Giorgio Boldetti: una vita a colori

/

PENSIERI SPARSI  di Didia Bargnani

Giorgio Boldetti si laurea in Economia e Commercio nel 1971 a Torino, 110 e lode con dignità di stampa, a quel tempo le aziende che cercavano giovani laureati erano molte e lui accetta un lavoro all‘Ufficio Statistica delle Pagine Gialle. In quel periodo è fidanzato con una ragazza, che sposerà dopo poco, la cui mamma ha una piccola camiceria, lei vorrebbe rendersi autonoma e chiede aiuto a Giorgio che di camicie, a quel tempo, ne sapeva ben poco ma aveva carattere da vendere ed una gran faccia tosta.
E così inizia l’avventura: nel 1972 partono da zero a produrre camicie nella loro camera a casa della famiglia di Giorgio il quale compra una macchina da cucire nel negozio della Necchi in via Roma facendo cambiali per 180.000 vecchie lire. Comprano un metro e mezzo di tessuto in tre colori e fanno qualche camicia da donna che Giorgio, quando esce dalla Seat alle 17.00 prova a vendere girando per negozi fino alla chiusura.  Le camicie piacciono molto e iniziano ad arrivare parecchi ordini tanto che Giorgio è costretto dopo tre anni a licenziarsi dalla Seat per poter seguire la parte commerciale di quella che ormai è diventata una piccola azienda, La Camargue ( chiamata così in ricordo di un weekend di passione) con sede in corso Galileo Ferraris 94, dove si trova tuttora.
La produzione aumenta sempre di più, Giorgio, ormai separato dalla moglie Maria Gabriella, continua l’impegno intrapreso con alcune lavoranti, si reca continuamente, cosa che fa ancora oggi, nelle tessiture di Como e Gallarate alla ricerca di tessuti pregiati.
Nel frattempo si sposa con Anna Zamboni, miss Italia 1969, dalla quale ha due figli, Giulio che oggi lavora con lui, e Giorgia, spesso modella per i capi prodotti da La Camargue.
La fortuna vuole che nel palazzo di corso Galileo Ferraris abiti un medico, il dr. Volterrani medico di famiglia e amico dell’avvocato Agnelli che a Natale è solito regalargli una camicia e così anche l’avvocato inizia ad indossare camicie firmate Boldetti.
Sono anni incredibili, pieni d’incontri, di lavoro, di avventure di ogni tipo – la vita di Giorgio Boldetti meriterebbe di essere raccontata in un libro – l’azienda cresce notevolmente, vengono serviti i negozi più chic di Torino, non si producono solo camicie ma anche abiti, pantaloni, giacche, cappotti.
Per Giorgio sono anche gli anni di una nuova separazione e dell’incontro con un nuovo amore Irina, modella russa, madre di suo figlio Vadim.
Il lavoro procede a gonfie vele, La Camargue s’ingrandisce e acquisisce nuovi locali.
Nel 2010  – racconta Boldetti- mio figlio Giulio inizia a lavorare con me e nasce Atelier Boldetti, una linea di camicie da uomo in cotone doppio ritorto, personalizzate con le cifre, le facciamo su misura, il cliente privato viene direttamente da noi e può scegliere tra migliaia di tessuti e fantasie.
La nostra produzione è ormai conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo – mi spiega Boldetti, partecipiamo tutti gli anni al Salone della moda di Parigi “ Who’s next” che ci ha introdotto anche in Paesi lontani come Giappone, Stati Uniti, Sud America dove abbiamo numerosi clienti. Vendiamo molto in Francia, Svizzera, Spagna e in Italia siamo richiesti da boutique di nicchia. Se soddisfi la donna torinese, che in fatto di moda è la più difficile, soddisfi qualsiasi donna.
Oggi lavorano per Boldetti una cinquantina di persone, in laboratorio ci sono circa 50.000 metri di tessuti, sete, cotoni, viscose, jersey dai colori meravigliosi, Giorgio si emoziona quando li tocca , li accarezza con delicatezza e passione come accarezzasse i capelli di una bella donna, quanto tempo è passato dall’acquisto di quella Necchi comprata a rate…
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo Precedente

Prove di pace tra Israele e Palestina. Un incontro promosso dal Centro Studi Sereno Regis

Articolo Successivo

I 25 anni di “Trame d’Autore”

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta