ECONOMIA

Impresa accogliente: una chance a chi ha sbagliato

È stato presentato presso la sede di Vol.To, la “casa” del volontariato torinese, il progetto Impresa Accogliente. Si tratta di uno strumento che – come spiega il nome stesso – vuole chiamare a raccolta imprese profit e cooperative sociali disponibili a offrire lavoro,o formazione al lavoro, a chi sta scontando una pena fuori dal carcere, come occasione per reinserirsi nella società, conducendo una vita onesta e per il bene della comunità. Il progetto Impresa Accogliente – sostenuto da contributi della Regione Piemonte e promosso dalla associazione La goccia di Lube ETS è una sperimentazione che durerà un anno e avrà come ambito operativo l’area metropolitana torinese. A illustrare l’iniziativa sono intervenuti Adriano Moraglio e Dario Valenzano, rispettivamente presidente e vicepresidente Odv La goccia di Lube, Antonella Giordano, Direttore Reggente Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna di Torino e Laura Angius, Direttrice Ufficio Servizio Sociale per i minorenni del Piemonte. Erano presenti i rappresentanti degli enti coinvolti nel progetto:Api Formazione, Immaginazione e Lavoro, Casa di Carità, Scuola edile Fsc, Agenzia Piemonte Lavoro, Adecco Inclusion, Api Torino, Vol.To, Cdo Piemonte, Collegio costruttori Torino, Confesercenti, Confcooperative Piemonte Nord, Ucid, Unione industriali Torino.

Il contesto

Scontare una condanna attraverso forme di pena alternativa al carcere (detenzioni domiciliari, affidamenti in prova al servizio sociale), specialmente nelle fasi finali di una reclusione, sta diventando un fenomeno sempre più diffuso, anche in Piemonte, e riguarda ormai migliaia di persone che ricominciano – pur con delle restrizioni alla libertà – a vivere nel tessuto quotidiano delle nostre città.

Nel 2023, tra Torinese e Astigiano, aree di competenza dell’Ufficio di esecuzione penale esterna di Torino (Uiepe), ente di riferimento del progetto, sono state oltre 2.800 le persone soggette a pene alternative come l’affidamento in prova e la detenzione domiciliare (rispettivamente circa 1400 casi).

L’anno precedente erano state oltre 2.700 in totale, con una leggera preminenza di “domiciliari” (quasi 1500). Se si guarda al dato regionale, su base 2022, il fenomeno ha riguardato circa 5mila persone, valore in crescita rispetto ai due anni precedenti e sicuramente in aumento anche nel 2023.

Questi dati, perciò, rivelano l’esistenza di unarea grigia nelle nostre comunità: una categoria di persone meritevoli della fiducia della Magistratura verso un loro progressivo riscatto, ma paradossalmente molto più svantaggiate di chi conclude la pena detentiva rimanendo in carcere. Infatti, emerge con forza l’essenzialità del fattore lavoro per poter sopravvivere fuori dal carcere avendo queste persone obblighi civili (le spese della casa, l’alimentazione, la cura e l’educazione dei figli, la convivenza con i partner) come tutti i liberi. Senza un lavoro, queste persone come possono reinserirsi nella società e non ricadere nella recidiva dei reati che li hanno portati all’esperienza spesso disastrosa della permanenza in carcere?

Emerge dunque con chiarezza la necessità di un intervento che, per il bene delle persone interessate e della società tutta, favorisca l’incontro tra loro e il mondo del lavoro e delle imprese che tanto hanno bisogno di personale per le più diverse mansioni.

Un incontro che può avere solo due capisaldi.

Il primo: la disponibilità delle persone soggette alle pene alternative di avvicinarsi al mondo del lavoro con buona volontà e con competenze più elevate rispetto alle proprie basi di partenza, in modo da essere maggiormente spendibili sul mercato del lavoro.

Il secondo: l’esistenza di una rete di cooperative sociali e imprese profit di qualsiasi settore economico disponibili a offrire lavoro nelle proprie fabbriche, negli stabilimenti, negli uffici, nella ristorazione e nella ricettività turistica e sportiva a queste persone che ancora possono dare tanto, per il bene di sé e della società.

Il Progetto

Nasce da queste due necessità il progetto Impresa Accogliente, un’iniziativa che parte dall’esperienza avviata dal 2018 dall’organizzazione di volontariato La goccia di Lube, ente del Terzo settore, in collaborazione con i due enti della giustizia deputati al trattamento delle persone in esecuzione penale esterna, l’Uiepe e l’Ussm-Centro giustizia minorile, e che ha trovato il sostegno dell’assessorato al Welfare della Regione Piemonte con un contributo che permetterà il pagamento di persone dedicate alle prese in carico e alla ricerca di lavoro e che servirà ad avviare campagne informative per favorire nella società una disponibilità a offrire una nuova chance a chi ha sbagliato, a volte anche gravemente, nei confronti delle persone e della comunità civile.

Hanno già aderito al progetto per sostenere al proprio interno la ricerca di “imprese accoglienti”, quindi disponibili a offrire lavoro a persone soggette a pene alternative, i seguenti enti del mondo del lavoro: Agenzia Piemonte Lavoro e i Centri per l’impiego torinesi, Adecco dipartimento Inclusion, Api Torino, Api Formazione, Unione industriali di Torino, Immaginazione e Lavoro, Confcooperative Piemonte Nord, Confesercenti Torino e provincia, Ucid, Ance Torino – Collegio costruttori, Scuola edile Fsc, Cdo Piemonte, Casa di Carità, Volontariato Torino.

L’operatività

Il progetto si articola nel seguente modo: oltre trenta volontari dell’associazione La goccia di Lube si alterneranno a coppie nella presa in carico delle persone sottoposte a pene alternative segnalate dall’Uiepe e dall’Ussm e ne valuteranno le competenze e i punti di forza (o di debolezza) per avviarli alla formazione e al lavoro laddove risulteranno pronti per il mercato. Tale base di selezione e valorizzazione delle persone passerà attraverso la collaborazione dei volontari con enti della formazione e del collocamento al lavoro, del pubblico e del privato. Gli “utenti” del progetto saranno poi segnalati volta a volta alle imprese e alle cooperative sociali che offriranno opportunità di lavoro sulla base dello scouting del Progetto, in particolare nel rapporto con le associazioni datoriali. Caratteristica peculiare del Progetto sarà l’accompagnamento che i volontari garantiranno alle singole persone prese in carico, prima, durante e dopo un successo o anche un insuccesso in termini di inserimento lavorativo. Nella primavera appena trascorsa La goccia di Lube ha preso in carico una quarantina di persone e ha favorito tirocini e contratti per sette di queste avvalendosi in via sperimentale degli enti che hanno aderito al Progetto. Ora il Progetto parte con i crismi dell’ufficialità e terminerà il 31 maggio del 2025.

Già alcune aziende si sono distinte nella disponibilità a offrire lavoro alla categoria di persone interessate dal Progetto, due in particolare: l’azienda The Promoland di Volpiano e la Market Service di Givoletto. Quest’ultima, in particolare, è stata insignita oggi della prima targa consegnata nelle mani del titolare Luca Ordazzo – riconoscimento che il Progetto assegnerà a tutte le “imprese accoglienti”.

Il brand Impresa Accogliente

Il progetto Impresa Accogliente ha un suo logo identitario, ideato dal creativo torinese con esperienze internazionali di branding Massimiliano Manera: le iniziali I e A sono “animate”,la I curva ed entra nella A che appare come una porta, il passaggio da una vita di detenzione alla nuova vita di dignità che un lavoro onesto e sicuro potrà garantire alle persone coinvolte. Il logo diventerà il riconoscimento ufficiale attribuito alle imprese e alle cooperative che daranno fiducia e lavoro a soggetti in pena alternativa, affinché possano comunicare la propria partecipazione al progetto, anche nell’ambito delle sempre più numerose dichiarazioni e certificazioni di responsabilità sociale. Un modo anche per sostenere contestualmente la notorietà del Progetto, per farlo conoscere a una platea sempre più ampia di organizzazioni del mondo del lavoro, pubbliche e private.

Favorire un cambio di mentalità, dare una chance a chi ha sbagliato

Il Progetto dà molta importanza alla necessità di favorire nella società una mentalità aperta e disponibile a offrire chance di riscatto a chi ha sbagliato commettendo reati verso le persone e la società.

I cittadini vogliono i negozi di vicinato. Indagine Ascom

I negozi di vicinato sono insostituibili. Lo dicono i consumatori. Secondo l’indagine realizzata da Confcommercio in collaborazione con SWG, il dato è chiaro: i cittadini vogliono vivere nei quartieri dove ci sono più esercizi di prossimità, perché questi rafforzano le comunità (per il 64% degli intervistati), fanno sentire più sicure le persone (57%) e aumentano il valore delle abitazioni (fino al 26% in più).

«I desideri espressi dai cittadini contrastano con una progressiva desertificazione commerciale, che preoccupa non solo gli imprenditori del settore, ma anche le amministrazioni che vedono le città perdere in attrattività – sottolinea la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa –. Da tempo lamentiamo l’aumento di serrande abbassate, che non riaprono più. La trama del film è sempre la stessa: il commerciante è sopraffatto da tasse, costi e spese, le banche non offrono soluzioni percorribili, dalla concorrenza sleale del web e l’attività chiude. E con essa, svaniscono servizi per la comunità e posti di lavoro».

Lo studio rivela che la chiusura dei negozi non solo ‘preoccupa’, ma ‘intristisce’ i cittadini, soprattutto al Nord e nelle grandi città come Torino. Secondo i dati, l’83% degli intervistati prova un senso di tristezza di fronte alla chiusura dei negozi, e il 74% ritiene che questo fenomeno incida negativamente sulla qualità della vita. « Torino è, purtroppo, inserita negli elenchi delle città ad alto rischio di desertificazione – evidenzia la presidente Coppa –, con una variazione delle unità locali del commercio al dettaglio del -17,1% in 10 anni. Ormai l’elenco è noto: da via Viotti a via Nizza, da via XX Settembre a piazza CLN, solo per citare qualche caso del centro. Ma anche nelle periferie e in provincia il fenomeno continua a crescere. Negli ultimi nove anni in provincia di Torino sono andate perse quasi 5 mila attività di commercio. Basta fare un giro per strada: a Chivasso, ad esempio, i negozi e le attività commerciali in vendita sono 45. A Ivrea il numero sale addirittura a 71».

La presenza dei negozi di prossimità influisce anche sul valore degli immobili. Un immobile situato in una zona commerciale ben servita può vedere il proprio valore aumentare del 20%, mentre in quartieri afflitti dalla desertificazione commerciale il valore può diminuire del 15%.

Oltre all’aspetto economico, i negozi di prossimità svolgono un ruolo cruciale per la coesione sociale. Per il 64% degli intervistati rappresentano un luogo di incontro che rafforza il senso di appartenenza alla comunità, e per il 59% forniscono un servizio attento alle persone fragili. Inoltre, il 57% li considera un presidio di sicurezza, mentre il 54% li vede come una garanzia per la cura dello spazio pubblico e il 49% come un facilitatore dell’integrazione sociale.

«Per contrastare la desertificazione commerciale – commenta la presidente Coppa – collaboriamo con la Regione Piemonte sui Distretti del Commercio DUC, che ci consentono di lavorare con le amministrazioni. Stiamo lavorando anche con il Comune sulle iniziative per valorizzare i negozi di quartiere, con la campagna Torino Compra Vicino, e per tutelare le attività storiche e di qualità con l’istituzione dell’albo Epic. Chiaramente le campagne da sole non bastano; chiediamo perciò di ragionare su defiscalizzazione, rapporto con le banche, armonizzazione delle regole e contrasto alla concorrenza sleale a all’abusivismo. Stiamo anche lavorando, a più livelli, su progetti che possano portare il commercio nel turismo, in modo che i nostri negozi possano ampliare il bacino di clientela. Lo ha sottolineato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: i negozi di quartiere sono l’elemento generativo della società moderna; le luci dei negozi sono preziose per la sicurezza, danno vita ai centri storici, concorrono all’identità dei quartieri anche periferici, sono luoghi di socialità e garantiscono un servizio fondamentale per la qualità della vita quotidiana dei cittadini e sono indispensabili per l’accoglienza dei turisti».

Diritto allo studio e occupabilità dei laureati: i punti di forza del Politecnico di Torino

 

L’Ateneo si mantiene stabile al secondo posto nazionale tra le università politecniche, ma la classifica evidenzia la capacità di supportare la popolazione studentesca e soprattutto la possibilità di trovare lavoro dopo la laurea magistrale. Terzo posto in Italia per i corsi triennali in Ingegneria industriale e dell’informazione e quelli magistrali in Architettura e Ingegneria civile.

 

Torino, luglio 2024

Stabile al secondo posto tra i Politecnici italiani, il Politecnico di Torino si caratterizza per la sua capacità di supportare con borse di studio e contributi la popolazione studentesca e soprattutto di accompagnare gli e le studenti verso il mondo del lavoro, garantendo occupazione al termine del percorso di laurea magistrale.

È il quadro che emerge dal ranking annuale degli Atenei statali e non statali del Censis, pubblicato oggi e redatto sulla base di sei indicatori: servizi erogati, borse di studio, strutture disponibili, comunicazione e servizi digitali, livello di internazionalizzazione e occupabilità.

Il Politecnico di Torino si colloca al primo posto, rispetto agli altri politecnici italiani (Milano, Bari, IUAV), per borse e contributi erogati a favore della popolazione studentesca ed è secondo per l’offerta di strutture didattiche einternazionalizzazione. Ma i Politecnici, in generale, si caratterizzano soprattutto per le ottime opportunità offerte in termini di occupabilità: Milano, Bari e Torino fanno registrare i primi tre posizionamenti a livello italiano, con un punteggio per l’Ateneo torinese pari a 108, molto vicino alla massima valutazione possibile di 110.

Infine, migliora la valutazione complessiva del Politecnico rispetto al ranking precedente: sale a 92, rispetto al 91,5 del 2023.

Il ranking prevede poi altre classifiche dettagliate per aree dei corsi di laurea, sia per i corsi triennali che magistrali. Negli ambiti dei percorsi formativi proposti dal Politecnico di Torino, si segnala il terzo posto in Italia per quanto attiene le lauree triennali che fanno riferimento ai settori dell’Ingegneria industriale e dell’informazione e il terzo posto nazionale per le lauree magistrali del settore dell’Architettura e dell’Ingegneria civile.

“I dati Censis confermano l’ottimo posizionamento del nostro Ateneo che negli anni ha saputo consolidare la sua reputazione verso la popolazione studentesca, offrendo didattica e spazi di eccellenza e numerose iniziative di supporto, tale da rendere il Politecnico di Torino una tra le opzioni di scelta dei giovani e delle giovani diplomati – commenta il Rettore Stefano Corgnati Nei prossimi anni, il nostro obiettivo sarà di scalare non solo la competizione nazionale ma anche quella europea, posizionandoci con le migliori università tecniche europee”

Cidiu, cresce valore produzione: investimenti di sostenibilità

Presentati all’Assemblea dei Sindaci dei Comuni soci il sesto bilancio di sostenibilità,

il bilancio consolidato e il piano investimenti per il prossimo triennio

 

Collegno  luglio 2024_ Presentato  all’Assemblea dei Sindaci dei Comuni soci il Bilancio di Sostenibilità 2023 del Gruppo Cidiu, caratterizzato da un nuovo tipo di reportistica in progressivo allineamento con i nuovi standard europei e orientato a un sempre maggiore coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni.

Contestualmente è stato approvato il bilancio consolidato e presentato il piano di investimenti triennali 2024 – 2026, che prevede una nuova sede operativa tra Rivoli e Grugliasco, un impianto per le terre da spazzamento a Druento e lo sviluppo di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. In particolare sono in progetto nuovi impianti fotovoltaici sui capannoni della sede di Druento, sull’ex discarica di Cascina Gaj e sulla palazzina uffici di via Torino.

Per il prossimo triennio l’Assemblea dei Sindaci ha inoltre confermato i Presidenti Marcello Mazzù (Cidiu SpA) e Stefano Tizzani (Cidiu Servizi SpA), individuando come Amministratori Delegati le figure di Giovanni Pesce (Cidiu SpA) e Davide Caregnato (Cidiu Servizi SpA), le cui cariche verranno formalizzate entro fine luglio nei rispettivi CdA. Giovanni Pesce, che da Cidiu Servizi SpA passa a Cidiu SpA commenta: “Lascio la Servizi in ottime condizioni, con il polo di Druento che svilupperà nei prossimi anni importanti progetti, a conferma la sua vocazione impiantistica. Ringrazio i Sindaci per la rinnovata fiducia”.

il Presidente di Cidiu SpA Marcello Mazzù ricorda:Nel 2023 è stato approvato il nuovo contratto in house che affida a Cidiu SpA l’attività di raccolta rifiuti e igiene urbana per vent’anni. Siamo consapevoli della responsabilità che ab­biamo nei confronti dell’ambiente e della so­cietà e di come lo strumento del bilancio di sostenibilità ci permetta di misurare il valore creato guidando la pianificazione strategica futura. Da questa sesta edizione emergono la solidità economica, gli investimenti orientati alla sostenibilità, il trend positivo nella riduzione delle emissioni e l’attenzione alle comunità e al territorio servito”.

Nel 2023 Cidiu ha gestito 124 mila tonnellate di rifiuti, raggiungendo una raccolta differenziata del 66,8% con 6 comuni già allineati all’obiettivo 2025 del 70%. È stato avviato il percorso pluriennale per l’autosufficienza energetica di tutte le sedi operative e l’impianto fotovoltaico realizzato so­pra la copertura del capannone di ricovero mezzi della sede operativa di Collegno ha fun­zionato a pieno regime. Sono proseguiti gli sforzi per passare a fonti energetiche meno inqui­nanti, come il bio metano, l’energia elettrica acquistata al 100% da origine rinnovabile o autoprodotta (+2,2%).

Nell’ambito della politica di ricambio generazionale e nuove assunzioni, è raddoppiata la percentuale di dipendenti con età inferiore ai 30 anni e le ore di formazione di cui ha usufruito il personale dipendente sono salite a 6.410 (+32%). Il numero degli infortuni si è complessivamente ridotto (-33%), con diminuzione di incidenza, frequenza e gravità.

Per ottimizzare il funzionamento del Numero Verde, canale di dialogo aperto e continuo con i cittadini, un nuovo centralino digitale in rete monitora i flussi di chiamate, gestisce le code e informa gli utenti sul tempo di attesa necessario. Sono poi proseguite le tradizionali attività di educazione ambientale nelle scuole (con webinar per insegnanti e attività in classe che hanno coinvolto circa 4 mila studenti nell’a.s. 22/23 e quasi 5 mila studenti nell’a.s. 23/24).

Entrambe le società hanno contribuito a rafforzare la solidità economica del Gruppo, che registra un valore di produzione di 48,9 milioni di euro (in crescita del 5,6% dal 2022). Una ulteriore conferma arriva dal recente upgrade del Rating Cerved al livello A3.1, che ne ha certificato i fondamentali solidi e la buona capacità di far fronte agli impegni finanziari. Il Direttore Generale del Gruppo Cidiu Silvio Barbiera sottolinea: “I risultati garantiscono alle aziende di poter adempiere a tutti gli obblighi contrattuali con tempismo e tranquillità e al tempo stesso di avere una maggiore capacità di investimento futuro”.

Spighe Verdi 2024: in Piemonte maggior numero di Comuni virtuosi

Le Spighe Verdi 2024 della FEE per i Comuni rurali sono state annunciate nel corso della cerimonia di premiazione svoltasi a Roma presso il Ministero della Cultura alla presenza dei sindaci vincitori.

75 località rurali potranno fregiarsi, in questa nona edizione, del riconoscimento. Il Piemonte in testa con ben 13 realtà.

L’agricoltura ha un ruolo prioritario nel programma, poiché è qui che deve avvenire la vera rivoluzione culturale. Da questa necessità nasce la collaborazione con Confagricoltura e gli altri partner istituzionali.

Spighe Verdi è un programma nazionale della FEE – Foundation for Environmental Education, l’organizzazione che rilascia nel mondo il riconoscimento Bandiera Blu per le località costiere, pensato per guidare i Comuni rurali, passo dopo passo, a scegliere strategie di gestione del territorio in un percorso virtuoso che giovi all’ambiente e alla qualità della vita dell’intera comunità. Per portare i Comuni rurali alla graduale adozione dello schema Spighe Verdi, la fondazione FEE Italia ha condiviso con Confagricoltura un set di indicatori in grado di fotografare le politiche di gestione del territorio e indirizzarle verso criteri di massima attenzione alla sostenibilità.

Spighe Verdi è un efficace strumento di valorizzazione del nostro patrimonio rurale, ricco di risorse naturali e culturali, anche in un’ottica di occupazione – evidenzia Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte a margine dell’assegnazione odierna – Affinché il programma raggiunga il massimo del risultato, sono necessari due elementi essenziali: la volontà dell’Amministrazione comunale di iniziare un percorso di miglioramento e la partecipazione della comunità e delle imprese, in particolar modo quelle agricole, alla sua realizzazione: ancora una volta, la Regione ottiene il maggior numero di riconoscimenti, confermando che i Comuni fanno del settore primarioil loro punto di forza, mirando a un modello di agricoltura sempre più virtuoso e innovativo”.

Nella fase di valutazione portata avanti dalla Commissione secondo un rigido schema procedurale, hanno dato il loro contributo diversi Enti istituzionali, tra i quali il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle foreste; il Ministero per il Turismo; il CNR; i Carabinieri e Confagricoltura.

Alcuni indicatori presi in considerazione sono stati: la partecipazione pubblica; l’educazione allo sviluppo sostenibile; il corretto uso del suolo; la presenza di produzioni agricole tipiche, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura; la qualità dell’offerta turistica; l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione; la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla raccolta differenziata; la valorizzazione delle aree naturalistiche eventualmente presenti sul territorio e del paesaggio; la cura dell’arredo urbano; l’accessibilità per tutti senza limitazioni. Questi sono solo alcuni degli indicatori che guidano il programma e che saranno suscettibili di variazioni, in un’ottica di miglioramento continuo e di massimo coinvolgimento dei Comuni italiani.

Un plauso alle Amministrazioni che scelgono di intraprendere con noi questo percorso, ben sapendo che il cambiamento necessita di azioni costanti, mirate, coordinate, che interessano l’intero territorio e la sua gestione, con profonde sinergie tra il Comune e le realtà agricole” dichiara Lella Bassignana, direttore di Confagricoltura Piemonte.

Confagricoltura Piemonte sottolinea che la sensibilità e l’impegno concreto delle imprese agricole verso la sostenibilità, l’economia circolare, la valorizzazione dei prodotti tipici, l’accoglienza, la valorizzazione dei territori, la cura del paesaggio e la promozione delle eccellenze enogastronomiche locali, cresce di anni in anno. Ultimamente, viene incentivato anche il turismo esperienziale, per la tenuta socioeconomica di luoghi ricchi di storia e di tradizioni, anche quelli meno conosciuti, ma con grandi potenzialità.

Le Spighe Verdi 2024 sono state assegnate in 15 Regioni. Il Piemonte ottiene il maggior numero di riconoscimenti con 13 Spighe Verdi: Alba, Bra, Canelli, Centallo, Castiglione Falletto, Cherasco, Gamalero, Gavi, Guarene, Monforte d’Alba, Pralormo, Santo Stefano Belbo e Volpedo.

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Mirafiori, contratti di solidarietà per tremila lavoratori: “agonia prolungata”

A Mirafiori da fine agosto al 31 dicembre verranno utilizzati i contratti di solidarietà, è quanto annunciato da Stellantis ai sindacati. Interessati oltre 3mila lavoratori, comunica la Fim Cisl  di Torino. Le linee della 500 elettrica e della Maserati erano già inserite nei contratti di solidarietà. “l’agonia degli ammortizzatori sociali viene in questo modo estesa fino alla fine del 2024”, commenta la Fiom Cgil. “Questa crisi è dovuta al progressivo disimpegno dell’azienda”.

iCON Infrastructure firma l’acquisizione di Bardonecchia Ski

– Motta Holding (Italy) Srl, società posseduta indirettamente dal fondo iCON Infrastructure Partners V (iCON Infrastructure) ha raggiunto un accordo per l’acquisizione di Colomion SpA, società che gestisce il comprensorio sciistico di Bardonecchia Ski, dai suoi attuali azionisti LBM Italia S.A.S e altri minori, soggetta al completamento di alcune condizioni per il closing dell’operazione.

Colomion SpA è la società che opera e gestisce diverse attività nel comprensorio Bardonecchia Ski, stazione sciistica delle Alpi piemontesi nata nel 1938 e meta affermata nel mercato sciistico internazionale. Recentemente, il Gruppo Colomion ha diversificato e sviluppato la propria attività sul territorio, contando oggi 23 impianti di risalita al servizio di 100 km di piste, uno snowpark, 8 ristoranti sulle piste, la slitta biposto Alpine Coaster e un bike park operativo nei mesi estivi. Con i suoi servizi, il comprensorio registra circa 500.000 visitatori ogni anno, grazie anche alla collocazione strategica di Bardonecchia Ski: una località facile da raggiungere per la sua capillare rete di collegamenti con l’autostrada del Fréjus, la linea ferroviaria internazionale Torino-Parigi con treni TGV e Freccia Rossa e l’aeroporto di Torino Caselle, situato a meno di 100 Km.

Con l’acquisizione della Colomion SpA, iCON Infrastructure, già proprietaria della Sestrieres SpA da più di due anni, ha dimostrato di credere nelle forte potenzialità del territorio piemontese, dando vita a un’aggregazione comprensoriale di grande rilevanza strategica nazionale ed internazionale che vuole proporsi sempre con maggiore prestigio verso i mercati del turismo montano. Grazie ai servizi offerti d’estate e d’inverno, le montagne del Piemonte diventano sempre più importanti a livello internazionale e per la crescita dell’economia della regione.

Sestrieres SpA è la società che gestisce Vialattea, una delle più grandi aree sciistiche delle Alpi europee. L’azienda opera 47 impianti di risalita, dislocati tra 7 località italiane, Sestriere, Sauze d’Oulx, Pragelato, Oulx, Cesana, Sansicario e Claviere, collegati, sci ai piedi, alla stazione francese di Montgenèvre. Il comprensorio sciistico ospita oltre 1,2 milioni di sciatori a stagione.

Le due società opereranno in modo autonomo ed indipendente, guidate da due consigli di amministrazione separati e dai loro rispettivi management, e sempre in sintonia con i territori di appartenenza. A poco più di 10 km di distanza l’uno dall’altro, i due comprensori saranno in grado di proporre un’offerta turistica omnicomprensiva con caratteristiche adatte a soddisfare le esigenze dei clienti, continuando a sviluppare e rinnovare l’infrastruttura sciistica e a mantenere alti standard di salute e sicurezza per tutti i visitatori e i dipendenti del comprensorio sciistico.

Ivana Semeraro, Partner di iCON Infrastructure e consigliere di Sestrieres SpA e Colomion SpA, ha dichiarato: “Con questa transazione, rafforziamo l’offerta turistica del Piemonte in una dimensione sempre più internazionale, creando un’aggregazione sciistica in grado di proporre un’offerta turistica omnicomprensiva per soddisfare i nostri clienti. Abbiamo l’obiettivo di sviluppare ulteriormente entrambi i comprensori sciistici di Vialattea e Bardonecchia Ski con un piano di sviluppo a lungo termine a beneficio dei nostri consumatori, del business e delle comunità ed istituzioni locali nel loro complesso.”

Nicola Bosticco, Amministratore Delegato di Colomion SpA, ha dichiarato: “Questa operazione permetterà al nostro gruppo di acquisire maggiore rilevanza sia a livello nazionale che internazionale. Negli ultimi anni, abbiamo intensificato la nostra collaborazione con Vialattea, e ora potremo creare forti sinergie territoriali, valorizzando i due splendidi comprensori sciistici e promuovendo un turismo estivo sostenibile e responsabile. Siamo entusiasti di poter contribuire a questo importante progetto.”

Giovanni Brasso, Presidente di Sestrieres SpA, ha dichiarato:  “Vialattea e Bardonecchia Ski rappresentano, a livello internazionale, due realtà ben consolidate nel mercato delle stazioni sciistiche e della montagna. Si propongono con una propria identità ma, insieme, creeranno un polo turistico strategico per il territorio, sfruttando al meglio i propri punti di forza. I due comprensori uniranno le forze e lavoreranno con gli stessi obiettivi, in sinergia tra di loro e con il territorio, incentivando il turismo montano del Piemonte.”

Autostrade e treni per la Liguria: Giachino scrive a Cirio e Lo Russo

LETTERA APERTA al Sindaco di Torino e al Presidente della Regione Piemonte.

Carissimi Alberto e Stefano, 
 
Vi scrivo a proposito delle Infrastrutture torinesi e piemontesi che nel dopoguerra grazie a Amministratori illuminati come il Prof. Giuseppe Grosso, grande presidente della Provincia di Torino e di alcuni Assessori provinciali e Deputati come l’on. le Giuseppe Botta o come Franco Frojo hanno visto la nostra Provincia e la nostra Regione darsi una rete di infrastrutture superiore a quella della stessa Lombardia. Quegli Amministratori avevano ben presente che le Infrastrutture sono un grande elemento di sviluppo e una componente importante della competitività del sistema economico. Una lezione che arriva da Cavour secondo il quale per la VISION di un Paese le alleanze internazionali e le infrastrutture erano priorità assolute. Una lezione che purtroppo si è andata perdendo tra le forze politiche e anche nelle nostre Scuole e Università’. Le infrastrutture per Cavour e per  Grosso creando lo sviluppo debbono essere realizzate prima. 
Grazie a quelle infrastrutture e alla crescita del settore industriale Torino e il Piemonte trainarono lo sviluppo del Paese.
Da trent’anni nel Paese ma in particolare nella nostra regione al contrario manca la capacità di prevedere e si arriva a discutere gli interventi quando i trasporti boccheggiano. Così Torino e il Piemonte da vent’anni crescono meno della media nazionale come dissi per primo nel 2008 e come è poi stato confermato da Banca d’Italia. 
Vi scrivo perché ho seguito quella stagione e perché di trasporti e infrastrutture me ne occupo da trent’anni e al Governo ho potuto presiedere il Comitato che approvò il Piano Nazionale della Logistica. In questo settore la esperienza è davvero un must.
Non voglio qui parlare delle cause o delle  responsabilità che hanno portato a intervenire sulla rete autostradale ligure piemontese solo dopo il crollo della galleria Berte’ sulla A26 , un anno e mezzo dopo il crollo del ponte Morandi. 
Quel che è certo che le nostre Amministrazioni non avevano assolutamente chiare  le nostre carenze infrastrutturali mentre la domanda di trasporto era ed è in continua crescita. 
Oggi tutti la rete autostradale piemontese e’ interessata da lavori in corso con strettoie e deviazioni da far paura. Il traforo del Bianco con la necessità di un raddoppio. Per fortuna che il Governo, di cui ho l’onore di aver fatto parte,  autorizzo’ la costruzione della galleria di sicurezza del Traforo autostradale del Frejus. 
I ritardi sulla tangenziale e sulla costruzione della TAV fanno il resto. 
Per fortuna coinvolgendo la Società civile, siamo riusciti, io e le Madamin a salvare la TAV dai tanti Notav ma successivamente l’opera venne ancora tenuta ferma.
Gli assurdi  ritardi nella costruzione della TAV oltre a farci perdere miliardi di PIL (turismo e logistica) non ci consentono di dirottare sul treno una parte del trasporto merci e passeggeri diretto alla Francia.
I ritardi e gli errori nella gestione del rinnovo della concessione alla ATIVA vengono pagati dal trasporto merci e dai torinesi che ogni giorno perdono almeno 90 minuti in coda sulla Tangenziale. Per non parlare della galleria di Lanzo e del Ponte Preti.
 E’ evidente che manca una regia infrastrutturale e logistica  perche’ verso la Liguria il calvario c’è contemporaneamente sia sulla A6 che sui treni. 
Ecco perché sarebbe importante dar vita a un tavolo Infrastrutture, Trasporti e Logistica che coinvolgendo Autostrade, RFI, Trenitalia , Tangenziale, Trafori, Interporti, proponga soluzioni a breve, medio e lungo termine. 
Per le aziende e per i cittadini il costo dei trasporti insieme al costo della energia, del personale e del fisco e’ uno dei quattro costi maggiori, ma i disagi e le perdite di tempo a volte superano il mero costo del tempo perduto.
Carissimi, per quanto mi riguarda sono a disposizione a portare la mia esperienza nel settore maturata sia in tanti anni di azienda che al governo della Nazione.
Mino GIACHINO 
Responsabile piemontese trasporti e logistica FDI

Fiorentini di Trofarello, investiti 10 milioni

A soli 5 anni dalla sua inaugurazione, lo stabilimento Fiorentini di Trofarello (Torino) inizierà il 2025 con una aumentata capacità produttiva e di stoccaggio, in risposta alla richiesta crescente di prodotto proveniente dal mercato.

L’investimento di 10 milioni di Euro deciso per il biennio 2023 – 2024 (circa il 5% del fatturato), è totalmente autofinanziato dall’azienda, che reinveste gli utili per poter crescere e migliorare costantemente. L’intervento riguarda in particolare la produzione e il magazzino automatico dove viene stoccato il prodotto finito.

In produzione, i lavori interessano due reparti: la divisione snack e il reparto delle gallette di riso e mais ricoperte di cioccolato e altre creme. Il primo intervento prevede l’installazione in spazi già esistenti di una nuova linea che entro l’autunno 2024 consentirà di aumentare del 30% l’attuale capacità produttiva dei triangolini Sì&No. Il secondo comporta una estensione dello stabilimento, con costruzione ex-novo di un capannone in cui verrà installata una nuova linea di produzione ad alta capacità (quantità) e flessibilità (ovvero in grado di produrre diversi formati). A fine lavori, prevista per l’inizio del 2025, il reparto gallette ricoperte avrà aumentato la sua capacità produttiva del 50%.

Entro i primi mesi del 2025, anche l’avveniristico magazzino automatico del prodotto finito verrà ampliato e vedrà aumentata del 40% la sua capacità di stoccaggio, passando dagli attuali 13.000 a oltre 18.000 posti pallet. La superficie aumenterà da 3.000 a 4.600 mq. Qui, agli esistenti 6 traslo elevatori ne verranno aggiunti altri 3. In linea con i numerosi accorgimenti di riduzione dell’impatto e ottimizzazione delle risorse, anche questi traslo elevatori sono equipaggiati con un sistema di risparmio energetico “Energy efficient storage and retrieval unit” grazie al quale le parti della macchina in movimento riescono a scambiarsi energia, permettendo fino al 20% di risparmio energetico.

Negli ultimi 10 anni, l’azienda piemontese di proprietà famigliare da quattro generazioni, ha investito un totale di 75 milioni di Euro, di cui 60 serviti nel triennio 2016-2019 per spostare la sede da quella storica di Torino nord all’attuale stabilimento di Trofarello, che ha consentito all’azienda di avere un sito ultra moderno ed efficiente, all’altezza della posizione di leadership nazionale raggiunta nel mercato. Grazie ai recenti investimenti, il precedente sito di Torino è stato al centro di un importante piano strategico di sviluppo: ospita infatti una nuova divisione di prodotto, quella delle creme spalmabili – peanut butter e altre – che è già diventata un nuovo settore trainante per la crescita l’azienda, che nel 2023 ha raggiunto un fatturato di circa 110 milioni di Euro.

Peperone di Carmagnola ricchezza del territorio

Celebrare il peperone di carmagnola è una tradizione lunga 75 anni e come sempre l’appuntamento è dal 30 agosto all’8 settembre tra le vie del centro storico di Carmagnola (TO) con la Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola.

Tante varianti dello stesso prodotto ma tutte uniche e caratteristiche di una tradizione agricola del territorio, noto per le sue caratteristiche organolettiche oltre alla polpa spessa, il sapore dolce e l’elevato contenuto di vitamina C. Un racconto di eccellenza e qualità che si può assaporare ad ogni boccone.

 

Per dare il giusto risalto al Peperone di Carmagnola sono stati ideati degli eventi ad hoc come il Peperone Day, giunto alla sua terza edizione. Una giornata speciale, quest’anno domenica 1° settembre,  per festeggiare un prodotto unico nel suo genere con diverse iniziative, dai numerosi ristoranti in Italia e all’estero che aderiscono all’iniziativa realizzando un menù a tema peperone, allo storico concorso del Peperone riservato ai produttori locali e presentato da Tinto, al secolo Nicola Prudente, conduttore radiofonico e televisivo, dove verranno premiati gli esemplari più pesanti delle quattro tipologie di peperone tra quadrato, lungo o corno di bue, trottola, tumaticot e quadrato allungato. Ma anche il Peperone Urbano una competizione orticola ideata dal Consorzio del Peperone e dal Comune di Carmagnola che premierà i primi tre classificati che si sono cimentati nella coltivazione biologica del famoso prodotto orticolo nella propria casa, sul proprio terrazzo o giardino. Verranno inoltre premiate anche le scuole primarie e dell’infanzia che hanno partecipato alla sfida.  Nella stessa giornata si svolgerà anche l‘immancabile “Festa di Re Peperone e la Bela Povronera”, grande sfilata che vedrà protagonisti, insieme ai due storici personaggi carmagnolesi, oltre 250 personaggi in maschera provenienti da diverse regioni. I ristoranti aderenti al Peperone Day, la cui lista verrà pubblicata sul sito della Fiera, riceveranno i peperoni dai produttori del Consorzio, esporranno l’adesivo dell’iniziativa in vetrina e forniranno ai loro clienti il materiale promozionale della Fiera.

 

Non mancheranno spettacolari showcooking dove diversi chef del calibro di Gianluca RenziGiuseppe Cravero e Gianpiero Vivalda verranno intervistati dal critico gastronomico Edoardo Raspelli e realizzeranno una ricetta ad hoc con le diverse varianti del Peperone di Carmagnola, dal quadrato adatto al consumo crudo o come ripieno per le preparazioni al forno al quadrato allungato adatto a tutti gli usi in cucina e ideale per la cottura al forno, ma anche il tumaticot che grazie alla sua polpa spessa è adatto alla preparazione di antipasti e alla conservazione in edizioni raffinate e sfiziose anche agrodolce, mentre la variante lungo, detto corno di bue è ideale per la peperonata e la conservazione perché grazie alla sua polpa compatta ha un’ottima tenuta della cottura. Infine il trottola, a forma di cuore con punta leggermente estroflessa o con punta troncata, è una qualità estremamente versatile che assicura alte rese in tutte le preparazioni culinarie. Gli ospiti verranno accompagnati in un viaggio alla scoperta dei segreti e le maestranze che caratterizzano la cucina Carmagnolese.

 

Avremo anche l’onore di poter assaggiare una deliziosa novità realizzata esclusivamente per quest’occasione. Per gli amanti del cioccolato, l’azienda di prodotti dolciari Mainero ha pensato a una pralina al peperone dal gusto delicato ma allo stesso tempo amaro. Tantissimi nuovi abbinamenti tutti da scoprire e assaporare.

 

Appuntamento a Carmagnola con la 75esima edizione della Fiera Nazionale del Peperone dal 30 Agosto all’8 Settembre con ingresso gratuito. Una kermesse cultural-gastronomica organizzata dalla Città di Carmagnola e prodotta da Sgp Grandi Eventi.