ECONOMIA

Uno sportello per i codici fiscali di docenti e studenti stranieri

Accordo tra Politecnico di Torino e Agenzia delle Entrate

Una sinergia tra istituzioni che renderà più facile richiedere e ottenere il codice fiscale italiano per docenti, ricercatrici e ricercatori, e studenti stranieri: questo il risultato dell’Accordo rinnovato oggi dal Rettore del Politecnico di Torino Stefano Corgnati e dal Direttore Regionale dell’Agenzia delle Entrate del Piemonte Guido Isolabella. L’accordo – della durata di tre anni – mira ad agevolare l’adempimento degli obblighi fiscali da parte dei contribuenti, offrendo loro un servizio unico di assistenza e informazione mediante l’apertura di un canale facilitato – uno sportello temporaneo – presso l’ateneo torinese.

Al centro della rinnovata intesa, la volontà comune di assistere il corpo docente, ricercatore e studente proveniente dall’estero nel compilare, acquisire e trasmettere all’Agenzia delle Entrate le richieste di attribuzione del codice fiscale, e agevolarli con la consegna finale del certificato ai richiedenti. Per semplificare al massimo le procedure e superare le barriere linguistiche e organizzative degli utenti coinvolti, il Politecnico di Torino potrà fare da snodo, prendendo in carico le richieste di attribuzione di codice fiscale; una volta ricevute le domande, l’Agenzia delle Entrate rilascerà quindi i codici fiscali mediante un apposito sportello temporaneo aperto in Ateneo.

Elemento innovativo dell’accordo è la scelta di aprire lo sportello al pubblico per l’intera durata dell’anno accademico, diversamente dalle modalità seguite finora che prevedevano l’apertura dello sportello per i soli mesi di settembre, ottobre e febbraio. Un passo in avanti importante, che permetterà di semplificare ulteriormente le procedure di rilascio del codice fiscale e supportare coloro che arrivano dall’estero per insegnare, studiare e fare ricerca al Politecnico.

Crescono i reati contro le imprese: Piemonte sotto attacco tra cybercrime e contraffazione

Nel 2023 i reati che colpiscono l’attività d’impresa hanno registrato un incremento del 5,6% su scala nazionale, con una crescita ancora più marcata in Piemonte, dove l’aumento ha toccato l’11,8%. A evidenziarlo è un’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, secondo cui nel corso dell’anno si sono registrati 24 delitti ogni 100 imprese.

In particolare, il Piemonte risulta sempre più esposto ai crimini informatici. I reati di natura digitale, infatti, sono cresciuti nella regione del 10,8% nell’ultimo anno, superando la media nazionale del 7,8%. Un trend preoccupante che emerge anche guardando agli ultimi cinque anni: tra il 2019 e il 2023, la crescita dei crimini informatici in Piemonte ha toccato il +47%, contro il +45,5% della media italiana.

Un altro fronte critico è quello della contraffazione, che colpisce duramente il comparto del Made in Italy. Secondo l’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, almeno un’attività su quattro è esposta a questo fenomeno. In Piemonte si contano 7.219 imprese potenzialmente colpite, di cui il 70,1% è costituito da realtà artigiane. I settori maggiormente coinvolti sono tessile, abbigliamento e pelletteria, ma anche cosmetici, elettronica, ottica, giocattoli e gioielleria.

I dati provengono dal report “La sicurezza in asset per le imprese in una congiuntura dominata dall’incertezza”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese. Il documento include una vasta gamma di reati legati all’attività economica, come furti, estorsioni, truffe, frodi informatiche, contraffazione di marchi e prodotti industriali, violazioni della proprietà intellettuale, ricettazione, riciclaggio, usura, danneggiamenti e contrabbando.

Secondo l’indagine, il 91% dei reati contro le imprese è rappresentato da truffe e frodi informatiche – come il phishing o la manipolazione dei sistemi informatici – mentre il restante 9% riguarda delitti informatici più specifici, come accessi abusivi, danneggiamenti tramite software o hardware e diffusione illecita di codici di accesso.

Le minacce digitali non risparmiano nessuno: anche le piccole realtà artigiane, comprese botteghe, officine e laboratori digitalizzati del Piemonte e in particolare del Torinese, sono sempre più spesso bersagliate. Il cybercrime agisce senza distinzione di dimensioni, colpendo anche le imprese più piccole attraverso phishing, truffe via PEC, ransomware e furti di dati.

Secondo i dati Istat, nel 2023 le forze di polizia hanno denunciato in Piemonte 89.414 reati alle autorità giudiziarie. Si tratta di crimini che comprendono una vasta gamma di illeciti, tra cui furti, rapine, estorsioni, contraffazione, violazione della proprietà intellettuale, ricettazione, riciclaggio, usura, danneggiamenti, contrabbando e reati informatici.

“Quando un’azienda artigiana subisce un attacco informatico il danno è doppio – chiarisce Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – per noi che siamo costretti a fermarci ma anche per le grandi aziende per le quali lavoriamo come terzisti, con il rischio di perdere definitivamente il cliente. Purtroppo, i crimini informatici stanno diventando il nuovo business, un mercato destinato, purtroppo, a crescere. Serve una cultura della sicurezza informatica, che parta dalla formazione degli imprenditori e dei lavoratori fino all’adozione di buone pratiche e tecnologie adeguate e accompagnare le imprese in percorsi di consapevolezza, protezione e risposta rapida agli attacchi: la cybersicurezza non è un costo, ma un investimento strategico per la sopravvivenza e la competitività delle imprese artigiane”.

“La contraffazione è un furto di reputazione che colpisce soprattutto le piccole imprese, quelle che con fatica e dedizione costruiscono ogni giorno valore autentico – conclude De Santis – servono controlli più efficaci, ma anche una cultura diffusa della legalità e del consumo consapevole. Difendere l’artigianato del nostro territorio significa proteggere il cuore del nostro sistema produttivo e il futuro di migliaia di imprese oneste.”

Agroenergie, interviene Cia Piemonte

«Dopo la stagione delle vacche grasse, “gonfiate” dai contributi dei primi conti energia, è arrivata quella delle vacche magre, quando si è scoperto che mantenere i grandi impianti, in assenza di aiuti pubblici adeguati, non era più conveniente. Adesso, le aziende zootecniche tornano a guardare con molto interesse al comparto del biogas. Non più impianti faraonici, il più delle volte realizzati da soggetti terzi solo a fini speculativi, ma strutture dimensionate a misura di allevamento, puntando alla sostenibilità economica e ambientale dell’azienda. Oggi, chi è in grado di autoalimentare un impianto di biogas, magari compensandolo con un sistema fotovoltaico, gode di un vantaggio enorme, sia economico, sia sul piano dell’ottimizzazione generale della gestione dell’azienda agricola, grazie anche alla produzione di digestato, che contribuisce a migliorare la fertilità del suolo e alla riduzione o eliminazione degli asservimenti legati ai terreni per gli spandimenti».

Cosi Corrado Bertello, responsabile zonale della sede Cia Agricoltori italiani di Fossano e referente provinciale di Cia Cuneo per la zootecnia, che oggi partecipa al convegno Agribiogas del Consorzio Monviso Agroenergia a Caramagna Piemonte, insieme al presidente regionale di Cia Piemonte Gabriele Carenini, al direttore provinciale di Cia Cuneo Igor Varrone e al responsabile del Settore tecnico di Cia Cuneo, Maurizio Ribotta.

«L’investimento nel settore del biogas – continua Bertello -, è tornato ad essere conveniente, grazie alle opportunità offerte dalle comunità energetiche, alle tecniche evolute di conduzione degli impianti, come la digestione anaerobica a secco, che ne migliorano di molto la resa. Si produce digestato, ma anche biometano, che può essere immesso nella rete del consumo massivo, oppure utilizzato per la produzione di energia elettrica. E’ un esempio virtuoso di economia circolare, che trasforma i rifiuti, nel caso specifico i liquami della stalla, e i sottoprodotti agricoli, in energia pulita».

Non ultimi, giocano un ruolo non secondario i bandi per i nuovi impianti di biometano e la riconversione degli impianti esistenti, così come i bandi per l’efficientamento degli impianti e i trattori a metano, oppure per la realizzazione di nuovi impianti di biogas elettrico di scala aziendale, oltre all’avvio dell’applicazione del sistema dei prezzi minimi garantiti sul biogas elettrico.

«Siamo fiduciosi nello sviluppo del settore agroenergetico – sostiene Bertello -, l’agricoltura su questo fronte dimostra di avere straordinarie potenzialità».

cs

Cia – Agricoltori: troppi i danni da fauna selvatica

Provvedimenti insufficienti – ancora troppi danni per la fauna selvatica nelle campagne piemontesi: cinghiali, caprioli e lupi fuori controllo

“Comprendiamo le difficoltà e apprezziamo gli sforzi compiuti fino ad oggi dalle istituzioni – spiega Gabriele Carenini, Presidente Regionale di Cia Agricoltori Italiani del Piemonte – ma constatiamo con rammarico e preoccupazione come tutto ciò non sia valso a contenere a sufficienza i danni prodotti dalla fauna selvatica in Piemonte. In questa stagione i campi appena seminati sono devastati dai cinghiali, nelle vigne i caprioli fanno mambassa dei germogli, senza contare i lupi, sempre più numerosi e aggressivi non solo in montagna, ma anche a ridosso degli allevamenti in pianura, dove peraltro giocano un ruolo devastante anche le nutrie, che infestano e rovinano i canali d’irrigazione. Gli agricoltori continuano a pagare l’altissimo prezzo di questa situazione, in molti casi la loro attività sul territorio è fortemente compromessa, e così non si può andare avanti”.

“La nostra Organizzazione si batte da sempre per il contenimento della fauna selvatica – continua Carenini – sia a livello nazionale, con proposte di legge e richieste di maggiori risorse per i risarcimenti, sia sul piano locale, collaborando in ogni modo con la Regione per favorire l’applicazione delle normative. Il problema principale rimane il numero eccessivo di capi selvatici in circolazione, gli abbattimenti non sono sufficienti, bisogna agire con maggiore decisione. Nel caso specifico dei cinghiali, oltre al danno ridotto nei campi, si aggiunge il rischio della scongiurare diffusione della peste suina, con drammi incalcolabili al comparto suinicolo regionale, tra i più importanti in tutta Italia”.

Mara Martellotta

Giornata della Ristorazione: Torino racconta il futuro della cucina con l’intelligenza artificiale e premi speciali

La ristorazione torinese celebra la sua tradizione e proietta il suo futuro in occasione della Giornata della Ristorazione, con un’innovativa sperimentazione che ha visto protagonisti giovani, adulti e tecnologia.

Organizzata da EPAT Ascom, l’iniziativa ha coinvolto la comunità locale in una riflessione sul futuro della cucina torinese, a partire dalla domanda: “Come immagini la ristorazione tra 10 anni?”. Per la Città di Torino hanno partecipato gli assessori al Commercio, Paolo Chiavarino, e alle Politiche educative, Carlotta Salerno.

Le risposte a questa domanda sono state elaborate da un algoritmo di intelligenza artificiale e tradotte in due visioni artistiche: una rappresentante i sogni e le aspettative dei giovani, l’altra quella degli adulti. La versione “giovane” ha restituito l’immagine di una ristorazione inclusiva, sostenibile e multiculturale, incentrata sulla convivialità. Al contrario, la visione degli adulti ha descritto una ristorazione internazionale, cosmopolita e tecnologicamente avanzata, con un forte desiderio di posizionare Torino come capitale gastronomica mondiale.

Le celebrazioni e le attività previste in occasione del 17 maggio, Giornata della Ristorazione, proseguono. Già nei giorni scorsi si sono svolti eventi speciali nelle scuole torinesi, dove studenti e professionisti del settore sono stati coinvolti in una serie di eventi, tra cui laboratori di cucina ed attività educative. I bambini hanno anche vissuto un momento di convivialità simbolico, con un pranzo che ha visto protagonista l’uovo, alimento scelto come simbolo dell’edizione 2025. Un’iniziativa che ha coinvolto anche l’assessora alle Politiche educative Carlotta Salerno, sottolineando l’importanza del pasto come momento di condivisione ed educazione alimentare.

All’evento organizzato oggi non è mancato il pranzo di gala, dove i Cuochi della Mole hanno celebrato l’uovo preparando piatti innovativi, come l’”Insalatina di asparagi di Santena con ovetto croccante” dello chef premiato Sergio Leggero, vincitore del Premio FIPE 2025 per il miglior piatto all’uovo.

Con 170 ristoranti aderenti alla Giornata della Ristorazione, e ben 52 cucine aperte oltre le 22:00 durante il Salone del Libro, la città di Torino continua a valorizzare la sua gastronomia e il suo ruolo di polo culturale e turistico. I ristoranti aderenti proporranno piatti speciali con l’uovo come protagonista, offrendo un’opportunità unica per vivere e gustare la Torino gastronomica. Un altro esempio di come la ristorazione torinese non sia solo un’attività economica, ma un autentico motore di cultura e socialità.

TORINO CLICK

Regione, Tronzano incontra il mondo cooperativo

Un Testo Unico “coordinato” che unisca tutte le leggi regionali a sostegno della cooperazione e l’elaborazione di nuove procedure per le leggi regionali 23/2004, 49/95, 18/94 13/2021 nonchè per l’attuazione del titolo I della Legge 49/85. Regione Piemonte e mondo della cooperazione hanno definito nei giorni scorsi una road map che dovrebbe portare entro il primo semestre 2026 –all’elaborazione della prima proposta di un testo unico del settore unitamente alla riforma della recente legge sulle cooperative di comunità.

Tempi e modalità di questo lavoro di riordino sono stati definiti nell’incontro tra l’Assessore Regionale Andrea Tronzano, e le Associazioni di Rappresentanza delle Imprese Cooperative, AGCI Piemonte, Confcooperative Piemonte, Legacoop Piemonte e UeCoop. Associazioni che hanno messo sul tavolo le priorità da realizzare per continuare a garantire lo sviluppo di un modello di impresa che ha importanti ricadute economiche e sociali sul territorio.

“Abbiamo accolto con piacere la tempestività con la quale si è insediata la nuova Giunta, e con altrettanta soddisfazione l’avvio di un percorso di confronto con l’Assessore Tronzano con il quale abbiamo stabilito un cronoprogramma dei lavori perché le nostre imprese hanno necessità di risposte concrete. Abbiamo molto lavoro da fare, tanti progetti da completare, siamo fiduciosi che riusciremo nell’intento che ci siamo prefissati” sostiene il Presidente di AGCI Piemonte Giuseppe D’Anna.

“Il mantenimento di una delega specifica alle imprese cooperative mostra l’attenzione dell’amministrazione regionale verso questa forma di impresa unica che, oltre alla dimensione imprenditoriale, porta con sé anche una non meno importante componente valoriale e di sostenibilità. Siamo certi che, grazie al dialogo e al confronto già avviato negli ultimi anni con l’assessore e con i suoi collaboratori, saremo in grado di affrontare le sfide che ci attendono: tanto a livello tecnico con gli uffici, quanto a livello politico attraverso il rinnovo della Commissione regionale della cooperazione”, ha commentato il Presidente di Confcooperative Piemonte, Tino Ernesto Cornaglia.

“Siamo soddisfatti per l’avvio di questo percorso di confronto e collaborazione per definire strumenti legislativi regionali che sostengano le nostre imprese cooperative e favoriscano il loro consolidamento”. Dal suo punto di vista, però, sottolinea la necessità di “un coinvolgimento di Finpiemonte per la capitalizzazione delle piccole imprese favorendo così l’irrobustimento del nostro sistema” dichiara Dimitri Buzio, Presidente di Legacoop Piemonte.

“Accogliamo favorevolmente la disponibilità a realizzare un percorso condiviso di rinnovamento delle norme e degli strumenti che la Regione può mettere a disposizione delle Cooperative piemontesi” afferma Matteo Castella, Presidente di UE.Coop Piemonte. “Si tratta di provvedimenti e misure che necessitano di una rivisitazione completa, per restare al passo con i tempi. Tutto ciò è reso ancora più urgente da un periodo in cui il sistema economico e sociale piemontese deve fornire segnali di ripresa. Il contributo del mondo della cooperazione può come sempre essere fondamentale, grazie a strumenti e misure rinnovati, in grado di stimolare l’azione delle nostre Cooperative.”

Una collaborazione già instaurata nella precedente legislatura che ha portato a buoni risultati e che continua anche oggi – commenta l’Assessore al Bilancio e allo Sviluppo delle Attività Produttive dell’Internazionalizzazione e dell’Attrazione investimenti Andrea Tronzano. Dal confronto con le Associazioni di Rappresentanza è maturata l’idea un percorso condiviso per definire un testo unico coordinato del settore che possa valorizzare al meglio l’impegno e il valore delle imprese cooperative che rappresentano un segmento fondamentale dell’economia piemontese.

cs

Perché non si trovano case in affitto? Convegno dell’associazione Le Alte Vie

Prima tappa di una serie di iniziative “bilaterali” tra Piemonte e Liguria 

Oggi, giovedì 15 maggio, si tiene a Sestri Levante (Sala Carlo Bo, Palazzo Fasce, Corso Colombo 50) il convegno “Perché non si trovano case in affitto? Un’indagine al di là di facili “Capri Espiatori” organizzato dall’Associazione “Le Alte Vie – cultura della politica” (fondata dalla ligure Marina Noceti – presidente, e dal piemontese Daniele Cantore – vicepresidente) e dall’ APE – Confedilizia Genova delegazione di Chiavari (rappresentata da Luciano Magi, responsabile APE – Confedilizia di Chiavari). Vedi locandina allegata.

Al vaglio numerosi temi non solo per addetti ai lavori ma di grande interesse per tutti: Libertà contrattuale come fattore di sviluppo – Ritorno a locazione come affidabile impiego del risparmio – Contrasto dello svuotamento del diritto di proprietà e della confisca del risparmio – Critica del trasferimento della potestà dispositiva a disinformati regolatori centrali – Iniquità e inefficienza di un obbligo di sostegno al bisogno sociale a carico dei proprietari -Caricamento del prezzo del rischio sul canone – Problema incremento numero locali sfittì – Adeguamento a mutate esigenze sociali.

“Le Alte Vie” nasce ufficialmente all’inizio di quest’anno per iniziativa della ligure Marina Noceti (operatrice finanziaria e culturale)  e del piemontese Daniele Cantore (imprenditore, giornalista pubblicista e uomo politico) per promuovere la riflessione su temi politici importanti ma ancora fuori dall’attenzione dei media dominanti.

La peculiare natura bi-regionale dell’Associazione si esprimerà anche nella modalità con cui ne verranno organizzati gli incontri, concepiti come un primo “tempo” in cui lanciare l’argomento, a cui verrà fatto seguire un secondo “tempo” nell’altra regione, che terrà conto delle reazioni al primo incontro proponendone una rielaborazione.

Quello sugli affitti è il primo evento pubblico dell’Associazione.

Casa a Torino: quotazioni in crescita del 2,5%

Secondo le ultime analisi dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, a Torino nella seconda parte del 2024 le quotazioni delle case sono aumentate del 2,5%.

VARIAZIONE DEI PREZZI IMMOBILIARI

I SEMESTRE 24 RISPETTO AL II SEMESTRE 24

TORINO II semestre 2024
Centro-San Salvario +2,3%
Borgo Vittoria-Barriera Milano +2,3%
Collina +2,9%
Francia-San Paolo +2,9%
Santa Rita-Mirafiori Nord +3,6%
Nizza-Lingotto-Mirafiori Sud +1,2%

Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa

Le zone del centro hanno messo a segno un buon risultato con una crescita dei valori del 2,3%. Valori invariati in via Lagrange e limitrofe. La novità che si è messa in evidenza negli ultimi mesi ha a che fare con la maggiore presenza di studenti che cercano casa in affitto in zona. Un bilocale, in ottimo stato, e arredato costa da 700 a 800 € al mese.  E’ stato ultimato anche il campus di ESCP business school. Un apporto di richieste di acquisto e di locazione arriva anche da chi studi e lavora presso la “Città della Salute” un importante polo sanitario presente in città. Torino, negli ultimi anni, sta subendo un importante cambiamento che la vede sempre più puntare sui servizi alla luce della crisi dell’automotive. Una delle conseguenze di ciò è che si notano i primi acquisti da parte di persone che arrivano dall’estero. Le case vacanza continuano a interessare il mercato della zona anche se sono sempre più i privati che dismettono l’attività e l’immobile. Quest’ultimo, molte volte pronto per essere destinato a queste attività, è spesso acquistato da chi possiede una società che le gestisce in modo professionale. Via Roma e via Lagrange restano le strade top dove si toccano punte di 6000-7000 € al mq per abitazioni signorili di fine ‘700 con soffitti a cassettoni oppure a botte con mattoni a vista.  La città è in attesa dei lavori di potenziamento della metropolitana e del completamento del potenziamento dei collegamenti con Genova.

Nell’area di piazza Madama Cristina, nel quartiere San Salvario, si evidenzia un ulteriore aumento dei valori immobiliari dovuto in particolar modo a una carenza di offerta abitativa. Il mercato è alimentato sia da acquirenti di abitazione principale sia da investitori che puntano ad affittare a studenti universitari. Negli ultimi anni sono aumentati coloro che svolgono attività di B&B e casa vacanza.  La zona presenta un’offerta abitativa differenziata che spazia da 1300 € al mq per le abitazioni popolari presenti in via Nizza fino ad arrivare a punte massime di 4000 € al mq per le soluzioni signorili ristrutturate, con spazio esterno vista Parco Valentino. E’ in quest’area, infatti, che si concentra l’offerta più prestigiosa. Su corso D’Azeglio si vende a 2500 € al mq. L’area più richiesta è compresa tra piazza Madama Cristina e il Parco del Valentino.

Prezzi stabili nel quartiere di Aurora e in lieve aumento a Valdocco dove la domanda di affitto da parte di studenti universitari sta spingendo gli investitori ad acquistare piccoli tagli da mettere a reddito. Un bilocale si può acquistare intorno a 40-50 mila € per poi essere affittato a 500 € al mese. Il rialzo dei canoni a ridosso delle facoltà (ad esempio Vanchiglia) sta spingendo gli studenti in questa zona.  Valdocco sorge a ridosso di Porta Palazzo e Balon che, negli ultimi anni, attira in modo importante la movida della città. Soluzioni degli anni ’70 si scambiano a prezzi medi di 1400-1500 € al mq con punte di 3000 € al mq. Invariati i prezzi delle case nel quartiere Aurora che, tra corso Vercelli e corso Giulio Cesare, concentra costruzioni popolari dei primi anni del 1900, con ballatoio i cui prezzi possono andare da 800 a 1500 € al mq. Dall’inizio dell’anno, grazie anche al ribasso dei tassi, si stanno riaffacciando su mercato giovani acquirenti alla ricerca della prima casa.

La macroarea di Santa Rita-Mirafiori Nord registra un aumento dei valori del 3,6%. Tra i quartieri in crescita si segnala quello di Santa Rita-Stadio. L’offerta c’è perché è in atto un cambio generazionale ma il potenziale acquirente spende qualcosa in più per acquistare un’abitazione, in particolare nella zona più signorile che sorge a ridosso dello stadio.  Quest’ultima è apprezzata soprattutto dalle famiglie perché offre immobili dalle metrature ampie, tranquillità e servizi. Gli immobili risalgono agli anni ’60-’70, la maggioranza dei quali sono da ristrutturare. Prezzi medi di 2000 € al mq per le soluzioni ristrutturate e di 1200 € al mq per quelle da ristrutturare. La vicinanza dell’università in via Filadelfia, i comodi collegamenti per il Politecnico la rendono una zona attrattiva per coloro che acquistano per mettere a reddito affittando a studenti. Una camera si affitta a 300-350 € al mese. Inoltre, la vicinanza dello stadio e il “Pala Alpitour” spinge anche gli investitori che desiderano realizzare affitti brevi.

Crescono del 2,9% i prezzi delle case nelle aree di Francia-San Paolo e Collina.

Prezzi in aumento in zona San Paolo-Sabotino nella seconda parte del 2024. In questa area della città si registra un mercato molto vivace, con richieste da parte di investitori e genitori di studenti grazie alla presenza del Politecnico. A comprare per i figli sono genitori in arrivo dal sud e dal centro Italia, spesso infatti si preferisce acquistare e non affittare, anche in previsione di una futura permanenza dei figli in città per motivi di lavoro. Diversi anche gli investitori che comprano, frazionano e ristrutturano. Negli ultimi anni numerosi immobili sono stati riqualificati, dotati di ascensore e numerosi negozi hanno subito un cambio d’uso in residenziale. Una tipologia usata costa intorno a2000 € al mq. Sono in corso alcuni interventi di nuova costruzione che vanno da 3200 a 4200 € al mq.  L’area di San Paolo – Sabotino è caratterizzata per la presenza di palazzi d’epoca. Piacciono anche corso Peschiera, corso Racconigi e via San Paolo perché ottimamente serviti sia dal punto di vista dei mezzi pubblici sia per quanto riguarda le attività commerciali. Più signorile l’area compresa tra San Paolo e Largo Racconigi, che concentra prevalentemente palazzi degli anni ’50-’60 e i cui prezzi sono di 2500 € al mq (buono stato).  Sempre alta la domanda di appartamenti in affitto da parte di studenti e l’offerta non riesce a soddisfare tutte le richieste.  Il canone di un appartamento composto da una camera più cucina oscilla tra 500 € al mese in base alla metratura, per tipologie con due camere più cucina il canone sale a 800 € al mese.

In aumento i prezzi delle case nel quartiere San Paolo: domanda elevata e bassa offerta sono le motivazioni principali. Molti immobili sono lasciati vuoti dai proprietari che non affittano per timore di inquilini morosi e non vendono perché non hanno necessità di monetizzare. La presenza del Politecnico spinge ad affittare soprattutto a studenti e tra gli acquirenti prevalgono i genitori di studenti che alla luce degli elevati affitti richiesti in zona (600 € al mese per un bilocale) preferiscono acquistare. Spesso acquistano senza ricorrere al credito, impiegando cifre medie di 150-200 mila €. San Paolo piace perché è ricca di attività commerciali, vanta la vicinanza del parco Ruffini e, negli ultimi anni, si è riqualificata con la nascita del “Parco San Paolo” dove sono sorte costruzioni nuove che si vendono intorno a 3000-3200 € al mq. Per un buon usato si spendono intorno a 1000-1500 € al mq per le soluzioni da ristrutturare per arrivare fino a 2000-2200 € al mq per quelle ristrutturate e in stabili di recente costruzione.

+2,3% l’aumento dei valori nella macroarea di Borgo Vittoria-Barriera di Milano. Continuano a crescere i valori immobiliari del quartiere di Borgo Vittoria-Chiesa Salute. La bassa offerta e l’elevata domanda le cause principali. La carenza di immobili in affitto sta determinando uno spostamento sull’acquisto. Sono diminuiti notevolmente gli investitori che comprano, ristrutturano e rivendono. Un bilocale da ristrutturare si aggira intorno a 40 mila € per arrivare a 70-75 mila € se già ristrutturato. Parliamo di un quartiere periferico con un’offerta immobiliare di tipo medio – popolare degli anni ’60-‘70 che si vende a 1000-1300 € al mq. Non si registrano al momento interventi di nuova costruzione, gli ultimi risalgono agli anni 2000 e si vendono a 1500-2000 € al mq.  Numerosi gli interventi con il Superbonus che sono stati realizzati in zona.

Quotazioni in crescita a Barriera di Milano-Monte Bianco i cui prezzi, mediamente bassi, hanno attirato l’interesse di acquirenti alla ricerca dell’abitazione principale. In aumento, nell’ultimo anno, la componente di acquisto da parte di cittadini cingalesi.  L’area di Barriera di Milano è sorta nei primi anni del ‘900 ma non mancano tipologie più recenti che si acquistano a 1500-1600 € al mq. Sulle arterie principali del quartiere, corso Giulio Cesare e corso Vercelli, le soluzioni usate si scambiano a prezzi medi di 800-900 € al mq. L’area in futuro sarà interessata dalla nascita di una nuova linea 2 della metropolitana che collegherà Rebaudengo al Politecnico, passando dal “trincerone” di via Sempione/Gottardo. Questo consentirà a Barriera di Milano di essere collegata con il polo universitario.  Per quanto riguarda il mercato delle locazioni nell’area di Barriera di Milano si registra una buona richiesta ma bassa offerta. Il canone di un trilocale si aggira intorno a 400 € al mese.

Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa

Arriva la Fiat 500 Hybrid a Mirafiori, forse si chiamerà “Torino”

Dallo stabilimento torinese di Mirafiori sono stati appena “sfornati” i primi esemplari di preserie della Fiat 500 ibrida.  La variante mild, come spiega la rivista Quattroruote, sarebbe dovuta uscire il prossimo anno. Il costruttore ha però deciso di lanciare la versione ibrida della 500e entro fine 2025 : modello mille tre cilindri. Sarà forse (ma non è certo)  denominato “Fiat 500 Torino”. Nel cofano della nuova vettura ibrida sarà collocato un 1.0 tre cilindri mild hybrid da 70 CV e 92 Nm con trazione anteriore e cambio manuale a sei rapporti. La 500 Hybrid ha l’obiettivo di potenziare la produzione a Mirafiori e la produttività dell’impianto torinese.

Le nuove generazioni del mondo, torna il Festival Internazionale dell’Economia

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Tutti gli eventi del Festival sono a ingresso gratuito, e aperti al pubblico con accesso libero fino a esaurimento posti. Per alcuni appuntamenti potrebbe essere richiesta la prenotazione. Per rimanere aggiornati: www.festivalinternazionaledelleconomia.com

Torino, 30 maggio – 2 giugno 2025

 

Le nuove generazioni del mondo” è il titolo della quarta edizione del Festival Internazionale dell’Economia a cura di Editori LaterzaCollegio Carlo Alberto (CCA) – Torino Local Committee (TOLC), con la direzione scientifica di Tito Boeri, che si terrà dal 30 maggio al 2 giugno 2025 a Torino. Dopo il successo delle prime tre edizioni, il Festival riafferma l’esigenza di mantenere uno sguardo aperto alla complessità, alla pluralitàall’approccio scientifico. Questa edizione è dedicata alle nuove generazioni, colte in un momento di forte disagio che riguarda diversi ambiti: lavoro, istruzione, salute mentale e vita sociale. Gli avvenimenti degli ultimi anni hanno lasciato cicatrici profonde, e sempre più evidenti, in un’intera generazione. Allo stesso tempo, questi cambiamenti così rapidi e complessi creano anche nuove possibilità di crescita. Dobbiamo fare in modo che i giovani abbiano gli strumenti necessari per coglierle.

Per approfondire le dinamiche che determinano questa situazione ed esplorare insieme possibili prospettive, il Festival Internazionale dell’Economia si apre al dialogo con il grande pubblico su questi temi, coinvolgendo istituzioni, università, imprese, mondo dell’informazione attraverso un palinsesto di oltre 100 appuntamenti, articolato in diversi formati di approfondimento: “Le parole chiave”, “Dialoghi”, “Visioni”, “Incontri con l’autore”, “Confronti” e “Intersezioni”.

Un focus specifico sarà dedicato all’emergenza demografica e alle sue implicazioni sistemiche, ai mutamenti nell’organizzazione famigliare, alle trasformazioni del mercato del lavoro e al crescente disagio giovanile, affrontati con un approccio multidisciplinare. Contribuiranno alla discussione, tra gli altri, economisti, sociologi, statistici, demografi, scrittori e psicologi.

Giorgio Barba Navaretti, Presidente del Collegio Carlo Alberto: Siamo molto contenti che a partire da quest’anno la collaborazione tra CCA e TOLC con Editori Laterza, dopo il successo delle scorse edizioni, si rafforzi ulteriormente, con una maggior centralità del ruolo del Collegio Carlo Alberto e del TOLC per radicare ancor di più il Festival nel nostro territorio. Ricerca e formazione orientate al futuro sono il cuore dell’attività del CCA: siamo molto vicini al tema dell’edizione di quest’anno e lieti che il Festival affronti un tema così urgente e attuale, quale quello del disagio e dell’agio delle nuove generazioni, con un’attenzione particolare a sfide e opportunità del mondo del lavoro e dell’istruzione.

Tito Boeri, Direttore Scientifico del Festival Internazionale dell’Economia: Forse mai come quest’anno si avverte la necessità di analisi economiche accessibili ma al tempo stesso approfondite sugli scenari che ci stanno di fronte. Quali saranno gli effetti delle guerre commerciali? Cosa implica il piano di riarmo europeo? Quali le prospettive per l’economia italiana? Quest’anno il Festival sarà incentrato sulle nuove generazioni, il che vuol dire innanzitutto guardare al futuro che ci sta di fronte.

Giuseppe Laterza, Presidente della casa editrice Laterza: Il rapporto tra le generazioni oggi più che mai è la misura dell’equilibrio difficile tra passato, presente e futuro. Il disagio ma anche le aspirazioni, le richieste e i progetti dei giovani saranno al centro dell’analisi e delle riflessioni del Festival, partendo dall’economia e allargando lo sguardo a tante altre discipline. Nel discutere i drammatici cambiamenti in corso, come sempre il Festival affronterà anche le linee di tendenza e le possibilità nel medio-lungo periodo della convivenza globale.