Unire la pianificazione territoriale e paesaggistica a quella forestale, in modo da garantire la tutela del patrimonio tartufigeno e la valorizzazione delle aree rurali e guardare così al futuro del territorio e delle sue eccellenze è quello che la Regione Piemonte vuole ottenere con il progetto Tuber Next Gen 2025.
L’iniziativa, presentata nel Grattacielo Piemonte dal presidente Alberto Cirio e dall’assessore alla Pianificazione territoriale e Urbanistica, Biodiversità e Tartuficoltura Marco Gallo, si inserisce nel percorso di aggiornamento del Piano Territoriale Regionale e dei Piani Forestali di Indirizzo Territoriale e rappresenterà un momento di confronto e approfondimento con i territori simboli del tartufo secondo il seguente calendario:
* venerdì 7 novembre ad Alba, alle ore 17 nella Sala conferenze del Palazzo Mostre e Congressi
* venerdì 14 novembre ad Asti, alle ore 9.30 nel Salone consiliare della Provincia, e ad Alessandria, alle ore 15.30 nella Sala del Consiglio della Provincia
* venerdì 21 novembre a Torino, alle ore 10 nel Grattacielo della Regione Piemonte, in occasione della Giornata nazionale degli alberi.
«La pianificazione territoriale e quella forestale devono lavorare insieme, perché la qualità del paesaggio e la gestione sostenibile dei nostri boschi e degli alberi in ambiente rurale sono le basi della produzione tartufigena – hanno sostenuto il presidente Cirio e l’assessore Gallo – Con Tuber Next Gen mettiamo a sistema conoscenze, strumenti e strategie, coinvolgendo Comuni, tecnici e operatori per rendere la tutela del paesaggio e la valorizzazione delle nostre risorse una responsabilità condivisa. Investire nella pianificazione significa costruire oggi per le prossime generazioni un territorio più resiliente, capace di coniugare identità, sviluppo e sostenibilità».
La scaletta degli incontri
Per ogni incontro sono previsti interventi tecnici, a cura di Regione e Ipla, e una tavola rotonda tra amministratori, associazioni dei tartufai, associazioni agricole e professionisti (agronomi, forestali e architetti) per condividere le azioni di gestione territoriale di salvaguardia e di valorizzazione dei suoli vocati.
Inoltre, saranno presentate le nuove Carte di attitudine dei suoli alle produzioni tartufigene e Carte di potenzialità territoriale, rese possibili grazie al lavoro di Ipla.
La prima ha portato a risultati sorprendenti: oltre 333mila ettari sono oggi considerati in Piemonte aree ad alta o media attitudine alla produzione del tartufo bianco, con un incremento del 39% rispetto alle precedenti stime. I Comuni vocati sono 441, di cui 32 di nuova classificazione, distribuiti soprattutto nelle province di Cuneo, Asti, Alessandria e Torino, oltre a 15 Comuni delle valli Stura, Vermenagna e Tanaro per i quali non sono ancora disponibili gli aggiornamenti pedologici.
La seconda mette in relazione le caratteristiche dei suoli con l’uso del territorio e il tipo di soprassuolo, individuando le aree più favorevoli alla crescita delle tre specie più preziose, ovvero il tartufo bianco pregiato, il tartufo nero pregiato e lo scorzone estivo. Querceti, filari, siepi e formazioni arboree lineari sono indicati come gli ecosistemi più favorevoli.
La ricerca scientifica, così come l’esperienza dei trifolao, sottolineano come la progressiva urbanizzazione, la perdita dei sistemi agricoli tradizionali e la riduzione della gestione forestale hanno ridotto negli anni l’areale produttivo naturale del tartufo. Tuttavia, dove i suoli sono rimasti intatti, una corretta gestione può aumentarne la produttività e la qualità: la gestione attiva delle foreste, la conservazione e crescita dei filari e delle siepi, e la cura dei corileti possono incrementare la biodiversità e la potenzialità tartufigena. Al contrario, colture agricole intensive, se non gestite correttamente, possono ridurla alterando il delicato equilibrio idrogeologico e paesaggistico.

