Almeno tu nel metaverso

IL PUNTASPILLI  / Di Luca Martina

 

I deludenti risultati del COP26 sembrano dare ragione al fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg.  

Forse davvero il mondo che saremo destinati a vivere ed a popolare con sempre maggiore soddisfazione è il Metaverso.

Il “libro delle facce” non consentiva più di ottenere di ottenere i risultati economici in continua crescita, minati dai problemi emersi sulla tutela dei dati dei quasi 3 miliardi di iscritti e dal fatto che, secondo le denunce della sua ex top manager Frances Haughen “ha messo i profitti al di sopra della sicurezza degli utenti”.

Si tratta di peccati mortali per un colosso quotato al Nasdaq, il mercato azionario americano dedicato principalmente alle società tecnologiche, dove, per sopravvivere, occorre continuamente dimostrare di sapere produrre crescita ed innovazione.

Meglio allora esplorare l’infinito, ed in continua espansione, universo virtuale in perenne costruzione in rete: il metaverso, appunto.

Per chi volesse comprendere meglio il nuovo territorio di caccia della rinominata, Meta, creatura di Zuckerberg può essere di aiuto leggere la sua recente “Lettera del Fondatore” al seguente link:   https://about.fb.com/news/2021/10/founders-letter/

Per usare le sue parole: “La prossima piattaforma sarà ancora più immersiva (rispetto alla attuale esperienza di condivisione di testi e video tramite PC e cellulari), un internet incarnato dove saremo parte dell’esperienza e non semplici spettatori. Noi la chiamiamo “metaverso” e riguarderà ogni prodotto che noi costruiremo. Nel metaverso potremo fare qualunque cosa che saremo in grado di immaginare ”.

Il video visibile su https://www.youtube.com/watch?v=Uvufun6xer8&t=1277s  può essere molto utile per farsi un’idea di quanto ci aspetta.

Si ha, insomma, l’impressione che di fronte ad un mondo “reale” destinato ad un rapido deterioramento potremo rifugiarci e prendere cittadinanza in un universo parallelo, un mondo ideale plasmabile e personalizzabile secondo i nostri desideri ed i nostri sogni.

Non possono non tornarmi alla mente, allora, le parole che Shakespeare mette in bocca a Prospero, nel quarto atto de “La tempesta”:

“Ferdinando, ti vedo assai turbato, come sgomento: non aver paura. I giochi di magia son terminati. Come t’avevo detto, quegli attori erano solo spiriti dell’aria, ed in aria si son tutti dissolti, in un’aria sottile ed impalpabile. E come questa rappresentazione – un edificio senza fondamenta – così l’immenso globo della terra, con le sue torri ammantate di nubi, le sue ricche magioni, i sacri templi e tutto quello che vi si contiene è destinato al suo dissolvimento; e al pari di quell’incorporea scena che abbiam visto dissolversi poc’anzi, non lascerà di sé nessuna traccia.  

Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita.”  

Il metaverso promette di farci sognare ad occhi aperti, in modo cosciente, ed allargare così i confini della nostra breve vita, poco importa se “l’immenso globo della terra (…) è destinato al suo dissolvimento”.

Fuor di metafora non possiamo (né potremo farlo neanche in un futuro dove ci reincarneremo in un “avatar”, cittadini del metamondo) ignorare quanto sta avvenendo intorno a noi.

Gli obiettivi da raggiungere per contenere i cambiamenti climatici ed evitare un rapido deterioramento del pianeta torneranno anno dopo anno a bussare alla nostra porta e prima o poi la dovremo, volenti o nolenti, spalancare.

Un, seppur timido, spiraglio di luce nel grigiore dell’autunno scozzese è arrivato da un riavvicinamento tra la Cina e gli Stati Uniti.

Parlando ad una conferenza stampa separata, durante il COP26 di Glasgow, gli inviati sul clima Xie Zhenhua e John Kerry hanno annunciato un accordo per limitare l’aumento della temperatura ad un grado e mezzo, costituire un gruppo di lavoro per accelerare le azioni a salvaguardia del clima in questo decennio (gli impegni ufficiali spostano al 2030 ed oltre i possibili obiettivi) e cooperare più strettamente sul controllo delle emissioni inquinanti.

Proprio l’inviato per il clima degli Stati Uniti ha sottolineato come “Se tutti si lamentano significa che ciascuno ha fatto un passo indietro”.

Il presidente Biden potrebbe ora, secondo alcune indiscrezioni, essere invitato ad assistere alle prossime, blindatissime, olimpiadi invernali che si svolgeranno in Cina da febbraio.

Ieri si già tenuto un primo incontro virtuale, in videoconferenza, di avvicinamento con l’omologo cinese ed il clima ed i rapporti di interscambio commerciale avranno fatto certamente la parte del leone.

L’approvazione, durante il plenum del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese della settimana scorsa, della risoluzione sui successi raggiunti dalla presidenza in corso (il terzo caso nella storia cinese dopo quelle presentate da Mao nel 1945 e da Deng nel 1981) ha di fatto innalzato il presidente in carica (atteso tra un anno alla terza riconferma) al ruolo di “principale innovatore” glorificando così “il pensiero di Xi Jinping sul Socialismo con caratteristiche cinesi per la nuova era”.

I prossimi 12 mesi saranno pieni di eventi che potranno renderci più consapevoli sul futuro prossimo della nostra salute (i vaccini ed i nuovi farmaci anti virali per fronteggiare la pandemia dovrebbero consentire ulteriori passi avanti verso il ritorno alla normalità), dell’economia (i grandi piani, il PNRR e i suoi “fratelli”, approvati in tutto il mondo, dovranno iniziare a dispiegare i loro benefici effetti), della politica (con le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti ed il Congresso del Partito in Cina) e dell’ambiente (seguendo il progresso della diffusione delle energie rinnovabili e della mobilità elettrica).

Possiamo solo augurarci che i risultati non siano solo virtuali e che almeno qualcuno dei nostri sogni possa realizzarsi.

In caso contrario non ci resterà che rivolgerci, in preghiera, al potentissimo padre del social network nato dagli annuari universitari statunitensi: “Mark, almeno tu nel metaverso…”.

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE

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