redazione il torinese

Torino città “spaziale” a Caselle con Thales Alenia Space

Thales Alenia Space, joint venture tra Thales 67% e Leonardo 33%, ha inaugurato  presso l’Aeroporto di Torino, una esposizione di alcuni tra i Programmi Spaziali di maggior successo per l’azienda: IXV (Intermediate Experimental Vehicle), il dimostratore di rientro atmosferico europeo ed ExoMars, il programma europeo di esplorazione del pianeta Marte.

Alla cerimonia di inaugurazione ha preso parte la Sindaca di Torino, Chiara Appendino, accolta dall’Amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia, Donato Amoroso, e dall’Amministratore Delegato di SAGAT, Roberto Barbieri.

Il percorso espositivo, che mira ad esaltare la vocazione scientifico-tecnologica patrimonio di Torino, passa attraverso il veicolo sperimentale di IXV, che ha realmente testato in volo il rientro atmosferico e si conclude nell’area interamente dedicata a Marte,  dove è riprodotta la missione ExoMars che ha portato l’Europa e l’Italia sul pianeta rosso.

I modelli in esposizione sono esempi di sfide di successo nelle quali Thales Alenia Space ha, e continuerà ad avere in futuro, un ruolo di primo piano, grazie all’esperienza e all’alta tecnologia che più la caratterizza.

Radicato nel territorio da oltre quarant’anni, lo stabilimento Thales Alenia Space di  Torino,  con un area di oltre 50.000 metri quadrati tra laboratori, camere pulite ed aree di produzione, vanta un alto livello produttivo testimoniato dalla partecipazione alle maggiori missioni scientifiche e d’esplorazione del Sistema Solare,   alla  costruzione dei moduli della Stazione Spaziale Internazionale, e allo sviluppo dei veicoli da rientro atmosferico europei.

Presente nel capoluogo piemontese anche ALTEC – Aerospace Logistics Technology Engineering Company – Thales  Alenia Space Italia  (63,75%) e Agenzia Spaziale Italiana (36,25%),  il centro di eccellenza italiano per la fornitura di servizi ingegneristici e logistici a supporto delle operazioni e dell’utilizzazione della Stazione Spaziale Internazionale e dello sviluppo e della realizzazione delle missioni di esplorazione planetaria. ExoMars è il  programma frutto della cooperazione tra l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) l’Agenzia Spaziale Russa (Roscosmos) e  l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).

Thales Alenia Space Italia è Prime Contractor del Programma responsabile dell’ intera progettazione delle due missioni 2016 – 2020, a capo di un consorzio industriale europeo.

Nel 2020 sarà inviato sul pianeta rosso un rover che esplorerà la superficie marziana per 218 giorni marziani, circa 230 giorni terrestri e attraverso una speciale trivella, realizzata da Leonardo sarà possibile scavare nel sottosuolo del pianeta ad una profondità di due metri alla ricerca di tracce vita passate o presenti .Per la missione 2020 la società ALTEC è responsabile della progettazione, sviluppo e manutenzione del ROCC (Rover Operation Center) e del controllo di tutte le operazioni del Rover sulla superficie di Marte.IXV, è il dimostratore di rientro atmosferico dell’ESA sviluppato da Thales Alenia Space, lanciato con successo nel 2014, con il  vettore europeo VEGA.La missione IXV ha previsto anche lo sviluppo del Mission Control Center presso il centro Altec di Torino.

Grazie alle tecnologie testate con IXV, Thales Alenia Space sta lavorando alla realizzazione del suo successore, Space Rider, una sorta di mini shuttle automatico in grado di essere recuperato insieme al suo carico utile e riutilizzati nelle successive missioni.

Ospedali e pronto soccorso: la Regione non penalizzi i cittadini

“Qui non si tratta di fare allarmismo, ma di rendersi conto di una situazione che riguarda, se non tutti, molti dei pronto soccorso di Torino, del territorio metropolitano e di tutto il Piemonte. Prendiamo atto che si è superata la questione del piano di rientro e che ne siamo usciti. Ma proprio per questo il Piemonte deve migliorare: abbiamo troppi pazienti che girano in ambulanza per fare esami, molte  attrezzature sono obsolete, ci sono costi su costi. Bisogna che la Regione intervenga al più presto”

Daniela Ruffino (FI) , vicepresidente del Consiglio regionale, torna ad affrontare il tema della Sanità in Piemonte.

“In molti casi mancano figure importanti come quella del radiologo, del chirurgo, dell’ortopedico e dell’anestesista. Spesso i tecnici, dopo un certo orario non sono più reperibili, e per  quanto riguarda lo sportello al pubblico, – prosegue Ruffino –  le prenotazioni talvolta sono possibili solo fino alle 12, e sono state soppresse diverse tipologie di  esami”.

“Dopo l’intasamento dei pronto soccorso per il picco dell’influenza nelle scorse settimane – osserva la vicepresidente dell’Assemblea regionale – non pare che la situazione organizzativa nelle strutture ospedaliere sia migliorata granché. La raccolta di circa 10mila firme contro la chiusura di oftalmologia ad Orbassano dimostra che le popolazioni dei territori chiedono il mantenimento e il miglioramento dei servizi esistenti e che non è con i tagli delle realtà efficienti che la Regione riesce a fare quadrare i conti”.

“Attraverso un ordine del giorno in Consiglio regionale – conclude Ruffino –  chiedo che le istituzioni e la politica regionale si attivino con urgenza, al di là degli schieramenti, per trovare le giuste risposte. Nella nostra regione la sanità e’ sempre stata una eccellenza, ora ci vuole coraggio per far sì che le professionalità e le strutture vengano tutelate e valorizzate.”

Baldissero: “Un buon vicino è il miglior antifurto”

Era un punto del nostro programma elettorale e ora abbiamo deciso di attuarlo, dopo esserci confrontati con l’Associazione Controllo del Vicinato ed in particolare il suo referente per la Città Metropolitana, Ferdinando Raffero”. Così il sindaco di Baldissero Torinese, Bruno Todesco ha introdotto una serata molto partecipata che si è svolta giovedì 2 marzo al Centro comunale Paluc. L’argomento era “Controllo del vicinato – Un buon vicino è il miglior antifurto – Sicurezza e sorveglianza a Baldissero”. Al primo cittadino, introdotti da Claudio Capone, assessore comunale alla sicurezza e territorio, si sono susseguiti di vari relatori, a partire proprio da Ferdinando Raffero, avvalendosi di slides è entrato nel merito del sistema e della filosofia che sta alla sua base (l’effetto di deterrenza verso i microcriminali attraverso il recupero del senso civico e della solidarietà sociale tra vicini). Poi sono seguiti i contributi del vice sindaco di Andezeno, Agostino Ambrassa, comune dove in pochi mesi sono nati, ben quattro gruppi di Controllo del Vicinato, del responsabile regionale dell’Associazione, Massimo Iaretti. Iaretti ha tracciato, nel suo intervento, una netta distinzione dalle ronde cui nulla le accomuna e sui gruppi di whatt’s app, spiegando che “questo è un ottimo strumento al servizio del controllo del vicinato, ma non è il controllo del vicinato e se gestito in modo autonomo e senza regole precise rischia di diventare un boomerang”. Molto applauditi, perché sono entrati nel concreto del problema furti e trffe, sono stati gli interventi di Carlo Delfino, vice comandante della Polizia municipale di Settimo Torinese e di Claudio Pettenuzzo, comandante la polizia municipale di Baldissero Torinese. Nelle prossime settimane il progetto prenderà avvio concretamente anche in questo comune.

 

 

 

 

 

La Sicilia del vino

Go Wine continua l’attività nella città di Torino con un evento dedicato alla regione Sicilia ed ai suoi vini. Una serata di approfondimento dal taglio monografico, con l’intento di presentare in sala espressioni di diverse aree della regione, valorizzando tanti vitigni, autoctoni e internazionali, e dando voce ai molti protagonisti che hanno contribuito in questi anni all’affermazione della viticoltura della siciliana.

 

Aderiscono alla degustazione le aziende:
Baglio di Pianetto – Santa Cristina Gela (Pa); Blundo – Siracusa;
Bruchicello – Salaparuta (Tp); Colosi – Messina;
Cva Canicattì – Canicattì (Ag); Daino – Caltagirone (Ct);
Donnafugata – Marsala (Tp); Duca di Salaparuta – Casteldaccia (Pa);
Fattorie Azzolino – Camporeale (Pa); Fausta Mansio – Siracusa (Sr); 
Fazio Wines – Fulgatore – Erice (Tp); Ferracane – Marsala (Tp); 
Fina – Marsala (Tp); Firriato – Paceco (Tp); Giasira – Rosolini (Sr); 
Gulfi – Chiaramonte Gulfi (Rg); Mortilla – Chiaramonte Gulfi (Rg).

E con la partecipazione:
Oleificio Lu Trappitu – Campobello di Licata (Ag)
Oleificio Tenuta Gallinella – Menfi (Ag)

Programma e orari:
Ore 16,30 – 19,00:
 Anteprima: degustazione riservata esclusivamente ad operatori professionali (titolari di Ristoranti, Enoteche e Wine Bar); 

Ore 19,00: breve conferenza di presentazione dell’evento;
Ore 19,30 – 22,00: Apertura del banco d’assaggio al pubblico di enoappassionati.


Il costo della degustazione per il pubblico è di € 17,00, riduzione soci Go Wine € 12,00, riduzione soci associazioni di settore € 15,00. L’ingresso sarà gratuito per coloro che decideranno di associarsi a Go Wine direttamente al banco accredito della serata (benefit non valevole per i soci famigliari).  L’iscrizione sarà valevole fino al 31 dicembre 2017. 

ATTENZIONE: Per una migliore accoglienza è consigliabile confermare la presenza alla serata all’Associazione Go Wine, telefonando al n°0173/364631 oppure inviando o un’e-mail a stampa.eventi@gowinet.it entro le ore 12.00 di martedì 7/03 p.v..

StarHotel Majestic**** Corso Vittorio Emanuele II, 54 – Torino

Passare il segno: opere di studenti e artisti

Una settantina di opere compongono una mostra che ha la sua origine nel Corso di Tecniche dell’Incisione – Grafica d’Arte dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Ne sono autori ex studenti, molti dei quali oggi affermati artisti, formatisi nei laboratori della Scuola di Grafica, le cui profonde tradizioni e l’attuale vitalità le conferiscono un prestigio riconosciuto in ambito nazionale e internazionale.

“L’espressione grafica d’arte abbinata a tecniche dell’incisione”, scrive il curatore Franco Fanelli, docente del Corso, “ribadisce implicitamente la conservazione di un sapere come base su cui impostare lo sviluppo e l’innovazione; la futuribilità, in sostanza, di una scuola, di un metodo e di una disciplina. Contemporaneamente, la doppia definizione amplia dichiaratamente il campo delle opportunità di ricerca e dei linguaggi, laddove le tecniche tradizionali (calcografia, xilografia, litografia, serigrafia) si sviluppano in altre direzioni, ma ancora in base ai principi fondamentali della grafica d’arte: segno, riproducibilità, modularità. Qui sta la ragione del titolo di questa mostra: Passare il segno per osare, osare per conoscere, conoscere per creare. Ed è la ragione per cui il visitatore vedrà, insieme a molti fogli di grafica tradizionale, opere basate su più recenti procedimenti legati alla stampa; e s’imbatterà in libri d’artista, fotografie, sculture, installazioni, video e dipinti”.

Tre le sezioni. Nella scuola, raccoglie una quarantina di opere grafiche spazianti dalle tecniche tradizionali della calcografia (acquaforte, acquatinta, puntasecca, mezzotinto) alle tecniche di fotoincisione: è una panoramica sugli ultimi trent’anni di attività nei laboratori di tecniche dell’incisione dell’Accademia Albertina di Belle Arti, sede operativa ma anche “luogo dell’anima”, nel quale la conservazione di un sapere è continuamente abbinata alla sperimentazione e all’innovazione dei linguaggi.La sezione Altri segni riunisce gli esiti professionali di alcuni ex studenti (Stefano Marvulli e Stefano Farci) che dalla grafica tradizionale si sono spostati verso il digitale o verso la relazione con l’immagine in movimento, sino alla cinematografia. Qui trovano posto le opere su carta di Stefano Allisiardi, artista che ha mosso i primi passi nella scuola in un ambito prossimo all’illustrazione. È altresì documentata l’attuale o quanto meno una recente fase di ricerca di ex studenti che hanno mantenuto, come artisti, rapporti stretti con lo specifico della grafica, come Beatrice Piva, Simone Pizzinga, Anna Guazzotti, Paolo Venice e Valentina Biga.La terza sezione, Oltre il segno, è infine una sorta di “mostra nella mostra”, composta da artisti oggi affermati e altri nella loro prima maturità. Si tratta di Botto & Bruno e Francesco Barocco, che hanno lavorato in dialogo con le opere della Pinacoteca Albertina, Laura Pugno, che traspone l’incisione in ambito installativo,  Manuele Cerutti, Cornelia Badelita, che “disegna” utilizzando timbri, Nadir Valente, Fatma Bucak e i più giovani Macchieraldo e Palasciano, Anna Canale, Aurora Paolillo e Chiara Pigoni.

 

Il catalogo, edito da Albertina Press, oltre al contributo del curatore contiene testi degli artisti invitati.

Fisioterapia e Osteopatia a domicilio a portata di click!

L’idea, di 3 ragazzi torinesi, è diventata realtà. AroundCare nasce per venire incontro alle persone che per mancanza di tempo o impossibilità a muoversi rimandano o addirittura non iniziano il percorso di cura dal fisioterapista o dall’osteopata. Il servizio è costruito su misura del paziente, niente attese in sala d’aspetto o lunghe procedure di prenotazione: basta compilare il breve form sul sito o chiamare il numero indicato, sarà il professionista a venire a casa o in ufficio all’orario concordato.

Puntiamo su trasparenza e personalizzazione: tutti gli specialisti hanno una pagina dedicata sul sito dove l’utente può vedere foto, esperienze lavorative e specializzazioni. Una volta scelto il professionista è possibile prenotarlo per un trattamento domiciliare, anche in orari serali e nei weekend.  Al momento abbiamo 7 professionisti già operativi, 4 fisioterapisti e 3 osteopati e abbiamo già trattato i primi clienti che hanno dato riscontri molto positivi. Gli ambiti di intervento sono molteplici, abbiamo professionisti specializzati in ambito neurologico, sportivo e muscolo scheletrico e ci occupiamo anche di fisioterapia pediatrica e geriatrica.

A masseur is stretching a woman’s arm

Abbiamo inoltre osteopati specializzati nel trattamento di patologie dell’apparato otorinolaringoiatrico. Dopo un percorso di accelerazione di due mesi presso University College London, siamo stati selezionati da BioUpper, l’acceleratore di start up del Politecnico di Milano, tra i 20 migliori progetti italiani del settore healthcare e life sciences e da febbraio il servizio è stato lanciato a Torino, la nostra città e anche il nostro banco di prova.

***

Per ulteriori informazioni l’indirizzo del sito internet è http://www.aroundcare.it/

“Mangiare felici”

Il cibo ci pone in relazione con l’ambiente che ci circonda e “mangiare è un atto agricolo”, ovvero il processo di produzione agricola si conclude quando mettiamo nel piatto il nostro cibo quotidiano, come ci ricordano Wendell Berry, poeta e contadino americano, e Carlin Petrini di Slow Food .

Il nostro cibo quotidiano merita maggiore considerazione e le nostre scelte alimentari sono un atto di responsabilità verso noi stessi e verso l’ambiente che ci circonda, perché le nostre preferenze condizionano la nostra salute e quella del nostro ecosistema. Per questo vogliamo sollecitare tutti a porre maggiore attenzione alla necessità di ricostruire un corretto rapporto con il nostro cibo quotidiano, dato che siamo lentamente scivolati in una condizione in cui subiamo passivamente le scelte di altri circa la qualità della nostra alimentazione, con pochi strumenti per capire, conoscere e decidere in piena consapevolezza. La preparazione dei piatti è delegata agli chef nella ristorazione collettiva e commerciale, o all’industria alimentare e alla Grande Distribuzione per la ristorazione domestica: ci siamo estraniati dalla conoscenza e dalla scelta del nostro cibo. I negozi della rete di Italiabio sono la proposta per conoscere e relazionarsi con chi ci fornisce il nostro cibo quotidiano, con gli agritutori, con coloro, gli agricoltori biologici, che hanno il compito di conservare il nostro ambiente agricolo e di fornirci cibi sani e buoni.

***

Oggi vi presentiamo il punto vendita Superpolo Bio di Collegno (TO).


L’insegna Superpolo nasce a Milano per iniziativa della famiglia Bormetti, attiva da oltre 50 anni nel settore della distribuzione alimentare specializzata, con 3 punti vendita dedicati ai prodotti da agricoltura biologica aperti nel centro del capoluogo lombardo. Partendo dall’esperienza milanese, nell’ottobre 2015 Francesco e Alessandro inaugurano a Collegno (TO) un nuovo negozio con insegna SUPERPOLO BIO, creando una realtà, un polo appunto, tutta dedicata alla salute e al benessere delle persone, a partire dal cibo quotidiano. 
Nell’apposito studio realizzato all’interno del negozio, dove una Biologa Nutrizionista e una Naturopata svolgono attività di consulenza per i clienti del punto vendita, l’insegnamento di Ippocrate “Il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo” è scritto a caratteri cubitali sulla parete, per ricordare a tutti da dove occorre partire per garantire il nostro benessere. Nel 2016 Francesco e Alessandro decidono di condividere la proposta di Italiabio, che propone di creare una rete di punti vendita direttamente collegati con la produzione agricola, e scelgono di dare vita alla cooperativa Bio Paradiso, che prende nome dal quartiere dove è aperto il negozio,  a cui demandano la gestione delle attività a partire dal 1 dicembre 2016. Il negozio Superpolo Bio è, dunque, collocato in Borgata Paradiso, comune di Collegno, nella zona ovest di Torino, dispone di una superficie complessiva di 310 mq. ed è inserito in un Parco Commerciale adiacente a una zona residenziale di nuova realizzazione. E’ facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, si trova infatti a pochi minuti dal corso Francia (un importante asse viario che collega Torino alla città di Rivoli), è ben collegato con la tangenziale, é a pochi passi dal capolinea della metropolitana (Stazione Fermi) e dispone di ampi parcheggi in grado di accogliere oltre 2.000 autovetture.  Al negozio arrivano clienti da tutte le città confinanti, compresa Torino, dato che la Metro consente di arrivare in pochi minuti. L’offerta è ampia e, oltre a tutti i prodotti trasformati, c’è un reparto ortofrutta rifornito da aziende agricole collegate all’associazione Italiabio più volte durante la settimana. Di nuova realizzazione c’è il reparto gastronomia, che consente di dare dimostrazione dei possibili utilizzi in cucina dei prodotti proposti dal negozio: ogni giorno offre nuovi suggerimenti e idee per l’alimentazione quotidiana. Nei prossimi giorni verrà inserito anche un ricco assortimento di formaggi vegani, che sono stati una vera, piacevole sorpresa per quanti hanno avuto occasione di assaggiarli, scoprendo una cucina vegana che abbraccia e sperimenta nuove soluzioni per offrire a tutti i palati la possibilità di un cibo sano, gustoso e non punitivo. Fatevi tentare dalle proposte vegan di Superpolo Bio!  Non dimenticate di curiosare nel reparto latticini e chiedete di conoscere le interessanti offerta del reparto vini.

 

Ignazio Garau

Presidente Italiabio


***

I recapiti del negozio
Superpolo Bio, Via Fermi 6/1 – Collegno   tel 011 403 1427  

email info@superpolobio.it 

 

 

 

Appendino firma il bando periferie. Ecco i 18 milioni per “rifare” la città

La sindaca Chiara Appendino lunedì mattina a Roma sottoscriverà il bando periferie. Appuntamento alle 11.30 con il premier Paolo Gentiloni  a Palazzo Chigi, dove saranno presenti i primi cittadini delle Città e Città Metropolitane alle quali è stato concesso il finanziamento, per firmare le convenzioni relative ai progetti di riqualificazione delle periferie. Lo stanziamento che interessa Torino è di 18 mln di euro per il progetto AxTO. Questo prevede 44 azioni di riqualificazione e rilancio delle periferie (fisiche ed esistenziali).Le azioni sono ripartite in 5 assi: spazio pubblico,casa,lavoro e commercio,scuola e cultura, comunità e partecipazione. Il piano subalpino è classificato all’ottavo posto su 121 partecipanti. E sarà proprio un luogo in periferia la sede dell’incontro pubblico in cui la sindaca presenterà ai torinesi il bilancio di previsione 2017, nella seconda metà di marzo.

 

(foto: il Torinese)

Soccorrono ragazza e trovano un feto nella borsa

 Nel soccorrere  una giovane, svenuta in strada a Candelo, nel Biellese, i sanitari hanno  scoperto un feto nella sua borsa mentre cercavano i documenti. La donna, nigeriana,  non parla italiano, ed è stata trasportata d’urgenza in ospedale  nel reparto di ginecologia.I medici pensano che si sia trattato di un aborto spontaneo. Le sue condizioni sono in miglioramento e non destano preoccupazione. E’ stato un passante a dare l’allarme. La donna, che potrebbe essere vittima della tratta di prostitute,  sarebbe irregolare in Italia.

 

Linea di confine, spigolature di vita e storie torinesi

“Il grillismo ecologico in salsa torinese e’ davvero poca cosa e i suoi ispiratori molto modesti. Lor signori ragionano con l’idea fissa di bloccare tutto,  baloccandosi con l’ideuzza della ” decrescita felice”

 

di Pier Franco Quaglieni *

TORINO A PIEDI 

Oggi domenica a piedi ,in marzo ,dopo due giorni di pioggia. Forme di demagogia  verde un po’ retro’?  L’educazione ecologica di un giorno che valore ha ? Forse stamattina, scrivendo, sono stato troppo severo e in qualche modo, sia pure inconsciamente ideologico, ma già la parola educazione, riferita ad un Comune , stride alle orecchie di un liberale, perché un Comune dovrebbe fornire soprattutto servizi, non essendo tra i suoi compiti quello di educare i cittadini. La domenica senz’auto è comunque  un’occasione per verificare  se le iniziative comunali di blocco, messe in atto in febbraio,  siano  state utili  a migliorare l’aria o ad illudere il popolino(si sarebbe detto un tempo) che la sindaca pensi e provveda alla salute dei suoi cittadini. Non c’è mai stata una parola sugli impianti di riscaldamento e sui mezzi pubblici che inquinano. Stiamo tornando a Chiamparino o addirittura all’assessore Hutter emigrato da tempo a Milano  ? Spero proprio di no! Le  sparate propagandistiche  bloccano sicuramente  la città senza dare effetti utili documentati ,come pare abbia messo in evidenza il blocco dei diesel. Il grillismo ecologico in salsa torinese e’ davvero poca cosa e i suoi ispiratori molto modesti. Lor signori sembrano prigionieri dell’idea fissa di bloccare tutto,  baloccandosi con l’ideuzza della ” decrescita felice” di una città che non si  rivelano purtroppo finora  in grado di amministrare,se non ricorrendo a metodi vecchi ed obsoleti. Questa favola di una Appendino brava rispetto ad una Raggi pessima, si sta ridimensionando,non tanto perché la Raggi migliori,ma perché la sindaca torinese rivela una squadra di assessori  carente ,al di là dei miti giornalistici che le hanno cucito addosso troppo in fretta. Certo Appendino è meglio di Raggi,ma ,di per sé ,non appare un grande complimento.

***

IL MORALISMO GIACOBINO TORINESE
E’ uscito in libreria il libro di Salvatore Vullo “Gli ultimi frutti dell’estate”  edito da Nerosubianco. Un romanzo che parte dalla disastrosa alluvione del 1994 in Piemonte per poi delineare “le ombre cupe e grevi di Tangentopoli”. Il racconto si intreccia tra Piemonte e la natia Sicilia .  Al di là della vicenda,raccontata con stile incisivo e molto efficace, risulta interessante la ricostruzione delle vicende di “Tangentopoli” , il giacobinismo violento di parte della magistratura politicizzata che archiviò l’intera classe dirigente della I Repubblica, la migliore che ebbe questo Paese, per via giudiziaria. Due passi meritano ,tra i tanti significativi, di essere citati. Uno riguarda Torino : ”Questa città e i suoi centri di potere , così rigidamente sabaudi ,moralistici, giacobini ,hanno sempre mal tollerato le altre espressioni laiche, riformiste , liberalsocialiste “. Un altro passo rivela la tempra di scrittore vero di Salvatore Vullo, amico di Leonardo Sciascia e il suo spirito libero:” Nella società occorre permanentemente moltiplicare le idee per fare in modo che non ci possano essere guardiani sufficienti per controllarle”. Il libro di Vullo merita di essere letto.

***

BONA ALTEROCCA GIORNALISTA AMICA DI PAVESE

Bona è stata una giornalista torinese  di orientamento cattolico-laico,nata a Brescia nel 1916 e morta a Torino 1989. Responsabile della terza pagina del “Popolo nuovo”,il  bel quotidiano di Gioachino Quarello,dal 1959 fino al pensionamento,ha lavorato alla “Stampa” negli anni eroici di Ferruccio Borio e di Gabriella Poli.Nel 1968 pubblicò “Il romanzo del giornalismo”,un testo oggi dimenticato che andrebbe riletto.  Fu amica di  Cesare Pavese:su di lui scrisse,edito dalla Sei, un libro di ricordi e testimonianze “Pavese dopo un quarto di secolo” uscito nel 1974. Un libro che fa vivere un Pavese molto diverso dalla “vulgata” di Davide Lajolo,scritto con il distacco necessario a chi voleva indagare lo scrittore piemontese,senza cadere nella retorica ,spesso,della non-retorica.   Emblematico un giudizio di Pavese,citato da Alterocca, sulle poesie di  Edoardo Sanguineti,celebrato intellettuale dell’avanguardia e della sinistra marxista :”Questa non è poesia,e nemmeno stile:sono giochi di prestigio”. Ho conosciuto Sanguineti all’Università e mi parlò di lui con parole molto sanguigne Carol Rama,la pittrice che ebbe con lui una storia sentimentale. In effetti Sanguineti era contorto,  come aveva intravisto Pavese. Bona Alterocca per tanti anni fece la cronista de “La stampa” presso il Consiglio comunale di Torino,sempre presente in tribuna stampa. Ogni  tanto arrivava il fattorino della “Stampa” a ritirare le sue cronache  sempre precise,obiettive,senza retroscena.La conobbi in Consiglio Comunale nel 1970 e nacque subito un’amicizia sincera,destinata a rimanere negli anni. Era rispettata da tutti i  consiglieri di ogni parte politica per questa sua capacità di essere imparziale. Viveva con la sorella Letizia,professoressa di lettere alle scuole medie statali. Con lei feci un dibattito ,quando abolirono il Latino in modo definitivo dalla scuola media.C’era anche Italo Lana. Le nostre parole,ovviamente,caddero nel vuoto.E il Latino,ma successivamente  anche l’Italiano,scomparvero dalla scuola.

***

 IL POLO UNICO DEL ‘900 ?
Il bando per la nomina del Direttore del Polo del ‘900 è passato quasi inosservato.
C’ è stato chi mi ha esortato a presentare la mia candidatura,ma io non ci ho mai pensato neppure un attimo perché ,così come è ,il Polo non mi piace. L’ho scritto in più occasioni e ribadisco le critiche. E’ un polo a senso unico,se si eccettua la Fondazione “Donat Cattin”;la cultura liberale piemontese è stata esclusa aprioristicamente.La nomina del direttore rivela,leggendo con attenzione il bando, una vocazione ulteriormente  volta a coordinare gli stessi ospitati.Alla fine verrà fuori un leviatano in cui gli stessi enti che compongono il Polo non saranno più dei soggetti pienamente autonomi. Per altri versi,ci sono anomalie da sanare come la doppia sede del centro Gobetti e dell’Unione culturale Antonicelli che trovano ospitalità nei palazzi juvarriani del Polo e mantengono le loro sedi originarie. Andrebbe anche fatta chiarezza sui finanziamenti che gli enti ospitati ricevono dalle diverse amministrazioni,a prescindere dal fatto di aver ottenuto  a titolo gratuito  i locali del Polo.  Tra le funzioni  del futuro direttore  c’è anche il fundraising  che, tradotto, significa il reperimento di fondi,facendo così terra bruciata ad ogni altra realtà non riconducibile al Polo medesimo. E questo forse è il tasto più dolente. Ma forse occorre davvero  un direttore scelto attraverso un bando per chiarire cosa sia o debba essere il Polo ,al di là dei primi passi. Anche dal nome della persona scelta  si avrà chiaro l’indirizzo che vogliono imprimere. Le voci sui candidati che circolano e che ovviamente sono banali pettegolezzi, non portano a “star sereni”. Imbarazzante appare la posizione del Comune di Torino con amministrazione grillina che si trova ad appoggiare ,senza aprire bocca, un pezzo emblematico del “Sistema Torino” ,tanto aborrito prima delle elezioni

*Direttore del Centro Pannunzio

***

LETTERE

(Le lettere vanno indirizzate a quaglieni@gmail.com)
Lei ha scritto di ristoranti,di pasticcerie,di  locali storici della città. Perché non parlare  anche dei caffè? Anch’essi sono in crisi d’identità.
___
La storia dei caffè torinesi mi sembra una pagina conclusa da tempo. Erano luoghi di ritrovo anche intellettuale e di promozione culturale. Restano i nomi :il caffè San Carlo , il Fiorio,ilTorino,il Platti. Vi andavano personalità importanti da Tomasi di Lampedusa a Giovanni Arpino.Esistono bei ricordi del passato,ma è cambiato il modo di vivere e la frequentazione dei caffè è legata alla fretta quotidiana. Anche a Roma il Rosati,il Greco hanno perso le caratteristiche di un tempo. Lo stesso Florian di Venezia è cosa molto diversa da com’era anche solo 30 anni fa. Oggi ci vanno soprattutto i turisti. Massimo Segre ,proprietario del Caffè San Carlo negli anni 80,cercò di rilanciare l’idea di caffè come punto di incontro culturale.Fu una generoso progetto che gli costò molti soldi e gli diede magre soddisfazioni. Accontentiamoci di bere ,alla svelta, un buon caffè,senza pretendere molto di più.Io debbo accontentarmi di quello all’orzo…Un disastro.  
pfq