfida? Creatività, sapore e gusto per la convivialità.