Torino fu immediatamente solidale con i terremotati irpini. Al mattino Dino Sanlorenzo ci butto’ giù dal letto
Figiciotti convocati dal vicepresidente del Consiglio Regionale del Piemonte nonché assessore al lavoro: 8, 30 nei suoi uffici in Via Alfieri, Palazzo Lascaris.
Dopo mezz’ora eravamo operativi. Dino è famoso per essere uno che non si perde in chiacchiere. Ero presidente della Consulta giovanile del comune di Torino. M’ incarico’ di convocare una riunione tra tutte le organizzazioni giovanili torinesi. Obbiettivo la costituzione di un comitato per gli aiuti.
Marica Bartolotto braccio destro di Dino San Lorenzo ci accompagno’ in una saletta al fondo del corridoio. Tempo un altra mezz’ora eravamo operativi. Arredata in tempi record con telefoni funzionanti. Indubbiamente altri tempi.
Marica aveva lo stile di Dino. Il suo braccio destro. Anzi che dico? Il suo braccio destro e sinistro e se avesse avuto 20 braccia lei sarebbe stata le 20 braccia. Comitato aperto fino alle 22. Tanti ricordi e non tutti positivi. Ma andiamo con ordine. Primo punto nominare un esecutivo. Se ricordo bene ne fecero parte oltre che il sottoscritto Giancarlo Gonnella segretario regionale Fgci, Donatella Genesio con incarichi nei giovani democristiani. Nicola Bizzardo dell Agesci. ( boy scout ) . Conobbi Umberto Tresso funzionario della Coldiretti che lì per li’ mise su un Banco alimentare per gli aiuti. Ciellini mobilitati da Giampiero Leo e da Battuello.
Le sezioni del PCI e le parrocchie come punto di raccolta degli aiuti. Decisamente altri tempi. E noi figiciotti eravamo davvero organizzati. Umberto D’Ottavio responsabile degli studenti medi. Organizzo’ mille iniziative nelle scuole della provincia. Dalla raccolta dei soldi ai materiali ai volontari per portare materialmente gli aiuti. Naif ma tanto efficienti. Umberto poi diventato Sindaco di Collegno e deputato del PD. Sergio Contini responsabile dell’organizzazione operativa sul territorio. Ora grande capo del Sunia di Torino. Due giorni dopo arrivo’ in via Alfieri Manuele Braghero responsabile di Borgo Vittoria. Uno di noi doveva andare fisicamente in Irpinia. Ci vado io. Un altro compagno che non si tirava mai indietro. Ora è un alto funzionario della Regione Toscana alla Sanità. Direi da 40 anni in prima linea.
Alcuni di noi cambiarono radicalmente vita.
Come Fabrizio Ortisei operaio altamente qualificato della Savigliano, immigrato giovanissimo dalla Sardegna. Viveva da solo.
Delegato e dirigente Sindacale si trasferi’ sposandosi. Due figlie e fino alla pensione segretario della camera del lavoro. Esperienza esaltante con tante luci ed alcune ombre. Furono raccolti soldi. Tende da campo e dall’ Amiat ( raccolta rifiuti ) in regalo migliaia di tute antipioggia. C’era anche da pensare ai morti. La coop Astra ( pompe funebri) provvide a 50 casse da morto. Dopo gli opportuni permessi vennero portate giù.
Ero di turno al comitato. Ricevetti la telefonata dal responsabile del convoglio.
“Patrizio sono arrivate a mezzanotte. Il sindaco (non mi ricordo il paesino) mi ha accolto con la pistola in mano intimandomi di andarmene via. Che faccio?”Chiesi perché. “È il proprietario della locale impresa di pompe funebri. Non ho tanti gettoni. Che faccio?”. Non ebbi dubbi: vieni via.
I presagi di quello che sarebbe successo dopo per la ricostruzione c’erano tutti. Torino fu molto solidale anche perché era la seconda capitale meridionale d’Italia. Torino che doveva tanto del suo sviluppo economico all’immigrazione dal Sud. A Torino era iniziato il declino, inesorabile declino direi , dopo 40 anni era evidente a tutti. Una nobil donna decaduta ma pur sempre nobile. La sua nobiltà nella solidarietà verso un pezzo di popolo. Non c’erano telefonini o computer. Era appena nata la protezione civile di Zamberletti. La maggioranza dei problemi si dovevano affrontare in loco. Sicuramente ci furono dei limiti. Noi giovani imparammo facendo. Anche per questo penso e credo di appartenere ad una generazione che si pregia del titolo della meglio Gioventù.
Patrizio Tosetto
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