redazione il torinese

L’industria del cinema al 30° Salone del Libro

Si incontrano al Museo Carpano di Eataly per individuare contenuti esclusivi da acquistare e trasformare in film, fiction e prodotti per tv e web

 

Alcune fra le più importanti case di produzione televisive, cinematografiche e new mediaitaliane e internazionali saranno a Torino dal 18 al 20 maggio prossimi per l’IBF – International Book Forum del 30° Salone Internazionale del Libro, con l’obiettivo di individuare contenuti esclusivi da acquistare e trasformare in film, fiction e altri prodotti destinati al grande e al piccolo schermo nonché al web.

 

Ha infatti raccolto ampi consensi nel settore e numerose adesioni la novità dell’IBF 2017, che per la prima volta apre le porte al comparto dell’audiovisivo con la sezione Book to Screen: nella business area destinata agli incontri B2B tra operatori internazionali per la compravendita di diritti editoriali, alla tradizionale presenza di editori, italiani e stranieri, e di agenti letterari, si affianca quest’anno una compagine che conta 40 realtà professionali coinvolte fra produttori, scout, agenti e uffici diritti  e che annovera i marchi più importanti del comparto a livello mondiale.

 

In particolare, fra i produttori italiani hanno formalizzato la propria adesione Cattleya, Kimera film, Tangram, Lucky Red, Bibi Film, Malia Produzioni, Fox, Mediaset, Ascent, Groenlandia, Wildside, Ballandi Arts, Cross Productions, Palomar, 11 Marzo Film.

 

I produttori stranieri sono invece i danesi di Nordisk Film Distribution, i francesi di Studio Canal, dal Regno Unito Film4, Warp Films e DNA Films e Amazon Studio dagli USA. Per quanto riguarda l’attività di scouting, ci saranno le case italiane Titanus, Notorius e Filmauro e dall’estero le statunitensi HBO, Fox, AMC e Netflix.

 

Sul fronte agenti e uffici diritti, le presenze nazionali riguardano Vigevani-Ali-Bernabò, Grandi e Associati, PNLA, Malatesta Agency, Alferij e Prestia, Carpinelli Consulenze editoriali, mentre dall’estero arrivano EFA (Regno Unito), WME (USA), Rogers, Coleridge & White (Regno Unito), Wylie Agency (Regno Unito), David Higham (Regno Unito) e C+W (Regno Unito).

 

Complessivamente l’IBF 2017 vedrà la partecipazione di 313 operatori in rappresentanza di 28 paesi. Sede degli incontri, le sale del Museo Carpano a Eataly.

Treni in ritardo: sconti Gtt come indennizzo per studenti e pendolari

Sconti in arrivo sugli  abbonamenti per pendolari e studenti delle ferrovie del gruppo Gtt sulle linee Pont-Rivarolo-Torino e Torino-Ceres. Lo annuncia l’azienda rilevando “che tra novembre 2016 e febbraio 2017 non sono stati rispettati gli standard di puntualità e affidabilità previsti dal contratto di servizio con l’Agenzia Mobilità Piemontese”. Come  indennizzo sarà quindi riconosciuto da Gtt uno sconto per acquistare abbonamenti mensili, plurimensili e annuali, a partire dal 26 aprile nelle biglietterie di stazione Dora a Torino, Ciriè, Rivarolo e Volpiano.

Chieste le condanne per i borseggiatori del tram

Sono state richieste pene da uno a tre anni di reclusione da parte del pm Andrea Padalino per i ventidue imputati nel processo ‘Mano invisibile’. A processo 22 borseggiatori italiani, romeni e nordafricani, accusati di aver derubato, tra il 2014 e il 2016, i passeggeri di tram e autobus di Torino. Sette di loro hanno chiesto il rito abbreviato e altri di patteggiare. I malviventi sono stati scoperti con le testimonianze dirette, l’analisi delle banche dati e i video delle telecamere di videosorveglianza. Agivano in piccoli gruppi, individuavano la vittima, di solito anziana, l’accerchiavano e, poi con spintoni all’apparenza causali, le rubavano  il portafoglio e il cellulare. L’udienza è aggiornata al 5 maggio.

 

(foto: il Torinese)

Città della Salute, dal 18 aprile numero unico per prenotare

Dal 18 aprile un unico numero di prenotazione telefonica per tutta la Città della Salute verrà gestito attraverso un’informazione ad albero (sistema di informazioni precodoficato) per guidare l’utente all’interno di una “struttura canalizzata” fino ad ottenere l’informazione desiderata. Così verrà allineata l’organizzazione del servizio dei Cup (Centro Unificato Prenotazioni) di tutti gli ospedali della Città della Salute Molinette e Regina Margherita/Sant’Anna. Queste le modalità operative per tutti: sportelli al pubblico, apertura dal lunedì al venerdì (giorni feriali) dalle ore 8,15 alle ore 13,15; prenotazioni telefoniche, dal lunedì al venerdì (giorni feriali) dalle ore 13,30 alle ore 16 al numero telefonico unico 011 / 6332220.

 

(foto: il Torinese)

Chiamparino: “Conti risanati. Ma presa d’atto della difficile crisi in Piemonte”

“Aver risanato il bilancio, impresa di cui ringrazio ancora il vicepresidente Reschigna e tutta la giunta per l’impegno, ed essere usciti da piano di rientro della Sanità, non significa solo aver messo questo veicolo in grado di camminare ma ha conseguenze ben più profonde”

Il presidente della regione Sergio Chiamparino, nel giorno dell’approvazione del bilancio di previsione è soddisfatto ma si dice consapevole della difficile situazione economica: “Mi sembra che non ci sia sufficiente consapevolezza della gravità della situazione economico-finanziaria della nostra regione, e degli sforzi che si sono dovuti fare per rimettere la nostra macchina amministrativa in grado di procedere. Un’impressione che mi viene anche da alcuni fatti che mi sono capitati e da persone con cui ho parlato: evidentemente la nostra serietà nel gestire l’emergenza in questi due anni ha trasmesso un messaggi positivo sulla situazione dei conti, però il risvolto negativo e che non c’è ancora una più diffusa sensibilità di quello che abbiamo dovuto e dovremo ancora affrontare. Lo dico con molta chiarezza: è uno scarto che sento e che non mi fa certo felice”. 

 Prosegue Chiamparino: “Aver risanato il bilancio, impresa di cui ringrazio ancora il vicepresidente Reschigna e tutta la giunta per l’impegno, ed essere usciti da piano di rientro della Sanità, non significa solo aver messo questo veicolo in grado di camminare ma ha conseguenze ben più profonde. Ad esempio: i fondi europei sono tutti cofinanziati, e riguardano lo sviluppo dell’innovazione, della coesione sociale, la crescita dell’ agricoltura; abbiamo in Finpiemonte uno strumento in più che facilita l’accesso al credito, e che ci permette di affrontare temi cruciali come il venture capital; abbiamo gli investimenti sugli ospedali piemontesi, progetti che, in diverse fasi di sviluppo, rispondono a quelle che riteniamo essere le esigenze del nostro territorio, e sono progetti che sono orgoglioso di poter lasciare da completare a chi verrà dopo di noi. 

Non sto facendo oggi un conto ragionieristico, e lo dico da ragioniere, ma sto descrivendo una situazione che ha ripercussioni importanti sul piano politico ed economico, perchè tutto questo è avvenuto senza ridurre, anzi aumentando la spesa sociale (ad esempio il fondo per la morosità incolpevole), sviluppando la programmazione ambientale, dando nuovo impulso al trasporto metropolitano con la procedura competitiva per il nodo ferroviario di Torino (e siamo la prima regione in Italia a seguire questa strada), organizzando con Toti e Maroni una cabina di regia sulla logistica che permetterà al Piemonte di avere un ruolo cruciale nello sviluppo del NordOvest. “

 

Un endorsement gli giunge dal capogruppo Pd e segretario regionale dem, Davide Gariglio:

“Abbiamo presentato un bilancio responsabile, senza tagli lineari ma con scelte politiche mirate”Come maggioranza abbiamo voluto sostenere alcuni settori che riteniamo fondamentali, tra questi: il diritto allo studio, i piccoli comuni, le politiche sociali, l’edilizia sociale, il fondo di morosità incolpevole che viene raddoppiato con 4 milioni e il trasporto pubblico su cui sono state aggiunte risorse per l’acquisto di nuovi bus. Rimediare ai guasti del passato – rimarca – era la missione di questo bilancio. Quanto fatto credo debba essere apprezzato: pagare i propri debiti non è solo un’esigenza etica, me è anche un fattore di sviluppo. Oggi possiamo dire finalmente di essere fuori dalle incertezze finanziarie – conclude – si tiene in piedi la macchina regionale e al contempo si creano le condizioni per dare risorse alla nostra comunità attraverso importanti investimenti”. 

Critiche le opposizioni: Dice la vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, Daniela Ruffino (FI): “molti i piemontesi vivono sulla propria pelle gli effetti della crisi.La Regione e il Governo sono le istituzioni che più di altre devono mettere sul campo non solo risorse, ma soprattutto progetti che sappiano guardare avanti. Non è un buon segnale  il bilancio di previsione in aula in questi giorni in Consiglio regionale. E’ un bilancio senz’anima: al di là della freddezza dei numeri è privo di scelte e strategie per l’occupazione, l’innovazione, il rilancio economico attraverso la diversificazione che passa anche da cultura e turismo. Intanto  la situazione di crisi nelle aziende piemontesi si aggrava sempre più, così come non si intravedono inversioni di rotta nel campo della disoccupazione giovanile. La Giunta regionale deve decidere quali sono le priorità per la crescita del Piemonte, senza trincerarsi dietro alla carenza di risorse che rischia di produrre solo tagli (come avvenuto per alcune strutture sanitarie e nella cultura) che depauperano il territorio”.

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Sessantatre milioni di nuovi investimenti per il Piemonte. Questo, in sintesi, il frutto del lavoro svolto dal Consiglio regionale insieme con l’assessore al Bilancio Aldo Reschigna, che ha recepito prima in Commissione, poi in Aula, alcune delle istanze provenienti da maggioranza e opposizione. In tutto, il Bilancio di previsione finanziario 2017-19, sommando gli investimenti già previsti nel testo di Giunta, consentirà di assicurare un totale di 100 milioni di euro di investimenti aggiuntivi rispetto allo scorso anno, anche grazie all’uscita dal Piano di rientro dei debiti della sanità. (www.cr.piemonte.it)

 

(foto: il Torinese)

 

Ragazzina di 13 anni violentata per mesi da un anziano appartenente a una comunità religiosa

Invece di darle ripetizioni  ha abusato di una ragazzina di 13 anni, per diverse  volte e per mesi, a Torino, nel 2015. La squadra mobile della polizia ha concluso le indagini nei confronti dell’anziano “saggio” appartenente a un gruppo religioso e  l’udienza preliminare è stata fissata per il 18 aprile. Le persone vicine alla ragazza, familiari compresi, hanno cercato di tenere nascosta la vicenda, “processando” all’interno della comunità il “saggio”, senza però informare le autorità. Poi  la famiglia  si è trasferita nel Biellese, dove una psicologa ha consigliato alla ragazzina di sporgere denuncia. Il silenzio è stato mantenuto poiché a dare le presunte ripetizioni era stato un anziano membro della comunità religiosa di cui la famiglia faceva parte, la comunità  dei Bahà’ì, una religione abramitica monoteistica nata in Persia, con 7 milioni di fedeli in duecento Paesi. La comunità, che ha cacciato l’uomo e ha risarcito economicamente la famiglia della ragazzina,  voleva risolvere al suo interno la questione, temendo discredito.

“I promessi sposi” di Gonin sui muri di Giaveno

Impreziosire le facciate di alcuni edifici del centro storico di Giaveno con affreschi che riproducono le litografie realizzate da Francesco Gonin per l’edizione “quarantana” – l’editio princeps – de I promessi sposi di Alessandro Manzoni, pubblicata nel 1840.

È quanto si propone il progetto “Omaggio a Gonin”, organizzato dall’Associazione Proprietari immobili Centro storico (Pics) Onlus di Giaveno, che è stato illustrato venerdì 14 aprile a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte, alla presenza della vicepresidente dell’Assemblea Daniela Ruffino.

“È mia intenzione, proprio a partire dall’esempio di Giaveno, chiedere alla Giunta regionale di individuare risorse per i privati che realizzano interventi di recupero e abbellimento delle facciate degli edifici dei centri storici – ha dichiarato la vicepresidente Ruffino -. La sinergia tra pubblico e privato rappresenta, anche in questo ambito, una risposta importante per contrastare il declino. Urgono ulteriori sgravi e agevolazioni anche a favore delle aziende che intervengono con proprie risorse per il recupero di edifici storici e spazi urbani. Così come vanno razionalizzate le diverse

proposte presentate in Regione nel corso degli anni per la tutela e la valorizzazione delle attività e delle botteghe storiche del commercio e dell’artigianato piemontese. Su questo m’impegnerò personalmente in Consiglio regionale”.

Il presidente dell’Associazione Marco Marinello e l’assessore alla Cultura del Comune di Giaveno Edoardo Favaron hanno sottolineato che si tratta di un’occasione per mettere l’arte a portata di tutti e invitare alla riscoperta – nel contempo – delle litografie di un artista piemontese di primo piano e di un pilastro della letteratura italiana e hanno annunciato che le prime opere saranno

 Nella foto: Daniela Ruffino, vicepresidente del consiglio regionale del piemonte

visibili entro l’autunno.  

Nel corso dell’evento sono state esposte due edizioni de I promessi sposi: quella a fascicoli della “quarantana”, il cui titolo originale è I promessi sposi – Storia milanese del secolo XVII scoperta e rifatta da Alessadro Manzoni. Edizione riveduta dall’autore, stampato dalla tipografia Guglielmini e Radaelli di Milano, e un’edizione in volume del 1869 e due autoritratti di Gonin risalenti rispettivamente al 1828 e al 1878, illustrati dalla storica dell’arte Barbara Stabielli.

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Pittore torinese ottocentesco, Francesco Gonin (1808-1889) scelse Giaveno come luogo di soggiorno prediletto e vi trascorse lunga parte della propria vita. Collaborò – tra l’altro – alla realizzazione degli affreschi del Palazzo Reale di Torino e del Castello di Racconigi (Cn). Nel 1840 illustrò la cosiddetta edizione “quarantana” de I promessi sposi di Alessandro Manzoni.

www.cr.piemonte.it

 

 

Nel “referendum di Pasqua” il futuro della Turchia

FOCUS / di Filippo Re

Il futuro della Turchia è nella mani del popolo turco che domenica 16 aprile dovrà decidere se approvare o meno la riforma costituzionale che consegnerebbe super poteri al presidente Recep Tayyip Erdogan. Lui, il nuovo sultano, per sottolineare l’importanza dell’evento e per raccogliere il voto del maggior numero possibile di turchi prepara un gesto clamoroso che sa di provocazione. Nel Venerdì Santo dei cristiani vuole andare a pregare in Santa Sofia con alcuni ministri e con i capi religiosi di Istanbul alla vigilia del referendum che potrebbe trasformare il Paese della Mezzaluna in una repubblica presidenziale di stampo neo-ottomano modificando radicalmente il volto istituzionale della Turchia.

L’uomo forte di Ankara è pronto a seppellire il kemalismo laico e a proseguire sulla via dell’islamizzazione progressiva della nazione. Nella rete integralista cade dunque anche Santa Sofia. Il decreto firmato da Ataturk nel 1934 che convertiva l’ex basilica da moschea a museo non sarebbe autentico, almeno secondo alcuni storici turchi, e la firma di Kemal Ataturk sarebbe falsa. Pertanto Santa Sofia dovrebbe rimanere moschea come avvenne dopo la conquista turca di Costantinopoli nel 1453. Ma il Paese arriva al giorno del referendum in un clima teso e in un contesto difficile segnato dal calo degli investimenti esteri e dei flussi turistici. Gli attentati terroristici degli ultimi mesi e la crisi diplomatica con alcuni Paesi europei hanno creato un clima di incertezza e di paura. La repressione non accenna a diminuire. Sono già 47.000 le persone arrestate in Turchia dal fallito colpo di Stato del 15 luglio 2016 con l’accusa di legami con la presunta rete golpista del predicatore Fethullah Gulen, in esilio volontario negli Stati Uniti. Tra questi ci sono 10.700 poliziotti, 7600 militari (tra cui 170 generali), 2570 magistrati, 26177 civili e 208 amministratori locali. Le persone poste in stato di fermo dopo il mancato golpe sono state complessivamente 113.000. Si tratta di cifre ufficiali, aggiornate qualche giorno fa dal ministro dell’Interno, ma sono soprattutto numeri da dittatura sudamericana anni Settanta e non certo all’altezza di un Paese che è un pilastro fondamentale della Nato e che fino a poco tempo fa aspirava a entrare in Europa.

La campagna di repressione scatenata dopo il tentato golpe di luglio continua senza sosta e i numeri sono allarmanti anche a marzo: 500 arresti e 2600 persone fermate in un solo mese tra esponenti della minoranza curda e sostenitori di Gulen. E non finisce qui perchè altre centinaia di cittadini sospetti sono ricercati e con tutta probabilità finiranno quanto prima in carcere. É in questo clima minaccioso e repressivo che il Paese della Mezzaluna va al referendum presidenzialista del 16 aprile. Mentre proseguono le purghe di Erdogan la campagna referendaria si incattivisce e le autorità minacciano di tagliare i finanziamenti assegnati ai distretti che voteranno contro la riforma costituzionale. È una caccia all’uomo contro dissidenti e oppositori a cui viene imposto il silenzio mentre il presidente e i suoi ministri compaiono in modo martellante sui mezzi di informazione per far prevalere le ragioni del “sì” alla riforma, oltre 4000 minuti su tv e radio di Stato per il governo a marzo e appena pochi minuti per i curdi.

Le modifiche alla Costituzione, se approvate, segneranno una deriva autoritaria che preoccupa l’opposizione turca, la stessa società civile, l’Europa e la diplomazia internazionale. In caso di vittoria, al presidente turco andrebbero pieni poteri tali da stravolgere la Carta costituzionale attuale. Il leader turco diventerebbe anche primo ministro con il potere di nominare i ministri, sciogliere il Parlamento e dichiarare lo stato di emergenza, la cui decisione, prima della riforma, spettava al Consiglio dei ministri. In pratica il “Consiglio dei ministri” viene rimosso e sostituito dal concetto di “Presidente dello Stato” mentre il Parlamento, ridimensionato nelle sue funzioni, non potrà più porre la fiducia o la sfiducia al governo. Se un disegno di legge verrà respinto dal Parlamento, Erdogan potrà emanare ugualmente la legge senza problemi. Durante lo stato di emergenza, come quello in vigore ancora oggi dopo il fallito golpe di luglio, il presidente avrà il diritto di promulgare decreti con forza di legge. La magistratura perderà la sua indipendenza e sarà sottomessa al presidente della Repubblica mettendo fine alla separazione dei poteri che è uno dei principi fondamentali dello Stato di diritto. Erdogan potrà nominare gran parte dei giudici dell’Alta Corte di Giustizia, simile alla nostra Corte Costituzionale, e indebolire l’autonomia delle Forze armate con la prevista abolizione dei tribunali e dei magistrati militari. Anche l’esercito, che per decenni ha difeso la laicità della Turchia sorvegliando strettamente i partiti di ispirazione religiosa, andrà sotto il controllo del presidente compreso lo Stato maggiore. I generali, i capi di Stato maggiore e gli ufficiali di grado più alto saranno scelti direttamente dal Leader supremo. Erdogan rimarrà anche il leader del proprio partito e sarà quasi impossibile allontanarlo dal potere.

Se la riforma passa, Erdogan potrà restare in carica fino al 2029. Il 27 marzo hanno cominciato a votare i cittadini turchi residenti all’estero, circa 3 milioni di emigrati, molti dei quali residenti in Germania mentre in Turchia le votazioni sul referendum riguardano 55 milioni di persone. La consultazione referendaria segue le aspre polemiche delle ultime settimane in cui Erdogan criticò duramente la Germania e l’Olanda per aver impedito a funzionari e ministri turchi di tenere comizi elettorali a favore della riforma voluta dal presidente. Tra sondaggi incerti e con molti elettori ancora indecisi, la battaglia referendaria vede schierati a favore della riforma l’Akp, il partito di Erdogan, promotore del referendum, alleato al partito della destra ultranazionalista Mhp che però, scegliendo il “Sì” alle modifiche costituzionali, ha subito una spaccatura interna. Sul versante opposto, per il “no” al referendum c’è il partito filo curdo Hdp il cui leader Demirtas è in carcere con l’accusa di essere un terrorista. Contrari alla svolta presidenzialista e islamista del sultano sono anche i repubblicani del Chp, il principale partito laico del Paese. Erdogan d’altronde è stato molto chiaro: “coloro che sono per il “no” sono nemici della Turchia e sono legati agli organizzatori del fallito golpe del 15 luglio”. Contro il referendum si scaglia con violenza anche l’Isis che in un messaggio apparso su Rumiyah, la rivista del Califfato, minaccia di attaccare i seggi e uccidere chi vota.

Filippo Re

dal settimanale “La Voce e il Tempo”

 

 

 

 

 

Vacanze pasquali, la polizia aumenta i controlli. Occhio alle code del rientro di martedì

In occasione  delle vacanze pasquali e dei ponti del 25 aprile e del 1 maggio, la polizia stradale di Torino aumenta i controlli, in modo particolare sull’ A26, da Santhià a Genova, e sull’ A21, da Torino a Piacenza. Trenta le pattuglie  impegnate sulle strade per prevenire gli incidenti e intervenire in caso di necessità. Molti agenti, anche in borghese, presidieranno  le aree di servizio e i parcheggi autostradali più frequentati. Le pattuglie saranno dotate di Top Crash, il dispositivo che geolocalizza gli incidenti, e di TruCam, l’apparecchio telelaser che permette di rilevare ogni tipo di infrazione, con documentazione video, fino a 1 chilometro di distanza. In questi giorni il traffico sarà particolarmente intenso, soprattutto per il rientro dalle ferie,  martedì 18 aprile. Per ‘Pasquetta’, lunedì 17 aprile, sono previste code al casello A26 di Ovada. Sul sito www.poliziadistato.it sono pubblicati i  video tutorial su come guidare in sicurezza e sul link ‘Polizia Stradale’  l’elenco dei tutor ed autovelox fissi gestiti dalla Polstrada su statali e autostrade.

Cane azzanna bimbo di 20 mesi

Un bimbo di 20 mesi è stato azzannato da un cane Husky in via Crescentino a Torino, Barriera di Milano. Il bambino ora è all’ospedale Regina Margherita, per farsi curare una ferita al labbro superiore. Si trova in osservazione e  non è in pericolo di vita. Sono ancora da chiarire le cause dell’incidente.

(foto: archivio)